In questo libro ci sono molti eventi della scrittura, del commento e dell’analisi: letture e scritture, che si raccolgono e si leggono nel senso stesso dell’accadere, che va verso una sua rappresentazione più o meno drammatica, in cui il significato dell’analisi di chi scrive e legge cerca la verità che contiene la realtà, nei momenti stessi dell’accadere, mentre accade, nell’opinione come nello stato d’animo che ne cerca la soluzione, spesso al di là degli ostacoli che si determinano nelle analisi e nei fatti storici osservati.
Frammenti di un giorno, pag.536
Frammenti di un giorno
La…….
La distruzione di un mondo comporta che il mondo stesso muoia e, credo muoia per sempre. Il perché il male rappresentato e agito per il mio nocumento trova azione, senza nessuna motivazione che non sia quella dell’odio – parlo di un odio, profondo, immondo, come solo quello che più invisibile appare, che si trasforma e assume il significato di un potere che ha la giustificazione nella morte stessa della consapevolezza – di umani in fondo dediti allo scopo della profanazione della verità con l’azione stessa di un satana, così lampante da trovare l’assolvimento di un bene marcio come lo può essere solo quello che il male scambia per bene, in questo contesto la più labile essenza del sentimento del potere assume dimensione legittima ma immonda nella trasformazione della verità in male, a cui il potere da libero sfogo trasformandolo in piacere del bene e giustizia in, questo la profanazione del bene si completa con l’azione della menzogna che sfregia la verità affermandosi su di essa, in un atto compulsivo e dannato, in cui il piano culturale delle profanazione cerca in ogni modo di svilire la bellezza della verità: un dannato che odia a tal punto che cerca di distruggere l’altro ignorando del tutto il significato del proprio fare sulla percezione del bene: il dannato che accusa chi non lo è di esserlo, per trasformare il bene in male, il male per bene. La dannazione appartiene sempre a una coalizione molteplice di persone e pensiero, anche diverse tra loro, ma simili, divisi ma alleati nella pazzia compulsiva per distruggere l’intransuente del bene per una verità che li esalti: Cristo in croce è la spaventosa affermazione di questo quotidiano che non si riconosce, di questa eternità senza eternità, che si ripete uguale: dei molti delle famiglie e assemblee umane
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From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.cultura
Sent: Thursday, January 02, 2003 12:28 PM
Subject: tempi verbali
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.cultura.letteratura.italiana
Sent: Thursday, January 02, 2003 12:29 PM
Subject: tempi verbali
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.media.tv
Sent: Thursday, January 02, 2003 12:30 PM
Subject: tempi verbali
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.economia
Sent: Thursday, January 02, 2003 12:32 PM
Subject: tempi verbali
Rai.it forum- “primo piano”
Oggetto: tempi verbali
Data: 02-01-2003 alle 12:34
“ piacessi
MP
Ma non mi piacciono quei film, che non mi fanno emozionare subito, se c’è da pensare o riflettere per qualche istante mi annoio, è come se le mie emozioni fossero staccate dal mio pensiero, non ho bisogno di capire per sentirmi emozionare, nel senso a me il pensare non mi emoziona affatto, a me sembrano sceme quelle persone che trovano piacere per esempio, stando ferme a guardare un tramonto, o il movimento del mare o un ramo che si flette con il vento, o stanno ad ascoltare il suono prodotto dal movimento dell’aria.
PM
A me piacciono queste cose, che so trovo bello anche che le mie emozioni cerchino un significato in quel che spontaneamente la natura ci comunica, e che i miei pensieri trovino in questo un motivo per emozionarsi lo trovo un modo per dare profondità al significato delle emozioni, un modo per comunicare con gli aspetti più veri e semplici ed emozionarmi della loro naturale complessità. Del resto il significato delle cose e delle nostre azioni è nella profondità del significato dell’esperienza della nostra comunicazione, anche nell’immediata profondità del significato delle proprie parole; che sono sì profonde proprio in virtù della realtà più naturale e complessa, che dà azione e movimento al nostro essere che agisce ed emozionalmente è partecipe del significato della verità, che anche lo riguarda, ma è anche più ampia delle possibilità della ragione: in fondo è l’amore l’equilibrio più grande dell’emozioni. Non credo, vedi, per questo, che il tempo che intercorre tra il pensiero e l’emozioni sia meno rapido di un’emozione che allontana il pensiero - anzi sovente è proprio il contrario.
MP
Dici che se io dico ch’è troppo complicato, per esempio quello che mi stai dicendo, è solo perché trovo complicato stare a guardare il mare, e per questo finisco per dirti che sei cervellotico perché non riesco a capire le emozioni che mi comunichi quando sei in silenzio, a cui non riesco ad associare nessuna esperienza personale che superi il significato delle mie parole che del resto sono lontane dalle mie emozioni e, finisco che quando parlo o agisco con te è solo per provare delle emozioni anche se esse non hanno nessun significato, se non quello di sentire un’emozione, che così non può che essere qualcosa che più o meno mi esalti in conseguenza del dominare ed esser dominati, un ruolo di potere che determina il mio agire al di là del significato di bene o male, ma solo nel significato di vero o falso in conseguenza di un ruolo di potere?!
PM
Trovo la tua risposta per certi versi sorprendente, nel senso che l’allontanamento del pensiero così espresso da te dà all’azione quel modo inconsulto che ha come scopo la ricerca della propria affermazione, che storicamente è stata sempre espressa nell’esaltazione di uno storicismo che partendo dalle emozioni cercasse attraverso il loro sentire la determinazione di vero sulla verità stessa dell’esperienza”. In questa interpretazione e momenti storici l’affermazione di dominio è quella che dice quale sia il significato di verità in conseguenza del potere che determina l’emozione di dominio: in questo principio di esaltazione la logica che tutto nega per dare significato di grandezza a tutto quel che lo riguarda, dà ai comportamenti più volgari la capacità emotiva di dominio e attraverso essi l’atteggiamento arrogante che dice quale sia il significato della verità. In questo paradosso dell’esaltazione dell’esasperazione delle emozioni umane dei più frustrati, o resi tali, si cerca tramite l’affermazione emotiva dei comportamenti più superficiali quale sia il significato della realtà in base al dominio che si ha sull’altro, o altri. Tale dominio avviene, per questo senso, vieppiù per mezzo della distruzione della comunicazione come fonte di conoscenza, che amplifica la partecipazione emotiva nell’agire tra gli individui. Per fare un esempio lampante, anche se lontano nel tempo accaduto, l’obbligo di portare la stella di Davide degli ebrei durante il nazismo, dava la possibilità dell’affermazione emotiva, a tutte quelle persone che nel controllo dell’applicazione di tale apparente insignificante atto trovavano l’autorità per dare al proprio sentire emotivo l’esaltazione dell’affermazione della verità. Questi gesti violenti che ancora ora nella sua espressione di significato avvengono – se pur sembravo insignificanti - finiscono sempre per le logiche delle dinamiche del dominio, del potere, per sfociare nel loro parossismo e generare morte. Ora di certo, la tua risposta non mi ha sorpreso perché non è andata a finire subito in questo ambito, ma per il fatto che quest’ambito è ora in maggior modo espresso in un non senso comunicativo che fa della risposta associativa nella comunicazione fonte di esaltazione emotiva per sentirsi dominanti e superiori all’altro. Sempre più sovente in questo tempo effimero ciò è espresso da gesti del tipo verbale che determinano un’azione corrispondente, e allora il semplice dire qua o là, o guarda, o l’alzare un braccio, in modo più o meno sgarbato, per indicare o attirare o meglio distogliere l’attenzione psichica dell’altro, servono solo per far fare qualcosa all’altro e in questo percepire una sorta di dominio e potere, intelligenza superiore a quella dell’altro e, ciò in maggior ragione quando questi “tempi verbali”, male interpretano o non hanno alcun senso “nella capacità reale di agire nel significato reale della comunicazione esperita”. Certo il fatto che tu abbia trovato un momento di risposta per la mia domanda non ti ha dato la necessità di applicare il tuo dominio, ma non è detto per questo che tu non trovi più conveniente sentirti emozionalmente dominate e darti a quei tempi verbali di cui ti ho parlato, tanto più che ciò non inficia il processo di potere sociale, ch’è governato da un processo mentale che fa dello stimolo alla competizione darwiniana l’esperienza acclarante la verità.
MP
Comunque in sostanza le possibilità d’incontro, non sono più come era qualche epoca fa dove un blocco culturale serviva per dare ai processi della comunicazione un punto d’incontro per una legittimità moralmente controllata, ma che poteva essere legittima!
PM
Certo ora si può affermare che potenzialmente c’è più libertà, ma cosa avviene in effetti. Spazio ridotto culturalmente, per una comunicazione culturale tra le persone a favore di spazi d’incontro surrettizi, dove poter mediare il controllo culturale superando i limiti del blocco culturale che non esiste più – per solo una rappresentazione di comodo che giustifichi la surrettizia libertà della comunicazione: un invenzione della trasgressione, che finisce per essere blocco culturale della reale comunicazione con se stessi e gli altri per gli individui che hanno modi non surrettizi nella comunicazione di se stessi. E a quest’oggi, ancora alcuni, paradossalmente su questo blocco culturale cercano e trovano spazi ipotetici per una moralità legittimamente controllata, ma che sembra, libera. “
Spider per libro
----- Original Message -----
From: Patrizio Marozzi
To: domenica@ilsole24ore.com
Subject: Spider cinema
Spider
Ho appena letto la recensione di Escobar, sul vostro inserto culturale della domenica: “Domenica”, di: “Spider” film di Gronenberg David. Anticipo che ho già visto questo film, prima di Domenica 15 Dicembre e che l’ò trovato, per intensità forma registica, fotografia, recitazione, equilibrato come pochi altri, veloce e stimolante come ogni opera creativa che ha in sé l’originalità del suo autore – credo che sia uno dei migliori film della storia del cinema, sicuramente degli ultimi anni. Fatta questa premessa passo al motivo per cui vi scrivo, o scrivo al recensore Roberto Escobar. Immagino che lui sia a conoscenza delle intenzioni del regista, comunque mi ha lasciato lo stesso perplesso la chiave di lettura che ha inteso dare al vissuto della storia del protagonista del film, e in questo l’esplicazione dell’intenzioni del regista. Io, guardando il film non ho potuto non riflettere un attimo su alcune opere di David Lynch e mi è parsa subito evidente la differenza tra la “documentazione in tempo reale del film Spider e il tempo rappresentativo dei meravigliosi Film di Lynch – cito Velluto blu dove la rappresentazione simbolico Freudiana trasla tutto il film, o Cuore Selvaggio dove il flusso del racconto si apre alle amplificazioni junghiane e, oltre nella riduzione cinematografica dello sceneggiato televisivo e in un altro film, forse l’ultimo, di cui in questo momento, mentre vi scrivo, non ricordo il titolo, dove le storie rappresentate hanno perso la connotazione di “soggetto” per mostrarci il mondo interiore in una psiche collettiva che non ha un più un “protagonista cinematografico” ma che rappresenta i “protagonisti del film, come espressione stessa dell’evolversi di una psiche immaginaria senza “corpo”. Spider è un film diretto nell’approccio rappresentativo dei simboli”, sia cinematograficamente, nei movimenti di macchina; sia nella velocità del film, nella crudezza della recitazione Spider-Fiennes. Ora quello che mi ha lasciato un po’ perplesso, espresso nella recensione di Escobar, è quel vedere nella rappresentazione del sintomo espresso da Spider un significato traslato associativo di stampo freudiano dove l’inconscio finisce elusivamente in funzione di un atto censorio esclusivo dei significati sessuali, che riducono il simbolo a sintomo patologico della percezione sessuale del significato della comunicazione, la comunicazione che censura se stessa per atto di un tabù culturale che cerca d’infrangere il totem dell’identità collettiva. In sostanza tutto può avere un altro significato, basta che rappresenti il totem espresso dai tabù. Non continuo oltre per questa strada, ho detto questo, perché se visto in questa ottica il film Spider, perde quella bellissima crudezza che vi è rappresentata – è ovvio che in tutto il film il conflitto personale e sociale espressovi è nel fattore della comunicazione”, dove la ricerca del significato è affidato a Spider e dove la verità viene assunta “dall’autorità”, che in definitiva “non riconosce lo stato di violenza percepito da Spider. Lo stato dissociativo” in cui si trova Spider perché non deve essere rappresentazione e conseguenza della violenza subita dalla morte della sua vera madre e del conflitto con la matrigna, conflitto che ha cercato di superare in un atto catartico che ha trasformato la realtà distruggendola, per il significato della realtà sottrattagli di cui non aveva più percezione del sentimento di amore che lo legava alla madre. Nel film il tratto simbolico non può essere rappresentato da quelle corde in quella stanza, se non come rappresentazione di difesa estrema di Spider che ritualizza la trappola con cui ha dato morte alla matrigna, con la corda, l’oggetto-mezzo che ha usato per ucciderla. Eppure che il processo catartico stava assumendo valori di analisi era già evidente già prima del momento in cui Spider sembra utilizzare “il pezzo di vetro” sul suo polso e, lì, il regista in un attimo di non visto, pone lo stesso spettatore di fronte alla percezione che ha di Spider. Spider che nei comportamenti della direttrice della pensione sente la personalità della “nuova moglie” del padre che lo ha privato della “madre” – gli stati di allucinazioni di cui soffre Spider, non tolgono al racconto cinematografico la crudezza del realismo, ma rendono la storia “solo cinematografica” - al punto culminate della risoluzione del processo catartico che lo ha portato a uccidere la matrigna, la conflittualità non può che stare” alle sue estreme conseguenze e questa nuova percezione seppur dissociata in Spider ci fa benissimo intendere che nella nuova attualizzazione del rituale” Spider può trovare la soluzione alla sua comunicazione interna - ora” l‘atto della morte è del tutto simbolico, Spider aspetta di vedere quello che succede, aspetta di riconoscerlo – scompare la matrigna e torna a guardare la direttrice della pensione. Sul piano simbolico del film, la scena finale in cui il direttore del manicomio è in macchina con Spider, citata da Escobar è aperta tra la comunicazione interiore di Spider, nel non “sapere del direttore del manicomio e quello che ha compreso lo spettatore. In conclusione di questa lettera dico che non ho conoscenza del libro di Patrick McGrath, ma anche l’avessi, credo, che le mie conclusioni sul film sarebbero le stesse.
Cordialmente,
Patrizio Marozzi
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From: "System Administrator" <postmaster@ilsole24ore.it>
To: <patrizio.marozzi@libero.it>
Subject: Undeliverable: Spider cinema
>
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> To: domenica@ilsole24ore.com
> Subject: Spider cinema
> Sent: Tue, 17 Dec 2002 15:06:12 +0100
>
> did not reach the following recipient(s):
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> domenica@ilsole24ore.com on Tue, 17 Dec 2002 15:05:11 +0100
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> MSEXCH:IMS:Il Sole 24 ORE:INTERNET:MIANTE01 0
(000C05A6) Unknown Recipient
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From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.cultura
Sent: Tuesday, December 17, 2002 3:19 PM
Subject: Lettera Aperta A "Domenica" del sole 24 ore
[…]
(non riuscendo in questo momento ad utilizzare e-mail del sole 24 specifica)
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From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.arti.cinema.recensioni
Sent: Tuesday, December 17, 2002 3:21 PM
Subject: Spider - Lettera Aperta A "Domenica" del sole 24 ore
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From: "Robot Moderatore" <robomod.it@computerville.it>
To: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Sent: Tuesday, December 17, 2002 3:21 PM
Subject: Re: Spider - Lettera Aperta A "Domenica" del sole 24 ore
>
it.arti.cinema.recensioni e` un gruppo moderato.
>
> Il tuo articolo e` stato esaminato dal programma di moderazione automatica
ed e` stato rifiutato:
>
> Gli argomenti trattati sono solo ed esclusivamente legati
> strettamente al cinema ed in particolar modo alle recensioni dei film.
> Ogni articolo deve contenere uno dei seguenti tag:
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> [RECE] per gli articoli contenenti recensioni o commenti su film
> presenti in sala.
>
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> film non ancora usciti in sala ma visti in anteprima a festival o
> proiezioni speciali.
>
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più in sala.
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in VHS.
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> [RECE-DVD] per gli articoli contenenti recensioni o commenti su film visti
in DVD.
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> Qualora non ci fosse uno di questi tag l'articolo verrà respinto.
>
>
> [ADMIN] questo tag è riservato per le comunicazioni del moderatore.
>
> Sono considerati OT, e quindi rifiutati, tutti gli articoli non
> ascrivibili alle suddette categorie anche se riguardanti il cinema.
> (Per esempio "Qual è il miglior film di guerra?" o "Brad
Pitt è
> omosessuale!").
>
> Viene tollerato un moderato scambio OT all'interno degli articoli (che
dovranno essere comunque principalmente IT) all'interno di thread iniziati
totalmente IT.
>
> Il newsgroup è moderato da Davide,,,, ogni comunicazione, suggerimento,
critica o proposta di collaborazione è bene accetta.
> Inviare a moderatore_iacr(chiocciolina)libero.it
>
> [CODICE: anykeyword: No keyword found]
>
>
> Per ulteriori informazioni puoi contattare il moderatore del gruppo
> all'indirizzo moderatore_iacr@libero.it.
>
> Cordialmente,
> il robomoderatore.
>
> ------- L'inizio dell'articolo da te inviato --------
> From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
> Newsgroups: it.arti.cinema.recensioni
> Subject: Spider - Lettera Aperta A "Domenica" del sole 24 ore
> X-Newsreader: Microsoft Outlook Express 6.00.2600.0000
> Message-ID: <apGL9.24442$Ou4.763638@twister2.libero.it>
> Date: Tue, 17 Dec 2002 14:20:54 GMT
> Organization: [Infostrada]
> Approved: robomod.it@computerville.it (1.21)
> Sender: robomod.it@computerville.it
> X-Mail-Path: vejo.computerville.it!scotty.uli.it!smtp1.libero.it!twister2.libero.it!news@twister2.libero.it
> X-Moderatore: 1040134855.9825
> X-Original-NNTP-Posting-Host: 151.27.187.87
> X-Original-X-Complaints-To: abuse@libero.it
> X-Original-X-Trace: twister2.libero.it 1040134854 151.27.187.87 (Tue, 17
Dec 2002 15:20:54 MET)
>
> Spider
>
> Ho appena letto la recensione di Escobar, sul vostro inserto culturale
della domenica: "Domenica", di: "Spider" film di Gronenberg
David. Anticipo che ho già visto questo film, prima di Domenica 15 Dicembre e
che l'ò trovato, per intensità forma registica, fotografia, recitazione,
equilibrato come pochi altri, veloce e stimolante come ogni opera creativa che
ha in sé l'originalità del suo autore - credo che sia uno dei migliori film
della storia del cinema, sicuramente degli ultimi anni. Fatta questa premessa
passo al motivo per cui vi scrivo, o scrivo al recensore Roberto Escobar.
>
>
----- Original Message -----
From: Patrizio Marozzi
To: moderatore_iacr@libero.it
Sent: Tuesday, December 17, 2002 3:34 PM
Subject: informazioni
Dopo il rifiuto
del robot - mi spieghi lei se il robot è stupido, Grazie
Patrizio Marozzi
[…]
(non riuscendo in questo momento ad utilizzare e-mail del sole 24 specifica)
----- Original Message -----
From: "Davide De Santi" <moderatore_iacr@libero.it>
To: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Sent: Tuesday, December 17, 2002 4:15 PM
Subject: Re: informazioni
> From:
Patrizio Marozzi
> >Dopo il rifiuto del robot - mi speghi lei se il robot è stupido,
Grazie
> >Patrizio Marozzi
>
> Il robot è ovviamente stupido ma ha quasi sempre ragione.
> Il problema del suo post è questo:
>
> > Subject: Spider - Lettera Aperta A "Domenica" del sole 24
ore
>
> Il subject in questo NG deve contenere una tag fra parentesi quadre,
> in questo caso: [RECE]
> Deve essere ESATTAMENTE così, in maiuscolo, tra parentesi e
> senza spazi.
> Davide
>
>
----- Original Message -----
From: Patrizio Marozzi
To: domenica@ilsole24ore.com
Sent: Thursday, December 19, 2002 9:57 AM
Subject: Spider – cinema
----- Original Message -----
From: "System Administrator" <postmaster@ilsole24ore.it>
To: <patrizio.marozzi@libero.it>
Sent: Thursday, December 19, 2002 9:56 AM
Subject: Undeliverable: Spider - cinema
>
Your message
>
> To: domenica@ilsole24ore.com
> Subject: Spider - cinema
> Sent: Thu, 19 Dec 2002 09:57:03 +0100
>
> did not reach the following recipient(s):
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> domenica@ilsole24ore.com on Thu, 19 Dec 2002 09:55:59 +0100
> The recipient name is not recognized
> The MTS-ID of the original message is: c=it;a= ;p=il sole 24
ore;l=MIANTE010212190855XKSC4R3N
> MSEXCH:IMS:Il Sole 24 ORE:INTERNET:MIANTE01 0
(000C05A6) Unknown Recipient
>
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.arti.cinema.recensioni
Sent: Thursday, December 19, 2002 10:06 AM
Subject: [RECE] Lettera Aperta A "Domenica" del sole 24 ore
Ho appena letto la recensione
[…]
(non riuscendo in questo momento ad utilizzare e-mail del sole 24 specifica)
----- Original Message -----
From: "Robot Moderatore" <robomod.it@computerville.it>
To: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Sent: Thursday, December 19, 2002 10:06 AM
Subject: Re: [RECE] Lettera Aperta A "Domenica" del sole 24 ore
> Il tuo
articolo per il newsgroup moderato it.arti.cinema.recensioni
> e` stato ricevuto.
> Gli e` stato assegnato il codice 1040288742.6456 ed e` stato mandato al
moderatore del gruppo moderatore_iacr@libero.it per l'approvazione.
>
> Cordialmente,
> il robomoderatore.
----- Original Message -----
From: "Robot Moderatore" <robomod.it@computerville.it>
To: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Sent: Thursday, December 19, 2002 11:36 AM
Subject: Re: [RECE] Lettera Aperta A "Domenica" del sole 24 ore
it.arti.cinema.recensioni e` un
gruppo moderato.
Il tuo articolo e` stato esaminato dal moderatore ed e` stato rifiutato:
Evidentemente abbiamo dei problemi di comunicazione.
La [RECE] deve contenere ASSOLUTAMENTE il titolo del
film nel soggetto (eventualmente aggiungendo altri commenti tipo
Lettera aperta ecc.). Questo perchè il NG è SOLO di recensioni.
Per ulteriori informazioni puoi contattare il moderatore del gruppo
all'indirizzo "Davide De Santi" <moderatore_iacr@libero.it>.
Cordialmente,
il moderatore.
------- L'inizio dell'articolo te inviato --------
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.arti.cinema.recensioni
Subject: [RECE] Lettera Aperta A "Domenica" del sole 24 ore
X-Newsreader: Microsoft
Outlook Express 6.00.2600.0000
Message-ID: <FZfM9.31365$Ou4.934230@twister2.libero.it>
Date: Thu, 19 Dec 2002 09:05:41 GMT
Organization: [Infostrada]
Approved: robomod.it@computerville.it (1.21)
Sender: robomod.it@computerville.it
X-Mail-Path: vejo.computerville.it!scotty.uli.it!smtp3.libero.it!twister2.libero.it!news@twister2.libero.it
X-Moderatore: 1040288742.6456
X-Original-NNTP-Posting-Host: 151.27.195.232
X-Original-X-Complaints-To: abuse@libero.it
X-Original-X-Trace: twister2.libero.it 1040288741 151.27.195.232 (Thu, 19 Dec
2002 10:05:41 MET)
Spider
Ho appena letto la recensione di Escobar, sul vostro inserto culturale della
domenica: "Domenica", di: "Spider" film di Gronenberg
David. Anticipo che ho già visto questo film, prima di Domenica 15 Dicembre e
che l'ò trovato, per intensità forma registica, fotografia, recitazione,
equilibrato come pochi altri, veloce e stimolante come ogni opera creativa che
ha in sé l'originalità del suo autore - credo che sia uno dei migliori film
della storia del cinema, sicuramente degli ultimi anni. Fatta questa premessa
passo al motivo per cui vi scrivo, o scrivo al recensore Roberto Escobar.
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.arti.cinema.recensioni
Subject: [RECE] Spider al robomod.it@computerville.it Lettera Aperta A "Domenica" del sole 24 ore
[…]
(...non essendo riuscito in nessun
momento del mio tempo ad utilizzare l'e-mail informatica del sole 24 specifica
per "questa comunicazione:
> domenica@ilsole24ore.com per mezzo della mia
patrizio.marozzi@libero.it [From "System Administrator"
Undeliverable: Spider - cinema] )
----- Original Message -----
From: "Robot Moderatore" <robomod.it@computerville.it>
To: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Sent: Friday, December 20, 2002 10:46 AM
Subject: Re: [RECE] Spider al robomod.it@computerville.it Lettera Aperta A "Domenica" del sole 24 ore
> Il tuo
articolo per il newsgroup moderato it.arti.cinema.recensioni
> e` stato ricevuto.
> Gli e` stato assegnato il codice 1040377326.16949 ed e` stato mandato al
moderatore del gruppo moderatore_iacr@libero.it per l'approvazione.
>
> Cordialmente,
> il robomoderatore.
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.arti.cinema.recensioni
Sent: Friday, December 20, 2002 10:42 AM
Subject: [RECE] Spider al robomod.it@computerville.it Lettera Aperta A "Domenica" del sole 24 ore
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.cultura
Sent: Sunday, November 24, 2002 8:26
Subject: .Io che penso?"
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Sent: Sunday, November 24, 2002 8:28 PM
Subject: .Io che penso?"
“Prologo per un mio libro”
Oggi mi sono trovato una parola sul vocabolario, una che non conoscevo, una che mi piaceva, poi ho incominciato a pensare con quella parola, magari insieme a qualcuna in dialetto – non c’è pubblicità che tenga, o frase aggiunta, non a caso dai media – che mi faccia pensare con questa parola. Voglio pensare con la mia testa, e voglio qualcuno che pensa con la sua testa, con parole nuove che sa costruire e inventare con quelle sul vocabolario, pensieri liberi, senza faziosità o prevaricazione, con cui comunicare. Se c’è qualcosa da fare, voglio farla e dirla, non dirla per non farla, come se le parole non fossero più mie. Se la comunicazione ha un significato, vuole dire che debbo pensare, quel che non è vero perché accade, ma non per questo il sentirmi dire quel che non è vero, deve voler dire che io non debba capire quel ch’è vero – ho le mie parole, per trovarne delle altre, magari facendo”, prima. E se per “potere” le parole agiscono, tanto da esserne imprigionate, non vuol dire che io debba usare queste parole per sentirmi vivere le emozioni dentro, per non comunicare con me stesso, attraverso l’uso delle parole “predominanti” che non appartengono a nessuno e che generano solo frustrazione e rivalsa, tanto che prigionieri del loro consenso dobbiamo accettare le azioni che le giustificano come fossero vere, per sentire che le nostre emozioni si affermano, per darci sensazioni di “forza e vittoria”, quasi che la parola vita serva per morte e l’amore l’odio, la pace guerra. I pensieri si adeguano, così, ai significati delle parole derivate, con sinonimi che esprimono la perdita della verità ultima”, fino a contrapporsi con le azioni al “significato originale delle parole”, come mezzi che negano l’esistenza del significato delle azioni delle parole prime”. Questa tranvatura della libertà del comunicare serve per governare le emozioni in una sorta di atarassia vocabolare” a cui è più facile adeguarsi, per non avvertire il disagio della perdita del consenso” – in un mare di consenso dove l’osservare è la visione di un atto orgiastico del non significato delle parole, come se nel bacio tra due persone che si amano, vi si veda non quelle persone, individui, ma l’espressione di un atteggiamento confuso negli slogan dei vocaboli più qualunquistici e insignificanti di cui è fornita la comunicazione di massa e media, tutta la vacuità delle parole espropriate del loro significato dell’aspetto meno superficiale della comunicazione. Ma ciò in realtà non è solo quello che vi si vede, ma quello che fa sì che quel bacio, in funzione di ciò, renda consenziente e reale la sua rappresentazione sociale, il suo significato, e l’appagamento delle emozioni della comunicazione orgiastica, ch’è ben al di là di quella individuale e comune, dove lo stato di consapevolezza e responsabilità, ricerca il vero della comunicazione anche in ambito: di qual si voglia solitudine creativa e comunicativa. “Quella orgiastica pone un baratro alla comunicazione” distogliendo il linguaggio”, la sua possibilità nei confronti degli spazi interiori – che vivono nell’individuo – di trasmettere la “convivialità” delle azioni che danno ad esso la possibilità di comunicare l’elaborazioni della propria esperienza più significativa, la “coscienza”. “E così ogni parola, ed anche tutto quello che può trasmettersi, con comportamenti che vivono di parole interiori, galleggia nella superficialità, senza mai raggiungere la verità delle emozioni personali; che divengono così scordate, che la consapevolezza assume l’aspetto di un autismo collettivo dove tutti hanno bisogno di trasmettere informazioni gli uni agli altri, senza “né ascoltare né capirsi”, la comunicazione” non ne ha bisogno, giacché il suo significato è soltanto funzionale alla “sensazione di appagamento” che così si ottiene; se diviene necessaria, è importante lo scopo delle comunicazione e ciò comporta la percezione del rischio della perdita del consenso, a cui si “vuole” appartenere, al di là del significato e sentimento.”
È difficile pensare, agli ultimi accadimenti della Rai, insieme ai precedenti allontanamenti… non in questo contesto. Sia chiaro, comunque, che se per esempio Patrizio Marozzi scrivesse all’editore Donzelli, per chiedergli se può inviargli dei dattiloscritti da leggere, vi dico per certo che non riceverebbe neanche la risposta, a titolo di educazione – che lascia il tempo che trova, ma almeno è un assunzione formale, di responsabilità, del proprio atteggiamento comportamentale e culturale – Tanto è vasto il riciclaggio dell’ignoranza tribale” della comunicazione del consenso – Il dispotismo del “sistema della comunicazione” attuale insieme alle sue nuove parole, mettono non poco in attenzione la riflessione individuale, che non può che chiedersi se la radicale trasformazione della costituzione porti ad un abbattimento dei valori comuni a favore di quelli orgiastici, e non può non rammentare che l’abbattimento del valore della comunicazione nelle prime fasi questo governo ha riportato indietro il paese, fino all’apice del G8, dove si è rivisto un caos retrogrado non da poco. I movimenti che si sono attivati successivamente a ciò, hanno contribuito non poco alla ricomposizione e attivazione di quelle forme di comunicazione di tutta la società civile italiana; che si appresta ad affrontare problematiche tutt’altro che di facile soluzione. Mi auguro per ciò che le parole tra gli individui (e nei movimenti) siano vive e che siano necessarie, nella comunicazione interpersonale – privilegiando io arduamente quest’ultima – per non disperdere le emozioni orgiasticamente.
Patrizio Marozzi
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Sent: Tuesday, January 21, 2003 10:23 AM
Subject: [RECE] Pinocchio
www.tuttubenigni.it
21/01/2003 10.24.59
Critica Pinocchio
Io personalmente credo che il film di Benigni sia piaciuto, e se trovo i punti di vista personali sul film in un’ottica diversa dalla mia non posso che trovarli accettabili. Quello che mi fa sempre un po’ riflettere è il fatto di un immaginario comune che io definisco al rovescio, nel caso del film di pinocchio l’atteggiamento al rovescio comune è quello di pinocchio bambino Benigni cinquantenne – non vorrei sbagliare – in sostanza la critica che ho “osservato” al di là di un senso non ben specificato del perché il film non fosse valido, finisce sempre su questo appunto, anche quella americana, - che al di là che il film di Benigni vinca tutti gli oscar, o venga ignorato è bene ricordare ch’è un film profondamente pro pace nel significato meno “lapalissiano” del termine pace. Non mi sento di rimproverare Benigni che per l’oscar è più Geppetto”, tanto Pinocchio “vò via dalla scuola con l’anima grande di Lucignolo. Ma per tornare al Benigni Bambino Pinocchio, ciò che mi fa propendere a suo favore riguardo alla critica comune sta nel fatto che questi adulti non riescono a cogliere l’immaginario di questa rappresentazione, quasi fosse una cosa che non stupisce, e mi sembra così ripetuto questo atteggiamento da aver trasformato la critica di Pinocchio Bambino Benigni in un immaginario al rovescio. Voglio dire “a me” non è capitato di “ascoltare nessuno che si soffermasse sul fatto che Benigni ha recitato Pinocchio Bambino un voce sopra, come fosse un bambino dell’età di pinocchio, come se l’immaginario stesse ancora tutto lì, nel corpo di un adulto – e che nel riascoltare la voce del Benigni attore che tutti conosciamo, nel momento in cui la fatina se ne va, quasi non capire se quella voce di Pinocchio diventato adulto non sia Benigni, ma Benigni è meglio come Pinocchio, chissà forse questa riflessione rientra nell’indiscutibilità di ciò ch’è ovvio. Eppure ho il timore che se così fosse, finisce per essere “un non so che” dello stupore che manca, e quasi rappresenta che quel semplice ritardo delle cose che stupiscono riflettendo, purtroppo se non “immediatamente si percepiscono: non merita vi si rifletta. Vorrei ricordare che a mio parere il film poggia su una recitazione attoriale così ben caratterizzata che da cura” di un lavoro di regia che sa di come sentire l’attore e che sa del sentire di un attore, ultimamente in Italia questa modalità si è alquanto indebolita. E la cosa che dà peculiarità al film di Benigni sono i perfetti tempi teatrali della recitazione, che danno un sapore suo-filmico ai tempi cinematografici, più fedeltà all’immaginario di Collodi credo non potesse esserci. Un ultimo pensiero a questa trasposizione dell’immaginario fatta da Benigni voglio dedicarla agli effetti speciali del film, che li ho trovati tutt’altro che algidi, ma quasi vicini alle macchine meccaniche di un palcoscenico – credo che questo possa creare un dissapore ad un abitudinario spettatore cinematografico.
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Sent: Thursday, November 28, 2002 10:45 AM
Subject: "La qualità della volgarità di ieri"
“La qualità della volgarità di ieri”
Ieri è stata una giornata particolarmente intensa – e mi è capitato di dovermela sorbire tutta, dato il livello degli autori. Cito per primo il presidente Bush, che a quel che so nella sua lunga carriera pre presidenziale è stato un integerrimo firmatario delle esecuzioni capitali, adesso finalmente ha dato la grazia ad un tacchino – essendo io vegetariano la cosa mi fa molto piacere – queste pantomime culturali rappresentano la sensibilità per la cura dell’ambiente del popolo e le motivazioni per la pena di morte – come ho detto io sono vegetariano, e non ditemi che questo basta per insultare chi mi insulta – poi mi è capitato di ascoltare il rappresentante governativo della protezione civile italiana – non ricordo come si chiama, che volete questa è una colpa – dire a proposito delle alluvioni che stanno affliggendo la Padania di Bossi: che per risolvere il problema delle alluvioni bisogna farsi delle polizze assicurative, mi auguro le paghi Bossi e Berlusconi e non con i soldi di tutti gli italiani privatizzati in fondi d’investimento in borsa. “Io sono un ex alluvionato del fiume Tronto, anche con il mare davanti agli occhi” e, chissà se riuscirò a rimanere ex, comunque voi state su e io quaggiù, siamo due Italie, quindi io non posso che dirvi: nuotate. Ma la qualità di ieri è stata ancora più alta, quando ho sentito, sempre in televisione, non ricordo neanche a che proposito, quando sono volgare, dire, all’incirca, da Berlusconi, l’uomo più ricco d’Italia, che le cose date, fatte senza farsi pagare, non “acquistano” importanza. E allora non ho potuto non osservare la retata della domenica”, di prostitute clandestine, rimpatriate – mi auguro liberate, forse momentaneamente dal giogo della schiavitù – queste che danno sesso a buon prezzo boicottando il prezzo legale dello scambio del dare e avere della società civile, che non dà importanza alla qualità del dono, ma solo al potere, del potere dello scambio, potremmo chiamarlo profitto dell’essere esseri umani. La violenza su cui poggia questa volgarità è una dittatura morale che assoggetta “chiunque” e che priva chi è libero della libertà degli altri. Dico per sicuro che la criminalità organizzata troverà facilmente il modo di “regolarizzare la prostituzione”, magari, per accontentare l’amor patrio, dando più lavoro alle italiane e se possibile depenalizzando se stessa, nel reato di evasione fiscale. Concludo il giorno di ieri parlano di avanti ieri, a porta a porta, ho ascoltato alcuni commenti e fatti sui “maghi, Sentendo che il mago si San Remo vendeva appartamenti in paradiso, mostrando anche le planimetrie, ma quello che mi ha colpito – per quel che ho ascoltato – è stata la distinzione tra i cretini che si sono rovinati economicamente in magherie varie e quelli che ricchi economicamente, non sono cretini perché non sono incorsi nel tracollo finanziario. Non capisco perché questi siano meno cretini, forse solo per il fatto che c’è chi ne asseconda il potere e magari li “elegge”, ma allora credo che ci sono più cretini di quanto s’immagini.
E non ditemi che questo è meno surreale per l’individuo della politica dei regimi comunisti sovietici. Come spesso odo pronuciar.
Rai.it forum “primo piano”
Messaggio di PatrizioMarozzi
Oggetto: Re: allagata!
Data: 02-12-2002 alle 10:49
nuvolasenzainverno (28-11-2002 00:43):
>Buonasera a tutti dalla laguna di Milano!
Da 3 giorni vivo con un fiume in piena sotto casa (il Seveso, ovvero la fogna), che normalmente abita i tombini, ma ormai è al posto delle strade (perfettamente navigabili).
Abbiamo un romantico odore di fogna, un dolce sottofondo di acqua che sgorga dai tombini come le cascate del niagara e topi lunghi come coccodrilli che se la spassano!
> la zona di monza e del
lambro sono più gravi per cui i vigili del fuoco sono tutti là... da noi non
viene nessuno... è venuto un operatore della rai, ha fatto delle riprese ed è
fuggito... perchè non si è fermato a sentire che il Seveso esce ogni volta che
piove, e sono anni (dal 50) che promettono interventi per aggiustare la
situazione, ma nessuno fa niente??
> Dalla fogna a cielo aperto è tutto
Gentile allagata, cortese io@casa.it, simpatica nuvolasenzainverno - il romanticismo a Milano è una cosa speciale ed è veramente carico di rivoluzioni e tutti sensi ne partecipano in pieno, per questo è bene non perdersi in romanticherie; puoi tu avere questa fortuna, la natura del tuo luogo esprime il meglio di se e ti dà la forza delle passioni più forti. Immagina cosa sarebbe la tua vita senza quella fogna a cielo aperto, magari dovresti accontentarti solo dello smog e pensa a quei topi che non vogliono altro che rallegrarti la vista, per farti capire quale sia la tua fortuna. Cosa sarebbe di te se la natura che hai attorno scorresse via senza che tu te ne "accorga, chi potresti ringraziare dopo: nessuno, per questo mia cara, sappi che sei già mitologia - dalla sua caverna urla il ciclope - e quando “di chiederanno” chi è stato, non dire Ulisse, ma dì: "Tu no!" e, chissà forse ti chiederanno di votarli, e potrai sperare, pensa potrai sperare, ti sarà data in dono anche questa possibilità. E allora rimpiangerai il romanticismo, perché queste sono le romanticherie. Tutto il mio affetto e solidarietà
Patrizio Marozzi
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From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.cultura
Sent: Saturday, November 30, 2002 10:59 AM
Subject: Il bambino rompi palle
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From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.media.tv
Sent: Saturday, November 30, 2002 10:57 AM
Subject: Il Bambino rompi palle
Rai.it forum “primo piano” [scelto dalla redazione . media del voto del pubblico da 1 a 4 - 2]
Messaggio di PatrizioMarozzi
Oggetto: Il bambino rompi palle
Data: 30-11-2002 alle 10:54
Il bambino rompi palle
Ganzo vuoi vedere che si vedranno più cartoni animati. Caro bambino me lo auguro per me, ma anche questi non tutti potrai vederli. E c’hanno tutti paura a dirlo, oh vogliono difendere la tua infanzia che mica si po’ di che non si può fare. Sei proprio un rompi e, voi pure parla, ma state zitto che mi tocca vedé milioni di spot di pubblicità e tu de li guardi tutti, e poi non se sa che voi, mo bisogna fa la televisione de qualità per te, ma questa è solo per rompe le palle a me – te stanno a insegna la democrazia del menga e non te spiego che significa, fattelo spiega da loro, che non te lo dicono, non gliene sfrega un cavolo di quello che pensi, perché tu non devi da pensa, devi consumà come me. Voiono fa la televisione di qualità uguale pe tutti, nel senso che più gente la guarda e meglio è – me voiono fa crede che tutti dobbiamo essere intelligenti uguaglio, ma te rendi conto che ce stanno cose che ce vuole un po’ più d’impegno e tempo pe capisse, voio dire un po’ più di tempo dello spot pubblicitario, e se poi tu li capisse, o io, non è detto che ce debbono da piace, ma lavimmo capiti, e non è detto che ogni tanto non ce piace guardà quelli che non ce piace ma che possono da essere intelligenti e che solo quattro stronzi stanno a guardà – oh ho detto na parolaccia, fa finta che l’ho detta dopo le 22:30, dopo se po’ dì’, è lo so che d’indriga, a me quanto me piaceva vede i film in bianco e nero che un tempo trattavano argomenti solo per un pubblico adulto, che poi c’avevo tempo pe capilli pure io. Tu non poi, tu devi da vede la pubblicità e allora bisogna fa le cose di qualità pe fa vede a più gente possibile la pubblicità, vedi che frega bisogna fa la pubblicità pe tutta la famiglia, così se può di che c’è na qualità pe tutti, senza bisogno pe fatica a sceisesela, al di là del tempo di riflessione del brevissimo tempo dello spot pubblicitario. E non me di che non te violentano ogni volta che ti sconquassano l’emozioni pe interrompe un film co la pubblicità – non me dì che non te succede niente, perché a me succede qualcosa, stai male se non te succede niente, se te passa tutto così, se te emozione più lo spot e preferisci a da vedello, che chiedete perché non te piace er film, se ciai capito, perché a te nun te piace. Caro bambino come vedi so un casino co lo scrivo, ma me dico te sarai divertito, o avrai fatto l’arrogante? Pe difendete e nun capicce niente – mo te fanno competente, mo ciai i moduli e nun è importante che pensi, nu le mai stato, se non per sbaglio ogni tanto, mo devi da diventa competente, tu ciai un sacco de competenze e perciò capisci un sacco de cose, sempre pe fatte di quello che devi da fa, pe somma capo tutto quello che sai lo sai se de dicono che sei competente, sennò non lo sai perché non compete. Ma non te voio di oltre sennò finisce che dicono che te sto a travià. Comunque basta che dici che lo hai letto dopo le 22:30. Allora caro rompi famme un piacere, non guardare più la televisione commerciale che così dovrà da cagnà, se so solo io a nun guardala, me becco tutta la qualità da solo. Poi famme n’antra cortesia dì’ a Rutelli de stasse zitto, vò diversificà il mercato della televisione, facendo rai tre commerciale: privata, dije ch’è na strunzata – sempre dopo le 22:30 – rai tre deve da esse senza pubblicità, deve esse n’antra cosa da le altre, mantenendo il palinsesto dell’informazione e culturale e (sport) – e poi fate da fini tutti i programmi rai a l’una e il meglio della programmazione notturna attuale distribuita su rai tre di giorno – rete quattro se nun vo andà su satellite deva da fa lo stesso, della rai sul satellite, senza pubblicità, sennò vaffanculo. È ora de finilla che la pubblicità non si adegui e continui a voler cambiare la gente a suo uso e abuso. E poi caro bambino rompi famme l’ultima cortesia, dì al bambino Gasparri, ch’è contento come una pasqua convinto di aver fatto chissà che, se mi fa vede “Tutto su mia madre” di Pedro Almodovar, prometto che anche se lo trasmettono in prima serata, per la “qualità cinematografica” del film - lo registrerò così quando ci sarà la pubblicità la faccio scorrere più veloce che posso, spero più del messaggio subliminale. Grazie.
Dopo la prima sospenzione di programmazione è stato poi trasmesso il 11/01/2003
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From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.economia
Sent: Thursday, December 05, 2002 6:24 PM
Subject: Scritto "alimentare e forse debole" sulla "devoluzione" - del caos?
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From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.cultura.letteratura.italiana
Sent: Thursday, December 05, 2002 6:23 PM
Subject: Scritto "alimentare e forse debole" sulla "devoluzione" - del caos?
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From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.cultura
Sent: Thursday, December 05, 2002 6:22 PM
Subject: Scritto "alimentare e forse debole" sulla "devoluzione" - del caos?
La Stampa Forum: devolution 5/12/2002 18:21
Scritto "alimentare e forse debole" sulla "devoluzione" - del caos?
Rai.it forum “primo piano” devoluzione
Oggetto: Scritto “alimentare e forse debole” sulla “devoluzione” - del
caos?
Data: 05-12-2002 alle 18:18
Scritto “alimentare e forse debole” sulla “devoluzione” - del caos?
da questi giorni uso un mouse che usa la luce al posto della pallina, per spostare la freccia sullo schermo del computer – ma la cosa che m’entusiasma veramente, è che con una rotellina, vicina al mio dito indice, è possibile far scorrere la pagina, anche d’internet sullo schermo, in su e giù, ma c’è un’altra cosa ch’è decisamente rivoluzionaria, la possibilità premendo la rotellina di far scorrere la pagina alla velocità che si vuole per leggerla, vi è la possibilità di leggere un libro, senza neanche girare la pagina. “Questo ovviamente è un miglioramento che fa sì che tutto quello che “faceva, ci si servisse per le funzioni descritte rimane inalterato e continua a funzionare” anche per altri usi il computer. In definitiva con ciò è già possibile e a basso costo, sia per la produzione che per la fruizione avere la possibilità di servirsi per la distribuzione dei testi dell’uso di un cd rom, ciò dà la possibilità al fruitore di una riduzione del costo del “supporto” e un aumento del guadagno dell’editore nell’ambito del lavoro creativo dell’autore. Far scorrere la pagina sul monitor, vuol dire anche poter intervenire sulla forma dei caratteri e nulla vieta che possano essere stampati su carta e letti, o comprati già nell’edizione su carta, che dà sempre il suo piacere anche se bisogna voltare la pagina. Per quanto riguarda ad esempio le letture collettive si possono immaginare oltre quelle con voce”, anche quelle composte da più persone, comodamente sedute, o all’inpiedi che vedono scorrere le pagine e le leggono su uno schermo comune. Per quel che riguarda gli studenti, servirsi di una riproduzione su cd rom dei libri di testo, potrebbe anche voler dire organizzarsi delle dispense su carta, necessarie all’uso giornaliero, senza far trasportare allo studente, ogni volta l’intero peso di tutti i libri, e far sembrare utili le mamme che li accompagnano in auto – tale processo organizzativo può già essere un’azione didattica (scuola brutto! Basta!). Il tutto su cd rom perché è l’unico supporto elettronico che garantisce “l’inalterabilità”, dell’originale dell’autore che non va, così mai disperso. Per le organizzazioni no profit potrebbe essere utile usufruire del sistema di distribuzione della copia, dove in ragione delle possibilità esponenziali del sistema della libera copiatura, l’organizzazione della distribuzione, non ha limitazioni, nel tempo e nello spazio. In arricchimento a ciò si può organizzare il tutto con la certificazione spontanea di chi usufruisce della copia, per un rendiconto sulla “diffusione dell’opera”, e nella volontaria e libera offerta monetaria da parte di “chi voglia e come voglia” all’associazione e l’autore. In tal modo su base statistica” si coprono agevolmente le spese e i “compendi economici. Questa è l’acqua calda che non è preclusiva dell’i-book elettronico né di chi voglia spendere per comprarlo, o editarci.
Che cos’è la vita sessuale in un significato d’appartenenza. - Le sensazione dell’atto sessuale, cosa esprimono nella ricerca dell’appartenenza. Cos’è che distingue le sensazioni che si provano, tra l’appartenere e il potere e cos’è che appartiene alle sensazioni che ci fanno distinguere la persona amata e cos’è che ci fa appartenere all’amore e non al potere. “Lasciando la capacità di vivere l’amore al protagonista umano fin dove ne è capace, qui traccerò alcuni pensieri su alcuni aspetti della sensualità sessuale, che sono pur sempre componenti della composita personalità della persona, e non preclusivi dei suoi molti altri aspetti. Il mondo della sessualità è ancora determinato tra chi dà e chi riceve, investendo i significati dei comportamenti in una perturbazione dialettica con la logica espressiva dell’attivo e passivo, ciò non identificandolo in ambito solo omosessuale, ma anche in quello eterosessuale – ora, qui non “pensando” alla conseguenza estrema: di affermare l’atto del potere e quello di subire il potere, che estremizza i comportamenti sessuali al di là di qualsivoglia appartenenza e armonia, - non per questo, però, censurando ancora una volta la “famosa scena di “Ultimo tango a Parigi” – è bene dire che l’essere propositivo nello svolgersi della sessualità, per quel significato così poco astratto di attivo e passivo non trasforma paradossalmente il passivo in attivo, quasi che tutto risiedesse nella percezione fisiologica. In effetti” se ciò è non si comprende perché essa si debba determinare in qualcosa di passivo o attivo. In effetti” la disponibilità fisiologica ad accogliere dà a quelle parti del corpo una cedevolezza del tutto spontanea che fa di questo il sentire dell’appartenenza – ovviamente questa cedevolezza può essere relativa anche per un volere della donna, per una sua percezione di fisicità – ma la sostanza non cambia, e nel modo di chi dà c’è in parte la stessa consapevolezza relativa, ma che dà all’appartenenza l’esserci-in. Ora tutto questo non è detto che ci dica chiaramente quale sia “il modo estetico” che c’indirizza verso un sesso o l’altro. Modo estetico che negli “atti sessuali-sensuali si può esprime con il raggiungimento dell’intimità personale che vive al di là delle sensazioni che possiamo unilateralmente percepire, per “l’appartenenza in un’intimità condivisa, che superi il concetto di attivo e passivo - non orgiasticamente è un’altra cosa – Tutto questo discorso non è fatto per spiegare il perché delle scelte sessuali. È un discorso un po’ arido e privo di espressioni d’esperienza narrata o altro, ciò per rendere diciamo lecita la lettura a chiunque, anche non parlando della concretezza dell’amore; o fatto per invogliare da parte mia femmine a scoprire quel che non vi è detto. Questo è un discorso sulla devoluzione per chiarirsi un po’ le idee sul concetto popolare del cel’hodurismo virile.
In questi giorni sta succedendo un pandemonio, dove? “Solo in Italia?” Per questa nuova parola devoluzione, che non si capisce cosa vuole fare dell’Italia. Sembra una scomposizioni per atti non più componibili = “il cammino del gambero?!”
P.S
Ora non mi va di fare altri discorsi o chiarire quello che ho scritto qui, ciò ch’è scritto è “costume” o costume dello scrivere? Bo!?…
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.economia
Sent: Friday, December 06, 2002 10:57 AM
Subject: all'anonmo economista in erba
La logica dell'aumento della conflittualità - in ogni senso
- per un aumento della produttività è fatta per istaurare un sistema a regime
controllato da chi ha potere economico. Questa forma di elaborazione sociale è
servita ai
Repubblicani Usa per cambiare in tal modo il sistema da non poter più tornare
indietro, per Clinton è stato impossibile ristabilire i diritti sanitari per
tutti. In tal modo conflittuale la posizione di forza acquisisce ancor più
potere ipotizzando un immediatezza della soluzione dei
conflitti sulla base delle soluzioni disponibili per un aumento dei profitti -
in questa situazione avviene che con un impoverimento generale aumentano i
profitti esponenziali: i miliardari - una delle basi perché tale
sistema funzioni è eliminare le componenti sociali che non sono funzionali al
sistema dei consumi esponenziali, con un aumento del costo della vita e una
sempre maggiore differenza tra ricchi e poveri, tutto questo fino a rimangiarsi
le "logiche economiche" con guerre che servono sia per sostenere
l'economia, che per controllare le risorse energetiche - vedi Usa – Per quanto
riguarda la Fiat il suo inserimento" è quello di un'azienda che va al
traino dell'economia del petrolio, un'azienda media che ha una sua fetta di
mercato consolidata e su cui può gestire una programmazione. In questi giorni
sembra purtroppo soggetta ad uno stato di debolezza, sia nella
programmazione che di rappresentatività. Io ho l'impressione che le possibilità
di espansione della fiat siano compromesse dall'accordo con la GM, che mi dà
l'impressione abbia una prelazione sulle decisione
dell'azienda - che l'alfa romeo non è andata alla ford, per andare alla GM!? -
comunque è evidente che è stato un errore non trovare un accordo organizzativo
nell'ambito delle politiche delle case automobilistiche europee, sia per un
rapporto organizzativo con il governo, sia per la strategia della ricerca per
l'innovazioni. Anche i processi di flessibilità del lavoro non possono essere
armonizzati con incentivi estemporanei. Oltre quello che ho detto la
congiuntura attuale in cui si trova la fiat è quella in linea con la produzione
che determina la fetta di mercato sempre più in una struttura di nicchia, che
rende la programmazione aziendale in funzione di dove vi sono i capitali
e maggiori profitti. A questo si aggiunge un
politica governativa in linea con questi principi. La gestione delle risorse
idem, vedi L'ENI ch'è riuscita in quello che gli USA avevano impedito a Mattei
e strategicamente si muove con il petrolio - e spero che ciò non sia obbligo
per noi di esporci in ogni guerra per il controllo delle risorse. "In
fondo" c'è il problema della ricerca, e mi scuseranno gli eminenti
scienziati, ma io credo più a Beppe Grillo che a loro, come non rimanere
interdetti dal vedere funzionare auto ad idrogeno brevettate in Svizzera, poi
sentire Rubbia dire che l'idrogeno è ormai solo una questione politica, per poi
non dire più questo in funzione dei finanziamenti sulla ricerca,
magari delle batterie ad idrogeno, mentre la BMW ha già immesso sul mercato
tali auto, per dare una spinta al livello politico. Sembra quasi che Rubbia non
capisca che su un mercato ad idrogeno la ricerca per l'innovazioni su
questa campo non può che esserne agevolata. In realtà è la vecchia logica di
lasciare in magazzino nascoste tutte quelle innovazioni che tolgono la possibilità
a quelle esistenti, di mangiarsi gli ultimi soldi spendibili. poi sarebbe bello
perdere il posto di lavoro e poterne fare un'altro ch'è quello che si è scelto,
diciamo, che non so perché questo non è mai economicamente conveniente.
----- Original Message -----
From: "ECONOMISTA IN ERBA" <TheMan@virgilio.it>
Newsgroups: it.economia
Sent: Friday, December 06, 2002 1:11 AM
Subject: La fiat non va aiutata, parla un premio Nobel
Così suggerisce il premio nobel (anno 2000) James J. Heckman, docente di economia all'Università di Chiacago in un intervista rilasciata al Corriere della Sera in occasione della manifestazione "Nobel in Venice" tenutasi a Venezia. L'economista ha infatti dichiarato che una qualsiasi forzatura della naturale "espulsione" della Fiat dal mercato rappresenterà nel lungo periodo un costo sociale troppo alto. Al bando la cassa integrazione prevista per 8100 operai in esubero che non avrebbero alcun incentivo a trovare un nuovo lavoro; al bando la cieca difesa del "diritto di lavorare" sostenuta dai sindacati che evidentemente non tengono conto del "disegno" più grande nel quale la Fiat si trova.
>
A fronte delle dichiarazioni di Heckman avanzo alcune domande alle quali spero
avrete il piacere di rispondere.
- Sono fondalmente daccordo con Heckman ma se 8100 operai venissero licenziati
in tronco avrebbero sicuramente più incentivi a cercare lavoro rispetto a
quelli che avrebbero se fossero mandati in CIG. Tuttavia gli
operai avrebbero effettivamente delle alternative? Il governo è cosciente dei
danni a lungo termine che la cassa integrazione comporta? E se no pensate che
l'aiuto del governo sia motivato dal non avere 8100 disoccupati
"scomodi"?
- Uno dei piani per il rilancio dell'azienda consiste nella
ricerca&sviluppo
tecnologico che a breve dovrà fornire sul mercato dei beni un prodotto valido e
concorrenziale (una nuova punto se non erro). Ma secondo voi quanto sarà
sostituibile una punto potenzialmente migliore con un'auto dello stesso
tipo di una qualsiasi casa straniera? Il compratore potrebbe avere dei riserbi
sull'acquisto dei prodotti Fiat anche dopo i miglioramenti delle auto? Se la
risposta fosse si tutto il lavoro del governo sarebbe stato inutile.
>
Tra le altre cose Heckman afferma che 8100 disoccupati in più in Italia non sarebbero
poi così dannosi, ma Berlusconi non sarebbe a quel punto riuscito a mantenere
le sue promesse elettorali.
>
Ho anche pensato che uno dei modi per rilanciare la Fiat potrebbe essere quello
di rendere più costose le auto straniere e allo stesso tempo incentivare lo
sviluppo di quelle Fiat. I compratori non riuscirebbero a sostenere i costi di
un auto straniere ed avrebbero un prodotto Fiat più valido di prima e più
conveniente. Quello che le imposte sulle importazioni comportano lo sappiamo:
non sarebbe una scelta diplomaticamente accettabile e potrebbero esserci
ritorsioni nei confronti dei prodotti esportati dal nostro paese. In ogni
caso... potrebbe funzionare?
>
> Grazie
>
> GIOVANE ECONOMISTA IN ERBA
>
>
>
>
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From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
To: "ECONOMISTA IN ERBA" <TheMan@virgilio.it>
Sent: Friday, December 06, 2002 10:53 AM
Subject: Re: La fiat non va aiutata, parla un premio Nobel
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From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.cultura
Sent: Saturday, January 18, 2003 5:19 PM
Subject: Una provocazione del 1986
Una provocazione del 1986
Nel 1986, mi imbattei in un libro, rappresentativo della contemporaneità: “La storia infinita” di Michael Ende, affermai subito essere tra le opere filosofiche che meglio rappresentava la situazione del momento”; tutto ciò solo perché io lo ritenni tale – non che il film tratto da questo libro non ebbe un ampio successo, ma la cognizione del perché si sceglie di comprare un libro è imprescindibile dalla capacità di vedere in codesto le possibilità d’espressione, che così sono svincolate da chi ha bisogno di una guida per poter scegliere, sia essa soggetta alla formazione scolastica, sia in definitiva ad una indicazione di carattere sociale che fa sì che ci sia un’identificazione collettiva, nell’interpretazione e del processo di elaborazione”, che trova un percorso, apparentemente differenziato, in quelle che sono le pedisseque rassicurazione di un gruppo rappresentabile e codificabile nella “forma mentis”, che più appaga le nostre insicurezze o ipotesi di certezza, con cui legittimare un atto che in qual si voglia misura, dia un certo potere alla comunicazione individuale all’interno del gruppo in cui ci si identifica. Per affermare ciò basterebbe – quasi telepaticamente – che ne so, nella maniera più banale che, ora, citassi Vico, o che il nulla rappresentato nel libro di Ende lo accostassi a Nietzsche, e molto probabilmente il nichilismo con cui si identifica, generalmente, Zarathustra servirebbe come chiave di “lettura” per leggere “La storia infinita”; se non, in definitiva, con un più reale senso critico scoprire che Zarathustra è più vicino al “protagonista” del libro di Ende che al nulla, ma ciò potrebbe voler dire svincolarsi dal senso comune dell’interpretazioni codificate nel gruppo e, individualmente cercare un piano della realtà che ci mostra l’apparente differenziazione del divenire transitorio della storia del bene del male all’interno della referenzialità dei gruppi storici dominanti, in sostanza l’umano può scegliere di essere dalla parte del bene o del male, solo ben sapendo che la sua partecipazione a questa condizione di differenziazione è transitoria e legata alla sua esistenza storica. È ovvio in ciò che nella sola percezione storica di se stessi il bene è rappresentato dal maggior profitto che in “questo tempo” è ottenibile dal conseguimento del proprio appagamento di potere comunicativo, per mezzo del consolidamento della forma mentis che più riesce a controllare la percezione della comunicazione: il gruppo. E non è detto che in tale stato sussista qualche forma di spiritualità sussidiaria che faccia dell’equilibrio con lo spazio naturale del luogo storico, condizione comunicativa con la fine del tempo della propria collocazione, come necessità affinché lo spazio mantenga la forma naturale per il naturale tempo storico della collocazione. Tale alterazione è provocata dal fatto che il potere fa del “tempo” il significato che individualisticamente la forma mentis vuole occupare, per maggior appagare il concetto di dominio sulla collocazione, che per mezzo dei mezzi di comunicazione, può essere materialmente immateriale seppur perfettamente collocata e collocabile. Ciò che differenzia, ciò, dalla spiritualità è che dello stato autentico spirituale la collocazione non è più individualistica, ma individuale e non può non tener conto “dell’individuo” in ogni sua collocazione come evento comunicativo che dà alla forma mentis la percezione transitoria della possibilità materiale, come possibilità di scelta tra il bene e il male su cui convogliare la propria vita che può così determinare, senza l’illusione del potere sul bene e sul male, ma dando alla propria forma mentis la percezione di un bene che la “supera e la trascende” nel tempo stesso della sua collocazione umana. Ora tornando a parlare dei libri, un esempio lampante di come avviene che si “riesca telepaticamente” a sapere come costruire un best seller sta proprio nel fatto di saper bene come vengono interpretate dalla forma mentis dei vari gruppi i codici che vengono collocati dalle chiavi di lettura che sono strutturati codificati in informazione dal significato di appagamento nello “spazio” di un gruppo. Per semplificare basta andare in televisione per entrare in questo circuito della forma mentis e, magari su “quell’argomento televisivo” pubblicare un libro, magari prima del programma televisivo fare qualche sondaggio, e su questo processo non solo convogliano gli artefici di ciò, ma tutti quelli che assecondandone la logica ne vogliono far parte, questo serve per espandere il gruppo e la collocazione del tempo. Comunque non è detto che tutti i best seller della storia siano stati conseguenza di questo condizionamento, ma in essi sono rarissimi gli individui.” Ora alla base di tutto questo c’è solo il modo di come gratificare tutti gli ignoranti, manipolarne gli istinti, certo per ignoranti non si dice “colui che vuol sapere o non conosce; ma di questa massa d’ignoranti fanno parte e si vuol ne facciano parte tutti e non c’è di meglio per ciò che i sistemi per lo sviluppo della forma mentis; nei mezzi della comunicazione che danno immediato appagamento, non c’è nessuna distinzione di classe o merito o titolo di studio, attraverso, per esempio un programma tv siffatto, tutti possono accedere allo stesso modo alla costruzione della propria forma mentis e sentirsi istintivamente appagati intellettualmente, senza in realtà una reale partecipazione, ma solo un piacevole appagamento intellettuale nel trovare del tutto consono al capire e convenientemente interpretare, o stimolati a controbattere quello che si adatta così bene al proprio modo di pensare. Perché ciò? (Oltre che come contenuto e contenitore di pubblicità) Quello che succede in tale modo è che la comunicazione anche nei diversi sistemi tecnologici ha un significato sempre più ristretto, perché sempre più superficiale, in tal modo non solo si può far intendere, come fanno i neoliberisti che ciò che propongono e la sola cosa possibile e la migliore da fare in quel momento, ma si determina in tal modo un’omologazione della comunicazione che rende il significato della comunicazione sempre più interpretabile superficialmente e non distinguibile, in tal modo il controllo sul consenso senza consenso, una forma mentis perfettamente adattata, delega e si distingue in base a spostamenti umorali e identificativi del processo individualistico sociale. Se negli Stati Uniti tale situazione è parossistica, in Italia sembra che nessuno ne “sappia niente”, o forse si è già perfettamente adattati, o come spesso avviene si ragiona in termini passati, e si ragionerà in termini attuali per affrontare situazioni in altro presente che hanno bisogno di altri ragionamenti. Del resto il neoliberismo è una situazione già fin troppo satura a livello globale e da Berlusconi ho avuto l’impressione che fin dall’inizio volesse far parte di questo club ristretto, magari saltando a piè pari l’Europa e portandosela dietro insieme a Bler, per far contento il presidente del club. Non so se volesse anticipare i tempi dell’Europa, mi auguro per l’Europa di no. Insieme a lui c’è AN che in questo costrutto è tutto un dire, giacché non poteva trovare collocazione peggiore per affrancarsi dal suo passato, il gran casino che si è visto all’inizio della legislatura ha lasciato trasparire un’incapacità a capire i sistemi di comunicazione del neoliberismo, con quei tentativi maldestri di far parlare i parlamentari di forza italia, con la sua voce-idee, e il contrario, o quei tentativi maldestri di rimettere in piedi quelle logiche di spiritualismo o decisionismo passatista che è stato inglobato rapidamente dalle logiche del potere neoliberiste, l’istinto a sentirsi forte è duro da controllare e le logiche neo liberiste rallentano tale processo di maturazione, se poi c’è un tale processo. Alla signora Alessandra Mussolini vorrei dire che quando si trova a sviolinare Berlusconi, fin anche politicamente, ai miei occhi non ci guadagna proprio come donna, Berlusconi “per me” sta ad un uomo di successo, come paperon de paperoni sta a un papero, se poi crede che il potere e i suoi derivati diano la verità, credo che lei abbia motivi sufficienti per riflettere sul fatto che spesso la tolgono, anche a chi dice di esserne il diretto interessato, meglio lasciare la virilità in un luogo intimo, “senza bisogno di impermeabili, di lusso e potere”. Poi c’è Bossi che praticamente è l’espressione concettuale dell’interesse del più forte. Casini non mi ha sorpreso, ma vediamo cosa sarà capace di determinare in un costrutto che cito: Robert W. McChesney – “Il neoliberismo è il paradigma economico-politico che definisce il nostro tempo: indica l’insieme delle politiche e dei processi che consentono a un gruppo relativamente ristretto di interessi privati di controllare il più possibile la vita sociale allo scopo di massimizzare i profitti.” Dall’altra parte il problema della sinistra che in un processo di comunicazione basato sulla superficialità esprime in pieno il suo basso livello intellettuale, concordo che accattivarsi un livello di comunicazione con una forma mentis che si è adeguata all’effetto” è difficile e in questo la maggioranza è superiore, non è da tutti dire cose idiote e farle sembrare intelligenti, ma credo che sia due volte più stupido, voler dire cose intelligenti come se fossero stupidaggini. Che dire, negli ultimi vent’anni c’è stata l’esaltazione dell’imbecillità, non l’esaltazione del più debole, ma quella di dare merito al più cretino, magari popolare, facendo terreno bruciato all’individuo e al suo personale talento, siete stati così ben uniti con il sistema televisivo di Berlusconi che sembra che su di voi abbia avuto i migliori effetti, lo dimostra il fatto che questa frase, può andare a vantaggio di quello che così, sembra il più forte; quello a cui faccio maggiormente riferimento è al mondo della cultura, dove avete premiato il qualunquismo televisivo che vi ha visto individui partecipanti (non parlo di rai tre), con un’ignoranza che per il solo fatto di esprimersi toglieva argomento a chiunque non lo fosse ma fosse individuo. Meglio di questo strato culturale nessuno si è adattato alla superficialità”, chissà se poi riciclarsi con il cambiamento, in un modo o nell’altro, a vostro merito va solo detto che ora è peggio. E in che modo vi opponete a tutto ciò, ancora, al deserto dei contenuti culturali in cui siamo, dicendo, e ripetendo all’infinito “che la scuola lo deve insegnare” e, sono quelle stesse rape che hanno rotto le palle per tanto tempo a dirlo, come dire che se uno non è in grado di scegliere un libro da solo, se gli viene consigliato e indicato è più intelligente di uno che non ha bisogno di ciò, in tal modo con questo slogan pensate di dare alla forma mentis la libertà. E in questo sono più bravi di voi al governo dove si dice. Qualsiasi libro comprate se aumenta il profitto economico è un bel libro, tanto così si vendono solo questi e così con la politica del consenso senza consenso si dice pure quali si devono leggere. E per opporvi a tutto ciò non vi rimane che lamentarvi che la gente va al cinema a vedere solo i film che guadagnano di più, e sembra intendiate che quelli che non incassano o meglio non entrano nella hit è solo perché sono brutti e pensate che dramma s’è vero. Ho l’impressione che l’unico che abbia capito la comunicazione in questo sistema sia Bertinotti, se vuoi portare a comunicare con te chi non vuole devi alzare il livello dei contenuti non degli slogan, non perdendo mai di vista l’alterità. (in una clausola neoliberista, ciò può servire a creare un nuovo gruppo e portare la comunicazione nei suoi spazi. Ciò è un analisi non una speranza) Ora Berlusconi vuole il referendum di rifondazione e verdi perché immagina che così può avere partita vinta su qualsiasi clausola l’articolo 18, immaginando una vittoria senza compromessi da utilizzare a livello mediatico, a parte il fatto che corre più rischi di quanto immagina anche con i sondaggi che va facendo, anche trasformando, così, un eventuale accordo pre referendum in una sua personale vittoria, ma badi che non è in ballo la questione se licenziare o no, ma quella che vuole nascondere di come poter economicamente mantenere gli occupati, senza dare ad intendere che si vuole aumentare i profitti di chi non vuole nuovi occupati: la concorrenza del neoliberismo e l’impoverimento “controllato” del più debole (non sto parlando della fiat, forse della G.M o di altri neoliberisti italiani, bo!). Sinceramente io credo che sto sopravalutando Berlusconi, ch’è solo uno che gli è andata bene con il gioco delle tre carte e che adesso si strafoga di potere e lo asseconda come può. Non so come sono finito a parlare di tutto questo nulla, ma scrivendo è venuto da se e questa è la cosa che m’interessa essere libero di fare, tornando ad Ende e il suo libro “La storia infinita”, nel 1986, quando lo lessi esprimeva realmente i problemi del nulla della comunicazione che stava avanzando, di un sistema come quello contemporaneo che ha perso la creatività della soluzione dei problemi, della diversificazione dell’individuo, rendendo palesi i problemi del neoliberismo o dei poteri integralisti, del valore del comunicare che perde la soluzione, per l’unica possibile, sempre a epilogo degenerativo.
Gli Usa bloccano l'accordo sui medicinali a basso prezzo
Danneggerebbe
eccessivamente le aziende farmaceutiche americane
22 dicembre 2002
Gli Stati Uniti hanno bloccato un accordo internazionale in via di definizione presso l'Organizzazione mondiale del commercio che avrebbe permesso alla nazioni povere di produrre a basso prezzo medicinali contro l'Aids e altre malattie epidemiche come la malaria e la tubercolosi. Lo scrive nel sito on line la Bbc.
Questo significa che milioni di persone, soprattutto in Africa, non avranno accesso a farmaci che potrebbero salvare loro la vita.
Le trattative verranno riprese a febbraio, ma secondo l'organizzazione umanitaria Medicins Sans Frontiéres, ci sono poche possibilità che abbiano successo. L'accordo avrebbe dovuto permettere alle nazioni povere di produrre «copie» delle molecole attive dei medicinali, senza pagare diritti alle aziende Usa proprietarie.
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.cultura
Sent: Monday, December 23, 2002 10:42 AM
Subject: Gli Usa bloccano l'accordo sui medicinali a basso prezzo
Oggetto: Gli Usa bloccano l'accordo sui medicinali a basso prezzo
Data: 23-12-2002 alle 10:43
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.discussioni.giustizia
Sent: Monday, December 23, 2002 10:51 AM
Subject: Gli Usa bloccano l'accordo sui medicinali a basso prezzo
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.economia
Sent: Monday, December 23, 2002 10:52 AM
Subject: Gli Usa bloccano l'accordo sui medicinali a basso prezzo
23/12/2002 10:46 La Stampa Forum
Global/ No-global
Gli Usa bloccano l'accordo sui medicinali a basso
Epidemie mondiali e diritto alle cure mediche
Uno dei problemi di sempre è il diritto all’identità, è un diritto che investe tutta la sfera dell’essere umano e la libertà reciproca tra gli individui. Se tale diritto viene infranto dalla mancanza della condivisione per mezzo di regole economiche, è ovvio che tali regole tolgono libertà all’identità umana che ha possibilità di esprimersi ben al di là della sola logica economica. Il potere diventa impotenza dinanzi alla realtà e la realtà esprime in questa situazione il peggio di sé, il potere distrugge la realtà e tutto quello che con essa è in più stretto legame; ciò che lo alimenta è soltanto la distruzione della realtà. Spesso assistiamo a più forme di potere, che anche si contrappongono, e che tendono a stabilire la supremazia dell’uno sull’altro, in definitiva le proprie negazioni della realtà. Sovente questi poteri tendono solo a sovrastare la negazione dell’altro e, ancor più spesso si oppongono agli sviluppi che nella conoscenza” generano la ricerca sapienzale dell’identità” e che esprimono la libertà affrancandosi dal potere per essere più vicini alla realtà. Il potere diventa sempre più nefasto quando esprime il terrore che lo governa di perdere se stesso, la sua espressione parossistica della paura lo porta in uno stato di alterazione della realtà in cui non vede niente altro che uno sviluppo di morte e distruzione per la sua affermazione, dove la realtà non può che soggiacere alle sua regola primaria di morte che il potere esalta negando alla realtà la libertà dell’identità della vita, che non ha in sé nessun potere se non quello di esistere. Il potere in ultimo stato non può che distruggere quello che esiste e che così attinente alla realtà non ha potere, ma esiste ed è più vicino alla verità. Gli Stati Uniti stanno impazzendo e con il suo potere si mette sempre più fuori dal tempo della realtà che viene distrutta insieme al mondo, governato dalla follia del potere. Che l’identità degli stati più poveri sia così infranta da regole che determinano un diritto d’autore, più alto della realizzazione dell’opera in ambito di un economia diversa da quella dell’autore e, per questo è impedita la divulgazione dell’opera, è qualcosa che nessun vero autore vuole, che ambisce alla libera espressione di se stesso nella libertà dell’identità della realtà, che cerca di non far soggiacere al potere.
Rai.net forum “primo piano”
Oggetto: La dittatura, il mare moto e il conflitto d’interessi della
famiglia Guzzanti
Data: 31-12-2002 alle 10:05
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.media.tv
Sent: Tuesday, December 31, 2002 10:07 AM
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.cultura
Sent: Tuesday, December 31, 2002 10:08 AM
La dittatura, il mare moto e il conflitto d’interessi della famiglia Guzzanti
Ieri al telegiornale del tg2, quello delle ore 13 è stata data la notizia che il dio vulcano per mezzo dello Stromboli aveva provocato un’onda marina di un metro, (ma gli esperti dicono che il fenomeno non si ripeterà) ho immaginato perché non dicono che magari io faccio il bagno anche con onde più grandi. Poi la sera, mentre l’altro dio pronunciava il discorso, cioè colui che sa come servire il potere a fini personali, tanto che ha dato ha tutti la possibilità democratica di essere servito come tramite per il potere e rendere anche i più biechi” meritevoli – ascolto che qualcuno di rai tre ha avuto una sospensiva lavorativa, perché è andato in onda un frammento dello spettacolo di Sabrina Guzzanti, dove dicono, “lei” abbia detto qualcosa di inesatto su Tremonti – pluri miliardario: ministro economista, fiscalista italiano, dimostrazione palese che tutti possano fare i soldi. E chi non li fa non ci si può fare niente. Mi ricordo di essermi divertito vedendo quello spettacolo, non mi ricordo proprio quello che Sabrina Guzzanti a detto su Tremonti, sarà che sono così tante le cacchiate che dice Tremonti, che proprio non ricordo quelle che ha citato Sabrina Guzzanti, ma bisogna rispettare chi c’ha i soldi sennò che servi si è e come si pensa di farli. Questa notizia è proseguita, affermando che il provvedimento non è una censura, ma non erano stati acquisiti i diritti dello spettacolo: questa è una cosa scandalosa, in pieno liberismo, qualcuno non si fa pagare i diritti e rischia di sovvertire l’ordine democratico e, il copyright di Tremonti chi lo paga: Bush che dice. è più importante chi si pappa tutto con il copyright, anche se dice una cazzata pazzesca e c’è qualcuno che ci crede, o il diritto d’autore? Vergognati Scafroglia, per questo non ti si trovava, così non puoi essere accusato del conflitto d’interessi e posizione predominante in ambito del servizio radiotelevisivo pubblico e hai lasciato al tuo, forse, sosia, il fratello di Sabrina di rappresentarti, ora sappiamo perché lo hai fatto: per non pagare i diritti alla sorella, e ti sei portato pure il prete: scafroglia tu sei un pubblicitario della concorrenza. Durante questo tg3 sento che un certo Giuffrè – forse – è rimasto su un’isola attorno alla Stromboli, gli altri sono tutti scappati e, dice che il mare è andato avanti e indietro per settanta ottanta metri per un bel pezzo, forse 20 minuti. Intanto l’illuminato continua il suo discorso. Vedo il telegiornale di euronews e dicono che c’è stata un onda di venti metri. Poi passo al tg1 della sera e dopo l’apparizione dell’illuminato, dicono che l’onda è stata di dieci metri, e, sempre quello della protezione civile, mentre oramai il discorso dell’illuminato è al termine dice che non sa se franerà un altro pezzo di vulcano in mare. Del caso scafroglia, mi pare nessuna notizia.
P.S.
Quanto scritto sopra è di mio interesse personale, se altri vi trovano qualcosa che li riguarda è di loro interesse personale.
Dico scusa ai buddisti, per il termine illuminato usato in questo discorso – e aggiungo non vorrei che qualcuno paradossalmente pensasse che quanto sopra sia a favore dei telegiornali di mediaset, di cui non posso parlare non avendone io notizia da molto tempo.
----- Original Message -----
From: patrizio.marozzi@libero.it
To: mike
Sent: Saturday, December 07, 2002 5:38 PM
Subject: R:
Gentile michele pardini, la riflessione ed anche problematica sull'identità e sulle strutture di essa nello spazio tempo - e dello spazio tempo come rivoluzione dell'oggetto non più rappresentato, ma rappresentazione dell'esserci umano come espressione spirituale o transeunte concettuale trova nella ricerca del linguaggio" il dialogo, l'elaborazione della forma mentis che sperimenta e trova e cerca, il significato dell'esperienza individuale, come individuazione profonda della propria partecipazione umana all'espansione delle possibilità inspiegabili della ragione. Se la velocità è espressione e percezione relativa al tempo dell'individuo, lo spazio altresì è riferimento relativo, ma finito della forma del tempo - che in quanto individuale agisce sulla presenza della comunicazione vera della capacità di analisi dell'esperienza della persona che comunica. "La sua collocazione nello spazio non trova una definizione istantanea, ma solo comunicativa della sua capacità deduttiva". La relatività dello spazio dà alla forma una sua relativa percezione, perché soggetta al peso della storia come interpretazione comunicativa di un modificarsi che in realtà è da venire, ma che la storia ferma cercando di superarlo, in una strutturazione probabilistica, che tende alla riproducibilità dello spazio, al di là del suo significato relativo individuale. La visione di un tempo finito che spiega il tempo relativo, non può essere soggetto del caso ipotetico - eppure non può essere altrimenti nella sua infinità, possibilità di collocazione. La finitezza non è rappresentabile se non nella rappresentazione di una mutabilità - non finità - di un'analisi umana finita, che così trova la collocazione e percezione reale del suo umano nella verità comprensibile e incomprensibile, che nella sua percezione unisona danno il pieno significato e rappresentatività immediata sia all'istante spazio tempo personale che all'esplicazione infinita del detto finito di infinità. Il rappresentabile è soltanto la verità, la rappresentazione del rappresentabile non è detto che sia una metafora, la menzogna credo non lo sia mai. Gentile Michele Pardini io mi occupo da molto tempo della ricerca dell'identità nel significato artistico e, la cosa non è scindibile dalla mia esperienza di persona e, il significato oggettivo del lavoro artistico che faccio abbraccia il processo di opera, anche nella sua molteplicità espressiva sia di ambito che di linguaggio. Non so da cosa tu parta per il significato definitivo di collaborazione - per me questa tua proposta e questa mia risposta "potrebbe" già essere espressione di una collaborazione di fatto, che nella ricerca della comunicazione si è determinata del tutto spontaneamente e posso già dirti che può, vedersi scritta in un libro di "Patrizio Marozzi".
