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Patrizio Marozzi

Esperienze ed Espressioni.

7 Dicembre 2007 - 27 settembre 2009

Inquestolibrononmancanessunavirgola.

 

 

Del sapere leggere

Sinossi semantica in breve de: “Il concetto dell’individualista omologato.”

Sottotitolo

Riflessione per non far morire il cuore. E saper leggere.

 

Disse: “Tu sei un individualista omologato”. Il tuo egoismo si differenzia da quello puro dell’individualista che vuole il potere sull’omologazione e fa dell’egoismo la sua massima esigenza. Tu individualista omologato crei sistemi virtuosi dove in ragione della funzione omologata, determini l’azione del bene come collettiva azione. In questa manifestazione di superiorità anche la tua assenza come individualità assume il connotato di manifestazione di superiorità. Pertanto l’aggregante collettivo, va per espandersi per omologare l’egoismo individuale.

Sinonimo

Qualunquismo

Vanità

Banalità per l’estetica

Concetto superiore

Contrari

Individualità

Bontà

Conoscenza

Riflessione interiore

Opere letterarie

L’uomo senza qualità di Musil.

La fonduta psichica di Eugenio Montale. E non ditemi che la letteratura poetica o altro di Montale sia difficile. Per me non lo è mai stata e non ho trovato ciò come giustificazione per leggere altre porcherie, scusate il termine.

Un lettore sincero.


 

Farfallone

 

L’altro e il non altro

Che cosa posso dirvi quando vedo le donne per la strada in giro per la città non posso non pensare come si muove il loro corpo sotto i vestiti. E più penso e mi dico quella e quella come sarà che meraviglioso sesso nasconde. E allora voi direte che le immagino muoversi camminare nude. Spiacente non è così. Nude sì ma sole come me e con me che bacio il loro meraviglioso corpo accarezzo la loro pelle. Il sesso di tutte le donne è meraviglioso e non posso non immaginare di abbracciarle e baciarlo. Ognuna che mi dice: “prendi” ed io che le prendo le bacio. Vi chiederete, ma non vuoi sapere i loro segreti, pensieri confidenze. No! Sinceramente no, né in caso vogliano distinguersi l’una dalle altre a parte per la meravigliosa anatomia del loro sesso. E in fondo in cosa dovrei differenziarle, tutta la morale contemporanea è ed è stata da storico presente una finta scelta tra il relativismo dogmatico e il relativismo astratto. Se poi qualcuna è una rapa convenzionata col bigottismo, che dovrei distinguere: il possesso della ragione del fare, il fare tutto senza dire bene cosa o l’essere giudicato per lo stato della convenzione. In aggiunta dovrei dire di far finta di amarne una sola per poi dover colloquiare relativamente con tutto il resto. Ma vi pensate di quale morale sulle basi del relativismo della comunicazione può essere meglio di quello che io – amando solo il sesso della donna senza nulla determinare con esso che solo l’amarlo e baciarlo. Una donna con le sue tre bocche e sei labbra quale meravigliosa morale della comunicazione può essere più appropriata. E in fondo che stoltezza la scelta tra un relativismo e un altro, magari tra l’opportunità del profitto in un bacio economizzato o l’attributo della scienza nella scelta del tempo economizzato. E per di più la verifica della rapa convenzionata con il bigottismo è veramente trasversale i relativismi.

Le amo tutte non ne penso nessuna migliore delle altre.


 

 

NormaG

Che mestiere ho fatto? Mi sono occupata di problemi sessuali. Nella fattispecie di quel problema sessuale fatto di compulsiva astinenza sessuale dovuta per lo più ad incontinenza del desiderio.

Sembra un fatto che sa quasi di assurdo – la questione di non riuscire a contenersi, quasi che l’affettività del desiderio sia in un; sia pure meraviglioso “buco” corporeo e per questo il tutto in uno scambio di potere, forse della fantasia in sociale. E quanta protervia. Certo anch’io sono gratificata da un certo successo in quel che faccio. Ma per lo più se viene un tizio e mi dice che vuole stare bene; io gli rispondo be’ anch’io voglio stare bene.

Mentre questi tizi come gli arride un po’ di successo sociale, rapidamente dimenticano ciò ch’è bene, trovano superato quel che si rappresenta nella sincera sapienza ed esperienza, “non è di moda”, ridono come degli idioti si iscrivono a club satanici e si sentono superiori. Sembrano dei gatti che dopo che la gatta si concede mordono il suo collo e grugniscono d’onnipotenza.

