I cani devono esprimersi da cani???
[A: rec-arts-ascii@moderators.isc.org 2004/10/27 mer AM 09:30:08 GMT+02:00
Risposta:rec-arts-ascii-moderator@robomod.net 2004/10/27 mer AM 09:48:59 GMT+02:00]
Gentile moderatore, le invio questa mia per indicarle che il mio scopo creativo era tutt'altro che frammentario nel significato. Mi rendo conto in effetti che la specificazione di cui parlate come forma d'arte ascii riguarda una specifica modalità (a tal proposito se leggeste un mio libro, realizzato attraverso la trasformazione dell'immagine video, ri-espressa attraverso i codici di senso scritto, che nel suo sviscerarsi esprimono in pieno una trama letteraria, come un interrogativo da libro giallo, forse valutereste che i limiti della ricerca per sua stessa espressione dalla alla tecnologia, hanno l'effetto del tempo come espressione del linguaggio - che usa - nella fattispecie del mio libro il dvd e la video camera digitale. Io non voglio etichettare il mio libro sotto un codice artistico definito, come non voglio io artista, scrittore, essere etichettato a tal fine. E allora è ovvio che la libera ricerca dell'artista può in certo qual modo avvicinarsi all'ipotesi di un codice artistico che ne definisce uno stato - ma in tale evento la libertà dell'artista non può essere motivata dall'eventuale stasi accademica del codice, se non in ragione della sua critica al codice accademico. Ora io non è che abbia perseguito questo discorso a priori, non sarebbe sensato il fatto della contrapposizione per l'acclarazione, tanto più nei confronti di un linguaggio che nella forma esteriore si differenzia, ma quel che ho visto verificarsi è il dato stesso che il codice del segno e dell'immagine trovino un limite al di là dell'espressione dell'autore, codificandone a priori i contenuti e l'intenzioni dell'autore (anche robotamato, è un battuta di spirito). E allora a ben riflettere anche questi miei segni possono rappresentare un'immagine inconsueta per qualcuno, quasi come un'immagine ascii. Di fatti tra l'immagine e l'immaginazione c'è sul piano artistico l'imprescindibile bisogno della coniugazione, attraverso il senso e il significato che s'interrogano, sul motivo del senso ultimo ma aperto, perché spirituale dell'arte. Altrimenti il pericolo della tecnologizzazione dell'arte è di rappresentare poco più che un codice a barre, che di fatto non evidenzia né la poetica, né il significato della rappresentazione, perché obbligatoriamente funzionalizzata e legata alla morte dell'oggetto, come paradosso, dell'esistere dell'essere umano. Allora Ridefinire il significato tecnologica anche per mezzo dell'arte ascii, deve farci essere presenti sulla possibilità della morte stessa della poetica individuale dell'autore, e di fatto del senso stesso del perché essere liberi dalla funzione tecnologica.
Comunque nell'inviarvi le mie "possibili" scuse per l'eventuale fraintendimento, vi auguro di essere sempre vigili sull'interrogazione della liberta della propria coscienza.
Cordialmente
Patrizio Marozzi
www.ilmanoscrittodipatriziomarozzi.it
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