Nel caso tu ritenessi, di darmi maggiori informazioni sul significato delle tue intenzioni, ti Mando i miei più sinceri Saluti
Patrizio Marozzi
----- Original Message -----
From: mike
To: patrizio.marozzi@libero.it
Sent: Saturday, December 07, 2002 1:17 PM
ciao mi chiamo michele pardini ... sono un giovane scultore di pietrasanta ho letto il tuo manifesto intitolato "arte sgarbata" bello e profondo devo dire ... quindi pensavo ad una collaborazione ... vedi io sono un degli ultimi scultori italiani che affrontano le problematiche del futurismo e del minimlismo ma in chiave dei giorni nostri ... amo scrivere manifesti realisti .... e visto che sei molto capce nello scrivere cosa ne pensi di una propostadel tipo ... collaboriamo insieme ... scriviamo concetti x espressioni plastiche .... ilmio dillemma primncipale è lo studio sull'unione del "corpo velocità spazio tempo" cosa ne pensi di questo ... spero che rispondi nel più breve tempo possibile
11 Dicembre 2002
Patrizio Marozzi
Via IV novembre, 19
63037 Porto D’Ascoli A.P
tel e fax 0735 753745
Adelphi Edizioni
Dir. Roberto Calasso
Via San Giovanni sul Muro, 14
20121 Milano
Egregio Signor Calasso, le invio nuovamente il mio lavoro “un romanzo qualsiasi”, che purtroppo ho saputo – dopo nove mesi – non esservi mai giunto - Aggiungo per vostra cortesia anche il libro: “Nessuno” e due opere letterarie a fumetti. Come le dissi nella lettera che non ha potuto leggere, inviatale con un romanzo qualsiasi - le porgo in lettura il mio ennesimo capolavoro. Anche in queste opere troverà riferimenti e collegamenti che la portano sin al mio primo libro: “letteratura sperimentale”, ma come sempre” se il mio progetto dell’opera è ampio e globale le sue sfaccettature sono pur sempre autonome e identificabili nella lettura della singolarità di ogni libro, che diventa “immenso” nel progetto globale. Le indico con un numero sulle opere che le invio la sequenza temporale in cui sono state realizzate – e le dico che successive a queste sono già ultimati altri due libri: “Lo Stato del libro” e “Il caso Build as” – dove la definizione canonica di letteratura divergente viene ampiamente superata sia dalla costruzione “tecno-formale che per l’espressione del progetto concettuale di identità che è d’unione di tra le mie opere, anche, sovente, nei rimandi scritturali. Concludo prima di salutarla, con una breve riflessione; telefonando alla casa editrice e parlando con la persona addetta all’informazione dei manoscritti, ho saputo che avete ancora in memoria nel computer i miei libri: “I racconti tra realtà e leggenda di mister X” – “diario di un sopravvissuto anonimo” e “anonimo al di là del dubbio” ciò per rammentarle che “nell’imminente esplosione” della “moda del mobbing” in queste opere ho inserito tale concetto e i suoi riferimenti, in un ambito creativo tutt’altro che di “moda o costume”, e troverà riferimento “profondo, a ciò, anche nelle opere che qui le presento. Concludo dopo la conclusione comunicandole che la mia opera si sta per arricchire di un altro lavoro: “Frammenti di un giorno” e ho già avviato” altri due libri: “Best Seller erotico in romanzo rosa” e il “Candido Poetastro” – in fondo non ho mai smesso di ricercare e lavorare, sin dal tempo di realizzazione del Faust 10 –11 anni circa e la definitiva realizzazione degli altri tre capitoli che con il Faust, compongono il libro dal titolo – “letteratura sperimentale”, in cui ribadisco c’è già tutto…ed anche quello che devo ancora realizzare.
Un cordialissimo saluto, e dato il periodo anche auguri di Buon Natale a lei e a ai suoi collaboratori.
Patrizio Marozzi
In realtà il primissimo libro che Patrizio Marozzi ha scritto è stato: “Occidente Specchio in frantumi – un libro di poesia dove nell’introduzione vi si legge – “Poche parole; questa non vuole essere un’introduzione vera e propria, ma la spiegazione di alcune parole che incontrerete nella lettura . A voi che leggerete vi succederà di riscontrare, delle parole che possono apparire scritte in modo ortograficamente errato, questo perché sono state scritte come vengono enunciate in dialetto.
Ciò vuole essere un modo d’introduzione del dialetto nella sua forma meno eclatante: là dove inizia la sua formazione.
Ho ricevuto le scuse dell’addetta ai manoscritti – nuova – che per sua insicurezza mi aveva negato che fosse arrivato il mio nuovo pacco – che ho spedito utilizzando un altro corriere – tramite il quale ho saputo il nome di chi lo aveva ricevuto: la segretaria personale di Roberto Calasso, che lo aveva lasciato sulla scrivania del direttore editoriale al momento assente. L’insicurezza dell’addetta che a mia insaputa aveva ritenuto di non informarsi, capendo io ciò dicendomi immotivatamente che all’Adelphi non mi conosceva nessuno, dava una realtà alquanto maldestra e inconsueta per me della realtà di conoscenza letteraria, che non poggia” sulla lettura delle opera, comunque ritengo che tale episodio, che con me non ha avuto mai un precedente, sia dovuto al carattere e all’insicurezza dell’addetta. E dire che sono più di dieci anni che ho rapporti con l’Adelphi.
Pasolini
Autore: Patrizio
Marozzi
Data: 23-10-02
22:58
L'ho letto, diciamo un po' di tempo fa e ho delle sensazioni e dei flash che mi tornano in mente. Ricordo, non so più chi, che disse che non è un gran romanzo... e del resto in che modo dare voce a chi non sa che c'è una lingua - letteraria - che non si cura molto della loro voce, della voce di quei ragazzi di vita. In proposito mi viene in mente di pensare se Pasolini avrebbe, oggi, trovato un' espressività ancor più asciutta per certi altri ragazzi di vita - quelli che non hanno quella sorta di stupita immacolatezza che quasi dava un senso di redenzione a quei ragazzi di vita. Come avrebbe raccontato le vite delle prime prostitute albanesi, che sono state ignorate per quasi tutto il tempo; che voce avrebbe dato a quelle ragazze che fuggivano dalla guerra dei Balcani e "aiutate" a prostituirsi sulla stessa strada: poco distante una dall'altra. in corpo a corpo che salvava la vita, ma che sconvolgeva la loro mente e anima, così lontane e così vicine dai corpo a corpo delle loro guerre lontane. Mi stona dirlo pensando a Pasolini e all'arte e a me stesso, vedere che si parla della prostituzione come fenomeno per rilanciare i prezzi del mercato immobiliare, più che ridare dignità di scelta a chi vorrebbe averla, forse Pasolini avrebbe fatto una distinzione, tra queste prostitute e la "puttanità" di certo sistema; credo che avrebbe cercato l'arditezza dell'arte per narrarne una distinzione tutt'altro che affabile. Chissà! comunque rileggerò questo libro.
[Prostituzione, il Consiglio dei ministri rinvia il decreto
24 ottobre 2002
ROMA. Il Consiglio dei ministri non ha approvato nella riunione di oggi il disegno di legge sulla prostituzione. La discussione è stata rimandata a una delle prossime riunioni del Consiglio dei ministri. Rocco Buttiglione ha spiegato che oggi il Governo ha cominciato l'esame del provvedimento.
«Non c'è nessuna rottura, il progetto che è stato presentato ha sostanzialmente il consenso di tutti». Carlo Giovanardi smentisce così eventuali dissapori all'interno della maggioranza riguardo il disegno di legge sulla prostituzione. «Va, però, - ha aggiunto il ministro per i Rapporti con il Parlamento uscendo dal Consiglio dei ministri - approfondito perchè la materia è delicata e licenziarla così non va bene, ha degli aspetti da limare».
Diventa reato
prostituirsi in strada
21 dicembre 2002
ROMA. Niente più prostitute sui marciapiedi delle città italiane. Pena una multa salata sia per le «lucciole» sia per i clienti. È quanto ha deciso il Consiglio dei ministri di ieri pomeriggio, nel corso del quale è stato approvato un disegno di legge a firma del vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini, del ministro per le Riforme, Umberto Bossi e del Ministro per le Pari opportunità, Stefania Prestigiacomo […]
Viene dunque introdotto nell'ordinamento il divieto di esercitare la prostituzione in luogo pubblico o aperto al pubblico (sanzionato in via pecuniaria e, in caso di reiterazione, con arresto fino a tre mesi e ammenda fino a mille euro) e si prevedono misure sanzionatorie anche nei confronti dei clienti. Contestualmente al divieto di esercitare il mestiere più antico del mondo sul marciapiede, cessa di essere reato di favoreggiamento la locazione a prezzi di mercato di appartamenti nei quali si eserciti la prostituzione.]
La Stampa Forum.it 22/12/2002 17:45
Prostituzione solo un problema d’informazione
Patrizio Marozzi
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.cultura
Sent: Sunday, December 22, 2002 5:55 PM
Subject: Prostituzione solo un problema d'informazione neoliberista? O di pubblicità. Ma!?
Prostituzione solo un problema d’informazione neoliberista? O di pubblicità. Ma!?
Da un po’ di tempo in Italia è diventato importante non vedere e non sapere per risolvere i problemi. O meglio credere che quel chi si vuole sapere sia la verità, ed anche la prostituzione fa parte di questo progetto. In cosa consiste in fondo la soluzione del problema, solo nella modificazione del processo della comunicazione: basterebbe dire se io non vedo le prostitute so che non esistono; se ciò mi è comprensibile, magari per chi sotto casa deve ascoltare il rumore delle macchine, lo sbattere degli sportelli e, per questo non può dormire la notte, è qualcosa del tutto irrilevante per chi può dormire la notte. Giacché la prostituzione è ravvisabile in altri aspetti che non sono solo quelli dello schiamazzo. E allora con questa legge la cosa che maggiormente viene alterata è la comunicazione tra gli individui e la libertà d’espressione. La stessa prostituta sarà oggetto di un processo di intermediazione per poter comunicare con il cliente, che la farà soggiacere a regole controllabili da “chiunque”. È proibito l’adescamento?! che significa che quell’approccio diretto con la prostituta, che ferma sul bordo della strada ti dice chiaramente le sue intenzioni a cui tu corrispondi le tue, deve avvenire in altro modo – è vero che anche in questo rapporto c’è uno scambio della comunicazione che investe i ruoli di potere, ma di certo non sono ridotti con l’affermazione di un potere che amplifica i processi d’intermediazione falsificando ancor di più il reale significato delle intenzione dei ruoli di potere – non dibatto sul fatto che il prostituirsi è un fattore che va ben al di là della sola prostituzione sessuale, ma sul fatto che la prostituzione di altro genere trovando forza nell’indebolimento della comunicazione diretta che avviene sulla strada, trova maggiore legittimità nella comunicazione surrettizia o mediata, accettata convenzionalmente per lo scambio non solo sessuale, ma del potere che tramite l’alterazione delle nostre possibilità comunicative della comunicazione diretta, indebolisce il significato dell’analisi” di chi dalla comunicazione per mezzo del potere vuole evolversi. Certo questa legge è vincente per chi non vuole nessuna consapevolezza dei propri mezzi comunicativi, ma solo dormire la notte e avere un po’ di potere di giorno. O per chi troverà più comodo “non farlo in macchina”, “spendendo pressappoco la stessa cifra”. Già ma come riuscirà ad entrare in casa della prostituta; perché non ho capito se la tentazione dell’adescamento, risieda più nel vedere la prostituta che ti sorride per strada o nell’annuncio che si troverà sulle varie rubriche, quale dei due ha maggiore turbativa d’asta, perché il problema sarà la decodifica del prezzo, in base alla scelta valutabile. E allora non ho ben capito se tutto rientrerà nel linguaggio cifrato accettabile socialmente, e convenzionalmente perpetrato da chiunque. E allora basterà scrivere un annuncio: ho voglia di fare all’amore telefonatemi – e dare a questa frase la connotazione di adescamento – qualora - poi vi sia dietro qualcuno che vuole dei soldi in cambio, per fare all’amore. E allora l’ipocrisia sarà ancora più grande, perché non si potranno più usare neanche le parole che per un individuo hanno un suo significato e, così ci si potrà difendere dal pensare, mettere i muri i ruoli che ci dicono quale sia la verità che vogliamo ci sia comunicata, come gli struzzi, con la testa sotto la sabbia, il problema così non sarà nostro ma di chi vuole “comunicare”, magari finiremo per dirgli anche, “che non capiamo quello che vuole, di spiegarsi meglio dato che io “non vedo non sento e non parlo”, pur di non togliere la testa dalla sabbia gli chiediamo di infilarla nella sabbia anche a lui, questa è solo un’informazione senza efficacia e ha il potere di non prendere in considerazione la conoscenza, esaltando gli “stupidi” e il nonsenso della comunicazione, il potere dell’informazione neoliberista.
Speriamo che qualcuna si salvi dalla “prostituzione”.
(Introduzione)
lettera al direttore del corriere della sera, Paolo Mieli
Patrizio Marozzi
lunedì 28 ottobre 2002 11.49
Spappolato in viso
Quanto assomigliava l’immagine del corpo ucciso di Pasolini a quello di Mussolini in piazzale Loreto. Come se il degrado di quel giorno, apice di una tragedia assoluta di una nazione ripetesse il suo rituale di morte, la sua sconfitta. Ed è tutta qui l’abiura di Pasolini per il potere, di un sesso perverso e terrorizzato che ha trasformato l’intimità di ognuno in qualcosa, un ordine a cui la coscienza dovesse chinare il capo. La sua trasversalità, la sua indipendenza intellettuale ne faceva la persona scomoda a cui tutti cercavano di tirare a se una sua interpretazione. Non è un caso che ancora oggi leggendo quel che ha scritto, non si comprenda il respiro del suo pensiero, ancora incompatibile ai giochi di parte e alle partecipazioni di comodo; una società avvilita e degradata come quella attuale dove può trovare l’intelligenza per capire ciò che dall’intelligenza proviene. Del resto già Pasolini nella sua abiura della trilogia della vita, era già chiaro sulle debolezze della coscienza, non un caso che scrisse - riadatto il mio impegno ad una maggiore leggibilità (Salò?) – La matrice più profonda del suo antifascismo e della cultura di cui vedeva incarnata la società italiana, sia essa di destra di sinistra e di tutto il potere che gli si generava contro, nel suo conformismo idiota, era quella dei gradi dell’esser servi in una forma del potere che trasforma gli individui in sadici e masochistici, in servi e servitore, carnefici e vittime, e poi le vittime in carnefici, nel degrado più grande di una persa umanità che dà al gioco delle masse delle maggioranze senza individui, l’alibi per uccidere, per la morte delle guerre, per creare i redenti della civiltà, esseri irrisi dalla disobbedienza, che ancora oggi si chiama obbedienza – “Tu devi aggiornarti semanticamente sul linguaggio che usi”. – la vera obbedienza sta nella coerenza alla costruzione della consapevolezza della coscienza, sta nella capacità di creare, al di là del potere della morte una coscienza che dia civiltà umana e che non degradi nell’inciviltà della logica della distruzione, questa è la disobbedienza vera di Pasolini, forse la capacità di accettare il confronto con il non detto, senza che ciò distrugga totalmente ciò che del detto costruisce, la capacità di togliere la falsità della zizzania, la capacità di vedere. La nemesi greca le colpe dei padri ricadono sui figli, figli a cui Pasolini tacciava di aver perso nelle loro azioni la causa e l’effetto, quasi intuendo o non intuendo essere i primi a vivere la nemesi di una trasformazione del mondo, già orgiasticamente organizzato in funzione di un potere, lo stesso potere da lui intuito nella società contemporanea, qualunquistica e ottusa. Le generazioni che si sono ammazzate per le strade, quelli che lui avrebbe detto hanno obbedito, senza sapere come disobbedire ad un conformismo uguale a quello a cui dicevano di opporsi – “Ebbene, per tutti questi giovani vale la figura o “modello” del “disobbediente”. Non c’è nessuno di essi che si consideri “obbediente”. In realtà, semanticamente, le parole hanno rovesciato il loro senso scambiandoselo; in quanto consenziente all’ideologia “distruttrice” del nuovo modo di produzione, che si crede “disobbediente” (e come tale si esibisce) è in realtà “obbediente”; mentre chi dissente dalla suddetta ideologia distruttrice – e, in quanto crede nei valori che il nuovo capitalismo vuole distruggere, è “obbediente” – è dunque in realtà “disobbediente”. - Le generazioni a seguire che ho attraversato io, compresa quest’ultima, di cui ho accennato hanno per me continuato, nella loro generalizzazione di massa, il percorso dell’imbecillità qualunquistica in un sistema culturale, anche scolastico che ha obbedito parossisticamente all’ideologia” distruttrice. Quelli come me che quando Pasolini scriveva le cose accennate poco fa, erano alla fine della loro infanzia, hanno percorso il campo minato, attraversato le macerie e sono stati bombardati dalla cultura del profitto e, credo siano pochi quelli sopravvissuti, quelli che ancora non rappresentano un potere, ma la coscienza obbediente, che non vorrà mai un potere, ma la propria coscienza - e devono ancora confrontarsi con le stesse orde di imbecilli anche ventenni, ancora oggi. Per quel che riguarda Pasolini e la posizione della sua coscienza: - “Chi è a favore dell’aborto? Nessuno, evidentemente. Bisognerebbe essere pazzi per essere a favore dell’aborto. Il problema non è di essere a favore o contro l’aborto, ma a favore o contro la sua legalizzazione. Ebbene io mi sono pronunciato contro l’aborto, e a favore della sua legalizzazione. […] Perché io sento con particolare angoscia la colpevolezza dell’aborto? L’ho detto anche questo chiaramente. Perché l’aborto è un problema dell’enorme maggioranza, che considera la sua causa, cioè il coito, in modo così ontologico, da renderlo meccanico, banale, irrilevante per eccesso di naturalezza. In ciò c’è qualcosa che oscuramente mi offende. Mi mette davanti a una realtà terrorizzante (io sono nato in un mondo repressivo, clerico-fascista). Io vedo in questo Pasolini, il disobbediente, colui che obbedisce alla sua coscienza e che cerca nella disobbedienza alla legge l’affrancamento dal potere che obbliga la coscienza all’aborto; la società civile deve confrontarsi con le sue scelte, moralmente ed eticamente affinché la legge non si frapponga tra il significato della vita e l’essere umano, che la coscienza non segua ed assecondi il potere obbedendo alla sua repressione - la coscienza che dà alla legge l’espressione della perdita della sua responsabilità. Accettare l’aborto per legge significa dare obbedienza a chi “disobbedisce”, non dare alternative a se stessi, tanto da rendersi partecipi della tolleranza che umilia i tollerati – per ciò Pasolini si schiera con gli sconfitti, non nella tolleranza, ma in una solidarietà che invita a farsi disobbedienti della legge, che trasformi in questo modo la società civile in una maggiore coscienza del bisogno di responsabilità e solidarietà, che faccia della libertà di coscienza la libera obbedienza, contro la disobbedienza che degrada l’uomo.
“Tutto ciò ha dato al mio discorso sull’aborto una certa “tinta”: “tinta” che proviene da una mia esperienza particolare e diversa della vita, e della vita sessuale.
Come cani rabbiosi, tutti si sono gettati su di me non a causa di quello che dicevo (che naturalmente era del tutto ragionevole) ma a causa di quella “tinta”. Cani rabbiosi, stupidi ciechi. Tanto più rabbiosi, stupidi ciechi, quanto più (era evidente) io chiedevo la loro solidarietà e la loro comprensione . perché non parlo di fascisti. Parlo di “illuminati”, di “progressisti”. Parlo di persone “tolleranti”. Dunque, ecco provato quanto ti dicevo: fin che il “diverso” vive la sua “diversità” in silenzio, chiuso nel ghetto mentale che gli viene assegnato, tutto va bene: e tutti si sentono gratificati della tolleranza che gli concedono. Ma se appena egli dice una parola sulla propria esperienza di “diverso”, oppure, semplicemente, osa pronunciare delle parole “tinte” dal sentimento della sua esperienza di “diverso”, si scatena il linciaggio, come nei più tenebrosi tempi clerico-fascisti. Lo scherno più volgare, il lazzo più goliardico, l’incomprensione più feroce lo gettano nella degradazione e nella vergogna.”
Pasolini 20 Marzo 1975
Della satira e della satira
Vengo a sapere tramite lo scritto qui sotto, che c’è stato un dibattito che ha coinvolto degli intellettuali italiani, già solo questo può sembrare una notizia di satira. Poi vi è la risposta di Paolo Mieli e non so se può essere considerata satira. Forse le lettere al direttore sono una satira, ma di che tipo? Ed è satirico che questa lettera e la risposta del direttore del Corriere della Sera necessiti di autorizzazione, perché voi la possiate leggere qui in cui ne viene fatto un uso satirico – pertanto autorizzato – è satirico questo. E non è tragico satirico che ciò appaia il 2 Novembre anniversario della morte di Pasolini e che per l’uso satirico che ne viene fatto forse non leggerete mai, qui, quello ch’è scritto nella lettera al direttore, che non so se farà comodo ad alcun editore, che se vorrà chiederà l’autorizzazione al direttore che ha i diritti dell’autore della lettera al direttore per il suo editore, che vuole la proprietà intellettuale dell’autore satirico, che qui, la legge: io.
Questa è la versione on line della rubrica di Paolo Mieli.
Attraverso il pulsante scrivi potrete indirizzargli le vostre lettere.
Intellettuali, narcisismo e pubblici dibattiti
Ho seguito sul Corriere il dibattito tra intellettuali non soltanto italiani che si sono schierati in difesa o contro i terroristi ceceni nei giorni successivi alla tragedia consumatasi una settimana fa nel teatro moscovita Dubrovka. Non entro nel merito di tale discussione, anche se, a lume di logica, sono d’accordo con lei quando sostiene che un gesto di terrorismo andrebbe considerato tale indipendentemente dalla vicinanza che abbiamo nei confronti della causa in nome della quale esso è stato compiuto.
Quel che mi ha fortemente colpito è stato il tono assertivo,
perentorio con il quale si sono pronunciati i contendenti dell’una e dell’altra
parte. Ritengo che in occasioni come queste sarebbe più saggio tenere
atteggiamenti più dubbiosi e parchi.
Mario Natilli, Napoli ,
Caro signor Natilli, qualche tempo fa Pietro Citati ha
fatto, su Repubblica , un impietoso elenco degli scrittori italiani intervenuti
in pubblici dibattiti: Carducci, Pascoli e D’Annunzio «scrissero sciocchezze
politiche»; Marinetti, Pirandello, Papini, Soffici, Ungaretti «scrissero sciocchezze»;
lo stesso fecero Malaparte, Piovene, Quasimodo, Moravia «da vecchio»,
Pratolini, Bilenchi, Fortini, Pasolini, Calvino «da giovane», Sciascia
«spesso». «Fino alle ultimissime, torve cinciallegre, che non ho la forza di
nominare» scrisse.
E adesso? Negli Stati Uniti ha avuto un grande successo un libro, «Public
Intellectuals», scritto da un giudice di Corte d’appello titolare di cattedra
all’università di Chicago, Richard Posner, che - come lei - ha messo in stato
d’accusa la figura degli scrittori che intervengono nella politica. Molte delle
tragedie di questo secolo, secondo il giudice Posner, sono nate dalla scelta di
far politica attiva da parte di personaggi che si erano messi in mostra,
appunto, come «intellettuali pubblici». Oggi le cose vanno peggio: «La
predominanza dei media - sostiene Posner - tende a corrompere la figura
dell’intellettuale pubblico seducendone il narcisismo con possibilità di fama
inesistenti in passato e inducendolo a esprimersi su temi sui quali non è detto
che sia preparato». Per quanto riguarda la cultura, prosegue Posner, gli
effetti più devastanti sono visibili proprio nei dibattiti e nelle cosiddette
trasmissioni di cultura, «dove l’ospite riduce il suo sapere a una serie di
battute a effetto e l’esemplificazione prende il posto dell’approfondimento».
Non esiste programma televisivo che non sia costretto a tenere viva con
qualunque mezzo l’attenzione dello spettatore; ne consegue che tutti gli autori
per i quali è necessaria una riflessione scompaiono sul nascere. «Un intellettuale
pubblico influente ai suoi tempi come John Dewey - ha dichiarato Posner ad
Antonio Monda ( Repubblica ) - oggi non avrebbe possibilità di esprimersi a
causa della complessità del suo periodare e dell’ampiezza dei suoi
ragionamenti».
Ma c’è dell’altro. Secondo Regis Debray (che ne ha fatto diretta esperienza
mettendo nei guai, nel 1967, Ernesto Che Guevara) l’intellettuale impegnato è
«un irresponsabile che impartisce lezioni, avendo come metodo di svuotare il
mondo della sua complessità per non vederci altro che materia per indignazione,
scandalo e pose vantaggiose». Nota, in aggiunta, Alain Finkielkraut che questo
tipo di persone occupa «tutti i posti, quello vantaggioso del
"maestro" e quello prestigioso del "maledetto"; vivono come
una sfida eroica all’ordine delle cose la loro adesione piena di sollecitudine
alla norma del giorno... e per darsi arie da emarginati insultano urlando i
loro avversari: in breve, coniugano senza vergogna l’euforia del potere con
l’ebbrezza della sovversione».
Lo studioso americano Paul Hollander sostiene che tutti loro «hanno in comune un’irresistibile attrazione per un metodo teorico oscuro e l’utilizzo di un gergo arcano... preferiscono esoterici giri di parole e opache astrazioni alla concretezza e alla specificità». Perché? Perché sono affetti, risponde Hollander, «dall’elitarismo provinciale di numerosi accademici che scrivono principalmente per la propria cerchia e il cui inaccessibile linguaggio rappresenta il loro status di avanguardia intellettuale». In particolare, poi, «il malcontento che anima numerosi critici della società americana e occidentale e che è divenuto la fonte principale del loro senso di identità e di autostima, è oscuro e senza forma; le sue origini possono non essere chiare anche per coloro che ne sono consumati». Come vede, caro signor Natilli, quel che lei denuncia viene da lontano. Molto lontano.
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.discussioni.giustizia
Sent: Monday, November 04, 2002 12:05 PM
Subject: del saper leggere e dello scrivere
Gentili voi tutti del forum, mi scuso se vi invito a leggere quanto segue. E' un testo censurato sulla repubblica Forum: "Il social Forum Di Firenze" inviato verso le 11:35 circa di oggi. Non è la prima volta che mi "merito la censura" del forum di Repubblica.it, e non so quale sia questa volta il motivo, in effetti neanche le altre volte vi era..., e questa volta sinceramente neanche lo chiedo al direttore della repubblica web.
Cordialisaluti
Patrizio Marozzi.
Quanto costa la "topa"? o con un gruppo o senza la topa. O di qua o di là
Persone immature. L’altra sera.. ho visto un montacarichi su un muro e questo per il critico” era la rappresentazione del mondo. E ci gira un mare di soldi attorno a ‘sti ignoranza, fanno finta di non sapere per poter dire cosa è vero e cosa è falso. Del resto l’ambizione dello sfruttato è quella di diventare lo sfruttatore, quindi le regole dello sfruttatore rappresentano l’ostacolo a ciò. E come si fa a cambiare le regole? “bo!” basta avere il potere e dire qual è la verità. E allora, tutti vogliono mangiare e se le regole dello sfruttatore lo fanno mangiare, basta solo comandare e allora prima o poi toccherà pure a me comandare e magnare ed essere maturo. “Ma che volete per trenta righe”. Poi ci stanno i poveri e a che cazzo servono, a chi servono; la storia ci ha messo anni e anni per arrivare a questo punto – sempre ne ha dovuto tenere conto, creare le differenze per far capire perché si era poveri e ricchi, re e principi, politica e potere, rivoluzione industriale… e mo finalmente: per eliminare la povertà basta eliminare i poveri, i poveri non servono più, trenta quaranta milioni di persone ogni anno.. e quanti ce ne stanno da tutte le parti pronti a fa la stessa fine co ogni governo. E allora chi ci insegna le cose? Certo la povertà non è detto che sia un valore, tutti li poveri che s’ammazzano per diventare ricchi, non la stanno mica a sentì la povertà e perché la devono sta’ a sentì i ricchi. Ognuno c’ha la sua dignità, e allora se ognuno c’ha la sua dignità il povero ci dice, basta guardarlo vive, senza accanivvese contro: per eliminare la povertà basta eliminare i poveri, tu c’hai la colpa e devi da pagà. Così t’empari n’antra vota!? Pè quei quattro cojoni che c’hanno bisogno del critico pè capì che stanno a Firenze. sfruttatori
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.discussioni.giustizia
Sent: Wednesday, November 06, 2002 5:30 PM
Gentili del forum it.discussioni.giustizia -"non
riesco a pubblicare i miei post nel Forum di Repubblica.it" pure questo
censurato, poco fa, pare di sì. solo per questo vi invito a leggerlo, grazie.
Il qualunquismo di chi cià la topa [(non ho comprato il corriere della sera)]
Che siano tutti uguali e che si vestano quasi con lo stampino, può esser vero,
che alcuni sembrano di un altro mondo pure. Ma io vorrei sapere dove sta la
differenza in quelli che non fanno altro che istigare alla violenza con la
parvenza di una preoccupazione interessata e motivata, di quelli che dicono che
si faranno i conti se succederà qualcosa. Ma chi è la Fallaci, non è mica
Pasolini, e tutti gli altri che. che fanno il calcolo delle provabilità per
azzeccarci, je dovesse dispiacé se poi non succede niente, Je dovesse dispiacé
se quelli non s'encazzano pé fa botte con la Polizia e, che fa dopo la Fallaci,
me recita Valle Giulia, non ce provasse. Firenze "istituzionalmente"
ha garantito la democrazia, perché cià una città alle spalle che deve
rappresentare il patrimonio artistico umanamente e universalmente riconosciuto
da tutti, ciò significa che un'opera di Michelangelo non la si preserva solo
nel marmo "e le bombe della mafia non l'hanno scalfita". Tutti questi
uccellacci che non son quelli di Van Gogh sperano che piova paura e i cittadini
pecoroni quando c'hanno paura vanno con chi cià la pistola. Le adunate di massa
sono sempre una gran rottura de cojoni, ma se so variegate è meglio e più lo
sono e meglio è. Quindi è dovere di tutti specialmente chi ha più voce in
capitolo fare in modo che tutte le componenti civili della società italiana
collaborino tra loro affinché su tutto abbia priorità il dialogo e la libera
rappresentazione dei diritti di ognuno, senza che gli eventuli abusi degli uni
o le paure degli altri, abbiano il sopravvento, sull'assunzione di
responsabilità di chi è impegnato "direttamente" per fare avvenire
ciò.
Forum La Stampa Web 8/11/2002 ore 13:05
Social Forum
Coca Cola senza caffeina
Ho sentito or ora il telegiornale del tg3 e sembra che il fantasma della Fallaci sia sul social forum, non capisco perché scortato dai carabinieri, con questi timori, non ci andasse, che cavolo non si può passeggiare per Firenze. Vediamo se tutto ciò è leggenda o legenda del giorno, sarà, credo, comunque che sia una simpatica signora la Fallaci. Poi ho anche sentito che qualcuno è andato a protestare con la ditta “Carteppiller perché le sue macchine sono servite a distruggere gli ulivi palestinesi, comunque per “mia conoscenza” servono quasi sempre per costruire, indipendente da chi vuole abusarne e allora mi è andato l’occhio su una scritta che diceva no alla coca cola – ora credo che non si debba andare per forza in televisione per esprimere il proprio pensiero e faccio i miei auguri a chi a protestato con la carteppillier (si scriverà poi così). Ma pensando alla coca cola per quel che ne so, in definitiva produce, come casa madre, solo il condensato, per il resto ogni nazione ne produce tramite esso il prodotto da immettere sul mercato. La politica della coca cola è per quel che mi risulta improntata sul fatto che il suo prodotto sia bevuto da maggior gente possibile e, pertanto ogni mercato nazionale deve tenere i prezzi accessibili al luogo di produzione. Certo la tecnologia per produrre la coca cola permette di fare ciò. Se sul piano culturale si possono evidenziare sia l’aspetto democratico di ciò, dall’altro anche quello di una omologazione della cultura che toglie alle altre bevande fette di mercato (con il controllo dell’acqua chissà se non finirà per costare meno di una bottiglia d’acqua corrente – credo di no - ) pensate al vino o altre bevande che in definitiva hanno un aspetto culturale diverso. Poi c’è il fatto che il “concentrato” assomiglia al modo di somministrare le sementi transgeniche. Ma dato il tempo storico della coca cola non mi sembra il caso di associarla a ciò e allora le contraddizione della coca cola, sono forse le contraddizione del mondo contemporaneo; di una produzione che permetta la vita al sistema culturale, morale, che abbia una tecnologia accessibile a chiunque e che chiunque possa esprimere una tecnologia alternativa, innanzi tutto sul piano culturale. Io è un pezzo che sono vegetariano, e non sono mai stato un consumatore di caffè, che volete; e da quanto sono vegetariano, con il tempo, sarà che il mio sistema neurovegetativo si è modificato, ma la caffeina della coca cola rischia di non farmi dormire, bevo il vivo a brevi sorsi per gustarne la bellezza, ma non sono uno che ne beve molto, comunque amo tantissimo bere l’acqua quella buona, non mi sembra una colpa. E ogni tanto anche la coca cola senza caffeina. Mi farà riflettere?
Patrizio
Marozzi
patrizio.marozzi@libero.it
Editoriali senza editore
“intellettualità senza potere - !?”
Oggetto: Lettera aperta
Data: 10-11-2002 alle 10:39
Lettera aperta
Siamo giunti all’epilogo, tra un po’ si saprà se si aprirà l’ennesimo conflitto militare, se la guerra continuerà a dabbedagginare le coscienze, con la paura che incute e che l’alimenta, sembra proprio che il potere e il denaro siano le stesse trappole mortali di sempre, questa frase per essere fantasiosi e accontentare quelli che con pragmatismo parlano dell’ineluttabilità della guerra, come espressione dell’essere maturi e adulti. Eppure credo che ognuno tolto dalla paura abbia qualcosa da dire che dica no alla guerra, è su questo piano che va vista la situazione di guerra che si è aperta or ora nell’aria dell’Irak. Riconquistare gli spazi che il terrore ha generato, alla realtà dalla pace e per essa la politica non può esistere senza una diplomazia alta che renda sensato il potere. Il mondo sta cambiando e cambierà di più sempre di più, l’occidente boccheggia e le scelte economiche morali che si fanno non sono efficaci, l’oriente ha perso la rispettabilità e con essa ogni logica, eppure il sereno dovrà tornare allora forse sul piano dell’energia il petrolio non sarà più la fonte primaria e sarà sostituito dalle fonti rinnovabili tipo l’idrogeno, ciò modificherà l’aspetto culturale del mondo e in esso gli individui dovranno inventarsi nuove paure, perché molte di quelle attuali non avranno più significato e allora perché non iniziare fin da ora a cambiare il nostro atteggiamento culturale, cercando si superare le paure per cercare di non generane delle peggiori!? Questa opportunità è capitata all’Irak e Saddam Hussein può esserne l’artefice. Mai come in questo momento una scelta diplomatica alta può essere la mossa vincente dinnanzi al terrore che genera la guerra. La vera politica vincente per L’Irak in questo momento non può che essere, che quella del consolidamento della propria struttura economica, poco è oramai importante quella aggressiva delle armi, pensare che la sua economia abbia bisogno dell’industria degli armamenti per controllare la sua stabilità è veramente assurdo. Saddam Hussein deve sempre più tornare ad aprirsi al popolo iracheno e alle componenti etniche che lo compongono, deve fare della diplomazia sociale la soluzione dei conflitti interni ed è con questa stessa diplomazia che deve vincere la partita a scacchi con quella internazionale, le armi non servono più a nulla, proprio a nulla e la storia gli ha consegnato l’ultima mossa della partita a scacchi, quella che può fargli dichiarare lo scacco matto, compia questa mossa, non ne abbia paura, perda pure tutte le armi se serve, ma rilanci una diplomazia alta che faccia cessare l’embargo, dia respiro alla gente della sua nazione, alle diplomazie alte dell’occidente che in questo momento sono soffocate dal terrore del mondo; riporti la rispettabilità all’immagine dell’Islam. Vede io non conosco personalmente la sua nazione e in vita mia ho conosciuto solo un iracheno, qualche anno fa, eppure io cristiano e lui mussulmano, per il breve incontro che abbiamo avuto abbiamo trovato lo spazio della condivisione, su un piano culturale che attraverso l’arte parlava di dio, non c’è stata la necessità della conversione reciproca, perché lo spazio della condivisione con ogni essere umano era Dio che agiva sulla nostra individualità. Mi parlò dei dervisci e di Rumi e io pensai a San Francesco d’Assisi. Lui era di carattere scrupoloso e suscettibile, chissà forse questa è la caratteristica del suo popolo? Dia questo esempio alla sua gente a chi spara e uccide in nome dell’Islam e che ha perso la fede in Dio. Io provengo dalla cultura occidentale che cerca nella democrazia la soluzione a molti dei suoi problemi, la sua cultura politica, per certi versi, forse è diversa da questa, almeno questa è l’immagine che se ne trae dall’occidente. Vinca la partita a scacchi, faccia la mossa della pace.
La saluto cordialmente e spero che dalla mia lettera sia chiaro, che il mio ripudio alla guerra è sempre e in ogni caso.
Patrizio Marozzi
p.s.
scrivete a chi ha potere e dite no alla guerra.
Lettera aperta 10/11/2002 10:42 Forum la Stampa.it
Mercoledì 13 Novembre 2002 [Subito dopo è stato lo stesso ambasciatore di Saddam a dire ufficialmente che "l'Iraq accetta senza condizioni il ritorno degli ispettori", per poi aggiungere che il suo paese "non ha, non ha avuto, ne intende avere" armi proibite. Per questo, aggiunge il diplomatico di Bagdad, "L'Iraq non ha paura degli ispettori", anzi, "è desiderosa che le ispezioni ricomincino, in accordo con il diritto internazionale e al più presto possibile"] [La Casa Bianca: "Vedremo"]
Saddam chiede scusa al Kuwait per la guerra del 92
Amstia generale in Iraq e annullamento delle sentenze emesse dal regime nei confronti dei dissidenti all’estero.
Insieme alla crisi Venezuelana, anche quella cecena è legata al petrolio
Il
Paese piange le vittime del blitz russo. Ancora mistero sul gas utilizzato
In ospedale
restano 400 persone, 46 gravissime. I morti sono 117
La
Russia non ha dubbi
"Al
Qaeda dietro ai ceceni"
Il
presidente russo: "Non cederemo ai ricatti dei terroristi"
Lutto
nazionale, preghiere e bandiere a mezz'asta in tutte le città
28 ottobre 2002)
La
dichiarazione all'esame dell'Agenzia per l'energia atomica
Un'altra copia del documento in
volo verso New York
Iraq,
il rapporto è a Vienna
"Gli Usa mostrino cosa non
va"
Bagdad:
"Eravamo a un passo dall'atomica, ma ci fermammo"
Il New York Times: "Da gennaio
l'esercito Usa pronto all'attacco
8 dicembre 2002
NUOVI CONTRASTI TRA WASHINGTO E BERLINO DOPO IL NO TEDESCO A FORNIRE EQUIPAGGI PER GLI AEREI RADAR
Baghdad ammette: eravamo vicini
all’atomica
«Nel
progetto erano coinvolte anche aziende americane ed europee»
9 dicembre 2002
11 dicembre 2002) Gli Usa pronti a usare
il nucleare contro l'Iraq
In
un discorso alla radio il presidente Usa all'attacco
"Fronteggeremo la violenza
catastrofica dell'Iraq"
Bush e
gli Usa verso la guerra
"Nel 2003 affronteremo
Saddam"
Migliaia
di militari americani in partenza a gennaio
Altre due portaerei saranno
spostate nel Golfo
NEW YORK - Il 2003 sarà l'anno della guerra all'Iraq. E' questo il senso
del duro discorso pronunciato oggi alla radio dal presidente americano George
W. Bush, sempre più determinato a chiudere la partita con Saddam Hussein.
IRAQ: BUSH, NEL 2003 AFFRONTEREMO IL PERICOLO SADDAM
NEW YORK - L'anno che sta per cominciare richiedera' agli Stati
Uniti di fronteggiare il pericolo di ''una violenza catastrofica''
rappresentato dall'Iraq di Saddam Hussein. Lo ha detto il presidente americano
George W.Bush nel suo consueto discorso radiofonico del sabato, incentrato
sulle sfide del 2003.
''La guerra al terrorismo -
ha detto Bush - ci richiede di confrontarci con il pericolo di una violenza
catastrofica, rappresentato dall'Iraq e dalle sue armi di distruzione di massa.
28/12/2002 19:25
Iraq: all'Onu lista 500 scienziati
ANSA) - BAGHDAD, 28 DIC - L'Iraq ha consegnato oggi all'Onu una
lista di 500 scienziati iracheni che hanno partecipato a programmi per lo
sviluppo di armi proibite. La lista,che era stata richiesta da Hans Blix capo
degli ispettori delle Nazioni Unite il 12 di dicembre, contiene nomi di
scienziati connessi con programmi di sviluppo di armi chimiche, nucleari e
batteriologiche.
28/12/2002 19:29
Nelle
rilevazioni di dicembre l'indice scende a 80,3
Sorpresi gli analisti, che
prevedevano un rialzo
Crolla
la fiducia
dei consumatori Usa
31 dicembre 2002
Il
segretario dell'Onu: "Gli ispettori devono finire la missione"
Blitz di un aereo senza pilota
"Predator" sulla contraerea irachena
Annan:
"Saddam sta cooperando
Per il momento nessun
attacco"
E
Bagdad invita Hans Blix "per collaborare"
Il capo degli esperti si dice
disponibile
31 dicembre 2002
Bush ai media: sulla guerra decido io
Messaggio
di fine anno: vinceremo la guerra al terrorismo
1 gennaio 2003
Il presidente Bush è stanco dei media che prevedono, con tanto di
date, il prossimo attacco contro Saddam. «Lei dice che stiamo marciando verso
la guerra. Non so perché abbia suggerito questo scenario - ha risposto, brusco,
ad un reporter che aveva fatto una domanda implicando la decisione di andare in
guerra già presa - sono io la persona che decide. E non lei».
It.cultura – it.letteratura.italiana - it.giustizia – it.media.tv – furum La Stampa web
dizionario
Guerra preventiva: termine coniato dagli Stati Uniti D’America, essa è basata e realizzata al fine di evitare l’ipotetica possibilità di uno stato di aggredirne un altro, o per mezzo di armi proprie o nel sostegno a gruppi terroristici. La condizione politica che determina il realizzarsi della guerra preventiva è soggetta alla capacità intrinsecamente interpretativa dello stato che la attua e non contempla un significante diplomatico che collochi il significato di non uccidere all’interno di un progresso costruttivo, che dia al significato diplomatico il significante di “valore” e che tenda a ristabilire la libertà e reciprocità a partire dal bisogno del singolo individuo, che “sottostà” per questo alle regole della necessità di uccidere della guerra. L’azione diplomatica che spesso trova soluzioni a partire dalla reciproca collaborazione costruttiva e creativa tra gli stati, è sostanzialmente inficiata dalla non necessità dell’azione diplomatica di considerare l’individuo preliminare della condizione generale e per questo consapevole del diritto di vivere. Così le motivazioni terroristiche di gruppi transnazionali si determinano associate alla condizione di volere di uno stato e in ragion di questo la ragion di stato esige la guerra preventiva. Tale termine così conformato nel suo significato è espressione diretta dell’azione degli Stati Uniti D’America dopo l’attentato dell’11 Settembre “alle torri gemelle” di New York – e si contrappone al significato estremistico di “Martirio” nella concezione dei gruppi terroristici islamici.
L’etimologia storica geopolitica del termine: “guerra preventiva”, può essere collocata già in epoca “Vittoriana”. La derivazione culturale di tale termine può essere vista nello sviluppo delle scienze del comportamento che in occidente e in modo particolare negli Stati Uniti – con l’uso sempre più capillare del linguaggio dei mass media e della “tecnologia pubblicitaria” per la conformazione della forma mentis – esse hanno così pervaso la società dando al modo di pensare nel significato della “comunicazione” valore primario all’ipotesi e alla sua interpretazione, rispetto al significante e al suo significato diretto. Gli individui interagiscono tra loro come fossero in presenza di un test o un sondaggio e, ciò che diventa primario nella comunicazione non è “dire” per capire, ma “dire e fare” per ipotizzare una risposta a cui si vuol dare un significato.
La guerra preventiva non è dimostrato migliori le cose, non è un modo che si pone la questione sociale di come non raggiungere le estreme conseguenze che determinano la guerra. E può essere anche usata per scopi politici diversi da quelli presupposti con tale termine.
Patrizio Marozzi
----- Original Message -----
From: "Ignazio GSS©" <ignaziogss@areamedica.com>
Newsgroups: it.media.tv
Sent: Saturday, February 08, 2003 3:53 PM
Subject: Re: guerra preventiva
>
"Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it> wrote:
>
> >Guerra preventiva:
>
> E con la TV cosa c'entra?
>
> --
> Ignazio GSS© * More than 90 HiRes images in my home page
> http://www.geocities.com/ipuddu/
> 200 Images of digestive endoscopy
> http://www.areamedica.com
----- Original Message -----
From: "pierbattacchio" <pierbattacchio@infinito.it>
Newsgroups: it.discussioni.giustizia
Sent: Saturday, February 08, 2003 7:54 PM
Subject: Re: guerra preventiva
Patrizio Marozzi"
<patrizio.marozzi@libero.it> wrote in message
news:<_m81a.95412$YG2.2700050@twister1.libero.it>...
> Guerra preventiva: termine coniato dagli Stati Uniti D'America,
Sicuramente la
guerra è sempre la guerra, che si chiami "preventiva",
"umanitaria" o in qualsiasi altro modo, in quanto guerra determinerà
sempre lutti e distruzioni. Io però che sono sinceramente amante della
pace e quindi non sono un "pacifista" nell'accezione ideologica che
tale termine oggi assume, ritengo che i governi e le diplomazie del
mondo debbano individuare alcune situazioni pericolose che attentano alla
democrazia ed al vivere civile (vedi terrorismo, fondamentalismi, negazione di
diritti umani) e prendere le opportune contromisure: in alcuni casi tali
contromisure possono essere (ahimè) anche la guerra (magari potremmo chiamarla
"difesa preventiva" ma non è la terminologia che modifica l'infausto
evento bellicoso). Tuttavia alcune volte tale guerra si rende necessaria:
pensate ad esempio se un organismo internazionale avesse potuto realizzare una
"difesa-guerra preventiva" contro Hitler, o se fosse intervenuta
quando il bolscevismo stava causando la tragedia e la disfatta dei diritti
umani nell'Unione Sovietica. Credo che in questi - ma anche in altri
casi - una "guerra-difesa preventiva" avrebbe causato meno
vittime e meno distruzioni di quanto non abbia fatto il non aver agito!
It.discussioni psicologia
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
To: "Moderatore I.D.Psi" <idpsi_mod@libero.it>
Sent: Sunday, February 09, 2003 10:35 AM
Subject: Re: guerra preventiva
La ringrazio della risposta, non ho letto, il manifesto,
ma mi aspettavo il suo rifiuto. la mia conoscenza della psicologia e la sua
applicazione per la mia autoanalisi, risale a molti anni fa, sin da
subito" è stata da me filtrata dalla psicanalisi di matrice freudiana, che
ovviamente è primitiva rispetto alla psicanalisi Junghiana di cui ho fatto
libera e personale conoscenza nella mia esperienza esistenziale. l'applicazione
dell'osservazione psicologica da me "avventa" è sempre stata
improntata all'osservazione naturale nell'analisi del mio sentire emotivo
contestualizzato nell'intento, oggettivandolo nel processo naturale di
relazione che tramite esso poteva avvenire, l'osservazione è sempre matrice
peculiare e la relazione peculiare non può che essere naturale. pensando al
mondo animale sono sicuro che la realtà del suo agire e la nostra possibilità
di relazione, non può che essere autentica in una condizione naturale, e che in
cattività più che le dinamiche di conoscenza si determinano logiche di
adattabilità nell'ambito delle necessità di chi detiene il potere. Ora l'
intervento della "psicologia umana" è improntato sulla relazione di
convenienza utile nell'adattabilità e vieppiù si pone come obbiettivo
d'intervenire" per poter avere capacità d'analisi e logica
di adattabilità nella referenzialità più contingente nella gestione del
potere" - per questa connaturata congestione" le possibilità di
"amplificazione" sono in essa pregiudizialmente surrettizie e
marginali al suo intendo e intento. Non aggiungo altro perché la mia è solo una
risposta di ringraziamento,
cordialmente
Patrizio Marozzi
----- Original Message -----
From: "Robot Moderatore" <robomod.it@computerville.it>
To: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Sent: Saturday, February 08, 2003 5:21 PM
Subject: Re: guerra preventiva
> it.discussioni.psicologia e` un gruppo moderato.
>
> Il tuo articolo e` stato esaminato dal moderatore ed e` stato rifiutato:
>
> Il tuo articolo, infatti, non rispecchia il manifesto del gruppo,
> che puoi trovare assieme a tutti gli altri a
>
> http://www.news.nic.it/news-it/manif/
>
>
> Per ulteriori informazioni puoi contattare il moderatore del gruppo
> all'indirizzo "Moderatore I.D.Psi" <idpsi_mod@libero.it>.
>
> Cordialmente,
> il moderatore.
----- Original Message -----
From: "Moderatore I.D.Psi" <idpsi_mod@libero.it>
To: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Sent: Sunday, February 09, 2003 11:57 AM
Subject: Re: guerra preventiva
----- Original
Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
To: "Moderatore I.D.Psi" <idpsi_mod@libero.it>
Sent: Sunday, February 09, 2003 10:35 AM
Subject: Re: guerra preventiva
> La ringrazio della risposta, non ho letto, il manifesto, ma mi aspettavo
il
> suo rifiuto. (...)
Spiacente del rifiuto *dovuto* dal manifesto.
Il contenuto del messaggio -del tutto condiviso (almeno da *questo*
co-moderatore scrivente)- è "Off Topic" rispetto agli interessi
specifici
del ng ...
Peraltro ... i contenuti e gli accenni *psicologici* di questo messaggio mi
sembrano interessanti e stimolanti.
Perchè non riproporli al ng?
Cordialmente ... :-)
Vincenzo DP, co-moderatore di IDPsi
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.cultura.religioni
Sent: Monday, February 17, 2003 12:00 PM
Subject: Assente all'appello
Assente all’appello
La stupidità ha pervaso ogni comportamento del vivere quotidiano, e mai, come in nessuna altra epoca prima l’ignoranza è sinonimo di conoscenza concordata per il potere, una torre di babele senza verità. Nella sfera privata basta non sapere, per dare significato a qualcosa senza senso, come un disturbo del comportamento e, dire e sentire attraverso esso il potere su quel che non si sa. E che del tutto la verità non è in nessun luogo concordato è a dir poco certo. “Se il mondo non avesse che questo, se si chiudesse in questa assenza totale di Dio dove la verità non può che appartenergli, anche se costantemente evidente, ma dove può essere del tutto paradossalmente ignorata.” Due persone che si accordano per la verità è già la sua fine, il delirio di contenere un potere onnipotente, quanto la verità stessa e, in ragion di questa l’etica appare un fatto già perdente, una lotta transitoria che vuol dimostrare Dio nei suoi bisogni, come se Dio avesse bisogno del male per esistere; Dio è completamente assente in questa prospettiva umana. Se Dio chiuderà la storia, se Dio ha rinunciato sulla croce alla necessità del male, che cosa contempla l’assenza di Dio se non il bisogno stesso di vincere il male, affinché Dio esista e appaia nel luogo umano come verità che ha bisogno di contrapporsi al male con il bene, ma questa necessità umana di un Dio che ha bisogno del male per esserci, non è forse la necessità dell’uomo di volere un Dio da vedere. Eppure in tutta la rappresentazione della verità, non vi è un solo istante in cui il male sia contemplato da Dio, non vi è un solo instante in cui la verità sia concordata nella realtà. In fondo l’istanza suprema del male: non volere l’esistenza di Dio, causa derivante della sua esistenza di male, in quanto artefice stesso del bene e, già in questo non si vuole credere che Dio sia in sé il bene e il male che tutto genera e definisce, e in questo, solo in questo la verità. Se Dio è un’immagine siffatta non può che essere conseguenza di un inconoscibile che fa della necessità della sua esistenza il bisogno di comprendere il male quanto il bene per dirci in quanto conoscenti dov’è la conoscenza di Dio nella realtà che percepisce la verità. Eppure la verità è palesemente al di là di ciò, in quanto ciò non può che essere la sua rappresentazione, di un’umanità che non può che esserne parte e, in quanto parte non può che esserne partecipe e così responsabile del bene e del male. Eppure Cristo sulla croce non ha concordato nulla con il male, non ha contrapposto nulla ad esso, come se il male compisse se stesso e in esso tornasse, “come se la verità non avesse bisogno”, come se essa esistesse al di là dell’inconoscibile, come se il suo tempo fosse eterno e assoluto, “come se la verità non avesse bisogno per esistere che di se stessa.” Se la natura umana è corrotta e corruttibile, la verità non lo è e la travalica, Dio non ha bisogno del male e dà alla realtà tutta se stessa, come non ne facesse parte, come verità. Se Dio ha amato in quanto uomo lo ha fatto anche in quanto Dio, e per questo l’amore non può pensarsi in nessun termine, né può essere definito legge.
----- Original Message -----
From: "SILVEA" <SILVEA@xxxxx.yyy>
Newsgroups: it.cultura.religioni
Sent: Monday, February 17, 2003 3:32 PM
Subject: Re: Assente all'appello
> Molto interessante ... ma che volevi dire?!?!?
>
> Saluti
----- Original Message -----
From: "Giovanni" <giovanni@virgilio.it>
Newsgroups: it.cultura.religioni
Sent: Monday, February 17, 2003 4:11 PM
Subject: Re: Assente all'appello
Don
Patrizio,...ma si può sapere che cazzo hai scritto?
>
> Giovanni
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.cultura
Sent: Tuesday, February 18, 2003 12:14 PM
Subject: Ieri oggi e domani?
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.cultura
Sent: Thursday, February 20, 2003 12:11 PM
Subject: Cultura permettendo
Cultura permettendo
…nell’ambito delle divergenze internazionali l’onu non può rendere una posizione di carattere militare, l’uso dei caschi blu, non comprende l’uso della forza a favore dell’uno o dell’altro contendente. Non può esserci altra delegittimazione per l’onu che quella di determinare l’uso della forza militare per la risoluzione dei problemi tra le nazioni. Per questo la posizione espressa dal rappresentante francese nell’ultima seduta sull’Iraq non può che essere l’unica che determini legittimità alle nazioni unite: l’affermare che in sede onu non si approverà mai una risoluzione militare è l’unica cosa sensata, è l’unica cosa sensata perché l’onu continui ad esistere e svolga un ruolo alternativo alla guerra. La cosa più ovvia che si deduce da ciò è che maggiore è la cooperazione tra le nazioni maggiore sarà l’efficacia della funzione dell’onu sull’effetto della cooperazione tra le nazioni. Ora ci sono molti casi in cui dei governi nazionali non rispettano le risoluzione dell’onu, mettendosi di fatto al di fuori della cooperazione internazionale per la soluzione dei conflitti. Se ciò determinasse che l’onu per questo motivo prendesse la risoluzione dell’uso della guerra per l’applicazione delle sue decisione, significherebbe che si avrebbe un organismo internazionale senza nessuna indipendenza che non avrebbe nessuna possibilità dialogica né nella prevenzione della guerra, né come possibilità di cessazione della guerra, qualora questa eventualità si determinasse. La guerra israeliana palestinese ne è un esempio, se nella cooperazione tra nazioni cessa la prospettiva di una cooperazione comune che determini come altro ciò che tende ad inficiare tale cooperazione, questo altro assurge a determinazione per la contrapposizione tra un intero popolo e l’altro. Se tutto ciò è stato così ben rappresentato e concretamente prospettato nel momento della presidenza israeliana di Rabin, il suo assassinio espressione della sua stessa nazione ha determinato, non una reale prosecuzione del suo progetto, ma decisamente una contrapposizione a ciò. – qui faccio una piccola digressione che non ha molto a che fare con la dimensione politica di Israele, ma che si rivolge con goliardica ironia all’ebreo in quanto popolo. Per quanto il popolo ebraico abbia avuto esponenti che alla creatività umana hanno dato molto, in quanto popolo si può definire biblicamente il più stupido, da quando ci è mostrato dalla bibbia nessun popolo ha mai avuto un contatto così diretto con Dio, Dio non ha fatto che darsi ad esso, rappresentarsi, mostrarsi, per poi dover ammonire e finire per essere disconosciuto, nello stesso significato e modo in cui lo si riconosce; il tentativo di Dio perché nel popolo ebraico ci fosse la fede in Dio è stato con esso prodigo di fatti e testimonianze, ma sempre esso ha finito per dimenticare e dubitare, il racconto dell’esodo dall’Egitto, narrato nel vecchio testamento, la storia di Mosè è pieno di tale significato. –
Tornando all’onu la riflessione che credo sia indispensabile fare, in questo momento è quanto la sua funzione democratica in ambito non di guerra voglia essere rappresentata in una situazione mondiale che vede posizioni troppo chiuse e intransigenti, e dove la logica economica dei gruppi ristretti d’interessi del neoliberismo sta determinando nell’ambito delle democrazie tradizionali, e in molte delle neo formatesi, la reale questione se siano possibili o no i margini di libertà dell’individuo, perché la democrazia possa esprimersi creativamente; lo sviluppo dell’individuo in logiche darwiniane riduce considerevolmente le possibilità di differenziazione culturale e di cooperazione in un ambito creativo umano, condizionato più da elaborazioni di relazione prettamente istintuali. Sul piano sociale la cooperazione trova sempre più ristretti i margini della funzione dello stato – faccio a tal proposito l’esempio puerile della recente nevicata di New York, dove il comune non aveva i soldi per pagare le imprese private per rimuovere la neve. Per sgombrare il campo da ogni ipotesi che questo sia un discorso antiamericano dico che farei tutti i giorni all’amore con una donna americana e, credo proprio che il voler fare all’amore sia un fatto che ha poco a che fare con l’essere anti o voler isolare gli stati uniti d’america, credo che, tolta qualche eccezione, chi non lo voglia sia anti – a tal proposito dalle mie parti servirebbe l’onu per risolvere tale questione.
E a questo punto non posso non parlare del governo italiano, che quando dice di voler rimanere in ambito onu non si capisce cosa voglia dire, dato che Berlusconi nell’arco di una giornata è capace di dire venti cose simili e contraddittorie al contempo, dico che almeno riuscisse ha capire ed interpretare la costituzione italiana a tal proposito, che cosa significa tutto ciò…?
Per concludere questo discorso dico che l’onu sarà gravato in questo momento dalla questione nord coreana – rimasuglio della guerra fredda che un po’ di tempo fa sembrava avviata a soluzione verso una cooperazione nell’ambito delle due coree, anche per la soluzione della grave crisi economica in cui si trova il nord corea, acuire tale questione non è interesse per la “cooperazione e la soluzione”, ben poco da parte del nord corea, ma ancor meno in ambito della cooperazione internazionale, sarebbe bene non creare un'altra situazione di autismo internazionale, sul piano culturale credo ce ne siano fin troppe.
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.cultura
Sent: Saturday, February 22, 2003 11:27 AM
Subject: machiavelli da i numeri?
machiavelli da i numeri?
...ora la pecora Dolly primo clone da animale adulto è stata soppressa - per malattia - e la cosa più rilevante, mostrataci, durante la sua vita spazio temporale della sua identità naturale è stata il suo riallineamento biologico temporale con il tempo genetico della cellula che la generata. Ora non so cosa combineranno quelli della setta dei realiani che hanno annunciato al mondo la possibilità della vita eterna per mezzo della clonazione, che loro possono dispensare previo pagamento anticipato. Comunque ognuno si trova il suo clone e, il nostro presidente del consiglio sembra non perda occasione per clonare Machiavelli ad ogni pian di guerra e allora dato che dobbiamo intendere la situazione come machiavellica, vò a pensare che si tanto sia la speranza che di disperar sovviene sperar, affinché il disperar non trovi speranza nell’impossibilita di sperar, che sia esso speri o disperi, il potere speri di sperar senza speranza, lo sperar imperituro de lo potere sperato e così non più disperato. E allora fò du conti, che non sò certezza di sicuro so numeri che aggrada lo scritto come 11 che della speranza v’è certezza, basta non broiasse le parole tra sperar e disperar con l’imperituro de lo potere sperato. Perché sennò quel cavallieraccio che v’ò a citar nell’anima dun crociato frignone che s’è clonato ne: il Bossi, stesse a fa’ il gioco machiavellico. Titolo V che v’ò lo esso devoluzionà co la devoluzione; c’è lo 116 che già dice e il 117 dice abbastanza, ma se deve dì de più che v’ò dì che il Bossi v’ò al senato na smadraccona de padania scritta sotto ar culo. E allora non sarà che v’ò a da pià il 132 e il 133 e trasformarli in 140? Saltando il 138 e il 139. all’anima della clonazione è la fine de Dolly. E aggiungo allora che l’illusione de le guerre, ce fa capì quello che vo’ dì veramente: “lo sperar imperituro de lo potere sperato e così non più disperato.
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.cultura
Sent: Sunday, February 23, 2003 11:16 AM
Subject: In attesa di.
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.cultura.letteratura.italiana
Sent: Sunday, February 23, 2003 11:19 AM
Subject: In attesa di.
In attesa di…
…la conoscenza psicologizzata di un società psicologizzata rende l’unicità dell’individuo non psicologicamente relazionabile, tale saturazione psicologica rende l’effetto del significato, come il significato dell’effetto che si collettivizza, rendendosi autoreferenziale all’effetto psicologico che dà significato alla conoscenza psicologizzata della società. In questo processo di dinamica autoreferenziale il significante non è più partecipe dell’esperienza individuale e tramite essa della comunicazione dell’esperienza per la conoscenza, ma si struttura in un’interferenza relazionale che vuole stabilire l’effetto su cui convogliare il significato della “relazione” al di là di un significante dinamico, ma in una visione collettiva che dà al comportamento individuale un significato psicologizzato come referente rassicurante della propria conoscenza socializzata in ambito della propria esperienza individuale. “Ed è proprio a causa di questo difetto nel pensiero psicologico che la conoscenza è stata psicologizzata, cioè satura di psicologia proiettata.”
In un processo di relazione siffatto, la comunicazione perde degli attributi di conoscenza che danno profondità e, che tramite questa profondità ricercano il significante in quanto valore dante significato e profondità all’esperienza del comunicante. Non vi è più un reale significato del termine “perché?” e dopo di esso “come?”, ma tali termini sono soggiogati da concetti di “è così!” che trovano immediato referente nel significato psicologizzato. Tale processo di relazione tende univocabilmente a stabilire una supremazia tra i comunicanti, in base alla quale percepire una pulsione gratificante in un abito di autoreferenzialità di potere, se siano vere o false le conclusioni a cui giungono, non è determinante, la qual cosa importante è la pulsione che da ciò deriva, la competizione prima, tra i due comunicanti e la “manipolazione” che ciò stimola determina il superamento dell’altro”, garantito dalla referenzialità della società psicologizzata. In tale costrutto non solo le relazione mancano di una individualità comunicante, ma per questo tramite esse investono la reciprocità tra gli individui di una comunicazione, tra loro, sempre più relativa e dipendente non più dal significato, ma dalle pulsione che sin dalla relazione semiologica influenzano i reciproci comportamenti e l’effetto del significato del pensiero. Di fatto si verifica che nulla può accadere al di fuori di questo ambito, “stabilente e stabilito”. La percezione siffatta toglie il significato di gravità, di pari passo a quello della percezione della responsabilità, individualmente abbassato il livello di percezione delle conseguenze, e così si “ridicolizza” il fine e la sua attuazione con una modalità virtuale e surrettizia che stabilisce la gerarchia di potere e convenienza: la realtà non è più relativa, ma relativizzante prevaricatrice e pregiudizialmente discriminante di ogni alterità. Ora se esiste un mondo globale dove l’effetto è qualcosa di unico e altamente dinamico nell’ambito delle cause dell’individuo che cerca la propria autonoma reciprocità e produce esperienza. Il mondo psicologizzato fa di ogni effetto la ricerca compulsiva che deve riprodurre il significato e le sue motivazioni per generare effetti di pensiero che si omologhino, collettivamente, e in definitiva senza investire la domanda di una risposta ma dando alla domanda una valenza astratta perché priva di un’origine, senza un implicito, esplicito e reale: “cosa vuoi sapere” e così l’eventuale “come?” diventa: “come!”.
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.discussioni.psicologia
Sent: Sunday, February 23, 2003 11:20 AM
Subject: In attesa di
Da questo gruppo di discussione ho avuto delle risposte a quanto sopra, alcune incorociate tra loro:
----- Original Message -----
From: "Mercurius" <donalibero@tin.it>
Newsgroups: it.discussioni.psicologia
Sent: Sunday, February 23, 2003 12:12 PM
Subject: Re: In attesa di
Prima impara a scrivere, poi ne
riparliamo.
Mercurius
----- Original Message -----
From: "Amelia " <amloret@tin.it>
Newsgroups: it.discussioni.psicologia
Sent: Sunday, February 23, 2003 12:15 PM
Subject: Re: In attesa di
"Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it> ha scritto nel
messaggio
news:Uf16a.146599$YG2.4324502@twister1.libero.it...
> In attesa di.
commenti?
applausi?
fischi?
fiaschi?
confutazioni?
affermazioni?
> ..la conoscenza psicologizzata di un società psicologizzata rende
l'unicità
> dell'individuo non psicologicamente relazionabile, (cut)
sinceramente, in merito al seguito: non ho capito niente.
ho letto, come mi hanno insegnato a scuola, un paio di volte, tanto per capire
se il mio non capire niente potesse essere legato alla domenica mattina ma,
l'unica frase che mi e' risultata un tantino piu' chiara, e' rimasta quella tra
virgolette (citazione?):
> "Ed è proprio a causa di questo
> difetto nel pensiero psicologico che la conoscenza è stata psicologizzata,
> cioè satura di psicologia proiettata."
ehm...... non si potrebbe avere una traduzione "per il popolo" dei
concetti
espressi?
Amelia
--------------------------------
Inviato via http://usenet.libero.it
----- Original Message -----
From: "elledi" <guardalafirma@tin.it>
Newsgroups: it.discussioni.psicologia
Sent: Sunday, February 23, 2003 12:35 PM
Amelia, in <212Z171Z222Z19Y1045998923X24264@usenet.libero.it>,
wrote:
> commenti?
> applausi?
> fischi?
> fiaschi?
> confutazioni?
> affermazioni?
la mia amica modenese direbbe che
"al s'fè de le Lacan-pugnétte"
io consiglierei una più tranquilla discesa dal pero =)
--
Ciao
elledi
----- Original Message -----
From: "Elrond" <master_elrond@libero.it>
Newsgroups: it.discussioni.psicologia
Sent: Sunday, February 23, 2003 4:01 PM
Subject: Re: In attesa di
On Sun, 23 Feb 2003 11:15:24 GMT,
amloret@tin.it (Amelia) wrote:
>sinceramente, in merito al seguito: non ho capito niente.
Ma sono il solo ad aver dato per scontato che Patrizio stesse scherzando?
Peraltro, una prosa poco meno caricaturale e' talvolta usata con intenti
tristemente seri, in certa psicologia
--
ciao,
Elrond
----- Original Message -----
From: "soleluna" <soleluna_zm@libero.it>
Newsgroups: it.discussioni.psicologia
Sent: Sunday, February 23, 2003 4:57 PM
Subject: Re: In attesa di
Il 23 Feb 2003, 16:01, Elrond
<master_elrond@libero.it> ha scritto:
> On Sun, 23 Feb 2003 11:15:24 GMT, amloret@tin.it (Amelia ) wrote:
>
> >sinceramente, in merito al seguito: non ho capito niente.
>
> Ma sono il solo ad aver dato per scontato che Patrizio stesse
> scherzando? Peraltro, una prosa poco meno caricaturale e' talvolta usata
> con intenti tristemente seri, in certa psicologia
> --
> ciao,
> Elrond Ciao, sono Soleluna.... ma che tristezza! Questa domenica leggo
solo stupidaggini? Forse avrei fatto meglio ad andare avanti a stirare o a
leggere un libro che ho preso in bibblioteca ieri, o a fare quattro passi anche
se l'aria è un po' freddina! E pensare che su questo gruppo di discussioni mi
capita di leggere certe cose che mi fanno pensare e mi aiutano a capire meglio
me stessa, vedere dentro di me... Ma non mollo e tornerò, un caro saluto a
tutti SOLELUNA
--------------------------------
Inviato via http://usenet.libero.it
----- Original Message -----
From: "Vincenzo Del Piano" <vincenzo@hyle.it>
Newsgroups: it.discussioni.psicologia
Sent: Sunday, February 23, 2003 6:39 PM
"Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it> ha scritto nel
messaggio
news:Uf16a.146599$YG2.4324502@twister1.libero.it...
> In attesa di.
>
> ..la conoscenza psicologizzata di un società psicologizzata rende
l'unicità
> dell'individuo non psicologicamente relazionabile, tale saturazione
> psicologica rende l'effetto del significato, come il significato dell'
> effetto che si collettivizza, rendendosi autoreferenziale all'effetto
> psicologico che dà significato alla conoscenza psicologizzata della
società.
> [cut]
Già; è proprio così che va.
Peraltro, di che preoccuparsi? Se la categoria "soggettività" si
ipostatizza alla sua stessa descrizione formalizzata, e rispetta i parametri
condivisi della semiotica del linguaggio ... che difficoltà c'è a recuperarne
l'irriproducibile unicità nella reificazione dell'oggetto "soggetto"
descritto?
Vedrei con maggior preoccupazione il potenziale arresto della circolazione
ermeneutica, dalla quale potrebbe essere messo in forse il necessario processo
deduttivo, che -poggiandosi sull'esperienza delle singolarità- permette
l'uscita dalla idealizzazione della reificazione, e la (ri)collocazione
dell'oggetto "soggetto" nel campo fenomenico. Tale arresto del
circolo ermeneutico -togliendo il sostegno della progressione all'esperienza
modificatrice del concetto di "soggetto"- condanerebbe certamente il
"logos" psicologico all'autoreferenzialità, con la perdita della
possibilità della "processione" dei concetti necessari all'indagine
sull'Uomo ... ma è fatto (e timore) antico ...
A riguardo della *consolidata* problematica richiamata, mi viene da
(estemporaneamente) osservare che, anche se applicata a un più generale campo
di speculazione (e ancorchè descritta/espressa con altre parole) ...
non fu forse questa la principale motivazione della rivisitazione aristotelica
dei concetti platonici? Non fu forse la problematica aristotelica centrata sul
timore della ineffabilità (nel mondo fenomenico) dello "stabilente"
rispetto allo "stabilito"? non si pose lo stagirita la questione
centrale della opinabile (ma necessaria) possibilità di
risalire/recuperare/disvelare la concettualizzazione che parte dallo
"stabilito", verso lo "stabilente"?
Tutto sta a "capirsi".
(è di questo che dici che si è "in attesa"? :-))
--
Vincenzo (mal di capo ... :-))
----- Original Message -----
From: "Morgana la Fata" <dosflores@libero.it>
Newsgroups: it.discussioni.psicologia
Sent: Monday, February 24, 2003 12:17 AM
Subject: Re: In attesa di
Patrizio Marozzi <patrizio.marozzi@libero.it>
wrote:
> In attesa di.
...
>dando alla domanda
> una valenza astratta perché priva di un'origine, senza un implicito,
> esplicito e reale: "cosa vuoi sapere" e così l'eventuale
"come?" diventa:
> "come!".
cosa vuoi sapere? :-)
e cosa vuoi condividere? :-))
mi viene in mente che
qualcuno mi ha detto che la semplicita' e' una complessita' risolta.
--
Ciao! Morgana la Fata
Lette queste risposte, rispondo a due di esse: quella di Amelia e, del moderatore Vincenzo DP. Inviate le mie risposte, quella di per Amelia viene normalmente inoltrata dal robot al moderatore. Quella per il moderatore viene rifutata dal robot, la correggo come il robot mi “dice” e la inoltro per il moderatore.
Il moderatore a questo punto mi rifiuta tutte e due le lettere dicendo:
it.discussioni.psicologia e` un
gruppo moderato.
Il tuo articolo e` stato esaminato dal moderatore ed e` stato rifiutato:
L'articolo che hai inviato non rispetta i requisiti
"stilistici"
minimi per essere letto con facilita` da tutti gli utenti.
Ecco alcuni suggerimenti:
segue un bla bla sulla forma del messaggio sconclusionato e contraddittorio e pretestuoso, c’è un “di fatto” suo e del robot, di cui a me non interessa acclarare il significato - mando le risposte, così come sono state rifiutate dal moderatore, in un altro gruppo di discussione:
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.cultura
Sent: Monday, February 24, 2003 11:11 AM
Subject: la cultura della risposta
non ho mai avuto dubbi che nelle possibilità del mobbing
l'ordine sociale generato dalla psicologia ha una grave responsabilità. tanto
più quando la stupidità si coniuga con il pretesto. La risposta di cui parlo è
quella che io ho dato a due persone nel gruppo di discussione moderato
it.discussioni psicologia. E che tra il robot e il moderatore e le
interpretazione tra quel che dice il robot e il moderatore, non sono riuscito
ad inviare a suddetto "gruppo", ciò finisce per apparirmi quasi il
classico atteggiamento psicologico che rompe le scatole per sindacalizzare gli
altri e virtualmente interpretare: tanto caro all'esasperazione del
funzionalismo americano.
certo questa mia visione è un po' forzata - mi voglio sentire perseguitato
dalle "macchine e dagli psicologi e dagli stupidi", che, in
definitiva, sono la stessa cosa. Ma il mobbing sociale è una cosa più seria di
quella che qui posso farvi "apparire". Le risposte che ho dato - una
sicuramente ad un moderatore - sono conseguenti del mio scritto: "in
attesa di" ch'è anche in questo gruppo di discussione. Ora permetterò a
voi di leggerle, giacché non esulano dal problema culturale espresso "in
attesa di":
cordilamente
Patrizio Marozzi
Mi congratulo con lei, per la comprensione della mia
citazione, le garantisco ch'è cosa rara. Allora dato che quando mi capita
qualcuno che dice di avere "esperienza di Jung", il più delle volte
confonde il tutto con il fatto - che magari in quel momento si stava
masturbando pensando a qualcuno e, quel qualcuno in quel momento gli telefona,
e in base a questa esperienza dice di aver compreso Jung- Quindi dato che la
sua conoscenza va oltre questa, mi spieghi anche cosa intendeva Jung quanto
scrisse: "Quando si riesce a sentire il Sé come un irrazionale, come un
ente indefinibile, al quale l'Io non è né contrapposto né sottoposto ma
pertinente, e intorno al quale esso ruota come la Terra attorno al sole, allora
lo scopo dell'individuazione è raggiunto. Quanto si riesce a "sentire",
dico, perché così definisco il carattere percettivo della relazione fra l'Io e
il Sè. In questa relazione non c'è nulla di conoscibile, perché noi non
possiamo dir nulla circa i contenuti del Sè. L'Io è l'unico contenuto del Sè
che conosciamo. L'Io individuato si sente oggetto di un soggetto ignoto e
superiore. A me pare che la costatazione psicologica giunga qui al suo termine
estremo, perché l'idea di un Sé è già essa stessa un postulato trascendentale,
che si può giustificare psicologicamente, ma non dimostrare scientificamente.
Il superamento della scienza è un'esigenza imprescindibile dell'evoluzione
psicologica qui descritta, perché senza questo postulato io non saprei
formulare adeguatamente i processi psichici rilevati empiricamente. Al Sè,
dunque, bisogna dare almeno il valore di un'ipotesi, come quella della
struttura dell'atomo. E quand'anche dovessimo restare anche qui chiusi in
un'immagine, sarebbe un'immagine potentemente viva, a interpretare la quale le
mie forze non bastano. Io non dubito che sia un'immgine; ma è un'immagine in
cui siamo ancora contenuti.
Sono profondamente conscio che in questo libro ho posto esigenze tutt'altro che
consuete all'intelligenza del mio lettore. Ho fatto il possibile per spianare
la via della comprensione, ma non ho potuto eliminare la maggiore difficoltà,
cioè il fatto che le esperienze su cui si fonda la mia esposizione sono ai più
ignote e perciò estranee. Per conseguenza non posso attendere che i miei
lettori accettino tutte le mie conclusioni. Carl Gustav Jung. se avessi copiato
male può andare a documentarsi sul libro, accetterò la sua eventuale risposta,
comunque "essa sia.
cordialmente
Patrizio Marozzi
"Amelia " <amloret@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:212Z171Z222Z19Y1045998923X24264@usenet.libero.it...
>
> "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it> ha scritto
nel messaggio
> news:Uf16a.146599$YG2.4324502@twister1.libero.it...
> > In attesa di.
>
> commenti?
> applausi?
> fischi?
> fiaschi?
> confutazioni?
> affermazioni?
>
>
> > ..la conoscenza psicologizzata di un società psicologizzata rende
> l'unicità
> > dell'individuo non psicologicamente relazionabile, (cut)
>
> sinceramente, in merito al seguito: non ho capito niente.
>
> ho letto, come mi hanno insegnato a scuola, un paio di volte, tanto per
capire se il mio non capire niente potesse essere legato alla domenica mattina
ma, l'unica frase che mi e' risultata un tantino piu' chiara, e' rimasta quella
tra virgolette (citazione?):
>
> > "Ed è proprio a causa di questo
> > difetto nel pensiero psicologico che la conoscenza è stata
psicologizzata,
> > cioè satura di psicologia proiettata."
>
> ehm...... non si potrebbe avere una traduzione "per il popolo"
dei
concetti
> espressi?