Spesso questa giungla di persone confondono e vedono la virtù nello stabilire un senso venale come opportuno; e quanto trovano opportuno essere venali in questa scelta.

Con questo bigottismo vengono a trovarmi e trovano la giusta realizzazione e compensazione nel pagarmi. Credo proprio che sia ciò che rende ossessivo il desiderio; lecito l’inopportuno?

Ditemi “voi” allora dove io devo trovare la virtù, quant’anche una sincerità nel comunicare il desiderio. E come si spiega questo fatto che la scelta è sempre “opportuna”, anche la mia, sempre mirata per un senso di appagamento nella vanità. Mi si può dire che ho io da vantarmi. E già rispondo che ho io da vantarmi?

NormaG


 

Stranbellona A.

 

Piccoli quesiti

 

Che dite - io lo so certo - ma è meglio il matrimonio d’interesse o quello d’amore. Certo io non voglio sbagliare e bisogna fare le cose come si deve, sennò dopo succedono dei problemi. Allora è meglio il matrimonio d’interesse per costruire una buona famiglia che sa far fronte a tutte le cose della vita. Ma come si calcolano gli interessi! Certo qualche tempo fa mi andava bene una certa posizione ma ora che ho più soldi. Che dite!

Certo sarebbe bello un principe azzurro ch’è un matrimonio d’amore, ma anche d’interesse, che dite! Chissà forse un giorno m’innamorerò, ma non capisco perché nell’amore devo scegliere e mi sembra sempre che non basta mai. Ma allora sono gli interessi quelli che contano: che viene dopo lo stare bene l’amore o il lusso, che ne dite! Ma già certo se c’è il successo di che mi preoccupo faccio quello che tutti fanno e questo è amore e allora è giusto guardare all’interesse. Ho un autografo con dedica di Renzo Piano – che dite può essere utile!

Che dite sono un po’ svampita! È meglio.


 

Gege

Scettica

Non so! Però non vi sembra che le cose non appaiono proprio come sono.

Non so! Dico si fa una scelta perché non si vive nell’ipotesi della scelta dell’altro.

Non so! Ma di fatto si dice di scegliere solo perché l’ipotesi sostiene l’atteggiamento ma spesso il vivere: l’amore.

Non so! Non vi sembra poi che il saluto sia deluso da chi ha un atteggiamento di vanità.

Non so! Non sanno come sostenere la propria vanità di fronte alla franchezza di un saluto.

Non so! E tutti quelli che vanno in giro a dire come fanno le cose quello e quell’altro, magari per immagini associate e per questo credervi? e che sono un bigonzo.

Non so! Non si vantano di non saper fare le cose, che nuova dittorialità è questa e quanto dura.

Non so! E poi con chi vantarsi e perché ci si deve vantare delle cose che si fanno s’è pieno per di più d’arroganti, non so, che fanno, o meglio impediscono la libertà a Gege persona.

Non so! E i pecoroni per i pecoroni che fanno sempre gruppo contro le persone giuste.

Non so! Mi sembra che tutto questo sia già passato.


 

Esteta

L’Esteta

Io sono un’esteta e non capisco perché il mondo sia finito dentro un fare sempre più monetizzato. Mi appropinquo a cercare le cose che spesso mi sembrano futili, ve n’è un’offerta, oso dire, illimitata. Questo poter vivere imbecillimente mi sembra alquanto modesto, ma anche s’è un gran vuoto: utile. Le classifiche in cui gli imbecilli si distinguono sono ovunque e per ogni cosa ed io mi sollazzo nel giudicare questa loro naturale attitudine. Indubbiamente per ogni mia profferta di analisi non so quanti beccaccini stanno ad ascoltare, pagando un tot per ogni mia apparizione, nel mondo dell’immagini e altro: per l’argomento d’attualità: ben costruito per una genuina estetica dell’apparirmi.




 

Diva

Un po’ del mio divismo

La mattina, appena dopo svegliata vado alla finestra e guardo un po’ fuori. Per prima cosa guardo il cielo, poi pian piano scendo verso la gente. Resto così un po’ nel guardarli. Poi mi siedo e faccio colazione e penso a come sta la mia faccia, il mio corpo. Ogni tanto resto assorta nel pensarmi, mentre con una mano mi accarezzo la pelle del viso, con soddisfazione. Verso la metà della mattina leggo un po’ di posta. Mi scrivono perché sono diventata un’icona, un’immagine nella loro testa. Molti di costoro anche quelli che m’inviano copioni da leggere: diciamo in un tal’altro mio tempo, quello in cui ero visibile, non hanno fatto osato tanto. Ora sperano che la mia eventuale attenzione desti con la mia immagine altrettanta attenzione per loro. Soltanto questo, ciò.