>
> Amelia
>
> --------------------------------
> Inviato via http://usenet.libero.it
in riferimento alla tua sotto, rispondo che il voler cercare di appartenere, o meglio voler essere in una categoria - è qualcosa che non posso negarti: è opera di studente e suo proseguo professionale. comunque avresti dovuto "categorizzare meglio "lo scarto" gestaltico o come si dice gestaldico (ho usato questa modalità espressiva per rendermi anch'io psicologicamente aggressivo omologaticamente," come mi sembra di rilevare sia avvenuto da alcune altre risposte alla mia", solo preferisco farlo a modo mio") – quindi se ti va approfondisci il "concetto" "estensivo" di semiologia nel contesto del mio scritto. Per quanto riguarda la tua domanda al perché di quell'oggetto" nella mia, ti rispondo che questo mio intervento in questo gruppo di discussione è solo una "brevissima parte" di un altro mio progetto. Sappi che a questa mia non aggiungerò altro.
cordialmente
Patrizio Marozzi
"Vincenzo Del Piano" <vincenzo@hyle.it> ha scritto nel messaggio
news:b3b0n4$1kj4tg$1@ID-129044.news.dfncis.de...
>
> "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it> ha scritto
nel messaggio
> news:Uf16a.146599$YG2.4324502@twister1.libero.it...
> > In attesa di.
> >
[(il messaggio inviato al gruppo di discussione it.cultura è comprensivo dello scritto di Vincenzo Del Piano, ed è lo stesso, inviato in risposta ad Amelia. Quello censurato dal Moderatore – che non sappiamo se essere lo stesso Del Piano o un suo cooperatore, è quello che avete letto adesso.)]
A questo punto invio la mia risposta ad Amelia, inoltrandogli il messaggio inviato al gruppo di discussione it.cultura
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
To: "Amelia " <amloret@tin.it>
Sent: Monday, February 24, 2003 11:17 AM
Subject: Re: In attesa di
> inviato al gruppo di discussione it.cultura
[…]
Quello stesso giorno ricevo un messaggio di posta, meglio, due messaggi uno alle 14:40 e l’altro alle 22:51, identici e con lo stesso mittente:
----- Original Message -----
From: "Marianna " <marianna@aim.it>
To: <patrizio.marozzi@libero.it>
Sent: Monday, February 24, 2003 12:00 AM
Subject: Ciao Stella
-
Non so cosa voi immaginate, non che io non abbia creduto a ciò, tutt’altro, ma ho dato per certo che era un falso messaggio. Come è possibile credere all’autenticità del messaggio, ma sapere ch’è falso? Forse vi chiedete. Perché un messaggio siffatto si coniuga perfettamente con quelli che lo hanno preceduto, ma ancor di più perché è la parafrasi perfetta di quello che avviene costantemente nella realtà della quotidianità. Ora che nello specifico costei o costui continui a perpetuare un determinato comportamento, vuol dire che il suo modo di comunicare è disturbato da un ossessivo meccanismo per la falsificazione della realtà e che nella sua immaginazione, questa falsificazione acquista un connotato di verità che proietta su di se e trasmette agli altri, ma che non ha nessuna corrispondenza con la realtà oggettiva e la costruzione della verità, di cui non vuole avere conoscenza concreta, per non perdere l’illusione del controllo, e con esso il potere su ciò che vuol dirsi bene o male. Lo scopo prioritario di questa guerra è soltanto questo. Il perché poi abbia bisogno di qualcuno come me per espletare la sua personalità, è dovuto solo al fatto che vede in me non solo un identità con un costrutto di verità, ma in ragione di questo una riduzione del suo potere di controllo sulla verità. Nel mondo chi ha interesse a falsificare la verità è parte di una lista infintà e, questa percezione di onnipotenza tanto più incoscia tanto più espletata nelle azioni più comuni della quotidianità, si apre in un confronto impari in chi con questa realtà più profonda dell’essere umano si trova ad avere un confronto diretto che non fa più percepire gli avvenimenti in modo incoscio: “si scardinano le porte dell’incoscio”, e allora tutto è inaudito e la possibilità di sopravvivenza, in tutto il sentire inaudito del mondo e dell’essere nel mondo è sottoposto ad un compito tra i più ardui, dove superarlo vuol dire perdere ogni potere, tutto il potere, per aprirsi alla conoscenza, essere nudo alla vista di tutto l’universo e guardarvici senza poter dire fin dove e, in questo saper, riuscire a chiudere gli occhi, e saper starci sentendo un buio oltre il buio che si può guardare.
È molto banale in definitiva l’origine di questi messaggi di posta, e in definitiva sono pieni di terrore che si difende con l’arroganza – ho risposto come segue ad esso:
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
To: "Marianna " <marianna@aim.it>
Sent: Wednesday, February 26, 2003 10:04 AM
Subject: Re: Ciao Stella
Gentile Marianna, ad un bacio mi piace rispondere con un
bacio. seppur virtuale. Ma vorrei sapere il perché del tuo bacio, o meglio dei
tuoi due baci - trovati nella mia casella postale - che per non so quale caso
del gioco informatico mi sono giunti in orari diversi, ma nella "risposta
che io invio" hanno lo stesso orario: 12:00 - Comunque vorrei, sapere
se vuoi o cerchi qualcosa e cosa da me, e nel qual caso, scopriresti se sia
poi, proprio io il destinatario del tuo bacio, lasciando a me capire più
chiaramente quale sia il significato del mio bacio, che per questo mi appare
ancor più virtuale, ma che lo stesso ti mando, senza nulla immaginare oltre
quello che di reale mi comunicherai.
Patrizio
La risposta è stata:
----- Original Message -----
From: "Mail Delivery Service" <postmaster@iol.it>
To: <patrizio.marozzi@libero.it>
Sent: Wednesday, February 26, 2003 10:02 AM
Subject: Delivery Status Notification
marianna@aim.it; Failed; 5.1.1 (bad destination mailbox address)
Poi è accaduto questo:
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
To: <patrizio.marozzi@libero.it>
Sent: Wednesday, February 26, 2003 10:09 AM
Subject: Re: Delivery Status Notification
ero certo della frigidità, di questa donna. E lo sapevamo
tutti e due:
Patrizio Marozzi e Patrizio Marozzi
cordiale saluti
Patrizio Marozzi
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.cultura
Sent: Friday, February 28, 2003 11:39 AM
Subject: Io non mi sento italiano
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.discussioni.giustizia
Sent: Friday, February 28, 2003 11:39 AM
Subject: Io non mi sento italiano
Io non mi sento italiano, è il titolo dell’ultimo album di Giorgio Gaber, ma per fortuna sono un italiano.
La guerra serve alla pace, l’hanno detto nella grande guerra e sono morti in tanti, quella volta gli italiani sono stati dalla parte dei vincitori, poi da questa” guerra e dal mondo imperiale di quell’epoca si è generata la seconda guerra mondiale, che chi non se lo ricordasse ha causato milioni e milioni di morti e distruzioni che non si immaginano vedendole in televisione, dove sono state usate tutte le armi possibili e disponibili, pensare di evincere da questo evento che la guerra serve per la pace, significa non aver capito nulla di quello che è accaduto, né di cosa sia la pace. Faccio un breve inciso per ricordare che di ogni impero non sono che rimasti, che i ruderi e la follia della guerra, e la distruzione di civiltà e della civiltà umana. Le conseguenze della seconda guerra mondiale, ancora, sono presenti, anche se si sono confuse con quelle della guerra fredda, ch’è stata tutt’altro che incruenta e che per buona parte è implicita nella seconda guerra mondiale - di fatto il conflitto in Afghanistan, questa lunga guerra che ha imbarbarito con il suo perpetuarsi l’identità e le possibilità di pace del vivere quotidiano, generando estremismi concettuali, generando comportamenti deliranti è per certi versi ad essa conseguente. Di fatto anche nell’Afghanistan è accaduto quello ch’è avvenuto in molti posti del mondo, per determinare il controllo e l’equilibrio dinamico tra i due blocchi, per determinare la politica dei governi, nelle diverse identità di stato, verso uno o l’altro di essi. Per quarant’anni il mondo è vissuto sotto questo incubo, che ha diviso e generato guerre e terrorismo. La logica della pace di questo sistema è consistita nel fatto di sostenere la logica della contrapposizione e quindi del contrapponente, con ogni mezzo, anche quello delle armi, che non è sempre stato il peggiore. Verso la fine di questo sistema si è generato un processo prevaricante fondato sul fanatismo della propria identità, che ha avuto come suo momento parossistico quello del fanatismo religioso ad uso politico militare per prevaricare il controllo preesistente, in una contrapposizione che dava alla dimensione politica l’estensione di nazione conformatane con una logica geografica a struttura imperiale, questa derivazione dell’islam - che sinceramente mi dà fatica pensare, giacché identifico la religione con l’essere umano e, non mi va di pensare e associare la preghiera a un atto che genera morte - si è inserita in quelle che erano le logiche di contrapposizione preesistenti. Ciò è avvenuto anche per Ben laden semplicemente sostenuto dagli stati uniti d’america, come elemento per quell’equilibrio instabile della guerra fredda che si era determinato in Afghanistan; in sostanza questa è la logica per una pace controllata con le armi, ma controllata da chi? E in questa logica come stupirsi, anche se, se ne rimanente sconvolti, dell’attentato del 11 settembre. E l’amministrazione Bush, come sta rispondendo a ciò, pensando e facendo la guerra preventiva, come dire in mancanza di un chiaro sistema di potere militare a cui contrapporsi, stabilire un controllo per mezzo militare dovunque possa esserci un’ipotesi di contrapposizione e in questo stabilire nell’ambito della propria convenienza la pace controllata, imponendo la sua ipotesi. Ora se nel rapporto pensato e agito e conseguenza dell’agito è la guerra, l’unica riflessione possibile è quella che si sta entrando in una spirale di follia e se questo viene scambiato per pace e non per un meschino progetto di convenienze di potere, vuol dire che i margini perché ci si renda conto che si sta camminando sulle sabbie mobili, sono veramente minimi. Perché la guerra genera un’altra guerra, per dare l’illusione che qualcosa ci spinga un po’ fuori dalle sabbie mobili. Per questo tipo di pace è veramente assurdo non avere il coraggio, sempre, di cercare di uscire dalle sabbie mobili, di non concretizzare ogni volta, ciò che toglie possibilità alla guerra, prima che sia, sempre troppo tardi. Ora sinceramente non so che cosa c’entrino in nostri alpini in tutto questo, con questo modo retorico di pensare la pace per i militari. Io, credo che la cosa più utile per ognuno sia quello di evitare la guerra, credo che questo sia l’unico sostegno concretamente politico, per un militare che mi piace definire Italiano. Non capisco che cosa centri la nostra cultura politica, con l’atteggiamento da comprimari prostituiti, che abbiamo assunto in questa questione, senza nessun reale progetto per la risoluzione dell’embargo all’Iraq che determini le possibilità di vita di ogni cittadino Iracheno. E per questo mi suona ancor di più male di come mi è sempre suonato, quel detto dell’inno italiano: Siam pronti alla morte, che dentro di me ho già sostituito, con Siam pronti alla Vita, l’Italia chiamò: La maturità di una nazione, credo sia più importante del suo immaginato orgoglio.
Gentili di Materiali Sonori, il Febbraio scorso vi ho inviato in ascolto tre mie opere musicali – ciò dopo avervi scritto, per chiedervi, se fosse possibile una vostra eventuale “edizione”, mi rispondeste che la qual cosa in questione era improbabile, dato l’esiguo numero di opere da voi prese in considerazione, foste più garbati di come ve la racconto io, ora; comunque mi deste la disponibilità ad ascoltarle. Ora io non so, se il tempo trascorso, dalla mia spedizione è stato sufficiente per l’ascolto, nel qual caso non fosse così vi chiedo scusa e rimango in attesa; sennò vorrei sapere se chi le ha ascoltate ha qualche commento o pensiero in proposito ad esse – un’opinione altrui non inficia la mia sicurezza e consapevolezza, Tutt’altro…ovviamente. Oh! che ne avete fatto, le tenete in archivio le buttate, le tiene qualche bella donna e le ascolta immaginando chissà cosa, bo!
Purtroppo non posso inviarvi le e-mail che scambiammo all’epoca”, le ho perse, con il vostro numero di telefono – ho perso la “partitura, al di là della mia forma mentis letteraria che avrebbe conservato lo scritto per farne a sua volta un uso creativo, la distrazione, astrazione del suono. Comunque per promemoria vi invio i titoli delle opere. Rimango in attesa di una vostra risposta, grazie.
Buona Giornata a tutti
Patrizio Marozzi
…Sono un Poeta…
opera di musica elettronica N.2
…da una frazione di tempo musicale di 25 secondi alla dilatazione temporale delle proprietà elettriche della luce contenutevi, per la costituzione dell’opera che dilata le sue proprietà molecolari non solo nel processo della fisica, ma anche attraverso il concetto di timbro e colore che non è più prevalentemente acustico uditivo, ma si avvale in maniera palese dell’aspetto molecolare di movimento, attraverso l’uso delle frequenze che determinano la pressione dell’aria per le vibrazioni percepite dal timpano umano. In questo evento dove la massa elettrico musicale del tempo musicale iniziale si è trasformata in energia, la dilatazione derivatavi ha determinato lo spazio che da tale energia si è formato – il tempo elettrico ha rappresentato la sua estensione, aumento e velocità – da questo evento nel processo musicale si è ricercata la struttura compositiva, oltre la quale poeticamente si può ascoltare anche il suono della musica.
27 opera per percussioni
1998
1.STRAVISCHIANA1 1999
omaggio a Stravinsky
martedì 12 novembre 2002 19.19
caro
Marozzi,
grazie per i cd.
E per la considerazione.
Il lavoro, per quanto sia valido il mio giudizio, è molto interessante.
Di ampio spessore.
Ma non siamo interessati a questo tipo di musica.
E comunque, in generale, lavoriamo solo su nostri progetti (e molto:pochi).
mi augurio che possa trovare la valida alternativa che merita.
cordiali saluti
Giampiero Bigazzi
MATERIALI SONORI
Lisy, ho cercato di capire quello ch'è scritto qui sotto, non so se ho capito completamente; comunque ho visto le immagini nel click che tu mi hai proposto. Non ho capito bene se si tu quella che si vede, immagino di sì. Sei una ragazza carina e gradevole alla vista, non ho capito dov'è che vivi se in Inghilterra o altrove. Comunque Cara Lisy, io non sono user. I siti porno mi interessano solo quanto ho bisogno di fotografie per qualche lavoro che può essere trasformato in arte, ed è molto che non ne ho bisogno. Pur essendoci bellissime ragazze non accetterò mai di pagarle per vederle fare sesso con altre persone - è proprio l'idea di pagare che non mi va - in proposito un po' di tempo fa ad una tua collega che mi ha inviato il solito messaggio a cui è stato impossibile rispondere gli risposi:
Credo sinceramente che chiunque tu sia Laura abbia sbagliato il mittente, posso capire che tu abbia tanta voglia di me, ma io non sono in vendita e il mio valore è inestimabile - e mi par di capire che c'è solo da guardare e la qual cosa non mi è indispensabile - se tu hai un prezzo e non sai come propormelo non farlo, giacché solo se tu fossi capace d'amare, potresti fare all'amore con me, come ti ho detto il mio valore è inestimabile. Pertanto chiunque continua ad inviarmi questi messaggi ANONIMI lo invito a non continuare.
Ultimamente continuo a ricevere tali messaggi; sinceramente se tu potessi fare qualcosa affinché io non li riceva più, te ne sarei molto grato: anche perché li trovo tutt'altro che sensati. Se avrò bisogno di cercare dei siti porno, li cercherò io è inutile e poco educato continuare a cercarmi in questo modo.
Per quanto riguarda te Lisy ti ripeto che non sono user e nel qual caso è inutile che continui a scrivermi per mezzo di chi lavori. Se tu volessi per qualche motivo parlare come me, scrivimi e parlami di te, ti risponderò (se tu potessi farlo in italiano ti ringrazierei due volte) comunque fai come ti pare.
scusami per la lunga lettera in italiano,
Saluti
Patrizio
sabato 23 novembre 2002 13.02
Gentilissima Elisabetta, la ringrazio molto di essersi così gentilmente interessata, al mio piccolo problema, e di avermi aiutato a risolverlo. Mi dispiace per il suo rammarico, ma Trieste, immagino abbia molti altri motivi per essere visitata, io ne sono stato sempre attratto, e ho sempre immaginato che prima o poi sarei venuto a passeggiare in questa città, se non altro per Svevo e Joyce, e chissà che non percepisca attraverso il suo presente qualcosa d'importante per me. La mostra di Van Gogh, per la sua "peculiarità", sarebbe stata un buon motivo per affrontare, come primo approccio, questa esperienza; perciò credo di capire il rammarico, per lei, di non poterla avere nella sua città, poteva essere possibilità per coniugare l'esperienza del suo vivere a Trieste con la peculiarità delle opere di Van Gogh. Comunque in cuor mio speravo anche che tale mostra fosse un po' dimenticata, perché non m'immagino con il tempo contato" ad "osservare" le opere, questo è qualcosa che non vince la mia pigrizia" e mi fa affrontare il viaggio", pertanto non si rammarichi - a meno che non abbia altri impedimenti - si trova lo stesso in una posizione decisamente più favorevole della mia per sperare, approfittare di una giornata favorevole in cui poter visitare la mostra come più le piace. Spero di non essermi dilungato troppo nel ringraziala della sua cortesia,
Patrizio Marozzi
Il silenzio senza cultura
La conoscenza non è preclusa a nessuno, perché essa non ha bisogno del potere per esserci. Quando parlo di conoscenza dico di ciò che appunto a nessuno è precluso, né dalla condizione culturale, né dallo stato attuale della propria esistenza. In qualsiasi punto del vivere l’essere umano è collocato, esso in base alla peculiarità della libertà che gli è propria, in quanto essere aderente al vivere, può accedere alla conoscenza del bene e del male. Non vi è in questo preclusione di nessun sorta materiale, sociale che possa impedire la consapevolezza al volente di determinarsi, nel percepire l’aderenza alla vita, come colui che conosce, percepisce l’assolutezza del bene e del male in essere in essa. Il valore di tale consapevolezza è espressione stessa della sapienza in quanto aderenza alla vita che cerca nella vita individuale l’espressione della vita stessa come peculiare condizione del bene che per mezzo del volere conoscere sceglie la vita come espressione della sua conoscenza, aderendovi con tutta la propria esperienza esistenziale, al di là di ogni determinazione di potere. In questo l’unica accessibile condizione del male sul bene è espresso dal potere della morte sulla vita: ora tanto più la condizione dell’aderire alla conoscenza è priva di questo potere, tanto più la morte troverà esplicazione nella conoscenza dell’esperienza del bene della vita individuale, come espressione dell’esperienza che aderisce alla verità della conoscenza, al di là di quello che la propria vita può esprimere sulla conoscenza del bene e del male, questo aderire alla conoscenza, che conduce alla manifestazione più profonda dell’essere umano: quale esserci della sua spiritualità, è ciò che dà alla conoscenza l’alterità del suo esserci, come possibilità di discernimento che contempla e al contempo è contemplata dall’individuo, da cui trae la possibilità di un sapere per conoscere dove la condizione del suo aderire alla vita è soggetta al potere della morte, che obnubila, la profonda esperienza dell’esserci, con la paura come potere, nella prevaricazione del potere della morte, che da essa è determinato. Se tutto quello qui espresso è già un piano culturale, è pur sempre un piano culturale che dall’individuo si apre all’alterità e torna all’individuo, come sua peculiare ed unica espressione dell’esperienza del suo aderire alla conoscenza dal punto in cui nella vita è. Dopo questo, quando il piano culturale collettivo determina l’espressione collettiva di conoscenza, l’individuo trova le sue distinzioni di conoscenza tra un processo contrapponente o aderente alla conoscenza. Ed il piano culturale collettivo che vuol “determina un significato” della conoscenza: tra il bene e il male, tra la vita e la morte: costruisce su ciò infiniti piani culturali su cui determinarsi come verità collettiva ché dà ad ogni individuo il potere di esserci. Se in definitiva da questo stadio culturale è ammissibile il concetto sociale di libero arbitrio, per il conseguimento di esso è indispensabile che il proprio livello culturale acquisisca potere per esprimere l’esperienza del proprio esserci, che così acquista un valore materiale che dà autoreferenzialità alla cultura che lo determina. In conseguenza di ciò si sviluppa un piano culturale per il libero arbitrio che cerca la differenziazione per una prevaricazione che dia possibilità di aumentare il proprio potere sulla legittimità del libero arbitrio, la conflittualità culturale su questo piano è basilare affinché individualmente si possa acquisire potere e aumentare il proprio libero arbitrio. Individualisticamente ogni pretesto collettivo può essere utile a tale scopo, fino ad acquisire una volontà di libero arbitrio che sia del tutto individuale e al contempo del tutto collettiva, su un singolo piano culturale, marginale al conseguimento e mantenimento del potere materiale acquisito in tale scopo. In tale costrutto culturale l’aderire alla conoscenza diventa un fatto secondario, diventa primario il piano culturale che dà potere, che è sì conseguenza di una conoscenza, ma solo in quanto autoreferenziale di quel potere; qui” la cultura che si forma pone una ulteriore distinzione, quella tra il sapere e il conoscere. Se da un lato è indispensabile conoscere per sapere, dall’altro è cogente sapere per conoscere. L’esperienza stessa che deriva dal conoscere e che cerca di conoscere il processo del suo conoscere, è così delegata al sapere che non conosce il sapere come espressione dell’esperienza del conoscere individuale, ma come ricerca autoreferenziata che si contrappone al sapere dell’aderenza alla vita che antepone la conoscenza al potere. Il potere culturale autoreferenziato, non ha bisogno della conoscenza, ma dell’applicazione sistemica del libero arbitrio, la verità del conoscere può benissimo essere manipolata e resa surrettizia a tal fine, giacché la forma mentis culturale sì fatta, vede nell’acquisizione del potere il suo referente di verità ultima: l’esperienza individuale, così collettivizzata, ha virtuale l’esperienza del sapere, in una gerarchia che dà all’identità simbolica in essa generata un costrutto di spiritualità, che in realtà dà al contenuto spirituale dell’essere umano un “nessun contenuto”, giacché non più esperito sul piano della conoscenza; perché qui” la distinzione culturale ha perso il suo connaturato significato per e di: “manifestazione più profonda dell’essere umano: quale esserci della sua spiritualità”, essere, conoscenza alterità del suo esserci, come possibilità di discernimento che contempla e al contempo è contemplata dall’individuo, da cui trae possibilità di un sapere per conoscere dove la condizione del suo aderire alla vita è soggetta al potere della morte, che obnubila, la profonda esperienza dell’esserci, con la paura, nella prevaricazione del potere della morte, come potere che da essa è determinato. Perché questo sapere, in questo tempo siffatto trova significato solo nel potere sulla conoscenza. Non so se si può definire un fatto a-culturale, o forse peggio non culturale, sarebbe difficile, così, uscire dal piano culturale della contraddizione in termini. Sembra proprio che l’esserci stesso della cultura inneschi un processo a catena che obnubili la conoscenza. E allora solo l’aderire alla conoscenza, non preclusa a nessuno, può far capire ad ogni essere umano a che punto è, amplificando il piano culturale, contemplando il naturale significato e con esso contemplarsi, così, prima del silenzio del potere, conoscere l’inconoscibile silenzio. Ogni essere può essere dove Dio sarà o essere altrove se in esso vuol conoscere senza potere: nella voce del silenzio.
Il
rais non si cura dell'ultimatum e replica a Usa e Gb
"Sono dei mentitori, le
Nazioni Unite lo dicano chiaramente"
Saddam
Hussein all'Onu
"Revocate l'embargo"
Prosegue
intanto la distruzione dei missili "al Samoud II"
Saddam Hussein chiama in causa le Nazioni Unite e chiede al Consiglio di sicurezza di revocare l'embargo che grava sul suo paese dai tempi della invasione del Kuwait. Perché l'Iraq - spiega il rais - sta ottemperando a tutti gli obblighi imposti dalla comunità internazionale. (8 marzo 2003)
DAVANTI ALLA CASA BIANCA
In manette venticinque pacifiste
Migliaia di persone, soprattutto donne, hanno manifestato per la pace in occasione della festa dell´8 marzo in molte località degli Usa, fra cui Washington dove (in un parco non distante dalla Casa Bianca) sono state arrestate 25 appartenenti al movimento femminista «CodePink». Le donne sono state ammanettate con l´accusa di aver attraversato le linee di sicurezza poste a tutela del complesso presidenziale e di aver manifestato senza autorizzazione in un´area chiusa al pubblico. Sono finite in manette anche due note scrittrici, Alice Walker e Maxine Hong Kingston.
New York, 22:10
Iraq, Carter contro Bush: guerra viola principi America
Papa: scegliere tra pace e guerra, tra bene e male
CITTÀ DEL VATICANO. La scelta tra pace e guerra, nell'attuale situazione internazionale, è anche una scelta tra Bene e Male che chiama i cristiani, proprio in questo periodo quaresimale, a respingere le tentazioni di Satana, come fece Gesù nel deserto: è il duro ammonimento pronunciato oggi da Papa Wojtyla, durante l'Angelus in piazza San Pietro.
Chirac
e Schroeder invitano Putin a presentarsi
al Consiglio di sicurezza per
l'ultimo voto contro Bush
"Tutti
all'Onu
per mettere il veto"
Parigi
lavora anche sugli indecisi come Camerun e Angola
martedì 11 marzo 2003
Ieri sera ho visto tf1, e ascoltato il discorso di Chirac, che rivolto alla nazione francese ha spiegato i motivi del no alla guerra. Ho ascoltato un discorso di alto profilo morale politico e di significato, un’alternativa concreta alla povertà culturale del mondo della prevaricazione economica militare a cui la linea del presidente Bush crede. Che Chirac sia un uomo di destra è saputo e che per questo abbia una certa visione dell’economia anche, la dimensione pragmatica del concetto di libertà e dignità cooperativa espressa nella sua posizione non può che essere motivo di qualità, per chiunque a tale qualità vuole ambire, e rappresenta l’unica strada per il proseguo dei rapporti planetari. Che il potere e il denaro mai come prima rappresentino un modo di concepire il potere e la politica, come un sistema di vita intriso di volgarità presupponenza, competenza qualunquistica, confusa per libertà e talento artistico – insomma una cialtroneria come mai. Che in effetti la vita quotidiana debba svolgersi in un clima siffatto è estremamente faticoso, per chi come me, crede nella bellezza – e quanto ieri sera ho visto a rai 1, le cretinerie degli uomini politici che in questo momento rappresentano il governo, ascoltato il servilismo dei giornalisti, anche della stampa, preoccuparsi di quel chi dicevano, tacciandosi da indipendenti, senza un reale costrutto d’identità che li facesse tali, privi di argomenti autonomi, ma espressioni legate alla convenienza del potere che vogliono e credono di rappresentare. Quel profilo di pensiero che tutti insieme meccanicamente, ed anche alquanto subdolamente esprimevano per dire al pensiero della gente che dato che la guerra la fa il più forte militarmente conviene stare dalla sua parte, giacché è sempre stato il nostro alleato e qualunque cosa faccia per noi va sempre bene, perché ci conviene. Come inventarsi un modo pubblicitario per fa sì che l’eventuale parere del governo rispecchi il pensiero istruito dai sistemi della comunicazione – è volgarissimo questo sistema e come sono cialtroni costoro che si servono di ciò per il proprio tornaconto personale, per la proprio personale economica di potere, per rendere servili chiunque. Questa è la situazione generale di un’Italia povera, del suo piano culturale inesistente, e quant’è ridicolo l’orgoglio patriottico di cui ci si vuole investire. E allora non ci resta che essere italiani e guardare il mondo con altri occhi e spirito, senza pensare alla zavorra che crede di essere. E oggi pomeriggio all’Ono c’è il mondo da salvare, contro la meschinità del potere.
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
To: "digiland.libero.it" <noreply@digiland.it>
Sent: Friday, March 14, 2003 11:49 AM
Subject: Re: Comunicazione spazio web di Digiland
Risposta:
From: "Mail Delivery Service" <postmaster@iol.it>
To: <patrizio.marozzi@libero.it>
Sent: Friday, March 14, 2003 11:46 AM
Subject: Delivery Status Notification
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From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
To: <Newsletter@iol.it>
Sent: Friday, March 14, 2003 12:10 PM
Subject: Fw: Comunicazione spazio web di Digiland
digiland
devo inviarvi una e-mail oltre i 320 caratteri, per rispondere del problema" - di digilan comunicatomi, se vi interessa datemi un indirizzo e-mail adatto
risposta:
La
tua richiesta è stata inviata.
La risposta ti arriverà via e-mail.
Grazie.
Questo server abilita ad internet circa otto milioni di computer dichiarati, più avanti nel libro trovere scritto ciò ch’è scritto nel mio sito web.
Il regime della follia americano, insiste per una guerra che non ha nessuna causa, e anche se l’avesse vede nella guerra l’unica soluzione. Nazione da sempre forcaiola, in questo governo Bush ha coniugato l’evoluzionismo più becero e avanzato della sua mente psicologizzata nel sistema stesso di una mente malata che vede nel potere attraverso tale sistema, l’inganno per sovvertire la logica della ragione e della realtà, così, mentre i popoli del mondo intero chiedono la pace e ogni formazione politica di buon senso si determina in questo – il governo Bush, con i suoi galoppini spagnolo e inglese e l’ambiguità del governatorato italiano, che rischia di essere spazzato via dal fronte di guerra in Afghanistan, dove sono impegnati al solo scopo di uccidere il nemico, soldati italiani, a solo titolo governativo – mezzo secolo di pace, con una costituzione pregevolmente tenuta in conto dalle nazioni unite, nella possibilità di solidarizzare nelle missioni militari di pace con le popolazione coinvolte, fanno bene alcuni parlamentari dell’opposizione ad occupare il parlamento. Di fatto si è in guerra a fianco degli americani, pronti a ricevere gli elogi dei vincitori, come servi senza nazione né costituzione, insieme ai forcaioli che non vedono redenzione, né si pentono mai. E allora qual è l’effetto che vuole generare, questa guerra del comportamentismo di potere, senza una causa, forse controllare il medio oriente, destabilizzarlo e stabilizzarlo a piacimento, determinare le politiche europee, e poi magari partire per una nuova guerra, magari nelle filippine, fatta nei suoi svariati modi e con il bene placito dell’imperatore del Giappone – forcaioli incalliti, rozzi e volgari, che non sapete capire il mondo, pronti ad una guerra, che secondo il vostro diritto è già criminale, che non tiene in nessun conto la debolezza dell’avversario, - non volete dialogare ma soltanto sparare solo preoccupati di non poterlo fare, vi parate il culo con possibili risoluzioni o intenti che impediscano la pace - impartite lezioni a destra e manca, sulla democrazia, quanto siete l’unica ad essere ancora forcaiola, vedendo in questo l’unico sistema del diritto. Tranne quegli stati dell’unione dove sembra non esserci la pena di morte. Siete il plus ultrà di quel sapere del 2x2 e su questo si edifica il mondo, fino alle conoscenze più strabilianti, ma non conoscete neanche il dubbio, per interrogarvi su quel che vi è prima di quel 2x2. del resto come potrei dire che non ho incontrato ancora persone intelligenti, pur sapendo cos’è l’intelligenza se non ci fosse questo vostro postulato a dimostrazione – potrei lo stesso comunque – Voi mi sembrate quei matti che dicono di credere nell’alterità, ma non sanno far altro che proporre la soluzione dei propri problemi, come problemi dell’altro e, per questo così essi necessitano della vostra soluzione, che a voi tanto è servita – non capisco perché non si applichi tale pragmatismo a chi muore per “fame o sete” – mi sembrate come quei comportamentismi incalliti, che per darsi un tono dicono anche di essere Junghiani, e fanno proprio come fate voi concependo il fatto che la loro esperienza, la loro individuazione, sia proiettabile pari pari sull’altro, senza conoscere e avere esperienza del fatto che la loro individuazione non può che essere unica, e deve servire per dialogare con il processo d’individuazione di un altro, rendendo con questa capacità d’esperienza che si ha, unico il processo di relazione, e l’alterità realmente conoscenza nella reciprocità nei relativi piani della propria amplificazione e analisi della comunicazione. Tutto ciò viene rozzamente restituito dagli incalliti in una relazione che cerca solo di preordinare un livello di comunicazione che dà all’alterità niente altro che una specularità che cerca solo di acclarare l’effetto su cui determinare la propria volontà d’azione, per determinare l’effetto della cosiddetta esperienza predominante, questa alterità siffatta è molto simile al linguaggio delle scimmie antropomorfe e finisce vieppiù per determinarsi in un processo, di azione e contrazione a carattere imitativo, dove l’imitazione prende il senso del significato, al di là sia della causa, che della comunicazione, ma cerca solo un grado di forza per affermarsi come la soluzione, così: “quello che vedo è ciò che io voglio vedere, quello che comunico è ciò che vedo di quel che io voglio fare, senza ben considerare quel che si dice o si ascolta.
Questa mancanza d’identità, si cerca nel mondo e si verifica in ognuno e la guerra e la guerra di tutto il mondo, questa è la visione del potere più piccolo o più grande e della guerra: “La schiavitù dei servi è quella di affermarsi sulla libertà, per essere gratificati nella “coscienza” da chi li rende servi – il servilismo e la prevaricazione degli schiavi è irreversibile – nella giustificazione del male che li rende e rende schiavi, e che per tale giustificazione trova per loro il significato di bene, come bontà e bene che deve affermarsi sulla libertà attraverso il servilismo ch’è schiavitù della menzogna, che vuole dire quale siano l’intenzioni della verità – per rendere così indispensabili l’intenzioni della menzogna, come spiegazione e motivazione del bene. Il desiderio del potere che la schiavitù sia affermazione sulla libertà, che non cerca né schiavi né servi, ma di servire.
Bush senza l’Onu concende 48 ore …
La Francia boccia l'ultimatum
"E' contro la volontà
dell'Onu"
Guerra all’Iraq. Il testo integrale del discorso di Bush, vittima di se stesso, alla Nazione americana
Gli Stati Uniti d'America hanno l'autorità sovrana di usare la forza per assicurare la loro sicurezza nazionale. Buona notte e che Dio continui a proteggere l'America".
Baghdad è piena di luce e illumina la notte, mentre le bombe cadono sulla città, contaminando di radiazione la terra e distruggendo i musei, i nuovi barbari l’hanno chiamata operazione terrore.
In Texsas è stata eseguita la trecentesima sentenza di condanna a morte, da quando, un ventennio fa, il boia è tornato all'opera dopo una moratoria. Il Texas è lo stato dell'Unione dove la pena di morte viene applicata con maggiore frequenza.
Istruttoria su Wind-Enel?
Bruxelles, 14 marzo 2003
La Commissione europea ha aperto una istruttoria su presunti aiuti di Stato concessi in favore di Wind attraverso Enel.
Wind. Enel acquista il 26,6% da France Telecom per 1,3 mld
Roma, 21 marzo 2003
L'Enel ha acquistato il 26,6% di Wind da France Telecom per 1,3 miliardi di
euro. Lo comunica il gruppo elettrico che passa così al controllo totale della
società di tlc. Il prezzo "implica uno sconto di oltre il 30% rispetto al
valore di carico di Wind in Enel". Aggiungere una + un algoritmo e un =
“!”
Michael Moore
"Vergogna, vergogna, vergogna, sono contrario a questa guerra e a un uomo (leggi Bush) che ci manda in una guerra fittizia per una realtà fittizia". Così , e non poteva essere altrimenti, commenta il premio da lui ricevuto per 'Bowling a Columbine (miglior documentario) tra gli applausi della platea.
Iraq. Villepin :"Nessuno può erigersi a guardiano del mondo, gli USA hanno bisogno dell'ONU"
"Dopo quella irachena la comunità internazionale dovrà fare i conti con tutte queste crisi. Dovremo arrenderci alla realtà, affrontare la crisi regionale mediorientale, dovremo affrontare il terrorismo". Guarda al dopo, il ministro degli Esteri francese e ai microfoni di France 2 non perde l'occasione di criticare aspramente l'amministrazione Bush: se non si riavvicina all'Onu, dice, "come sarà risolta la crisi in Medio Oriente? Può uno Stato solo risolvere la crisi in Medio Oriente?".
"Di fronte alla varie crisi mondiali in atto - ha proseguito il ministro degli Esteri di Parigi - abbiamo bisogno di trovarci l'uno con l'altro. Come possiamo risolvere la crisi in Medio Oriente? Come può un unico Stato da solo risolverla per proprio conto?".
Gli Usa, ha detto ancora Villepin, "non hanno altra possibilità" che quella di passare attraverso le Nazioni Unite. "Gli Stati Uniti hanno bisogno dell'Onu", ha insistito, "specialmente adesso, nel momento in cui essi si ritrovano a dover fronteggiare l'emergenza umanitaria" in Iraq.
Come si vive in una società di servi, è presto detto senza libertà d’espressione, senza possibilità di un confronto sulla libertà e senza un significato culturale, nell’ambito della qualità d’espressione creativa – il tutto è ridotto ad un sistema che della menzogna fa la logica prevaricante dei più che non ravvisano tutto ciò in quel che gli accade e che per ciò servono alla storia delle dittature, un piano culturale che toglie verità alla stessa pietà umana. La coscienza di una logica prevaricante è stata sempre dai più, servi, immedesimata, quando le loro piccole e grasse convenienze vengono meno nella caduta stessa del sistema della menzogna e dell’ignoranza che l’alimenta, quanto la mediocrità del loro talento deve fare i conti con la verità, che loro hanno usato come sopruso verso chi conosceva e conosce la libertà in ragione dello stesso esprimerla. Di chi hanno senza moralità prevaricato con l’ignoranza di un consenso che gratificava la loro ignoranza di potere, sia esso piccolo o grande d’importanza, sempre meschino e volgare e, arrogante in ragione del loro essere servi del sopruso, nell’ignoranza malatamente gratificante della convenienza del sopruso stesso, usato nel prevaricare la dignità morale, coscienza responsabile della libera espressione del vivere della consapevolezza della realtà, delle sue conseguenze al di là della gratificazione della convenienza sulla menzogna, ch’è sempre una falsa convenienza, che fa dell’ignoranza il censore della libertà, la coscienza autocratica che cerca la morte civile di chi si esprime liberamente e dissente dalla menzogna, in ragione della sua responsabilità umana verso se stesso, l’umanità e la vita. In ragione di questo la democrazia basata sull’ignoranza e la prevaricazione sociale delle logiche economiche, alimentate da pochi, ma che per esse governano e influenzano il sentire della consapevolezza di molti, con un consenso emotivo governato da strumenti d’informazione surrettizi quanto plagiatori della verità dei fatti, in funzione di una loro rapida dimenticanza e assuefazione emotiva alla verità più conveniente e, confacente alla propria debolezza morale che psichicamente trova ogni giustificazione e moderazione al “ricatto economico conveniente” a cui si è sottoposti, per assecondare chi della morte è il più procacciatore, il più forte e la sua menzogna. Se vi è un rischio alla libertà civile in una percezione siffatta, sono altresì subdoli gli strumenti di controllo e i fattori condizionanti nei confronti della libertà civile. (a tal proposito, più avanti in questo libro, troverete una lettera anonima, bene non tanto per la contemporaneità ch’è incapace oramai di percepire la gravità di quanto vi è scritto, ma a momenti di altro talento, non quello contemporaneo, sia culturale che artistico, dico che quanto vi è riportato, non solo è reale, ma l’estensione di ciò che vi è scritto, in quell’ottica folle di quel funzionale identifica bene, quale sia il livello di consapevolezza morale intellettivo di questa epoca e, della sua assoluta irresponsabilità) Questi sono i presupposti con cui un sistema democratico come quello americano, governato da un’amministrazione che ha riferimento diretto con l’industria petrolifere e delle armi, sta distruggendo, per imporre la sua idea di democrazia, l’Iraq, insieme ad i suoi vassalli e, nella speranza dei servi della gleba. Convinta che questi suoi presupposti di guerra, siano garanzia migliore per chi nel culto della personalità di una dittatura senza potere militare, cerca di aprirsi ad un mondo che cambia, che le chiede trasparenza in cambio di libertà, perché possa trasformarsi in dignità per la vità civile nella cultura di “quelle terre, nell’ambito della pace e della vita, senza nessuna pena di morte, con un diritto che fa della pietà la sua identità democratica. Del resto io dicendomi Italiano mi sento alquanto imbarazzato, nel costatare il presidente della repubblica, che sembra abbia per consigliere il presidente del consiglio, e cita l’Ono per rendere ondivaga la sua responsabilità nella garanzia della costituzione, oramai più che interpretabile, romanzo rosa della cultura alta italiana, dove le leggi sono fatta tutte in un’ottica monetaria più che economica e politica e, dove la rozzezza dei ciarlatani dell’informazione si presta bene al potere che la controlla, dove l’estromissione e il controllo di chi dissente nel pensare diventa cosa ovvia e normale e, l’indignazione è tutta in un applauso pilotato in un talk show. L’intelligenza è diventata un peccato tanti sono gli idioti alle cabine di comando che sempre più servi trovano gratificazione nell’espressione della loro ignoranza ch’è più importante della libertà, tanto da esserne i valutatori in ragione del merito che acquisiscono prevaricandola e giudicandola. È tutto così pieno di chiacchiere vuote, che neanche una guerra cambia e libera i comportamenti – se una volta un bel pensiero, uno sguardo bello, era già un apice che apriva una donna ad essere considerata come tale, il centro dell’universo che si apre e cerca la libertà, che cerca al di là dei superficiali gesti, che ti vuole come il dare, senza un dove e conoscere; ora in questa masnada di cafone ottuse ed educante convenzionali, quanto nevrotiche, di ceti e ceti economiche, quanto vacche e frigide, l’amare è preclusa anche ad una sega che non sa cosa immaginarsi, tra cornuti e figli di puttana che si vantano e ti mettono in mezzo. Baghdad ancora ha le luci accese, mentre bombardano, e giocano al calcio allo stadio, come se la vita fosse normale, e la guerra non c’entrasse con la sua atrocità, un’atrocità sempre più spietata. Ieri sera anche in Italia si è giocato al calcio e mentre L’Italia batteva la Finlandia, nella Sicilia dove oramai, i mafiosi di prestigio tornano per le ferie, tutti a cantare l’inno a microfoni pieni, e stavolta neanche un contro canto, come nell’under 21 con qualche striscione della pace, il risorgimento, di cui ci ha tanto parlato la nostra comica, prende piede, questa bandiera che dovrebbe essere onorata, dicono ancora con la morte, ci rende orgogliosi, poi il mare di servi si becca cinque messaggi pubblicitari subliminali durante il primo tempo – e non può fare niente – ciò perché proprio il loro stato emotivo, quella partecipazione alla partita dà maggiore efficacia a quei messaggi, e sono talmente coglioni che pensano ch’è solo pubblicità, senza sapere che cosa essa sia. Tutto questo nel momento della guerra, dove l’emotività è più reattiva. Questo è il risultato della censura a protezione dei bambini, che il nostro rappresentate di facciata dell’informazione Gasparri ci ha detto servire, appunto, per evitare che gli adolescenti capiscano cosa è una tetta e un culo, quando c’è l’amore, perché i genitori dovrebbero spiegarglielo, il significato di ciò sembra contorto, ma e solo perverso; in modo che con il bombardamento mediatico e gli spot ovunque, i genitori non sappiano quel che dicono ai loro figli, ma sanno cosa dire. Poco prima di questo governo Berlusconi c’era il garante che appunto per salvaguardare l’individuo da tutto ciò propose un disegno legge che vietasse ogni interruzione pubblicitaria ovunque durante le partite di calcio e l’interruzione di un film solo tra il primo e il secondo tempo. Ma adesso appunto abbiamo la censura che ci controlla e quindi siamo più liberi e per questo gli spot sono ovunque e non c’è bisogno di scegliere, quale garanzia migliore – e non è vero che in tutto il mondo è così – quindi viva la libertà di essere servi, io non ho visto naturalmente il secondo tempo della partita della nazionale, ero troppo urtato per questa idiozia, ma come dicevo all’inizio come si vive tra chi non è libero… di conseguenza credo che far leggere questo scritto in questo momento, avrebbe un effetto tutt’altro che benefico su chi ha il cervello occluso – del resto neanche dalle opposizioni di governo c’è questa attenzione, avranno guardato la partita come tutti gli altri, solo le conseguenze pratiche ci dicono quello che sta accadendo, ma basta cambiare l’abbinamento delle parole e far finta di niente, fin quanto lo si immagina. Ma del resto non posso essere certo che qualcuno non stia leggendo quello che sto ora scrivendo, semplicemente da un satellite, potrebbero clonare le frequenze del mio monitor, ma sono troppo pigro per tornare alla macchina da scrivere, tanto nel qual caso, loro sanno che ho ragione e non potranno continuare a cambiare l’abbinamento delle parole nella loro testa per sempre.
Ieri ho osservato un cretino, che insieme ad alcuni altri idioti, ha passato tutta la giornata a cambiare auto per farsi vedere “ogni volta dentro un auto diversa, che erano dello stesso modello di quelle di persone che ha loro volta hanno fatto le stesse cose che questa persona ha fatto in questa unica giornata e che ho incontrato dovunque io andassi, come se costui dovesse in qualche modo influire su quello che io facessi, attraverso questo suo mostrarmisi e, quello che io facevo in definitiva lui faceva, o diceva quando poteva farsi ascoltare da me, che in conseguenza di quello che facevo lui ripeteva quello che lui e chi con lui pensava che io pensassi mentre facevo quel che facevo. Ora se già questo verificarsi è oltremodo sconclusionato, immaginate cosa mi è accaduto quanto insieme a costui vi era una donna, che magari è anche la sua donna, e che insieme vivono il loro stato d’animo proiettando su di me, le loro fantasie desideri e illusioni, pensando che quello che io penso sia quello che loro in questo perverso modo vorrebbero che io pensassi, e ancor di più provassi. Tanto che l’immaginare l’inimmaginato, finiscono sempre per comportarsi come dei pazzi e immaginare cose al di là della realtà, con una così precisa perversione da sembrare anche razionali, se non per il fatto, che il loro comportarsi da pazzi viepiù finisce per essere solo una molestia continua e la loro immaginazione solo una calunnia che comunicano a chiunque per vera; e non c’è pazza o puttana che incontro in questo paese che sia capace di scoprire la realtà, se non come questo pazzo e questa pazza e con loro impazzire, fin quanto non hanno più nessuna percezione del bene e del male, e soprattutto scambiano un atto grave per uno irrilevante, costui a questo punto, dopo aver fatto il pazzo per far sì che mi accorgessi e pensasi a quello che con questi “gesti pensava io pensassi, non solo di cambiar macchina, tante volte, e passare sotto la mia casa, o suonare il clacson ogni volta, o una volta sì e una volta no, a secondo di quel che immagina, o peggio a secondo di quello che mi vede fare e che lui immagina io faccia perché vedo lui – o magari insieme a chi a coinvolto nelle sue immaginarie calunnie, mi trovo con gente ma così cafona o raffianta da essere veramente fastidiosa solo perché in qualche modo vogliono avere un certo tipo d’influenza su di me. Insomma in questo casino che si è creato e che mi rompe i coglione e la vita, capita che nella sua elaborazione folle, insieme a tutti questi “valutatori pazzi” finisca per investirmi, o tamponarmi lui o per suo folle tramite qualcun altro , solo per crearmi una rottura di scatole e appagare il suo perverso pensare, senza avere nessuna percezione delle conseguenze di ciò, ma solo una labile giustificazione autoassolvente, o peggio delinquente impunita, senza nessuna consapevolezza. Insomma quello di ieri, non era un collaudatore di auto che incontravo coincidenza dovunque andassi, ma proprio uno di questo mobbisti schizzati di questa epoca. Sembra una premessa tutto ciò, in realtà pensavo proprio a quello che in questa guerra sembra la cosa più ovvia la pazzia immaginativa e auto giustificatoria di chi giorno dopo giorno, cerca un alibi alla distruzione, aggressione di una nazione in ragione di un bene immaginario e autogiustificatorio; a tutta quella informazione che demistifica la morte trovandole un valore morale, quasi rappresentasse i buoni contro i cattivi che devono morire, e quanto sono civili devono morire perché, dicono che stanno con i cattivi, e allora poco importa, si imbrogliano un poco le carte o i termini o si dicono le bugie, tanto alla fine saranno i buoni a vincere e le morti saranno state necessarie per il bene. Ma i buoni sono quelli che hanno voluto la guerra, sono quelli che buttano bombe radioattive e contaminano il suolo, sono quelli che hanno ucciso militari in inferiorità e civili sempre più sistematicamente, sono quelli che vogliono il petrolio, sono quelli che combattono per i loro interessi privati, sono quelli che stanno mutilando i bambini, sono quelli che hanno più soldi, sono quelli che hanno immaginato quello che pensasse la gente sotto le bombe e che per far sì che costoro pensino quello che loro immaginano, giù ancora più bombe, sono quelli che per ritorsione contro chi non ha accettato la guerra vogliono boicottare, la cultura, magari della Francia, perché pacifista e cattiva, sono quelli che ti dicono noi siamo i più forti e vinceremo, che importa tutto il resto, vieni con noi – ma anche questa è l’immaginare l’inimmaginabile – sono quelli delle nazioni serve con i loro governati che rispondono di sì a questo, solo perché hanno intrallazzi di ordine mafioso, più che di governo, e assecondano le bugie per dar credito al più forte, solo in ragione della sua debolezza che cerca di sopraffare con la morte giusta quant’anche la ricerca della verità, tanto ne ha paura, che non può immaginare di non essere così il più forte, quello che ha ragione, così guardano alla convenienza del potere presente, senza immaginare che anche gli altri hanno un futuro e, che hanno il diritto di viverlo insieme al presente e non dove il potere di chi non ha futuro impone solo la loro convenienza, la loro perversa fine, che dicono sia verità perché distrugge nel loro presente, il presente di chi ha un futuro, e in ragione di questo la chiamano verità e bene, mentre non è altro che menzogna e sopraffazione.
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@tiscali.it>
Newsgroups: it.cultura
Sent: Friday, April 04, 2003 2:22 PM
Subject: Iraq e le dittature
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@tiscali.it>
Newsgroups: it.discussioni.giustizia
Sent: Friday, April 04, 2003 2:24 PM
Subject: Iraq e le dittature
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@tiscali.it>
Newsgroups: it.economia
Sent: Friday, April 04, 2003 2:26 PM
Subject: Iraq e le dittature
Iraq e le dittature
Ieri si è vista la popolazione civile a mani nude con il proprio corpo respingere gli agloamericani, per allontanarli dalle mosche, ma l’altro ieri Blair fomentava gli animi dicendo nel suo parlamento che gli Iracheni avrebbero minato le moschee – quindi credo che ci sia da preoccuparsi, perché ogni accusa finora inventata dalla coalizione agloamericana è stata descrizione precisa del suo comportamento, che continua a provocare morte e distruzione ovunque, sarà questa una loro proiezione di quel che vogliono fare a Baghdad, di certo ieri abbiamo visto oltre agli ospedali pieni di feriti, anche gli elicotteri in azione andare su una residenza di Saddam e i marines penetrarvi dopo averla già oltremodo bombardata, insomma ieri Powel è venuto in Europa per mostrarci che oramai le carte sono scoperte e vedere quanti passano dalla parte del vincitore, non si capisce perché voglia tirare in ballo la nato, quando per costituzione se la nato dovesse agire dovrebbe farlo contro gli Stati Uniti, che ha violato ogni diritto internazionale, che sta propugnando una guerra illegale e che sta determinando la sua politica estera nell’imposizione del suo potere militare, come certificazione di una democratizzazione, socialmente darwinista, che è la rappresentazione palese della dittatura del ventunesimo secolo. E già oggi i parlamenti Statunitensi con il voto dei repubblicani hanno deciso l’occupazione politico militare dell’Iraq e stanziato 80 mdl, più di quanto chiesto dal presidente Bush, per continuare la guerra e con decreto escluso la Francia la Germania, la Russia e la Siria, dallo spartissi le commesse per la ricostruzione e lo sfruttamento dell’Iraq, nazioni accusate di essere contro la guerra e per il ripristino reale post bellico al popolo iracheno. Di certo così gli Stati Uniti forse potranno anche smettere di indebitarsi con l’Arabia saudita, per controllarne la politica, usufruendo del petrolio iracheno e tenendo di scorta il proprio – va anche detto che se grazie al sistema di corruzione hanno procrastinato l’informazione degli ultimi falsi in bilancio delle più grandi aziende degli Stati Uniti, danneggiando ancor di più il cittadino americano, il controllo della spesa pubblica americana, non so quanto sia ancora controllabile, tra il fattore reale dei bilanci dei suoi istituti” e le possibilità di crescita reale della vita democraticamente sociale – finirà che dietro le politiche di guerra c’è anche il tentativo di mascherare e risolvere problemi interni tutt’altro che irrilevanti, per una economia di guerra a 360° - c’è da dire che non so poi se ci sarà ancora petrolio per gli emiri collezionisti di auto, se poi Saddam non avesse ancora finito di pagare i danni di guerra del 92, sicuramente inferiori di quelli che gli Stati Uniti dovrebbero pagare all’Iraq. Sta di fatto che il ripudio alla guerra ch’è totale nelle coscienze sane, è nullo in una logica del diritto che fa nell’imposizione della forza e delle armi, anche lo strumento mistico di una verità che combatte contro il male, come espressione del bene che vince, ciò non può che finire per giustificare l’azione violenta di chiunque che in tale azione vede il soddisfacimento, l’appagamento di ogni suo intento. E’ questa folle idea che sta attraversando i parlamenti democratici e mostra quale sia la loro reale costituzionalità. Se in definitiva gli Stati Uniti perseguono una vittoria e per attuarla concordano perfettamente con la logica della pena di morte come affermazione di tale vittoria, è legittimità del suo diritto nell’illegalità della guerra, tale visione portata dentro i parlamenti europei mette in evidenza quale sia il livello di democrazia che vi si riesce ad applicare. Tornando a quelle dichiarazione di Blair nel parlamento inglese non solo con esse si ridicolizza una nazione, ma vi si afferma che vi è una legittimità perché un diritto che applica la pena di morte abbia voce in capitolo sulle decisioni di fatto della costituzione di un altro stato – come è moralmente schifosa la posizione del governo Aznar che applica tale costituzione, con chiaro riferimento al profitto economico che potrà trarne, dall’applicazione di una costituzione che illegalmente sta facendo la guerra ed applica la sua sentenza di morte. E non può che essere oltre modo chiara la posizione delle opposizione che già da tempo hanno chiesto la cessazione della guerra. E a tal proposito non posso non osservare le posizioni del governo italiano, che nel suo tentativo di costituire una logica di regime che determini il suo potere che ci dice ciò ch’è democratico e no in base agli interessi a cui fa riferimento, che appoggia Bush per i subappalti dell’Eni e ora anche per la subappaltatrice Enel, che Berluscono galoppini Bush per sfrontare con Blair le politiche democratiche dell’Europa, a favore della democratizzazione che Gli Stati Uniti vogliono imporre ovunque, e che Berlusconi vuole imporre all’Italia – a tale proposito, se ci saranno le prossime elezioni italiane, immagino tutto il potere della manipolazione, che si sta collaudando in questo periodo, e ancor più elaborato e oppressivo, lasciando che tutto ciò avvenga senza che gli italiani se ne accorgano – usare la pace, ma alzare la qualità dell’intelletto. Per quel che riguarda la posizione del governo che si è preoccupata che la guerra continui, ma che non ci siano profughi in Italia, sembra che grazie agli iracheni ci abbia azzeccato, ma ciò non toglie che l’appoggio ad una guerra illegale, di uno stato che applica la pena di morte comporti per lo stato italiano “tutto” che un’unica posizione, che quella di chiedere la fine immediata della guerra e la fuori uscita degli invasori, per il ripristino del diritto internazionale: i calcoli dei morti sono riflessioni che fanno gli assassini, che Dio li perdoni – quelli che hanno meno soldi, sono quelli che più spesso sono condannati a morte negli stati uniti, ma quello che mi fa riflettere è anche il pensiero espresso da un componente la corte suprema degli Stati Uniti a proposito delle elezioni che hanno portato Bush alla casa bianca (riporto la traduzione così come è apparsa in televisione): “Sebbene probabilmente non conosceremo mai con certezza l’identità del vincitore delle presidenziali quest’anno, l’identità dello sconfitto è perfettamente chiara.
È stata sconfitta la fiducia della nazione nel giudice come custode imparziale dell’applicazione della legge.”
p.s.
Non dimenticando ch’è già possibile dall’acqua ricavare combustibile.
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From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@tiscali.it>
Newsgroups: it.cultura
Sent: Monday, April 07, 2003 12:41 PM
Newsgroups: it.economia
Sent: Monday, April 07, 2003 12:45 PM
"Vale la pena ricordare...
che la causa di Israele non è solo la questione ebraica, non più di quanto la
causa dell'indipendenza irlandese non fosse solo la causa di chi ha origini
irlandesi, perché ovunque esiste la libertà, là noi siamo coinvolti. E ovunque
è messa in pericolo, là siamo noi in pericolo".
John F. Kennedy, 25 agosto
1960
I punti di vista sul mondo si susseguono e ognuno cerca di trasformare le cose per quel che ritiene essere la cosa migliore per il mondo, se è sempre pericolosa la questione di usare la forza per stabilire la verità, la ricerca del suo superamento non può non essere che più vicina alla conoscenza e alla reciprocità. Ieri è stato ferito in Israele un pacifista americano, poco tempo fa un carro armato israeliano aveva schiacciato un'altra pacifista americana che le si era messa dinnanzi, per impedire che venissero distrutte le case dei palestinesi. “Quando è strano certe volte il mondo delle coincidenze, tutti sappiamo qual è stata la sorte che il potere americano ha riservato ai Kennedy – ma mi sembra comunque evidente che se qualcuno ne ha raccolto i principi e resi più veri, sono sicuramente questi pacifisti americani. Dall’altra parte nel governo israeliano, troviamo un certo Sharon, che è andato al potere dopo l’assassinio Rabin ch’è morto pressappoco come i Kennedy ché aveva incominciato a pensare alla cooperazione nella ricerca della conoscenza e nel superamento della forza, queste idee di libertà sono intollerabili per chi crede nella verità come affermazione narcisistica del proprio potere e per questo usa la forza per dire quale sia la verità, l’unica cosa che si genera in conseguenza di ciò è sempre la stessa, la morte per esercizio del sopruso e della violenza. Del resto qual è la situazione in Israele in questo momento se non di guerra, cioè l’annientamento dell’altro. E se l’esasperazione Palestinese ha dato forza alla violenza fino al suicidio per l’omicidio di giovani, che avrebbero dovuto trascorrere i loro giorni diversamente, figli di un’adolescenza privata, Sharon e chi con lui distrugge le case uccide i palestinesi, ne fa retate affinché non si suicidino sulla sua terra. Credo che insieme a quei pacifisti americani, c’è la stessa gente Palestinese Israeliana che sa cos’è la conoscenza e ch’è costretta a subire il sopruso della violenza della menzogna e che non vuole morire, che non vuole che chi è già morto dentro continui ad uccidere, a negare la vita. Spesso mi chiedo se tutta quella gente, specialmente in Italia, che continua a dire che i pacifisti sono antiamericani pretendano questo sacrificio, per poi poter dire che i pacifisti americani sono anti israeliani, forse è vero, fanno troppo gruppo, e certe volte sembrano plateali ma se questi sono i risultati vuol dire che ci sono anche degli individui, e che come individui le persona vanno e devono farsi rispettare.
C’è un'altra coincidenza, anche se è evidente che fa parte di un gioco di propaganda, nel vedere Bush che va a Belfast a discutere con Blair, quasi volesse farci intendere essere un Kennedy repubblicano, e mentre c’è guerra in tutto l’Iraq e i suoi soldati mettono le bandiere sui palazzi del Rais di Baghdad, in parte già bombardati, per pensare questa è terra mia e ora ne faccio quel che voglio, mi chiedo quanti dei quei soldati, magari parlano spagnolo, e sono lì perché grazie all’arruolamento possono avere la cittadinanza degli Stati Uniti, certo un giorno tra qualche anno lo spagnolo finirà per essere forse la prima lingua degli Stati Uniti, ma del resto è pur sempre guerra e i giovani americani muoiono per il petrolio e il futuro dell’america libera. Questa idea di essere pistoleri che combattono gli indiani non gli passa? - “Michael Moore: 'Bowling a Columbine” non ho ancora visto questo documentario – E mentre i palazzi del Rais hanno la bandiera americana, Rais che si pronuncia quasi allo stesso modo di Rais, la consigliera di Bush di colore che ha trovato la libertà dalla schiavitù nei cambiamenti di una nazione che aveva reso schiavi i suoi antenati liberi; torna in Africa secondo lei a liberare il resto della famiglia, perché il mondo deve essere tutto libero come lei, ma non so, se forse ha dimenticato che lei tanto tempo fa non era una schiva schiava e che forse qualche suo antenato affrontava le ingiustizie della sua terra, prima che fosse fatto schiavo e portato in america. Oggi dopo che ieri ancora una volta gli americani si sono sbagliati e hanno bombardato un cronista della bbc con al seguito i capi dei Kurdi e una delegazione agloamericana, hanno preso a mitragliate la delegazione dell’ambasciata Russa, che lasciava Baghdad, ultima delegazione d’ambasciata governativa ancora lì, dove solo il nunzio apostolico del vaticano è ancora. Già come i civili morti oltre ai militari Iracheni. La Rais è a Mosca per riallacciare” ciò che le camere degli Stati Uniti per decreto l’altro giorno hanno detto non possibile, non si sa a quale intento o convenienza miri, magari nel ricatto di elargire i contratti che l’Iraq aveva contratto con la Russia e acquisire così una politica di compartecipazione alla gestione americana dell’Iraq. Insomma ora gli americani sono disposti a proprio vantaggio a togliere l’embargo all’Iraq. Non so se la Rais sia folle e se il Bush è solo un articolo che cambia il significato dell’identità, che così fatto acquista tutta un’altra realtà e potere militare e verità – e quale conoscenza cultura o verità. Tornerà Bush dalla luna insieme alla bandiera?!
E ancora ieri mi è andato l’attenzione su questa citazione riportata su la Stampa Web:
IN PARLAMENTO ARRIVA IL DISEGNO DI LEGGE
Case
chiuse: «Mai più lucciole sui marciapiedi»
Addio alle lucciole intorno ai falò: divieto di prostituirsi in luoghi pubblici, sanzioni più severe per i clienti, possibilità di esercitare in appartamento la professione più antica del mondo. A mezzo secolo dalla legge Merlin e dalla messa al bando delle case chiuse, il governo, superate le perplessità dell´Udc, si ricompatta sulla linea Lega-An del «mai più prostitute nelle strade» e presenta alla Camera un disegno di legge sostenuto dall´intera maggioranza. Lunedì l´esame in commissione Giustizia, prologo di un iter che si annuncia rapido. Il provvedimento fronteggia il fenomeno (25mila «lucciole» entrate in Italia dal `99) e introduce nell´ordinamento il reato di «associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione». Il testo, composto di cinque articoli, porta le firme del vicepremier Fini e dei ministri Bossi, Prestigiacomo, Castelli, Pisanu e Tremonti. No alle strade, sì alle abitazioni private. Per le lucciole «on the road» multe da 3mila euro e, in caso di recidiva, due settimane di carcere. Per i clienti 4mila euro di sanzione. Non potrà più essere accusata di favoreggiamento la prostituta che assiste una sua collega senza ricavarne profitto, né chi gli affitta l´appartamento. Via libera, insomma, al revival in Italia delle case di piacere, fatta salva, però, la prerogativa dei vicini di casa di inserire nel regolamento condominiale appositi divieti.
Come tutta la nuova moralizzazione di questo paese, non vi è nulla di nuovo solo un po’ più di ipocrisia. E stranamente come molte delle leggi degli ultimi tempi la moralizzazione della prostituzione passa attraverso l’uso monetario che ne viene fatto. Dove in ragione del maggior investimento vi è più possibilità di assolvere gli obblighi di legge, in relazione alla strutturazione programmatica della realizzazione economica tra le parti, dallo sfruttamento al monopolio economico.
Per quel che mi riguarda ieri ho ricevuto un messaggio da quelli di libero, ignorata la mia richiesta, e ricevuti dei messaggio non interpretabili, su dei consigli che avrebbero avuto dalla polizia per controllare meglio i propri siti, diceva: From: "digiland.libero.it" <noreply@digiland.it> Ciao patriziomarozzi, come anticipato in una mail inviata oltre 15 giorni fa, ci risulta che il tuo sito http://digilander.libero.it/patriziomarozzi non venga aggiornato da oltre 18 mesi. Non essendo stato da te rinnovato entro il 31/03/2003 Digiland ha provveduto alla rimozione di tutto il contenuto del tuo sito ed alla disattivazione del servizio di Spazio WEB.
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@tiscali.it>
Newsgroups: it.cultura
Sent: Wednesday, April 09, 2003 1:00 PM
Newsgroups: it.economia
Sent: Wednesday, April 09, 2003 1:01 PM
Subject: Cacatoi d'oro
Forum la guerra de La Spampa.it
cacatoi d’oro
L’altro
ieri gli agloamericani ci hanno detto di essere entrati nei palazzi
presidenziali, e l’unica ossessione che hanno avuto è entrare nei bagni per
vedere se la rubinetteria era d’oro e mostrarcela. La confusione sul senso
dell’informazione in una retorica di guerra è paradossale se non ridicola. Del
resto molti di quei soldati appartengono a tutt’altro ceto economico rispetto a
quello dei loro governanti, e non so se comunque lo stesso non abbiano
avvertito il ridicolo nell’andare in cerca di cacatoi dorati, solo per dire ad
un popolo che la differenza nella democrazia sta tutta nel fatto che né loro né
la popolazione di Baghdad in massima parte ha un cacatoio dorato, e che per
questo sono venuti a liberarli affinché possano dire che loro hanno lo stesso
cacatoio del palazzo dello stato, distrutto e senza acqua e non vi è dubbio che
un cacatoio senza acqua non rende migliore nessun tipo di cacatoio, se poi ci
si mette che non c’è neanche da mangiare e che: - Gli appelli di Croce Rossa, Onu e Oms:
nelle strutture, in cui
mancano anche gli anestetici,
giungono fino a 100 feriti l'ora
Sovraffollati e senza farmaci a Bagdad è allarme ospedali
In
città bambini in pericolo per l'assenza di acqua potabile
"Pessime condizioni
igieniche, si rischiano epidemie di colera" - notizia di stampa-
Diventa assurda la visione di un mondo che vuole mostrarci il significato della vita che si riduce alla distruzione. Non so, questa follia è quella che ci ha mostrato che veniva sparato un soldato iracheno mentre si arrendeva e, questa stessa isteria è quella che ha preso di mira l’informazione: - 8 aprile 2003
Tank spara sull'hotel Palestine
due giornalisti morti e 3 feriti
BAGDAD - Un proiettile partito da un carro armato Usa ha colpito l'hotel Palestine di Bagdad, l'albergo dove si trovano la maggior parte dei giornalisti stranieri. Nell'esplosione fra il quindicesimo e il diciassettesimo piano dell'albergo sono morti un cameramen della Reuters, il trentacinquenne Taras Protsyuk e Josè Couso, 37 anni, cameraman spagnolo di Telecinco. Altri tre cronisti - sempre della Reuters - sono rimasti feriti. Questo mentre, poco prima, durante un raid nella zona del ministero dell'Informazione, che si trova nella zona del Palestine, era stata colpita la sede di Al Jazeera dove è rimasto ucciso un reporter della tv araba e ferito un suo collega. – notizia di stampa -
Eppure non tutta l’informazione è uguale, per esempio ieri ho visto l’aggressività dei bambini che tiravano i sassi contro i carri armati e, che poi finivano anche per essere aggressivi gli uni con gli altri, come aumenta l’esasperazione della popolazione di Bassora per cibo e acqua, eppure questi Bambini qualche testata ha preferito non mostrarli, non perché forse ricordano quei ragazzi che in Palestina prima di impazzire e trasformarsi in uomini bomba tiravano i sassi, proprio come questi; ma per mostraci, ancora, che in fondo la guerra può essere giusta e che l’anima dei bambini è contenta di quel che gli sta accadendo. Chissà forse ci sarà anche qualche ben pensate che dirà che in fondo è giusto non mostrare ciò, per i bambini che guardano la televisione e questa mi sembra la stessa logica che ha voluto mostrarci i cacatoi. Del resto questo stesso giorno dove Bush e Blair hanno detto da Belfast che si terranno tutto il malloppo, e che l’Ono dovrà intervenire per le gravi cause umanitarie, non posso non preoccuparmi oltre questo del fatto che questi due per fatti loro da un bel pezzo si sentono per telefono con Il Berlusconi che ci dice quanto sono bravi, da ben prima che noi cittadini sapessimo della guerra; ch’è contento del fatto di non dover tenere, in conto, secondo lui, per il periodo di presidenza italiana nella unione europea della posizione dell’Ono e della Russia perché non ne fanno parte e, perché lui per interessi suoi personali – di cui non siamo “forse” a conoscenza – è convinto di aver vinto la guerra con gli agloamericani. E quanto suona nefasto e come sembra ambiguo quell’annunciar già che gli Italiani andranno in Iraq per la sanità e come polizia, come già avviene, secondo il suo governo in Afghanistan, dove la costituzione italiana continua ad essere violentata. Lo so che per la mala dialettica dei neo riformisti liberisti incominciare a parlare di una cosa per poi smentirla, ma in realtà farla, significa dare il là alla loro perversione propositiva, ma ormai credo che si sentano così forti, che tra un po’ diranno e faranno le cose più insulse senza nessuna paura, e allora non ho paura che Berlusconi voglia farci manipolatori della nato, ma anche senza questa manipolazione trasformarci in occupanti profittatori dell’Iraq, insieme agli agloamericani per mettere sullo stesso piano la sua servitù e l’esser servi degli italiani. E allora anche se nessuno ha ripreso la sua solita esternazione “culturale”, solo per creare chiacchiere e confusione: “che il centrosinistra ama i dittatori”, mi soffermo su ciò senza neanche chiedermi quale sia lo stato di analisi del presente del centrosinistra, ma mi sembra, ciò, lo stesso paradosso che ha generato la guerra di Bush e soci, che ha sviluppato sul piano concettuale quale sia e come sia difficile valutare l’illusione del progetto del governo mondiale neo liberista, che pone la dialettica sul dover pensare come: “prevenire la prevenzione è meglio che curare”, l’effetto è l’effetto stesso della cura che ha causato il male. E in questo essere di caos universale l’effetto della guerra è il male stesso, la sua espressione e la sua causa e la pace non è il suo bene o male, ma la realtà che annulla la distruttività della guerra, e il potere autodistruttivo del potere. Non vi è altra possibilità in chi propone la guerra che la distruzione, che ripete e ripete se stessa.
Aggiungo che la notizia che: - Manifestazioni
politiche
la Rai dice stop alle dirette
La decisione del cda nasce da un atto di indirizzo della commissione parlamentare di vigilanza dell'11 marzo. Un documento che affermava che "le trasmissioni integrali e documentarie sono riservate, oltre ai casi espressamente previsti dalla legge (sedute parlamentari su richieste di Parlamento stesso; messaggio ex art. 2 della legge n. 103 del '75), alle occasioni ufficiali (feste nazionali, celebrazioni di Stato e simili). Tutti gli altri eventi, di natura politica o sindacale, devono avere trattamento giornalistico che deve rispettare l'obbligo di dar conto della pluralità di punti di vista, nel contraddittorio fra tesi diverse".
Delibera del cda in occasione del corteo della pace di sabato. "La trasmissione integrale riservata agli appuntamenti istituzionali" – notizia di stampa
Se la cosa che i politici non potranno più partecipare ai varietà, non ho capito se in veste di politici, o in quanto politici in nessuna veste, mi auguro che non creino confusione. Il fatto di non trasmettere le dirette delle manifestazioni politiche, solo quelle istituzionali, possa servire ad evitare la spettacolarizzazione della politica, in questo ambito, dove tutto è strumentalizzabile sia l’informazione che le immagini, che i partecipanti. “Mi rimane nella mente un interrogativo più che aperto su quel che significhi nei fatti.”
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From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@tiscali.it>
Newsgroups: it.cultura
Sent: Thursday, April 10, 2003 10:54 AM
Subject: L'assassinio ha vinto, viva la guerra!
Forum la guerra de La Spampa.it
L’assassinio ha vinto, viva la guerra!
Sono finiti i bombardamenti su Baghdad, i morti e le distruzioni non sono dimenticati, e anche se l’Iraq è nel saccheggio e nel sopruso, ciò serve come la guerra, per la guerra. I Vincitori dell’illegalità, per la morte cantano vittoria senza ritegno, mentre i cadaveri sono ancora fumanti, lo spettacolo deve continuare e guai ad non essere in prima file a scambiarsi i complimenti, ora c’è il bottino di guerra. L’esercito per fortuna non ha opposto a Baghdad se non la resistenza delle armi a braccio” e c’è chi gioca al sarcasmo, perché il dittatore, aveva dimenticato che nel 92 la sua guardia repubblicana è stata decimata e che tapino ha continuato a distruggere le sue armi, per rimuovere l’embargo, ancora qualche settimana fa. Disonore al dittatore, che ha lasciato a chi voleva la guerra di farla, che ha lasciato il bottino di guerra all’invasore senza opporre resistenza. Le giustificazioni della guerra sono sempre paradossali e chi non vuole farla finisce per avere più colpe di chi genera morte e distruzione. Come del resto le ragioni che l’hanno voluta sono sempre lì, non sconfessate dai motivi al di là della realtà della ragione, la guerra preventiva ha azzeccato qualche vittoria, gettando il sopruso sulla democrazia e il rispetto, sulla dignità della reciprocità della libertà umana, che cerca di superare la legge della pistola. In questa confusione “dive” le parole diventano assurde, molti hanno dimenticato che la democrazia non può stare con la guerra e che la guerra è sempre la cessazione della democrazia e delle sue regole, e solo una falsa idea di democrazia dice di poter imporre la democrazia con la guerra per la guerra. Questa è una vecchia storia che appunto la democrazia vuol superare e, quando avviene o può avvenire, allora il principio della democrazia si diffonde nella reciprocità, fare in modo che questo non avvenga è già un crimine, un assassinio che assolve se stesso con la vittoria e il suo bottino e, grida, viva la guerra, abbiamo vinto, ora siamo noi che comandiamo.” Cheney sembra abbia gioito per la grande vittoria militare ottenuta. Blair e Aznar si sfregano le mani compiaciuti. E come si può non commentare alcune dichiarazione dei politici italiani, sentire Boselli vantarsi del fatto ch’è stato meglio non chiedere la cessazione della guerra, altrimenti non avremmo visto quel che è già uno spot pubblicitario, abbattere la statua del dittatore a Baghdad, Adornato di f.I. dire che per questo la guerra è stata legittima, e da contro canto La Russa AN dire ch’è contento che a Baghdad non c’è stato un massacro come speravano i pacifisti, che volevano una guerra lunga, per fare propaganda; costoro che fanno discorsi di convenienza sul numero dei morti, e che caldeggiano la morte e la condanna, o chissà forse probabilmente viceversa. Questi ultimi due in particolare, se non ricordo male, sono quelli che scambiandosi la parte nel parlamento italiano citarono Gesù Cristo per dire che egli ha detto: ama il prossimo tuo come te stesso, non ha detto più di te stesso. E come dare torto a costoro e a tutti quelli che hanno imbrogliato per fare la guerra, giacché chi crede di mentire solo per il fatto che lui lo sa ma gli altri non “possono”, non dico che non ha amore per se stesso, giacché e lontanissimo da ciò, ma neanche rispetto e allora cosa pretendere se non una adattamento dell’amore cristiano all’uopo. Che almeno rispettino se stessi, perché nessuno li obbliga a non rispettare gli altri, se non la loro volontà.
“Si fermi la guerra!” Basta con l’assassinio.
Saccheggiatori in ambasciate Francese e Tedesca ancora in attività.
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@tiscali.it>
Newsgroups: it.cultura
Sent: Friday, April 11, 2003 10:49 AM
Newsgroups: it.media.tv
Sent: Friday, April 11, 2003 10:52 AM
Subject: Violenza
Forum la guerra de La Spampa.it
Violenza
quello che sta avvenendo in Iraq in questo momento con il placido consenso delle forze occupanti è il peggio di un peggio che si conosce, che i saccheggi e la criminalizzazione, abbia raggiunto ospedali, istituzioni internazionali come la croce rossa, l’unicef, lascia intendere quale sia la situazione della popolazione civile e in essa dei più deboli che non si prestano a questa situazione di caos, a tanta gente che non è detto si sia trasformata in ladri e banditi, solo perché ai militari occupanti, per il momento fa gioco questa situazione, e lasciano libero sfogo alla emulazione criminale, a chi tra qualche tempo per non vergognarsi di quello che sta facendo, negherà e si giustificherà con il fatto che molti lo facevano – di quelli che finiranno nelle bande al soldo del vincitore per il controllo del territorio, poi forse finiranno in galera e solo i più ricchi e corrotti serviranno all’organizzazione della democrazia organizzata dalla cia. Il popolo iracheno ha sopportato con dignità 12 anni d’embargo, non lasciate che la follia della guerra, che distrugge ogni struttura culturale e sociale si perda nel conflitto e nella guerra stessa, in uno scontro che vi mette gli uni contro gli altri, che mette ogni uomo contro se stesso, non dimenticatevi dell’umanità, che nella vita quotidiana si chiede di avere ad ogni essere umano, indipendentemente dalla legge sociale che lo governa. In questa situazione dove il problema umanitario sta assumendo dimensioni decisamente preoccupanti: Ramsfeld cerca di smentire L’Ono, dicendo che la situazione è idilliaca, che la popolazione sta bene, naturalmente rivolto all’opinione pubblica degli Stati Uniti e a chi vive del rimbalzo dei suoi media. E tal proposito, ieri al tg1 ho visto qualcosa che mi ha fatto a dir poco vergognare e turbare: Lilli Gruber nel tg dell’una ci ha mostrato, l’aggressione di una famiglia nella sua abitazione da parte dei militari, e mentre erano inginocchiati e terrorizzati in uno stato di forte tremore delle donne e agitazione del ragazzo, terrorizzate ed esterrefatte guardavano delle persone non militari che le ingiuriavano, chissà minacciavano di morte, ma non solo questo è quello che mi ha turbato, ma il fatto che Lilli Gruber ci abbia poi mostrato le foto di famiglia di Tarek Aziz, addirittura dicendo di essere stati” nella sua casa e sostanzialmente frugato nei suoi cassetti” per mostraci le foto di una festa di compleanno. Ora dato che io penso che il coraggio della Gruber, può al massimo portala a cercare un caffè nel bar del suo albergo, evitando le cannonate, e per questo certo non la biasimo, vorrei sapere non se gliele hanno date gli americani quelle foto, ma che cosa è successo a quella famiglia, che cosa realmente sta succedendo a Baghdad, a quale gioco si è prestata con quel servizio. Voglio vedere come sta quella bellissima ragazza che ho visto tremare. Se lei Gruber è una pazza, quanto il nostro presidente del consiglio – che dato che tutto il mondo ha capito che questa guerra era già stata decisa da tempo, e a meno che il Berlusconi non ci voglia dare ad intendere, ch’è un pirla e che non ne era informato, tanto che ancora una volta, ha promesso a titolo personale al presidente Bush e Blair di impegnare l’Italia con i carabinieri in Iraq, in appoggio all’esercito agloamericano, e questo sappiamo che porta sfiga, giacché come si sono impegnati gli alpini nei combattimenti di guerra con gli americani in Afghanistan, e sono da distinguere da quelli che sono con l’Ono” come forza di pace, in Afghanistan, poco dopo è iniziata la guerra in Iraq, ora se il nostro presidente del consiglio è un pirla tira sfiga, non ci resta che fare gli scongiuri, anche per il fatto che il nostro gentilissimo presidente della repubblica, finora si è impegnato molto a proposito di Garibaldi, dell’inno nazionale e per fare commentatori e cavalieri della repubblica, opera lodevole senza dubbio – quindi Gruber continui a stare dove più “conviene”, ma lo faccia sulla sua coscienza, senza coinvolgere e violentare quella degli altri.
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From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@tiscali.it>
Newsgroups: it.media.tv
Sent: Friday, April 11, 2003 7:01 PM
Subject: Zichichi
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From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@tiscali.it>
Newsgroups: it.cultura
Sent: Saturday, April 12, 2003 11:37 AM
Newsgroups: it.economia
Sent: Saturday, April 12, 2003 11:40 AM
Subject: Oggi in Iraq
Forum la guerra de La Spampa.it
Oggi in Iraq
Oggi in Iraq c’è la caccia all’uomo, gli americani sparano su ogni cosa che li insospettiste, i saccheggi hanno coinvolto gli ospedali le case private, si ruba ovunque, ci sono sparatorie tra i negozianti e i saccheggiatori, i bambini che emulano sono le prime vittime. Nulla è protetto o difeso, saccheggiati farmaci e medicinali, i feriti non possono essere curati, la crisi umanitaria è sempre più grave. I fedajin non trovano rifugio neanche negli ospedali, braccati dagli americani e per questo linciati da altri iracheni, e dai volta gabbana che sulla loro pelle si riciclano, le vendette e le uccisioni si susseguono, agevolate dagli occupanti, e chi cerca di mantenere una civiltà lo fa a grave rischio della vita. “Fantasmi” degli anni ottanta, del regime, hanno perso il loro riscatto, e non rimane che la disperazione e l’odio. Non ci sono più amnistie, taglie in soldi, a morte. Dei vincitori. In tutto questo la cultura dei talk show, della pubblicità, della televisione trash, quella “dell’aggettivo evasione”, che si trasforma per inglobare qualcosa ch’è profondo e vero, e affianca termini come letteratura, teatro, umanità, sta producendo i suoi effetti, volgarità e maleducazione di potenza”- dopo aver bombardato i musei, ora si è saccheggiato quello archeologico di Baghdad, con gli occupanti seduti davanti al televisore a guardare un programma dove una mentecatta pagata dice al marito che si fa il suo cane quanto lui è fuori casa, e lui le presenta l’amante che davanti al pubblico l’insulta e le dice di quanto ce lo abbia duro suo marito quanto la prende (bip), tra lo schiamazzo del pubblico in sala e gli spot pubblicitari di chi è seduto davanti al televisore. Così se ne sono andati i reperti più antichi, e la memoria mesopotamia, “dove fiorirono in assoluto le civiltà più antiche che ci siano note.” C’è solo la speranza pazzesca che questi saccheggi poi facciano rispuntare qualche reperto in qualche altra nazione, finito in casa di qualche feticista pieno di soldi.
Fermate al guerra.
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From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@tiscali.it>
Newsgroups: it.cultura
Sent: Saturday, April 12, 2003 11:38 AM
Newsgroups: it.discussioni.giustizia
Sent: Saturday, April 12, 2003 11:39 AM
Subject: Devoluzione e Costituzione
Devoluzione e Costituzione
Da quello che ho “sentito” ieri sembra che la devoluzione varata dal governo attuale, che non ha completato quella del centrosinistra, si preannuncia anticostituzionale, palesemente inficiante l’unità della nazione, sarà votata tra breve dalle camere, per compensare ciò si è detto che prima della fine dell’anno sarà modificato l’articolo quinto; data la già ovvia discrepanza tra la legge della devoluzione così fatta e la costituzione, che mi sembra già offra la possibilità di ampliarsi estendendo l’art. 116 sullo statuto speciale ad alcune regioni, a tutte le altre. E già questo come è ovvio può avvenire attraverso leggi costituzionali, che nell’ambito del titolo V - sentite le competenze istituzionali, indire referendum popolari a tal proposito. Ora in questa situazione contingente del governo attuale, non è chiaro anzi equivoco, in che modo gli elettori dovranno pronunciarsi, all’interno di un ordinamento della costituzione, per il suo nuovo ordinamento, che non può eludere il titoloVI garanzie costituzionali sezione II - Revisione della costituzione. Leggi costituzionali. E l’art. 138, non indica un referendum interpretativo dell’art. 139: la forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale, né tanto meno dei suoi Principi Fondamentali, che ne determinano il suo essere democrazia.
Gaza, 11 apr 2003 - 16:30
MO, pacifista britannico ferito da israeliani
Un pacifista britannico è stato ferito oggi a Rafah, sul confine tra Gaza e l'Egitto, da colpi sparati dall'esercito israeliano. Lo hanno riferito fonti giornalistiche palestinesi.
Le fonti hanno aggiunto che il pacifista, Tom Horindal, 21 anni, dell'International solidarity movement (Ism), è stato ferito gravemente alla testa durante una protesta contro la demolizione di una casa palestinese nel quartiere di Yebna, alla periferia di Rafah. Le sue condizioni sono state descritte "gravi" dai medici dell'ospedale di Rafah. Al momento della sparatoria Tom Horindal fungeva, secondo i compagni, da 'scudo umano' per proteggere bambini palestinesi.
Lo scorso 16 marzo, sempre a Rafah, una giovane americana dell'Ism, Rachel Corey, era stata travolta e uccisa da una ruspa militare israeliana. Qualche giorno fa a Jenin un altro pacifista è stato ferito gravemente al volto da un proiettile sparato da un blindato israeliano. (red)
Mosca, 18:07
Iraq,
Schroeder: no nuova Yalta, sì a riforma Onu
Il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder si è pronunciato oggi, d'accordo con il presidente russo Vladimir Putin, contro una nuova Yalta, e a favore invece di una riforma profonda dell'Onu e di un rilancio del suo ruolo.
"Una nuova Yalta non serve - ha detto il cancelliere a San Pietroburgo - occorre rispettare seriamente la Carta dell'Onu, riformando nel contempo alcune strutture" di questa organizzazione. Schroeder ha precisato di non riferirsi solo alle proposte di riforma avanzate da Kofi Annan. "Ce ne sono anche altre", ha detto. (red)
Il generale al Saadi si è arreso e ha chiesto la presenza di una tv
BAGDAD - Amir al Saadi, uno dei più stretti collaboratori di Saddam Hussein, si è arreso spontaneamente alle forze americane a Bagdad, secondo quanto ha annunciato la tv tedesca Zdf che ha detto di aver filmato la resa. Consigliere scientifico di Saddam è un volto molto noto in occidente: lui e un altro generale Hussam Mohammed Amin, capo dell'ufficio monitoraggio iracheno, hanno infatti mantenuto i rapporti con il team degli ispettori delle Nazioni Unite nel corso della loro permanenza in Iraq. Il consigliere del presidente, figura su una lista stilata dal comando americano dei 55 dirigenti iracheni più ricercati, che gli Usa mirano a catturare "vivi o morti". Nelle carte da gioco con i volti dei leader iracheni diffuse dal ministero della Difesa statunitense, Saadi è raffigurato come il sette di quadri, e ha la qualifica di consigliere scientifico del rais.
E' stato lo stesso Saadi a volere, per "questioni di sicurezza", che l'arresto fosse testimoniato da una troupe televisiva. Ai giornalisti ha detto di avere deciso di arrendersi perché non si sente "in alcun modo colpevole". Il generale, che ha sempre seguito il lavoro degli ispettori delle Nazioni Unite in Iraq, avrebbe detto di non avere informazioni sulla sorte di Saddam Hussein e avrebbe ribadito, come più volte fatto in passato, che nel Paese non ci sono armi di distruzione di massa.
Al Saadi, che è sposato con una donna tedesca, ha aggiunto di non essere stato né membro del partito Baath né agente dei servizi segreti iracheni. Prima della guerra, era il principale oppositore alle ispezioni dell'Unmovic, che aveva più volte accusato di essere a caccia dei segreti militari del regime piuttosto che di armi di sterminio. Al Saadi, che è uno scienziato esperto di chimica, era stato interlocutore iracheno dei due capi ispettori dell'Onu, Hans Blix e Mohammed el Baradei. Tutto quanto da lui riferito ai due ispettori, ha detto, risponde al vero e vale ancora adesso, "nonostante la mutata situazione". Saddam Hussein, ha sottolineato, gli aveva conferito il grado di generale. Anche dopo l'ingresso degli americani, ha affermato il consigliere di Saddam, lui era rimasto nella sua casa di Bagdad.
Sono generali delle forze di polizia quelli che si sono consegnati
alle forze Usa. Alcuni in divisa altri in abiti civili, hanno preso contatto
con le forze statunitensi rispondendo all'invito lanciato dalle forze della
coalizione di tornare a lavoro per riportare l'ordine nella capitale afflitta
da un'ondata di saccheggi.
Il gruppo di ufficiali della polizia irachena ha assicurato di essere in grado
di ristabilire l'ordine pubblico a Bagdad entro 72 ore, a condizione che gli
americani mettano a disposizione i ferri del mestiere: auto, armi e
altoparlanti. "Siamo pronti a collaborare con le forze alleate per la
sicurezza della città e per porre fine ai saccheggi e alle violenze di questi
giorni", ha detto il colonnello Ahmad Abdelrazzak Saeed ai microfoni di Al
Jazeera. "E' un nostro dovere, sia come uomini sia come tutori
dell'ordine pubblico" ha aggiunto, "la polizia deve riprendere il
proprio lavoro".
Torino, il premier interviene al convegno di Confindustria e attacca l'articolo 41 della nostra legge fondamentale
Berlusconi: "La Costituzione è di ispirazione sovietica"
La Costituzione "sovietica". Ecco le precise parole di Berlusconi: "Mi sono più volte anche pubblicamente lamentato, del fatto che la nostra legge fondamentale dà alle imprese poco spazio". E ancora: "La formulazione dell'articolo 41 e seguenti risente delle implicazioni sovietiche che fanno riferimento alla cultura e alla costituzione sovietica da parte dei padri che hanno scritto la Costituzione". Lui non cita il contenuto dell'articolo 41; ma per i lettori che vogliono farsi un'idea, riportiamo il testo integrale: "L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con la utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali".
MILANO - "Le nuova legge italiana sul falso in bilancio è in contrasto con le norme comunitarie e i giudici non posso applicarla". La Commissione europea boccia la legge varata dal governo Berlusconi in materia di reati societari e per la prima volta nella sua storia invita i magistrati a "disapplicare" una legge dello Stato.
La posizione dell'esecutivo di Bruxelles è contenuta nella memoria del servizio giuridico, depositata nei primi giorni di aprile alla cancelleria della Corte di Giustizia Ue del Lussemburgo. Nel Granducato è in corso la causa aperta dopo l'ordinanza con cui la procura di Milano, il 26 ottobre scorso, ha trasmesso gli atti del processo Sme nella parte stralciata che vede il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi imputato di falso in bilancio. "Dopo tante speculazioni commenta l'ex capo della procura di Milano, Gerardo D'Ambrosio arriva dall'Europa una lettura positiva alle nostre preoccupazione per una legge che, in controtendenza con gli orientamenti di paesi "liberal", quali gli Stati Uniti, riduceva un reato grave per la stabilità dell'economia nazionale a semplice contravvenzione".Davanti alla Corte di Giustizia Ue saranno depositate le memorie dell'Italia, dell'avvocato generale della Corte e degli avvocati delle parti in causa. I giudici del Lussemburgo hanno riunito, oltre all'ordinanza emessa dai giudici Sme, anche quelle emesse dalla Corte di Appello di Lecce e dal Tribunale di Milano nel processo a carico di Marcello Dell'Utri. Una volta raccolte tutte le memorie, i giudici del Lussemburgo decideranno, presumibilmente in autunno, se la legge italiana che ha modificato l'articolo 2621 del codice penale è in contrasto con le norme e le direttive comunitarie.
Citando tre direttive (1968, 1978 e 1983), la Commissione conclude, contestando i termini di prescrizione previsti dalle nuove norme italiane, ("tali da impedire la conclusione del procedimento penale in tempo utile") e la cosiddetta "procedura a querela", che subordina l'intervento del giudice ad una querela della persona offesa ("Non tutela la comunità") e le "soglie di rilevanza o di non punibilità". (11 aprile 2003) "Eravamo nel settembre del 1993, Silvio Berlusconi mi convocò nella sua villa di Arcore e mi disse: 'Marcello, dobbiamo fare un partito pronto a scendere in campo alle prossime elezioni.' Lui aveva provato in tutti i modi a convincere Segni e Martinazzoli per costruire la nuova casa dei moderati.'
Vi metto a disposizione le mie televisioni', aveva detto. Tutto
inutile, e
allora decise che il partito dovevamo farlo noi. Poi c'era l'aggressione
delle procure e la situazione della Fininvest con 5.000 miliardi di debiti.
Franco Tatò, che all'epoca era l'amministratore delegato del gruppo, non
vedeva vie d'uscita: 'Cavaliere dobbiamo portare i libri in tribunale'. A
spingere per il partito eravamo soltanto in due, io e Berlusconi; gli altri
dirigenti del gruppo, da Fedele Confalonieri a Gianni Letta, erano tutti
contrari. I fatti poi, per fortuna, ci hanno dato ragione e oggi posso dire
che senza la decisione di scendere in campo con un suo partito, Berlusconi
non avrebbe salvato la pelle e sarebbe finito come Angelo Rizzoli che, con l
'inchiesta della P2, andò in carcere e perse l'azienda". (Dalla
testimonianza di Marcello Dell'Utri ad Antonio Galdo nel libro "Saranno
potenti ? Storia, declino e nuovi protagonisti della classe dirigente
italiana", Sperling & Kupfer Editori). ----- Original Message -----
From: "abarossa" <aba_rossa@libero.it>
Newsgroups: it.media.tv April 11, 2003 6:21 PM
La difesa dei "pianisti". Per il premier, i parlamentari che durante il voto schiacciano anche i pulsanti dei banchi dei compagni assenti non fanno nulla di male: "Ho visto che c'è stato scandalo per i cosiddetti pianisti. Non c'è nulla di scandaloso. Per quanto riguarda l'aula, il singolo gruppo vota per il numero dei componenti del suo gruppo: Se qualcuno è in disaccordo, deve essere presente, per dare il suo voto contrario".
Lacci e lacciuoli alle riforme. Berlusconi risponde con battuta alle lamentele degli imprenditori sul ritardo delle riforme promesse: su questo tema, dice, "non abbiamo fatto un solo passo indietro. La prossima volta le difficoltà si possono superare se darete a Silvio Berlusconi e a Forza Italia il 51% dei consensi. Allora il percorso sarà più agevole". Comunque per realizzarle non basterà una legislatura, ammette. Per poi definire "una fatica di Sisifo" i passaggi necessari a trasformare una proposta in legge: "Ho solo il potere di essere paziente, la situazione attuale non mi dà potere alcuno, posso solo proporre decreti al Parlamento".
La guerra in Iraq. Il premier annuncia: "In settimana chiederemo al Parlamento il via libera per le forze di sicurezza" italiane da inviare nel paese del Golfo persico. Poi ribadisce la legittimità dell'intervento angloamericano.
(12 aprile 2003)
. Brucia la biblioteca nazionale dell’Irak
Mentre a Tikrit, bombardano, ancora, sperando” che non cadano bombe nucleari, che convenzionalmente vengono definite tattiche, o dette bombe così potenti ma convenzionali. Dato, che sono stati trovati carri armati abbandonati, o fucili, o bombe da mortaio non utilizzati come in molte altre parti dell’Irak – e trovate anche alcune giubbe imbottite d’esplosivo, per attentati Kamikaze - che non saranno usate - che “paradossalmente” sembrano sconvolgere e condannare ancor di più degli attentati fatti, in modo cosiddetto convenzionale - eppure questo aberrante suicidio, viene giudicato in un modo assurdo, tanto che Sharon in risposta vorrebbe annientare prima che si suicidino, chiunque abbia in mente tale atto, o distruggere le case dei loro parenti, come deterrente, come dire è inutile che vi uccidete, tanto morirete e, più vi ucciderete e più morirete. L’azione e la volontà sono un unicum che sembra accorciare lo spazio e il tempo e ridurre la storia alla pazzia della distruzione umana, alla soppressione dell’amore per la vita, come progetto di libertà creativa, come espressione che libera l’azione dalla paura del peccato, e propone i pensieri alla libertà della conoscenza e non dell’acquisizione del potere, distinguendo nettamente Dio dalla guerra, la libertà dalla morte, il piacere dal dolore, il dolore dalla distruzione. Vorrei pensare che quelle giubbe non usate diventino una possibilità di conoscenza e non di paura e odio. Io sono un cristiano e in quanto cristiano non ho una collocazione “geografica”, ma se dovremmo” definire la collocazione dell’Italia potremmo dirla tra oriente e occidente e non posso dire che la cultura occidentale non faccia parte del mio esprimermi, ma la mia “accidentalità non può non sapere che si è formata dialogando e scegliendo nella molteplicità delle influenze umane ricevute. Eppure in Italia è successo qualcosa, che immagino non sia avvenuto in nessuna altra parte del mondo: San Francesco D’Assisi, Dante e la “volgarità”. Immaginate la lingua del popolo, quella degli incolti e degli ignoranti diventa la lingua più bella, ma così bella che tutti iniziano a parlarla, atto di democrazia più grande nella storia della cultura credo non sia mai avvenuto, e la trasformazione è così grande, che nasce una lingua così vicina al suo suono, ch’è una bellezza vederla, e come cambi il suono così puoi cambiare quello che vedi, quasi puoi creare il mondo. Si Dante fosse quello che era, lo dobbiamo al suo talento, e lo dobbiamo alla voglia di creare e di rappresentare il mondo che avea e vedea, vedea il lontano il dì presso. Tutti possono amare Dante, nell’edizione più economica, e tutti possono se vogliono, porsi questione su di esso, e su la lingua che parlano, o cianciano liberamente, insomma onniuno po’ conoscere per la strada che vò conosce. Ora non per questo siam tutti pien d’amore per la vita, e gli italiani non so da meno di ogni altri. Brucia la biblioteca nazionale dell’Irak, e come se bruciasse La divina commedia e Dante e nessuno se ne accorge. Una volta in un video scrissi che gli artisti di “arte contemporanea”, sono tutti leccaculo. Sono tutti leccaculo l’unica prospettiva di vita che hanno proposto è quella di quel giapponese feticista pieno di soldi, che sembra abbia bruciato un Van Gogh insieme alla sua morte, per la sua immortalità. Quasi che Van Gogh non avesse dipinto quel che non ha prezzo economico, ma avesse calcolato in modo esponenziale il peso dei colori che ha usato, come se Leonardo Da Vinci o Michelangelo, avessero pensato alle quotazione percentuali delle variazioni di borsa, in rapporto all’uso del pennello. Il mondo dell’arte e della cultura è asservito a questi “tizie e caio”, per cui tutti nel vuoto totale del significato, ambiscono, arricchirsi e primeggiare. E non parlo solo delle mezzecalzette del vassallaggio, ma anche di tutti quelli che in questi anni hanno avuto l’ambizione di creare un sistema virtuale di libertà creativa che aveva come unico fine lo sfruttamento, e per mezzo di esso l’arricchimento del libero mercato dell’arte, e per mezzo di esso il riciclaggio qualunquistico di idee e pensieri d’autore, l’evasione dai contenuti, dalla libertà e la creazione dei contenuti per “convenienza”. Tutta questa superfetazione morale e culturale, che fa di un pensiero artistico un oggetto d’abbinamento arredale, incasellato nel colore e nella forma, non con la merda che finisce nel cesso, ma il colore della merda si abbina perfettamente con l’immagine arredale del divano che si trova lì per questo, e per chi?
Il berlusca e Fini. ci dicono che i carabinieri andranno in Iraq, perché lo vogliono gli americani, e aggiunge che non possiamo lasciarlo in questa situazione. E tale concetto mi ricorda tanto un Voi morale e autoreferenziale di altri tempi. A buon intenditore poche parole. Mentre gli americani continuano a minacciare, e nessuno sa su quali basi infondate di legittimità sia morale che legale; si ingarbuglia un po’ il discorso sintattico significante, ma Eco non me ne vorrà né la sua unica possibilità di propedeutica studentesca, di un mondo accademico così rilevante da essere così irrilevante. E del resto ieri abbiamo assistito al riassunto della propaganda degli americani fin qui svolta con il solo aggiornamento della data di “Ieri” con quella di “oggi” e tanto basta per loro perché l’infondatezza” si trasformi in verità.
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@tiscali.it>
Newsgroups: it.cultura
Sent: Tuesday, April 15, 2003 11:41 AM
Subject: Sembra illogico dover rispondere
Newsgroups: it.economia
Sent: Tuesday, April 15, 2003 11:44 AM
Subject: Sembra illogico dover rispondere
----- Original Message -----
From: george vandor gvandor@yahoo.com
To: patrizio.marozzi@tiscali.it
Sent: Sunday, April 13, 2003 9:29 PM
"Oggi in Iraq"
Le solite fesserie dell'italiano di sinistra che si sfoga farneticando come un' ossesso e tira in ballo i "poveri fedayeen", che dovremmo passare per le armi visto che si vestono da civili, sparano da scuole, moschee ed abitazioni..
Ma urlate pure, amici e sostenitori dell'eroico Saddam, vi abbiamo dato una lezioncina che non dimenticherete presto, e giacche` ci siamo, perche` non vi arruolate nella Hezbollah in Siria, tanto se il Bashir el-Hafez non cambia discorso, e presto, fara` la stessa fine del simpaticissimo Saddam. Parola di Zio Sam.
Saluti.
George Vandor, Kirkland, WA (U.S.A.)
Patrizio Marozzi
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@tiscali.it>
Newsgroups: it.media.tv
Sent: Tuesday, April 15, 2003 12:00 PM
Subject: Re: . Brucia la biblioteca nazionale dell'Irak
[----- Original Message -----
From: "Igor" <asderedere@hotmail.it>
Newsgroups: it.economia
Sent: Friday, April 04, 2003 1:07 PM
VISITA AL PARLAMENTO ITALIANO
IN SEDUTA PUBBLICA COMUNE
(PALAZZO MONTECITORIO)
DISCORSO DI SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO II
Giovedì, 14 novembre 2002
Signor Presidente della Repubblica Italiana,
Onorevoli Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato,
Signor Presidente del Consiglio dei Ministri,
Onorevoli Deputati e Senatori!
1. Mi sento profondamente onorato per la solenne accoglienza che mi viene oggi tributata in questa sede prestigiosa, nella quale l'intero popolo italiano è da voi degnamente rappresentato. A tutti ed a ciascuno rivolgo il mio saluto deferente e cordiale, ben consapevole del forte significato della presenza del Successore di Pietro nel Parlamento Italiano.
Ringrazio il Signor Presidente della Camera dei Deputati ed il Signor Presidente del Senato della Repubblica per le nobili parole con cui hanno interpretato i comuni sentimenti, dando voce anche ai milioni di cittadini del cui affetto ho quotidiane attestazioni nelle molte occasioni in cui mi è dato di incontrarli. E' un affetto che mi ha accompagnato sempre, fin dai primi mesi della mia elezione alla sede di Pietro. Per esso voglio esprimere a tutti gli italiani, anche in questa circostanza, la mia viva gratitudine.
Già negli anni degli studi a Roma e poi nelle periodiche visite che facevo in Italia come Vescovo, specialmente durante il Concilio Ecumenico Vaticano II, è venuta crescendo nel mio animo l'ammirazione per un Paese in cui l'annuncio evangelico, qui giunto fin dai tempi apostolici, ha suscitato una civiltà ricca di valori universali ed una fioritura di mirabili opere d'arte, nelle quali i misteri della fede hanno trovato espressione in immagini di bellezza incomparabile. Quante volte ho toccato, per così dire, con mano le tracce gloriose che la religione cristiana ha impresso nel costume e nella cultura del popolo italiano, concretandosi anche in tante figure di Santi e di Sante il cui carisma ha esercitato un influsso straordinario sulle popolazioni d'Europa e del mondo. Basti pensare a San Francesco d'Assisi ed a Santa Caterina da Siena, Patroni d'Italia.
2. Davvero profondo è il legame esistente fra la Santa Sede e l'Italia! Ben sappiamo che esso è passato attraverso fasi e vicende tra loro assai diverse, non sfuggendo alle vicissitudini e alle contraddizioni della storia. Ma dobbiamo al tempo stesso riconoscere che, proprio nel susseguirsi a volte tumultuoso degli eventi, esso ha suscitato impulsi altamente positivi sia per la Chiesa di Roma, e quindi per la Chiesa Cattolica, sia per la diletta Nazione italiana.
A quest'opera di avvicinamento e di collaborazione, nel rispetto della reciproca indipendenza e autonomia, hanno molto contribuito i grandi Papi che l'Italia ha dato alla Chiesa ed al mondo nel secolo scorso: basti pensare a Pio XI, il Papa della Conciliazione, ed a Pio XII, il Papa della salvezza di Roma, e, più vicini a noi, ai Papi Giovanni XXIII e Paolo VI, dei quali io stesso, come Giovanni Paolo I, ho voluto assumere il nome.
3. Tentando di gettare uno sguardo sintetico sulla storia dei secoli trascorsi, potremmo dire che l'identità sociale e culturale dell'Italia e la missione di civiltà che essa ha adempiuto ed adempie in Europa e nel mondo ben difficilmente si potrebbero comprendere al di fuori di quella linfa vitale che è costituita dal cristianesimo.
Mi sia pertanto consentito di invitare rispettosamente voi, eletti Rappresentanti di questa Nazione, e con voi tutto il popolo italiano, a nutrire una convinta e meditata fiducia nel patrimonio di virtù e di valori trasmesso dagli avi. E' sulla base di una simile fiducia che si possono affrontare con lucidità i problemi, pur complessi e difficili, del momento presente, e spingere anzi audacemente lo sguardo verso il futuro, interrogandosi sul contributo che l'Italia può dare agli sviluppi della civiltà umana.
Alla luce della straordinaria esperienza giuridica maturata nel corso dei secoli a partire dalla Roma pagana, come non sentire l'impegno, ad esempio, di continuare ad offrire al mondo il fondamentale messaggio secondo cui, al centro di ogni giusto ordine civile, deve esservi il rispetto per l'uomo, per la sua dignità e per i suoi inalienabili diritti? A ragione già l'antico adagio sentenziava: Hominum causa omne ius constitutum est. E' implicita, in tale affermazione, la convinzione che esista una "verità sull'uomo", che si impone al di là delle barriere di lingue e culture diverse.
In questa prospettiva, parlando davanti all'Assemblea delle Nazioni Unite nel 50°anniversario di fondazione, ho ricordato che vi sono diritti umani universali, radicati nella natura della persona, nei quali si rispecchiano le esigenze oggettive di una legge morale universale. Ed aggiungevo: "Ben lungi dall'essere affermazioni astratte, questi diritti ci dicono anzi qualcosa di importante riguardo alla vita concreta di ogni uomo e di ogni gruppo sociale. Ci ricordano che non viviamo in un mondo irrazionale o privo di senso, ma che, al contrario, vi è una logica morale che illumina l'esistenza umana e rende possibile il dialogo tra gli uomini e tra i popoli" (Insegnamenti di Giovanni Paolo II, vol. XVIII/2, 1995, p. 732).
4. Seguendo con attenzione amica il cammino di questa grande Nazione, sono indotto inoltre a ritenere che, per meglio esprimere le sue doti caratteristiche, essa abbia bisogno di incrementare la sua solidarietà e coesione interna. Per le ricchezze della sua lunga storia, come per la molteplicità e vivacità delle presenze e iniziative sociali, culturali ed economiche che variamente configurano le sue genti e il suo territorio, la realtà dell'Italia è certamente assai complessa e sarebbe impoverita e mortificata da forzate uniformità.
La via che consente di mantenere e valorizzare le differenze, senza che queste diventino motivi di contrapposizione ed ostacoli al comune progresso, è quella di una sincera e leale solidarietà. Essa ha profonde radici nell'animo e nei costumi del popolo italiano e attualmente si esprime, tra l'altro, in numerose e benemerite forme di volontariato. Ma di essa si avverte il bisogno anche nei rapporti tra le molteplici componenti sociali della popolazione e le diverse aree geografiche in cui essa è distribuita.
Voi stessi, come responsabili politici e rappresentanti delle Istituzioni, potete dare su questo terreno un esempio particolarmente importante ed efficace, tanto più significativo quanto più la dialettica dei rapporti politici spinge invece ad evidenziare i contrasti. La vostra attività, infatti, si qualifica in tutta la sua nobiltà nella misura in cui si rivela mossa da un autentico spirito di servizio ai cittadini.
5. Decisiva è, in questa prospettiva, la presenza nell'animo di ciascuno di una viva sensibilità per il bene comune. L'insegnamento del Concilio Vaticano II in materia è molto chiaro: "La comunità politica esiste (...) in funzione di quel bene comune nel quale essa trova significato e piena giustificazione e dal quale ricava il suo ordinamento giuridico, originario e proprio" (Gaudium et spes, 74).
Le sfide che stanno davanti ad uno Stato democratico esigono da tutti gli uomini e le donne di buona volontà, indipendentemente dall'opzione politica di ciascuno, una cooperazione solidale e generosa all'edificazione del bene comune della Nazione. Tale cooperazione, peraltro, non può prescindere dal riferimento ai fondamentali valori etici iscritti nella natura stessa dell'essere umano. Al riguardo, nella Lettera enciclica Veritatis splendor mettevo in guardia dal "rischio dell'alleanza fra democrazia e relativismo etico, che toglie alla convivenza civile ogni sicuro punto di riferimento morale e la priva, più radicalmente, del riconoscimento della verità" (n. 101). Infatti, se non esiste nessuna verità ultima che guidi e orienti l'azione politica, annotavo in un'altra Lettera enciclica, la Centesimus annus, "le idee e le convinzioni possono essere facilmente strumentalizzate per fini di potere. Una democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo, come dimostra la storia" (n. 46).
6. Non posso sottacere, in una così solenne circostanza, un'altra grave minaccia che pesa sul futuro di questo Paese, condizionando già oggi la sua vita e le sue possibilità di sviluppo. Mi riferisco alla crisi delle nascite, al declino demografico e all'invecchiamento della popolazione. La cruda evidenza delle cifre costringe a prendere atto dei problemi umani, sociali ed economici che questa crisi inevitabilmente porrà all'Italia nei prossimi decenni, ma soprattutto stimola - anzi, oso dire, obbliga - i cittadini ad un impegno responsabile e convergente, per favorire una netta inversione di tendenza.
L'azione pastorale a favore della famiglia e dell'accoglienza della vita, e più in generale di un'esistenza aperta alla logica del dono di sé, sono il contributo che la Chiesa offre alla costruzione di una mentalità e di una cultura all'interno delle quali questa inversione di tendenza diventi possibile. Ma sono grandi anche gli spazi per un'iniziativa politica che, mantenendo fermo il riconoscimento dei diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, secondo il dettato della stessa Costituzione della Repubblica Italiana (cfr art. 29), renda socialmente ed economicamente meno onerose la generazione e l'educazione dei figli.
7. In un tempo di cambiamenti spesso radicali, nel quale sembrano diventare irrilevanti le esperienze del passato, aumenta la necessità di una solida formazione della persona. Anche questo, illustri Rappresentanti del popolo italiano, è un campo nel quale è richiesta la più ampia collaborazione, affinché le responsabilità primarie dei genitori trovino adeguati sostegni. La formazione intellettuale e l'educazione morale dei giovani rimangono le due vie fondamentali attraverso le quali, negli anni decisivi della crescita, ciascuno può mettere alla prova se stesso, allargare gli orizzonti della mente e prepararsi ad affrontare la realtà della vita.
L'uomo vive di un'esistenza autenticamente umana grazie alla cultura. E' mediante la cultura che l'uomo diventa più uomo, accede più intensamente all'"essere" che gli è proprio. E' chiaro, peraltro, all'occhio del saggio che l'uomo conta come uomo per ciò che è più che per ciò che ha. Il valore umano della persona è in diretta ed essenziale relazione con l'essere, non con l'avere. Proprio per questo una Nazione sollecita del proprio futuro favorisce lo sviluppo della scuola in un sano clima di libertà, e non lesina gli sforzi per migliorarne la qualità, in stretta connessione con le famiglie e con tutte le componenti sociali, così come del resto avviene nella maggior parte dei Paesi europei.
Non meno importante, per la formazione della persona, è poi il clima morale che predomina nei rapporti sociali e che attualmente trova una massiccia e condizionante espressione nei mezzi di comunicazione: è questa una sfida che chiama in causa ogni persona e famiglia, ma che interpella a titolo peculiare chi ha maggiori responsabilità politiche e istituzionali. La Chiesa, per parte sua, non si stancherà di svolgere, anche in questo campo, quella missione educativa che appartiene alla sua stessa natura.
8. Il carattere realmente umanistico di un corpo sociale si manifesta particolarmente nell'attenzione che esso riesce ad esprimere verso le sue membra più deboli. Guardando al cammino percorso dall'Italia in questi quasi sessant'anni dalle rovine della seconda guerra mondiale, non si possono non ammirare gli ingenti progressi compiuti verso una società nella quale siano assicurate a tutti accettabili condizioni di vita. Ma è altrettanto inevitabile riconoscere la tuttora grave crisi dell'occupazione soprattutto giovanile e le molte povertà, miserie ed emarginazioni, antiche e nuove, che affliggono numerose persone e famiglie italiane o immigrate in questo Paese. E' grande, quindi, il bisogno di una solidarietà spontanea e capillare, alla quale la Chiesa è con ogni impegno protesa a dare di cuore il proprio contributo.
Tale solidarietà, tuttavia, non può non contare soprattutto sulla costante sollecitudine delle pubbliche Istituzioni. In questa prospettiva, e senza compromettere la necessaria tutela della sicurezza dei cittadini, merita attenzione la situazione delle carceri, nelle quali i detenuti vivono spesso in condizioni di penoso sovraffollamento. Un segno di clemenza verso di loro mediante una riduzione della pena costituirebbe una chiara manifestazione di sensibilità, che non mancherebbe di stimolarne l'impegno di personale ricupero in vista di un positivo reinserimento nella società.
9. Un'Italia fiduciosa di sé e internamente coesa costituisce una grande ricchezza per le altre Nazioni d'Europa e del mondo. Desidero condividere con voi questa convinzione nel momento in cui si stanno definendo i profili istituzionali dell'Unione Europea e sembra ormai alle porte il suo allargamento a molti Paesi dell'Europa centro-orientale, quasi a suggellare il superamento di una innaturale divisione. Coltivo la fiducia che, anche per merito dell'Italia, alle nuove fondamenta della "casa comune" europea non manchi il "cemento" di quella straordinaria eredità religiosa, culturale e civile che ha reso grande l'Europa nei secoli.
E' quindi necessario stare in guardia da una visione del Continente che ne consideri soltanto gli aspetti economici e politici o che indulga in modo acritico a modelli di vita ispirati ad un consumismo indifferente ai valori dello spirito. Se si vuole dare durevole stabilità alla nuova unità europea, è necessario impegnarsi perché essa poggi su quei fondamenti etici che ne furono un tempo alla base, facendo al tempo stesso spazio alla ricchezza e alla diversità delle culture e delle tradizioni che caratterizzano le singole nazioni. Vorrei anche in questo nobile Consesso rinnovare l'appello che in questi anni ho rivolto ai vari Popoli del Continente: "Europa, all'inizio di un nuovo millennio, apri ancora le tue porte a Cristo!".
10. Il nuovo secolo da poco iniziato porta con sé un crescente bisogno di concordia, di solidarietà e di pace tra le Nazioni: è questa infatti l'esigenza ineludibile di un mondo sempre più interdipendente e tenuto insieme da una rete globale di scambi e di comunicazioni, in cui tuttavia spaventose disuguaglianze continuano a sussistere. Purtroppo le speranze di pace sono brutalmente contraddette dall'inasprirsi di cronici conflitti, a cominciare da quello che insanguina la Terra Santa. A ciò s'aggiunge il terrorismo internazionale con la nuova e terribile dimensione che ha assunto, chiamando in causa in maniera totalmente distorta anche le grandi religioni. Proprio in una tale situazione le religioni sono invece stimolate a far emergere tutto il loro potenziale di pace, orientando e quasi "convertendo" verso la reciproca comprensione le culture e le civiltà che da esse traggono ispirazione.
Per questa grande impresa, dai cui esiti dipenderanno nei prossimi decenni le sorti del genere umano, il cristianesimo ha un'attitudine e una responsabilità del tutto peculiari: annunciando il Dio dell'amore, esso si propone come la religione del reciproco rispetto, del perdono e della riconciliazione. L'Italia e le altre Nazioni che hanno la loro matrice storica nella fede cristiana sono quasi intrinsecamente preparate ad aprire all'umanità nuovi cammini di pace, non ignorando la pericolosità delle minacce attuali, ma nemmeno lasciandosi imprigionare da una logica di scontro che sarebbe senza soluzioni.
Illustri Rappresentanti del Popolo italiano, dal mio cuore sgorga spontanea una preghiera: da questa antichissima e gloriosa Città - da questa "Roma onde Cristo è Romano", secondo la ben nota definizione di Dante (Purg. 32, 102) -chiedo al Redentore dell'uomo di far sì che l'amata Nazione italiana possa continuare, nel presente e nel futuro, a vivere secondo la sua luminosa tradizione, sapendo ricavare da essa nuovi e abbondanti frutti di civiltà, per il progresso materiale e spirituale del mondo intero.
Dio benedica l'Italia!
Da prigioniera a star del cinema
la
svolta del soldato Lynch
Hollywood
vuole la giovanissima "missing in action"
estratto dell’articolo di Mark Franchetti (7, Aprile, 2003)
Per Lynch, che la settimana
scorsa ha iniziato a riprendersi dalle sue ferite in un ospedale militare in
Germania, la guerra è probabilmente finita, ma il suo esempio e la sua storia
vivranno, visto che gli editori stanno già facendo a gara per accaparrarsi i
diritti per pubblicare la sua storia e i produttori di Hollywood stanno già
meditando a chi dare nel cast il ruolo della graziosa giovanetta di campagna
trasformatasi in un soldato semplice nell'estenuante guerra nel deserto contro
Saddam Hussein. In lei tutti vedono un simbolo della forza dell'America, la cui
esile struttura maschera la grinta e la tenacità acquisita nel suo paese
natale, che ha il biblico nome di Palestine, sugli Appalachi.
Con solo 100 abitanti, due chiese, un ufficio postale e un negozio di regali,
sembra un luogo del tutto insignificante, rispetto alla guerra in Iraq. La
bianca casa dei Lynch con cornici di legno, si trova a poche miglia fuori della
città, alla fine di una strada ricoperta di ghiaia. Ha un portico che la
circonda da ogni lato ed è lì che la famiglia trascorre la maggior parte del
suo tempo. Un pony mangia del fieno, all'ombra di una tettoia al di là della
strada rispetto alla cassetta delle lettere. Lungo la strada d'accesso c'è un
palo che esibisce due bandiere, quella americana e quella della West Virginia.
A Palestine, non c'è molto da fare quando si è giovani. A sedici anni Lynch è stata eletta Miss Congeniality, miss simpatia, in un concorso di bellezza alla fiera locale l'evento più eccitante dell'anno per tutto il paese. Jessie Lowe, la migliore amica di Lynch, ricorda come abbiano trascorso insieme il suo 18 esimo compleanno, giocando a calcio prima di andare a festeggiare in pizzeria. "Non era mai seria, le piaceva andare a cinema, divertirsi", racconta la Lowe. Tra i ragazzi era popolare, ma non ha avuto molti boyfriend. La sera del ballo studentesco sotto il vestito lungo ha indossato gli stivali militari, per scherzo. "Rimasi sconvolta quando mi disse di voler entrare nell'esercito", continua la Lowe. "Era una ragazza minuta. Non si può immaginare in un campo di addestramento o a faccia in giù nel fango".
Nella Wirt County, dove vivono i Lynch, la disoccupazione si aggira intorno al 15 per cento. Greg, il corpulento e barbuto padre di Jessica, è un camionista indipendente, e ammette di essere stato contento quando la figlia decise di arruolarsi. L'esercito poteva offrirle quello che lei voleva: Jessica non si era mai mossa dalla West Virginia e così descrisse in una lettera il suo stupore: "Solo nel 2003 sono stata in Messico, in Germania e in Kuwait. Sono stata in posti che la metà degli abitanti di Wirt County non vedrà mai".
Un
altro passo in avanti del leader riformatore Khatami
Il
provvedimento è stato già diramato alle autorità delle province
"Mai
più adulteri lapidati"
L'Iran sfida gli ayatollah
La
terribile pena era di solito inflitta alle donne adultere
Uno
spettacolo quasi usuale negli anni bui del khomeinismo
di RENATA PISU (estratto) (27 dicembre 2002)
TEHERAN - La notizia corre nell'aria gelida di un inverno che potrebbe essere la Primavera di Teheran, la pubblica il giornale Bahran, uno dei cento, mille fogli, che escono, vengono chiusi dalla censura, risorgono dopo due, tre giorni: la condanna a morte per lapidazione verrà abolita, quel che pare certo è che, per adesso, è stata sospesa.
In Iran ogni anno circa duecento persone vengono giustiziate ma la morte lenta, inflitta con il lancio di pietre che non devono essere né troppo leggere né troppo pesanti, per non prolungare e nemmeno per non accelerare la fine, forse è la più crudele: vuoi mettere la modernità di una iniezione letale, di una scossa elettrica? Quanti adulteri sono in attesa nelle carceri iraniane, che arrivi qualcuno che scagli la prima pietra? Non si sa quante sentenze siano state emesse per il crimine dell'adulterio, l'unico per il quale la sharia, la legge islamica, così come è stata introdotta sull'onda della rivoluzione dell'ayatollah Khomeini nel 1979, prevede la morte per lapidazione pena ancora più antica della crocifissione, dell'impiccagione, dello strangolamento.
Il peccato è infatti antichissimo, come il furto: "Non desiderare la roba d'altri, non desiderare la donna d'altri", così sta scritto nelle tavole della legge del Profeta Mosè, che l'Islam onora, come onora il Profeta Gesù: anche ai suoi tempi, seicento anni prima di Maometto, dalle sue parti si usava lapidare gli adulteri. Ma lui ebbe un dubbio. Disse: chi è senza peccato e si sente di scagliare la prima pietra, faccia pure. Ebbe da lì inizio la pratica dell'introspezione, della psicanalisi? "Non mi citare Freud e Joyce, collegandoli al Nazareno. Ci avete messo più di duemila anni per capire cosa voleva dire", mi ribatte una ragazza il cui nome conosco ma preferisco - e anche lei preferisce, almeno per il momento - non rivelare. Come non voglio, e lei nemmeno vuole, che si tolga dalla testa quel foulard che le copre i capelli e che anch'io, straniera, non musulmana, nemmeno cristiana, sono per legge obbligata a portare in testa?
Ieri il presidente Berlusconi, va al tribunale di Milano, per una dichiarazioni spontanea sul caso SME che lo vede inquisito, in assenza del suo avvocato difensore. Pertanto rinvia ancora il dibattimento e la sua conclusione di primo giudizio. Nelle esternazioni alla Stampa, fuori dall’aula, tra l’altro ha dichiarato, che meriterebbe una medaglia al merito per questo caso.
“Il bisogno dell’immagine pubblica”
Ieri Blair, viene intervistato attraverso una molteplicità di microfoni e televisioni: si presenta in strada per questo con una tazza, di tè o caffè americano in mano, e rimane con questa tazza, appesa lì in mano per tutto il tempo.
L’azienda Bechtel sarà quella che si occuperà della ricostruzione delle infrastrutture irakene, stimata in 34 miliardi di dollari. Le compagnie petrolifere chiedono contratti ventennali per lo sfruttamento dei giacimenti dell’Irak: la domanda e l’offerta degli USA.
Venerdì 18 Aprile 2003
Ieri nelle televisioni del medio oriente si sono viste le immagini di Saddam Hussein, tra la gente, mentre gli americani stavano entravando in Baghdad. Se volessi dedicare due immagini a questa guerra: ricorderei quella di Saddam Hussein che parla alla televisione irakena leggendo da un bloc notes, sfogliandone le pagine avanti e indietro, con gli occhiali da presbite e con voce, anziana quanto la sua età, senza nessun tono aggressivo, quasi volesse far intendere come estremo tentativo di essere contrario a questa guerra, e che non è il pericolo che credono. Gli agloamericani l’unica risposta che hanno saputo dare, è stata quella di parlare dei sosia e del quasi potere dell’ubiquità di Saddam, mentre le cose erano molto più semplici, e non tragicamente banali di come le hanno interpretate. Ho risparmiato al mio lettore questa patetica e tragica farsa della propaganda di guerra.
Guerre: In questa incapacità di intendere e di volere, l’essere umano è prossimo alla dannazione, che alla pazzia.
La parola Dio e morte
(Lemmi dal Diz. Coletti Sabatini - Giunti Firenze, 1997)
morte [mòr-te] sostantivo f.
1. Cessazione irreversibile delle funzioni vitali negli organismi viventi; nell’uomo e negli animali si verifica in assenza di respiro e di battito cardiaco spontanei • solo per quanto riguarda l’uomo, decesso, trapasso, dipartita, scomparsa: la consapevolezza della m.; m. naturale, dolce, violenta, accidentale, improvvisa, lenta, immatura, tragica; salvarsi da una m. certa; essere in lutto per la m. di un genitore; desiderare, invocare la m.; temere la m.; la m. del bosco; m. dei tessuti; m. di un gatto; dipende da molti verbi: dare, darsi, causare; trovare, provocare la m. • morte clinica, cerebrale, cessazione delle funzioni cerebrali documentata dalla perdita di tutti i riflessi e dell’attività elettrica encefalica (coma irreversibile) • morte apparente, cessazione non definitiva delle funzioni vitali resa reversibile dalle tecniche di rianimazione • morte fetale, m. in utero dei prodotti completi del concepimento • dir. morte presunta, quella stabilita da un tribunale mediante sentenza che dichiara presumibilmente morta una persona di cui non si abbiano notizie per almeno dieci anni, al fine di consentire al coniuge si risposarsi e agli eredi di disporre del patrimonio dello scomparso • certificato di morte, quello con cui il medico riconosce l’avvenuto decesso; atto di morte, rilasciato dall’ufficio di stato civile • morte civile, privazione dei diritti civili; per estens., condizione di emarginazione, non partecipazione alla vita sociale • la morte del giusto, in serenità • fare una buona morte, coi conforti religiosi e con la grazia divina • morte eterna, la dannazione dell’anima all’inferno • morte bianca, per assideramento • morte violenta, causata da incidente o da atti di violenza • essere in pericolo di morte, in condizioni di salute molto gravi • il miglioramento della morte, nel l. popolare, l’attenuazione delle manifestazioni di sofferenza che si verifica talora immediatamente prima del decesso • in punto di morte, sul punto di morire • in caso di morte, nell’eventualità della morte di qlcu. • in morte di…, nella circostanza del decesso di qlcu. • sino alla morte, fino all’ultimo momento in cui si è in vita • questione di vita o di morte, di grandissima importanza • dalla nascita alla morte, per tutta la vita • scherzare con la morte, esporsi a gravi pericoli che possono essere fatali • avere la morte negli occhi, avere i segni della morte imminente, anche in senso fig. • essere tra la vita e la morte, di persona gravemente malata • fig. fare la morte del topo, finire intrappolati • a ogni morte di papa, molto raramente • brutto come la morte, per iperbole, straordinariamente brutto • aver visto la morte in faccia, essersi trovato di fronte a una situazione molto rischiosa che avrebbe potuto essere fatale • cerchio, giro della morte, esercizio acrobatico effettuato da ciclisti o motociclisti su apposite piste circolari; in aeronautica, granvolta, looping • di morte, mortale, simile alla morte: un silenzio di m. • a morte
1. Mortalmente, molto gravemente: colpire a m.
2. Tantissimo, intensamente, in frasi con valore moralmente negativo di rabbia, inimicizia ecc.: odiare qlcu. a m.; avercela a m. coi vicini
2. Pena capitale, supplizio, patibolo: mandare a m.; condannare qlcu. a m. • a morte!, esclam. di condanna, di rabbia
3. fig. Estrema angoscia; tormento, ambascia • avere la morte nel cuore, provare un sentimento di angoscia, di tristezza e di afflizione
4. fig. Il momento in cui qlco. finisce • declino, crollo: la m. di un’istituzione
5. (spec. con l’iniziale maiuscola) Rappresentazione figurata della morte: «infinite / ossa che in terra e in mar semina Morte» (Foscolo) • la morte in vacanza, di persona malridotta • trionfo della morte, nella letteratura e nell’iconografia medievale, composizione, opera che rappresenta la vittoria della m. sugli uomini; anche come titolo di opere letterarie (da Petrarca a D’Annunzio)
6. In culinaria, termine usato per specificare il modo in cui vengono meglio cucinate carni o verdure: la m. della lepre è il salmì; l’aceto è la m. sua
• lat. mortem, deriv. di mori (supino mortuum) “morire” • sec. XII
morire [mo-rì-re] verbo (irr.: ind.pres. muòio ·pop. mòio, mòro, muòri ·pop. mòri, muòre ·pop. mòri, moriamo, morite, muòiono ·pop. mòiono, fut. morirò o morrò ecc.; congiunt.pres. muòia ·pop. mòia, ant. mòra, moriàmo, moriàte, muòiano ·pop. mòiano; cond. morirèi o morrèi ecc.; part.pass. mòrto)
• verbo intransitivo (aus. essere)
1. Cessare di vivere; non avere più funzioni vitali; freq. con specificazione del modo, del tempo, del luogo, della causa • spirare, perire, trapassare, pop. crepare, lett. dipartirsi: m. di morte naturale, per un incidente, di malattia, di infarto, per un gran dolore; m. nel proprio letto, sulla sedia elettrica, sul rogo, per la patria; m. impiccato, anziano, giovane, in pace • morire come un cane, in solitudine e privo dei conforti religiosi • morire come le mosche, in grande quantità • lasciarsi morire, fare in modo di non evitare la morte, quasi desiderarla • far morire qlcu., ucciderlo, provocarne la morte • fig. morire con le scarpe, fam. improvvisamente • morire al mondo, isolarsene per dedicarsi a una vita monastica • morire nel cuore di qlcu., essere dimenticato da quella persona • va a morire ammazzato, espressione usata per esprimere grande rabbia verso qlcu. • che possa morire se…, si usa per esprimere la propria certezza circa un’affermazione • nei provv. chi non muore si rivede, si usa per esprimere stupore al momento dell’incontro con una persona che non si vede da molto tempo; chi muore giace e chi vive si dà pace, si usa per indicare che è peggiore il destino della persona morta rispetto a quello del familiare o dell’amico che rimane a piangerla
2. fig. Consumarsi, affievolirsi, spegnersi, finire, smorzarsi: senza legna il fuoco muore; l’anno vecchio sta morendo; questi enti sono destinati a m. • morire sulle labbra a qlcu., riferito a parole, non essere più pronunciate a causa di un’emozione, di un turbamento • nel prov. la speranza è l’ultima a morire, non ci si rassegna al male fino all’ultimo momento, si spera sempre di evitarlo
• (1 argom.)
1. Con valore iperbolico, provare una sensazione, un sentimento ecc. con molta intensità: m. dal ridere; m. dalla voglia di fare qlco.; m. di fame, di sete, di sonno, di noia, di rabbia; m. per una donna • da morire, espressione usata per dare valore superlativo all’aggettivo a cui si riferisce: un film bello da m. • morire dietro a qlcu., desiderarlo moltissimo, esserne innamorato
2. fig. Terminare in un luogo, spec. riferito a corsi d’acqua • estinguersi, fermarsi: il torrente muore in valle
• In funzione di sostantivo m., fine, termine, cessazione: sul m. del giorno; al m. dell’amore; il m. delle stagioni
• verbo transitivo (1 argom.)
lett.
1. Uccidere qlcu.: «tu, padre, hai morta l’innocente figlia» (Foscolo)
2. Affrontare la morte: «dura morte volesti morire» (Iacopone)
• verbo riflessivo
ant. Cessare, terminare, esaurirsi: «Nel tempo che si more / m’à fatto perder dilettevol ore» (Cavalcanti)
• lat. volg. *morìre, class. mori • sec. XIII
Dio: aggettivo e soggetto, verbo e avverbio, sostantivo di se stesso senza essere un sostantivo. Essere transitivo e intransitivo.
morto [mòr-to] aggettivo, sostantivo
• aggettivo
1. Di uomo o di animale, che ha finito di vivere, privo di vita • riferito a essere umano, defunto, estinto: seppellire i soldati m.; cadere m. a terra; riferito a pianta, secco, stecchito: foglie m.; anche in senso fig., immobile, freddo, come chi è m.: avere un braccio m. • nato morto, partorito già senza vita; anche in senso fig. abortito, fallito fin dall’inizio: un’impresa nata m. • fig. essere un uomo morto, non avere alcuna speranza di scampo, non avere vie d’uscita • più morto che vivo, mezzo morto, essere ridotto molto male o essere intontito, spaventato per un intenso turbamento • cercare qlcu. o vivo o morto, a ogni costo • pagare, restituire a babbo morto, con i denari ricevuti dall’eredità paterna • mano morta manomorta
2. fig. Riferito a cosa, desueto, non più in vigore, non più attivo, fuori del tempo, sorpassato: è una moda m. e sepolta; o anche inerte, inattivo, spec. in varie loc.: tempi morti, quelli non utili ai fini di una data produzione, lavorazione; intervallo di inattività nel funzionamento di meccanismi • palla morta, nel calcio, che si perde, inutile • angolo morto, nel l. militare, zona che non può essere colpita a tiro teso perché c’è un ostacolo sulla linea del bersaglio e, per estens., zona nascosta • peso morto, il peso di una cosa, un animale, una persona, immobili, non alleggeriti dall’azione di altre forze; estens. un carico inutile; di persona, un inetto, un parassita • lingua morta, non più parlata (p.e.: il greco antico, il latino classico, il sanscrito) • legge morta, non più in vigore • stagione morta, periodo dell’anno in cui non c’è molta attività né possibilità di affari e guadagno • una città morta, priva di movimento e di vivacità • una festa morta, senza animazione, triste • binario morto, su cui non transitano i treni perché a un certo punto è interrotto • punto morto, situazione immobile, di cui non si prevedono sviluppi • acqua, aria morta, stagnante • capitale morta, improduttivo • natura morta, rappresentazione pittorica di selvaggina uccisa, animali morti, fiori, frutta; estens. quadro che rappresenta tali soggetti
3. Col verbo essere e seguito da una specificazione, nel l. comune, esprime iperbolicamente una condizione perlopiù negativa: essere m. di paura, di sete, di fame
• sostantivo m.
1. (f. -ta) Persona morta, defunto; il suo cadavere • nel l. dotto o formale, estinto, trapassato: pregare per i m.; seppellire un m. • il regno, il mondo dei morti, l’aldilà • il giorno dei morti, il 2 novembre, giorno in cui la Chiesa cattolica commemora tutti i defunti • suonare a morto, di campane, suonare lentamente per la morte di una persona; anche in senso fig., preannunciare un evento negativo • sembrare un morto che cammina, essere molto magro e malridotto • essere pallido come un morto, estremamente pallido • farebbe resuscitare un morto, di cibo o bevanda eccellente, di ottimo sapore ecc. • restare come morto, svenuto, privo di sensi • piangere qlcu. per morto, considerarlo spacciato, senza speranza • fig. fare il morto, restare immobile o galleggiare supino nell’acqua • per poco non ci scappava il morto, nel l. familiare, di incidente, contesa, litigio ecc. in cui c’era la possibilità che qlcu. rimanesse ucciso • testa di morto, il teschio, spec. come simbolo della morte • essere un morto di fame, di persona di pochi mezzi finanziari e di scarse risorse professionali • morto di sonno, di persona senza energie, spenta
2. In certi giochi di carte, il giocatore fittizio a cui vengono distribuite ugualmente le carte coperte o scoperte: giocare col m.; tressette col m.; nel bridge, il compagno di chi dichiara e che all’inizio della partita scopre le carte che saranno giocate dalla persona stessa che ha dichiarato
3. fam. Somma di denaro che viene tenuta nascosta: «arrivati, trovarono effettivamente, invece del morto, la buca aperta» (Manzoni); gerg. bottino, malloppo, refurtiva
4. scherz. Bottiglia di liquore, vino, birra ecc. bevuta per intero: alla fine della serata avevamo riempito la tavola di morti
• diminutivo morticino • avverbio mortamente ant. 1. Come m.
2. Meccanicamente, senza forza
• part.pass. di morire • sec. XIII
dio1 [dì-o, l’iniziale si pronuncia intensa dopo parole terminanti per vocale] ant. deo sostantivo m. (f. dea nelle accez. 1., 3., 4.; pl.m. dei; per il sing. l’art. determ. è il, per il pl. è gli)
1. Nelle religioni politeiste, essere immortale in cui vengono personificati gli elementi della natura o i caratteri e i valori fondamentali dell’uomo • nume: Vulcano, d. del fuoco; Minerva, d. della sapienza; gli d. dell’Olimpo • dio superi, inferi, nella mitologia classica, le divinità celesti, sotterranee
2. (iniziale maiusc.) Nella religione e nella cultura ebraico-cristiana, spirito perfettissimo, eterno, onniscente e onnipresente, creatore di tutte le cose • il Signore, l’Altissimo, l’Onnipotente, Iddio: credere, non credere in D.; pregare, supplicare, adorare D.; misericordia, perdono, provvidenza, potenza, giustizia, carità di D. • Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo, le tre persone della Trinità • l’Uomo Dio, il Figlio di Dio, Gesù Cristo, avente natura umana e divina • Madre di Dio, la Madonna, madre di Gesù Cristo • sposa di Dio, la Chiesa • casa di Dio, ogni chiesa • parola di Dio, testo dei libri sacri perché ispirato direttamente da Dio • timor di Dio, devozione, religiosità • servo di Dio, sacerdote, monaco e, in gener., chi è vissuto e morto in grazia di Dio • mano di Dio, la sua provvidenza: è stata la mano di D. a salvarlo • castigo di Dio, grave disgrazia, interpretata popolarmente come punizione per il male commesso • senza Dio, con valore spregiativo, privo di morale oppure ateo • essere, vivere in grazia di Dio, senza peccati mortali
3. È usato (nello scritto con iniziale minusc. o maiusc.) anche in molte loc. fig. del l. comune: ira di dio, finimondo, detto anche di persona che combina guai, mette a soqquadro: è successo un’ira di d.; quei ragazzi sono un’ira di d.; anche, grande quantità: ce n’è un’ira di D. • grazia di dio, ben di dio, abbondanza, quantità di cose buone, utilizzabili: è un peccato buttar via tutto questo ben di d. • essere ancora nella mente di Dio, non essere ancora venuto al mondo • fuori dalla grazia di Dio, furibondo • venir giù come dio la manda, si dice di pioggia scrosciante • lavoro fatto come dio comanda, a regola d’arte • cosa fatta come dio vuole, come vien viene, senza cura • come dio volle, infine, finalmente: come D. volle arrivò il momento delle nozze • andare con dio, con la protezione di Dio, come formula benaugurante di commiato: va’ con D.; anche, per i fatti propri • se dio vuole, formula di augurio e di fiducia: se d. vuole, si salverà • nei detti l’uomo propone e Dio dispone, non si può essere certi che un progetto fatto dall’uomo si realizzi, perché sopra alla volontà umana c’è quella di Dio; aiutati che Dio t’aiuta, la buona volontà dell’uomo è premiata da Dio; ognuno per sé e Dio per tutti, ciascuno pensa alla propria sopravvivenza e solo Dio è tanto caritatevole da provvedere a tutti • nei provv. Dio non paga il sabato, Dio non si fa complice del peccatore, come è colui che lavora di sabato, giorno consacrato a Dio nella religione ebraica; non cade foglia che Dio non voglia, tutto accade secondo una predeterminata volontà
4. Con riferimento alle divinità pagane più che a Dio, costituisce il termine di paragone di persona che eccelle in qlco., che opera ottimamente: bello come un d.; dipinge da d.
5. fig. Persona o cosa che diventa oggetto di adorazione, culto, devozione: per il suo popolo è un d.; fare del denaro il proprio d.
• In funzione di esclamazione o in loc. escl., esprime meraviglia, dispiacere o anche impazienza (nello scritto con iniziale maiusc. o minusc.): d. che gioia, che bellezza, che noia, che problema!; oh dio!; gran Dio!; D. buono!; buon Dio!; D. mio!; D. santo! • per amor di Dio!, in nome di Dio!, per rendere più efficace una preghiera: per amor di D., aiutateci! • che Dio vi (ci, ti) accompagni, vi (ci, ti) assista!, formule di augurio • grazie a dio!, Dio sia lodato!, per manifestare sollievo e insieme esprimere a Dio il ringraziamento, la riconoscenza per il buon esito di qlco.: grazie a D. sei tornato!; grazie a D. non hai niente di grave! • Dio ci scampi e liberi!, che Dio ce la mandi buona!, formule di scongiuro • Dio sa quando!, dio sa dove!, dio sa se…, per esprimere dubbio, mancanza di fiducia: D. sa se mai ci rivedremo • che Dio mi fulmini!, Dio mi è testimone, Dio sa se è vero, espressioni rafforzative di un’affermazione, di una dichiarazione
• dal lat. deum • sec. XIII
dio2 [dì-o] aggettivo (pl.m. dii)
ant. Divino: «ne la luce più dia» (Dante)
• dal lat. d¦um propr. “luminoso” • sec. XIV
se Dio e morte, non possono stare insieme, se pur sembra nella forma del discorso che fa della morte, la morte di Dio, come morte che incontra Dio, che Dio muoia, è presente come che morte non avesse fine: fut. morirò o morrò ecc.; ma se morire è adesso Dio è presente e il mondo ci appare: ind.pres. muòio ·pop. mòio, mòro, muòri ·pop. mòri, muòre ·pop. mòri, moriamo, morite, muòiono ·pop. mòiono, ma se Dio e morte non possono stare insieme, come Dio lo è stato il mondo ci appare: congiunt.pres. muòia ·pop. mòia, ant. mòra, moriàmo, moriàte, muòiano ·pop. mòiano; cond. morirèi o morrèi ecc.; part.pass. mòrto)
Se Dio è morto il cond. morirèi o morrèi ecc. non trova più spazio in moriamo e muòio è una condizione che ci fa morto e non ci dà più ant. mòra, né pop. mòia, né muòia. L’Epifania del fatto introspettivo di Dio ch’è s’è mostrato, non dà più l’impossibilità di Dire che ciò che Dio ha sempre detto non è vero e non sia vero per la nostra comprensione giacché se Io è morto è morto insieme Noi, e se Noi è morte, muòia è Io e se Io mòia Noi moriamo, Io è mòra, e allora morirò o morrò ecc, diventa morto, sono morto, quale spaventosa consapevolezza o paura: pena chi fu lui morto, che sol così io parea aver consolazione del dì innazi, quasi che la morte sua m’apparissa diversa dalla mia, quasi sentia di essere vivo quando lui fu morto, dove io l’uccisi, e così Io di giorno in giorno, l’uccisi fin che venne quel dì che morì lì per lì l’intiero mondo della mia memoria e non seppi più perché sentia di morire tutto d’appresso a me, quasi che fosti anch’io morte, così indifferente che non seppi neanco perché uccisi, fu consuetudine autonoma che mi dicea solo morte tua vita mea, e fu questa consuetudine di vita e giustizia: moriranno tutti un giorno che muoia anco io.
risurrezione [ri-sur-re-zió-ne] o resurrezione sostantivo f.
1. Ritorno in vita dopo la morte: r. miracolosa di un morto; (spesso con iniziale maiusc.) per antonomasia, tale evento nella vicenda terrena di Cristo: celebrare la R.; Pasqua di r.; relativo motivo iconografico: una bella R. cinquecentesca • risurrezione dei morti, della carne, dogma cristiano secondo il quale nel giorno del giudizio universale le anime riprenderanno il corpo per partecipare con esso alla beatitudine o al castigo eterni
2. Redenzione dell’anima dal peccato, salvezza spirituale: Cristo è la r. e la vita
3. fig. Rinascita, risveglio in campo culturale e civile: r. artistica, economica; ricostituzione, ripresa d’attività: r. di un partito
• dal lat. tardo eccl. resurrectiónem, deriv. di class. resurgere (supino resurrectum) “risorgere” • sec. XV
la parola resurrezione così si antepone alla parola morire, in luogo del quale il mondo conosce l’essenza di Dio, come presente che trova nel .; part.pass. mòrto di Dio la stessa condizione del presente morto dell’uomo. Ecco che lo spazio e il tempo della parola resurrezione diventano un unisono tra Dio e l’uomo: Dio muore dove l’uomo muore, Dio vive dove L’essere umano vive. La parola resurrezione riamane tale, non acquista altre connotazioni: dove Dio risorge, l’essere umano risorgerà. Oltre, oltre: Dio: aggettivo e soggetto, verbo e avverbio, sostantivo di se stesso senza essere un sostantivo. Essere transitivo e intransitivo.
“IHVH”
“Dio padre onnipotente creatore del cielo e della terra. Unigenito figlio di Dio. Nato dal padre prima di tutti i secoli. Dio da Dio Luce da Luce Dio vero da Dio vero. Generato e non creato nella stessa sostanza del padre”
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
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Sent: Monday, November 11, 2002 6:33 PM
Subject: Profondità di campo
Profondità di campo
Pochi minuti fa sono stato soffocato, dal ridere scusatemi. Stavo guardando l’Italia sul 2 e ho visto la fotografia della madonna e devo essere sincero, il mio riso era spontaneo e non voleva e non vuole essere offensivo per chi in queste rappresentazioni trova partecipazione; ma scusatemi la mia sorpresa è stata oltremodo subitanea, ed insieme ad essa anche la mia percezione dell’immagine della “madonna” – molto attraente – proprio questo il fatto, quell’immagine era proprio attraente e il mio riso era anche credo un riso d’imbarazzo, io ho desiderato la moglie di Dio, sarà pure normale, una bella donna è una bella donna”- ma non desiderare la donna d’altri e, io che desidero la moglie di Dio, non so se è solo blasfemo dirlo, non credo, ma quella è un’immagine fotografica; so per certo le dimostrazioni divine possono essere anche semplici, nei suoi significato profondi, ma che la madonna abbia scelto di essere tangibile in una fotografia, mi appare veramente una cosa poco semplice e neanche tanto tangibile, non è semplice non per il fatto che è un’immagine fotografica che può essere sottoposta ad elaborazione, non è detto che lo sia, ma che abbia deciso di comparire in televisione, e questa è una cosa che può essere così poco tangibile, da non capirne il significato profondo. Qual è la bellezza del suo esserci? Ma era la madre di Gesù, che forse dovrebbe bastare per la sua rappresentazione, al di là di una foto. Del resto sulla foto oltre la sua bella immagine…non è neanche prodigioso il mezzo con cui è stata realizzata, pensate alla “bellezza” della sindone, all’immagine che vi è “impressa, (come si fossero fusi insieme due elettroni negativi, per esempio) che che ne dica il carbonchio, e per me è stato un po’ un rammarico il fatto che abbiano deciso di togliere i rattoppi che le monache, magari con amore, avevano messo in riparazione di un incendio, dicono che si veda meglio. Che devo dirvi i media mostrano molto e fanno molto parlare, perché exalibur – non ricordo come si scrive – programma tv abbia deciso questo, di mostrarci questa fotografia, per parlarne non sta poi a me commentarlo, non avendolo visto nell’occasione; questo quesito poi posto da Italia sul 2 al conduttore di “la spada nella roccia” non ha chiarito la mia Artùriana convinzione delle profezie di Merlino, quale indagatore dell’universo, che scopre fatti che mostrino la profondità dei significati sulla fede nella madre di Gesù. Comunque a credito della foto c’è da dire che io “avendo” a disposizione, la conduttrice – Monica Leofreddi, ch’è “diventata” proprio brava e che vi garantisco non si degna di “inviarvi” una cartolina di saluti, neanche con il lei, o “la Maria Teresa Giarratano che non riesco mai a vedere per intero, insomma nell’incertezza, la fotografia della madonna è stata di gran lunga la più bella, poi però, basta spegnere la televisione e scompare, dalla mente e anche un po’ dai pensieri, ma chi era!?
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Sent: Tuesday, November 12, 2002 10:27 AM
Subject: Adriano Sofri
Adriano Sofri
In questi giorni è tornata alla ribalta la questione di Adriano Sofri e non ho potuto fare a meno di osservare e ascoltare i politici che ne parlano; qualcuno forse lo avrò perso e non sarà da me citato, chiedo scusa. Devo sinceramente dire che non ho seguito nei dettagli il dibattimento processuale che ha portato alla condanna di Adriano Sofri, sta di fatto che dopo il terrorismo, che ho tutt’altro che dimenticato e su cui ho più che riflettuto, questo caso ad esso associato non ha attirato molto la mia attenzione, nel periodo processuale, ho ascoltato le notizie dei telegiornali, senza appassionarmi molto al merito della questione trattata. Per esempio non so dirvi se Sofri fosse all’estero, se sia stato estradato o cose di questo tipo, da che parte sociale è piombato in questo processo. La cosa che ricordo con interesse è il suo comportamento e le interviste dal carcere che ha rilasciato, che hanno destato in me positività. Non so se per questo qualcuno penserà che manco di sensibilità sociale, sinceramente non credo, forse è solo il fatto che non accetto che si parli di grazia, non in ordine all’individuo, quale espressione della socialità, ma in una visione emblematica dell’atteggiamento politico; mi spiego meglio, dopo l’espressione a favore della grazia di Adriano Sofri, da parte del presidente del consiglio, che è da intendersi sì come espressione personale, ma che può benissimo ritenersi parere istituzionale e pertanto che non può influire sulle autonome decisioni del capo dello stato, ho osservato i politici scomporsi in atteggiamenti da pantomima. Inizio dai comunisti italiani – scusate ma in questo momento non ricordo se si definiscono così, per intenderci quelli che non sono con Bertinotti, insomma ho ascoltato un loro esponente dire in proposito al fatto della vista del Papa in parlamento, - che si presume chieda clemenza per i carcerati - l’ipotesi di un eventuale merito da parte del Papa, sulla eventuale liberazione di Adriano Sofri, quasi fosse tolto a loro il merito – io capisco l’incavolatura di Moretti, ma certe volte ho l’impressione che Bertinotti li abbia surclassati, sperando che non s’impantani – del resto c’è da dire, mi scuseranno gli elettori di quel partito, o partiti: dcc cicia non mi ricordo come si chiamano, comunque Bottiglione dire che dare la grazia ad Adriano Sofri può essere l’emblema che l’uomo può migliorare, voleva dire redimersi; non sarà che il Papa e Sofri stanno sullo stesso piano sul potere decisionale e dell’essere pantomimizzati. E non finisce qui perché dall’altra parte abbiamo i certi, quelli che si battono per la certezza della pena, che significa: c’è la lega che immagina la solidarietà in rapporto ai circoli chiusi, nel senso, che pensate che dopo la padania, sia finita, poi ci sarà la padania del sud e quella del nord, e vuoi vedere che poi ci sarà un’altra padania del sud e un'altra del nord, così all’infinito, finche tutto rimarrà in una testa, che vorrà conquistare tutti i nord e sud e est e ovest, mi si dirà che ragiono per estreme conseguenze, può darsi. E AN che significa la certezza della pena, anche la pena di morte è certezza della pena, ma i suoi effetti sono tutt’altro che creativi, se non in una rinascita umana che su di essa si fonda e lascio all’intelligenza e all’equilibrio morale capire cosa significa ciò. Non mi convince questa certezza della pena se prima non c’è un atteggiamento consapevole di dire no alla ideologia della pena di morte, come forma di rintegrazione nel tessuto sociale, spero ci arrivi.
E allora cosa riamane la consapevolezza di una persona in carcere travolta dalla storia? E le vittime che da queste storie hanno subito lutti inammissibili? Non credo, la grazia ad Adriano Sofri passa per la rivincita dell’umanità che la società civile sa esprimere – parlo di quella per intenderci che ci ha mostrato i coloni palestinese solidarizzare con quelli israeliani dopo che questi ultimi erano stati vittime di un attentato mortale, uniti nell’essere vittime, ma nella forza nel riscattare se stessi dalla barbaria di un male che vuole togliere il libero arbitrio all’essere umano. Io non conosco personalmente Adriano Sofri, come ho già detto, per quel che mi è parso è una persona che può trovare, avere questa percezione umana che lo faccia agire per riconciliare i significati dell’umanità di vita ed in essa creativi, verso tutti quelli che sono stati vittime di quel periodo. Se si giunge a questo l’aspetto sociale dello stato acquista la realtà della completezza, perché il riscatto della memoria dei morti passa anche attraverso questo, altrimenti il significato della loro storia umana, potrebbe rimanere parziale.
Concludo dicendo che dai politici, non ho ascoltato il nome di Bompressi, non so se per fatto che abbia una posizione processuale diversa, o solo per il fatto, ch’è un po’ scoppiato fisicamente ed non è poi utilissimo per l’immagine di un graziato o non.
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Sent: Wednesday, November 13, 2002 21:43
Subject: strati economici
Rai.it forum primo piano: DESPLAZADOS
"Desplazados", profughi, persone che hanno perso tutto, che passano dalla poverta´ alla miseria, e che possono diventare terreno fertile per organizzazioni criminali e guerriglia. Questo in Colombia[…]
messaggio di PatrizioMarozzi
Oggetto: strati economici
Data: 13-11-2002 alle 21:49
“Nell’ipotesi dell’inverno un commento sul passato”
Se il tema fosse soltanto quello potremmo trovare una soluzione, e a quello è auspicabile che la si trovi. Eppure non posso non argomentare sui pensieri che mi frullano nella testa, come dire che se la crisi è generale, ovunque il problema è irrisolvibile. Come? L’economia dei consumi si struttura sull’aumento dei consumi; ora la popolazione mondiale è cresciuta di molto in confronto al passato e quindi c’è più gente che potenzialmente può consumare, ma parte di tale gente, in numero non irrilevante non fa parte di questo processo – perché? Ha bisogni legati al necessario, un necessario che può essere legato ai bisogni primari del vivere; ora una economia legata al soddisfacimento di questi bisogni, non potrà mai competere con una che crea dei bisogni non necessari, ed una che basa la sua esistenza ai bisogni primari del vivere, su un piano culturale il più vicino possibile all’equilibrio naturale, non può esistere neanche nell’ambito di quelli che sono i modi di trasformazione ambientale dell’ambiente naturale, che si modifica per causa dei bisogni non necessari, la disgregazione può essere così profonda da determinare la distruzione completa del piano culturale interiore l’individuo quella cultura, come conseguenza estrema di un piano culturale economico che nei suoi canoni non può contemplare, integrare” quella alterità. Questi primordi già acclaravano le problematiche dell’economia del superfluo, di un piano culturale che fa e vede nel progresso economico il primario obbiettivo del raggiungimento della felicità, al di là del soddisfacimento dei bisogni primari, necessari, intellettuali e spirituali, questa siffatta logica economica, crea un margine alla determinazione dei valori che sono strettamente legati al solo piano del profitto economico e, in esso riduce i contenuti della realtà del piano necessario, intellettuale, spirituale, determinandoli nella legittimità del soddisfacimento dei bisogni primari. Ora è da intendere anche che in una società strutturata sul “consumo” dei beni non necessari, un piano del necessario, intellettuale e spirituale, soggiacerà per la sua legittimazione morale sull’aspetto dell’incremento dei profitti economici dell’economia del non necessario, tanto che la loro determinazione, anche se vacua sul piano di autenticità culturale quale alterità, sarà legittimata appunto dalla determinazione utile del profitto economico; in questa sorta di oggetto-azione che vi si determina del contenuto; sta la stessa forma oggetto che trova la dimensione interiore dell’uomo strettamente legata al manufatto, che è già stato conseguenza della legittimazione del profitto economico, che avvolge l’essere umano come manufatto del manufatto. Ora una “statica conseguenza di una economia che cerca l’espansione dei profitti derivati dal non necessario ha bisogno di realizzare un piano culturale che dia un valore alla dissipazione dei beni e delle risorse umane, questa legittimazione economica avviene per mezzo della partecipazione di tutti i componenti il sistema economico che produce profitto economico, questa espressione, libera, di tale associazione fa della ricerca del profitto individuale, l’espressione morale della libertà comune. Tale libertà è comunicata tra i membri di questa società per mezzo dell’uso che si fa dei beni che producono profitto economico – su questo piano avviene quella nuova codifica che fa della comunicazione l’uso stesso del mezzo oggetto usato, quale possibilità autoderivante e autoreferenziale dei contenuti comunicativi, che con esso vengono trasmessi, in così fatto formale che determinano la necessità dell’oggetto in quanto espansione del profitto economico che va a legittimare la natura del contenuto stesso la comunicazione, che ha così l’autenticazione di necessario pur nella non necessarietà - in riferimento al contenuto del messaggio e contenuto trasmesso - che va in questo modo ad assolvere il piano culturale del necessario, intellettuale e spirituale, come mezzo della necessità dei contenuti modificati sul un piano compensativo della percezione sublimata dei bisogni primari, se pur vacui i contenuti della comunicazione si determinano condizionanti per l’esistenza dell’esistente. È evidente che una economia siffatta è soggetta non solo al collasso strutturale dell’intero apparato culturale che la sostiene, ma anche ad episodi di crisi, che via via diventano sempre più acuti e di difficile soluzione. I primi collassi strutturali si hanno quando il piano culturale non sostiene più le necessarie forme di progresso, sul piano della realizzazione del profitto economico collettivo, che non dà sostanza alla libertà del piano economico individuale – il rilancio di quest’ultimo per mezzo della riduzione del primo è conseguenza della logica autoreferenziale del sistema morale-oggetto che lo sostiene, ma tale atto in realtà non determina un processo di volontà che porti il sistema ad un equilibrio che tolga l’autorefezialità, aprendosi a nuove soluzioni che ridiano spazio al processo dell’espressione culturale dell’economia del bisogno primario, necessario, intellettuale, spirituale, come “possibilità ulteriore” dell’intero stato della “conoscenza” raggiunto fin “ora”; si è formato un gap comunicativo con la dimensione del tempo, che ha generato quella mancanza di alterità che non dà linfa alla dimensione spirituale e intellettuale, inibita dal processo logico del non necessario. Per paradosso strutturale la perdita del profitto collettivo, aumenta il bisogno di spesa del collettivo, giacché l’individuale ha bisogno di espandersi e sostenere l’aumento del profitto individuale e ciò può avvenire solo per aumento dei consumi di beni non necessari che danno credito e significato morale al consumo dei beni primari, su cui determinano il loro prezzo, e gli uni e gli altri gioco forza determinano il potere strutturale su cui agire per aumentare il profitto economico su un piano sempre più ampio che dia legittimità del più “opulento”, come determinazione piramidale ma orizzontale, della determinazione del livello di vita economica. Ciò finisce per collassare quanto il processo di competitività non è più sostenuto dalla struttura autoreferenziale del processo globale, dando spazio alla inevitabile necessità di abbassare il costo della vita in una prospettiva che non faccia più del contenuto della comunicazione, della legittimità del ricerca del maggior profitto individuale, il contenuto della sublimazione dell’appagamento dei bisogni primari. È ovvio che in questo costrutto l’aumento di competitività fa della necessità di un abbassamento del profitto individuale, situazione, uso nella comunicazione dell’ambito del non necessario, strettamente legato a un processo collegato all’uso utile della comunicazione, ma non come espressione d’impoverimento, ma come legittimazione di un sistema che faccia di ciò un processo strutturale, che determini la volontà per un cambiamento morale, che torni a dare alla comunicazione nei consumi un costrutto intellettuale degli acquisti necessari, che vada su questi ad un inversione di rotta che faccia della produzione tecnologica dell’uomo risorsa che ascolti e comunichi con i suoi bisogni più “elementari”, e traduca tramite essa l’autoreferenzialità del sistema economico in un abbassamento della vacuità dell’utilizzo fine a se stesso del “significato produttivo”, la comunicazione può così avvicinarsi alla libera espressione dell’individuo, dove il consumo diventa atto concreto di reciprocità, in un atto di solidale ricerca comune della soluzione dei problemi in essere nel processo intellettuale umano, che apprende le possibilità spirituali, in un processo spirituale intellettuale e necessario. Credo che in questa prospettiva si debba cercare la soluzione ai problemi contingenti che si stanno acuendo in questo tempo.