 

Berto

Temporalità

Mi vien spesso da chiedermi perché le persone copiano così naturalmente le cose sbagliate, ad esempio se scoprono come imporsi sull’altro, che so anche con un fastidio, subito a compierlo. Una pura deficienza senza la comprensione del naturale far bene. È come se tra la schiavitù o la libertà sentano di appartenere alla schiavitù. Sembra proprio sempre nel tempo della vita che la verità e la libertà siano più che naturali, mentre gli errori come la violenza e la guerra emulazioni dell’essere nell’agire. Quanti proclami e manifestazioni per non ripetere la violenza, ma la violenza viene praticata e non riconosciuta come tale nel suo stesso affermarsi – come strana smemoratezza degli umani che non sanno essere presenti a se stessi. Fino a trovare paradossalmente oltraggiosa la libertà e la verità, crisi stessa della manifestazione storica della volontà degli esseri umani che lottano tra loro per la supremazia collettiva della coscienza.




 

Beppo

La mia cacca

Io sono Beppo e faccio la cacca tutti giorni, non dico questo solo perché mi piace fare la cacca, ma perché con la mia cacca voglio fermare il deserto, dove c’è il deserto non si può fare la cacca e sembra che il deserto avanza tutti i giorni, ho detto ad una mia compagna di scuola se vuole fare la cacca anche lei per salvare la terra dal troppo deserto, ma mi ha detto che dopo la cacca non sa dove metterla perché gliela lavano con detersivo.


 

Gengo

Non so se mi spiego

Dico non so se mi spiego, oramai c’è gente che ti rompe le scatole per la strada, che neanche la si conosce, ma si conoscono tra di loro, già perché so tutto un gruppo d’opinione per fare disposizione, che non c’è più nessuno che caca da solo, scusate il punto di arrivo. Si concentrano le opinioni così c’è più spartizione, e tutti a cacarsi sotto di non far parte delle opinioni. Paura della libertà, paura della verità. Dico non so se mi spiego.

Gengo


 

Partico

Le parole non sono un profilattico

Dico che l’ho fatto per facilitare la comprensione tra i popoli. È vero le ho incontrate mille volte in ogni guerra: i libri della morte delle facili emozioni, delle storie di chi se ne frega, poverina quando ha sofferto. Ma non è mai cambiato nulla in fondo la normalità falcidiata distrutta dalla guerra e di pari l’eccezionalità vissuta al di là dell’ipocrisia del convenzionale della normalità, ché a sua volta cerca di affaticare il bello della verità, quell’eccezionale unicità con la fatica di una normalità appunto senza soluzioni, altre, che nello sfociare nelle sue crisi. Ed è quell’eccezionalità ch’è veramente importate: prima e dopo nel prima e nel dopo della normalità che reprime, sì in fondo reprime l’adesso eccezionale. E allora io ho fatto questa cosa, con tutte, tutte ho fatto all’amore, ma che potevo fare ognuna di queste donne parlava una lingua che le faceva sentire comprese da me, a cui io davo il loro sentimento. Dovrei dire il nome di ognuna, ma non lo farò. Ho fatto all’amore con una spagnola, poi c’è stata la francese, poi la portoghese. E già accadeva qualcosa di eccezionale, perché tutte sono rimaste incinte. Ho viaggiato nell’America latina: messicana argentina, boliviana, brasiliana, tutte sono rimaste incinta, una per ogni posto che parlava una lingua ispanica, poi ho attraversato l’Europa e ho messo incinta una rumena. Mi sono scritto con una tedesca e ho messo incinta anche lei, è successo un po’ stranamente dato che ci scrivevamo parole scritte uguale ma dal significato diverso e quando ci siamo incontrati abbiamo fatto subito all’amore. Ho messo incinta anche una greca, perché mi scriveva il greco ma con l’alfabeto latino e ci siamo capiti. È vero ci sono alcuni altri posti dove ancora non ho messo incita nessuna, ma credo che accadrà. Ed ora posso dire che tutte queste donne che non sempre si capivano tra di loro ora si comprendono ognuna nella propria lingua ascoltandosi in italiano. E dimenticavo c’è anche una russa incita. Non vi pare che abbia fatto già molto. E che tutte abbiano capito l’eccezionalità della mia lingua, proprio per capire meglio se stesse. Mi direte ma non c’è nessuna donna italiana incinta, provvederò appena capirà quanto sopra. Che voglia che ciò.