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From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.economia
Sent: Saturday, November 16, 2002 12:23 PM
Subject: La strada più complicata per tornare al legittimo baratto
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From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.economia
Sent: Saturday, November 16, 2002 12:23 PM
Subject: La strada più complicata per tornare al legittimo baratto
La strada più complicata per tornare al legittimo baratto
15/novembre 2002. Questa mattina sul telegiornale, si sono visti i primi morti per fame dell’Argentina, vorrei esprimere solidarietà alle persone che nel mondo, si trovano in questa condizione, forse questo è il solo modo possibile per alleggerire il significato del testo che segue, che nella forma letteraria è scritto in un italiano “edulcorato accademico”, e nel significato dell’esplicazione di “effetti” con esso descrittavi è “privo e priva” di “cause e soluzione” e fors’anche capacità di perdono; mi appare fin troppo duro e, questo mi ha suscitato qualche remora nel pubblicarlo.
Una cosa del processo globale, pericolosa, è quella espressa dalla criminalità organizzata, che ha sviluppato una struttura economicamente alta, che si “distanzia” in azione da quella del crimine della sua “manovalanza”, dove trova il potenziale finanziario, necessario, per l’avvio della crescita esponenziale dell’economica del suo vertice organizzativo-economico. E tramite il denaro, che la “determina”, generato con la manovalanza, cerca d’inserirsi nell’ambito dei processi economici legittimi di uno stato, per indirizzarlo in una politica” che controlli i processi economici che la interessano. Il termine mafia ovviamente, intende tutte quelle organizzazione che in ogni parte del mondo hanno sviluppato un sistema criminale organizzato, che nel gergo comune internazionale è accompagnato dal nome della nazione, anche se è bene dire che sul piano storico ognuna di queste organizzazione ha indicata nella “specificità del suo nome” una identità che contraddistingue lo “spazio territoriale” in cui esso è collocato, ciò sia per le organizzazioni nell’abito di una stessa nazione, quanto anche in quello internazionale. La fusione di tutte queste organizzazione per brevità può essere definita come mafia internazionale. Una delle sue fonti di finanziamento. Negli ultimi anni, per questa organizzazione, il potere sugli stati in cui veniva prodotta la droga è stata un’esigenza primaria - dato l’immensa possibilità di arricchimento del rapporto costo produzione e introito ricavato, con la vendita della droga - tanto da sconvolgere la struttura esistenziale di quegli stati; in parte ciò è stato attenuato dalla nascita di nuove droghe a base sintetica che hanno “calmierato” il bisogno organizzativo dell’associazione criminosa negli stati della produzione, la materia prima – in questo testo non mi soffermerò sugli effetti della lotta del sistema legale, a questa organizzazione, o sugli effetti sociali che la droga ha sull’individuo, ma parlerò solo degli effetti che si innescano sull’economia del potere economico.
Con l’aumento “globale” del suo potenziale economico, l’organizzazione criminale, può assumere sempre maggiore controllo, sulle strutture che “gestiscono” i capitali finanziari, non solo nella loro forma strutturale marginale, ma nell’aspirazione del controllo del vertice decisionale tali strutture. In questo significato la crisi strutturale il sistema economico mondiale apre molteplici possibilità perché ciò avvenga; se assistiamo ad intere economie nazionali che crollano senza possibilità di soluzione, in altre l’impellente necessità di evitare tale crollo, porta - per determinare la stabilità di tali strutture - al bisogno di dare “credito esclusivo” ai capitali più alti dell’economia; strutture che sono sempre più “marginalizzate” per lo storno del loro potenziale economico verso l’economia “virtuale” e instabile delle borse, a cui loro, anche partecipano. Per l’organizzazione criminale, che in questo processo cerca l’accesso in un mercato economico sempre più planetario, c’è il bisogno anche del controllo dell’alta finanza economica, di interi stati, per organizzare le relazioni economiche con il resto dei suoi rami economici, sparsi nel mondo, e dare un’ulteriore slancio esponenziale al suo processo economico e radicarlo nel tessuto economico sociale, controllandolo a tal fine. La sua azione può essere paragonata a quella di un veleno che si diffonde sempre più, fino alla morte del sistema, per poi lasciarlo a se stesso e in conseguenza di questo trovare nuove forme che portano al controllo del suo ancor possibile sfruttamento economico. “Ora in Italia, come in molte altre economie, in banca ho trovato il tasso zero o sotto, l’inflazione corrente; dato che io sono un piccolo risparmiatore, in tale modo, io, in un “bisogno di crisi o dietro la paura di perdere il potere di acquistare, storni i miei risparmi o in obbligazioni, o in spese correnti che andranno a dare credito maggiore a chi ha il grosso conto”, finito il mio risparmio l’economia rallenterà in modo esponenziale, fino a un processo di indebitamento sempre più ampio – è l’unico modo per sperare di ridare “spazio alle economie dei consumi, questo può determinare quello che è “avvenuto” negli Stati Uniti, intere aziende che rappresentano la struttura dell’economia e tecnologica della nazione, hanno cercato di salvarsi con falsi in bilancio e “previsioni fasulle”, per racimolare più soldi possibili dal mercato azionario, che ha già “non virtualmente, finito di spolpare “nel suo circolo vizioso” il piccolo risparmiatore, le aziende non hanno più “reali” possibilità sul mercato della spesa, sia di “ricerca” sia di introiti, e il potenziale economico derivato dalle borse non dà più significato al suo valore – si è oramai indebolita la struttura sociale dell’economia reale e ogni ipotesi “concreta” di stabilità economica, il sistema è così virtuale che pur “senza consumi” l’inflazione è bassa ma il potere d’acquisto del denaro posseduto è ancor più basso – solitamente già prima di ciò i capitali “occulti” sono entrati nel processo economico e stanno generando le scelte che possono spremere al massimo le risorse su cui è strutturata l’economia – a questo livello si attivano i processi di guerra e il potere cerca un maggior controllo sociale, ciò non è indispensabile per l’organizzazione mafiosa, se non come peculiare strumento di ulteriore profitto economico e “invisibilità”.
“Voto - 0”
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From: "Roberto Carnevale" <rcarne@tin.it>
Newsgroups: it.economia
Sent: Saturday, November 16, 2002 2:29 PM
Subject: Re: La strada più complicata per tornare al legittimo baratto
"Patrizio Marozzi"
<patrizio.marozzi@libero.it> ha scritto nel messaggio
news:TUpB9.2791$Ka3.97497@twister1.libero.it...
> La strada più complicata per tornare al legittimo baratto
la prossima volta aggiungi un LUNGO nel soggetto ed evita di postare due
volte.....
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From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.economia
Sent: Monday, January 13, 2003 11:08 AM
Subject: cretinerie o un ipotesi assurda
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From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.cultura
Sent: Monday, January 13, 2003 11:09 AM
Rai.it forum “primo piano”
Oggetto: cretinerie o un ipotesi assurda
Data: 13-01-2003 alle 11:12
Richieste doppie rispetto all'offerta:
cresce la voglia di sicurezza
L'interesse più basso dal dopoguerra, negli anni '80 era quasi al 20%
Bot sotto il 2%:
è il minimo storico
Errore di distrazione di un operatore e il rendimento precipita
Gli annuali danno l'1,8%, ben al di sotto dell'inflazione
Che ai tempi degli anni del Ministro Goria, la qual cosa mi sembrò al di là del senso, e mi chiesi come ne saremo usciti, dato che per mettere sotto controllo il debito pubblico si ricorse al denaro degli italiani, certo c’è da dire che in quel periodo con gli interessi, anche con solo quelli degli istituti di credito, ti trovavi qualcosa che poteva essere spendibile e che in un certo qual modo aiutava la produzione. La qual cosa poteva essere poco morale perché lo stata dava di più a chi aveva di più, ma certo solo i più furbi mettevano i soldi all’estero; e molti riuscivano ad avere qualcosa; per non dire degli stranieri che compravano i bot italiani, il sistema in un certo qual modo doveva muoversi le banche dovevano produrre ricchezza e incentivare la produzione, l’inflazione non è che fosse a regime, ma con il cambio con le altre monete l’esportazione tirava, era la solita cosa all’italiana, di lì a poco ci sarebbero stati altri incentivi, dissi che a circa 800 900 lire-dollaro, era una pacchia investire in dollari, dissi che a duemilalire il dollaro, anche un po’ prima riconvertire, senza ingordigie e infatti ancora alcune centinaia di lire e tutto prese ad andare per il verso opposto. In mezzo a tutto questo nacque quella barzelletta dei fondi d’investimento, una barzelletta perché tutti puntavano su qualcosa di “nuovo” che sarebbe cresciuta inevitabilmente e avrebbe gonfiato la borsa, anche lì dissi quando era il momento giusto di mollare tutto. Era pieno di quei ritardati di Yippi o iappis, o come cacchio si chiamavano, che incominciavano a cascare come pere fradice dall’albero dell’arroganza. Naturalmente io non feci niente di tutto quello che avevo previsto e mi stavano talmente sul cavolo i bot, e poi chi ce l’ha i soldi pe arricchisse; sarò matto sarò libero o è solo il fatto che ho ragione e pertanto tocca pagare le conseguenze per quelli che si arricchiscono a torto. Infatti in mezzo a tutto questo casino, che sembrava un paradiso, ma non lo era, scoppio tangentopoli che era il sistema morale che lo governava, voglio dire quello che venne fuori dall’inchiesta di tangentopoli. In fondo tutto questo casino si sarebbe magnato tutto.
Ed ora come continuasse a magnasse tutto, è vero che in un certo qual modo si è riusciti a controllare il debito dei bot, controllando il debito pubblico, ma ora urge dà più oio alle borse, magari senza passare per le banche, è la disperazione dell’instabilità, o forse si vuole far spendere tutti i risparmi, che mesà che non sono più quelli dell’epoca dei bot? e che strano che nessuno del governo abbia detto che meno interessi à da pagare lo stato e meglio è, ma allora ben venga fare a meno dei bot, meno se ne hanno e meglio è, però che cazzo se gli interessi so bassi, lo stato ne po’ avere di più, e già, ma siamo sicuri che il debito pubblico è sotto controllo, allora sembra “solo positivo” tutto questo – ma se invece sotto sotto ci fosse quella follia reganiana e si vuol far crescere il debito pubblico in modo che gioco forza si debba privatazzzare, senza scampo, ogni cosa di più e così invece di far produrre quello che privatizzandolo può produrre, si privatizzza anche il produttivo, per poi lo stato avere sempre meno da produrre e - più - avere potere in funzione di chi ha campa e chi non ha more, che tanto piace a Bush, voglio dire se l’equilibrio si spezza, si sa da quale parte, e la percezione morale di questa parte è quella del potere a fine di vanità economica ed esistenziale, dico vanità senza attribuire ad essa nessuna connotazione positiva, quella che “tutti” vogliono soprattutto i più cretini che hanno torto. Staremo a vedere che succederà, certo che dopo non potremo certo risolvere i problemi come Bush, con le guerre preventive, per fortuna? Speriamo.
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From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.cultura
Sent: Monday, November 18, 2002 2:42 PM
Subject: "arte sgarbata"
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From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.economia
Sent: Monday, November 18, 2002 2:43 PM
Subject: "arte sgarbata"
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From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.discussioni.giustizia
Sent: Monday, November 18, 2002 2:44 PM
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From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Sent: Monday, November 18, 2002 2:46 PM
Subject: "arte sgarbata"
From: Patrizio Marozzi
To: vendrame@temaceleste.com
Sent: Monday, November 18, 2002 2:52 PM
Subject: per conoscenza
è un testo che ho già inviato in diversi newsgroup. Cordiali Saluti Patrizio Marozzi
“arte sgarbata”
Osservavo la televisione, non come oggetto, ma quel che vi si rappresentava attraverso i catodi in movimento. In fondo il dubbio è comprensibile, ero proprio distratto mentre vedevo il ministro Urbani che sembrava giulivo, come avesse ottenuto un punto percentuale in più in borsa e salvato per questo il mondo: parlava di un museo, costruito, o ampliato in qualche città italiana; in “controcanto” alla sua immagine compariva un altro che sembrava un direttore, sovrintendente o quant’altro, non son riuscito a capirlo mentre lo ascoltavo parlare, i miei neuroni e sinapsi non si attivavano, è intelligente ma non si impegna, in effetti stavo pensando proprio ad altro, del resto questa persona stava dicendo che costruito questo museo, o forse prima che fosse finito, o nello stesso momento lo avrebbe riempito di opere di artisti contemporanei. In effetti il problema di questo sistema dell’arte che genera un circuito legato alla rappresentatività pubblicitaria degli artisti che reclamizzano le loro opere, deve servire allo scopo di generare profitti, in chi in una rete di connivenze a scopo economico vede nel senso dell’arte, un possibile utile monetario. In effetti non vi è altro scopo nello sviluppo di questo processo artistico. In sostanza è uno scambio dove ognuno cerca di vendersi all’altro per cercare di avere un riconoscimento nell’ambito gerarchico del potere referenziale all’interno della logica autoreferenziale del sistema per l’incasso economico in rapporto al consenso gerarchico del sistema. Ciò è quello che ci dice quali sono i valori dell’opere che vengono realizzate in questo ambito. Il problema dell’arte contemporanea degli ultimi vent’anni è stato tutto qui - dopo la prostituzione concettuale degli anni ottanta, finalizzata dagli investimenti di borsa nella creazione di un mercato che ha fatto del narcisismo economico dell’acquirente il valore dell’artista acquistato - c’è stata una totale perdita di valore artistico, in conseguenza del fatto che costoro sono rimasti senza un mercato che determinasse il loro valore. Il dibattito artistico principale dell’arte contemporanea di questi anni è finito tutto su come ristabilire questo sistema. Gli artisti e tutto il sistema dell’arte è diventato una setta che ha fatto del suo punto di vista, il punto di vista con cui guardarsi allo specchio, e come un matto continuare a dirsi come sono bravo come sono bravo, me lo ha detto lui, me lo ha detto lui, e chi è lui lo specchio della vanità del sistema dell’arte dove il sistema stesso si guarda. Non so se riuscite ad immaginare l’orda di quegli incivili culturalmente che escono dalle accademie, con l’unico intendo di mettere su uno stipendio con l’insegnamento, andare in giro dicendosi davanti agli altri sono un artista, e per confermare ciò farselo dire dal compagno di classe, perché così sono un movimento che con la raccomandazione del professore fa comando al critico e alla galleria. Il problema è di come valorizzare un paio di mutante messe e firmate dall’artista, che si distinguono da un paio che ancora l’artista non ha messo. In sostanza salvando alcuni momenti individuali, il riciclo intellettuale dell’apice di Duchamp è stato tutto qui. Del resto con lui la rappresentazione dell’oggetto nell’arte ha chiuso il suo ciclo, fino a spostare la rappresentazione del mondo, sulla teoria dei giochi, fino alla guerra fredda, dove l’atto catartico concettuale dello giocare a scacchi di Duchamp, rappresenta un ritorno all’equilibrio concettuale, e dell’analisi di quel processo storico. Sembra che di ciò, la visione contemporanea dell’arte abbia solo portato la logica di come ottenere il maggior profitto dal sistema usato, senza neanche porsi il perché, né lo scopo; in questa cosa, la sola vanità dell’individuo artista in un sorta di compulsività relativa dei comportamenti cerca un atteggiamento con cui possa prevaricare l’altro e affermarsi all’interno del sistema, il modo migliore per fare ciò è dare attraverso il proprio comportamento autoreferenzialità ad esso. Credo proprio che quella cosa ascoltata distrattamente in televisione sia un valido aiuto a tutto ciò, è giusto che i più devono abbuffarsi, ma non tutti finiranno per mangiare, ma anche per loro l’importante è esserci. Vorrei avviarmi alla conclusione affermando che tutto ciò toglie “vero spazio a chi fa della qualità dei valori “espressivi” possibilità critica per la comprensione intellettuale e morale, e dà sempre più potere a un mercato che fa degli appagamenti primari dell’intelletto la soluzione esplicativa delle sue sensazione: come dire tu sei intelligente perché io ti tratto come un cretino, tanto basta per sentirsi appagato e importante. Ma non pensate che non sia una cosa democratica, considerate il mondo della letteratura dove si fa dell’appagamento del riconoscimento intellettuale del lettore i canoni commerciali su cui determinare le possibilità di vendita di un libro, provate un po’ a “pensare” che significato ha “l’arte” in questo costrutto, queste opere di intrattenimento d’evasione che sono fatte per ogni ceto intellettuale, sono appunto concettualmente opere d’evasione dove le mutande dell’artista sono le mutante di tutti, in quanto ognuno può trovarvi la sua misura con cui sentirsi tranquillo e sicuro, senza considerare a cosa serva quello che vi è sotto le mutante: la concettualità della forma esteriore delle proprie mutante – questi in sostanza sono i valori estetici dell’arte d’evasione e i parametri attuali di considerazione dell’artista. Per quanto riguarda il museo di Urbani e dell’altro, saranno contenti un po’ di direttori di riviste d’arte, tanto più del fatto che finirà che vi sarà un bando di concorso per la scelta delle opere, che così andranno a referenziare l’estetica predominante – non mi perdo in considerazione del tipo di un’arte di stato o non, perché non so proprio se in questo costrutto abbiano senso l’una o l’altro, o del dibattito che ci sarà, del museo che si trasforma in galleria, la galleria che diventa un museo e così via – il concetto di fondo è che le opere che entrano in un museo devono azzerare ogni riferimento commerciale essere inestimabile, per dare spazio ai valori della libertà dell’espressione totale dell’essere umano per la condivisione spirituale tra di essi e con il mondo in cui si vive. Il rispetto di quest’atto è fondamentale per ogni essere umano; solo così si dà valore ad un quadro di Van Gogh e ai veri valori che in esso vi vengono vissuti e condivisi. In questo vi è la “curiosità” necessaria con cui orientarsi verso l’arte e la sua conoscenza, con cui guardare le opere contemporanee di ogni epoca e vedervi il superamento della contemporaneità, dell’originalità del suo artefice. Voglio concludere dicendo che per quanto riguarda me mi sono sempre differenziato, sia nei comportamenti, nelle opere e nella ricerca intellettuale dal sistema che ho poc’anzi criticato, ringrazio le poche persone, da me contattate nei vari “campi dell’editoria”, che almeno, sono riusciti a mantenere, un atteggiamento “intelligente”. – non so per quando ancora -. Ovviamente ciò non è sufficiente; e senza aprire altre questioni inerenti questo scritto, concludo dicendo che paradossalmente, ma realmente l’operazione artistica in linea con il processo storico dell’arte, con Duchamp è quella fatta da Vittorio Sgarbi.
Forum rai.it Beni Ambientali
Messaggio Patrizio Marozzi
Oggetto: Beni Culturali
Data: 13-12-2002 alle 11:52
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.cultura
Sent: Friday, December 13, 2002 11:55 AM
Subject: Beni Culturali
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.economia
Sent: Friday, December 13, 2002 11:56 AM
Subject: Beni Culturali
Liberismo: la concezione politica che fa valere il principio della libertà individuale. Più che un sistema di pensiero ben definito, il liberismo è un atteggiamento intellettuale e morale che sottolinea con forza il valore positivo della libertà individuale intesa non come mera negazione di ogni autorità (libertà negativa), ma come autonomia o capacità di obbedire a norme razionali che scaturiscono dall’intimo dell’uomo. Ponendo la fonte dell’autorità e della legge nell’individuo, il liberismo si oppone dunque a forme di conservatorismo sociale fondato sull’arbitrio e convenzioni consuetudinarie. Al di là di questo senso generale, è difficile individuare un significato univoco di liberismo, e si deve riconoscere che in genere con tale termine si indica una prospettiva sociale e politica diversa a seconda dell’obbiettivo polemico di volta in volta considerato. […] Questo secondo l’enciclopedia garzanti di filosofia, a chi voglia consiglio di leggere anche il seguito. In definitiva nulla di nuovo sotto il sole – come inventarsi una causa che dia significato ad un effetto con cui giustificare la supremazia individualistica che dia significato al razionale e che giustifichi e legittimi la supremazia del più forte indipendentemente dalla libertà spirituale e naturale, che l’uomo può governare per i propri scopi al di là delle regole naturali, che non si considerano appartenere ad uno stato di coscienza, ma che nello stato di coscienza umana danno giustificazione ad un darwinismo sociale che legittima un così fatto stato “democratico” – Io dico ch’è il paradosso concettuale del significato di individualismo. Non è stato un caso nei primi tempi di questo governo si siano riviste, riascoltate logiche spiritualistiche, che l’efficientismo berlusconiano esprima in pieno regole di “convenienza” e che tutto debba mutarsi in tale ordine. Oh si badi bene che per me da sempre la strutturazione culturale accademica, è sempre stata una gran rottura di statole sotto ogni identità politica – ma in questo ordine attuale non mi sembra che la libertà in tal senso si sia accresciuta, e ci sia stato un innalzamento della qualità da essa espressa, nella libertà culturale sociale dell’individuo, anzi. E v’immaginate in questo contesto avere a che fare anche con l’affermazione individualistica di Bossi.
Comunque tornado alla giornata di ieri e alla questione della messa in vendita di beni artistici dello stato e in certi casi distruzione e non qualificazione ad uso culturale di esempi di architettura archeologica industriale, o di beni ambientali paesaggistici, già di per se qualificanti – come ho detto tornando alla giornata di ieri in questo clima di neoliberismo – questo termine per far sembrare innovativo il concetto – mi è capitato di ascoltare prima uno dell’università Yale – che in Italia si drammatizza troppo quanto fallisce una azienda – il caso Fiat non è così grave – certo; mi deve spiegare come mai quelle poche notizie che ci giungono sui disagi degli americani per cause di questo tipo, finiscono sempre per sembrare finte tanto sono “spettacolari”- e deve spiegarmi che fine hanno fatto quegli agricoltori andati falliti con Regan che non sono riusciti a spiegarsi come con il debito pubblico in aumento la gente a spasso è bastato che Regan dicesse che andava tutto bene e non c’era da preoccuparsi: ed è stato rieletto – poi mi dicesse come mai in un mercato così allargato le maggiori aziende americane finiscano fallite, oltre tutte quelle minori, coperte sul piano sociale da quelle maggiori che resistevano – d’accordo che la dinamica del “mercato” americano è Big” – ma nell’ultimo fallimento: la seconda compagnia aerea degli Stati Unti, non penso che potrà più distribuire oltre lo stipendio, neanche quella parte dei degli utili tra i dipendenti – che così producevano di più erano più ricchi e potevano spendere di più, poi questo non è bastato più e sempre più giù il “mercato”- cadere poi in quei falsi in bilancio a reso il popolo degli Usa un popolo di creduloni, o forse è stato più facile credere che accorgersi della verità. Non scopro niente dicendo che negli usa le case farmaceutiche “inventano disagi per vendere pillole che determinano la percezione e i comportamenti dell’individuo, e basta un rossore adolescenziale per non sentirsi omologate e prendere la pilloletta. E stavolta non voglio parlare delle smanie di guerra di Bush. Tornando alla Fiat è vero che togliendo un po’ di Fresco l’aria non cambia, concedetemi la battutina, - e non si capisce perché in Usa togliendo O’Nell invece sì – ma va detto che se la proprietà ha cercato di mostrare di avere voce in capitolo all’azionariato forse è anche perché c’è stata in questo ultimo periodo una gestione assurda che ha portato a un calo oltre il fisiologico” delle vendite delle auto Fiat, e non venitemi a dire che questo ha qualche senso anche per chi volesse vendere, - quali siano le spinte occulte in tutto ciò, non lo so e non me ne frega niente. Per tornare al tipo di Yale per quel poco che so la gestione organizzativa aziendale, della GM non è poi molto diversa da quella della compagnia aerea appena fallita, seppur l’auto è un altro “comparto”!?
Ora per tornare a ieri, per alcuni istanti in serata mi è capitato di ascoltare le vecchie chiacchiere sul perché dovere usare l’energia nucleare, mi auguro che non ci ritroveremo a discutere sulle informazioni fallaci dei propugnatori al nucleare, e non voglio neanche commentare affermazioni come quella ascoltata: che in fondo Chernobil ha prodotto solo 500 morti, e che adesso le centrali sono meglio bla bla - se non ce la fanno scoprire la fusione che cavolo vogliono. E a questo punto pensando al premio nobel dato a due accademici americani per aver scoperto un po’ di anni fa un sistema con cui finalmente poter gestire attraverso i “grafici e mi pare il processo obbligazionario” il mercato azionario a lungo termine e fare un sacco di soldi in un sistema che era bloccato e che alla prima variazione congiunturale politica e d’informazione ha mostrato tutta la sua inapplicabilità ed hanno perso tutto il denaro che gli era stato dato, non so se anche quello del nobel; e chissà forse le pillole non hanno ben funzionato a livello di comunicazione interiore dell’individuo ed è successo un patatrac a livello esteriore, che ha inficiato il nobel degli accademici. È solo una questione di comunicazione, più che d’informazione. Come il Nobel per la letteratura dato a Dario Fo che gli italiani non hanno saputo valorizzare e continuano a leggersi libri stimolanti, che vuol dire che sono degli ottimi lassativi?
E allora perché non prendere un pannelino foto voltaico per elettrolisi dividere l’acqua in idrogeno e ossigeno, che va a riempire la bombola che attiva la caldaia che riscalda l’acqua per i termosifoni, possono esserci problemi di “meccanica” e cari scienziati qualcosa dovrete pure risolvere, in attesa di ‘sta benedetta pila a idrogeno- o sennò mi prendo sempre un pannellino foto voltaico, di quelli che attivano i lampioni di notte, e alla batteria attacco una stufetta a ventola per aria calda e con un paio di quelle… e a proposito della ricerca c’è un’università che è riuscita a ottenere energia con le maree dello stretto di Messina, con un movimento lento delle pale, che cacchio in aggiunta all’energia eolica e per integrare quella idroelettrica mettiamo un po’ di queste “pale” sul bordo dei corsi dei fiumi. Sempre ieri ho sentito un’ennesima espressione poco garbata di Berlusconi, che non voglio commentare né raccontare, mi chiedo soltanto se ciò faccia parte del fatto che non riesce più ad avere un atteggiamento di autocontrollo sul significato delle espressioni pubbliche o se sia affetto da stress da efficientismo, del tipo che come uno che vive in funzione dei punti percentuali in una logica narcisistica non ci capisca più niente su quale sia il comportamento più redditizio per spostare i punti percentuali. Comunque in questo la cosa più bella e comica è Schifani che non posso fare a meno di ridere ogni volta che lo ascolto, praticamente con un paio di variabili dice sempre le stesse cose, qualsiasi sia l’argomento. Per tornare al patrimonio pubblico in definitiva non è affatto sensato svenderlo o venderlo per di più per racimolare denaro e niente altro. Che manca allo stato e il governo in mezzo a tutto questo casino non è riuscito a varare l’unica legge che poteva avere un senso liberista autentico, quella di togliere le tasse sulla prima casa e ai locali commerciali, e alle seconde o terze case in affitto. Ciò non è stato possibile, ma vedrete che nella logica del liberismo economico si toglieranno le tasse alle case oltre la prima, perché quelli hanno ipoteticamente più soldi e possono comprarne delle altre, magari come investimento, mentre chi non può farsi la prima casa è fuori dal mercato.
E allora voglio sapere, com’è che in Norvegia hanno abbassato di mezzo punto il tasso, che però è al sei e mezzo per cento, ci si possono portare i capitali – non ricordo se la Norvegia ha l’euro. In Belgio hanno deciso di uscire dal nucleare, non è che poi ci siano molte montagne in Belgio, compra forse l’energia dalla Francia e allora perché… scusate se faccio un po’ di confusione, ma sembra il mezzo più in voga di comunicare, oddio comunicare!?
Banche in affanno nel 2002
gli utili calano di un terzo
I dati dell'Abi segnalano le difficoltà del settore. Le cause: stallo
dell'economia, crac dei colossi Usa e crisi argentina
Approvato
l'uso dell'antidepressivo anche sui più piccoli
Rigorosi
test clinici prima della somministrazione
Usa,
Prozac anche ai bambini
Sì alla terapia ma regole severe
Ma la
decisione è destinata a far discutere
WASHINGTON - Prozac anche ai bambini. La "Food
and drug administration", l'organismo americano che regolamenta l'utilizzo
dei farmaci, ha approvato l'uso del noto antidepressivo anche nella cura di
bambini e adolescenti dai 7 ai 17 anni, vittime di depressione e disordini
compulsivi-ossessivi. Un provvedimento destinato a far discutere. Intanto,
perché da anni il Prozac è sotto accusa da parte di una larga fetta della
comunità scientifica internazionale (secondo alcuni ricercatori, un uso
prolungato istigherebbe al suicidio). E poi, esiste un precedente eccellente:
il Ritalin, il cui uso fu autorizzato, nel '99, sempre negli Usa, per
controllare la condotta dei bambini nelle scuole (il cosddetto "disordine
di disattenzione per iperattività"), salvo poi trasformarsi, nell'uso
comune, nella "cocaina dello studente", acquistabile dietro semplice
prescrizione medica.
Ma l'America deve risolvere un problema. Secondo le stime dell'Istituto
nazionale della salute mentale, negli Stati Uniti la depressione affligge oltre
il 25% dei bambini e circa l'8% degli adolescenti. I disturbi
ossessivi-compulsivi riguardano il 2% della popolazione, e solitamente si
manifestano per la prima volta proprio durante l'adolescenza o la prima
infanzia. Una spesa rilevante: il costo, economico e sociale, della patologia,
è stimato intorno agli 8,4 miliardi di dollari.
(4 gennaio 2003) la Repubblica .it
Il libro inizia con queste prime 36 lettere e a scriverlo sono io, il protagonista, il personaggio del libro. Non sono un omonimo dell’autore seppur mi chiamo come l’autore, difatti l’autore del libro si chiama Patrizio Marozzi e, di fatto questo è il mio stesso nome; del resto le storie che vi sono scritte sono frutto di opera letteraria e se nella qual specie possono apparire più di questo, la realtà è che l’invenzione letteraria dell’autore potrebbe essere la mia stessa ragion d’essere, ciò che mi dà lo stesso nome dell’autore. Non è così – se qualora io stesso Patrizio Marozzi scrivessi di Patrizio Marozzi, voi non sapreste più chi è l’autore, se io Patrizio Marozzi o lui Patrizio Marozzi, né se quel che io scrivo è opera della biografia, mia, quale personaggio del libro, o sua quale autore del libro. Per qualcuno disattento ciò potrebbe apparire un artifizio menzognero, in realtà nulla può essere più vero della verità rappresentata, sia essa opera letteraria come immaginazione, che dell’immaginazione di cui l’autore parla, sia dell’immaginazione mia che immagina la realtà di cui l’autore parla. Se tutto ciò vi può apparire illusione, vi dico che essa non lo è, e se il poeta è un finitore, questo è il caso che non vi appaia fingitor. Se voi non avete la perseveranza di dubitare della vostra stessa sorte non potete in alcun modo capire chi siete, né dove vi trovate e quel che leggerete vi apparirà menzognero perché alla vostra vista è tolta la capacità di capire la verità ben al di là della mia immaginazione o di quella dell’autore.
…Mi tocca passare il tempo a vedere dei cretini che mostrano a dei cretini quanto sono cretini, per poi farsi dire dai cretini quanto sono cretini – questo ripetuto per l’infinita cretineria umana. Ma il massimo è che senza che io voglia avere a dire cretino a nessuno – ciò determina il fatto che io non sono un cretino, e allora i cretini si comportano da cretini, con molestie e fastidi e interpretando quel che dico e faccio in malo modo – per farsi dire che sono dei cretini e così poter dirmi che sono un cretino, ma il paradosso è che qualora io assecondassi questo loro volere, finiscono per dire che l’ho fatto solo per dire loro che sono cretini e così continuano a comportarsi da cretini …continuano… senza uscirne mai – tanto l’esser cretini nell’odio li fa sentire di aver potere.
A me non resta che “osservare” questa infinita cretineria, questa incapacità di volere e distinguere il bene dal male, questa mancanza assoluta di coscienza e altruismo, pazzia, questo loro esser dannati – mancanza di percepire la gravità del male, che come il “demone” vogliono rendere insignificante.
I relativi incanti, sono come un raccogliere i luoghi dove le voci e i suoni, soprattutto questi ultimi finiscono per “rappresentare” tanto da rischiare di essere qualcosa. E c’è da dire che comunicano, eppure sono solo musica, e allora le parole cadono tanto da ammattire i suoni e chi li ode, perché non può non esserci un linguaggio; eppure c’è chi ne parla e ne parla ancora con un altro – tornano voci e i suoni possono non essere più “nessuna musica” – e sembra che ora rappresentino, così in corso d’opera, soltanto, eppure ciò ch’è vero ha sempre il suo linguaggio. E allora cos’è quel che comprendono, quello che dicono di comunicare, in in corso d’opera che silente non rappresenta e non è tale e non comprendono, capiscono più neanche la musica e le parole; e forse anche quant’altro che delle parole è il succo e superiore.
Se dal furto di una lettera può apparire un equivoco, che equivoco non è, ma soltanto la volontà di negare da parte di chi si impossessa della lettera i luoghi i fatti, le volontà dell’autore e la sua capacità di verità, con un inganno illogico dei fatti, con uno scambio approssimativo delle informazioni con altri fruitori che son soggetti delle voci, e non altro che dei suoi fruscii. Del resto in questa società governata, oramai da sempre, di psicologismi sociali che assolvono l’incapacità di capire, o come suol dirsi con in corso d’opera che chiedono cercando d’ingannare la risposta, imbrogliarne i sentimenti, con il sentimento del proprio voler capire, la verità; la sua stessa ipotesi plausibile diviene pusillanime come non so immaginare. Eppure se c’è del vero nel credere a maggioranza che la terra è piatta, lo scoprirne la sua sfericità equivale a qualcosa di più vero, seppur c’è una maggioranza che lo afferma, nello stesso modo in cui affermava che la terra fosse piana, e dunque perché la paura continua a volere rispondere per la verità e con l’aiuto degli psicologismi, che danno della percezione del mondo la sua forma piana, dire a maggioranza che ciò sia vero. Del resto se Jung disse che se l’opera con l’ombra è capacità d’apprendista, mentre il rapporto con l’anima è opera di maestro, come è possibili che la psicologia che ha reso così effimeri i contenuti umani, i suoi mancanti perché verità qualunque su cui determinare la maggioranza della terra piana, con metodica e scientifica analisi, possa renderci più consapevoli della verità, o il suo scopo è soltanto quello di dirci quale sia la verità predominate, il bene da identificare.
Del resto i mal’intesi non sono nati da chi ha scritto la lettera e se la psicologia tende a dare la “giustificazione” per cercare di dimostrare la verità di chi l’ha letta, non può certo dire che l’alterità interpretativa che sfugge ad ogni plausibile corso d’opera, possa essere dovuto solo al fatto dell’atto oggettivo del furto, che ha rotto il flusso d’informazione semiologico del corso d’opera – e che non è stato da chi di dovere, neppure tentato di ristabilire, lasciando al libero arbitrio della maggioranza non edotta, le conclusione che l’hanno resa vittima di interpretazioni tutt’altro che plausibili per l’acquisizione della responsabilità, autonoma, nei confronti della propria libertà in relazione della verità nella lettera rubata, disturbandone a tal punto il contenuto con, nella logica interpretativa di una psicologia cognitiva con i suoi processi trasformativi, che sono, e sarebbe stupido dire il contrario, tutt’altro che di livello leonardesco, come alla maggioranza viene fatto credere e così dare credito alla verità della terra piana. Pertanto in mancanza di reali e capaci interlocutori non posso che riportare la notizia del fatto accaduto, così come il destinatario lo ha narrato:
Mario Trevi Via Densa, 3 […] Roma
- Roma 5. 12. 95
Gentilissimo Dottore,
scusi se rispondo con tanto ritardo alla sua lettera. Mi è stata proprio ora restituita dalla polizia municipale una borsa rubatami dall’auto, contenete quasi esclusivamente corrispondenza e manoscritti, in cui avevo messo, appena ricevute la sua lettera e quella del suo paziente. Avevo bensì l’indirizzo di quest’ultimo sul frontespizio del suo lavoro ma non volevo scrivere a lui prima di aver scritto a lei.
È molto difficile rispondere adeguatamente alla questione che lei mi pone. Io posso esprimere un giudizio “psicologico” sul manoscritto di Patrizio Marozzi _ e anche questo con estrema prudenza _ ma mai, in alcun caso, un giudizio di valore letterario […]
Di tutto il tempo soltanto oggi sembra esserci stato un corso d’opera universale, quasi che Dio non sia altro che un esperto inventore, quasi che avesse voluto porre limiti ai progetti, ancor più ampi delle epoche, come a dire che tutto non può che essere dentro l’essere della verità. Ma poiché dice il giorno, dice che soltanto la verità può stare dentro i limiti della verità, superati i quali si può ben essere ornatori di se stessi nell’essere stesso della non verità. Non si tratta di menzogna, ma di non verità, dice il giorno, forse questa non verità è pura illusione, e allora perché porre limiti al mondo dell’illusione se così si confà all’immediata esigenza che governa la percezione umana della notte e del giorno, che eternamente si ripete, che ci fa sentire superiori ad ogni altro essere, sia esso anche umano, del resto le regole che lo governano possono anch’esse servire per chi è più reale e superiore di un altro nel mondo dell’illusione. In questo gioco dei cento anni che non c’è più, la realtà del bene e del male di tutto il tempo è rimasta sola dell’illusioni umane, che eterne perpetuano l’illusione del bene e del male nell’eternità di una storia che non può conoscere memoria senza disconoscere l’illusione. Mi paiono già detti i suddetti luoghi ora narrati, che non oso chiamar più fatti tanto appaiono d’apparenza, da non lasciar vedere nulla oltre, e su questo pur sempre stesso gioco non posso che narrare ciò che accade ma che sembra non accadere perché non succede dove l’illusione accade. In questo strano corso d’opera il giorno sta oggi, del resto il rubare non è anche occultare
Immigrazione, come regolarla? (forum la Stampa)
Duplicati
L'importante è che se le tengano in un cassetto, identificarle magari in un documento elettronico equivale a fomentare la duplicazione promiscua, non solo delle impronte digitali, ma delle identità. Vedrete che non c’è chip che tenga, questa è la cultura del sospetto e dell’ignoranza che si spaccia per pragmaticità. La burocrazia non ha regole che determinano un fine, deve sempre essere il contrario, altrimenti non vi è un fine, ma la determinazione del potere di qualcuno, o alcuni, fine a se stesso, che ha per mezzo sistemi palliativi, ma dicasi realistici - e la realtà finisce per essere l'interpretazione burocratica del potere; e allora è importante chiedersi il potere mi dà la possibilità di “essere”, o vuole soltanto che io sia.
Patrizio Marozzi
Siam Pronti
Autore: Patrizio Marozzi
(---.27-151.libero.it)
Data: 07-06-02
10:50
Siam pronti alla morte.
La retorica del potere è sempre molto noiosa anche quando può diventare
drammatica. Parlare di leggi razziste, o di nazionalismo ch’è la sua versione
edulcorata, ma non meno nefasta, sa di assurdo e allora mi chiedo se non ci sia
qualcosa di assurdo nell’aria. È giusto dire che quello ch’è espressione di
autoritarismo moralistico, è sempre espressione di assoggettamento “utilitaristico”;
ma da parte di chi e nei confronti di chi. Be’ è evidente che se la folla è
femmina…e allora per questa dimensione retorica della massa come entità, la
folla sarà sempre propensa ad assoggettarsi a quella situazione di potere che
dà la possibilità di avere sicurezza e sicurezze, e secondo certa retorica poco
importa se esse siano più o meno giuste, giacché attecchiscono su le sicurezze
istintuali dell’individuo. Gestire il potere in questo modo, attraverso un
decisionismo efficiente nell’espressione della forza, è di gran lunga più
redditizio per la strutturazione di un sistema che tenda sempre più a
determinare le scelte di convenienza della folla. In contrapposizione dovrebbe
esserci la possibilità di scelta qualitativa dove anche una rilevanza di
libertà numericamente, non minoritario, ma minore, ha la possibilità di
esistere creativamente senza nessun assoggettamento al potere, senza questa
peculiarità il potere non è qualitativamente progressista; in effetti il potere
è sempre discriminante, giacché chi lo applica è soggetto alla sua
fascinazione. CONTINUA
Siam Pronti 2
Autore: Patrizio Marozzi
(---.27-151.libero.it)
Data: 07-06-02
10:54
E allora dopo aver
sentito in parlamento dire: che Cristo ha detto ama il prossimo tuo come te
stesso…non ha detto più di te stesso”, in attesa di “tornare” ad ascoltare che
chi non è buono per il re non è buono per la regina, mentre si approfitta di
ogni conflitto per verificare gli effetti dei nuovi armamenti, (vedi uranio o
plutonio impoverito), mi chiedo questa destra che concretamente non riesce ad
emanciparsi del suo passato storico, che ha ancora la fascinazione della
giustizia in linea con la pena di morte, per chi sta facendo opera di
galopinaggio? Per il puttanesimo del potere capitalistico, per la nuova
confindustria della lega o per se stessa per poter un giorno riaffermare il suo
potere storico? E il centro sinistra cosa aspetta ad essere veramente progressista
e aperto trovando le soluzioni per gli individuo fuori dalla retorica delle
masse, in cui è caduto appiattendosi sulla retorica camaleontica della destra,
facendo credere ai cittadini che Berlusconi non sa che il capitalismo sta
agonizzando esprimendo il peggio di se stesso e, che non ha più nessun nemico
comunista, se non se stesso. E allora mentre i sistemi atei continuano a
governare il mondo dico agli intellettuali di interessarsi di calcio, perché da
quando è cambiata la gestione della rai non si riesce a vedere niente che abbia
una rilevanza internazionale in chiaro sul satellite, questo perché vogliamo
mandare all’estero solo il “meglio di noi stessi” o per aumentare il mercato
pubblicitario di qualche altra azienda. E per concludere lasciatemi finire a
tono e dire: “To’! per il duce e per il re” – dato che non si sa bene che sia
il duce o il re, per qualche altro giorno dovrei evitare il confino, ma forse
ci sono già altre forme di “sconfinamento.
Censurato su un forum di un quotidiano – editato in un news group ----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.discussioni.giustizia
Sent: Tuesday, June 11, 2002 9:47 AM
Subject: Cogne è oltre l'infinito giustizialismo...
Legge l’immigrato puzza, censuratelo
La legge sull’immigrazione, ma scappino in fretta tutti quanti, è assurdo che ci sia gente oltremodo disperata che cerca di venire in Italia, qual è il giustizialismo che giustifica l’asilo in Italia, quello della cassazione che ha rimesso in libertà i tizi di falcone, quello che per rigore formale scarcera chi è già a sentenza con la speranza che tornino a firmare… quello di chi si lava la coscienza e con rigore getta la chiave che chiude in carcere due adolescenti; e la Boccassino perché non se ne va in vacanza, se spera che riesca in qualcosa in quel processo, se quel processo poi ci sarà, molto probabilmente, come era usanza una volta in Italia le cose in conclusione finiranno per cambiare significato - tanto rigore apparente, per dare delle leggi che diano certezza, difendiamoci dall’immigrato, che emigri prima di raggiungere l’Italia, mettiamolo nel calderone, e mettiamoci pure il giudizio della cassazione sulla “sentenza di Cogne (che giuridicamente per me è chiusa), ma che nella conclusione della forma del formalismo, della sostanza formale di un’ipotesi, ipotetica formulata, la forma ci dirà che l’ipotesi ipotetica che non è esistente è diventata inesistente a tal punto che il fatto stesso che non si è verificata, rende plausibile la forma errata e certifica la sua esistenza nel rigore di un’ipotesi al di là del fatto esistente, per dirci che l’ipotesi non esistente poteva essere esistente anche se non lo era, e se non lo è stato, potrà essere esistente giacché l’inesistente può diventare esistente, giacché formalmente l’inesistente esiste al di là dell’esistente che è superato dalla forma dell’inesistente. I meriti dei somari in questo modo non saranno mai scoperti, e nel calderone saranno quelli che ne usciranno meglio. Emigrate immigrati finché siete in tempo.
Non editato
economia, economia. Se la FIAT è in crisi che significa, del resto è poi vera crisi o non è soltanto la logica perversa di un’economia che deve espandersi senza limiti. Negli ultimi anni grazie alla rottamazione c’é stato un incremento nel settore dell’auto, ma pensare che finito l’incentivo della rottamazione tutto sarebbe continuato senza nessuna contrazione produttiva, è un atteggiamento da sprovveduti. Il sistema capitalistico mondiale vive una fase collassale grazie a queste logiche espansionistiche, che non tengono in alcun conto il fatto reale del fabbisogno umano nelle merci prodotte; per ovviare a ciò sconquassa i sensi e i pensieri della gente istigando una costellazione di insoddisfazioni tanto da rendere produttiva l’infelicità, ma nonostante questa pazzia non è pensabile immaginare una crescita dei fabbisogni virtuali degli individui senza limiti nei consumi e, magari pensando che non ci sia un prezzo da pagare. Se il costo della vita resta alto, la necessità creativa dell’individuo impossibilitata a svilupparsi nell’ambito di canoni economici democraticamente accettabili, alle industrie in ogni parte del mondo resta poco da fare, se non attuare quella regola di base economica di attivare la ricerca per l’innovazione tecnologica. Ma stranamente questi signori dell’economia non hanno di meglio da fare che proteggere una posizione di potere con cui determinare a chi è giusto dare e a chi è giusto togliere, generando guerre e scompensi sociali in ogni parte del mondo. E tornando alla Fiat è bene ricordare che proprio in ragione degli aiuti avuti regoli i momenti di crisi in una logica di assunzione di responsabilità il più possibile autonoma dagli appoggi governativi. Del resto è chiaro a tutti che dopo la gestione Abete e l’allontanamento del ministro Ruggero, ora con la gestione D’Amato nella confindustria e parallelamente a livello governativo, le dinamiche economiche che si stanno svolgendo vanno in direzione dei flussi di capitale e dell’acquisizione di potere, anche da parte della lega. è indubbio che la Fiat rappresenta una componente economica importante nel paese e il fatto che ci siano forze che riescono a condizionarne le decisioni la dice lunga su quali siano le forze in campo. Del resto anche se la FIAT fa buon viso al sistema che si crea (e mi fa diventare la Ferrari qualcosa che non ha nulla a che fare con Dino Ferrari, con il suo modo di intendere la qualità; e sarà pur vincente ma mi sembra diventata non il mito di tutti, ma l’utilitaria di tutti, resa anche azionariabile...) comunque mi auguro che non dimentichi che il vero valore aggiunto di un industria sono i lavoratori e che chiunque può “liberamente scegliere di lavorare” da senso e significato non solo al processo economico, ma alla qualità della sua ragion d’essere e ancor più alla libertà del proprio essere creativo. In conclusione non vorrei si seguisse quella strada oramai maggioritari di un abbassamento della qualità del prodotto, un abbassamento del regime di denaro spendibile per il funzionamento dell’azienda, tanto da rendere tali industrie così vulnerabili che una variazione congiunturale annulla le possibilità economiche per attuare le innovazioni tecnologiche necessarie per rendere democraticamente accettabile il progresso economico. Sinceramente non so quando l’accordo della FiAt con il carrozzone americano vada in tal senso; io avrei preferito un avvicinamento a quelle case europee che si stanno spingendo verso l’idrogeno in modo concreto, perché quando si parla d’innovazione tecnologica si parla di quella strutturale; parlare dello sportello che si chiude peggio o meglio non ha più alcun senso a meno che non si torni a produrre sportelli che non chiudono, ma questo è solo speculare sull’innovazione tecnologica, per modificare i listini non democraticamente. E io non voglio credere che nel mondo dell’industria chi ha potere e denaro, sia così povero e meschino, ma fosse solo una mia speranza, MA!
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Newsgroups: it.discussioni.giustizia
Sent: Thursday, July 11, 2002 7:58 PM
Mi si dirà che nella forma andare a dire che altri possono aver commesso su basi indiziare il delitto di Cogne, poteva essere corretto, ma non lo è stato perché la base astratta del tribunale del riesame (conoscenza fonti giornalistiche) ha determinato la mancanza di riscontri probabilistici indagatori, in persone “ipoteticamente sospettabili”, d'altronde il tribunale del riesame si è trovato a dover giudicare sui convincimenti del gip che poggiavano su ipotesi probatorie psichiatriche, invalutabili, e sulle perizie delle indagini sperimentali, tutt'altro che determinanti - e senza un sì di concreto per questo, ha deciso che i pericoli di fuga e di reiterazione del delitto verso altri membri della famiglia da parte della Franzoni non sussistessero. Nei fatti mi sembra che nulla sia cambiato - con il giudizio della cassazione credo che sia cessata ogni ipotesi oggettiva per quello che riguarda le interpretazione delle indagini sperimentali - e le logiche interpretative di tutto ciò casualmente spingono il tutto in linea con le tesi difensive del Processo di "Milano". Mi auguro di non dover assistere ad un gioco delle parti e dei partecipanti
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.discussioni.giustizia
Subject: L' ? nasce spontaneo?
?
mi chiedo, un po’ leggendo i giornali, che riportano tra l’altro l’ipotesi
espressa dalla cassazione, che l’orario a cui fa riferimento l’ordinanza di
carcerazione della Franzoni del gip di Aosta, che ha determinato i tempi degli
accadimenti che hanno influito sulla morte del bambino non sono affatto con
certezza dimostrabili, e in considerazione di tale fatto qualora sia vero, mi
chiedo in base alla mancanza di un movente certo, senza nessuna
prova, con l'indimostrabilità dei gravi indizi (che il tribunale di merito
doveva in dialettica dimostrare, in aggiunta alla dialettica del gip) se non
per deduzioni astratte, come sia possibile, e “ignorantemente” mi chiedo
sempre in base alle notizie di stampa e "tv" come sia legittimamente
ammissibile che la cassazione trovi un errore di forma nell’ipotesi di un
processo fantastico nella mente dei giudici del riesame. In una loro
prevenzione dialettica soggettiva, alle tesi dell'ordinanza di carcerazione,
tanto da trasformare un'ipotesi probabilistica (i terzi) in una prova.
N.B. [ho appena letto tramite il
messaggio di eius, le motivazioni della cassazione e quelle precedenti del
tribunale del riesame - e l'unica cosa che ho rilevato sono le discrepanze tra
quello che dice la cassazione e quello ch’è scritto sulle motivazione del
tribunale del riesame. Vi è la differenza tra un atto giuridico di qualità,
quello del riesame, e uno che assomiglia ad un articolo di un giornale di
cronaca rosa, e con rispetto per la cronaca rosa, mi sembra che si dibatta di
atti giudiziari, voglio pensare che sia il classico caso di un incontro tra chi
è molto capace e chi lo è meno, solo così mi posso spiegare quello che ho letto
- a questo punto non posso far altro che fare gli auguri ai partecipanti e dico
loro di incrociare le dita, perché le persone capaci sono una minoranza.]
P.S.
Per il N.G. i frammenti di articoli sottostante sono proprietà del
quotidiano la Stampa, non fanno riferimento a nessun autore specifico, avendoli
io opportunamente identificati citandone la provenienza non dovrebbero
incorrere in nessun diritto d'autore, altrimenti possono essere liberamente
depennati da voi del N.G. o per voi opportunamente segnalatomi da me.
[.]
«Osserva la Corte -si legge nelle motivazioni depositate oggi- che lo sviluppo
del percorso motivazionale della pronuncia di annullamento dell'ordinanza
coercitiva emessa nei confronti di Anna Maria Franzoni è decisamente inficiato
dalla mancanza di un autentico e valido rigore interpretativo, dato che
l'affermata assenza di gravità del quadro indiziario non trova giustificazione
alcuna in un organico e coerente apprezzamento degli elementi probatori
acquisiti, nè risulta articolato attraverso passaggi logici dotati della
indispensabile saldezza». (La Stampa)
[.]
Prosegue la Cassazione, nel suo rimprovero ai giudici di merito, e essi fanno
balenare questo scenario ipotetico «optando per spiegazioni alternative, a
volte forzate (come la credibilità attribuita sempre e comunque a molte delle
dichiarazioni via via 'corrette' della Franzoni) e a volte fin troppo rigide
(come la determinazione dell'ora della aggressione della vittima), anche se di
per sè certamente non illogiche». (La Stampa)
[.]
In sostanza i giudici di piazza Cavour ritengono che ci sia stata, da parte del
tribunale del Riesame una «aprioristica impostazione iniziale di ritenere -
apodisticamente e a livello di mero sospetto - nel delitto opera di persona
diversa dalla Franzoni costituisce l'antefatto dialettico della svalorizzazione
di tutti gli indizi raccolti a carico della donna». Questa impostazione «ha
spinto il tribunale ad inquadrare forzatamente elementi di per se equivoci ed
estremamente labili in un'ottica deformata e deformante, la cui validità è
meramente presupposta perchè prescinde da una verifica puntuale e concreta dei
dati a disposizione, sui quali e soltanto sui quali doveva incentrare le
proprie valutazioni». (La Stampa)
Il lavoro e la capacità di governo (censurato)
La politica sul lavoro, da dove nasce e perché ve ne è necessità? Se devo definire un’immagine di progresso nel lavoro non posso non dire che esso debba improntarsi sulla possibilità di scegliere in autonoma consapevolezza il modo creativo con cui l’individuo partecipa alla libertà del mondo, attraverso la sua libertà. In un progetto di progresso l’intento di un ideale umano, comprendente tutte le sfere dell’esistere è componente essenziale per muoversi in coerenza con tale fine - per rendere applicabili e realistici i modi che danno significato e scopo al lavoro. Per buona parte dell’esistenza del mondo moderno il tutto è stato governato dalle leggi del bisogno mediate da chi deteneva il potere, applicando le regole che più soddisfacevano il consolidamento del proprio stato di potere che voleva dire poter scegliere. Tutto ciò ha reso consueto e legittimo lo schiavismo e la conquista per mezzo della guerra che determinava chi dovesse legittimamente governare (forse a parte l’enigmatica presenza di Giovanna D’Arco) tutto fin nei recenti anni dell’800. In una fase di questo secolo il potere si è unito sempre più alle logiche economiche, che divenivano bisognose di un’organizzazione per la produzione delle merci, che rendesse più proficue le possibilità di produrre ricchezza, con le nuove tecnologie che si andavano via via determinando, (rivoluzione industriale). Da qui in poi si assiste ad un esponenziale sviluppo dello studio “delle psicologie sociali”, per far si che il controllo sui processi produttivi di massa, attraverso il potere, trovi un controllo sempre più stabile sul volere dell’individuo; …ogni organizzazione sociale viene sviluppata attraverso il formarsi di tecniche che tendono a determinare quali siano i sentimenti che l’individuo deve provare, con l’istigazione delle sensazioni che (le determinano) attraverso tecniche di carattere sociale determinano un fine sin nei più comuni gesti della vita sociale (qui possiamo riscontrare la nascita del concetto d’informazione attuale). Nelle teorie di Klages possiamo vedere il sublimatore dell’istinto di morte di quel periodo. Questo, con gli apici delle guerre mondiali, e nella diversificazione di carattere ideologico fino a una quindicina di anni fa, se poi pensiamo alla Cina fino 6,7 anni fa. Ora, in questi tempi così rapidi stiamo assistendo al manifestarsi della degenerazione del liberismo economico e in esso al decadimento degli ideali di progresso umano, nelle degenerazione del capitalismo. Il sistema degli Stati Uniti che è la massima espressione di ciò, “nella rappresentazione del mondo”, sta perdendo i pezzi, le conseguenze di imbarbarimento delle possibilità di scelta dell’individuo sono sempre più pressanti, giacché i bisogni primari fisiologici, quale cibo e salute, possono essere garantiti solo assecondando processi di controllo sociale che possono essere garantiti solo da attitudini egoistiche che determinano la competitività gerarchica dell’accumulo di denaro finalizzato al potere, per acquisire le possibilità di scelta. In sostanza sembra che nulla sia cambiato dai primordi, giacché liberismo non significa libertà. “In questa società”, i comportamenti sono regolati da quelle funzioni del cognitivismo o cognitive che fanno delle teorie di pensiero, non lo strumento per la comprensione del pensiero altrui, ma sono lo strumento con cui un pensiero cerca di controllare e influire su quello altrui per affermarsi, a detta degli stessi cognitivisti anche le informazione generate, per tale scopo, attraverso il corpo, tendono a mentire per affermare il pensiero. In sostanza sembra che nella società americana dopo i tre quattro anni di età tutti non facciano altro che mentire per affermarsi e che ci sia una corrispondenza tra la capacità di affermarsi e quella di mentire. Il paradosso americano in tal senso è così clamoroso, che le industrie barbaramente privatizzate, e determinanti per il funzionamento della nazione Americana, stanno cercando di salvarsi con clamorosi falsi in bilancio dei loro dirigenti. Naturalmente non vorrei che qualcuno mi tacciasse di Bel Laden-dismo, la menzogna contro Dio è teologicamente di gran lunga più grave, ma va anche detto che la “menzogna” è sempre contro Dio. Per tornare all’Italia non capisco perché si vogliano intraprendere strade che così bene ci dicono quali saranno le conseguenze e non si riesce sul piano culturale a ristabilire nella società italiana quel significato, quel contenuto di libertà che da senso allo svolgimento della vita dell’individuo, aumentando i significati del perché si lavora, senza ridurli ai bisogni primari per il potere. Ogni ipotesi che ambisca a qualcosa di meno, non può che determinare mediocri espedienti economici che vengono abusivamente ritenuti creativi, “ma per essere intesi in tal modo c’è bisogno di rifarsi alle tesi della psicologia cognitiva”.
Banda Larga (forum La Stampa)
Internet, dico la mia
Per me la Telecom ha basato la politica degli ultimi anni sul far pagare la tecnologia all’utente più che i sevizi, sfruttando i ritardi strutturali per l’innovazione tecnologica, ciò ovviamente ha limitato le diversificazione dei servizi e la libertà dell’accesso ad essi. Ciò ovviamente è andato a discapito della stessa Telecom che ha perso il vantaggio di cui usufruiva per l’innovazione tecnologica. E del resto penso che se non c’è un’offerta di internet su fibra ottica dubito ci sia un sostanziale sviluppo della diversificazione dell’offerta. E allora viene da chiedersi quando si dovrà aspettare per una pluralità di offerta in tal senso, per un pubblico sempre più ampio, in sostanza quanto un numero sempre maggiore di persone potrà usufruire di ciò? In mancanza di questo in Italia si stanno sviluppando accessi ad internet quali l’adsl che non sono al momento paragonabili alle possibilità della fibra ottica, ma che già con un po’ di aumento della velocità danno accesso ad un più rapido uso all’informazioni e servizi disponibili. Se i costi per i gestori si stanno determinando esosi credo sia dovuto solo al ritardo dello sviluppo tecnologico generale. In questa situazione anche il solo meccanismo per induzione pubblicitaria, in internet, rende ritardante l’accesso all’informazioni e pensare che essi possano poggiare sull’aiuto dei contenuti come in una televisione commerciale, credo non sia utile. Comunque va detto che in USA la fibra ottica è diffusa ma il flopp della nuova economia c’è stato ugualmente; credo però, che vada detto che il problema dello scambio dell’informazione per mezzo dell’acquisto delle merci in USA, trova un terreno che paradossalmente se pur già consolidato sul sistema virtuale dei pagamenti, trova lo stesso incerto virtualizzare ancor di più la fiducia in un’azienda e nel suo prodotto soggetto a regole di verifica non dirette. Non so se questo sia dovuto oramai all’eccesso dell’uso della moneta virtuale, ma c’è da dire che se pur la cultura americana ha sempre avuto disponibilità alle virtualità della borsa, di questi tempi vi può capitare per ipotesi paradossale, che un cliente inesistente compri da una azienda inesistente e che questa veda i suoi titoli in borsa, crescere, solo con questo paradosso è immaginabile quello che sta in questi giorni accadendo negli USA con gli scandali. E ciò ci può far intendere quale sia il rapporto delle informazioni con la realtà. Ora per accorciare il discorso, non parlerò della psicologia sociale che può determinare ciò – faccio solo un esempio di cui sono partecipe io, di un’azienda di cui non so se devo citare il nome, con cui ho scambi di carattere di compra vendita da molti anni, da un po’ di tempo posso acquistare da tale azienda anche attraverso internet e nel farlo sono rimasti inalterati i rapporti di fiducia e pertanto posso pagare come ho sempre fatto, tramite bollettino postale, naturalmente a questo si sono incrementate le mie possibilità di acquisto e ho l’eventuale “scelta” di usufruire qualora lo volessi di altre forma di pagamento che comportano uno scambio di informazioni diverso, quali carte di credito. Ho citato questo mio esempio perché credo che l’eccesso di virtualizzazione del denaro sia tutt’altro che una componente di fiducia per gli acquisti in internet, data la stessa natura del modo in cui essi avvengono, e il vincolare, ridurre la funzione del pagare tramite le possibilità della “moneta reale” non dà maggiori rassicurazioni, ma aumenta le possibilità d’incertezza delle informazioni che si acquistano tramite il prodotto. Gli Usa ci stanno insegnando in questi giorni. Credo che non si possa non tener conto di tutto questo se si vogliono abbassare i costi di tutti i partecipanti ad internet. E spiritosamente vorrei concludere con una battuta – leggo nell’articolo di presentazione che si vuole dire banda larga l’ADSL e allora scusate la fibra ottica che cos’è la banda XL.
Cordialmente
Patrizio Marozzi
----- Original Message -----
From: Patrizio Marozzi
To: vzucconi@aol.com
Sent: Monday, July 15, 2002 1:09 PM
Subject: Funzioni mentali
ore 13
Gentile direttore,
le scrivo queste brevi righe per dirle che le censure, di cui oramai, posso dire, sovente sono oggetto da parte dei forum de La repubblica, le trovo del tutto inqualificabili, se non appunto in un costrutto ci censura illegittima, pur anche nei prescritti regolarmente da voi enunciati, ma arbitrariamente interpretati. Trovo pertanto carente sul piano del leggere e scrivere il redattore che si occupa del Forum e sul piano deontologico prescrivibile il comportamento. Non posso più mettere in dubbio che "la Critica" che sovente viene espressa nel giornale faccia parte solo di un ordine di facciata economico, che io non condivido. Per chiarezza le allego il testo censurato, che ho inviato regolarmente al forum in tre parti distinte, ognuna delle quali può essere intesa autonoma nel significato sintattico, ma che nella libera scelta del lettore può essere ricostruita nel forum. Ovviamente a lei le invio la versione completa. Aggiungo che dato che non sono né Santoro, né Biagi prevedo tempi difficili per la libertà di espressione e di pensiero, penso questo dato la rilevanza del suo giornale.
Cordialmente
Patrizio Marozzi
Il lavoro e la capacità di governo
La politica sul lavoro, da dove nasce e perché ve ne è necessità? Se devo definire un’immagine di progresso nel lavoro non posso non dire che esso debba improntarsi sulla possibilità di scegliere in autonoma consapevolezza il modo creativo con cui l’individuo partecipa alla libertà del mondo, attraverso la sua libertà. In un progetto di progresso l’intento di un ideale umano, comprendente tutte le sfere dell’esistere è componente essenziale per muoversi in coerenza con tale fine - per rendere applicabili e realistici i modi che danno significato e scopo al lavoro. Per buona parte dell’esistenza del mondo moderno il tutto è stato governato dalle leggi del bisogno mediate da chi deteneva il potere, applicando le regole che più soddisfacevano il consolidamento del proprio stato di potere che voleva dire poter scegliere. Tutto ciò ha reso consueto e legittimo lo schiavismo e la conquista per mezzo della guerra che determinava chi dovesse legittimamente governare (forse a parte l’enigmatica presenza di Giovanna D’Arco) tutto fin nei recenti anni dell’800. In una fase di questo secolo il potere si è unito sempre più alle logiche economiche, che divenivano bisognose di un’organizzazione per la produzione delle merci, che rendesse più proficue le possibilità di produrre ricchezza, con le nuove tecnologie che si andavano via via determinando, (rivoluzione industriale). Da qui in poi si assiste ad un esponenziale sviluppo dello studio “delle psicologie sociali”, per far si che il controllo sui processi produttivi di massa, attraverso il potere, trovi un controllo sempre più stabile sul volere dell’individuo; …ogni organizzazione sociale viene sviluppata attraverso il formarsi di tecniche che tendono a determinare quali siano i sentimenti che l’individuo deve provare, con l’istigazione delle sensazioni che (le determinano) attraverso tecniche di carattere sociale determinano un fine sin nei più comuni gesti della vita sociale (qui possiamo riscontrare la nascita del concetto d’informazione attuale). Nelle teorie di Klages possiamo vedere il sublimatore dell’istinto di morte di quel periodo. Questo, con gli apici delle guerre mondiali, e nella diversificazione di carattere ideologico fino a una quindicina di anni fa, se poi pensiamo alla Cina fino 6,7 anni fa. Ora, in questi tempi così rapidi stiamo assistendo al manifestarsi della degenerazione del liberismo economico e in esso al decadimento degli ideali di progresso umano, nelle degenerazione del capitalismo. Il sistema degli Stati Uniti che è la massima espressione di ciò, “nella rappresentazione del mondo”, sta perdendo i pezzi, le conseguenze di imbarbarimento delle possibilità di scelta dell’individuo sono sempre più pressanti, giacché i bisogni primari fisiologici, quale cibo e salute, possono essere garantiti solo assecondando processi di controllo sociale che possono essere garantiti solo da attitudini egoistiche che determinano la competitività gerarchica dell’accumulo di denaro finalizzato al potere, per acquisire le possibilità di scelta. In sostanza sembra che nulla sia cambiato dai primordi, giacché liberismo non significa libertà. “In questa società”, i comportamenti sono regolati da quelle funzioni del cognittivismo o cognitive che fanno delle teorie di pensiero, non lo strumento per la comprensione del pensiero altrui, ma sono lo strumento con cui un pensiero cerca di controllare e influire su quello altrui per affermarsi, a detta degli stessi cognitivisti anche le informazione generate, per tale scopo, attraverso il corpo, tendono a mentire per affermare il pensiero. In sostanza sembra che nella società americana dopo i tre quattro anni di età tutti non facciano altro che mentire per affermarsi e che ci sia una corrispondenza tra la capacità di affermarsi e quella di mentire. Il paradosso americano in tal senso è così clamoroso, che le industrie barbaramente privatizzate, e determinanti per il funzionamento della nazione Americana, stanno cercando di salvarsi con clamorosi falsi in bilancio dei loro dirigenti. Naturalmente non vorrei che qualcuno mi tacciasse di Bel Laden-dismo, la menzogna contro Dio è teologicamente di gran lunga più grave, ma va anche detto che la “menzogna” è sempre contro Dio. Per tornare all’Italia non capisco perché si vogliano intraprendere strade che così bene ci dicono quali saranno le conseguenze e non si riesce sul piano culturale a ristabilire nella società italiana quel significato, quel contenuto di libertà che da senso allo svolgimento della vita dell’individuo, aumentando i significati del perché si lavora, senza ridurli ai bisogni primari per il potere. Ogni ipotesi che ambisca a qualcosa di meno, non può che determinare mediocri espedienti economici che vengono abusivamente ritenuti creativi, “ma per essere intesi in tal modo c’è bisogno di rifarsi alle tesi della psicologia cognitiva”.
Censura (censurato e un ora dopo chiuso il forum) la battaglia sul lavoro
Per evitare di incorrere in altre censure sui contenuti dei miei messaggi al forum dico che non so chi vincerà la partita tra il governo e Cofferati – e chi sarà il prossimo, il prossimo a mettere il pallone al centro del campo. Comunque mi sfugge chi sia l’arbitro. L’unica cosa seria che trovo oggi sui giornali tra quelle dette ieri e i vari propositi di legge di oggi del governo, è che la GM ha deciso di dismettere le azioni della FIAT – non ho mai capito in un mercato Usa, ancorato al petrolio, con il prezzo del carburante molto meno caro del nostro, quali vantaggi in ricerca avrebbe portato alla fiat nel settore dell’auto, come annunciò all’epoca la dirigenza della casa italiana l’avvicinamento alla GM (tanto più con il possesso della Ferrari). In conseguenza di ciò mi auguro che ci sia un avvicinamento a quelle case europee che hanno già sperimentato efficacemente nuove soluzione di carburante – senza le quali è ipotizzabile solo una forte riduzione del settore dell’auto e sua stabilizzazione – non pensiamo più ad incentivi e cose del genere – una macchina con benzina verde e catalizzata doveva camminare dentro i monumenti – non dico che sia solo colpa della fiat, tanto più che ho un auto di un’altra marca. Magari prima della forma mentis adeguata all’idrogeno – con il “gas” per rassicurare le scelte dell’Eni e renderla partecipe della riduzione dei prezzi. L’economia Italiana non ha varietà di scelta e si sostiene tramite gli indotti. Cofferati vuole le regole che garantiscano le caratterizzazioni del lavoro, il governo è interessato ai flussi di capitale più di borsa che altro. Chi sia più elastico dei due non lo so – e come finirà la partita neanche.
Per il moderatore, solo per lui
Autore: Ugo2000 (---.wise.edt.ericsson.se)
Data: 17-07-02
16:37
Sporco bolscevico ti sto
monitorando le telefonate e so a chi telefoni a spese della ditta che ti dà il
lavoro.
Volevo dirti che sei una
canaglia e che mi fai schifo ma poichè mamma mi ha educato non lo dirò ( pur
dicendolo nel non dirlo...eh eh che furbetto che sono!)
Inoltre il vostro forum funziona male: quando clicco sui link dei miei siti porno non riesco più a scaricare il "materiale" di mio interesse: voi rossi me lo avete sconfigurato da remoto.
Eh..schematismi dell'Est!
Solidarietà a Ugo2000
Autore: Patrizio Marozzi (---.27-151.libero.it)
Data: 17-07-02 17:00
Spero per questo di non essere ancora censurato, così caro moderatore potrà dimostrare a me che lei e il suo direttore Web, siete in grado di non insultarmi continuamente censurando i miei messaggi. é libero di spiegare pubblicamente quel che vuole, io non risponderò come è costume da parte vostra per i miei messaggi privati, per spiegazione inviativi. Naturalmente il mio messaggio giungerà all'interlocutore Ugo 2000, quindi potete ancora censurarmi tranquillamente, Grazie.
Ti ringrazio della solidarietà...ma per cosa?
Ovviamente non posso sapere i motivi del tuo dissenso nei
confronti del moderatore, ma non per questo ho ritenuto che fossero meno validi
dei miei, che può darsi abbiano altre ragioni. Comunque ho visto nel tuo
messaggio il chiaro intento di protestare, usando una forma alquanto esplicita
e che mi ha fatto intendere che da parte del moderatore ci fosse stato un
comportamento scorretto, non spiegato. In questo mi sono sentito
perfettamente solidale con la tua protesta - e in linea di massima anche nei
contenuti letterari. Aggiungo e ti dico con certezza che delle diverse censure,
che in diversi forum sono stato oggetto non ve ne era alcuna che avesse un
corrispettivo né con il regolamento del Forum, né l’uso del software, né tanto
meno nei contenuti, consoni alla libertà di espressione e di pensiero
nell'ambito del rispetto dell’altrui libertà. Spero di aver risposto alla
domanda da te postami e nell’inviarti i miei cordiali saluti, aggiungo che è
stato utile per me solidarizzare con la tua protesta perché mi ha permesso
nella libertà dell’interpretazione dei partecipanti al forum di superare quella
logica pretestuosamente immotivata che ha dato luogo alla
mia censura.
Cordialmente
Patrizio Marozzi
Caro Patrizio,
anche io trovo che a volte le
censure del moderatore
siano "discutibili" e per niente collegate ai
contenuti del messaggio. Ciò dipende anche da quale
moderatore è di turno. Solitamente sono aperti e
filtrano poco ma ce ne deve essere uno particolarmente
depresso che taglia i messaggi come fosse un tosaerba.
Nonostante ciò mi spiace sinceramente deluderti: il
mio messaggio era una presa in giro di un messaggio
analogo di un certo “Luca-Roma” che aveva "minacciato"
il moderatore in maniera ridicola.
Ecco il messaggio delle 16.13 del
17/7/02:
http://www.kwforum.kataweb.it/forum_new/elezioni/read.php?f=35&i=248&t=248
Data: 17-07-02
16:13
Caro Moderatore, non si
legge più niente.
Vuoi ripristinare i links
ai rispettivi messaggi?
Manco le basi, vero?
Ma dove l’hai trovata la
qualifica di moderatore? Nelle patatine, vero?
O forse alla festa dell’unità?
Ti volevo dire che mi fai
pena... ma non te lo dico!!!
Ti dico solo che sto
loggando TUTTA l’attività del forum...
Quindi sto tracciando
anche tutte le censure che hai regalato al sottoscritto...
Così, sai, per produrre
un resoconto con prove della grande libertà e democrazia di cui vi sentite
licenziatari, da mandare ad un pò di testate di centro destra...
Luca - Roma
Appena l’ho letto mi sono fatto due grasse risate alla
faccia di questo poverello e ho voluto sbeffeggiarlo
un po’. Quindi alla fine il mio messaggio era più di
solidarietà che di critica al moderatore che in questa
occasione era stato attaccato assai maldestramente.
Grazie comunque...e a risentirci sui forum
Ciao
Ugo
Gentile Ugo,
Ti chiedo scusa se ti disturbo
ancora, ma lascia che ti dica di osservare con attenzione, la dimensione di
certe notizie date da repubblica, che sono più annunci a pappagallo che reale
atto di critica del dissenso, certe volte sembra più una questione di facciata
che di contenuti - io ormai sono
convinto di questo - Ti dico che l’apparente libertà che sembra esserci
parlando di tutto e del contrario di tutto nel forum non è così autentica come
sembra e la generalizzazione dei luoghi comuni che spesso ci si trova è
del tutto fuorviante - del resto non credo che i Forum siano oramai solo un
gioco. Per questo esiste un piano culturale che fa della critica espressione di
attenta analisi dei fatti seppur nella dimensione di contraddittorietà
letteraria di un Forum. Sviscerare certe tesi - di critica - contro le contraddizioni
di un governo nell'ambito di una struttura sociale che va al di là della sola
dimensione governativa, magari con riferimento ad atti economici
internazionali, associare questo magari alla profondità di una critica
letteraria è fastidioso perché non è codificabile, la libertà deve essere
gestibili e apparente, un po' come avviene nelle televisioni commerciali. Ti do
un consiglio, anche se credo che tu non ne abbia bisogno, chiediti sempre
perché puoi esprimere liberamente ciò che magari ad altri non è
"apparentemente" consentito.
Cordialmente
Patrizio Marozzi
Autore: Patrizio Marozzi (---.27-151.libero.it)
Data: 31-07-02
15:53 (forum La Repubblica)
Troppo Sospettosi
…il legittimo
sospetto che mi sovviene data l’urgenza con cui si vogliono “applicare” certe
leggi è quello che insieme ad altri provvedimenti proposti ultimamente, sia
fatto per bloccare il processo di Milano, e mettere più “cose” possibili nel
calderone mediatico…ma il legittimo sospetto è anche che come avviene in
sceneggiatura cinematografica avvenga quel “ribaldone” che mentre tutti
aspettano che accada… si verifica il quasi contrario e allora…il legittimo
sospetto è che ci siano troppi pappagalli compreso La Repubblica che pur sempre
qualcuno deve acquistare…il legittimo sospetto è che se non c’è nel governo un’arroganza
nelle vedute governative, vi è in esso la rappresentanza-zione di un
organigramma di potere più ampio…e il legittimo sospetto è che nella battaglia
per il potere, qualunque esso possa essere nell’espressioni di codifica
leggi-ferina possa alla fin fine vincere il Cavaliere…comunque il legittimo
sospetto di tutto ciò è l’unica cosa che resta e non mi sembra che ciò mi renda
più libero, non so se anche questo è un legittimo sospetto o se sono solo poco
sospettoso.
“TV - la Camera è
convocata il 3 settembre 2002 alle ore 12” buone vacanze a tutti.
Dopo l’approvazione del senato
Legittimo
sospetto, rifiutata la richiesta degli azzurri
Pecorella: "Questione è
chiusa". Fassino: "Atto ineccepibile"
Casini
stoppa Forza Italia
"Niente commissione
d'agosto"
Il
presidente della Camera: "Assegnerò il testo Cirami
il 3 settembre, alla prima
convocazione dell'assemblea"
Ugo 2000
Sarà vera gloria, Ai poster l’ardua sentenza
In definitiva di questo tutto un po’ or ora scritto, c’è poco altro da aggiungere, il governo italiano, con in testa il Cavaliere Berlusconi, continua nella sua opera di acquisizione del potere sempre più ampio, riconvertendo le istituzioni a suo uso e consumo. Il paradosso dei falsi in bilancio degli USA crea sempre più potere nelle mani del presidente e di chi tramite lui appoggia i propri interessi, e non vi è niente che non gli permetta di abusare delle informazioni a suo uso e consumo, dopo gli ultimi crolli anche il sistema pensionistico ha tolto garanzie ad un’altra fetta della popolazione Usa, già senza la sicurezza dell’assistenza sanitaria e quant’altro… e mentre Bush pensa alla prossima guerra, in una base americana scoppia la sindrome di Kabul, cinque soldati appena ritornati dall’Afghanistan hanno ucciso le proprie mogli. Comunque sia non c’è potere al mondo che riesca a lasciare libero ogni individuo, al riparo delle sorti comuni non scelte. Gandini il Gip di Aosta si è visto capitare una madre che ha annegato i suoi due figli in un evidente stato di alterazione della coscienza, chissà cosa avrà pensato del gran casino che ha scritto sull’ordinanza di Cogne. A proposito il processo di Cogne è diventato sempre più un processo mediatico (con il nuovo difensore Taormina) e allo stato attuale l’accusata è giudicata perfettamente in grado di intendere e di volere, eppure sembra che tutti vogliano questo processo…fino a quanto servirà… se volete informazioni sul perché letterario dei luoghi di cui qui si parla, dovete leggere i libri in cui Patrizio Marozzi vi fa riferimento, oppure potete informarvi in altre fonti dei fatti medesimi. Io continuo nel frattempo a scrivere questo libro.
…storia e fatti dell’economia contemporanea – con relativi partecipanti e pubblicità
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Original Message -----
From: <soldi@guadagno.it>
To: <patrizio.marozzi@libero.it>
Sent: Tuesday, January 29, 2002 12:00 AM
Subject: Come ti avevo promesso.....Ciao
> Vorresti Davvero Guadagnare con Internet?
> Bene, la prima cosa da fare è salvare su disco questa pagina per averla a
portata di mano anche se il tuo PC non è connesso a Internet, poi copia tutto
in Word o in Blocco Note e stampalo, così lo potrai leggere con più attenzione.
> Questo Sistema è diverso da tutti gli altri, quindi se non ti fidi leggi
con attenzione le istruzioni per valutarlo, e quando le avrai comprese ti
assicuro che sarà per te IRRESISTIBILE la voglia di partecipare.
>
> QUESTO E` SENZA DUBBIO IL GIORNO PIU' FORTUNATO DELLA TUA VITA !! IMMAGINA
A COSA POTRESTI FARE CON 1.5 - 2 MILIARDI DI LIRE... SEI UNO DEI PRIMI
FORTUNATI ITALIANI A RICEVERE QUESTA FAMOSA MLM E- MAIL, DELLA QUALE TUTTI
STANNO PARLANDO, E DELLA QUALE LA TELEVISIONE E TUTTI I GIORNALI ITALIANI HANNO
DEDICATO AMPIO SPAZIO NELLE SCORSE SETTIMANE !!! 1.5 - 2 MILIARDI DI LIRE IN
SOLE 6 SETTIMANE !!! GARANTITO !!! FINALMENTE TRADOTTA ANCHE IN ITALIANO, PER
IL TUO SUCCESSO !!! UN SISTEMA CHE ANNULLA COMPLETAMENTE TOTOCALCIO, TOTOGOL,
LOTTO, ENALOTTO E LOTTERIE VARIE !!! BASTA GIOCARE E
SPRECARE SOLDI INUTILMENTE !!! COMINCIA A VINCERE UNA VOLTA PER TUTTE 1.5 -
2 MILIARDI DI LIRE OGNI 6 SETTIMANE FINO A QUANDO SARAI STUFO DI TUTTI QUEI
SOLDI !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
>
> Proprio cosi` !!! Si, basta preoccuparsi del lavoro, del quale non se ne
puo` piu`, dei soldi, che non sono mai abbastanza, di quella vacanza che
VORRESTI ma e sempre più lontana!!! GRAZIE A QUESTA E-MAIL RICEVERAI
1.5 - 2 MILIARDI DI LIRE OGNI 6 SETTIMANE !!! ASSICURATO
> !!! Quindi
> il mio consiglio e` quello di cominciare A TIRARE FUORI I SOGNI DAL
CASSETTO !!! Immagina per un attimo cosa potresti fare, ad esempio potresti
ordinare la nuova, fiammante, Lamborghini Murcielago che ti meriti, oppure
recati alla banca e pagare una volta per tutte quel mutuo sulla casa o
appartamento !!! Oppure potresti prenderti un paio di mesi di vacanza o
crociera in uno di quei posti esotici dei quali hai sempre sognato, poi
ritornato a casa decidere cosa fare con piu` di un miliardo ancora a
disposizione !!! Alle volte la realtà può sembrare un sogno ma come sai CON I
SOGNI NON SI RISOLVE NULLA !!! Questa e` PURA REALTA` e succedera` anche a te
nelle prossime 6 settimane, grazie all'incredibile sistema MLM americano
!!! 6 SOLE SETTIMANE: questo e` quanto ci vuole per accumulare un minimo di
$750.000 DOLLARI AMERICANI, PARI A UN MILIARDO E MEZZO DI LIRE ITALIANE, ED
ENTRARE NEL CLUB DEI NUOVI MILIARDARI DEL QUALE HAI SENTITO PARLARE
ULTIMAMENTE ALLA TV !!!
>
> Hai perso I servizi speciali in onda su Raitre, Canale5 e altre emittenti
televisive locali riguardo questo incredibile sistema americano ??? Non importa,
perche` questa e` la famosa e-mail dei quali tutti parlano sulle reti
televisive di tutto il mondo, non solo italiane. Dovuto alla ormai
crescente popolarita` di questa e-mail su Internet, alcune emittenti televisive
italiane hanno dedicato ultimamente degli speciali sul come e` possibile
guadagnare 1.5 - 2 miliardi di lire in 6 settimane, e per di piu` garantito.
" Come e` possibile garantire una vincita del genere, insomma, qui si
parla di un sacco di quattrini !!!", e` stato il commento di quasi tutti i
conduttori dei vari programmi TV e articoli pubblicati. Gia`, come e` possibile
ASSICURARE che qualcuno vinca davvero ??? Il risultato e` stato piu` che
sorprendente, perfino per I conduttori, che hanno espresso il loro desiderio di
partecipare subito !!! In tutti gli speciali, non solo si e` evidenziato e
provato che il sistema funziona davvero e assicura la vincita a CHIUNQUE
PARTECIPA, ma e` stato anche provato che non ci sono leggi in vigore (in
Italia) che impediscono la partecipazione al programma. Creato negli USA
qualche anno fa, e dopo aver generato non si sa quanti nuovi miliardari in
tutto il mondo, e ricevuto l'attenzione di
emittenti televisive e telegiornali in numerosi paesi del mondo, e` finalmente
approdato anche in Italia, grazie alla cortese collaborazione di un italiano
residente negli USA, che ha finalmente deciso di tradurre questa e- mail in
italiano, ed estendere l'opportunita` di diventare miliardari anche a tutti gli
italiani che desiderano partecipare !!!
>
> Quante volte hai tentato la fortuna al Totocalcio ??? Totogol ???
Enalotto, lotterie???? Hai fatto fortuna ??? NO ??? E probabilmente il tutto ti
e` costato una gran bella cifra !!! Non preoccuparti: finalmente e` arrivato il
tuo momento, si, quello di vincere sul serio, garantito oltre il 200%, perche`
e` stato provato che nessuno puo` perdere, nessuno !!! Non si puo` perdere per
il semplice motivo che ci sono migliaia di nuovi giocatori ogni giorno che
vogliono partecipare, e aspettano che i fortunati che sono
in possesso di questa e-mail (quale sei tu ad esempio), la spediscano anche a
loro. Hai seguito ultimamente gli speciali in onda su RaiTre, Canale 5 e altre
emittenti televisive locali riguardo il Super Sistema MLM americano
???
>
> In questa e-mail ti sveliamo il segreto di come diventare miliardari in
sole 6 settimane, grazie ad un sistema incredibile, all'abbondanza di accaniti
giocatori americani e soprattutto grazie ai miliardi di dollari americani !!!!!
>
> Se credi che questo sia uno dei tanti scherzi che si ricevono via e-mail,
ti chiedo solo un paio di minuti del tuo tempo invitandoti a leggere questa
lettera: e ti prometto che quando l' avrai terminata la tua vita sara` gia`
cambiata !!! Questa e` la testimonianza di Claudio Tommasi, l'italiano che ha finalmente
deciso di tradurre la piu` famosa e-mail oggi in circolazione:
>
> "Chi ti scrive e` un italiano, Claudio Tommasi, nato e cresciuto a S.
Michele all' Adige, una cittadina alle porte di Trento, nel nord Italia. Mi
sono sposato e trasferito negli Stati Uniti nel 1994, dopo un corso estivo al
Campus dell' Universita` del nord Colorado, e tuttora vivo con mia moglie e i
miei due figli in una bellissima cittadina chiamata Fort Collins, sempre nel
nord Colorado. La ragione per cui ti scrivo e` perche` ormai da 5 mesi
la mia vita e quella della mia famiglia e` totalmente cambiata. Perche` ???
Ho vinto la bellezza di $712.455 dollari, equivalenti a 1.426.862.000 lire
italiane, senza fare assolutamente nulla !!! Quello che e` successo a me
succedera` a tutti quelli che decideranno di partecipare all'ormai famoso
"MLM American System": E` GARANTITO !!! Perche` e` l'unico sistema al
mondo col quale non si puo` perdere, e` impossibile !!!". La sua
testimonianza continua:
>
> "Se non hai seguito i programmi TV che spiegavano nei dettagli come
si puo` vincere in 6 settimane una cifra che si aggira fra 1.5 e 2 miliardi di
lire, non ha importanza perche` avrai bisogno di questa e- mail per
partecipare. Senza questa e-mail non potrai entrare nel sistema,
semplicemente perche` hai bisogno di inserire i tuoi dati, affinché le persone
possano spedirti i soldi direttamente a casa tua, come e` successo a me. Questa
e` la mia storia: cinque mesi fa ricevetti una e-mail come questa, in inglese
ovviamente, sembrava una di quelle tante che noi, qui in
America, chiamamo "junk" mail. Era probabilmente la 5-6 volta che ne
ricevevo una simile. Quel giorno (per mia fortuna) decisi di leggerla e cercare
di capire come funzionasse quel sistema. In vita mia non ho mai creduto nei
"soldi facili", forse perche` dopo tutti gli anni e i soldi
spesi all' universita` in Italia, giocando mega-sistemi al
Totocalcio,Totogol, Enalotto, ecc., non ho mai vinto neanche 1000 lire !!!
Dopo aver letto quella e-mail, e facendo un po' di calcoli, pensai che il
sistema aveva un grande potenziale, e che poteva decisamente funzionare. Decisi
cosi` di provare,
senza dire niente a mia moglie. Feci quello che diceva il sistema: inserii il
mio nome e dati nella e- mail, spedii le 5 lettere alle persone presenti sulla
lista, ognuna contenente le mie informazioni per partecipare e una banconota da
$5 dollari. Pensai: "In fondo, avrei speso la stessa cifra se
stasera avessi portato la mia famiglia al cinema, o se avessi comprato 2
biglietti della lotteria, dove la percentuale di vincita e` 1 su 25 milioni
!!!". Dopo neanche 10 giorni cominciai a ricevere "tonnellate"
di lettere di persone che mi richiedevano i 5 report che avevo precedentemente
acquistato per $25 dollari: mia moglie mi chiese cosa stava succedendo. Aprii
le lettere una ad una e cominciai a contare i soldi. Non potevo crederlo:
quello che diceva il sistema era vero, ero entrato nel vortice di un giro di
giocatori americani incalliti !!! La
> stessa settimana ci fu uno dei tanti speciali su uno dei telegiornali
nazionali, e parlava di tutti questi nuovi miliardari che avevano fatto fortuna
grazie ad Internet
(e-mail) e ad un sistema multi livello semplice ma efficacissimo: e io ero uno
di loro.!!! Dopo qualche mese, decisi che avrei tentato di nuovo (poiche` il
sistema è senza fine e si basa anche sul fatto che quasi ogni
vincitore rientra nel giro). Ma con l'andare del tempo pensai a tutti gli amici
che avevo lasciato in Italia, compreso la mia famiglia, e il fatto che non
avrebbero mai potuto avere la possibilità di partecipare e vincere come
avevo fatto io, in quanto non conoscevano la lingua inglese (lingua ufficiale
del sistema). Cosi` decisi di tradurre quella e-mail e di farla circolare in
Italia. Ecco perche` caro amico/a ti ho scritto, affinche` tutti possano avere
la stessa opportunita` che ho avuto io e migliaia di
giocatori in tutto il mondo, di far avverare i loro sogni e finalmente vincere
oltre un miliardo di lire. Se credi di aver bisogno di questo denaro questa e`
l'opportunità della tua vita. Se invece di denaro ne hai anche troppo, per
favore invia questa preziosa e-mail a tutti coloro che la
stanno ansiosamente aspettando, e che sono meno fortunati di te, poichè io non
ho né il tempo né gli indirizzi e-mail di tutti quegli italiani che sono nel
bisogno. Non essere egoista, dai la possibilità a qualcuno di toccare
finalmente il cielo con un dito. Quello che farai per loro, un giorno sara`
fatto a te, credimi.
>
> Buona fortuna e un in bocca al lupo !!! Un caro saluto dagli Stati Uniti.
>
> Ciao, Claudio
> Tommasi."
>
> Grazie ad Internet e ad un programma imbattibile che ha già colto
l'attenzione di alcune reti televisive italiane e straniere (oltre ai migliaia
di servizi dedicati dalle televisioni americane) sveliamo il segreto di come e`
possibile continuare a vincere la somma di 1.5 – 2 miliardi di lire OGNI 6
settimane (UN MINIMO DI 13 MILIARDI ALL' ANNO !!!).
>
> Ecco come funziona.
>
> I partecipanti provengono da tutto il mondo, Australia, Canada,
Inghilterra, Germania, Nuova Zelanda (paesi che
in genere sono di madrelingua inglese, o lo parlano come seconda lingua), ma il
92% di essi sono agguerriti americani, entusiasmati dai telegiornali degli USA
che cercano di dare una spiegazione a questa incredibile ondata di nuovi
miliardari, che solo nel secondo semestre del 2001 ha contato piu` di 928.000
fortunati soltanto negli USA.
>
> La ragione di questo successo è semplice: con il solo investimento di $25
dollari si entra in un giro mondiale, inviando e- mail gratuitamente a tutti
quelli che vogliono partecipare e che sono in trepida attesa di farlo. Si,
perché la chiave è proprio ricevere questa e-mail (che e` stata finalmente
tradotta da un gentile italiano residente negli USA per il beneficio di tutti i
giocatori italiani).
>
> Se non si riceve la e-mail non si accede al sistema e si è tagliati fuori.
Sei probabilmente uno dei primi italiani a ricevere questa e-mail, visto che e`
stata tradotta soltanto un mese fa. Ci sono milioni di persone in tutta Italia
e in tutto il mondo che sono ansiosi di ricevere questa e-mail da te.
Una volta che inserisci il tuo nome, indirizzo e indirizzo e-mail e` fatta, sei
nel sistema e ci resterai fino a quando deciderai che ne hai abbastanza di
tutti quei soldi !!!
>
> I partecipanti al giorno d'oggi sono stimati attorno ai 25 milioni, e
crescono di giorno in giorno. Poiche` bisogna aspettare il proprio turno prima
di rientrare in un nuovo giro (dalla 5 alla 1 posizione) chi esce (con un
guadagno stimato in media fra 1.5 e 2 miliardi di lire) rientra di nuovo
rispondendo ad un'altra e-mail che ha ricevuto nel
frattempo. Il risultato: un sistema che non ha mai fine, tenuto in piedi dai
soliti giocatori e in piu` da tutti quelli che si uniscono ogni giorno,
incrementando il massiccio scambio di denaro. Un giro di centinaia di miliardi
al giorno, spediti in piccole banconote da $5 dollari ciascuna. Un programma
che, GRAZIE AD INTERNET, non ha mai fine, poiche` i partecipanti entrano ed
escono continuamente (non contando i nuovi partecipanti che si
uniscono ogni giorno) investendo ogni volta la piccola somma di 25 dollari, e
intascando i miliardi spettanti ad ogni giro !!! Ovviamente si può uscire
quando si vuole, non c'è nessun obbligo, ma perchè uscire quando si è parte di
un club di miliardari ??? Gli USA stimano che almeno 927.900 di quei 928.000
nuovi miliardari sono già rientrati, centuplicando il numero di miliardari nei
prossimi 6 mesi !!!
>
> La differenza fra i vecchi sistemi multi livello e questo e` molto
semplice:
>
> 1: l' investimento è decisamente minimo, chiunque può permetterselo,
giovane o vecchio, studente o impiegato, disoccupato o meno. Per iniziare si
può anche partecipare in gruppi, se si vuole.
>
> 2: nessuna perdita di tempo nel convincere qualcuno a partecipare, poiche`
grazie alle recenti trasmissioni televisive ci sono milioni di italiani pronti
a giocare, e aspettano di ricevere questa e-mail da te.
>
> 3: la vincita è rapida: 6 sole settimane per una somma minima che si
aggira fra i 1.5 e 2 MILIARDI DI LIRE !!! Un record, nessun sistema è mai stato
tanto veloce quanto MLM American System !!!
>
> 4: non c'e` nessuna organizzazione dietro questo semplice ma efficace
sistema. I soli giocatori tengono in piedi l'intero sistema (da loro
"battezzato" MLM American System = sistema multilivello americano e
attualmente dopo essere stato tradotto per l'Italia e integrato con
opportune modifiche e miglioramenti, MLM Italian System), che funziona alla
perfezione da 2 anni a questa parte. Non c'è nessuna percentuale da pagare.
I soldi vengono scambiati e spediti direttamente alle case dei singoli
giocatori. Tutti gli altri sistemi esistenti hanno una sede fissa, si
appropriano di una grossa percentuale dei soldi investiti, li maneggiano e poi
decidono chi deve vincere, per cui nessuna vincita puo` essere assicurata.
>
> 5: MLM è l'unico sistema esistente al mondo che ti permette una vincita
multipla: si vince ogni 6 settimane, fino a quando si decide di ritirarsi,
perchè se ne ha abbastanza di tutto quel denaro.
>
> 6: L' opportunità di ricevere informazioni gratis per incrementare e
gestire le proprie vincite. Se decidete di partecipare, riceverete i 5
"reports" dai membri della vostra lista, che contengono informazioni
utilissime, come scaricare GRATIS da Internet software elaborati e costosi
(valore di mercato di 1 milione di lire, completamente GRATIS !!!) per gestire,
ricercare, scaricare e spedire e-mail a piu` di 10.000.000 di indirizzi
(Avalanche, NetTron, DirectMail, ecc.), più tante altre utilissime informazioni
sul come incrementare le vincite con il sistema, completamente
GRATIS !!!
>
> Questo e` il segreto di MLM American System: la vincita e` 200% assicurata
!!! Non si puo` perdere, e` impossibile !!! Come spiegato sullo speciale di
RaiTre, il sistema funziona ogni giorno per milioni di giocatori, non c'e`
dubbio. Chi si inserisce ha la certezza matematica di ricevere ALMENO 1.5 -
2 miliardi di lire nel giro di 6 settimane, perche` ricevera` i soldi da coloro
che hanno gia` vinto ma desiderano rientrare e raddoppiare, triplicare, ecc. la
loro vincita (NON CONTANDO SULL'INGRESSO DI MIGLIAIA DI
NUOVI PARTECIPANTI OGNI GIORNO). Il conduttore della trasmissione di RaiTre ha
commentato cosi`: "Seriamente, non ho mai visto niente del genere sino ad
oggi !!!". MLM American System e` stato definito "IL GENERATORE DI
BENESSERE DEL XXI SECOLO !!!". E tu ??? Sei pronto ad unirti al club di
miliardari ???
>
> Il principio è quasi simile a quello utopico del "se ognuno dei 5
miliardi di persone oggi esistente sulla terra spedisse 1 dollaro a tutti gli
altri, vivremmo in un mondo di miliardari". Il fatto e` che non si può
costringere qualcuno a versare dei soldi ad un altro individuo. Ecco che il
concetto di MLM entra in gioco: ci vuole un club di giocatori intenzionati a
scambiarsi ogni 6 settimane 5 dollari a testa, collezionando 1.5 - 2 miliardi a
turno.
Questo e` il semplice segreto di un sistema che non ha eguali in tutto il
mondo: MLM American System. Non c'e` nessuna organizzazione dietro MLM che
trattiene percentuali come altri sistemi, dove il solo che colleziona denaro e`
l'ente che giostra il tutto. MLM e` un club di oneste persone comuni COME TE
che hanno tutto l'interesse di tenere in piedi un sistema che genera
benessere per tutti. I soldi contenuti nelle lettere vengono spediti
direttamente alle case dei partecipanti, e non raccolti da "`anonimi
enti" come in altri sistemi. Come su questa e-mail, che sara` la tua lista
se decidi di partecipare, ci sono i nominativi di 5 persone comuni come te,
provenienti da tutto il mondo.
>
> LE SEGUENTI SONO ISTRUZIONI FONDAMENTALI DI CUI HAI BISOGNO: POICHÈ IL
CONTENUTO DI QUESTA E-MAIL È TROPPO PREZIOSO, SE NON LO HAI ANCORA FATTO STAMPA
UNA COPIA DI QUESTA E-MAIL ADESSO E SALVALA SU UN CD O FLOPPY DISK, NEL
QUALCASO TU ABBIA PROBLEMI CON IL TUO COMPUTER.
>
>
> ===== COME ORDINARE I 5 "REPORTS" DALLA LISTA CHE SEGUE =====
>
> Che cos'e` un "report" ??? Un report non e` altro che una serie
di informazioni utilissime su come scaricare assolutamente gratis costosi
software da Internet (che potranno risultare di grande aiuto nella gestione e
spedizione ad alta velocita` di e-mail) gestire patrimoni ecc., accuratamente
tradotti in italiano.
>
> Per ogni report spedisci 5 Euro se sei in Europa se no 5 dollari americani
dal piu` vicino ufficio postale o alla tua banca.
>
> Ci sono stati giocatori che, per ragioni sconosciute, hanno spedito i
contanti nella valuta del loro paese. nel caso tu debba spedire a giocatori
stranieri è consigliabile utilizzare il dollaro americano perchè stato scelto e
adottato sin dall'inizio del sistema, ed ha funzionato alla
perfezione per ormai 2 anni, non possiamo garantire il fatto che, se spedirai
banconote in diverse valute, saranno accettate. I giocatori del sistema,
specialmente stranieri, che si aspettano di ricevere dollari americani, non
accetteranno altre valute, perche` non conoscono il cambio
corrente, e probabilmente rispediranno indietro le tue lettere.
>
> Per qualsiasi ragione, non spedire MAI moneta, solo banconote, altrimenti
dovrai pagare una tariffa postale maggiore, dovuta al peso.
>
> Per evitare che i soldi spediti vengano intercettati e rubati, da due anni
a questa parte, si e` adottato il sistema di "incartare" la banconota
in due fogli di carta formato A4, piegati in tre, come si piegherebbe una
semplice lettera da infilare in una busta normale da lettera.
>
> ==IMPORTANTE==
>
> Su uno dei due fogli, scrivi in stampatello (meglio se stampato al
computer) a caratteri chiari e leggibili, il nome e il numero del report che
stai ordinando, il tuo indirizzo e-mail, e il tuo nome e indirizzo postale.
>
> Quindi: per ogni report spedisci una banconota del valore di 5 EURO o
dollari incartata fra 2 fogli di carta formato A4, il nome e numero di report
richiesto, il tuo indirizzo e-mail, il tuo nome e indirizzo postale.
>
> Se non vuoi far apparire il tuo nome e indirizzo sulla lista (anonimato),
puoi usare una casella postale come indirizzo, e il nome di una compagnia al
posto del tuo nome e cognome (ad esempio: XYZ Servizi, Casella Postale
12345, Roma, Italy). Ricorda di scrivere il tuo indirizzo
> (mittente) sulla busta, nel caso in cui ci siano difficolta` postali.
>
> Quando ordini i report, devi ordinare tutti i 5 report, perchè hai bisogno
di "consegnarli" tramite e-mail alle persone che li richiederanno da
te, pagandoti 5 Euro/Dollari per ognuno di essi (anche se sono gia` in possesso
di essi, nel caso di giocatori che rientrano, il sistema richiede il pagamento
di 5 Euro/Dollari in cambio di qualcosa). Quando ricevi i 5 report in 5
differenti e-mail, salva ogni report su un floppy disk o CD, affinchè
niente vada perso. Se li perdi, non puoi continuare nel sistema, poiche` non
hai niente da "consegnare" agli altri giocatori.
>
> Il costo totale del tuo investimento e`: 5 x 5 Euro/Dollari = 25 Euro o
dollari, una sciocchezza paragonata a quello che riceverai !!!
>
> Nel giro di pochi giorni riceverai, come detto, le 5 e-mail con i 5
differenti report in italiano. Mentre stai aspettando I 5 report ( numero 1, 2,
3, 4 e 5), prendi questa e-mail, che hai precedentemente salvato nel tuo
computer, e fai quanto segue:
>
> 1. rimuovi il nome e l'indirizzo della persona accanto al report numero 5.
Questa persona ha finito il suo turno e stara` contando i suoi 1.5 – 2 miliardi
di lire;
>
> 2. rimuovi il nome e l'indirizzo della persona accanto al report numero 4
e spostala (con copia/taglia e incolla) al numero 5;
>
> 3. rimuovi il nome e l'indirizzo della persona accanto al report numero 3
e spostala (con copia/taglia e incolla) al numero 4;
>
> 4. rimuovi il nome e l'indirizzo della persona accanto al report numero 2
e spostala (con copia/taglia e incolla) al numero 3;
>
> 5. rimuovi il nome e l'indirizzo della persona accanto al report numero 1
e spostala (con copia/taglia e incolla) al numero 2;
>
> 6. inserisci il tuo nome e indirizzo accanto al report numero 1. Fatto,
ora sei ufficialmente nel sistema.
>
> Fai attenzione nel ricopiare tutti gli indirizzi: controlla sempre che
tutti i nomi e gli indirizzi siano scritti in maniera corretta (specialmente
nel caso di giocatori stranieri).
>
> Dopo cio`, salva la nuova e-mail nel tuo computer, e fai anche una copia e
salvala su un floppy disk o CD. NON FARE ASOLUTAMENTE ALTRE MODIFICHE.
>
> Il prossimo passo e` quello di spedire le e-mail a tutte le persone che le
stanno ansiosamente aspettando. Dopo le trasmissioni televisive, la popolarita`
di questo sistema e` ormai alle stelle, quindi non preoccuparti di spiegare il
sistema ad amici e conoscenti. Quello che devi fare e`
spedire questa e-mail, cominciando dalla lista di amici presente nel tuo
Microsoft Outlook Express, o software simile, dove tieni la lista di indirizzi
e-mail dei tuoi amici. Tu puoi spedire quante e-mail vuoi: il minimo e` 5.
>
> 1: Ok, ora vediamo come funziona. Supponiamo che spedisci 20 e-mail a 20
persone. Pur essendo tutti in attesa di questa e-mail, soltanto 10 di loro
trovano il tempo di ordinare il report numero 1 da te.
>
> 2: Quelle 10 persone spediscono a loro volta 20 e-mail a testa, per
untotale di 200 e-mail. Di nuovo, pur essendo tutti in attesa di ricevere
questa e-mail ed intascare i loro miliardi, soltanto la meta` di loro, 100
persone, ha il tempo di ordinare il report numero 2.
>
> 3: Quelle 100 persone spediscono a loro volta 20 e-mail a testa, per un
totale di 2000 e-mail. Stessa storia, solo 1000 di loro trova il tempo di
ordinare il report numero 3.
>
> 4: Quelle 1000 persone spediscono 20 e-mail ciascuno, per un totale di
20.000 e-mail. Solo 10.000 di loro ordina il report numero 4.
>
> 5: Quelle 10.000 persone spediscono 20 e-mail a testa, per un totale di
200.000 e-mail. Solo la meta` di loro ordina il report numero 5.
>
> Ora, un po' di matematica. Il totale della vincita in questo caso, dove
non si ha il pieno potenziale di giocatori, poiche` si presume che soltanto la
meta` della meta` della meta`, ecc. Partecipi, e` il seguente:
>
> Per il report numero 1: 10 richieste = 10 x 5 dollari = 50 dollari =
100.000 lire
>
> Per il report numero 2: 100 richieste = 100 x 5 dollari = 500 dollari =
1.000.000 lire
>
> Per il report numero 3: 1.000 richieste = 1.000 x 5 dollari = 5.000
dollari = 10.000.000 lire
>
> Per il report numero 4: 10.000 richieste = 10.000 x 5 dollari = 50.000
dollari = 100.000.000 lire
>
> Per il report numero 5: 100.000 richieste = 100.000 x 5 dollari = 500.000
dollari = 1.000.000.000 lire
>
> Totale: 50 + 500 + 5.000 + 50.000 + 500.000 = 555.550 dollari americani,
pari a 1.111.100.000 di lire !!!!
>
> Questo è il minimo che ognuno vincerà poichè è stato ormai sperimentato e
testato negli anni scorsi: ma se ognuno spedisce piu` di 20 e-mail, e cosi` gli
altri partecipanti, la vincita avrà proporzioni stratosferiche che
nemmeno potete immaginarvi, ma e` possibile allo stesso tempo, senza dubbio,
succede tuttora E SPESSO di avere vincite da 12 zeri !!! Questo dipende da te,
se hai il tempo e la voglia di spedire e-mail a persone che conosci, o se trovi
indirizzi e-mail su vari siti web gratuiti: non farai altro che incrementare il
valore della tua vincita. Quando parliamo di una vincita di 1.5 - 2 miliardi di
lire ogni 6 settimane, ci riferiamo ad una vincita media (dati forniti dalle
varie trasmissioni televisive che hanno fatto ricerche
fra I numerosi partecipanti e redatto delle statistiche) fra tutti I giocatori
partecipanti. La media di e-mail spedite e` di 5.4 a persona. Ecco perchè
possiamo parlare di una vincita "facile", poche` l'unica cosa da fare
e` aprire la propria agenda di indirizzi e-mail di amici e conoscenti, e
spedire la e-mail con il prorio nome vicino al report numero 1. Se ci pensate,
è proprio un gioco da ragazzi
!!! Ma se volete ambire ad una vincita incredibile (centinaia di miliardi)
avete la possibilità di farlo, E dipende tutto da voi. Vi sono giocatori nel
sistema che arrivano a spedire anche 1 milione di e-mail nel giro di un paio di
settimane: vi lascio pensare qual'e` l'entita` della loro vincita !!!!
>
> Come hai letto nella testimonianza di Claudio Tommasi, l'italiano che ha
avuto la cortesia di tradurre questa famosa e-mail in italiano, stiamo cercando
di far rimanere questa e-mail in Italia. Dopo la messa in onda dei programmi TV
che parlavano del sistema, migliaia di italiani hanno telefonato alle sedi
delle reti televisive, chi chiedendo disperatamente l'indirizzo dell'italiano
residente in Colorado, chi dando I propri dati, chi implorando affinche` scrivessero
subito una e-mail anche a loro. Il problema, come e` gia` stato spiegato nelle
varie trasmissioni, e` che nessuno puo` partecipare, a meno che riceva questa
e-mail. Tu sei stato selezionato da un "search-engine" situato negli
USA, che ha provveduto a
fornire 1000 indirizzi e-mail italiani a colui che ti ha spedito questa e-mail,
affinche` il tutto potesse avere inizio. Quindi considera la tua posizione: se
cancelli questa e-mail toglierai una grande opportunita` a coloro che stanno
aspettando che tu gli spedisca questa e-mail. Anche se non intendi partecipare,
spedisci questa e-mail ad almeno 10 persone. E se intendi partecipare, ti
chiediamo cortesemente di farla circolare in Italia, affinche` si crei un ciclo
di giocatori italiani che entrano ed escono, scambiandosi 1.5 - 2 miliardi a
turno ogni 6 settimane, come in altri paesi.
Aiutaci in questo tentativo di creare un "ramo" MLM completamente
italiano.
Ci e` stato reso noto che la scorsa settimana alcuni giocatori italiani hanno
rispedito la e-mail ad amici residenti negli USA, tagliando fuori milioni di
giocatori italiani in attesa. Ti chiediamo pertanto di evitare che questa
e-mail vada persa. Confidiamo nel tuo impegno, e per questo ti ringraziamo in
anticipo. Noi siamo due studenti, A&W (che vogliono mantenere l'anonimato),
della facolta' di ingegneria di Povo, Trento, amici d'infanzia di Claudio
Tommasi e grandi stimatori di questo grande sistema che sta gia` funzionando
alla grande per noi. Ti auguriamo un in bocca al lupo e buon
divertimento come nuovo miliardario
>
> !!!
>
> ENTRA OGGI STESSO NEL SISTEMA, CORRI SUBITO A PREPARARE LE 5 BUSTE E BUON
GUADAGNO!!!
>
> ========== LA TUA LISTA DEI REPORTS IN ITALIANO ==========
>
> ORDINA ADESSO UNA COPIA PER OGNI REPORT:
>
> REPORT NUMERO 1 : "Il nuovo, gratuito e-mail software AGM -
Completo"
>
> Ordina il report numero 1 da:
>
> Parisi Paolo
> Casella Postale […]
> 20089 Rozzano (Mi)
>
>
____________________________________________________________________
> ________________
>
> REPORT NUMERO 2 : "Il completo setup di un nuovo, veloce e gratuito
Internet Provider" Italiano
>
>
> Ordina il report numero 2 da:
>
> EUROSERVIZI
> Via Trento 18
> 23100 Sondrio
>
>
> ___________________________________________________________________
> ___________________
>
> REPORT NUMERO 3 : "Che cos'è una 'Circolare Viaggiante' - Teoria,
prassi, necessità della Comunicazione Orizzontale" innovativo contributo
di Alessandro D'Agostini su come diffondere in modo efficace informazioni
libere con la "mlm comunication" Italiano
>
>
> Ordina il report numero 3 da:
>
> Rodrigo Forlani
> Via Commandino 29
> 61100 Pesaro PU -Italia-
>
>
> ______________________________________________________________________
> ________________
>
> REPORT NUMERO 4 : "E-mail Adress Extract"
>
>
> Ordina il report numero 4 da:
>
> Bartolozzi Leonardo
> Via Faentina, 396
> 50133 Firenze -Italia-
>
>
> ______________________________________________________________________
> ________________
>
> REPORT NUMERO 5 : "Guida pratica al successo con Multilevel Italian
System & Manuale in Italiano su come usare al meglio il nuovo, gratuito
e-mail software AGM e E-mail Adress Extract"
>
>
> Ordina il report numero 5 da:
>
> Giunta Stefano
> Via Pedolazzi, 156
> 28883 Gravellona Toce VB -Italia
> ______________________________________________________________________
> ________________
>
> $$$$$$$$$$ ISTRUZIONI UTILI PER IL TUO SUCCESSO $$$$$$$$$$
>
> Appena ricevi questa e-mail, se intendi partecipare, segui le istruzioni
relative all'inserimento del tuo nome, che abbiamo spiegato alcuni paragrafi
piu` sopra. Comincia a fare un elenco delle persone alle quali intendi
spedire questa e-mail. Fatto cio` comincia pure a spedirle, mentre aspetti di
ricevere i 5 report. Questo ti da il vantaggio nei confronti di tutti quelli
che ti richiederanno i 5 report (e saranno molti !!!). Una volta che ricevi 10
richieste per il report numero 1, riceverai matematicamente almeno
100 richieste per il report numero 2. Dopo quello hai la scelta di rilassarti e
tornare a fare quello che facevi prima, poichè sei entrato nel
"vortice" del sistema. Oppure, come spiegato poco sopra, puoi
continuare a spedire e-mail a tutti quelli che te lo richiederanno,
incrementando
notevolmente la tua vincita finale. Dipende solo da quanto denaro hai bisogno
!!! Puoi renderti conto di quanti soldi stai accumulando dal numero di
richieste che ti perverranno. Una volta uscito dal sistema, e con 1.5 - 2
miliardi in tasca (minimo), dovrai decidere se rientrare o meno.
È abbastanza facile presupporre che starai ponderando questa alternativa
sdraiato su una di quelle lunghissime spiagge bianche, su di un'isola remota
(e` abbastanza comune fra tutti i giocatori, non ti preoccupare !!!). Ma
vogliamo ricordarti che il sistema non ha mai fine, sara` sempre disponibile se
deciderai di rientrare, a patto che qualcun'altro ti scriva. Ricorda, senza
e-mail non accedi al sistema. Anche se hai già vinto una volta, e hai
"comprato" i 5 report, questo non ti da il diritto di scavalcare gli
altri
giocatori. Devi ricevere una e-mail da uno dei giocatori, e ripetere tutti i
passi, uno per uno, dall'inizio. Questa e` l'unica regola imposta dal sistema,
per il beneficio di tutti i giocatori onesti. Se hai già vinto una volta, è
anche merito della loro onestà.
>
> Un in bocca al lupo, e buona vincita miliardaria a tutti
>
> Nota originale dell'autore, ovvero colui che ha inventato il sistema piu`
incredibile del mondo. "Se avete qualsiasi perplessità riguardo la
legalità di questo sistema, si prega di contattare: the Office of Associate
Director for Marketing Practices, Federal Trade Commission, Bureau of Consumer
Protection, Washington, District of Columbia, U.S.A.".
>
> Sito Ufficiale MIS Italia:
http://www.angelfire.com/comics/multilevlitalian/
> --------------------------------------------------------------------------
----------------------------------------------------------------------------
---------------------
> Ti informiamo che questo non è uno spamming ai sensi della legge 675/96.
>
> Se Ti è arrivata questa lettera è perché il tuo indirizzo di posta
elettronica è stato acquisito da fonti pubblicamente consultabili.
>
> Da noi non riceverai altre comunicazioni. Il Tuo account sarà eliminato
dal nostro database.
>
> (*) N. B. Partecipando e mandando i 5 euro acquisirai l'esclusivo diritto
di partecipare al gioco. Infatti i Report che riceverai ti saranno inviati
gratis! Un motivo in più per partecipare, cominciare a vincere, a guadagnare, a
conoscere nuovi amici e a divertirsi con "il generatore di
benessere del terzo millennio", Multilevl Italian System. Quì trovi altre
notizie sul Sistema
> http://www.angelfire.com/comics/multilevlitalian/
risposta inibita dall’indirizzo del mittente
Gentili Miliardari anonimi,
sono contento per voi e per il vostro amico d'infanzia Claudio Tommasi - ma
comunque non posso aiutarvi, il sistema che mi prospettate non mi sembra
affatto diverso, da quello proposto da Bush o Berlusconi ecc, per
guadagnare denaro e, non capisco dove sia la rilevanza di qualità e libertà
individuale che fa sì che l'espressione della possibilità di scelta
dell'individuo, determini i valori della solidarietà o
quelli della libera espressione della creatività dell'individuo. Il fine del
denaro per acquisire denaro non stabilisce nessun contenuto relativo alla realtà
del proprio volere se non in una prospettiva di potere, soggetta alla
vigilanza gerarchica del sistema senza "identità" - non vi è
responsabilità se non in veste sistemica surrettizia, che dice che la qualità è
proporzionale alla quantità di denaro, per la gestione di scelte non di qualità
ma di potere finalizzato all'acquisizione, o di possibilità finalizzate dal
sistema per l'utilizzo del denaro, che possono essere
superate dalla quantità del denaro accumulato che determina la possibilità di
potere per condizionare le possibilità di finalizzazione del sistema, e di chi
ha meno denaro. Mi si può dire che il sistema da voi propostovi”, in
certo qual modo ridistribuisce in modo meno discriminante le possibilità del
denaro, dando al soggetto partecipante se non una minima incombenza monetaria -
eppure a ben riflettere questa minima incombenza monetaria è così
discriminante, da determinare i criteri di valore sul significato del perché
partecipare a tale sistema se come individuo/i - posso essere partecipamente” e
qualitativamente creativo nella mia vita tanto da determinare la qualità del
denaro? Ma per l'appunto il sistema da voi propostomi, inficia questo livello
di "valore", né più né meno di ogni altro livello basato
sull’acquisizione del potere per mezzo del suo unico alter eco il denaro; a
questo punto il concetto di informazione e conoscenza perde la sua connotazione
reale, giacché è acquisibile solo all'interno di questo unico sistema - unico
sistema - chiuso e non comunicante, se non da esso opportunamente filtrate,
fonti umane, che sono variegate ed eterogenee, ma per tale filtro soggette alla
omologazione. In conclusione da quel che mi dite che potrei fare con il denaro
guadagnato attraverso questo sistema, non vi è nulla che mi stimoli a parteciparvi,
certo mi direte che ho ben io la possibilità di scegliere eventualmente cosa
fare, nell'ambito delle mie possibilità, ma riflettendo su queste mie
possibilità sarebbe poi sensato attuarle se in definitiva ciò che le ha
determinate è stata una mia scelta obbiettivamente non in linea con esse: che
dovrei fare magari, magari andare in qualche spiaggia bianca di qualche isola,
di cui adesso non ho nessuna voglia e incontrare, una volta io, miliardario,
qualche altra miliardaria, magari che lo è diventata con questo sistema - o
quello di Bush o... – e magari per questo amarci al chiaro di luna e... mi
sembra una cosa così complicata che pensare di scegliere per essere costretto a
"questo" per
arrivare a "quello" - mi sembra una cosa così comunemente squallida
da non desiderare affatto. Comunque in effetti, io, molto probabilmente finirei
col
non dare molta importanza al fatto se poi “li sia ricca straricca o no, se è
bianca nera rossa o bionda, cercherei "troverei" quelle cose che me
la fanno dire bella - ma non capisco perché devo essere miliardario per capire
questo. In conclusione gentili miliardari dato che i soldi non vi mancano e
parlando nel mio specifico, c'è gente che fa lavori che deve finanziarsi da se
perché improntati alla qualità e la ricerca creativa, non soggetta alle catene
commerciali della cultura, vi invito a fare "quel salto di qualità" e
con i vostri miliardi aprire quelle case editrici, dove la qualità e la
competenza dell'editore può dirsi libera dalle regole commerciali del potere
del denaro - e dato che i ricchi son sempre di più non capisco perché il
mondo non è più libero, a meno che non c'è qualche cosa di ingiusto che vuole
dire ciò ch'è bene.
Cordialmente
Patrizio Marozzi
Risposta alle “versioni USA del messaggio precedente, dello stesso autore traslato in altre identità fasulle, attraverso il processo informatico.
» Fasificazione di un IP (IP Spoofing)
In linea di massima, qualunque pacchetto IP, alterando il
contenuto di alcuni suoi campi può facilmente essere modificato all'atto
dell'invio. La modifica più frequente è quella dell'indirizzo di provenienza
del pacchetto stesso: questo viene modificato in modo tale che il messaggio
sembri provenire da un'altra rete o addirittura dalla rete stessa che viene
attaccata. Un pacchetto così modificato si dice spoofed e questa tecnica
è denominata address spoofing.
Un attacco di questo genere si accompagna sempre alla falsificazione
dell'indirizzo da parte dell'attaccante, cosicché diventi più difficile capire
la sua locazione.
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
To: "dumboe" <dumboe@july.tr.com>
References: <3D9B24BC0050AE1E@ims3a.libero.it> (added by postmaster@libero.it)
Subject: Re: Start Earning Today
Date: Sat, 19 Oct 2002 09:39:07 +0200
MIME-Version: 1.0
Content-Type: text/plain;
charset="iso-8859-1"
Content-Transfer-Encoding: 8bit
X-Priority: 3
X-MSMail-Priority: Normal
X-MimeOLE: Produced By Microsoft MimeOLE V6.00.2600.0000
Per quanto lei abbia trovato
il mio indirizzo in internet, in nessun modo può inviarmi ciò che le pare e
piace se non su mia richiesta, pertanto si adoperi a non mandarmi più
messaggi di questo tipo, che nulla hanno a che fare con la comunicazione e la
sua reciprocità. Tanto più che non ho nessun obbligo di leggere in inglese, se
non voglio. Quindi le consiglio di adoperarsi perché non ripeta l'errore. E non
si spinga nell'ordine della molestia. Aggiungo per sua informazione che lei
esulando dal circuito europeo e della mia nazione, si sta adoperando in modo
che io vada a
sostenere l'economia del dollaro, attraverso procedure di trasferimento di
capitale all'estero che mi possono rendere partecipe di un'operazione di
riciclaggio di denaro "sporco". E inoltre possibile l'indimostrabilità
di ciò, ma lo stesso nella qual specie, il sistema di arricchimento da lei
propostomi è di grave nocumento per la libera espressione della mia creatività,
da cui è legittimo io abbia il mio sostentamento biologico vitale. Il "suo
sistema va a sostenere quelle logiche oligarchiche” che appunto impediscono la
sopravvivenza biologica per molti individui del nostro pianeta.
Patrizio Marozzi
----- Original Message -----
From: "dumboe" <dumboe@july.tr.com>
[“frode anonima da parte di ignoti”]
(Return-Path: <dumboe@july.tr.com>
Received: from smtp6.libero.it (193.70.192.59) by ims3a.libero.it (6.5.028)
id 3D9B24BC0050AE1E for patrizio.marozzi@libero.it; Fri, 18 Oct 2002 14:29:10 +0200
Message-ID: <3D9B24BC0050AE1E@ims3a.libero.it> (added by postmaster@libero.it)
Received: from [210.51.235.146] (210.51.235.146) by smtp6.libero.it (6.5.028)
id 3DA5A802016E9C9A for patrizio.marozzi@libero.it; Fri, 18 Oct 2002 14:29:08 +0200
From: dumboe <dumboe@july.tr.com>
To: patrizio.marozzi@libero.it
Cc:
Subject: Start Earning Today
Sender: dumboe <dumboe@july.tr.com>
Mime-Version: 1.0
Content-Type: text/plain; charset="iso-8859-1"
Date: Fri, 18 Oct 2002 14:29:39 +0200
X-Mailer:
QUALCOMM Windows Eudora Version 5.1]
To: <patrizio.marozzi@libero.it>
Sent: Friday, October 18, 2002 2:29 PM
Subject: Start Earning Today
>Hello
>
> You may have seen this business before and
> ignored it. I know I did - many times! However,
> please take a few moments to read this letter.
> I was amazed when the profit potential of this
> business finally sunk in... and it works! […]
----- Original Message -----
From: "Mail Delivery Service" <postmaster@iol.it>
To: <patrizio.marozzi@libero.it>
Sent: Saturday, October 19, 2002 9:36 AM
- These recipients of your message have been processed by
the mail server:
dumboe@july.tr.com; Failed; 5.4.3 (routing server failure)
Return-Path: <patrizio.marozzi@libero.it>
Received: from t9g7x2 (151.27.133.36) by smtp1.libero.it (6.5.028)
id 3DA3107F004F4A2D for
dumboe@july.tr.com; Sat, 19 Oct 2002 09:36:11 +0200
Message-ID: <002501c27742$9c78bb20$24851b97@t9g7x2>
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
To: "dumboe" <dumboe@july.tr.com>
References: <3D9B24BC0050AE1E@ims3a.libero.it> (added by
postmaster@libero.it)
Subject: Re: Start Earning Today
Date: Sat, 19 Oct 2002 09:39:07 +0200
MIME-Version: 1.0
Content-Type: text/plain;
charset="iso-8859-1"
Content-Transfer-Encoding: 8bit
X-Priority: 3
X-MSMail-Priority: Normal
X-Mailer: Microsoft Outlook Express 6.00.2600.0000
X-MimeOLE: Produced By Microsoft MimeOLE V6.00.2600.0000
Ultima Risposta
----- Original Message -----
From: SANDRO CABONI
To: patrizio.marozzi@libero.it
Sent: Sunday, October 20, 2002 12:58 PM
Subject: Multilevel italia System.
Riceviamo, partecipiamo e inoltriamo ad altri.
_______________________________
BENVENUTO. QUESTA PAGINA POTRA'
CAMBIARTI LA VITA.
QUI SOTTO è SCRITTO CIO' CHE SI RICEVE VIA EMAIL MA IO PER DARE A TUTTI LA
POSSIBILITA DI GUADAGNARE L'HO INSERITO IN UNA PAGINA WEB. NON è UNO SCHERZO,
MA L'OCCASIONE CHE MIGLIAIA DI PERSONE ASPETTANO.
HO INIZIATO PER SCHERZO MA FUNZIONA DAVVERO!!! IO MI SONO GIA' CAMBIATO LA CASA
IN SOLI 4 MESI. E' TUTTO VERO!
SEI STATO AVVERTITO.
SE SEI SCETTICO, FATTI TUOI.
Se questa e-mail non è di tuo gradimento cancellala; comunque merita di essere
almeno letta! Sei stato avvertito, al resto ci penserà il tuo buon senso.
______________________
Ciao , Vorresti davvero guadagnare con Internet? […]
----- Original Message -----
From: Patrizio Marozzi
To: SANDRO CABONI
Sent: Monday, October 21, 2002 8:04 PM
Subject: Re: Multilevel italia System.
Sig. Sandro Caboni, io non partecipo non inoltro e voglio non ricevere più codesti messaggi, che mi giungono in tutte le salse; mi scusi la mia causticità, ma lei prestandosi a codesto sistema ne è parte integrante e responsabile come il suo artefice e pertanto legittimo destinatario delle mie lamentele. Ho ricevuto in italiano, in anonimato, in forma di frode informatica, in lingua inglese, codesto messaggio da lei inviatomi. Credo che abbia superato ogni senso di autenticità per quel che riguarda il valore dello scritto in sé; per quel che concerne il suo contenuto, lo trovo tutt'altro che interessante, privo di quelle garanzie: creative morali che danno dignità alla mia libertà di espressione. Quale interprete non di un potere, ma di una scelta moralmente ed eticamente sostenibile. Le difficoltà economiche che incontro per sostenere questo mio libero arbitrio creativo lavorativo - di cui non le parlo non facendo parte diretta del contenuto del suddetto discorso - sono molteplici, ma hanno per base il qualunquismo del possedere il denaro a cui la struttura sociale si confà; lei naturalmente è libero di interpretare il siffatto come sua espressione di peculiarità creativa - se pur virtuale tale concetto nella sostanza del sistema remunerativo da lei propostomi - sostanzialmente è con ciò che deve confrontarsi - Per raggiungere un po' più in profondità la rappresentazione di quel che lei mi prospetta non posso non ritenerlo anche pericoloso, non essendo io in possesso di informazioni "oltremodo dettagliate", nulla mi vieta di ipotizzare la possibilità che il sistema da lei propostomi, possa servire come artifizio di spostamento di capitali di cui è impossibile quantificare l'identità della sua legittimità. Pertanto, anche ipotizzando il suo atteggiamento come bonario, la invito a riflettere sul fatto che non è molto corretto spedire ad altri qualcosa di cui non vi è richiesta, così inficiando il senso stesso della reciprocità della comunicazione. La invito inoltre per quanto detto a rendersi responsabile nel limitare altri partecipanti al sistema, ad utilizzare il mio indirizzo e-mail in modo non corretto.
Cordialmente
Patrizio Marozzi
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
To: "Ales" <…>
Sent: Friday, November 01, 2002 8:36 PM
Subject: Re: Messaggio.
Gentile signor Caboni, accetto con piacere le sue scuse, che la qualificano in tutt'altro modo rispetto al messaggio a cui fanno riferimento - ovviamente in positivo - Sinceramente credo che non chiedano risposta da parte sua e, forse potrebbe non essere neanche utile la mia risposta, quindi essa sarà breve, ma non per questo da intendersi scortese. Per quanto riguarda il riciclaggio di denaro sporco, il linea di principio tutto ciò che non è qualitativamente qualificabile, può essere un buon sistema per ottenere ciò, in maggior ragione in un ipotesi del tutto aleatoria, dove per aleatoria si intende priva di responsabilità valutabile nell'oggetto in questione". Ovviamente su questo mio invito a riflettere, che le ho scritto nella precedente", era tutt'altro che gratuita la considerazione, bonaria, che lei dava di se stesso, ad un estraneo, quale io sono. E qui lascio alla sua intelligenza completare, il piano del suo convincermi - in quella questione - nella comunicazione tra la sua e la mia soggettività. Il suo atteggiamento bonario è oltre modo, ora, evidente; anche lo scopo benefico per l'attività di volontariato di sua figlia rientra in questo suo atteggiamento, però mi scusi, pur sentendomi, per questo suo dirmi, cortesemente invitato a partecipare alle reali intenzioni del suo intento e a non vedervi nulla di male, non trovo condivisibile neanche il fine benefico "di quel gioco". Non so nello specifico come configurarlo, non riesco a trovare niente che non mi faccia capire che c'è qualcosa che impedisce che ci sia un modo autenticamente libero per essere solidali con il prossimo - e allora credo che sia su questo che si debba agire, nello stesso modo, anzi a livello motivazionale antecedente, di quello materiale del denaro. Che le contraddizioni che determinano ciò, si cerchi in ogni modo di evidenziarle, (al di là” di un piano etico…che non ponga i componenti la solidarietà sullo stesso piano.)
Le invio i miei più cordiali saluti
Patrizio Marozzi
TORINO - E' morto l'Avvocato Gianni Agnelli. Avrebbe compiuto 82 anni il 12 marzo. (24 gennaio 2003)
Censurato nel forum la battaglia sul lavoro
Data: 10-10-02
10:30
[…]L’unica cosa seria che
trovo oggi sui giornali tra quelle dette ieri e i vari propositi di legge di
oggi del governo, è che la GM ha deciso di “dismettere” le azioni della FIAT –
non ho mai capito in un mercato usa, ancorato al petrolio con il prezzo del
carburante molto meno caro del nostro, quali vantaggi in ricerca avrebbe
portato alla fiat nel settore dell’auto, come annunciò all’epoca la dirigenza
della casa italiana l’avvicinamento alla GM (tanto più con il possesso della
Ferrari). In conseguenza di ciò mi auguro che ci sia un avvicinamento a quelle
case europee che hanno già sperimentato efficacemente nuove soluzione di
carburante – senza le quali è ipotizzabile solo una forte riduzione del settore
dell’auto e sua stabilizzazione – non pensiamo più ad incentivi e cose del
genere – una macchina con benzina verde e catalizzata doveva camminare dentro i
monumenti – non dico che sia solo colpa della fiat, tanto più che ho un auto di
un’altra macchina. Magari prima della forma mentis adeguata all’idrogeno – con
il “gas” per rassicurare le scelte dell’Eni e renderla partecipe della
riduzione dei prezzi. L’economia Italiana non ha varietà di scelta e si
sostiene tramite gli indotti. Cofferati vuole le regole che garantiscano le
caratterizzazioni del lavoro, il governo è interessato ai flussi di capitale
più di borsa che altro. Chi sia più elastico dei due non lo so – e come finirà
la partita neanche.
forza Fiat Giugno
Data: 10-10-02 10:32
economia, economia. Se la
FIAT è in crisi che significa, del resto è poi vera crisi o non è soltanto la
logica perversa di un’economia che deve espandersi senza limiti. Negli ultimi
anni grazie alla rottamazione c’é stato un incremento nel settore dell’auto, ma
pensare che finito l’incentivo della rottamazione tutto sarebbe continuato
senza nessuna contrazione produttiva, è un atteggiamento da sprovveduti. Il
sistema capitalistico mondiale vive una fase collassale grazie a queste logiche
espansionistiche, che non tengono in alcun conto il fatto reale del fabbisogno
umano nelle merci prodotte; per ovviare a ciò sconquassa i sensi e i pensieri
della gente istigando una costellazione di insoddisfazioni tanto da rendere
produttiva l’infelicità, ma nonostante questa pazzia non è pensabile immaginare
una crescita dei fabbisogni virtuali degli individui senza limiti nei consumi
e, magari pensando che non ci sia un prezzo da pagare. Se il costo della vita
resta alto, la necessità creativa dell’individuo impossibilitata a svilupparsi
nell’ambito di canoni economici democraticamente accettabili, alle industrie in
ogni parte del mondo resta poco da fare, se non attuare quella regola di base
economica di attivare la ricerca per l’innovazione tecnologica. Ma stranamente
questi signori dell’economia non hanno di meglio da fare che proteggere una
posizione di potere con cui determinare a chi è giusto dare e a chi è giusto
togliere, generando guerre e scompensi sociali in ogni parte del mondo.
Data: 10-10-02 10:35
E tornando alla Fiat è
bene ricordare che proprio in ragione degli aiuti avuti regoli i momenti di
crisi in una logica di assunzione di responsabilità il più possibile autonoma
dagli appoggi governativi. Del resto è chiaro a tutti che dopo la gestione
Abete e l’allontanamento del ministro Ruggero, ora con la gestione D’Amato
nella confindustria e parallelamente a livello governativo, le dinamiche
economiche che si stanno svolgendo vanno in direzione dei flussi di capitale e
dell’acquisizione di potere, anche da parte della lega. È indubbio che la Fiat
rappresenta una componente economica importante nel paese e il fatto che ci siano
forze che riescono a condizionarne le decisioni la dice lunga su quali siano le
forze in campo. Del resto anche se la FIAT fa buon viso al sistema che si crea
... comunque mi auguro che non dimentichi che il vero valore aggiunto di un
industria sono i lavoratori e che chiunque può “liberamente scegliere di
lavorare” da senso e significato non solo al processo economico, ma alla
qualità della sua ragion d’essere e ancor più alla libertà del proprio essere
creativo.
Data: 10-10-02 10:39
In conclusione non vorrei
si seguisse quella strada oramai maggioritari di un abbassamento della qualità
del prodotto, un abbassamento del regime di denaro spendibile per il
funzionamento dell’azienda, tanto da rendere tali industrie così vulnerabili
che una variazione congiunturale annulla le possibilità economiche per attuare
le innovazioni tecnologiche necessarie per rendere democraticamente accettabile
il progresso economico. Sinceramente non so quanto l’accordo della FiAt con il
carrozzone americano vada in tal senso; io avrei preferito un avvicinamento a
quelle case europee che si stanno spingendo verso l’idrogeno in modo concreto,
perché quando si parla d’innovazione tecnologica si parla di quella
strutturale; parlare dello sportello che si chiude peggio o meglio non ha più
alcun senso a meno che non si torni a produrre sportelli che non chiudono, ma
questo è solo speculare sull’innovazione tecnologica, per modificare i listini
non democraticamente. E io non voglio credere che nel mondo dell’industria chi
a potere e denaro, sia così povero e meschino, ma fosse solo una mia speranza,
MA!
oggi
Data: 10-10-02 10:56
Non si sa quale sia il
vero scopo dell?accordo della fiat con la GM, attaccare il mercato americano!?
forse è stato un modo per dare alla GM la possibilità di acquisire la Fiat al
minor costo. Verso i suoi mercati tradizionali, credo non ne potesse avere
nessun vantaggio. Ora è bene ricordare che la Fiat ha debiti con il potere
bancario che non fa delazioni se pur l?azienda è ancora sana, può cadere a
pezzi. Ora tutto passa attraverso il potere controllato dall?economia del
petrolio o sulla diversificazione politica in ambito di strategie governative
che decidano quale logica economica sviluppare. Comunque nei processi economici
a lungo termine la situazione contingente in abito di crisi finisce per avere
il sopravvento sulla scelta.
Meglio badare di più alla libertà, che alla cultura degli indotti
Data: 10-10-02 10:57
Il problema è nella
questione del perché non si hanno scelte alternative, e quando avvengono queste
cose ci si rende conto, che non si conta un cavolo. E allora è bene chiedersi?
sono libero di scegliermi il lavoro e in esso il mio modo di esistere?? a quanto
pare no, tutto è affine al controllo sociale. E allora se sono licenziato dalla
fiat che altra possibilità lavorativa mi si presenta? L?economia è controllata
dalle scelte di interesse del potere economico, e solo in conseguenza di tali
scelte posso orientarmi; questo controllo sociale fa credere a chiunque di
contare per averne il sostegno e allora il cittadino accetta il controllo
perché così è rassicurato, entra nella produzione del profitto esponenziale che
crea degli iper iper colossi del consumo, va al cinema a vedere le cose più
futili, quando compra i libri sceglie quelli che fanno pensare di meno e sono
più commerciali e gli iper iper diventano ancora più iper e le materie prime
non cambiano, i costi scendono, ma in modo virtuale. Poi il gioco non è più
sostenibile, la qualità è bassa e la regola del maggiore decide che il profitto
non è più esponenziale, le previsioni? non tirano più la borsa e allora è
necessario abbassare i costi, si licenzia, c?è ancora da magiare prima delle
materie prime. E allora il licenziato si accorge che sa ?scrivere solo libri
commerciali, che quando cammina per strada si muove come in un grande
magazzino, ma i gesti con cui lo hanno sempre indotto ad acquistare prima di
scegliere non trovano più i prodotti, e allora forse gli viene in mente quel
suo amico che non riusciva a pubblicare i suoi lavori letterari ? al sistema
non interessano ? e agli anni ottanta dove l?arte è diventata non più
concretezza di vita ?ma profitto esponenziale del non avere scelta.?
Non capisco bene se quel che significa dice quel che significa
Solidarietà a Carla Benedetti da intellettuali e scrittori
Apprendiamo che Carla Benedetti,
autrice del Tradimento dei critici, e l'Editore che ha pubblicato il
libro (Bollati Boringhieri) sono stati denunciati dal prof. Walter
Pedullà per "diffamazione a mezzo stampa", con una richiesta di
riparazione di un milione di euro (quasi due miliardi di vecchie lire). Il
tutto in riferimento al capitolo finale del libro ("Il potere che ognuno
conosce e nessuno racconta"), in cui l'Autrice ripercorre gli avvenimenti
che hanno portato alle dimissioni di Mario Martone dalla direzione del Teatro
di Roma, ricostruiti attraverso articoli apparsi da tempo su giornali e riviste
e altri documenti di dominio pubblico.
Un fatto allarmante, ci pare. Un'enormità. Una
pesante intimidazione a una studiosa e a un editore di cultura e progetto, che
pare purtroppo confermare le argomentazioni del libro sulla situazione della
cultura italiana di questi anni. A una ricostruzione e a una riflessione
articolata su un significativo evento politico-culturale, un noto intellettuale
decide di rispondere, piuttosto che sullo stesso terreno e con sue
controargomentazioni, con un gesto di sopraffazione e arroganza, trascinando in
tribunale l'autrice e l'editore di un libro scomodo.
Mentre esprimiamo la nostra solidarietà a Carla Benedetti e al suo editore, impegnati in una battaglia dalle implicazioni più vaste e che riguarda la difesa delle più elementari libertà di espressione e ricerca, ci sembra doveroso prendere posizione su questo avvenimento, che a noi pare sintomatico e grave.
Ci riserviamo di intervenire di nuovo e più ampiamente sulle questioni di interesse culturale più generale che una vicenda come questa può sollevare.
Prime adesioni:
Adriana Cavarero
Pietro e Marica Corsi (La Rivista dei Libri)
Helena Janeczek
Valerio Evangelisti
Giuseppe Genna
Bruna Miorelli (Radio Popolare)
Julio Monteiro Martinez
Antonio Moresco
Giulio Mozzi
Aldo Nove
Enrico Palandri
Laura Rorato
Tiziano Scarpa
Elena Stancanelli
Dario Voltolini
----- Original Message -----
From: Patrizio Marozzi
To: redazione@alice.it
Sent: Thursday, October 24, 2002 11:16 AM
Subject: Un mio commento?
Stimatissimi di Alice.it ho letto il vostro articolo di solidarietà - Solidarietà a Carla Benedetti da intellettuali e scrittori - vi dico che in linea di principio, posso essere d'accordo con la posizione da voi presa, ma rimango scettico di fronte a ciò - il mondo letterario che fa dell'anacronismo "caratteristica" delle sue scelte editoriali, che cerca una logica nel rinnovamento "dell'autoreferenzialità", più che in un reale processo creativo - mia opinione naturalmente - si accapiglia e decide l'incertezza della verità dandosi una struttura legale, per dimostrare la sua possibilità di ricerca letteraria, che esprima i contenuti in essere dell'autore, quale artefice di un punto di vista del mondo che guarda e che lo guarda. Se in questa ottica c'è chi non vuole, non agire sul piano intellettuale, è bene chiedersi perché, cos'è che manca al punto di vista dell'autore, la referenzialità del sistema referenziato della letteratura, dell'arte, o il suo esprimersi letterario non dà adito ad una posizione di valore intellettuale? E "diannanzi" all'autore il riferente coinvolto nella lettura esprime il valore intellettuale che dà agli strumenti della sua espressione creativa una logica che vede nella censura, una forma di controllo sulla libera espressione creative dell'autore, tanto da determinare nello svolgimento narrato dei fatti una alterità sul piano creativo-artistico che "distoglie il piano dei fatti narrati, in una rappresentazione ulteriore del "punto di vista". Senza mettere in dubbio la posizione di chi ha firmato l'appello di solidarietà - non disconoscendo la gravità del fatto anche per l'ingente somma del risarcimento chiesto, che porta il dibattimento intellettuale sul piano coercitivo, che genera l'inibizione d'espressione dell'autore e in esso - in un costrutto di intelligenza morale - anche quella del lettore, mi chiedo - togliendo ogni dubbio sul fatto che non ho letto il libro in questione, il capitolo già imputato - se il tutto sia nella sostanza il gioco delle tre carte, dove si trova... allora mi permetto di chiedervi maggiore forza nella vostra posizione, non viene fuori, non ho capito se il libro è stato ritirato dalle librerie, se ciò non è, è libera possibilità di tutti che venga letto il capitolo in discussione e sarebbe decisamente sensato per il dibattito, per il suo avvio concreto, che sia voi che i firmatari l'appello lo pubblicaste. Credo proprio non vi sia nulla di dannoso né per l'autore, né per il querelante.
Ringraziandovi decisamente, vi invio i miei più cordiali saluti
Patrizio Marozzi
----- Original Message -----
From: "Grazia Casagrande" <casagrande@alice.it>
To: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Sent: Thursday, October 24, 2002 12:59 PM
Abbiamo semplicemente dato ospitalità ai firmatari
dell'appello.
Il libro è regolarmente in libreria ed è stato molto recensito, al di là della
polemica che si è aperta. Per pubblicare un capitolo (ma sarebbe sufficiente?)
dovremmo avere la liberatoria dall'editore. La ringrazio del contributo, ma non
avevamo intenzione di ospitare l'intero dibattito che ci sembra molto
"interno" ad un mondo e non coinvolgente la massa dei lettori.
cordiali saluti
Grazia Casagrande
Grazia Casagrande
Informazioni Editoriali
Responsabile Redazione di Alice.it
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Tel. 02.283151
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Come ho detto io continuo a scrivere il mio libro e i frammenti di frammento in frammento, il tempo finirà con lasciare i dubbi a chi di questi frammenti non conosce il perché, eppure se vi sarà in essi una nuova lettura, pur essa potrà condurre alla vera origine che ha determinato ché fossero scritti, perché non dei fatti storici a cui fanno riferimento, “son per essi scritti” ma la vita che in queste alcune pagine è scritta è quel che si legge, è quel che io, il personaggio di questo libro narro, ed è dentro i pensieri che della storia fanno il riflettere, di chi dell’autore interpreta le parole. Se io sono il personaggio, posso anche essere il suo lettore, e se di lettura parliamo, di linguaggio e comunicazione narriamo, dell’osservare l’osservazione del mondo. Che mi sia di esistenza tale fatto è dire che chi sono sarò, che quel che mi farà essere sarò stato, ma che quel che sarà, in realtà posso già essere, così il personaggio legge.
Seppur dell’osservare un’opera che di per se non ha che colori, non posso che chiedermi, osservandola, semplicemente cosa formano quei colori, quale evento dello spazio, se narrano o formano un tempo e cosa so io dello spazio del tempo e dei colori, che rapporto ha tutto questo con la forma, e soprattutto se c’è qualcosa che osservando posso scoprire, se i nomi che hanno i miei pensieri, hanno un effetto reale sul mio percepire e se questo percepire genera una comunicazione che ha effetto sulla verità, se la sacralità trova espressione nella spiritualità del mio sentire. Del resto, se quest’atto fosse solo un evento “esperienziale dei mie sensi con effetto sui mie pensieri, senza che per questo necessiti un senso, quale atto migliore del sesso potrebbe esserci, e che motivo avrebbero i colori d’esistere, quasi apparirebbero perversi. Eppure il sesso è tale, se non percepisco un evento spirituale nel comunicare con un altro essere, perde i colori – e dove convivono, se convivono il tempo sacro e quello profano? Può esserci verità nel sesso, può essere esso espressione di un rapporto di comunicazione più vero, o è soltanto un effetto biologico di eternità? Ed è sufficiente pensare che attraverso questo atto di eternità i colori acquisiscano una dimensione di verità nel tempo e nello spazio, tanto da perpetuarsi e percepire in questo modo la dimensione di verità in un’opera d’arte? Non c’è in questo un senso di verità materiale che non cambia la condizione della materia, che può anche trasformare la perdita dei colori in un illusione spirituale – e se il mondo è l’espressione di come controllare il perpetuarsi dell’atto della procreazione umana, come possono i colori esprimere un atto rivoluzionario della verità, sulla comunicazione tra gli esseri umani? Il sesso è un atto incontrovertibile della comunicazione per mezzo dei sensi, l’atto della libertà in esso non può che assurgersi ad evento culturale quale espressione di una comunicazione che trova l’adempimento dei suoi limiti nella procreazione, al di là di ogni possibile consapevole responsabilità – i colori hanno una dimensione di forma, spazio e tempo così spirituale ed assoluto da non poter essere capito neanche nella dimensione più evoluta della sacralità umana. L’atto nevralgico della sacralità del sesso non può che avvenire in quei colori che danno forma alla comunicazione tra due esseri, come evento spirituale e culturale di un tempo profano, che trova la sua immensa sacralità nella forma e nei colori dello spazio dell’intero mondo che guarda a tutto l’universo, quest’atto d’amore così immensamente artistico trova la comunicazione spirituale in un atto pur privo della procreazione, e del tutto privo del controllo sul perché procreare. Il silenzio del sesso non c’è ma nel suo spazio sacro trova con esso il mondo della sensualità, della percezione del mondo attraverso i sensi e attraverso l’amplificazione della spiritualità l’accettazione della responsabilità della sua percezione sensoriale, il significato dei colori e un’al di là di ogni possibile consapevole responsabilità.
Grafia
Base concettuale
[verità, necessità, utilità
…già epistéme logos
…In Husserl (rimandi) – Cassirer distinzione, da per effimero (concetto di funzione)
neo – psicologia comportamento…”
a-neo concetto di funzione
“probabilità empatica”!? per mezzo di oggettivazione di funzione peculiare – per la logica trascendentale . Filosofia)
………………(“?”…I mondi di Popper “?”)
- Duchamp – le Muit 1937, ancora verità, “concettuale”
…………………Musica……….
Picasso – Guernica, necessario. Les Demoiselles d’Avignon, verità necessario)
…………Stravinskij………
dopo formale informale…e varie applicazione del concetto di serialità.
[concetto di verità, necessario = utile
[verità, utile = personale creativo
[Arte – verità creativa umana – spiritualità
generativa
[effimero = non vero, non necessario, non utile –ma esistente
[se si contrappone la verità e l’effimero, l’effimero può esistere…pur sempre transitorio, ma non vero, né necessario, né utile…[!?]
[funzione biologica e il suo perenne dubbio.
Procreazione utile
Procreazione necessaria.
La verità è anche in stato di non procreazione
[linguaggio e “assenza” di linguaggio]
Gentili di raisat art, sono alcuni anni che vi seguo e complessivamente posso dire di essere soddisfatto" - devo però dire per sincerità che il palinsesto, se pur cerca di diversificarsi vive molto sul replicato. "Deduco" e concordo che per mantenere alto il livello dei programmi non è utile inserire, a tutti i costi, contenuti che non siano determinanti per l'esplicazione dei valori dell'arte, parte delle opere del "sistema dell'arte" di questi ultimi anni sono siffatte. Comunque dato questo dato di fatto, credo che per le sue caratteristiche televisive il canale potrebbe svolgere un'interessante programmazione per quel che riguarda la video arte trasmettendo opere integrali - non che questo non sia stato fatto, anzi, in passato, se non ricordo male il venerdì era deputato a ciò. Sta di fatto che di nuove ed interessanti opere non se ne sono più viste, penso a qualcosa di altro di Bill Viola, o comunque la ricerca di video, anche di autori meno conosciuti, magari cercati, anche, tra quelle opere a carattere sperimentale che in molti festival di cinema, documentario... non hanno reale visibilità - se ce ne sono anche nel circuito del sistema dell'arte, se c'è qualche artista che ha una "poetica" da proporre e non una rabberciata ignoranza, che valorizza più il supporto che il suo contenuto, ben venga - in definitiva è una ricerca che il canale dovrebbe e potrebbe fare con interesse. Aggiungo una piccola postilla personale dicendovi che gradisco per quel che riguarda gli ambienti abitativi, l'espressione di autentica e personale ricerca, magari con l'uso creativo dei materiali, soprattutto se si valorizzano per l'uso intelligente che ne viene fatto - non mi piace molto vedere quegli ambienti - se pur di alta - borghesia che in definitiva determinano più un costrutto di "classe" che di autentica intelligenza.
Ringraziandovi dell'attenzione, sperando di essere stato utile sia a me che voi, vi invio i miei più cordiali saluti.
Patrizio Marozzi
…Eppure ormai sono del tutto inutili i tentativi, la comunicazioni, se c’è un piano della letteratura che è così avanzato tanto da determinare tutto quello a cui altre forme d’arte tendono, senza tenere in nessun conto le loro possibilità oggettive, sempre più mascherate dalla dimensione dell’ovvio, da opere dell’ovvio, da riflessioni del tutto inutili di artisti che parlano ad un pubblico che vuol credere a quel che non è vero. Del resto se nel rinascimento il confronto con il mondo che si vedeva nell’opera era con le dimensioni della spiritualità, della natura come evento sacro; dello sguardo soggettivo dell’artista con la libertà del proprio essere creativo…un Vermeer o Van Gogh…la loro condizione di stupore, il pensiero che cercava un livello di comunicazione superiore…tutto questo che ha fare con i processi creativi della maggior parte degli artisti che praticano la futilità dello starci a tutti i costi. Ascoltare i pensieri le riflessioni di costoro è quanto di più vacuo possa capitare, sembra che la maggior parte di costoro non abbiano nessuna percezione di quel che il mondo può già di per se mostrare, affinché l’uomo possa percepire la propria condizione, e non si pongono la speculazione del perché il senso delle cose non mostri al mondo il suo significato, costoro finiscono per rappresentare ciò che ovvio e banale e che molti senza il minimo sforzo morale possono percepire nelle loro ovvie osservazioni come manifestazioni artistiche, è come dire, se c’è il sole che splende non ne catturo il significato come in un quadro di Van Gogh, devo osservare un vetro posto in un posto inutile da un artista reclamizzato e per il fatto che la luce del sole attraversa il vetro ciò mi fa percepire la riflessione psudoscentificafilosofica del sole osservato dall’artista. Questa osservazione dell’ovvio, che rende del tutto non indispensabile questa specie di opera d’arte operata dall’artista, non tiene in nessun conto le infinite possibilità che il mondo naturale o le sua elaborazioni umane già danno a tale scopo, ma perché ciò avvenga è indispensabile un costrutto di eventi coordinati che identifichino nell’inutilità di ciò un rapporto con la verità, e allora in questo processo inutile per dimostrare che la menzogna è la verità, l’artista in questione reclamizza un paio di occhiali da sole, magari con-firmati da lui, per dire che il mondo dell’arte non è solo per una categoria di persone che possono osservare il vetro attraversato dai raggi del sole, ma è anche una cosa pratica che influisce sulla vita sociale dell’uomo attraverso un paio di occhiali da sole; per questa “immensa” riflessione sulla condizione dell’uomo viene creato a fini di ritorno di lucro, un processo di marketing che genera un sistema che fa di questa menzogna la verità dell’arte. L’esempio che ho narrato non è il peggiore, che mi riesce difficile anche immaginare, ma che di fatto sovente avviene, e naturalmente non ha nulla a che fare con il grande vetro di Duchamp, ma sul perché trasformare la sua arte con il giocare a scacchi, sì. Ora, che la letteratura anche per la sua possibilità trastorica possa svincolarsi da ciò è caratteristica sua e dell’autore che vuole farlo, del resto la mia visione di lavorare sulla ricerca comunicativa con il sistema dell’arte per ristabilire un flusso tra l’arte e la sua attuale non indispensabilità, è improponibile dato il fine di speculazione economica a cui è soggetto tale sistema dell’arte. E allora devo pur dire che tutto questo legittima non solo un falso mondo dell’arte, ma è alibi affinché i processi produttivi siano condizionati da chi detiene il potere, determinando, la coercitiva applicazione sulle scelte creative dell’individuo che vorrebbe e dovrebbe liberamente trovare globalità esistenziale tramite esse. Perciò credo che pormi il problema che se uso la musica, la fotografia, il video, come mi sono espresso tramite la pittura, non debba pormi nessun altra forma di ricerca che quella di confrontare il mio linguaggio letterale con la comunicazione di queste altre forme d’arte per trovare evocazione in un linguaggio che cerca di capire la verità, senza pormi limiti di etichetta di generi.
Nickname: patriziomarozzi
Età: 38
Nazione: Italia
Regione: Marche
Provincia: Ascoli Piceno
Città: Porto D'Ascoli
Tre cose che ti piacciono: me stesso, me stesso, fare all'amore con una donna che sa amare
Tre cose che odi: le persone creative e di buon carattere, la letteratura e l'arte: la verità, l'odio
Vorrei in regalo: Un cd musicale
Un bel viaggio
Basta il pensiero...
Fumo: No
Mi descrivo: ...se l'amicizia esiste meglio quella di una donna "bella, intelligente e di buon carattere" ci sono più probabilità che finisca bene...e che non sia gelosa della mia solitudine ...altrimenti a che serve l'intimità della lealtà
Mi si dirà: “Cos’è questo?”
Definirlo un esperimento di letteratura sperimentale, forse è un po’ eccessivo.