 

Fernadiello

Capita

Devo essere sincero la tua perspicacia e sensibilità nell’afferrare le cose come momenti che ti fanno pensare dovrebbe renderti molto disponibile e sicura, in effetti c’è un po’ di agitata tranquillità, credo sia questo il concetto giusto per esprimere quel tuo sorriso spontaneo e sincero del far bene dentro quello che in fondo ti pare importante. Ci sono tante cose semplici che ti incuriosiscono ma dimentichi che c’è chi le reputa considerate anche solo per quel mondo su cui vogliono stare, a te in fondo piacciono proprio perché concedono sorpresa che ti sembra tanto riflessiva. A me quello che mi fa riflettere non è tanto quello che racconti di queste cose e spesso racconti di altri, che anche valgono per citazioni, rompere gli schemi. Oggi però ti ho sorpreso un po’ ti sei sentita un po’ osservata come se ci fosse qualcosa che sta in un posto che tu non consideravi di esprimere. Che posso fare, se parli di baci bacia, se dici di osservare osserva. A me non me ne frega niente del tuo successo con me o con altri, anzi la realtà quando diventa nomea non deve appartenerci quel che conta è la libertà non della forma in quanto stare in un luogo ma in essere con qualcuno che non è in un luogo ma esattamente dove vuole lui. Troppo appariscente questo fatto di raggiungere le persone in realtà c’è un’ipotesi in sospeso e solo la sincerità toglie dal posto in cui si era. In effetti o non si esiste o si esiste per rappresentazione e allora lo spostamento del luogo dentro di noi – è nel mio pensiero – sono solo, l’apparizione dell’altro in questi momenti può anche svanire. Due persone stanno fuori da quel che si rappresenta ma sono ognuna forse nella propria visione, più esattamente pensano, riflettono lasciando che quel che fluisce stia con loro anche quando si muovono. E allora che si stava facendo? Comunque deve sparire tutto lo stesso, ogni costruzione solo quel che si pensa solo allora e quel che appare non appare più per quel che tutto diceva ma solo per quel ch’è dove è e al di là di dove è collocato.


 

Pasuat

 Di notte

Di notte sì, voglio dire proprio di notte. Quando i passi li ascolto solo io, i miei passi e che succede tutt’intorno. Che importa c’è solo quel tuo sguardo, quello sguardo che vorrebbe sapere ma tace. È notte e bisogna parlare, capire, riflettere ma facendo in modo di creare e riuscire a sapere quel che s’immagina come profondo e toccante. Di più c’è solo il respiro che calmo si ascolta come siamo vicini, si dice e poi lascia, ci lascia un’espressione nel nostro volto. Già siamo così vicini che si vede ciò, si ascoltano i respiri ed i fruscii della notte, l’aria fattasi vento calmo che attraversa gli alberi. E via un pensiero è lì e si ritrova anche se il vento ora sembra lontano e c’è un altro sguardo ed un altro che guarda con un po’ di curiosità quel che nel silenzio sta accadendo, placido, credo del tutto sereno. È una carezza attraverso l’aria della notte, un sapore e un toccarsi di labbra. Ora si odono alcune parole tra sguardi sorridenti, alcune parole due voci nel silenzio e le onde sotto il cielo e le colline nella notte. Dimmi la verità, quasi sorridendo alle parole libere, si dice ancora sorridendo nel silenzio. C’è un viaggio per tornare del tempo un po’ ad ascoltare il suono del viaggio il silenzio di un raccoglimento un po’ rilassato in cerca di affettuoso stare, dopo, la sensualità. Se già ricordi non ricordare perché è la notte dentro i sogni ora stai qui cercami ma stai qui.


 

Cartotico

Socievolmente

Il sociale è pura merda. Tutto è retto dall’invidia e per gli invidiosi, un corrispondente agire senza facoltà. La famigerata ipocrisia non ha eguali e la carità è un meschino cadavere imbalsamato. Spesso nella scala di valori di questo meschino sociale ciò che unisce l’ignoranza alla vanagloria è la libertà. Tra le persone sociali anche quelli ritenuti falliti per sentirsi superiori a chi è libero usano giudizi nella scala dei valori del sociale identici a quelli che si ritengono non falliti. Eco che la carità appare per quel che è uno schema che va infranto dalla libertà autentica nell’espressione della persona libera che deve accettare di buon animo l’invidia sociale. Il suo giudizio autoincensorio. Il talento è una virtù che non ha merce che Dio lo voglia o no, che venga o no riconosciuto dal sociale, voglio dire Dio.