Da due giorni ho introdotto il mio profilo all’interno di un sevizio del portale che utilizzo per collegarmi ad internet, che si chiama il trova amici – naturalmente l’attivazione di questo servizio, non ha l’unico scopo che vi andrò a narrare, ma è evidenti che è aperto all’eventualità di un riscontro fattuale di ciò che propone. – Come ho detto due giorni fa ho introdotto il mio profilo all’interno di questo sevizio del portale, come voi stessi potete dedurre, per poter leggere i profili degli altri è indispensabile che voi date” il vostro, qualora cercaste di leggere gli altri profili senza che voi… vi vene indicato che dovete anche voi mettervi in gioco mostrando il vostro profilo. Ora vi è da dire che ogni persona può avere fino a sei profili e non so immaginare se ciò comporti anche la possibilità di inserire, per ogni profilo, una foto diversa. Questo comunque credo non sia determinate per stabilire se una persona mente, anche nella diversità dei profili, né del resto quale siano le autentiche intenzioni, perché lo faccia. Osservando il mio profilo, compilato, noterete che è composto da campi diversi – questi che vedete sono quelli obbligatori – di questi campi quello che vi chiede quali regali vorreste ricevere è l’unico che ha delle risposte preordinate tra cui scegliere ciò che vorreste. é evidente che una volta che vi siete messi in gioco, potete contattare voi stessi le persone con cui vorreste instaurare un rapporto di “amicizia”, leggendo quello che è presente nei profili. Ha questo punto è necessario attuare tramite essi un processo di comunicazione che indirizzi la persona con cui vorreste avere relazione a scegliere il vostro profilo. Ora in un costrutto dove l’omologazione seriale, cioè gli obbiettivi desiderabili, “rappresentano” la maggior parte dei partecipanti, non basta per far sì che il profilo venga scelto il solo fatto che vi sia un motivo consono che lo faccia leggere, ma è indispensabile che chi legge il profilo non solo identifichi una personalità, ma in certo qual modo si riconosca nel profilo scelto, che possa immaginare di rendere attivi i suoi propositi. Questi due primi livelli di approccio sono già esplicativi della reale autonomia propositiva, della reale capacità del lettore, quasi come in un lettore di libri di qualità. Nel mio profilo come in quello di tutti gli altri il primo livello di scelta, avviene per la selezione dell’età e luogo di residenza e nickname, o più comunemente soprannome identificativo. Nel mio profilo rispetto a quello di tutti gli altri vi è l’identificazione del nome e cognome, elemento identificativo che pone la responsabilità di quel che io dico, sotto l’arbitrio diretto della mia identità, non che negli altri questo non avvenga, sia per regole del portale, sia perché in modo “successivo” capita che individui prima sconosciuti, finiscano per conoscersi, magari tramite le feste organizzate dal portale. È ovvio comunque che tutto avviene per fasi di mediazione e che questa fase può essere essa stessa determinante perché la relazione stabilisca una sua dimensione temporale. Del resto nella dimensione di internet la relazione diretta con la propria identità attraverso quella di un altro, scompone quelle che sono le logiche di mediazione - che in altro modo, meno surrettizio “avvengono” nella vita sociale. Pertanto se pur non determinate la mia scelta di apparire con il mio nome e cognome, facilmente rintracciabile civilmente, pone in atto un processo di comunicazione che fa della mediazione non il fine ma lo strumento – ovviamente nell’ambito di una mia reciproca” disciplina etica- morale. Il secondo criterio di scelta riguarda il luogo di residenza ed esso è soggetto a tutte le componenti interpretative, sia soggettive che oggettive-sociali che l’individuo vuole determinare, legate a queste vi è anche quella dell’età. Ora andando avanti nel profilo possiamo passare alla parte della comunicazione letteraria in esso inserita e che opportunamente trattata crea un livello di comunicazione, che riguarda il reale livello di scelta della coscienza del lettore.
Un fattore esplicativo di questo è espresso dal fatto che io ho deciso di non utilizzare nessuna mia fotografia, sia per fatto che la mia identità è confrontabile nella realtà meglio di qualsivoglia immagine virtuale, ed anche perché ciò implica un criterio discriminante del tutto autonomo dalla mia diretta volontà, difatti coloro che in questo cedono la loro possibilità di relazione non accettando che nel mio profilo manchi una mia immagine, decidono del tutto autonomamente e volontariamente di non avere un livello critico nel rapporto “della mia rappresentazione estetica. In definitiva io usando un livello di mediazione che determina un rapporto tra l’aspetto letterario del mio profilo e la mia immagine fisica, metto in atto quelli che fanno dei criteri di scelta, del senso critico estetico, il pronunciamento responsabile nello scambio relazionale. Chiunque utilizzando la mia mediazione può attraverso il processo letterario del mio profilo raggiungere un livello di reciprocità con la mia immagine, conoscendomi, chiedendo in questo l’assunzione di capacità critica che va a dire quale sia il livello di relazione estetica, reciproca, che vuole avere, confrontandolo con il mio; in realtà è solo attraverso questo processo di mediazione che l’atto del fine della critica estetica coniugata ai contenuti, prima letterari, poi verbali, la dimensione di valutazione dinamica dei propri personali processi estetici. È un po’ come la differenza che passa tra un lettore e un atteggiamento che non lo rende tale, quale quello di un processo che della mediazione della valutazione priva di comunicazione, di una fotografia, fa valutazione solo soggettiva del processo estetico, mediazione che fa di se, il fine della realtà della valutazione, in un “alterato livello di identità.” Ora il piano letterario del mio profilo va a costruirsi nell’ambito di concetti espressi per tutti allo stesso modo, in questo siffatto il processo di comunicazione si può indirizzare o verso l’assunzione della propria responsabilità o uniformandosi alla responsabilità generale, è evidente che in una logica omologata la visione di una responsabilità generale, in effetti solo differenziata dal livello interpretativo della serialità, conduce chi legge a maggiormente identificarsi nel profilo che legge, magari trovandovi impulsi deduttivi personali in cui identificare un’aspirazione comune; qui è evidente che si costituisce un piano di realtà che va di pari passo con il livello letterario con cui viene espresso il contenuto del profilo. Se per esempio alla domanda “tre cose chi ti piacciono, si finisce per dare una risposta vieppiù culturalmente desiderale, con la domanda “tre cose che odi” il paradigma è quello che ognuno interpreta come non corrispondente alla propria personalità, e il livello di generalizzazione più comune è rispondere l’ipocrisia, la falsità…. Nella mia costruzione letteraria, partendo da queste due domande, ho cercato di pormi in senso critico con il concetto di attribuzione che i quesiti mi imponevano acriticamente, alla domanda: “tre cose che ti piacciono” ho risposto dicendo due volte me stesso e la qual cosa lascio al vostro livello interpretativo considerare, e “fare all’amore con una donna che sa amare,” in questa terza risposta è evidente l’uso di un livello di allitterazione per il concetto di amore, rendendo il concetto desiderale della domanda più consono alla mia “personale reciprocità,” di realtà del livello ideale di relazione, mi si può dire, perché allora determinarlo con una donna, in questo modo il processo ideale perde la sua mediazione interpretativa!? In realtà non dobbiamo dimenticare, quale concetto si intende, qui, con termine Profilo. E allora il “termine diretto” pone in essere un modo di mediazione che fa del livello di identità il principale artefice della reciprocità che si vorrà costruire. Nella seconda domanda il concetto di attribuzione è rappresentato da un sentimento ben preciso e con una connotazione di intensità, quale può essere l’odio, seppur in un gergo comune che volutamente ne edulcora il significato; le mie tre risposte di seguito sono state queste: le persone creative e con un buon carattere – la letteratura e l’arte: la verità – e terza l’odio. (non mi soffermerò sull’elaborazione concettuale dell’insieme delle due risposte e del relativo significato globale, che insieme al resto del profilo lascio al lettore) quel che ho evidenziato con queste tre risposte è che io non accettasi quale gergo comune l’attribuirmi neanche un edulcorato concetto di odio, ciò mi ha posto in una posizione che ha fatto della relazione di reciprocità un modo che non accetta la logica dell’omologazione dell’attribuzione, so che ciò mi ha posto a livello empatico in disaccordo con chi di questo livello percettivo fa attributo di sicurezza, eppure nella mia connotazione di identità non ho infranto nessun codice prestabilito, anzi ho espresso in esso un attributo di libertà. Non so se in questo caso possiamo dire di trovarci dinanzi ad un sistema che per sua natura rende intolleranti verso l’espressione esistenziale della libertà, ma la qualcosa se pur da un mio dedotto simbolico teorico, ha un certo livello di rappresentazione nel funzionamento di tali sistemi. Come vi ho detto ho posto in essere con le risposte date, il mio dissenso verso l’attribuirmi il sentimento di odio, nella terza risposta dico che odio l’odio, con questa evidente contraddizione in termini, dico che il concetto di odio esula dal contenuto della mia risposta, non può esserci forma di odio che odi l’odio, come può l’odio essere odiato da se stesso se se stesso è l’odio stesso, l’odio non può che essere contrapposto all’amore; pertanto affermo non solo che non odio, ma che amo con intensità la letteratura e l’arte, dando ad esse una connotazione di autenticità e le persone creative e con un buon carattere, quasi a dire chiunque come me apprezza la consapevolezza nella relazione di reciprocità. Il quesito successivo chiedeva, “tre cose che vorresti ti regalassero”, da scegliere in un elenco già impostato; ho fatto la mia scelta pensando a cose che non mercificassero la relazione e che allo stesso tempo rendessero creativo il processo di relazione, per ciò ho escluso cose come un mare di baci… dato che i sentimenti non rientrano nemmeno nel concetto di gratuità, figurarsi il loro manifestarsi, e cose come una barca, una casa, che fanno già parte di un percorso di relazione molto più avanzato, in questo caso sarebbero stati del tutto sul piano desiderale, o di progettuali consoni al livello di mediazione della teoria dei test psicologici o della virtualità di internet. Il profilo si concludeva con la richiesta facoltativa di descriversi brevemente, (in realtà c’è una sessione successiva, facoltativa, che credo serva più per un utilizzo commerciale del portale, ché in effetti non compare sulla schermata) nella mia descrizione ho usato un livello propositivo speranzoso, con indicazioni di carattere astratto che si rendessero accessibili il più possibile, ad un’elaborazione quanto più personale e concreta. Per postilla conclusiva va detto che la mia impostazione di poter essere contattato via e-mail non è stata attivata, vi è quella del mio sito nel portale, che ha del resto solo il mio indirizzo e-mail, ciò potrebbe indurre alla percezione di un eccesso dell’immagine della mia identità, in alcuni, comunque ho deciso che anche il caso può giocare la sua parte. In conclusione non so se prima della fine del mio libro riceva una lettera, [data l’omologazione sociale], ma se ciò fosse, perché si determini un epistolario deve prima avvenire l’eventuale processo di relazione nella sfera del linguaggio verbale, altrimenti il profilo non ha senso, come non lo avrebbe se lo avessi usato per il gioco effimero della seduzione, e con il linguaggio letterario ho potuto dissipare le attribuzioni senza eludere la verità.
Se soltanto mi fermarsi a riflettere sul perché io, il personaggio trovi confacente il motivo di esistere, di esistere dove l’autore passa il tempo a pensare; e nello scrivere questo libro io non sono un perché implicito che interroga il lettore senza una domanda diretta? Mi trovo in quel luogo della mente dove si forma un atto interrogativo, che soltanto l’attenzione di un buon lettore può identificare dove l’autore lo ha posto, e saprà anche bene che l’indagine che vi si trova è parte integrante della sensibilità, acume di cui lui è capace. Questa necessità di attenzione, pone la stessa percezione dell’opera non dove i personaggi la collocano, ma dove i personaggi sono collocati, e dove i personaggi si collocano attraverso questi impliciti perché che chiedono di essere scrutati, ma che scrutano e interrogano ben al di là della totale “consapevolezza”. E alloro io essendo il personaggio sono libero di appartenere allo sguardo attendo di chi osserva, come il lettore, e posso scrivere guardando dritto negli occhi colui che mi legge, senza che l’autore trovi a ridire nulla sul punto di vista della mia storia, sull’indagine dei miei perché impliciti e dell’indagine dei suoi perché impliciti, fatta da altri che io osservo.
Alterità
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From: Digitech Italia <infolinek@email.it>
To: patrizio.marozzi@libero.it
Subject: Geniale!
Reply-To: infolinek@email.it
Date: Thu, 24 Oct 2002 23.28.42 +0100
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Message-Id: 2002102416299[…].SM00147@Key
Ciò scritto qui sopra sono le proprietà di una e-mail giunta nella casella postale di Patrizio Marozzi. Si nota che non vi scritta la versione del programma di posta usato dal mittente, ed stato inserito un id dirottativi della risposta. Il mittente in questione che gioca ancora con l’anonimato, ci dà più che l’impressione di un giocatore di scacchi, l’aspetto di un competente informatico dalla personalità instabile. Quel che segue è la risposta di Patrizio Marozzi con in aggiunta il testo del messaggio del mittente:
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
To: <infolinek@email.it>
Sent: Saturday, October 26, 2002 9:06 AM
Subject: Re: Geniale!
Sig. Mancinelli, il messaggio
inviatomi non è che sia per me di "particolare disturbo" - in effetti
non uso il cellulare, comunque può essere un modo per incentivarmi a farlo;
sinceramente non mi sembra un modo molto convincente,
anche in ragione del fatto che il sito invitatomi a visitare, nella pratica mi
si visualizza come tutt'altro. A titolo di curiosità personale la comunicazione
può essermi utile indipendentemente dal fatto che usi o no il cellulare. Ma mi
scusi per rendere credibile la sua comunicazione dovrei verificare quanto meno
l'esistenza della sua azienda al di là di quella propostami all'indirizzo:
http://keycell.alturl.[…] dove mi compare la pagina "address
terminated!". La qual cosa come è ovvio fa affidamento sulle mia
perspicacia, ciò all'atto pratico sembra volermi interessare a tutt'altro - sul
piano commerciale non c'è rilevanza - sul piano ipotetico,
la qual cosa per me non è immaginabile, nel senso che disturba in modo anche
po' violento la mia sana perspicacia. E questo diventa un modo che fa della
forma un abuso del suo contenuto, tanto da non determinarlo e renderlo confuso,
fa di me un interlocutore tutt'altro che volenteroso di comunicare con la
eventuale ipotesi propostami. Se questo sia dovuto, dal fatto che
l'e-mail fa parte - La presente e-mail e' stata inviata con il servizio
Himailer. Non riceverà più nostre e-mail - Ora a me mi è del tutto ignoto
questo servizio e quale sia il modo in cui cerca i "mittenti, ciò
associato al resto già detto crea in me una poco "pratica
comunicazione" - e per
questo poco efficace sensorialmente e culturalmente, intellettualmente poco
credibile - In definitiva il servizio stesso (Himailer) è sotto la sua diretta
responsabilità o è indipendente da lei? pertanto il motivo inserito nella
"vostra" comunicazione non determina il fatto da voi proposto di non
dare seguito ad ulteriori comunicazioni, nel senso sia della Himailer sia dei
prodotti che si differenziano con il tempo, e quindi cosa significa:
"Non ricevera' piu' nostre e-mail", forse tale significato è chiarito
nella legge: Informativa ai sensi della legge 675/96, che sinceramente al
momento mi sfugge nei suoi "dettagli". Insomma credo per tutto ciò
volendo salvare
nella mia ipotesi il suo significato, sembra più la proposta di una donna
decisamente poco chiara con se stessa, se fosse così onestamente che cosa
dovrei farne di tutto ciò? pragmatizzando la cosa in conclusione non mi resta
che cestinare il messaggio...?
Cordialmente
Patrizio Marozzi
----- Original Message -----
From: "Digitech Italia" <infolinek@email.it>
To: <patrizio.marozzi@libero.it>
Sent: Thursday, October 24, 2002 12:00 AM
Subject: Geniale!
Spettabile,
Siamo lieti di presentarLe il nuovissimo KeyCell-portachiavi con ricarica
d'emergenza per il suo cellulare!Da tenere sempre in tasca,in borsa,in
auto,ecc....
MAI PIU' CON LE BATTERIE SCARICHE!
La invitiamo a visitare il nostro sito KeyCell cliccando sull'indirizzo:
http://keycell.alturl.[…]
Distinti saluti!
[…] Mancinelli
Digitech s.r.l.
Via Longoni 10
[…] Almenno San Bartolomeo […]
______________________
Informativa ai sensi della legge 675/96 :
La presente e-mail e' stata inviata con il servizio Himailer.Non ricevera'
piu' nostre e-mail.
La risposta ricevuta da Patrizio Marozzi
- These recipients of your message have been processed by
the mail server:
infolinek@email.it; Failed; 5.1.1 (bad destination mailbox address)
Remote MTA mail1c.webmessenger.it: SMTP diagnostic: 550 RCPT
TO:<infolinek@email.it> User unknown
Ho tolto dalla risposta il resto delle proprietà del messaggio ricevuto da Patrizio Marozzi per ragione di spazio. A questo punto dopo avere effettuato delle ricerche abbiamo:
L’azienda corrispondente l’argomento della e-mail si chiama Digitec – ma non so se esiste un tale prodotto e se l’azienda lo produce.
L’indirizzo non corrisponde al nominativo riportato al fondo della e-mail. Sull’elenco telefonico italiano ci sono 12 abbonati con quel nominativo, che possono essere del tutto estranei al fatto
Digitech […] è un sito in costruzione di chat Line – riferimento Napoli e provincia tel. 081
Ora l’associazione più probabile è con l’indirizzo del sito inserito e da cliccare nella e-mail che, è un sevizio anti spam.
Il tutto è parte di una dissociazione personale dell’autore della e-mail, che vede in questa comunicazione una associazione consona a trasmettere a Patrizio Marozzi, un messaggio che appare chiaro nella sua mente, tanto da immaginarlo come consono alla comprensione altrui, in questo caso Patrizio Marozzi, in una sorta di affermazione senza un costrutto di responsabilità e partecipazione che chiede di comunicare in ragione di non si sa che cosa né come? – Ha finalità di pubblicità ingannevole, dato il coinvolgimento così esteso di terzi e servizi associati, che in ragione di tale logica potrebbero andare in direzione del servizio anti spam,? ma non vi è prova di questo, anche in ragione del fatto che vi sono troppi riferimenti ad entità falsificate è allora pura molestia? – o anche, in mancanza di prove evidenti di pubblicità ingannevole è una dissociazione culturale sul piano dell’informazione a carattere sociale per una comunicazione interpersonale individuale, non meno “delinquenziale, a cui è possibile si associno altri individui in forma di gruppo come espressione di alterazione dei processi motivazionali a cui dare un seguito, per un affermazione di carattere sociale cognitivo? Queste cose “forse sono insieme, anche in ragione del fatto che “dall’analisi della e-mail” si può protendere per una “dissociazione”, ma lo stesso distinte, non so a che grado di profondità, non avendo l’esatta cognizione della motivazione/i, che così si possono “semplicemente” configurare in un degrado del processo di significato della comunicazione.
Dall’altra parte la logica della rappresentazione di questo libro ci dice che Patrizio Marozzi lo sta scrivendo e che Patrizio Marozzi ne è anche il personaggio che lo sta scrivendo e che Patrizio Marozzi legge quel che l’autore sta scrivendo, raccontando i fatti che Patrizio Marozzi legge, e in questo vi è la più netta distinzione tra l’irresponsabilità della e-mail di poc’anzi e l’autore del libro che non solo è consapevole di quel che legge e quel che scrive, ma ne è anche l’indiretto autore, il riferente lettore e in questo come ogni altro lettore. Ora, quindi Patrizio Marozzi legge e scrive, l’imminente lettera che segue, ch’è tratta dai racconti tra realtà e leggenda di Mister X: autore Patrizio Marozzi, ma scritti da Mister X – e allora, ora chi è che riscrive, Patrizio Marozzi o io? E i fatti narrativi appartengono alla fantasia, o sono la più pura verità?
(Dal libro “Anonimo al di là del dubbio”
Logica
Logica in parallelo
metametalogica
Logica quantistica,
sistema di logica (proposto originariamente negli anni trenta da G. Birk-hoff e
J. Von Neumann) che rispecchia certi aspetti salienti del formalismi matematico
proprio della fisica quantistica. Tutte le leggi della logica quantistica sono
leggi della logica classica, ma non viceversa: fra le leggi della logica
classica eliminate dalla logica quantistica ci sono, in particolare, le leggi
che consentono di inferire ‘(A e B) oppure (A e C)’ da ‘A e (B oppure C)’ e ‘A
oppure (B e C)’ da ‘(A oppure B) e (A oppure C)’. secondo H. ®
Putnam, il ricorso alla logica quantistica sarebbe indispensabile per risolvere
certi paradossi concettuali generati dalla fisica quantistica e ciò dimostrerebbe
la natura empirica della logica.
(Enciclopedia
Garzanti)
Lettera da una sconosciuta/o
Gentile signore so che quello che sto per dirle le apparirà a dir poco strano, per questo mi affretto a dirle ch’è qualcosa che anche per me è difficile definire, come un evento che riguarda la sfera della bellezza e dell’essere sani. Ma il mio intento per quanto possa apparire contraddittorio, dato il mio anonimato, è tutt’altro che in sintonia con ciò che le racconterò. Le dico inoltre che al mio stato di anonimato, sono pronto a rinunciarvi, qualora gli eventi lo ritenessero indispensabile. Mi permetta quindi di raccontarle i fatti, nel modo più breve e conciso, facendo una premessa, per quando mi è possibile esplicativa.
Non molto tempo fa sono venuto a conoscenza, in circostanze del tutto fortuite di un’azione tutt’altro che edificante che delle persone compiono nei suoi riguardi. La natura delle loro azioni li rende a dir poco, pericolosi per loro stessi e per gli altri, giacché è del tutto indefinibile quale sia il reale perché e le conseguenze a cui possono portare tali azioni, la linea di “confine è superata da queste persone senza nessuna percezione di quale sia il senso della realtà.
Sono sicuro che nello svolgere la sua vita lei sia motivato dalla sua esperienza, dalle sue conoscenze, dalla cultura che ha deciso di acquisire, dal gusto e i concetti che ha formato nel cammino della sua vita, dalla scoperta sempre innovativa che il presente che continuamente si rinnova le prospetta. Immagino che nella sua casa ci siano mille e più colori, oggetti di forma e uso diverso, forme e luoghi che lei conosce. So che dove abita lei le strade, ogni giorno, sono attraversate da ogni cenere di veicolo, persona, in cielo passano aeroplani e uccelli, quando esce di casa trova alberi, altre case manifesti, insomma le cose comuni che credo di conoscere anche io e con cui molte persone convivono quotidianamente tra le infinite sfaccettature delle loro relazioni personali e non. Ora per cercare di spiegarle quello che avviene le dico di immaginare di uscire di casa e fare una cosa che fa abitualmente, quando lei compirà ciò incontrerà delle persone, degli oggetti, quel giorno può darsi che pioverà, e mentre lei se ne va tranquillo per i fatti suoi qualcuno, per esempio parcheggia la macchina, un’altra persona le passa davanti con un paio di scarpe bianche, lei saluta qualcuno che conosce, una donna attira la sua attenzione, ma non le fa vedere il viso, sale su un motorino di un certo colore e va via. Le ho detto tutto questo perché questi episodi sono legati tra loro e queste persone che ha incontrato finiranno per far parte della sua vita senza che lei ne sappia niente. Naturalmente mentre tornerà a casa rivedrà pressappoco le stesse cose accadere del tutto casualmente, quante macchine vedrà parcheggiare, chissà quante paia di scarpe bianche incontrerà, chissà quanta altra gente saluterà. Ma lo stesso quelle persone, per un fine che risulta incomprensibile alla mia conoscenza, incominceranno, davanti a lei, ogni volta che potranno, a ripetere quelle cose fatte. Questo perché lei faccia la cosa che ha fatto quella prima volta che le ha incontrate e che inevitabilmente, lei, prima poi farà ancora. Ma dalla prima volta lei le ha incontrate in molti altri posti, ci sono state delle variazioni, e allora ricominceranno da capo magari aggiungendo qualcosa di nuovo. Come parcheggiare la macchina, magari la stessa persona che vide, con una macchina diversa. Le passerà davanti la stessa persona con le scarpe bianche, poi magari la vedrà con lo stesso paia di scarpe, ma di colore diverso. Poi vedrà la stessa persona che parcheggiò la macchina passarle davanti con le scarpe bianche, e la persona che portava le scarpe bianche, parcheggiare la macchina. Nel frattempo la saluteranno continuamente, anche senza motivo, sperando che lei così si arrabbi con la persona che salutò e che con questa storia non c’entra niente. Naturalmente sarà coinvolto anche nelle variazioni che riguardano la ragazza, che intravide sul motorino. E questo è qualcosa che per quanto mi impegni non riesco a comprendere, perché questa ragazza ha nascosto il suo viso per farsi desiderare da lei? E perché lei per questo dovrebbe desiderarla? Se il desiderio della ragazza nei suoi confronti è reale non è più sensato che si presenti, che le dica quello che sente, quello che vorrebbe da lei? Ma la cosa più inverosimile, il motivo per cui le scrivo, è quello che sto per dirle, giacché tutte le cose che questi individui hanno fatto, con tutte le possibili variazioni, e riduzione, fino all’ottusità, le ripetono sotto casa sua, mentre lei sta facendo quello che le pare e piace, per vedere se farà quello che passa loro per la testa. Capirà che anche per me è a dir poco incomprensibile tutto ciò, forse lei è a conoscenza di qualcosa che possa spiegare tutto questo, forse qualcosa che aveva un senso è stato così distorto da perdere ogni verosimiglianza con esso. Il perché e se c’è qualcuno che ha provocato tutto questo contro di lei per il momento mi è oscuro, ma stia tranquillo nel qual caso mi riprometto di informala. Comprendo che tutto ciò sia alquanto inquietante, per questo le chiedo ancora di scusarmi dell’anonimato.
Ho ricevuto questa lettera, per puro caso, dato che non era indirizzata a me. Eppure non vi è nulla di quello ch’è scritto in esse che sia inesatto, se fosse stata indirizzata a me. Al momento non so sinceramente se c’è un altro personaggio nei libri dell’autore che ha ricevuto questa stessa lettera, se era proprio indirizzata a lui e tramite lui, per un caso del tutto fortuito è pervenuta anche a me, è stata messa nella mia cassetta postale e in essa non vi era scritto il destinatario. Ho pensato molto e riflettuto su quel che vi è scritto e dico che ciò che vi è scritto è vero, mille volte vero se bastasse un numero per dire perché accade una cosa, e vi dirò perché è vero.
La cosa da immaginare non è soltanto chi sia il destinatario di questa lettera, ma quando il destinatario ne viene a conoscenza in che mondo si trova a vivere? Pensate ad un mondo di idioti che non hanno nessuna cognizione della propria idiozia, nel pensare a questo immaginate che non siano degli idioti a comportarsi da idioti, ma delle persone che con l’arroganza di darsi ragione, fanno di questa ignoranza la loro ragion d’essere. Mi si dirà ma qual è lo scopo di ciò. Se ben riflettete non vi è uno scopo, se riuscite a capire non solo quello che è narrato nella lettera, ma anche quelle che poi saranno tutti gli altri comportamenti che derivati da quel ch’è scritto nella lettera saranno attuati per consolidare e dimostrare quelli che sono i propositi scritti nella lettera. Come ho detto non troverete uno scopo, perché non c’è neanche una causa; perché avviene tutto ciò, per fare cosa per capire cosa? È una follia più grande di quella degli uomini che vogliono rubare il fuoco agli dei. La perdita di consapevolezza è così vasta da non avere neanche la cognizione di quale sia il nocumento che ciò produce per se stessi e ancor più al destinatario della lettera oggetto della malversazione. D’altronde anche se il destinatario della lettera diviene consapevole di tutto ciò ed ha gli strumenti per eluderlo, non può che trovare un’origine a questo accadere, che nella perdita stessa della causa. E l’effetto che si vuole produrre non è forse niente altro che cercare di distogliere dalla propria consapevolezza chi è fatto causa di questa follia, a cui in definitiva si imputa il fatto di non volere essere “folle”? e se è solo questa la causa, ed è solo questa, qual è il significato del perpetuarsi della sensazione di odio di chi genera danno? Nessuno, è un vortice che ha il solo scopo di darsi ragione per avere il potere, senza che sia necessario dimostrare ciò ch’è vero, anche qualora questo fosse possibile dimostrarlo pienamente. Prima di continuare questo dire è bene che vi comunichi che volutamente non ho voluto espletare la riflessione sul significato di quel ch’è scritto nella lettera, andando ad enunciare i fatti e i luoghi, o le persone coinvolte, in parte perché conoscenza che non appartiene al mio personaggio, ma anche perché io credo che l’entità esponenziale dei fatti e dei luoghi e delle persone dentro questo sentire, sia tale da coinvolgere l’intera struttura della società umana, tanto da renderla una amalgama di atti consultivi dal significato profondamente alterato. Credo comunque che quello che l’uomo definisce come “condizione” debba essere indagato dall’autore, che se ha conoscenza delle cause ed esperienza dei motivi troverebbe ben pochi interlocutori che con la consapevolezza, riescono a dare valenza alla comunicazione. E a questo punto non rimangono che i perché impliciti, che come interrogativi aperti svolgono la necessaria funzione di cercare nella comunicazione un senso che sia causa, motivo e poi conseguenza. Eppure questa ricerca di verità, che non ha il fine di dire io ho ragione, senza che la ragione ceda la sua conoscenza a ciò che della verità non conosce, ma da cui è conosciuta e per questo causa della sua ricerca, trova l’ottusità di un luogo umano che non sa più capire quello che non conosce, non comprende più dove sia quello che non conosce, né se esiste, né se ne è soltanto inconsapevole. Perché dovrebbe esistere qualcosa al di là di quel che io credo, questa è la risposta che si da’, e quel che io credo è la realtà su cui modello il mondo a mia immagine, questo è quel che pensa; è così assoluto questo atto di onnipotenza che il mondo gli appare tutto in questa sensazione, tanto che non riesce più a vederlo, se non in una visione di realistica, idilliaca sorte necessaria. Questa condizione parziale della vita, sempre più ossessivamente oggetto del proprio sapere, ha trasformato il mondo in un laboratorio scientifico in cui il potere è la cartina tornasole con cui testare l’uomo e la sua predisposizione alla sopravvivenza. La scienza è diventata la virtualità con cui decidere se sia giusto che l’uomo faccia di essa lo strumento di quel che in natura ad ogni uomo è dato. Cambieranno pure i cicli storici ma non c’è lotta più illusoria di quella tra il bene e il male che non guarda alla verità ma solo a chi ha il voler aver ragione. Con questo atteggiamento esistenziale non dobbiamo stupirci di quello che accade ch’è scritto nella lettera, molti non sanno più chi sono e sono soltanto il non sapere che non lo sanno e le regole di ciò sono ormai così diffuse che l’uomo contemporaneo non può che vedersi in un profilo del tipo: “Non c’è niente di peggio dell’ignoranza che crede possa creare interesse su qualcosa che non lo ha, tanto da determinare finanche la telepatia – ignoranza che si fa psicologia per dimostrare le proiezione del mondo e degli altri, in una comunicazione condita con qualche gesto inconsulto della testa e delle mani, Tutto questo per dire al mondo di avere ragione, in ragione di questo ogni uomo ha di che comunicare con ogni altro in un modo così “consapevole” da poter avere potere e ragione sull’altro, il fine e lo scopo è tutto qui; e in questa assenza di sapere, ciò diventa espressione ossessiva di voler sapere, del potere che sa soltanto, ma non sa della propria menzogna.
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.discussioni.giustizia
Sent: Friday, November 08, 2002 10:28 AM
Subject: La maschera d'oro
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.media.tv
Sent: Friday, November 08, 2002 10:27 AM
Subject: La maschera d'oro
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.discussioni.psicologia
Sent: Friday, November 08, 2002 10:26 AM
Subject: La maschera d'oro
La maschera d’oro
Da alcuni giorni mi capita di osservare, in televisione, una pubblicità che reclamizza una marca di calze per donna. In essa si assiste al dono prezioso di gioielli, da parte di un uomo, alla donna che indossa quelle calze reclamizzate. Ora la donna in questione indirizza l’uomo verso la gioielleria, movendo prima una gamba poi l’altra, alle spalle dell’uomo, che all’atto di tali gesti viene indirizzato, prima verso il negozio e poi all’acquisti del gioiello; nell’atto della donna che ci mostra la “bellezza” delle sue gambe, con quei movimenti, ci fa anche “percepire la sua volontà di affermazione – potenza – che nella rappresentazione di questa pubblicità è del tutto uguale a quella di una persona dissociata, con dei disturbi del comportamento nella sfera della comunicazione. Si badi che in quei movimenti delle gambe è implicito il fatto che porti l’uomo dove la donna vuole, ora l’effetto di quei movimenti, può indurre l’uomo verso la gioielleria o per coincidenza con la volontà dell’uomo – ma la pubblicità non ci indica affatto questo – o come enfatizza la pubblicità quei gesti delle gambe della donna, con quelle calze, agiscono sulla volontà dell’uomo per mezzo della volontà della donna. Come avviene ciò? L’uomo forse vede riflessa la donna nel vetro della vetrina e intuisce attraverso quei movimenti di lei le sue intenzioni – è un po’ incerta la cosa – e allora ne è influenzato del tutto inconsapevolmente – dato che è già soggiogato dalla bellezza delle sue gambe – da un riflesso subliminale, magari vedendole, ma non vedendola riflessa nella vetrina, o percependo il movimento delle sue gambe dal suono – che non ci è dato ascoltare – e con la coda dell’occhio. O addirittura siamo in presenza di un’empatia telepatica, che al di là della trasmissione del pensiero di lei ci mostra la pozione magica che la fa pensare, le calze, in un gesto di vanità che esprime la sua volontà di potenza che si afferma tramite esse con il gesto delle sue gambe. In sostanza la donna quella donna rappresentata dalla pubblicità nell’affermazione della sua volontà, attraverso una seduzione che mostra il suo potere e l’affermazione di questo potere che, “per fortuna” trova gratificazione nella qualificazione della quantità del valore dell’oggetto che riceve in regalo dall’uomo. È ovvio” che tutto questo è avvenuto in una sorta di comunicazione virtuale dove l’affermazione della volontà dell’una soggiaceva al soddisfacimento dell’effetto determinato nella sublimazione del soddisfacimento di lui che asseconda lo scambio sul piano della sua volontà di affermazione – potenza – nella capacità di risolvere i desideri reconditi di lei – in un tacito accordo al di là di una concreta e “mostrata” comunicazione tra i due.
Se per questo va dato merito a questa pubblicità di aver mostrato gli effetti stessi della pubblicità sugli individui; come sistema di affermazione sociale essa non può non essere considerata come deleteria per lo sviluppo stesso dei sistemi che vengono usati per la comunicazione tra gli individui. Va detto che il mostrare la psicologia della pubblicità come forma di comunicazione sociale, dà per implicito il fatto che le persone o sono assuefatte all’indizione nascosta della psicologia della pubblicità, o ormai considerandosi consapevoli di essa vogliono meglio conoscere e capire e, applicare nella propria vita personale le tecniche per affermare se stessi e la propria volontà. Ora se da un lato non si sa come difendersi da tutto questo e c’è la ricerca della formuletta magica che ogni buono esperto televisivo propugna a volontà in ogni spazio “televisivo”, allo stesso tempo si cerca la possibilità di affermare se stessi attraverso gli stessi strumenti da cui ci si vuole difendere. Ecco perché oramai è di gran lunga più seducente una pubblicità che li mostra, in maggior ragione del fatto che l’intera struttura della comunicazione sociale ne è permeata a tal punto da essere quasi del tutto impermeabile ad una “alterità creativa”, al di là della omologazione della psicologia della pubblicità. Per pro memoria c’è da dire che negli anni ottanta la comunicazione cercava già di affermarsi con gli stessi metodi della donna della pubblicità delle calze, che negli ultimi dieci anni tale fattore comunicativo è stato esponenziale, negli ultimi cinque è diventato parossistico, e credo che negli Stati Uniti d’America sia già stato superato quello che noi conosciamo, ora. Non so se ricordate quel film di Oliver Stone, come s’intitolava Born.. certo il tutto era un po’ troppo spettacolare, da sembrare finto. Del resto non è che sia nato oggi tutto questo e la volontà di potenza espressa nell’ultimo secolo ha trovato episodi collettivi altamente distruttivi, immaginate i regimi che lo hanno attraversato, dove i semplici gesti della vita quotidiana hanno assunto il significato e il senso di un ottundimelo dei sensi che esaltati ottundevano anche la coscienza, fino a sublimare la morte dell’individuo, Klages permette e come teorizzava anche nel semplice sedersi si esprimono le intenzione di volontà d’affermazione – potenza - dell’individuo. Il cosiddetto mobbing o mobing da cosa pensate che derivi. Ma torniamo al momento in cui l’uomo della pubblicità consegna i gioielli alla donna con le calze. In quel momento lei è lì seduta con le gambe ben composte, io dico decisamente refrattaria, che completano l’immagine di una donna completamente asessuata, è proprio qui lo scarto che avviene con la comunicazione, lei continua il gioco della seduzione al di là della realtà dei sensi, lei ha affermato la sua volontà attraverso un atteggiamento celebrale e cerebrale che ha dato alle deduzioni fantastiche della sua mente l’appagamento concettuale dei sensi – la pubblicità in questo vuole non mostrare una donna stupida – immaginate la stessa donna che non ottenga quello che ottiene nella pubblicità, come risolverebbe questo stato di depressione come riempirebbe quei “segni” fatti con le gambe, riempiendoli di contenuti ancor più aleatori, in deduzioni fantastiche, che giustifichino in un modo o nell’altro la volontà di affermazione nell’interpretazione dei gesti dell’uomo – che sia detto non è che stia meglio della donna – e a quali valori si appoggerebbero i significati conseguenza di ciò, agli stessi aleatori della pubblicità, forse? E allora alla donna della pubblicità non resta che una cosa da fare, comunicare con un'altra se stessa in una maschera d’oro – quasi un archetipo – come fosse Iside e Osiride al contempo.
----- Original Message -----
From: "NOpoliticaNOofftopicNOspam" <NOpoliticaNOofftopic@nospam.com>
Newsgroups: it.media.tv
Sent: Thursday, January 02, 2003 1:19 PM
Subject: Il tuo post e' OT
Se anche tu ti sei stufato di
leggere su IT.MEDIA.TV post che non trattano
di televisione ma sono solo idee politiche, argomenti Off Topic o spam,
copia interamente quanto scritto qui sotto e invialo a:
abuse@libero.it
Oggetto: Post OT sul Newsgroup IT.MEDIA.TV giovedi 2 gennaio 12.30
Gentili signori,
Vi chiedo cortesemente di prendere i dovuti provvedimenti verso il Vostro
utente che si firma Patrizio Marozzi, il quale ha inviato sul Newsgroup
IT.MEDIA.TV un post palesemente Off Topic.
Qui di seguito tutti i dati estrapolati, il suo post e i suoi Header
completi:
Nome: Patrizio Marozzi
La sua e-mail: patrizio.marozzi@libero.it
Data messaggio: giovedi 2 gennaio 12.30
Titolo messaggio: tempi verbali
Questo il testo integrale del messaggio:
" piacessi
MP
Ma non mi piacciono quei film, che non mi fanno emozionare subito, se c’è da pensare o riflettere per qualche istante mi annoio, è come se le mie emozioni fossero staccate dal mio pensiero, non ho bisogno di capire per sentirmi emozionare, nel senso a me il pensare non mi emoziona affatto, a me sembrano sceme quelle persone che trovano piacere per esempio, stando ferme a guardare un tramonto, o il movimento del mare o un ramo che si flette con il vento, o stanno ad ascoltare il suono prodotto dal movimento dell’aria.
PM
A me piacciono queste cose, che so trovo bello anche che le mie emozioni cerchino un significato in quel che spontaneamente la natura ci comunica, e che i miei pensieri trovino in questo un motivo per emozionarsi lo trovo un modo per dare profondità al significato delle emozioni, un modo per comunicare con gli aspetti più veri e semplici ed emozionarmi della loro naturale complessità. Del resto il significato delle cose e delle nostre azioni è nella profondità del significato dell’esperienza della nostra comunicazione, anche nell’immediata profondità del significato delle proprie parole; che sono sì profonde proprio in virtù della realtà più naturale e complessa, che dà azione e movimento al nostro essere che agisce ed emozionalmente è partecipe del significato della verità, che anche lo riguarda, ma è anche più ampia delle possibilità della ragione: in fondo è l’amore l’equilibrio più grande dell’emozioni. Non credo, vedi, per questo, che il tempo che intercorre tra il pensiero e l’emozioni sia meno rapido di un’emozione che allontana il pensiero - anzi sovente è proprio il contrario.
MP
Dici che se io dico ch’è troppo complicato, per esempio quello che mi stai dicendo, è solo perché trovo complicato stare a guardare il mare, e per questo finisco per dirti che sei cervellotico perché non riesco a capire le emozioni che mi comunichi quando sei in silenzio, a cui non riesco ad associare nessuna esperienza personale che superi il significato delle mie parole che del resto sono lontane dalle mie emozioni e, finisco che quando parlo o agisco con te è solo per provare delle emozioni anche se esse non hanno nessun significato, se non quello di sentire un’emozione, che così non può che essere qualcosa che più o meno mi esalti in conseguenza del dominare ed esser dominati, un ruolo di potere che determina il mio agire al di là del significato di bene o male, ma solo nel significato di vero o falso in conseguenza di un ruolo di potere?!
PM
Trovo la tua risposta per certi versi sorprendente, nel senso che l’allontanamento del pensiero così espresso da te dà all’azione quel modo inconsulto che ha come scopo la ricerca della propria affermazione, che storicamente è stata sempre espressa nell’esaltazione di uno storicismo che partendo dalle emozioni cercasse attraverso il loro sentire la determinazione di vero sulla verità stessa dell’esperienza”. In questa interpretazione e momenti storici l’affermazione di dominio è quella che dice quale sia il significato di verità in conseguenza del potere che determina l’emozione di dominio: in questo principio di esaltazione la logica che tutto nega per dare significato di grandezza a tutto quel che lo riguarda, dà ai comportamenti più volgari la capacità emotiva di dominio e attraverso essi l’atteggiamento arrogante che dice quale sia il significato della verità. In questo paradosso dell’esaltazione dell’esasperazione delle emozioni umane dei più frustrati, o resi tali, si cerca tramite l’affermazione emotiva dei comportamenti più superficiali quale sia il significato della realtà in base al dominio che si ha sull’altro, o altri. Tale dominio avviene, per questo senso, vieppiù per mezzo della distruzione della comunicazione come fonte di conoscenza, che amplifica la partecipazione emotiva nell’agire tra gli individui. Per fare un esempio lampante, anche se lontano nel tempo accaduto, l’obbligo di portare la stella di Davide degli ebrei durante il nazismo, dava la possibilità dell’affermazione emotiva, a tutte quelle persone che nel controllo dell’applicazione di tale apparente insignificante atto trovavano l’autorità per dare al proprio sentire emotivo l’esaltazione dell’affermazione della verità. Questi gesti violenti che ancora ora nella sua espressione di significato avvengono – se pur sembravo insignificanti - finiscono sempre per le logiche delle dinamiche del dominio, del potere, per sfociare nel loro parossismo e generare morte. Ora di certo, la tua risposta non mi ha sorpreso perché non è andata a finire subito in questo ambito, ma per il fatto che quest’ambito è ora in maggior modo espresso in un non senso comunicativo che fa della risposta associativa nella comunicazione fonte di esaltazione emotiva per sentirsi dominanti e superiori all’altro. Sempre più sovente in questo tempo effimero ciò è espresso da gesti del tipo verbale che determinano un’azione corrispondente, e allora il semplice dire qua o là, o guarda, o l’alzare un braccio, in modo più o meno sgarbato, per indicare o attirare o meglio distogliere l’attenzione psichica dell’altro, servono solo per far fare qualcosa all’altro e in questo percepire una sorta di dominio e potere, intelligenza superiore a quella dell’altro e, ciò in maggior ragione quando questi “tempi verbali”, male interpretano o non hanno alcun senso “nella capacità reale di agire nel significato reale della comunicazione esperita”. Certo il fatto che tu abbia trovato un momento di risposta per la mia domanda non ti ha dato la necessità di applicare il tuo dominio, ma non è detto per questo che tu non trovi più conveniente sentirti emozionalmente dominate e darti a quei tempi verbali di cui ti ho parlato, tanto più che ciò non inficia il processo di potere sociale, ch’è governato da un processo mentale che fa dello stimolo alla competizione darwiniana l’esperienza acclarante la verità.
MP
Comunque in sostanza le possibilità d’incontro, non sono più come era qualche epoca fa dove un blocco culturale serviva per dare ai processi della comunicazione un punto d’incontro per una legittimità moralmente controllata, ma che poteva essere legittima!
PM
Certo ora si può affermare che potenzialmente c’è più libertà, ma cosa avviene in effetti. Spazio ridotto culturalmente, per una comunicazione culturale tra le persone a favore di spazi d’incontro surrettizi, dove poter mediare il controllo culturale superando i limiti del blocco culturale che non esiste più – per solo una rappresentazione di comodo che giustifichi la surrettizia libertà della comunicazione: un invenzione della trasgressione, che finisce per essere blocco culturale della reale comunicazione con se stessi e gli altri per gli individui che hanno modi non surrettizi nella comunicazione di se stessi. E a quest’oggi, ancora alcuni, paradossalmente su questo blocco culturale cercano e trovano spazi ipotetici per una moralità legittimamente controllata, ma che sembra, libera. “
Questi gli Header completi:
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tornado.fastwebnet.it!bofh.it!nntp.infostrada.it!twister2.libero.it.POSTED!n
ot-for-mail
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.media.tv
Subject: tempi verbali
Lines: 112
X-Priority: 3
X-MSMail-Priority: Normal
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X-MimeOLE: Produced By Microsoft MimeOLE V6.00.2600.0000
Message-ID: <vpVQ9.71087$Ou4.2361163@twister2.libero.it>
Date: Thu, 02 Jan 2003 11:30:35 GMT
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X-Complaints-To: abuse@libero.it
X-Trace: twister2.libero.it 1041507035 151.27.183.170 (Thu, 02 Jan 2003
12:30:35 MET)
NNTP-Posting-Date: Thu, 02 Jan 2003 12:30:35 MET
Organization: [Infostrada]
Xref: tornado.fastwebnet.it it.media.tv:113314
Auspicando un Vostro intervento che quantomeno inviti il Vostro utente a
trattare sul Newsgroup IT.MEDIA.TV solo argomenti inerenti il mondo della
televisione, porgo cordiali saluti.
----- Original Message -----
From: "Elia" <eliastabe@interfree.it>
Newsgroups: it.media.tv
Sent: Thursday, January 02, 2003 5:36 PM
Subject: Re: Il tuo post e' OT
Nell'episodio precedente,
NOpoliticaNOecceteraeccetera <NOpoliticaNOeccetera@eccetera.com> osò
dire:
> copia interamente
> quanto scritto qui sotto e invialo a: abuse@libero.it
Credi che lo farà??
;)
--
Elia
[Faccia da ITALIA UNO]
"Ma com'è il tuo DINOSAUREO?" (M.Bosé)
----- Original Message -----
From: "NOpoliticaNOofftopicNOspam" <NOpoliticaNOofftopic@nospam.com>
Newsgroups: it.media.tv
Sent: Thursday, January 02, 2003 6:26 PM
Subject: Your post is
Se anche tu ti sei
stufato di leggere su IT.MEDIA.TV post che non trattano di televisione ma sono
solo idee politiche, argomenti Off Topic o spam, copia interamente quanto
scritto qui sotto e invialo a:
abuse@alltel.net
Oggetto: Post OT on Newsgroup IT.MEDIA.TV thursday 2th january 2003 time
15.37
Dear Sirs,
your customer DAVID has sent today a post about the sale of pirate software
into the italian Newsgroup IT.MEDIA.TV
We ask you to cancel his account permanently and to inform the police
department of your country.
Best regards.
Nick: DAVID
His e-mail: david@davewarez.biz
Date: thursday 2th january 2003 time 15.37
Title: !!!!!!!!!!!!!!!!!!!! SOFTWARE FOR SALE !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
His complete post:
PC and Mac software available.
Only US$10 or 10 EUR per CD.
Worldwide shipping.
E-mail david@davewarez.biz for a full list.
His complete headers:
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tornado.fastwebnet.it!bnewsfeed00.bru.ops.eu.uu.net!bnewsifeed00.bru.ops.eu.
uu.net!bnewspeer00.bru.ops.eu.uu.net!emea.uu.net!eusc.inter.net!priapus.visi
.com!news-out.visi.com!hermes.visi.com!attcg2!attsl2!ip.att.net!news.alltel.
net!53ab2750!not-for-mail
From: no.email.address.entered@none444.yet
Newsgroups: it.media.tv
Subject: !!!!!!!!!!!!!!!!!!!! SOFTWARE FOR SALE !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
29058
Message-ID: <02010306.3752@none444.yet>
Organization: <no organization>
X-Newsreader: Microsoft Outlook Express 6.00.2600.0000
Reply-To: david@davewarez.biz
Lines: 27
Date: Thu, 02 Jan 2003 14:37:55 GMT
NNTP-Posting-Host: 166.102.56.38
X-Complaints-To: abuse@alltel.net
X-Trace: news.alltel.net 1041518275 166.102.56.38 (Thu, 02 Jan 2003 08:37:55
CST)
NNTP-Posting-Date: Thu, 02 Jan 2003 08:37:55 CST
Xref: tornado.fastwebnet.it it.media.tv:113363
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@libero.it>
Newsgroups: it.media.tv
Sent: Saturday, January 04, 2003 10:29 AM
Subject: Re: Il tuo post e' OT
Chiunque legga questa mia è bene che sappia che non
aggiunge niente al mio post tempi verbali. Voglio solo dire al committente, a
cui rispondo, che il mio numero di tel. è 0735753745, può telefonarmi, previa
sua presentazione
pubblica su questo forum, per vedere" che mi firmo per quello che sono.
Per quanto riguarda la sua argomentazione sulla mia, la trovo del tutto
insufficiente, la motivazione chi vi addice "inqualificabile, quanto il
suo nome, lei naturalmente è libero di averla, mi scuso per questa ovvietà con
l'intelligenza degli altri interlocutori questo forum. Concludo dicendo che il
suo "modo", nei miei confronti, compreso quello "formale
linguistico" nel post che ha inviato successivo questo, mi ricorda tanto i
messaggi, anonimi, che finiscono nella mia casella postale, pseudo economici,
in italiano o inglese o pseudo porno che non si sa dove vogliono andare a
parare. Se poi è tra quei mentecatti che ogni tanto fanno giri sotto casa mia,
per vedere o immaginare chissà cosa, mi saluti quelle galline e conigli delle
sua amiche, incapaci nei miei confronti di una relazione qualitativamente sana,
tanto da trasferire la virtualità anonima di internet al di fuori del computer,
nella vita reale. Se non fosse tra questi ciò che ho appena detto, non la riguarda.
e può inviare questa mia a tutti gli abusi.it che le pare, è un favore che mi
fa. Grazie.
Patrizio Marozzi
"NOpoliticaNOofftopicNOspam" <NOpoliticaNOofftopic@nospam.com>
ha scritto
nel messaggio news:h8WQ9.8171$lj5.99419@tornado.fastwebnet.it...
> Se anche tu ti sei stufato di leggere su IT.MEDIA.TV post che non trattano
di televisione ma sono solo idee politiche, argomenti Off Topic o spam, copia
interamente quanto scritto qui sotto e invialo a:
> abuse@libero.it
>
> Oggetto: Post OT sul Newsgroup IT.MEDIA.TV giovedi 2 gennaio 12.30
>
> Gentili signori,
> Vi chiedo cortesemente di prendere i dovuti provvedimenti verso il Vostro
utente che si firma Patrizio Marozzi, il quale ha inviato sul Newsgroup
IT.MEDIA.TV un post palesemente Off Topic.
> Qui di seguito tutti i dati estrapolati, il suo post e i suoi Header
> completi:
> Nome: Patrizio Marozzi
> La sua e-mail: patrizio.marozzi@libero.it
> Data messaggio: giovedi 2 gennaio 12.30
> Titolo messaggio: tempi verbali
>
> Questo il testo integrale del messaggio:
> " piacessi
[…]
Gettando tre pietre di dimensioni e peso diverso sulla sabbia - se nel tragitto di caduta non c’è tempo sufficiente perché aumenti la velocità di caduta di ognuna, tanto da differenziarla tra loro, l’effetto sulla superficie della spiaggia sarà paritetico e potrà solo differenziasi per determinata incidenza della forma della superficie della pietra che impatterà sulla sabbia.
Fuori ci sono le nuvole, o potrei dire che c’è il sole, o meglio dato che mi appresto a concludere questo libro ch’è notte, o ci sono le prime luci dell’alba. Quand’è che finisce o inizia un giorno, forse nella corrispondenza dell’ora della nostra nascita con quella della nostra morte, o nel tempo del nostro primo giorno fino al nostro ultimo, o oltre tutto ciò, o come in questo caso nello spazio metaforico di una notte un giorno e una notte? Sono forse le pagine che compongono il libro, o io che l’ho scritto, o come credo, quel che ho scritto e che ognuno lascerà cadere sulla sabbia come vuole o saprà
Appendice del giorno prima
Di Patrizio Marozzi
Editati nei forum di La Repubblica.it – La Stampa web e il news group it.discussioni giustizia e it.cultura. e scritti solo in questo libro, insieme ad altri scritti qui.
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@tiscali.it>
Newsgroups: it.discussioni.giustizia
Sent: Wednesday, April 23, 2003 9:43 AM
Subject: Cosa aspetta Ciampi a sciogliere le camere
Dato che quello che è scritto nell'articolo de La
Repubblica, che riporto qui sotto - mi sembra un'imbeccata ad Hoc di qualche
depistatore o provocatore di non si sa, di quale servizio, o collaterale ad
esso. Mi
chiedo qualora fosse vero quello che vi è scritto, cosa aspetta il presidente
della repubblica a sciogliere le camere per indire nuove elezioni, la
magistratura ad avviare un'inchiesta sul caso, e un fascicolo sul presidente
del consiglio ch'era informato per forza di ciò da tempo.
perché qui non è solo in ballo che si è agli ordini della Cia, e non c'è Abu
Abbas che tenga, dato che pubblicamente da tempo si sapeva che risiedesse lì.
Ma a vedere da ciò sembra che tra le nuove possibilità di delinquere del
sismi ci sia anche quello di infrangere la costituzione, e non mi sembra che il
parlamento ne sia stato informato, e questo fa immaginare qualcosa che dire
inquietante sembra un buffetto dato su una guancia. A maggior ragione ché sotto
l'aspetto giuridico internazionale, questa guerra, è un crimine - in qualsiasi
modo la si voglia rigirare - E aggiungo ancora, non sarà questa
notizia un ulteriore modo, di un modo sempre più consueto di manipolare la
politica, e imporre i dato di fatto anticostituzionali, giuridicamente
inammissibili, trasformandoli in forme che inficiano il sistema democratico
eludendone le regole comuni, appunto con queste forme di sopruso, o alzando
polveroni in mancanza di garanzie costituzionali, o togliendo di fatto le
garanzia costituzionali per istituire un regime controllato che non può stare
con una democrazia repubblicana. Siamo prossimi al peggio o cosa. E' bene che
sia chiaro che chi ha determinato i morti in Irak se ne assuma la
responsabilità, con tutti i crimini che seguiranno a ciò, continuando questo
stato di fatto governato dal sopruso militare ed economico. Perché non sarà un
hamburg in più con cui ingozzarsi a cambiare i fatti e le conseguenze di
chi sui morti e i feriti e tutte le persone oltraggiate dalla guerra – che mi
auguro non si perdano nel rancore - continuerà ad arricchirsi ed a perpetuare
la guerra e la sua miseria.
Per
ventidue giorni sono state compiute operazioni
di
intelligence. In coordinamento col Comando alleato
Iraq,
la guerra segreta
degli
agenti del Sismi
Così
007 italiani, in missione nel paese di Saddam,
hanno
aiutato sul campo l'esercito americano
di CARLO BONINI
In Iraq, l'Italia ha combattuto la sua guerra. Per ventidue giorni, infiltrati nelle aree metropolitane di Bassora, Bagdad e Kirkuk, una ventina di uomini del Sismi, il nostro servizio segreto militare, hanno condotto operazioni coperte di intelligence in appoggio alle forze militari anglo-americane. Qualificate fonti italiane e statunitensi spiegano a Repubblica che si è trattato di "attività sul terreno". Di "ricognizione e individuazione di obiettivi militari", di "ricerca e localizzazione" dei dignitari del regime e di "anti terrorismo" su singoli sospettati.
Alle operazioni, coordinate con il Comando alleato (cui per settimane,
attraverso l'ambasciata Usa di Roma, è stato girato l'intero flusso di
informazioni raccolte dagli uomini del servizio), hanno partecipato tre
divisioni del Sismi (intelligence militare, operazioni e antiterrorismo) e una
rete di "fonti dirette" che si è andata infittendo nelle settimane
precedenti il conflitto. Con il "reclutamento" di alti ufficiali
dell'esercito iracheno e del partito Baath, persuasi dal Sismi alla
"diserzione".
Le cose - per come Repubblica ha appreso ed è stata in grado di verificare -
possono essere raccontate così.
Il 16 aprile, l'arresto in una Bagdad liberata di Abu Abbas, l'uomo del Terrore
nei giorni dell'Achille Lauro, mette a rumore l'Italia. Il direttore del Sismi,
Nicolò Pollari, viene ascoltato dal Comitato parlamentare di controllo sui
servizi segreti. Annota l'Ansa: "Gli 007 italiani iperattivi nello
scenario iracheno. Sapevano della presenza di Abu Abbas. Hanno lavorato
alacremente prima del conflitto in contatto con i servizi dei paesi alleati e
stanno preparando la strada al contingente italiano in partenza per l'Iraq.
Il Presidente del comitato di controllo parlamentare sui servizi segreti, Enzo
Bianco, dichiara: "Ora che la cattura del terrorista è avvenuta, posso
dire che Pollari ci aveva correttamente informato in una precedente audizione
che Abbas presumibilmente si trovava a Bagdad"".
Il filo che Pollari tira di fronte alla commissione parlamentare e
che porta ad Abbas ha dunque poco di casuale. E comprensibilmente generico è il
contesto in cui viene svelato. Il direttore del Sismi ha informazioni buone
perché il Sismi è in Iraq da almeno quattro mesi. Perché la "guerra"
del nostro servizio segreto militare è in realtà cominciata nelle ultime
settimane del dicembre scorso.
In quei giorni, nonostante il mondo guardi ancora a Blix e al Consiglio di Sicurezza dell'Onu come possibile argine al conflitto, la macchina bellica anglo-americana ha già raggiunto nel Golfo Persico un grado di mobilitazione prossimo alla "prontezza". Saddam Hussein è già affare dei generali. I Paesi della "coalizione" che pure non invieranno fanti, aerei o navi, e dunque anche l'Italia, vengono chiamati ad uno sforzo logistico, militare e informativo.
Il 17 gennaio, il capo di stato maggiore della difesa statunitense, il generale Richard B. Myers, è a Roma. Incontra il ministro della difesa Antonio Martino e, con lui, il capo di stato maggiore della difesa italiano Rolando Mosca Moschini, il generale Filiberto Cecchi, capo del Comando operativo di vertice interforze, la struttura che coordina le missioni militari degli italiani all'estero. I piani operativi del Pentagono prevedono che le attività belliche sul terreno siano "orientate" delle informazioni che le intelligence militari di tutti i paesi della "coalizione" saranno in grado di rubare in Iraq, oltre la linea del fronte. Informazioni che verranno raccolte dal Comando unificato anglo-americano in tempo reale, incrociate, elaborate e quindi trasformate in istruzioni alle unità combattenti.
L'idea è a suo modo semplice. Illuminare, per tempo e dall'interno del Paese, gli obiettivi, le mosse a sorpresa di un nemico di cui si ignora l'esatta dislocazione delle forze militari e che ha scelto di confondere le proprie armi e le proprie milizie tra la popolazione civile.
In Iraq, l'Italia ha una sua "tradizione informativa" risalente nel tempo. Bagdad è piazza tutt'altro che sconosciuta al nostro controspionaggio militare. Come Bassora, nel sud del Paese, dove nessuna mossa del regime sfugge al silenzioso network informativo sciita, sulle cui fonti i nostri servizi sanno di poter contare. Nicolò Pollari, direttore del Sismi, ottiene dunque il via libera dal governo e avvia in Iraq la più imponente operazione di intelligence e coinvolgimento militare sul terreno che il servizio abbia conosciuto nella sua storia recente.
Le "coperture" con cui tra la fine di gennaio e febbraio gli uomini del Sismi entrano in Iraq sono le più diverse. Per dirla con una fonte qualificata interpellata da Repubblica, sono "coperture che hanno richiesto uno sforzo di fantasia". Perché Bagdad, ormai, diffida di tutto e tutti. Ciascuna unità ignora dunque l'identità e il lavoro affidato alle altre. Nelle zone di Kirkuk (a nord), Bagdad (al centro) e Bassora (a sud), a ciascuna unità è ritagliato un fazzoletto di territorio iracheno e il rapporto esclusivo con "fonti dirette" che presto si dimostrano di una certa generosità.
Racconta una fonte militare: "Abbiamo vinto questa guerra prima ancora che venisse sparato un solo colpo. Quando abbiamo cominciato ad avvicinare generali e alti ufficiali dell'esercito regolare, e con loro funzionari del Baath, per invitarli alla diserzione, ci siamo trovati di fronte uomini disperati. Pronti a barattare il loro patrimonio di informazioni in cambio della promessa di una sopravvivenza fisica e in qualche caso politica nel dopoguerra".
La rapidità con cui il Sismi penetra la struttura militare irachena e il suo partito Stato, la qualità delle informazioni che ne ottiene, sorprendono gli stessi americani. Allo scoppio della guerra, il nostro servizio segreto militare è in grado di comunicare in tempo reale informazioni che diventano decisive nel teatro delle operazioni.
Accade subito. Il 20 marzo. Alle 5.35 del mattino, Bagdad è stata investita dal raid aereo che segna l'inizio della guerra. Sul reticolo della capitale irachena sono piovute bombe di precisione e missili Tomahawk lanciati da incrociatori e sottomarini Usa al largo del Mar Rosso e del Golfo Persico. Il Comando alleato immagina una reazione irachena ed è il Sismi a indicarne luogo, tempo e modalità. Il nostro servizio segnala l'attivazione di batterie missilistiche irachene nell'area di Bassora. Informa dell'ordine di lancio e dell'obiettivo: Kuwait City. La controffensiva irachena è spenta dalle forze anglo-americane all'origine. Non un missile raggiungerà i suoi bersagli.
A contatto con il terreno, le "fonti" e gli occhi del Sismi fanno per una volta il lavoro delle altre intelligence alleate, inglese, americana. Vedono quello che le colonne corazzate non riescono a vedere. Anche perché, lì dove non arrivano le informazioni rubate agli stati maggiori iracheni, riesce ad arrivare la rete informativa sciita di cui gli italiani sembrano aver guadagnato la fiducia.
Il 4 aprile, in un sobborgo di Bassora, muore sepolto nella sua villa-fortino "Alì il chimico", il paranoico generale cui Saddam ha consegnato la resistenza di Bassora e dell'Iraq meridionale. Le informazioni che guidano i caccia inglesi sono anche farina del sacco italiano. Per due settimane, grazie agli sciiti, gli spostamenti di Alì vengono quotidianamente individuati e comunicati al comando alleato. Fino alla fine.
La fonte militare sorride: "È stata una guerra di notizie. E questa volta noi le avevamo. Buone. Perché c'eravamo. Notizie importanti, come quella che ci assicurava che i ponti minati di Bagdad non sarebbero saltati. Ma anche notizie minute, come la consistenza numerica delle colonne corazzate irachene arretrate dal fronte di Kirkuk verso Bagdad. Molte di queste notizie sono servite ieri. Altre serviranno domani".
Notizie - va aggiunto - che spiegano le ragioni della richiesta americana di una prosecuzione dell'impegno militare italiano in Iraq e l'insistita gratitudine al governo, manifestata privatamente e pubblicamente dall'ambasciatore americano in Italia Mel Sembler.
(23 aprile 2003)
----- Original Message -----
From: "pierbattacchio" <pierbattacchio@infinito.it>
Newsgroups: it.discussioni.giustizia
Sent: Wednesday, April 23, 2003 3:30 PM
Subject: Re: Cosa aspetta Ciampi a sciogliere le camere
E QUAL'E' IL PROBLEMA?
FINALMENTE ABBIAMO UN'ITALIA DI CUI ESSERE ORGOGLIOSI ANCHE PER LA
POLITICA ESTERA, E TU CHE FAI? TI LAMENTI!!
VAI A VIVERE IN FRANCIA, VA!
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@tiscali.it>
Newsgroups: it.discussioni.giustizia
Sent: Wednesday, April 23, 2003 11:35 PM
Subject: Re: Cosa aspetta Ciampi a sciogliere le camere
E QUAL'E' IL PROBLEMA?
FINALMENTE ABBIAMO UN'ITALIA DI CUI ESSERE ORGOGLIOSI ANCHE PER LA
POLITICA ESTERA, E TU CHE FAI? TI LAMENTI!!
VAI A VIVERE IN FRANCIA, VA!
Ci sono molti modi per insultare, questo, suo, non è tra i
più originali. Sicuramente la qualifica "oltremodo". Ma mi auguro che
tu possa continuare ad esprimerti, nel tuo non voler sapere e, considerare,
perché l'approvazione per un tal fatto mi fa pensare che lei può ben altro, ma
sono
sicuro che le sue sono solo sconclusionte considerazioni, su quanto ha letto,
anche se anti democratiche. E non sono certo io che debbo prestarvi
"attenzione". Sull'andare in Francia a vivere mi auguro per lei che
io non
debba esservi costretto, un giorno, magari da un tipo per ora innocuo come lei.
Se poi dovvessi per altri motivi andarci, per un periodo delimitato, mi sembra
evidente che per lei "ora", è disdicevole, anche questo. E non mi
dica, magari, che vi si trova spesso, perché dalla sua risposta considero che
lei ama ben poco anche l'Italia. Sicuramente non discerne molto tra l'uccidere
e non. O forse No!
Patrizio Marozzi
E
sul 25 aprile attacca la sinistra: "Ha troppe cose
da farsi perdonare e ora si
attacca alla resistenza"
Iraq,
Berlusconi ammette
"Difendo l'operato del
Sismi"
La
nostra intelligence ha collaborato con gli alleati
PORTO ROTONDO - Il Simsi ha collaborato con gli alleati in Iraq. Silvio Berlusconi frena sul nascere la polemica sul ruolo svolto da una ventina di agenti del Sismi in Iraq durante la guerra. E attacca la sinistra sul 25 aprile, salvando invece l'iniziativa di Carlo Azeglio Ciampi di celebrare la ricorrenza nel cortile d'onore del Quirinale definendola un'idea "apprezzabile". Il premier è a Porto Rotondo. E si concede ai giornalisti, che affollano i cancelli davanti alla sua villa.
"La nostra posizione nella coalizione non è mai stata in dubbio e quindi la nostra intelligence ha collaborato con gli alleati, avendo rapporti con i paesi arabi". Il premier non nega la partecipazione di una ventina di agenti del Sismi (il servizio segreto militare) in Iraq durante la guerra. Anticipata da Repubblica la notizia aveva scatenato subito un vespaio. Margherita, Verdi e Pdci hanno chiesto un immediato chiarimento al governo. "Saremmo di fronte a un fatto gravissimo, il governo non solo non avrebbe rispettato il mandato conferitogli dal Parlamento ma avrebbe anche violato lo stesso dettato costituzionale", ha tuonato Rino Piscitello, dell'esecutivo nazionale della Margherita.
Chiamato in parlamento a chiarire il ruolo svolto dall'intelligence militare, Berlusconi fuga ogni dubbio, chiarendo che l'intervento del Sismi rientra a pieno titolo nelle scelte di politica estera del governo. "Tutto questo - ha spiegato il premier - è in piena coerenza con le direttrici della nostra politica estera: alleati con gli Usa, sotto il cui ombrello viviamo da anni, in Europa ma non più sudditi delle decisioni della mitteleuropa, grande attenzione per la Russia e forte considerazione per Israele, unica democrazia nello scacchiere mediorientale".
Che agenti del Sismi avessero operato in Iraq d'altra parte lo aveva ammesso poco prima lo stesso direttore del Servizio Nicolò Pollari in una lunga telefonata con il presidente del Copaco, Enzo Bianco, presidente del Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti. E' stato lo stesso Bianco a chiamare Pollari dopo aver letto le indiscrezioni di stampa. Pollari ha confermato che le attività svolte dal Sismi in Iraq sono state solo ed esclusivamente di intelligence - non attività militari. Bianco, che precedentemente avava dichiarato di considerare gravissime eventuali attività militari, ha preso atto delle rassicurazioni fornite da Pollari.
Sulla giornata del 25 aprile il premier attacca invece l'opposizione. "La sinistra italiana ha troppe cose da farsi perdonare, e ora cercano di trovare argomenti come la Resistenza per cercare di metter in un angolo il problema di oggi, cioè il fatto che abbia perso la fiducia degli italiani..".
(23 aprile 2003)
DURO
DISCORSO DEL SEGRETARIO DI STATO USA
Colin
Powell: «Ora la Francia
potrebbe
pagare il suo no alla guerra»
La
risposta di De Villepin: «Noi abbiamo agito
nel rispetto del diritto
internazionale»
23 aprile 2003 La Stampa.it
WASHINGTON. Nonostante le apertura di Parigi a Washington e la disponibilità espressa dall'ambasciatore francese all'Onu ad una «sospensione» delle sanzioni Onu all'iraq, tra gli Usa e la Francia la tensione resta elevata e un nuovo intervento del segretario di Stato Usa Powell è destinata a farla salire ancora. Parlando alla Cbs, Powell non esclude che ora la Francia debba «pagare» le conseguenze della sua intransigente opposizione alla guerra in Iraq.
Intervistato da Charlie Rose dell'emittente televisiva americana, Powell ha detto che con la fine della guerra una fase di crisi e tensione con la Francia si è ormai «chiusa e ora è giunto il momento di ripensare ai nostri rapporti in modo complessivo».
Quando il conduttore gli ha chiesto se questo ripensamento implicasse anche che la Francia ora dovrà subire delle conseguenze per essersi opposta agli Usa, Powell ha risposto con un secco «si», senza però aggiungere ulteriori dettagli.
E ritornando alle polemiche che hanno diviso Parigi e Washington durante la crisi, Powell ha aggiunto: «non è un segreto: non pensiamo che in questa fase la Francia abbia svolto un ruolo utile».
Dalla Turchia, dove è in visita, il ministro degli Esteri francese Dominique de Villepin replica implicitamente al segretario di Stato usa Colin Powell che in un'intervista ha definito non «utile» il ruolo svolto dalla Francia nella crisi irachena e minacciato ritorsioni contro Parigi.
«Per tutto la fase della crisi irachena - ha detto
il capo della diplomazia francese - la Francia, che al suo fianco aveva la
grande maggioranza della comunità internazionale, ha agito in accordo con le
sue convinzioni e con i suoi principi per difendere il diritto internazionale».
Anche nel futuro, ha aggiunto De Villepin, «continueremo ad agire in tutte le
circostanze in questo modo».
Bagdad, un gioiello da salvare
|
Musei con esposizioni mozzafiato, moschee di inestimabile valore architettonico, palazzi di starordinaria bellezza. Ma anche poveri bazaar e file di piccoli negozietti che smerciano monili, oggetti di cuoio, feltro e coperte. Angoli da sempre caratteristici di uno dei luoghi più belli del pianeta. La città di Bagdad non è solo il rifugio di Saddam Hussein. E' un patrimonio dell'umanità che rischia seriamente di essere cancellato dal bombardamento più massiccio che si ricordi dalla Seconda guerra Mondiale.
Si pensi al museo iracheno è situato nel distretto di Karkh. Con le sue ventotto gallerie è il più grande museo nel Medio Oriente, con mostre che coprono facilmente un arco di tempo di 100mila anni. Tra gli oggetti più affascinanti risalta un ciottolo risalente a 10mila anni fa con dodici graffiature profonde in superfice: per gli archeologi potrebbe essere uno dei primi calendari del mondo. Oppure una guarnizione sumerica di circa 5.000 anni fa, che mostra la prima rappresentazione pittorica di due uomini che agitano le mani.
Oppure si pensi al museo di Bagdad, che contiene i
modelli a grandezza naturale della vecchia città, o al nel museo dell'eredità
popolare, nel quale è sposta una collezione di case tradizionali. O al museo
delle arti pionieristice, una casa del 1922-, con le stanze costruite intorno
ad un courtyard centrale che contiene una fontana.
Tra le opere architettoniche a rischio c'è indubbiamente
la scuola di Mustansiriyah (del 1300 d.c.) che fu un'università importante
durante il trentasettesimo califfato di Abbasid, Mustansir Billah. Così come il
palazzo di Abbasid, costruito nello stesso periodo e nello stesso stile
architettonico.
Sempre del 1300 anche la scuola di Murjaniya, poi demolita nel Novecento e ricostruita in forma di moschea, conosciuta oggi come il Marjan Mosque.
Tra le costruzioni da salvare c'è anche il Khan Murjan, progettato nel quattordicesimo secolo per essere una locanda per mercanti e poi diventato la dimora di molti eruditi dell'università. Si riconosce dal luingo corridoio centrale alto più di 13 metri, con gli archi e le finestre.
Dulcis in fundo l'Al-Khadhimain Mosque, una delle
moschee più importanti nel mondo islamico, con le sue cupole ricoperte d'oro e
meravigliosi minareti. La costruzione risale al sedicesimo secolo.
----- Original Message -----
From: "pierbattacchio" <pierbattacchio@infinito.it>
Newsgroups: it.discussioni.giustizia
Sent: Thursday, April 24, 2003 10:31 AM
Subject: Re: Cosa aspetta Ciampi a sciogliere le camere
Marozzi, ma che fai? Vaneggi? Ma che dici? Una volta mi dai
del lei, poi del tu, poi parli di una cosa, poi di un'altra, di uccidere, di
amare l'Italia e tante altre cose "sconclusionate".
Su Marozzi, cerca di amare anche tu l'Italia come l'amo io e non come fanno
quei comunisti che la denigrano sempre, "senza se e senza ma",
specialmente quando ne devono parlare in contesti internazionali.
Il buon senso non guasta mai.
Ciao Marozzi
----- Original Message -----
From: Patrizio Marozzi
To: Patrice MONTINARI
Sent: Thursday, April 24, 2003 7:54 PM
Subject: Re:
Non ho alcuna difficoltà ad immettere così come mi è pervenuto il tuo messaggio, per il news - mi permetto solo di inviarti questa e-mail per verificare che raggiunga un recapito. Scusa ma spesso mi capita di ricevere indirizzi completamente fasulli, saluti
Patrizio Marozzi
----- Original Message -----
From: Patrice MONTINARI
To: patrizio.marozzi@tiscali.it
Sent: Thursday, April 24, 2003 12:04 PM
Scusa caro Patrizio, volevo scrivere al la lista di discussionni "giustizia" ma non arrivo a beccare il suo "e-mail". Mi permetto di fare passare la mia domanda a traverso il tuo.
Grazie e scusa per il disturbo. Cordialmente
Patrizio MONTINARI
Messagio per la lista
Sono nato in francia, di genitori italiani. O fatto i studi di diritto pubblico in Francia.
Vorrei lavorare in Italia, piu precisamente a ROMA o FIRENZE.
Cerco un ufficio di avvocati pubblici o eventualmente di consiglieri in diritto francese.
Forse qualcuno del Newsgroup po darmi delle informazioni ???
Molto grazie a tutti.
Patrizio
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@tiscali.it>
Newsgroups: it.discussioni.giustizia
Sent: Thursday, April 24, 2003 8:05 PM
Subject: richiesta
-----
Original Message -----
From: Patrice MONTINARI Brigade-vert()@wanadoo.fr
To: patrizio.marozzi@tiscali.it
Sent: Thursday, April 24, 2003 12:04 PM
----- Original Message -----
From: Patrice MONTINARI
To: Patrizio Marozzi
Sent: Tuesday, April 08, 2003 8:20 AM
Subject: Re:
O ricevuto il tuo messagio in ritorno.
Molto grazie per il tuo aiuto.
Saluti
Patrizio MONTINARI
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@tiscali.it>
Newsgroups: it.cultura
Sent: Friday, April 25, 2003 11:10 AM
Subject: Re: Ricordando la Sora Lella
Grazie del ricordo. Se non
presente sono lo stesso con voi anima e corpo
Cordialmente
Patrizio Marozzi
"Sora Lella Fan Club" <admin@soralellafc.org> ha scritto nel
messaggio
news:b88bih$7u3$1@news.newsland.it...
> In occasione del decimo anniversario della scomparsa della "Sora
Lella", familiari, amici e ammiratori (come da lei espressamente richiesto
in sede testamentaria) si recheranno a scoreggiare sulla sua tomba.
> Sono stati organizzati pullman in partenza da tutti i capoluoghi di
regione d'Italia. Chi fosse interessato può scrivere a:
> Trattoria "Sora Lella" - Via di Ponte Quattro Capi 16 - 00186
Roma
> oppure telefonare allo
> 06-6861601
> Grazie a tutti!
>
> Sora Lella Fan Club
> ---
> "Partori' è come caca': spigni spigni e t'esce 'no stronzo!"
(Sora Lella - Maurizio Costanzo Show - 12 dicembre 1991)
--
> questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
> http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad abuse@newsland.it
It.cultura, it.economia, furum La Stampa.it
Copyright
Se c’è una “cosa” piratesca questa è il copyright. Che ha come unico scopo, prefisso, lo sfruttamento economico del prodotto creativo artistico, da parte di chi possiede la firma dell’autore. In sostanza con tale possesso, anche in mancanza della firma chiunque può avere la proprietà economica di chiunque, basta che per legge, ne acquisisca i diritti per primo. Ciò lascia bene intendere che se per esempio qualcuno si arroga il diritto per esempio su il libri dei libri, come è considerata la Bibbia, può decidere chi debba leggerla e perché, in funzione dello sfruttamento economico che esclusivamente può trarne. Mi si dirà che il diritto d’autore è decaduto, e non ci sono eredi che possano richiederne il compenso. E che quindi neanche Dio in persona ha voce in capitolo sul suo sfruttamento economico, figurarsi i profeti, per non parlare degli apostoli. Chissà forse Gesù Cristo ha preferito essere l’ispiratore, di quel che gli apostoli hanno scritto, sapendo che un giorno una legge come quella del copyright avrebbe finito per togliere libertà creativa a chi crea, in ragione del possesso della firma del creatore da parte esclusiva di qualcun altro. Sinceramente forse non si è proprio preoccupato, né pensato al copyright. Data l’ispirazione e la qualità dell’opera, che per fortuna non lascia dubbi, sull’autore. Altrimenti in funzione del copyright qualcuno avrebbe fatto bottino del suo talento e di quello degli apostoli, e avrebbe detto voi siete gli autori, ma chi vuole leggere quello che voi avete scritto lo deve fare nel modo che dico io e a me deve dare i soldi. Come è immaginabile si aprirebbero, così, questioni irrisolvibili, umanamente. Ora non sarà un caso che la legge sul copyright è di fattura agloamericana e che così fa che il primo che si piglia tutto si piglia tutto a prescindere di chi sia l’autore, che può anche morire di fame, e che magari dato che ha perso il possesso della sua firma vede anche non lette o conosciute le sua opere creative, di conoscenza artistica. Mi si dirà che molti sono tutt’altro che artisti, ma allora è per questo che guadagnano vendendo la propria firma, e ci fanno pure un sacco di soldi, che ingordi si attaccano al copyright e alle percentuali mass mediologiche delle multinazionali, che se non rientrano in un tot economico, trovano la cosa poco artistica, perché esponenzialmente economicamente poco arricchente. Perché il copyright serve solo per consolidare questo tipo di monopolio. La vecchia Europa, come è stata chiamata, recentemente, si è fondata sul diritto d’autore, su come è costituito il libro dei libri, la Bibbia. Mi si dirà che ha esteso per un tot di anni il pagamento agli eredi dei diritti d’autore, ad autore morto. La qual cosa non è poi molto compromettente, se non per il caso che spesso la “gloria” si raccoglie postuma, e spesso ne usufruiscono “lettori”, più di riflesso che riflessivi. Comunque la possibilità di essere divulgata, l’opera lo gradisce quanto l’autore. Pertanto analizzando il decreto legge italiano, che vuole adempiere alle direttive europee, deducendolo dall’articolo letto su La Stampa.it. Vi trovo delle cose veramente incongruenti con il diritto d’autore. Trovo ingiustificata la tassa sugli apparecchi di registrazione, quasi servissero, il solo scopo di determinare un’arte solo dello sfruttamento economico, e che tutto debba avere questo fine. A prescindere dal fatto che ciò inficia la possibilità di diffondere la propria opera artistica, anche gratuitamente, volendolo, giacché già alla fonte, si paga qualcosa a degli autori e aziende, per un prodotto artistico che non li riguarda affatto – a meno che non si voglia far pagare una tassa obbligatoria a chiunque diffonda una propria realizzazione artistica, anche se a titolo gratuito – per non parlare del target da pagare sui supporti vergine, perché qui oltre che quello che si presenta, come uguale nella sostanza alla tassa, sugli apparecchi di registrazione. Ha una condizione peggiorativa giacché con il pagamento del copyright sul supporto vergine, non si ha la possibilità da parte di un autore indipendente di usufruire del ritorno della percentuale del diritto d’autore riscontrato dalla vendita: “indipendente” della sua opere, ma anche qui tale percentuale torna all’organizzazione”. Con tale tassa a mio modo di vedere diventa inammissibile il possesso esclusivo della firma dell’autore da parte di un unico soggetto, per lo sfruttamento economico. Perché pagando tale tassa indistintamente, per principio chiunque può diffondere le opere che danno all’autore una percentuale, che l’autore ha per mezzo, di “fatto esplicito”, volendo, nell’associarsi alla società degli autori. A questo punto l’unica cosa sensata per il diritto d’autore, è che l’opere sia usufruibile, oltre che nelle molteplici facoltà dell’usufruente, sempre anche nella forma originale, data dall’autore. Concludo che con questa premessa, trovo a dir poco disdicevole, per un autore, pensare che le sanzioni per la copia illecita dell’opera, non in quanto mal riprodotta, ma solo in quanto riprodotta, determini una multa ed anche sanzioni carcerarie, che possono raggiungere in pari modo sia le organizzazioni criminali che trovano di fatto in questa modalità, ancora la possibilità dello sfruttamento del soggetto umano bisognoso - che per mezzo dell’abbassamento del costo delle possibilità tecnologiche in questo campo, potrebbe benissimo entrare in processi socialmente compartecipativi, trasparenti - Ma mette sullo stesso piano, tali organizzazioni e chi copia qualche copia in più anche a scopo gratuito. Poi, da come leggo, viene moralizzato il tutto dicendo che i soldi delle multe serviranno per fare pubblicità contro la pirateria: quale.?