 

Caccola

Scaccolata

Questa economia caccolosa. Dove ci vogliono i soldi per fare invece di poter fare liberamente e magari fare i soldi è tutta concentrata e gestita dal condizionamento. Dove il denaro deve essere ridistribuito dall’associazioni filantropiche dove non arriva. Tra ricchi e strutture sociali organizzate che concentrano il condizionato fare sotto il dominio del controllo monetario nell’arricchimento circuitale come potere assoluto del fare. Egoisti. Mentre gli oggetti che tutti comprano non danno scelta. La tecnologia come rimbambimento invece che libertà. Imbecilli.


 

Gerepiato

La voglia

Mia cara inizio così questa lettera, forse.

Vorrei dirti di stare qui e non di continuare. Eppure è una cosa così generosa, così piacevole. Ci si sente al di là della stupidità, meravigliosamente nudi. Se solo sapessi dirti, ma è già molto.

Dimmi che ti ricordi di me che non hai lasciato che altro tempo, altri momenti sembrassero diversi, solo per riempire il tempo e annebbiare la presenza del nostro sguardo. Spesso dopo che ci siamo visti non ricordo i tratti del tuo corpo. Ma l’odore di te sì. Sarà il buoi.

Sono tristi gli alibi dell’amore ho sempre voluto evitarli. E scoprirli così all’improvviso in chi si ama, è molto deludente una gran delusione. Ma è impossibile trovare prove alla realtà ed allora è questo il più grande coraggio di restare soli dopo che si è amato. Senza rimpianti senza accuse, ma un’assurda delusione, di botto si scopre quel che si sapeva possibile. Come accusare Dio del torto di Adamo e Eva. I giorni si solidificano ma restano soli, fin quanto non torna la libertà.


 

BraccoBaldo

Parla con me

 

Ditemi s’è giusto dopo tanto amore adesso non mi chiama più. I primi tempi mi chiamava, mi diceva anche il suo nome, qualche volta lo cambiava, io pensavo vorrà fare la preziosa. Ma mi diceva sempre le stesse cose, in effetti da subito capii che aveva delle stranezze, perché se provavo a parlargli di qualcos’altro lei niente continuava a ripetere sempre le stesse cose, con la pretesa che gli dicessi sì, a quelle cose, si capiva che voleva intenderle delle altre e che quel discorso era solo una scusa, ma non potevo far finta di aver capito se lei non era chiara e continuava a dirmi sempre le stesse cose, quasi gli urtava se provavo a cambiare un po’ l’argomento. Era come se si fosse preparata solo per certe domande e risposte, come se già sapesse qualcosa di me a mia insaputa ma volesse che gliela dicessi io. Ditemi voi se ciò non crea un interrogativa in chi ascolta, ma che vuole da me e perché continua a chiamarmi, alcune volte cercavo di dirgli cosa era che m’interessava, ma a lei sembrava che non gliene fregasse niente. Mi telefonava a casa voleva parlare con me di me dei fatti miei e per lei era normale avere quell’atteggiamento. Certe volte non ti lasciava nemmeno finire la frase, altre parlava con un modo come se dovessi risponderli con un sì o con un no, che poi era sempre per un sì che importava a lei. Insomma ad un certo punto posso ben dire ch’era andata decisamente fuori di testa. E incominciò a telefonarmi quando gli pare e senza neanche dire chi fosse: incominciava a chiedermi se c’era la signora in casa e dove fossero i bambini, poi che mi voleva fare delle domande, poi alla fine mi diceva che non avevo l’età. E incominciò a chiamarmi a casa per sapere se conoscevo qualcuno che voleva lavorare per lei, se in casa mia ci fosse qualcuno che voleva lavorare e voleva sempre la risposta che gli pareva, gli chiesi ma perché mi chiami propria me, glielo dissi usando il lei, anche s’era così tanto che voleva frequentarmi che credo potevo permettermi anche un tu. A l’ennesima telefonata di quelle senza dirmi chi era per incominciarmi a chiedere dei fatti miei, gli dissi: ma come si permette di fare questo, e che mi risponde lei: “Lo fanno tutti”. Ormai era diventata proprio di un qualunquismo scemo. A voglia a cercare di capire cosa volesse da me, ma pensate che ancora non ero riuscito a vederla una volta, anche se io mi sono chiesto alcune volte se non fosse, non svelata qualcuna di quelle che incontravo con lo sguardo per la strada che tanto avevano lo stesso modo di fare. Ma la cosa come vi ho detto all’inizio è finita e non nel modo migliore, prima ha cambiato voce, diciamo, e ha incominciato a dirmi le stesse cose con la voce di un uomo, ma poi addirittura quando rispondevo mi fece sentire la voce della sua segreteria che vuole parlare con me, un po’ come una strana miglotta, che al contrario di una normale che ti fa capire cosa vuole, lei ancora una volta non si capiva che volesse, poi scusate ma finalmente a smesso di telefonare.