La
rivelazione durante un incontro fra delegazioni a Pechino
Powell: "Non ci facciamo
intimidire da dichiarazioni bellicose"
La
Corea del Nord gela gli Usa
"Abbiamo la bomba
nucleare"
WASHINGTON - "Abbiamo la bomba nucleare". Con queste parole di Ri Gun, negoziatore nordcoreano al vertice di Pechino fra Usa, Cina e Nord Corea il regime asiatico annuncia al mondo di essere in possesso dell'arma atomica. Una svolta improvvisa proprio durante il vertice che avrebbe dovuto fermare la corsa al riarmo atomico del regime di Pyongyang messa sul tavolo con aria di sfida. Dopo la rivelazione il negoziatore coreano si è rivolto all'omologo americano e gli ha detto: "Che ci vuoi fare?".
Ovviamente i colloqui trilaterali si sono interrotti subito e il segretario di stato americano Colin Powell, appresa la novità, ha risposto ai nordcoreani: "Non ci facciamo intimidire da dichiarazioni bellicose". Anzi, parlando del problema coreano il ministro degli Esteri di Bush ha avvertito che gli Stati Uniti "non escludono alcuna opzione", ovvero, tradotto dal linguaggio diplomatico, non escludono il ricorso alla forza.
Anzi, l'Amministrazione americana sta anche valutando le possibili azioni per "eliminare" la minaccia posta dal programma nucleare nordcoreano. "Sono state espresse posizioni dure. I nordcoreani hanno presentato la loro in termini decisi, come hanno fatto la Cina e gli Stati Uniti", ha detto Powell parlando dei colloqui di Pechino
Adesso,
interrotti i colloqui ci saranno valutazioni da fare nelle diverse capitali.
Washington sperava che a Pechino si potesse fare un primo passo verso il blocco
del programma nucleare nordcoreano. Pyongyang, invece, chiede impegni di
sicurezza, che Powell esclude in questa fase di contatti. "Le parti
valuteranno quello che hanno sentito, analizzeranno le proposte fatte e
decideranno", ha proseguito il capo della diplomazia americana. Ma Powell
non ha bisogno di sentire i racconti della sua delegazione per dire: "Una
cosa è chiara: la Corea del Nord non deve diventare una potenza nucleare. E su
questo punto la comunità è unita".
(24 aprile 2003) la repubblica.it
1 Maggio 2003
La corea del nord, ha chiesto un patto di non aggressione agli Stati Uniti D’America, Ramsfeld, dice che con l’Iraq c’è di un nuovo modello per diffondere i valori degli Stati Uniti. Se le patologie della volontà investono, più frequentemente di quanto si immagini, interi popoli, non da meno la coniugazione di questi con quella del potere referente, frantuma irreversibilmente la sfera della volontà privata dell’individuo. Del resto l’intera storia dell’uomo è intrisa di quella, che solo negli ultimi secoli – è definita psicologia - una modalità di psicologia quanto mai compromessa, in modo irreversibile, con i fattori intrinseci della cultura modale, dei comportamenti più di derivazione economica che antropologica-fineistico di liberazione per conoscenza spirituale, ma come conseguenza di antagonismi vitalistici della sfera dei fabbisogni primari elementari – cibo e salute fisica – usate come fonte di controllo ed elaborazione di tale controllo, nella sfera intima dell’essere umano, che attraverso una psicologia sociale siffatta, vi si determina come espressione modale della volontà. In una logica dinamica di questo tipo, anche la sfera spirituale ch’è per sua stessa essenza, capacità di percezione profonda, interrogativa, quanto risposta all’interrogativo, come consapevolezza della capacità della coscienza, che cede alla conoscenza di ciò che non è determinato dalla volontà della coscienza che controlla, cede e predomina la volontà fineistica nella gerarchirizzazione degli antagonismi vitalistici, come fattore modale che controlla la conoscenza come espressione finita della coscienza siffatta umana, che non dà più nessuna possibilità all’elaborazione fineistica della coscienza dell’essere umano, in quanto espressione di conoscenza dell’esistenza dell’interrogativo, che si appresta ad entrare nell’intimità dell’essere umano, come espressione concreta e pragmatica della sua spiritualità che vive, stando ora, attraverso la relazione vitale dei pensieri umani al di là di modalità finite di controllo della conoscenza spirituale, dei valori comuni. Ma togliendo alla spiritualità l’oggettivizzazione della condizione materiale, come comunione con l’alterità spirituale e in quanto tale fattore intrinseco della comunione con l’essere umano. Che così smette, non solo di immaginare, ma trova in questo il controllo dei processi fantastici come risoluzione per il predominio della volontà che negli antagonismi vuole la supremazia della conoscenza e della coscienza, sviscerando da esse inderogabilmente la forza, che controlla l’amore.
Se la patologia della volontà, fin da i più recenti anni con il nazismo il fascismo, l’impossibilità di non fanatizzarsi del comunismo, si è espressa palesemente, la collettivizzazione dei processi neo liberisti, che poco hanno a che fare con la libertà, e con il superamento degli antagonismi di controllo, per una costruzione dei processi di pace. È viepiù sia nella sfera intima umana, quanto in quella collettiva, attualità di una patologia della volontà che cerca la sua affermazione, nella corruzione dei valori dell’essere umano, in quanto procrastrinatrice della morte per guerra, che per corruzione degli equilibri naturali della natura e del dialogo dell’essere umano. Che perde così la sua possibilità di coscienza e conoscenza, in un paradosso dell’informazione senza né punti di riferimento, né fine; un’informazione per una emotività spostata, che altera il motivo e la ragione della conoscenza e che si assenta completamente dalla percezione spirituale, confondendo un pensiero fineistico, con un pensiero finito, invertendone i significati e per conseguenza i comportamenti.
Ieri o oggi, non ho capito bene sembra che gli americani abbiano dichiarato la fine della guerra, e Bush farà il suo discorso alla nazione – nella speranza che le borse tornino a salire – Se anche avesse un senso questo, in Iraq si continua a morire, tra depositi di munizioni che esplodono a Baghdad e militari Usa che sparano sulla folla che protesta a Falluja, e bambini che trovano le bombe…
[Berlusconi esterna contro la magistratura – perché un altro suo amico è stato condannato, in primo grado, come dei suoi dipendenti qualche tempo fa. Stavolta il suo amico ha dato un sacco di soldi a giudici e avvocati suoi amici, che si occupavano anche dei suoi fatti, e lo ha fatto facendoli giungere al destinatario, come denaro occulto, attraversando i paradisi fiscali di mezzo mondo, ed io non ho capito neanche da dove fossero partiti.]
Nella giornata di ieri mi è capitata tra le mani, la pianta del mio paese, in scala circa tre volte più piccola di quella della parte che indica la parte che dà il nome al comune in cui sto, sembra una sciocchezza, eppure è il continuo paradosso, tra l’essere un Italiano e vivere tra gli italiani, con tutte le privazione che per questo un Italiano deve subire:
----- Original Message -----
From: Patrizio Marozzi
To: anoana@tin.it
Sent: Wednesday, April 30, 2003 5:39 PM
Subject: indicazioni e commenti
Mi è capitata in visione la vostra piantina di città di San Benedetto del Tronto - ho trovato interessante la parte che indica il paese di Porto D'Ascoli, ridotta in scala è di più rapida consultazione - anche per quel che riguarda la consultazione dell'elenco delle vie - Ma come è evidente risulta poco immediata e meno chiara l'identificazione di Porto D'Ascoli, in quanto non risulta scritto sulla parte della piantina che lo riguarda. In aggiunta a ciò sarebbe stato oltre modo utile che ne indicaste il nome sulla stazione, mancando non so per quale motivo, la stazione di San Benedetto del Tronto. Grazie,
cordialmente
Patrizio Marozzi
P.S.
per vostra consultazione allego la piantina contrassegnata dalle mie indicazioni
patrizio.marozzi@tiscali.it
patrizio.marozzi@libero.it
è editata dalla casa editrice Noana 42100 Reggio Emilia, con l’assenso del sindaco attuale Domenico Martinelli FI - ed è pure con il copyright (ma come è ovvio non la pubblico solo per non appesantire il file). Comunque per chi vedesse la piantina corretta da me, dico che non mi è entrata nella copia il fiume Tronto che delimita il confine delle Marche con l’Abruzzo, e chissà se non manca un briciolo anche dall’altra parte – per un po’ di campanile polemica - .
----- Original Message -----
From: "Marozzi Fiorella" <MarozziF@comune.san-benedetto-del-tronto.ap.it>
To: <patrizio.marozzi@libero.it>
Sent: Monday, May 05, 2003 2:41 PM
Subject: Documento2
La ringraziamo per averci comunicato l'inesattezza della piantina di San Benedetto del Tronto, redatta dalla Ditta NOANA srl di Reggio Emilia.
Concordiamo con lei e sarà nostra premura spedirle al più presto una piantina forse più precisa, sarà lei a darne conferma. La ringraziamo per la sua collaborazione.
L'Ufficio Pubbliche Relazioni
Fiorella Marozzi
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@tiscali.it>
Newsgroups: it.cultura
Sent: Saturday, May 03, 2003 12:13 PM
Subject: L'America
L’America
L’America, la condizione degli Stati Uniti sembra proprio quelle che ci mostra Gianni Amelio, in questo suo film, realistico quanto non mai, puntuale sui tempi come ogni suo film, quanto criticano da chi si tappa gli occhi e non vuole confrontarsi con la realtà della verità, in quanto incapaci di percepirla e capirla. L’America è quel film che per chi non lo sapesse mostrava il sogno di una Albania, che attraverso le antenne paraboliche aveva imparato a parlare l’italiano, e che nel vedere quello che mostrava la televisione, nel sorbirsi tutti quegli spot delle televisioni - commerciali - che mostravano ricchezza e successo a portata di mano, dove tutti avevo tutto in sovra più; appena caduto il regime comunista, in una Albania agricola e poco tecnologizzata, dove le tradizioni si scontravano con la fame e soprattutto con un divario, di cinquant’anni di un occidente che a qualche centinaio di miglia di mare, al di là della costa, mostrava attraverso la televisione la sua immagine “migliore”. Sbarcarono a migliaia sulle coste italiane, proprio con quei cargo stracolmi che ci ha mostrato Amelio nel suo film, proprio con quei sogni e quella incredulità, fu un momento unico nella storia umana, in un mondo costruito sull’informazione e sulla costruzione del suo significato, stava accadendo qualcosa di inimmaginato; un mondo culturale che si è incontrato senza conoscersi, sui bisogni di una libertà vista attraverso le immagine di un televisore. E l’importante era potere aver quello che si vedeva e che permetteva di essere liberi, come lo si immaginava; se si vedeva tutta quella “ricchezza”, ce ne sarebbe stata per tutti senza problemi. La cosiddetta realtà è stata ben altra e molti di quelli che hanno sognato, hanno trovato incubi e frantumazione, per avere quello che vedevano, e nell’unico modo che togliesse al tempo il condizionamento dei processi economici, che da sempre son serviti per determinare i tempi culturali dell’economia, per stabilire il bene e il male, al di là di ciò ch’è vero o falso. E così la strada per molti è stata o quella di essere respinti, o quella di essere rifiutati e rimanere qui nel l’unico modo possibile quello della logica della prevaricazione e nell’illegalità, in attesa di ricchezza e possibilità economica. Non esagero dicendo che il primo impatto, è stato più cruento di quello che si immagina. Quanto possa essere stato scomodo un film come quello di Amelio, in un ambiente culturale come quello contemporaneo, lo lascio alla capacità di chi lo ha capito, non mi affanno certo a convincere quelli che per convenienza lo hanno rifiutato o quelli, che pedissequa omologazione dissentono, ma approvano, ma non hanno la ben che minima capacità di interiorizzare i valori e le comprensioni, “proprie” del proprio intelletto, e finiscono per vivere il tutto, in un atteggiamento anti moda, che non cambia né il loro atteggiamento, né il senso della comunicazioni in cui cercano di sguazzare; tanto che spesso sono più ostruzionistici delle ostruzioni di quelli che, per ciò, criticato, né a quelli della mentalità anch’essa trasversale che un tempo sarebbe stata definita borghese e qualunquistica, dove ci si indigna. E quindi torno a parlare degli Stati Uniti, dove i sogni invece di trasferirsi con i vecchi cargo, sono entrati direttamente, dentro le case e i luoghi dove vive la gente, dove tutto è diventato veramente possibile, e dove l’informazione ha preso il posto definitivo della verità. Se già da tempo non è più importante sapere quando avviene una cosa, Né perché, e soprattutto far percepire cose che sono avvenute come avvenissero nel presente per dare al presente un significato con più possibilità di controllo, e così magari potere immaginare, quel che più ci dice” che ci gratifichi, anche se non è quello che in quel momento sta avvenendo, non è né vero, ma non può essere neanche falso, è soltanto una menzogna che la si percepisce senza più percepirla, come se il pensiero trovasse in questo un appagamento ad una curiosità, che non ha bisogno di essere capita scoperta conosciuta, toccata e moralizzata, ma ciò ch’è determinate è che lo stimolo che abbiamo, è semplicemente quello di sapere se quello che ipotizziamo e sappiamo essere la risposta, ci venga data. Tanto spesso avviene questo, che oramai l’importanza della risposta è secondaria a questa sensazione che proviamo, prima dell’appagamento della risposta, che così non è più importante se sia una cosa vera, falsa, dannosa o no. Perché questa sensazioni ci spinge sempre alla ricerca dell’appagamento, e l’illusione di esso placa la paura di non poterlo avere, la frustrazione che ci viene creata e che ci condiziona al punto che il provare prevaricazione, in questo la competizione, dà già una percezione della volontà come essenza di potere e forza e realizzazione. “E su questo che la logica di questo regime” determina la libertà, agisce sui più semplici comportamenti dell’ambiente, e usa l’essere umano in funzione dell’uso degli oggetti, come espressione non di un volere, ma come funzione di un appagamento, che ha bisogno di una risposta che non c’è, e che compulsivamente ha bisogno di ripetere la funzione dell’appagamento, per costruire un senso su un appagamento senza risposta.” L’intero processo della comunicazione contemporanea è siffatto, e vi dico sinceramente che per quanto si sia capaci di relazionare in un processo di comunicazione eterogeneo e reale, il mondo della comunicazione è sempre questo. Non mi spingo nei particolari, ma spero riusciate ad immaginare che quel che avviene in tutte le relazioni che si vedono, non è neanche illusione, ma pura menzogna, appagante, ma non consolatoria. Se volete essere cercati vi basta , essere così, ma sappiate che seppur molti vi cercheranno, nessuno vi troverà, e nessuno troverete, e ciò è troppo difficile da accettare, e allora non resta che l’appagamento, gli uni con gli altri, ma tutti insieme. Per continuare con gli Stai Uniti”, e sul modo di percepire, non posso non osservare, che si è in una fase che dissentire è neo liberisticamente impossibile, giacché si è soggetti, sempre liberisticamente al dileggio dell’opinione pubblica o all’incarceramento, - per chi manifestò, contro la guerra, durante i bombardamenti in Iraq - e all’ostracismo civile. Non è nuova l’ “opinione pubblica americana” a ciò, comunque non è mai un bello spettacolo, quando i comportamenti degenerano al punto che chiunque può liberisticamente, e magari cafonescamente molestare la vita altrui, in ragione delle opinioni individuali dell’altrui – ma qui entra in campo la propaganda o la pubblicità, lasciamoli lì ora – E faccio una piccola riflessione sul fatto che una decina delle maggiori banche d’affari americane, hanno pagato una molta per conflitto d’interessi, dopo quel popo di falsi in bilancio e fallimenti, di un po’ di tempo fa, e l’espressione della mia riflessione finisce qui. E dico come sia incredibile che la totale mancanza di personalità, negli Stati Uniti abbia generato un sostantivo soggentivante e assoggettante senza un soggetto, ma nell’oggetto astratto del neo liberismo. Del resto anche in Europa c’è questa spasmodica tendenza di realizzazione, e il conflitto d’interessi sarà fondamentale per gli equilibri politici e la formazione di essi, tra un AT europeo, ch’è insensato senza quello nazionale, tra una salvaguardia delle funzioni istituzionale, ma anche tecnologica strutturale dei fabbisogni della gente, da parte delle nazioni e della UE. Certo c’è qualcuno che in tutto questo, tipo in Italia, con il discosto dei sostantivi, vorrebbe metterci la personalità di Berlusconi e dei sogni delle sue convention aziendali, che in definitiva si rifanno ad un funzionalismo Klagessiano. è pieno di italiani che sognano come gli Albanesi dell’America e gli americani di Bush. Comunque sta, che c’è da subire soprusi e ingiustizie culturali. E mi chiedo, una volta fallito, il “conflitto d’interessi”, saremo ridotti come gli Stati Uniti, che pensano di risolvere i problemi con le guerre.
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@tiscali.it>
Newsgroups: it.media.tv
Sent: Sunday, May 04, 2003 10:05 AM
Newsgroups: it.cultura
Sent: Sunday, May 04, 2003 10:07 AM
Subject: Il Bambino deficiente, la demagogia, e l'ignoranza
Il Bambino deficiente, la demagogia, e l’ignoranza
Caro bambino deficiente tra un po’, quando sulla rai ci sarà, un programma che qualcuno con la tua testa, presa a prestito e usata come gli pare, dirà che non è bene tu veda. Chiedi agli adulti che sono lì con te, perché cambiano canale, o se non lo fanno perché devi vedere un programma con un simbolo rosso che vi lampeggia sopra? Che ti sia chiaro solo un deficiente vorrebbe vedere, vedrai che non sapranno proprio cosa risponderti, e quello che ti diranno è quello che la televisione con lo spot pubblicitario ti avrà già detto. E allora sappi che quello che ti immaginerai sarà sicuramente più sensato e vero di quello che ti viene detto. Se ti verrà, per esempio in mente, che magari con quella luce lampeggiante ti vogliono ipnotizzare, che con quello che si ascolta sul video, o fanno quelli che vi vedi, e che magari la pubblicità che vedrai in quel programma, quello che vi accadrà, succede con lo stesso tempo, di come lampeggia la luce. Be’ sei proprio deficiente a stare lì a guardare quella cosa, fatta in questo modo, e sappi che chiunque la guarda è proprio un deficiente. Mi dirai che già vedi milioni di spot pubblicitari, e che vuoi che sia una novità come questa, magari “ancor di più” su tutte le televisioni. Non essere così presuntuoso, anche se magari passi il tuo tempo tra un corso e un altro, tra la palestra e il corso di piano. Sappilo che ciò non ha nulla a che fare con il talento, giacché non hai un momento per parlare con te stesso e riflettere sul mondo, e poi magari forse riuscirne a parlare con altri, sei solo un deficiente a cui viene detto quanto è bravo, perché devi essere il più bravo di tutti, solo in questo modo un giorno potrai guardare quel programma con il lampeggiatore rosso pensando che lo fai perché non sei un deficiente. Vedi che già pensano che sei più deficiente di quello che immaginano. Perché guarda che quelli che ti fanno guardare queste cose lo sanno che sei un deficiente, anche se non te lo dicono. Tu mi potresti dire, ma sono più deficienti loro così, può darsi ma anche in questo caso, che vuoi fare a gara per vedere chi è più deficiente, anche questo fa parte del lampeggiante rosso. Se non vuoi che accada questo, non guardare i programmi per deficiente e manda a quel paese chi te li vuole far guardare, è l’unico modo per evitare che si accenda il lampeggiatore sul televisore. Che ti voglio dire, è la stessa schifezza della sopra scritta sullo schermo, solo che oramai a quella ti sei assuefatto, non ci si rende conto più neanche della deficienza, e allora le cose sono così peggiorate che non ci si può fare più niente. E allora fai altre cose, e non mi verrai a dire che quando vedi quelle donnine nude sulla pubblicità dei manifesti, per le strade, non ci fai più neanche caso. Ma sei proprio deficiente, mi dirai che sono tutte uguali, ma non è vero, se tu sapessi e conoscessi, scopriresti quanto le donne sono diverse l’una dalle altre; forse mi dirai che quelle del manifesto sono diventate più vere di quelle vere, caro deficiente forse in questo hai ragione. E per il fatto che non c’è più differenza, la realtà è peggio della finzione, perché la realtà ci fa desiderare la finzione e non viceversa, e le donne vere si comportano come quelle finte, e quelle finte sono finte. E pensa che il lampeggiante rosso ch’è tutto questo, vorrebbe farti venire un senso critico che faccia capire la differenza, di una realtà che non esiste come dovrebbe. E allora fai una cosa stupisciti sii incuriosito dalle donnine nude che vedi sui manifesti, parla con la tua curiosità, ascolta quello che ti succede, cerca di capire in che modo è bene rispondergli, affinché la donnina del manifesto sia solo un immagine che te ne fa cercare una diversa, e che il sapone che vi si reclamizza, o la pasta, o gli slip, servano solo per lavarsi, per mangiare con un buon sugo e le mutante per stare più comodi. E Caro bambino deficiente non dimenticare che sei anche una bambina. E allora cerca di capire quale sono le cose vere, e quando vedi un film con persone nude o violente, distingui le cose, poi se serve mettele insieme, e guarda perché, e trova in te una spiegazione profonda, sempre, anche quando è divertente, vedrai che un po’ per volta i lampeggianti rossi ti appariranno sempre più deficienti e ancor di più quelli che con i lampeggianti rossi vogliono solo accendere la tua curiosità, e farti vedere stupidaggini, per dirti che sono il contrario. Cari bambini deficienti, in questi giorni le partite della nazionale di calcio italiana, sono diventate piene di spot, sono inguardabili, sappiate che non siete moralmente impegnati, né tanto meno obbligati a essere deficienti insieme alle vostre famiglie, tutti insieme appassionatamente deficienti, davanti al televisore. Che la nazionale se ne vada a vaffanculo, se dobbiamo essere tutti deficienti per guardarla, altrimenti se la deficienza è il metro, la misura qual è, dov’è, chi è?
----- Original Message -----
From: Patrizio Marozzi
To: direzione@compagnosegreto.it
Sent: Sunday, May 04, 2003 10:33 AM
Subject: risposta
Riguardo alla e-mail informativa ricevuta, da voi, che in automatico mi ha chiesto di inviarvi, l'automatica avvenuta destinazione. Confermo con la presente, l'aver ricevuto quanto da voi inviatomi, e gradito. Per quel che riguarda l'automatismo, aprioristicamente l'ho rifiutato. Giacché lo trovo ambiguo, se non è relazionalmente concordato, tra gli interlocutori. E dato che è consuetudine che si sta affermando, generalmente la trovo surrettizia e poco efficace, appunto per la sua eccessiva promiscuità del senso della domanda e della risposta.
Cordialmente
Patrizio Marozzi
patrizio.marozzi@tiscali.it
patrizio.marozzi@libero.it
Gentile Patrizio Marozzi,
grazie per la risposta. In effetti neppure io sono poi così convinto di mantenere la conferma di ricevimento.
Anzi, direi che lei mi ha fatto pensare quanto basta per toglierla.
E dunque grazie e cordiali saluti,
Francesco Carbone
----- Original Message -----
From: "Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@tiscali.it>
To: "direzione del compagno segreto" <direzione@compagnosegreto.it>
Sent: Sunday, May 04, 2003 11:22 AM
Subject: Letto: risposta
Conferma del messaggio inviato a
"Patrizio Marozzi" <patrizio.marozzi@tiscali.it> alle 04/05/03
11.16
Il messaggio è stato visualizzato nel computer del destinatario alle 04/05/03
11.22
In effetti questa nuova pratica si aggiunge a quella che internet effettua quando le e-mail, non hanno il suo regolare corso, che viene sempre acclarato, indipendentemente dal mittente o dal destinatario. Questa nuova forma è una sorta di raccomandata con rassicurazione che il mittente effettua per avere l’ipotetica conferma che essa è stata “letta e ricevuta” dal destinatario. Ora non nel caso specifico, dove “il compagno segreto” è una rivista letteraria, ma questa pratica è anche esplicativa di qualcosa che similarmente ha determinato, l’estromissione - anche non giuridica, come nel caso di Michele Santoro, e di Enzo Biagi, che a prescindere dall’accettazione o no delle loro conclusioni, in sostanza sono stati, estromessi dal servizio pubblico, l’uno per le domande che faceva e l’altro per le risposte che cercava; ed è su questo livello che gioca la politica del consenso attraverso l’informazione di questo governo, su tale controllo e formazione. E sinceramente ogni forma, che forma e determina questa condizione contribuisce alla formazione, sempre involontaria, ma possibilista, e per questo recepita come libertaria, ma dove in mancanza della reale consapevole, della volontà delle persone, estromette di fatto, sia la loro partecipazione consapevole, sia la libertà della loro scelta, delegando la comunicazione su un piano, meccanicistico e funzionale che sostituisce nel processo della comunicazione, la percezione della realtà per mezzo dell’esperienza intellettiva e per estensione, possibilità sensoriale dell’individuo, con una partecipazione involontaria di esso alle scelte di significato e significante astratte del processo tecnologico informativo. Ed è bene ricordare che per quanto un processo possa essere astratto, per considerarsi ancora tale, non può non avere come riferimento che la rappresentazione della realtà sia essa spirituale che materiale. La sostituzione di ciò sul piano della virtualità, non può far sì che diventi astratta la dimensione umana dell’individuo, e che le sue percezioni non abbiano più un corrispondente nella sua realtà, che così non è fuori di lui, né osservabile, ma altro da lui, in quanto agiscono su di esso formandone la relazione, in funzione di ciò che in lui è parte comunicante con la propria consapevolezza, che non sta più in rapporto con l’alterità dell’esperienza propria e della percezione visiva temporale dell’oggettivo umano guardabile, o nella consapevolezza dell’oggettivo dell’esistenza guardabile, nella contemplazione e percezione di una spiritualità oggettiva, in assenza dell’oggetto, ma si sostituisce a questo comunicando con le possibilità profonde della consapevolezza, che così non ha più un rapporto con la coscienza, e si forma un altro umano identificante, proprio in ragione della sua non riconoscibilità cosciente, da parte della coscienza dell’individuo, che si sostituisce all’individuo, rendendolo virtuale, e da ciò determina il suo significato astratto, dove la concettualità trova in questo il fattore della sua esperienza, che si badi non è più astrazione, ma astrazione della virtualizzazione dell’individuo, delle sue possibilità di comunicazione eterogenee e differenziate, sul piano dell’esperienza della realtà, dove l’alterità della sua capacità di vita, è sostituita dall‘altro ch’è se stesso ma che non può esserlo, non potendo essere niente altro, che l’altro.
“trovata in Iraq tutta la documentazione, delle sentenze di morte eseguite durante il governo di Saddam Hussein, la documentazione delle procedure interrogatorie delle persone scomparse durante la dittatura, sembra cessate dopo il 1992.”
ROMA, 5 MAG - Primo 'avioassalto', in una operazione da combattimento, per gli alpini della task force Nibbio in Afghanistan, svolto congiuntamente con i soldati Usa.
2003-05-05 -
"Sette sorelle" alle prese
col mercato mondiale del petrolioIdentikit, conti e risorse online sulle maggiori multinazionali mondiali del settore che tutte insieme capitalizzano in Borsa quasi 750 miliardi di dollari.
Exxon Mobil (ticker: XOM)
La statunitense Exxon Mobil Corporation è la prima impresa mondiale dell'energia per capitalizzazione di Borsa
British Petroleum (ticker: BP)
L'inglese British Petroleum (BP) produce e commercializza in tutto il mondo
Total Fina Elf (ticker: TOT)
La franco-belga Total Fina Elf, terza società mondiale del settore dell'energia per capitalizzazione di Borsa
Royal Dutch Petroleum (ticker: RD)
Royal Dutch Petroleum è la finanziaria olandese che controlla il 60% del gruppo anglo-olandese Royal Dutch-Shell
ChevronTexaco (ticker: CVX)
La statunitense ChevronTexaco è la capogruppo di un insieme di imprese attive nel settore petrolifero, nella chimica e nel carbone.
Eni (ticker: E)
L'italiana Eni, sesta compagnia mondiale dell'energia per capitalizzazione di Borsa, è una multinazionale integrata attiva nel settore del petrolio, del gas naturale, della produzione di energia elettrica e nella petrolchimica.
Shell Transport and Trading (ticker: SC)
L'inglese Shell Transport and Trading, settima compagnia mondiale dell'energia per capitalizzazione di Borsa, è la holding che controlla il 40% del gruppo anglo-olandese Royal Dutch-Shell
Nella giornata di ieri, Berlusconi ha rilasciato una dichiarazione spontanea nel processo SME che lo vede indagato: in sostanza a sua dire ha identificato nello stato di fatto, dell’epoca dei fatti in cui si è svolto l’atto di corruzione per cui è imputato, un clima che inficiava la legalità democratica, nelle sue istituzioni, tanto che il suo intervento nella vendita da parte dello stato, ai privati, è stata richiesta dal presidente del consiglio Bettino Craxi. Ha citato a tal proposito anche Giuliano Amato che all’epoca, in questa questione, a dire di Berlusconi, disse che erano state pagate delle tangenti. (Amato smente) – per chi non lo sapesse questo periodo è stato caratterizzato, dal fatto dei finanziamenti illeciti ai partiti politici, e vi furono coinvolti molti esponenti di spicco all’interno dei partiti. Per questo e non per altro si cercò di stabilire l’immunità parlamentare, la stessa, che ora reclama la maggioranza e il governo, con in testa Berlusconi. L’unica cosa che venne fuori per giustificare tali fatti, fu il dire che era consuetudine consueta tale pratica, gli imprenditori coinvolti, dissero che era l’unico modo per ottenere appalti, molti di essi in quel clima che li aveva caratterizzati, per l’arroganza del loro potere, al solo sapere di essere indagati, si suicidarono. Per capire quale fosse il costume sociale di quel momento, basta ricordare Poggiolini – che ora non ricordo quale incarico avesse – a cui furono trovati ingenti capitali ovunque, molti dei quali nascosti in ogni mobile della sua casa, in forma di oro o altro. Questo - ed anche altro nel quadro delle finanza” - in quel periodo accadeva e fu identificato con tangentopoli, che vide nel pool di magistrati di Milano i suoi esponenti più rappresentativi, e in Di Petro il più rompi scatole della classe politica imprenditoriale, di quegli anni. È anche grazie a questo che la scalata di Berlusconi - giunto ad essere già per grandezza, l’unica grandezza economica, borsistica finanziaria mediologia della nazione italiana – ha trovato un vuoto politico culturale dove ha avuto la possibilità di spingere le sue possibilità di potere anche nel quadro istituzionale politico italiano. Il suo atto d’accusa contro la magistratura di quel periodo, e parte attuale, è ché lui identifica come funzionale al sistema politico dell’indipendenza stessa, la magistratura, e fa dell’azione del suo governo, il motivo principale del quadro delle riforme per il controllo governativo della magistratura, in un quadro meno ampio del controllo istituzionale. È con questa visione che in definitiva i partiti di governo, tengono a legittimare la loro posizione, di essere stati eletti dal popolo e per esso ne difendono le scelte, proteggendo la loro posizione, nell’ambito del loro governo, e in funzione di questo modificare le istituzioni e interpretare a maggioranza parlamentare la costituzione italiana. A me ciò sembra ben lontano, da una eventuale riforma giudiziaria, che invece che portare ad una soluzione dei problemi, spinge anzi la ricerca di un quadro istituzionale verso una stimolazione di carattere peculiarmente economico, dove in ragione della concorrenza vieppiù una stagnazione delle garanzie del cittadino, in funzione della esecuzione della sentenza, più che della salvaguardia della rispettabilità umana dell’individuo. Dove la dimostrazione di competenza del giudice è vieppiù strumentalizzabile demagogicamente non solo dal quadro politico. Un efficientismo che non si pone la questione della soluzione giuridica del buon senso, ma solo quella della leicità funzionale della conflittualità sociale del momento, che così sgrava il quadro politico istituzionale dall’assunzione della soluzione dei problemi al di là delle ragioni di convenienze emotiva, suscitatesi, e dalla normale regola del rispetto istituzionale delle regole di reale reciprocità di responsabilità, tra chi governa e il cittadino. Perché è solo su queste basi – che non si rappresentano solo in un rassicurazione emotiva, che serve più alla borsa che altro – ch’è sperabile che il cittadino si responsabilizzi al di là della legge, e sappia essere libero. E riesca a catarsizzare anche i propri errori”.
E sempre ieri dopo aver fatto la sua dichiarazione spontanea, chiamando in aula - I legali di Silvio Berlusconi, dopo la sua deposizione, hanno chiesto l'ammissione della testimonianza di numerosi esponenti politici, tra i quali Giuliano Amato, Cirino Pomicino e l'ex ministro Darida, oltre ai componenti del Cda dell'Iri di allora. – uscendo nel corridoio un tizio identificato in Pietro Ricca, come riportato dalla stampa, figlio di un magistrato, ha gridato a Berlusconi: "Buffone, fatti processare come tutti gli altri. Rispetta la legge, la magistratura, la Costituzione, la democrazia e la dignità degli italiani o farai la fine di Ceausescu o di Don Rodrigo". "Ho solo voluto dire a Berlusconi - ha spiegato poi - che deve farsi processare come un normale cittadino e rispettare i giudici e la Costituzione". La Repubblica.it
Poi è successo questo: Anche l'opposizione replica con fermezza e accusa la maggioranza di voler "intimidire" il telegiornale della terza Rete Rai. Dalla Margherita ai Ds si ricorda infatti che lo "scambio" tra il cittadino e Berlusconi è una notizia rimbalzata su tutte le agenzie di stampa ed ampiamente ripresa da tutti i telegiornali.
Poi è successo questo: Intanto la presidenza del Consiglio ha deciso di denunciare per ingiurie l'uomo che stamani ha contestato il presidente del Consiglio nei corridoi del tribunale di Milano.
E io non capisco come e perché si pretende che io denunci costui. Seppur il presidente del consiglio a prestato giuramento di fedeltà alla repubblica, non credo che in questo caso mi rappresenti, né rappresenti Pietro Ricca, per me.
Il
corpo senza vita trovato in una chiesa di Vittoria
L'uomo aveva ucciso il sindaco e
altre 4 persone
Acicastello,
suicida
l'autore della strage
era un
lavoratore precario del Comune
In casa custodiva un arsenale con
diversi fucili e pistole
(2 maggio 2003)
si
è suicidato dopo aver colpito la moglie
Altre tre persone ferite nel
raptus omicida. Due gravi
Tragedia
a Milano
Uccide due donne e si spara
Trentuno
anni, sposato, viveva in zona Fiera
Disoccupato. Di famiglia
benestante. La pistola era di sua proprietà.
(5 maggio 2003)
mercoledì 7 maggio 2003
Roma,
protestano con un minuto di silenzio, anche grandi nomi
"Vogliono mettere la ricerca
pubblico al servizio delle imprese"
"Questa
è una dittatura"
gli scienziati contro la Moratti
L'assemblea
degli "aiutoconvocati respinge la riforma
Giorgio Salvini, presidente onorario dell'Accademia dei Lincei, ha
parlato di "segnali che si sta andando verso una dittatura",
affermando che "la questione va al di là del problema della ricerca".
Il ministero ha infatti elaborato il suo progetto senza mai raccogliere i pareri dei ricercatori, preferendo affidarsi alle competenze di una società di consulenza aziendale. Il risultato è quella che gli scienziati hanno definito "una soluzione di autorità nei modi e nella sostanza" che rivela il "disinteresse di questo governo verso il ruolo della ricerca nelle forze economiche".
Lo dimostrerebbe, ad esempio, la decisione di sciogliere l'Istituto nazionale di fisica della materia, considerato un modello di efficienza organizzativa, che la Moratti vuole accorpare al Cnr. O la scelta di inserire nella struttura del Cnr, tra il consiglio d'amministrazione ed i 108 istituti dell'ente, l'ulteriore livello gerarchico (e burocratico) dei dipartimenti. "Con la scusa di snellire il Cnr si introduce un modello verticistico," ha commentato il presidente del Cnr Lucio Bianco. Secondo Bianco, i tre decreti in cui il governo intende articolare la riforma vanno addirittura contro la Costituzione, che nell'articolo 33 garantisce l'autonomia scientifica ed organizzativa di università ed enti di ricerca. A minacciarla sono, tra l'altro, i nuovi meccanismi di nomina previsti dal governo, che si sostituisce alla comunità dei ricercatori anche nelle strutture di valutazione e consulenza scientifica. (25 gennaio 2003)
Non so al momento attuale quale sia la situazione, credo sia ancora a questo punto nel senso che le leggi del governo, che sono decreti, dato che secondo il punto di vista, del presidente del consiglio e dei suoi ministri, avendo la maggioranza in parlamento, non è indispensabile derogare preventivamente, il parlamento, nella discussioni delle leggi – questo è un assioma per conseguenze oggettiva dei fatti, così come si svolgono, il governo è ben lungi da elaborare un’analisi dei fatti sul suo comportamento, che tendono vieppiù in spiegazioni demagogiche, basate su una posizione di potere, peggiore di questo assioma – In definitiva il tutto si riduce, come espresso dal ministro della pubblica istruzione: Moratti, nel fatto di premiare quei progetti, che sono ritenuti utili per lo sviluppo economico del paese, con il bene placido di Zichichi e “poi” anche della Montalcini. Che concettualmente non vede come sottrarsi da un posizione di questo tipo. E la propaganda continua, dico io. E non si sa come c’è stato un incidente di percorso su una legge, che ha approvato alla camera dei deputati, un emendamento del centro sinistra, che dice che nel settore privato della televisione, non si possono avere più di due reti televisive. Naturalmente questa rarità sarà corretta dalla maggioranza al senato e poi di nuovo alla camera. Comunque non si è poi parlato, di rete quattro sul satellite o ceduta ad altri, della terza rete senza pubblicità. Ma Gasparri, quello che sono sicuro insieme ad Alberoni, sociologo da best seller nazional popolare, che rappresenta l’aspetto culturale del nuovo consiglio d’amministrazione della rai, che se leggesse questa mia ipotesi sarebbe capace, di censurami il libro; quale ipotesi dice essere lui uno degli artefici del lampeggiante che avvisa gli adulti, che quel che si vede: non per immaturi adolescenti. Be’ dicevo che Gasparri ministro delle telecomunicazione, risolve il fatto nel dire che in futuro ci sarà la televisione digitale terrestre, con un sacco di canali. Che questo slogan demagogico possa risolvere la questione, solo un deficiente può pensarlo. Certo io concordo, se ci fosse qualcuno, che entrare in comunicazione con un tal livello di superficiale senso e significato di quel che è e deve essere, il rapporto tra realtà e interesse collettivo, reso in modo estremisticamente superficiale dagli interessi di potere, che vedono in sostanza il proprio tornaconto come unico motivo sensato per affermare la propria convenienza con quella degli altri, attraverso una dialettica demagogica che parcellizza la verità in funzione di una associazione verbale che dà ai contenuti, la rappresentazione quanto più superficiale, quanto più contenutistica. E basta andare in giro per le strade, non solo davanti alla televisione, ascoltare, vedere come si comporta molta gente, parlarci, vedere se la comunicazione è reale o collettivizzata oltre ogni significato personale, per comprendere quanto è diffusa questa forma mentis, questo immenso calderone di niente, dove la libertà di opinione è un’illusione che cerca conferme nelle notizie giornalistiche. Be’ dicevo effettivamente di fronte a questo popo di miseria, ci vuole la genialità per salvaguardarsi e politicamente ristabilire un costrutto di significato che non sia il plus ultrà della superficialità, e diciamo pure volgarità.
Del resto già ieri, mentre il Ministro della difesa Martino, volava negli Stati Uniti a prendere ordini e disposizioni, per occupare la sua parte di Iraq, per liberare le forze degli Stati Uniti, sinceramente non si sa per che cosa, e se qualcuno del governo italiano lo sa, state pur certi che lo sapremo a cose fatte. Insieme ad altre cialtronesche Nazioni Europee che neanche con la convezione della nato, dovrebbero stare lì, come la neo entrate nella UE Polonia, che Europa se si continua ad aprire i mercati, anche riducendo le produzioni, solo per controllare i mercati, senza integrare le economia più deboli, anche lì dove queste economie si realizzano, penso all’Africa, che solo così si potrà realizzare un riduzione dei costi alla produzione e una ricerca di equità sociale, che riguarda anche le nazioni cosiddette ricche europee; solo prendendo in considerazione le esigenze di vita delle nazioni più povere, la ricerca tecnologica progredirà realmente, e le soluzioni scientifiche in essa, dovranno gioco forza entrare in partecipazione con l’Eco Equilibrio del pianeta. Basta con questa darwinistica virtualizzazione dei problemi umani, c’è gente che muore per fame per davvero, senza esserci indotta per scopi economici psicologici astrattoidi per il controllo del potere, e della loro vita. Ma la cosa mostruosa è che dare una possibilità di sopravvivenza a chi non l’ha, non rientra nei fatti nell’interesse economico, di chi controlla in processo economico. Perché Europa con queste prospettive, rischia di diventare quel mostro economico Statunitense, che ha distrutto l’economia di tutta l’america latina, che sta sconquassando il mondo e se stessa, nella sua follia. Quindi quando vedo queste neo entrate che così rapidamente si sono convertite ad una economia di guerra, mi incazzo non poco, perché penso a me stesso alla mia libertà, che continua ad essere ridotta, e vanno in Iraq, non in organizzazione umanitaria, ma margine di tale ipotesi per un losco giro d’affari, che l’economia statunitense non sa più stipulare nella legalità, a cui questi vassalli senza dignità vogliono partecipare. Se in Italia, ci sono ancora segni di qualche forma di vita, sono espressioni di una componente che cerca di difendersi da tutto ciò, solo nel principio pratico che sa che se tutto si sfascia i vincitori sono miseri individuo, a cui rimane solo l’orgoglio dei ladri che si sono presi tutto, pure il giocattolo per giocarci da soli, una scacchiera con i pezzi di un solo colore. Quindi sentendo ieri l’ultima relazione del presidente della consob: Spaventa, è stato chiaro qual è il rischio in cui il mercato bancario, e l’economia sociale che ad esso e collegato, sta generando spingendosi in un ordine di idea che fa della virtualizzazione dei mezzi di risparmio e di investimento, con essi realizzati, un economia che necessita sempre più di maggiore trasparenza preventiva e controllo delle finalità conclusive delle azioni finanziarie economiche ed istituzionali, che ad esse e per mezzo di esse si realizzano. Ora che per il fatto che la consob per mezzo di Spaventa abbia chiarito che in questa prospettiva la consob agirà, ciò non vuol dire che la soluzione del problema si sia determinata, anche in ragione del fatto che una parte forte dell’economia è su queste basi che sta cercano di operare e nella logica di questa salvaguardia, giacché gran parte del paese è spostato su una posizione contraddittoria in tal senso. E il presidente della repubblica con quell’espressione che non riesce a capire come mai, sembra che tutto, vada bene, non c’è una ripresa economica. Ora dato che Ciampi è stato presidente della banca d’Italia, mi chiedo sinceramente se non sia in una fase di senilità precoce accresciuta dal ruolo di capo dello stato che ha. Perché solo un imbecille vede un atteggiamento positivo nelle sue dichiarazioni, tanto da determinare un ottimismo, ad occhi chiusi che non tiene, in considerazione la situazione globale del paese. A meno che non si riferisse, al fatto – per me fonte il solo 24ore TV – che alcuni grossi gruppi abbiano avuto dei benefici, notevoli dal fatto che per defiscalizzazione hanno aumentato notevolmente gli introiti, potendo aumentare i dividenti tra gli azionisti, e che per quanto riguarda il gruppo mondatori, che sappiamo a chi fa riferimento, ha potuto per questo stornare, gran parte delle riserve, ancora sui dividendi, avendo ancora possibilità di riserva per il mercato flottante delle azioni. Ora è anche vero che alcuni gruppi di distribuzione hanno avuto, in questo periodo, dovuto assumere personale, abbassando i profitti, ma sinceramente non so quanto in funzione di una reale qualità, comunque anche su questo fronte c’è un forte condizionamento tra il controllo della grande distribuzione commerciale, e della grande distribuzione di chi fornisce i prodotti. Ora che tutto ciò insieme alla conquista dell’Iraq, che sarà fondamentale nei prossimi anni, ma solo un palliativo in realtà – ipotizzando solo un asettico ambito economico – possa portare tutta questa gente che ha incrementato profitti, in questo momento – che sempre a detta degli analisti del solo 24ora, nel futuro decrescerà, tornato in un ambito, che non comprendo se considerino, di economia reale, o sempre di speculazione di borsa della economia reale, ch’è pazzesco considerare in questo ambito internazionale come soluzione pratico morale legale, pragmatica, della soluzione dei problemi. Mi chiedo ancora a fronte di ciò con un controllo sul debito pubblico, ch’è basato come in ogni logica neo liberista nella vendita prima, del tutto il vendibile dei beni dello stato, per aumentare i profitti di cui, sopra, e pariteticamente aumentare anche il debito complessivo dello stato, per aumentare le dismissioni – necessariamente – dei servizi dello stato, con un via via abbattimento delle tasse dei ceti economicamente più alti, identificati da se stessi, che governano lo stato come unica risorsa economica, per incrementare l’economia della nazione, distribuire i profitti, in una scala sempre più ridotta, in una economia sempre più ricca ma sempre più estesamente socialmente povera, dove anche la salute e il cibo, sono elusivo mezzo della gestione del potere e affidate alla libertà e da questo alla giustizia solidale del libertà del mercato. Credo che la fine di tutto ciò sia nota, anche se ancora si fa finta di non saperla; quasi che il sapere di non sapere socratico sia diventato, io so di non sapere, ma non so che cosa c’è da sapere e se c’è qualcuno che lo sa basta credere che non lo sa, e comportarsi come se non si sappia: parlare senza domandare né rispondere. Tornado per un attimo al presidente Ciampi, essendo lui anche il capo dello stato, non riesco a capire come non intuisca che una economia non può esistere senza della regole a cui partecipare equamente allo stesso modo, e se uno stato rinuncia all’equità, non rappresenta più nessuno, diventa morto e immodificabile, fuori dall’esistenza di tutto il mondo umano. Neanche più di Cesare, ch’è tutto un dire. E da non fare.
Oggi 8 Maggio
Si sono verificati alcuni casi di colera in Iraq, per quanto tra la maggior parte della popolazione si cerchi di ristabilire una convivenza normale, la luce e l’acqua in maggior modo sono ancora non disponibili nella generalità del paese, i servizi come la raccolta dei rifiuti non è stata ristabilita, non ci sono stipendi, né sistema economico, il corso della moneta precedente è stato, a quel che so azzerato, anche se diminuiti si verificano ancora dei saccheggi. Ho visto un episodio dove avveniva la distribuzione, di alcuni dollari a persona. Non so da parte di chi, credo da organismi internazionali, come storno dei suoi fondi per un sostegno di carattere, sociale alla popolazione di quel villaggio. Non so se sarà creata una moneta d’occupazione. Ho visto anche delle persone imbucare delle lettere, con su i francobolli l’immagine di Saddam Hussein, credo che sia stato ristabilito il servizio postale, e qualche treno funziona, come qualche scuola, gli edifici delle banche centrali sono stati distrutti, e bombardati, il ministero del petrolio, no. Il sistema sanitario ha il sostegno medicinale della croce rossa e della corrispondente luna rossa. (Gino Strada è da qualche parete lì) La polizia è sotto il controllo degli americani, succede che i soldati alleati, armati non ne riconoscono i componenti, che svolgono una funzione di presenza sul territorio. Gli Statunitensi hanno iniziato a rimettere in lavorazione gli impianti di estrazione del petrolio, la benzina non è sufficiente per l’Iraq. Ho visto dopo che gli istituti bancari erano stati saccheggiati, incendiati, i soldi trasformati in coriandoli, poi ogni tanto vedo delle immagine dove pacchetti di banconote, in corso con Saddam venire pesate, non so a che scopo, né a che tipo di riconversione. E tutto costa di più, e immagino pagati con i vecchi soldi rimasti, da chi non ha i dollari? Intanto oggi Bush, Aznar, e Blair, propositori della guerra in Iraq, (non è stato rilasciato nessun prigioniere Iracheno) chiederanno all’Ono di togliere le sanzioni all’Iraq, e poter controllare appieno le sue risorse. La ditta americana che ha iniziato ad estrarre il petrolio con i militari, ha in sub appalto un’altra ditta, per il ripristino e il potenziamento d’estrazione dei pozzi di petrolio, tale ditta è stata ingaggiata dal governo Bush, d’urgenza, e c’è stata un’interrogazione da parte di un deputato del partito democratico, perché non vi è stata nessuna gara d’appalto, per l’assegnazione. Ovviamente le ditte in questione hanno un riferimento, con Cheney componente del governo Bush. Ma tutti i componenti questo governo hanno un legame con l’industrie coinvolte. L’Iraq per molti prodotti ha bisogno dell’importazione, molte produzioni interne non si sono sviluppate, credo sia per motivi contingenti la sua conformazione naturale, o di politiche produttive non maturate, sia per i dodici anni d’embargo. Che hanno tolto molte possibilità di sviluppo, e resa precaria la vita quotidiana della gente. Ora molti senza lavoro. E tutto è bombardato. La componente umana il sistema sanitario, sembra sia stata la cosa che ha retto meglio il caos, e superato il periodo dei saccheggi degli ospedali, ora è indispensabile la rimessa in uso di molti ospedali, e il potenziamento di quelli che funzionano – spero che gli americani non sfruttino l’occasione per inquadrare tutto sotto un regime assicurativo assistenziale, sembra paradossale immaginarlo, ma l’efficentismo del Bush e soci è capace di ogni follia, per rilanciare l’economia – iniziassero a garantire i bisogni primari a tutta la popolazione, senza sperequazioni funzionali neo liberiste; come stato che ne occupa un altro, ha il dovere di garantirle.
C’è stata una notizia, che non sono riuscito ad inquadrare accaduta durante l’ultimo periodo della guerra, al tg Lazio è stata data la notizia che era stato arrestato un tizio con molto denaro iracheno falso. Comunque prima della guerra sono accaduti molti episodi ambigui, che lasciavano presagire una effetto “climatologia”.
Ieri in Italia è stata approvata la legge, che dà ai servizi segreti, la non punibilità dei reati commessi in servizio, c’è un vincolo che dice che non possono né ferire né uccidere – vai a sapere i modi di offendere – sono sotto il controllo totale del presidente del consiglio, che per l’uopo ch’è Berlusconi ha stabilito di avere la consulenza di tre persone scelte che lo devono consigliare sul da farsi. Il presidente del consiglio in questa legge ha la discrezionalità di stabilire quando qualcosa è o possa diventare sovversiva per lo stato; nel segreto di stato, se esposto a conoscenza pubblica, anche per quel che riguarda le passate stragi politiche. Oggi un pentito della serbia, ha citato il presidente della commissione Europea Prodi e Fassino segretario dei DS, perché gli è stato riferito che erano i riscossori di tangenti negli per affari tra la telekom serba e la telecom italiana - la maggioranza di governo insieme con Berlusconi in testa reclama a gran voce, una qualche forma di immunità parlamentare che lo riguardi, per la precisione ha detto l’ha vorrebbe per tutti i parlamentari.
Intanto c’è chi pensa a riformare l’Ono, in Italia e altrove, spesso è chiaro in che ordine di idea: del tipo dato che come funzione democratica, non ha funzionato, in quanto se fosse riuscito dove stava riuscendo, ci troveremmo in un mondo diverso per contenuti e forma democratica di quello attuale, e dato che per il fatto che la potenza militare più forte, con la sua oligarchia economica, ha deciso che la legalità non avesse più valore, e insieme ad alcuni stati per convenienza economica ha deciso del tutto autonomamente e fuori dai processi democratici della rappresentazione mondiale dell’Ono, che per tale potenza potesse decidere come volesse della sorte della diplomazia internazionale e del volere dei popoli in essa rappresentativi, anche al di là di tutte le manifestazioni di protesta che nel mondo ci sono state, e che per dovere vanno considerate, come non vanno dimenticati nel rispetto della vita, tutti, i morti della guerra, che tanto vengono evocati, per convenienza, ogni volta che si vuole fare un’altra guerra. Tutte le persone che ne soffrono le conseguenze fisiche, morali, tutt’ora, il resto sembra non sia stato già scordato. Be’ costoro in sostanza vorrebbero abolire tutto ciò che hanno violentato con la guerra, non si sa bene, se per continuare peggio di prima con il consenso di tutti, o per evitare gioco forza che non ci sia altra strada che la guerra per opporsi ha chi di guerra si nutre, in entrambi i casi, non vi è nessuna reale scelta, ma solo una inevitabile conseguenza dei fatti, che ripetono il loro fallimento. Trascinare nel fallimento le conseguenze non comporta che fino all’ultimo istante non si possa lottare coorentemente, perché tale fallimento comporti che ci si comporti incoerentemente con il fine reale della libertà. Perché per il terrore di chi persegue la guerra non vi è immortalità.
Ispettori Rai nella redazione del tg3
8 maggio 2003 estratto da La Stampa.it
ROMA Durissima la presa di posizione dell'esecutivo Usigrai e del Comitato di redazione del Tg3 che in una nota denunciano come «nella redazione del Tg3 sono all'opera ispettori della Rai che stanno interrogando la direzione e gli autori dei servizi trasmessi dal giornale lunedì scorso sulle dichiarazioni rese dal Presidente del Consiglio al Tribunale di Milano.
«L'on. Berlusconi - prosegue il comunicato - aveva attaccato ieri mattina la testata dai microfoni di «Radio anch'io» parlando di un agguato preparato col quale il Tg3 era evidentemente d'accordo. Il CdR e l'Usigrai avevano chiesto per tutta la giornata di ieri una risposta dal vertice aziendale a tutela della dignità di tutta l'informazione Rai».
Dopo il vergognoso silenzio di ieri, la risposta - ugualmente vergognosa - è arrivata oggi, mettendo sotto accusa i giornalisti. Le domande degli ispettori Rai peraltro stanno investendo temi ben più ampi che non la contestazione subita dal Presidente del consiglio nei corridoi del Tribunale: ci si interessa, fra l'altro, anche della «esattezza» delle cifre fornite nei servizi del Tg3 sui conti esteri oggetto del processo milanese.
«Si tratta di un'azione - rilevano ancora Cdr e Usigrai - che mina alla radice l'autonomia dell'informazione Rai, mira ad intimidire i giornalisti del servizio pubblico, intacca i diritti costituzionali garantiti dall'articolo 21. È un attacco di gravità analoga all'emendamento contro i giornalisti votato ieri dalla Commissione Giustizia della Camera».
«I giornalisti del servizio pubblico - conclude la nota - non hanno alcuna intenzione di assistere in silenzio a questi avvertimenti aziendali, gli ultimi in ordine di tempo di una serie di attacchi all'autonomia che stanno coinvolgendo altre testate e strutture Rai» e annunciano la convocazione di una assemblea per domani pomeriggio a Saxa Rubra.
Scalibrio 9 Maggio 2003
Proprio in questo momento è passato un tizio. Fuori di casa, che ha dato su con il clacson dell’auto. Per la cronaca è uno che in una forma di pazzia associativa sta cercando di determinare un mobbing nei miei confronti, funzionale psicologico, naturalmente non è da solo che sta agendo, ed è già borderline da qualche giorno, si è così allargato il processo di transfert associativo che l’effetto della frustrazione sulle proprie percezione, è continuamente in una fase compensativa, rasente l’effetto psichico della bipolarità, c’è sempre qualcuno che finisce male in questo gioco di pazzi, ch’è orami alla portata di tutti, data l’incapacità di sapere quello che si fa, ma solo percepire l’effetto compulsivo comportamentale. Non vi è nulla in questo che non faccia di ciò un atto di fobia maniacale, a fini delinquenziali. Sia che le tecniche siano elaborate dai più sofisticati “psicotici” o semplicemente in balia incontrollata di chiunque, determini in un processo di transfert, di derivazione auto suggestiva, competitiva, un fine implosivo nella propria volontà di potenza che cerca di sopravanzare il processo di transfert del proprio inconscio, sul soggetto che si vuole mobbingzzare. Dove o in funzione diretta nell’arrecare nocumento al soggetto, o per progressivo tentativo di destrutturarlo psichicamente, e in funzione di questo determinarne il nocumento autonomamente, senza che appaia nessuna responsabilità esterna, se non nel caso. Ora in questo ultimo tempo della storia il lavoro sulla forma mentis della gente si è così strutturato che viepiù la maggior parte della gente vive in processo di auto suggestione, su cui autonomamente inserirsi e far finta di razionalizzare il processo di transfert, per convogliarlo allo scopo che si vuole, in una sorta reticolare connettiva i soggetti coinvolti, pur essendo completamente vittime di ciò, ché per scompenso percettivo della determinazione del senso della realtà, li trova confacenti alla manipolazione, pur tuttavia, rimangono conviti che su di essi non abbia nessuno effetto, effetto che vogliono vedere riscontrato, in chi immaginano percepisca il mobbing come vittima. In realtà ciò il più delle volte è solo un’illusione proiettiva, che dà una percezione giustificante, che vieppiù annulla la percezione delle possibili conseguenze dannose, assolvendole in un dominio di volontà, che annulla la percezione del pericolo, della gravità delle conseguenze – ovviamente qualora tali conseguenze preintenzionalmente non le si vogliano. Su un soggetto sociale comune che agisce al tal fine, in una sorta di compulsiva ricerca che nel suo sentire, la sensazione della volontà, che determina l’effetto sul destinatario, è attraversato da una sorta di debolezza psichica, che si acclara in un effetto dell’abbassamento del significato intellettuale, vieppiù in un emotività che domina, a cui il loro controverso senso morale, socializzato quanto rappresentativo del loro status sociale, entra in conflitto con la propria identità, in un conflitto nell’affermazione del proprio io, nella visione di esso, da se stessi visto, sia nella loro immagine di come sia visto e considerato dagli altri. È su questo effetto di transfert, che la persona in auto suggestione, agisce per il mobbing sull’altro soggetto, dove in funzione di esso vede l’affermazione della propria identità dell’Io. Ora qui ci sono apparentemente molte variabili, in realtà il livello più elementare di ciò è quello di attuare un semplice processo d’invidia, e in base a questo, motivare il nocumento sul soggetto. Ciò è estremamente facile, basta far sì che le sicurezze su cui si è costituito, quell’Io trovino un terreno su cui stabilire una supremazia, sicurezze che vieppiù sono sempre mostrate – ma questo è un altro discorso che fa leva su chi manipola altri soggetti verso altri soggetti, ma qui rimaniamo sul manipolato – diciamo allora che c’è un’idea di Io in cui si sente che la propria volontà di affermazione è più sicura; man mano che si procede nel mobbing tale situazione dell’Io entra in conflitto e in competizione con quella dell’Io del mobbingzzato: L’acclarazione dell’Io del mobbingzzotore, ha sempre bisogno di affermarsi, e per farlo utilizza sempre la sua percezione di affermazione, che sempre agisce sull’elusione del significato intellettuale dell’altro, attraverso o un potere che gli viene da una gerarchirizzazione, sociale, a cui vieppiù si associa in questo un processo associativo sociale collettivizzato a “cui mostrare l’effetto e il significato del mobbing, questi cosiddetti, ceto amici, finisco per essere non da meno del loro artefice, in una coalizzazione transfert, che cerca a sua volta di espandersi e manipolare, per affermarsi anche in un Io collettivizzato. Il soggetto in questione, magari in funzione di una qualche qualifica sociale, usa ogni mezzo per dimostrare alla propria percezione una sorta di bontà divinizzante – perché man man che L’Io si deteriora si perde anche la capacità di vedere quale sia il mondo che si vuole, in prospettiva di questa condizione, tanto è nefasta la visione che l’inconscio ci comunica, che o si giunge ad una completa perdita della coscienza, per aderirvi incondizionatamente, o si vive in un continuo stata di alterazione del significato della reciprocità dell’esistenza. In questa sorta di divinizzazione dell’Io, costui, deve dimostrare a se stessa/o la propria superiorità, sul mobbingzzato, anche attraverso i suoi compartecipanti, che assecondanti in ciò cercano la propria affermazione della volontà, attraverso questa compartecipazione, che sempre più collettivizzata, diventa sempre più fusa in se stessa. E allora assistiamo ad un processo che va dall’oltraggio, al delitto, in una sorta di assolutoria ricerca della dimostrazione morale della propria superiorità. Qui” le sfaccettature, sembrano infinite, tante quanto sono i modo culturali che le hanno determinate, ma in sostanza sono tutte viziate dalla volontà di supremazia. Allora incominciano a comportasi come cafoni, ma forzano l’educazione altrui inserendo in essa, un vieppiù processo compensativo che ti obbliga a giustificarli, poi magari con questo sistema mostrano agli altri, quando la virtù si mostri grazie a loro, o quelli, più molestamente che non si può, limitano la libertà del mobbingzzato. Naturalmente il mobbingzzato può essere superiore in queste cose, parlo della sostanza della virtù, e non della sua immagine mostrata. E così inizia un altro “gioco” auto suggestionante e molestante, sempre più patologico e intellettualmente senza senso, e così quello che non ha senso acquista un non significato, e i significati e la percezione si complica ancor di più, in una sorta di involuzione dove non si connette più, dove la comunicazione è solo una rappresentazione immaginaria senza fantasia né realtà. E la cattiveria è a fin di bene. Sta di fatto per non prolungarmi in questo discorso che voglio portare su altri fronti,. Pensiate ad una donna che per qualche motivo, ha un incontro con me, e in funzione di tutto ciò detto, sopra, passa molto tempo a relazionare con me in questo modo, ogni volta rinuncia a qualcosa della comunicazione reale e continua in una sorta di volontà di affermazione, a cercare modi surrettizi, oramai in preda al suo Transfert dell’Io per stabilire e assolversi dalle conseguenze in essere nel suo agire, ma sempre voler stabilire una volontà di supremazia. E ricordate è compartecipe ad altri, altri che a loro volta sono compartecipi di altri, così all’infinto forse, sino alla fine, senza mai avere avuto la volontà di conoscere e comunicare. Non vado oltre perché l’oltre è davanti agli occhi di tutti, ma credo che ciò non basti per affermare che molti vogliono vederlo. E allora non so proprio cosa dire, magari a quelle coppie per me sconosciute che entrano in crisi perché si associano ad altri, anche con me, magari quando sono seduti al cinema, e in base a come ti percepiscono, nel modo in cui le si è seduti affianco, si accorgono che sono con uno stupido che gli permette di vanitosamente compensarsi, e incominciano a romperti le scatole, facendo capire a lui quello che pensano in confronto a te che sei lì uno sconosciuto, e allora magari per capire meglio attirano la tua attenzione, e tu alla fine le guardi, e allora baciano lui per far capire lui ch’è il preferito, oppure no, e continuano a non si sa bene che cosa, a stare con lui e fare l’occhiolino a te, e allora tu magari non le guardi, allora vanno dall’amica, e gli dicono che sei uno stronzo. Hanno così voglia di fare all’amore, che proprio non lo sanno, perché anche lì vorrebbero dominare. E non c’è verso che ti interessino a tal punto che se lo facciano credere, o chiedere. Perché il loro gioco è una puerile molestia, fatta degli stessi principi di come è fatta quella del mobbing sopra. E allora magari si siedono dietro di te e danno i calci alla sedia, e poi magari vanno dallo psicologo a dire ma com’è che non capisce che non fa quello che “voglio”. E allora lo psicologo magari gli spiega un’altra tecnica più pazza della prima, a meno che lei non sia già un psi, e l’amica dell’amica e il marito, l’amica, che prima dice all’amica che stronzo. Gli prende voglia, ma non lo dice al marito, e me la trovo attorno che non sa quello che vuole, e io magari gli sorrido per cortesia o per sbaglio, e il marito non sa cosa è successo, e la moglie gli dice che sono uno stronzo, e allora magari mi fa vedere la fede, o mi passa accanto e mi dice sono sposata, e il marito gli dice ha capito?. E allora i figli che imitano i genitori, ne seguono gli esempi, impazziscono, ancor di più, e mi rompono i coglioni più della madre, per essergli più bravi. E mi ritrovo addosso queste famiglie del cazzo, pre maman cornuti, frigide, che fanno pompini virtuali, e non so quand’altro, e chissà se in questo modo credono anche che per me è stato un piacere, e mi dicono è stato bello, e io sinceramente non so di cosa parlano, che cazzo vogliono pensare, e che io pensi. Insomma non si riesce a vedere un film in santa pace, ed il cinema è diventato un covo di asociali pervertiti. E allora ti metti comodo sulla poltrona e te ne freghi di chi e come ti sta accanto. E allora lui che fa, incomincia a romperti i coglioni più di lei, e non fa che muoversi, magari la tocca, tossisce appena, come tu ti metti comodo sulla poltrona, e magari è il plus ultrà delle scienze del comportamento che c’è in giro, e allora tu al buoi ti tocchi, per fatti tuoi la coscia sinistra mentre lei ti è seduta a destra, e lui si volta condizionato, perché gli era sembrato, che poggiassi la mano sulla coscia di lei, e allora tutta un’altra pantomima, per dimostrare che lui si è girato per motivi che non si riesce a capire, e di cui non me ne frega niente. E andassero prima possibile a casa con questa loro felicità. E mi lasciassero vedere un film, normalmente e non sempre come un genio. Chi cazzo se ne frega che sono idioti e perché lo devono venire a dimostrare a me che non lo sono, ma già, dimenticavo ch’è ormai una cosa generale.
Sinceramente ho avuto molto da fare, anche se volentieri credo avrei trovato piacere a fare all’amore anche due volte al giorno, ma è veramente diventato tutto assurdo. E porsi un obbiettivo in tal senso è pressoché didascalico, ché un obbligo o una necessità, non certo una virtù, o qualcosa che ha a che fare con l’amore. Non so se sono cinque o sei anni non ricordo. Del resto solo le prostitute sembrano non obbligarti a farlo, ma non trovo un motivo per loro, perché mancano molte cose, della libertà. E se dovessi prestare un po’ di attenzione, nell’impegnarmi in questo, che non succede più naturalmente, che sembra che non piaccia più neanche, e il piacere sia qualcosa di secondario, insomma è facile farsi dire sempre di si, ma non sarebbero i si che voglio, e non sono quelli che ho avuto. Starà a fare.
Comunque sia. Ho ricevuto” il solito idiota, che mi ha scritto nel News, che non si distacca da tutto ciò, da un prevalere culturale, dove in funzione di una propria frustrazione, ti molesta con la solita ignoranza da persona che cita, che cita a memoria nei salotti, dove sta ma vorrebbe stare, dal riscatto sociale che ha fatto di una cultura a memoria, ma che non si dica l’assistente, della possibilità di affrancamento sociale, che emerge ma non è mai realizzato. Il tipo che non sa né leggere e né scrivere, e che ha nella testa tutto il sapere scolaresco di questo mondo. Il tizio magari che cerca di costruire una superiorità nella comunicazione, in base a quel che dice e risponde, rendendo elitaria la percezione di quel che si dice da solo, senza la possibilità di capire quello che dicono gli altri, né come lo dicono, né perché lo dicono. Insomma un ignorante, costituzionalizzato, ma si potrebbe anche dire istituzionalizzato, termine riferito a dei detenuti in carcere che non accettano più di vivere fuori dal carcere, termine americano. Comunque insomma ‘sto tizio, non so se è sempre diverso, o sempre lo stesso, anche se cambia nome e mette e-mail false, non posso negargli ch’è rappresentazione, di una parte importante del sentire italiano, e anche di qualche parte del mondo. Non vi dico né il nome né le faccine che ha messo. Sta di fatto che chissà che ha nella testa. Diversi anni fa un po’ per gioco, un po’ per davvero, mi fu chiesto se volevo far parte dei servizi segreti, non so bene in che forma, tanto mi apparve, un tantino puerile la proposta, e anche un po’ chi me la fece, che poteva essere anche vera. Sta di fatto che chiesi perché dovevo essere adatto a ciò, dato che non accettavo l’uso delle armi. Potevo essere adatto ad accattivarmi le relazione con la gente, ero capace di conoscere gli ambienti e potevo valutare le persone, socializzavo facilmente – forse perché intelligente e bello al contempo, e non codificabile – sta di fatto che dissi che volevo altro dalla vita, e non m’interessava. Mi incuriosì il fatto che nell’eventualità, sarei stato sottoposto a dei test, attitudinali, a mia insaputa. Mi successe qualcosa del genere, che infastidì un po’ la mia vita, e si inserì in quella che era la mia vita vera. In sostanza vai a capire che cacchio succede. E d’era in me ben chiaro, già allora che ora sarei stato qui a scrivere, e a farlo non come questi illusi che si incontrano in internet, ma nella trasparenza del processo realizzativo creativo, nella creazione dell’arte. Andate a perdere tempo, Luther Blissianamente, lettori, e riempite la vostra testa di convenzioni fittizie, quanto convenzionali, giocate con giocattoli che non conoscete, editori, e intascate soldi, dal committente, che sa qualcosa d’altro. Invogliatevi di qualunquismo e invogliate gli altri, non sia detto che l’ignoranza venga infranta, giustificatela e illudete, tutto deve piacere senza bisogno che non piaccia; servili servi, per quattro soldi d’ignoranza, per puttane da salotti buoni, e ville di guerra fondai. Discutete ancora di accenti, senza sapere perché, e non scordatevi che ciò è redditizio. Il potere della menzogna. Godetevelo non vi salverà certo dalla morte. Una persona e meglio di molte, due soltanto forse, ma è già sufficiente.
10 maggio 2003
Ora qui ci starebbe bene una poesia di Dino Campana, e magari lui che parla dell’idiotità che lo circonda. Oppure si finirebbe con lo sprecare le parole, inevitabilmente, in un mare di protuberanze, sì protuberanze puttaniere, di frasi e insulti delle frasi, di imbrogli di confidenze e oltraggi, di intimità che si prostituisce e volgarmente pretende. Sembra essere oramai un assioma, ciò, uno stratagemma dell’incapacità, o la capacità, di un’impotenza, che vuol apparire come sapienza. Sta di fatto che l’atto non rappresenta che stoltezza e nella sua breve esistenza, mette in imbarazzo, tanto è misera la sua essenza, tanto è vuota la sua rappresentazione umana, ch’è una vergogna. Sta di fatto che queste parole, già preannunciano che un processo creativo, è in “suol dirsi, si sta trasformando. È già nella testa da un’altra parte. Si lascia un luogo, si trova tutto quello che vi è. Parlo di quello che ha generato questo libro, di questo libro. Di ciò che determina di come le parole sono scritte, di ciò che le mette insieme, e di tutta la storia che vi è in esse. Ma l’atto di cui parlo è quello che sempre più inutile e ridicolo mi appare. L’editore, non so se spesso non sia il caso di provare vergogna di un tale epitaffio, di un appellativo più vicino alla cialtroneria che alla vergogna. Di un processo creativo, che non sa un bel niente delle tecniche del processo creativo, che ti dicono che un libro è fatto, quando finito, ed un mondo intellettuale percettivo, emotivo si è trasformato, perché sei perfettamente consapevole di questo. E quel che stai per costruire lo è altrettanto. L’editore, il produttore, e l’artista, sono misera cosa, anche tutti e tre insieme, rispetto all’autore. Per non parlare dei lettori di ogni dito, di quelle amebe delle case editrici. Che magari ti siedono davanti, e neanche si presentano, e finisce che ti parlino delle cose del tuo libro, e ti rendi conto che sono completamente impreparati, non sanno neanche il riferimento che ha quello che dicono con il loro stessi pensieri, con i loro stessi metri di analisi. E poi magari quando è il momento di pagare il conto, per compensare la loro inferiorità “potenziata”, scroccano pure, poi magari riferiscono pure all’editore, le loro impressioni, le loro strategie editoriali sul metro mentale di qualche professore che potrebbe essere, loro lettore, che si trascina dietro un mare di analfabeti del corso. Del resto in Italia non ci sono persone libere e pertanto di cultura, e non si può pensare che ci siano dei lettori, si è affidati alle tendenze di salotto, più o meno beceri, la differenza sta solo nel reddito del costo del divano. Oltre questi figuri, che ho incontrato, un’altra bella rappresentazione degli editori, sono le redazioni, dove si finisce sempre per imbattersi in qualcuno che in base a non si sa quale facoltà, crede di avere il potere, del sacro sapere, quasi come quei critici che si fanno ungere per emettere un certificato. O critici addetti, o che altro, che per una facoltà onnipotente, credono di avere la licenza di essere cafoni, solo perché incapaci di confrontarsi, finanche sul piano dei comportamenti, son quasi peggio di quelli, che non ti dicono chi sono per paura di dover dimostrare quel che sono. Io credo, sinceramente che il mondo che in sostanza si e no determina una somma di venduto, è l’azzecarci o no in, per puro riflesso surrettizio, è a sua volta un caso di riflesso delle redazioni. Be’ poi c’è tutto il can can che determina la qualità del surrettizio. E niente altro il nulla totale. E allora quanto mi capita, per mia volontà raramente, questo nulla prima del nulla della pubblicazione, il suo imbarazzo, nel dover apparire qualcosa, quando non lo è, è tra le cose più squallide e dispendiose, e dissipatrici di tutto. Un arroccamento senza scacchiera, una mossa sulla scacchiera che non si vuol fare, per non sapere se si perde, e far finta che non si debba fare. Allora ti rendi conto che hai a che fare con degli idioti totali; di persone che parlano di autori, senza proprio averne il diritto. Insomma se è indispensabile scrivere certe cose lo è altrettanto leggerle, ma ciò non è determinate che si “leggano”. Allora dicevo in questo libro che già mi fa parlare come avevo abbandonato, e che dopo l’ultima battuta di “tasto” sarà finito… dicevo che nelle redazione dopo magari avere incontrato un di codesti lettori editoriali, come un fantasma. Ti capita inevitabilmente primo o poi una segretaria che va di paro passo con l’andamento della casa editrice, e del suo editore. Sempre come decade l’ipotesi di qualità della casa editrice, in uguale i comportamenti sono quelli della scacchiera, naturalmente per quelle poche, che immediatamente non si rivelano tali. In sostanza sembra una logica impropria di sostanziale percentualità, e percentile della casa editrice, nell’ambito della percezione, della redazione addetta. Che non sa capire più quale sia la sua identità, su cui il percentile di corruttibilità dell’autore, determina il suo comportamento, in base alla possibilità percentile di influenza dell’autore sulla redazione l’editore. Tutti sono corruttibili, il gioco delle parti fa parte della finzione della rappresentazione della scacchiera con i pezzi fermi. È una mondezza per me tutto questo, e non cambierebbe la mia vita, e non ho, la, voglia di sprecare così tante energie, per una tale illusione. Ciò non toglie che sia estremamente fastidioso, prima o poi averci a che fare. E allora non vi cito nei dettagli alcune di queste situazione, né dettagliatamente i fatti, i comportamenti accaduti. Per alcune di esse… li già trovate edulcorati, in precedenti miei libri. E allora come in un telegramma di alcune righe, senza nessuna poetica immaginazione: “Non la conosce nessuno” Non trovo il suo manoscritto” (la nuova addetta della Adelphi) TNT il corriere, Lo Abbiamo spedito ma non abbiamo la ricevuta. SDA non è arrivato per il prezzo che ho pagato, ma in serata, è stato ritirato dalla segretaria di Callasso. Tutto il pomeriggio. Centralino, mi passa l’addetta. Sono… si attiva la segreteria telefonica. Tutto il pomeriggio – rottura di scatole tra telefonate, a corrieri e addetti e non si sa chi altro”. Telefono tardo pomeriggio, segreteria telefonica: è stato ritirato da un certo Vaglio. Più tardi, la nuova addetta, sempre in un linguaggio da parafrasi, che non si sa cosa vuole accalorare o formalmente evidenziare del suo comportamento. Pazienza ma gran rottura di coglioni. Ascolto, formula di scuse. I rapporti con l’Adelphi non sono mai andati oltre, un rispetto formale, sostenuto nella sostanza, dalla cortesia e disponibilità, sempre chiara, nell’addetta precedente, non ricordo bene ma credo, da ben oltre una decade, ma anche fosse solo un giorno, la sostanza non cambia. Non cito nomi. “Né i comportamenti di alcune donne, in tutti gli attori professionali citati. Passa un tot di mesi, solito circa sei. Ricevo una lettera, di rifiuto. L’Addetta - è fatta in quel modo, per una disponibilità confidenziale. Io, non mi risulta che si sia mai stabilità un’intimità, perché io comprenda questa forma di comportamento (che non ha sostanza) per me è cafonaggine estrema. Anche se accetto la sua spiegazione (in sostanza il formale, a dato spazio ad un qualunquismo senza nessuna informazione necessaria per una relazione di base). Il signor Calasso è il proprietario della casa editrice, può