 

Pisontico

Il senso del compiuto

Tretus

Anche se il mondo è corrotto, molti accettano il denaro. A me nessuno offre denaro.

 

De Mundo

Anche se il mondo è corrotto, molti accettano il denaro. A me nessuno offre denaro, per questo?

 

Sirto

Anche se il mondo è corrotto, molti accettano il denaro. Per questo, a me nessuno offre denaro?

 

 


 

Patimund

Il contratto sociale

Tutti parlano del peccato sessuale o che tutti vogliono essere liberi. Dio ha lasciato liberi di scegliere, a me non capita mai di scegliere. C’è qualcosa che non va tra i peccatori o nel sesso sociale.


 

Serenità

Competi

La competizione è un finto dialogo tra ignoranti e non capisco perché sempre più gente continua a dirmi che devo essere ignorante. E non si vogliono neanche disinteressatamente divertirsi. La competizione è un modo per sentirsi sempre frustrati e insoddisfatti e in fondo inferiori alla libertà.


 

Titongo

Pinzzellacchere

Le pinzzellacchere in inglisc sono soltanto ridicole, come se Dante non conoscesse le altre lingue e non abbia deciso per la migliore.


 

Tripaoiz

Dimmi oggi quel che domani, sempre per oggi.

 

Oggi? Basta pensare alla povertà alla ricchezza. L’intelligenza o la stupidità, oggi sono felice.

Certi pensieri possono sembrare bizzarri. Ma ci sono delle azioni completamente folli che sembrano normali.

Quando sento parlare una donna straniera ho sempre la netta e perspicace sensazione che voglia essere italiana. Il mondo parla italiano da molto tempo.

Ci sono donne, moltissime e più di quanto s’immagina, che più che amare e stare sul capire. Basano tutte se stesse sul condizionamento per sedurre un uomo. Comunque molti uomini non scherzano in tal senso. Ma!

Giungete nei miei pressi giorni felici. Chissà di dove son gli altri pensieri, forse via, tanto son sorpresi.

Oggi ho trovato un cellulare, in terra rotto, con su ancora scritto: Dimmi qualcosa!

Cose dell’altro mondo.

 

Di luogo in luogo, di giorno in giorno ti saluto mio bel giorno felice.

 

Una donna?

dovrebbe essere una donna, che mi piace, che non va avanti troppo con il voi generalistico e asfittico, felice e che non ha paura di capire cose che non immagina, che ama la semplicità.


 

Torombo

Il vero gol

ma che volete da dì non è più come nà volta oramai è tutto un controllo: io controllo a te e tu controlli a me, così c’è più competizione. Il goal ormai è finito qui dentro non c’è più aria. Ma che razza di gioco se vede, mannoio non me piace più. Che te voi venì a controllà. Che me recordo nà vota. Non faccio a meno d’anna a vede il derby pe uscì con lei. Be’ je dissi subito: però la radio accesa. E che mentre stavamo dentro la macchina a sbaciucchià e strignese, che già te perdeva 1 a 0, eccolo che t’arriva el goal del pareggio e che te voio fa’ faccio n’urlo stenno le mani e lei stan! da nà capocciata al tettuccio della macchina. (e scusa va be’) Che devo da dì un goal è un gol el derbi è derbi. È nà liberazione dal controllo è come quantto nella vita tua non te recordi che devi sta attento quanno je stai dentro, al de là de lo stà a pensà a dopo. Alla rottura de cojoni. Mo è tutto controllato non ce sta più niente de vero se deve compete pé li soldi e basta.

 


 

 

Guaciarola

Ricordarsi di perdonare

Me dice porgi l’altra guancia. E va bene io vado là e gli dico: E allora brutto stronzo che voi dire e lui bam. E io dentro li morti tua te piasse nà stranfessa per tutto il giorno. Rivado da lui e me dice riprova insisti. Io ce rivado e gli dico: e allora brutto stronzo che vuoi dire e lui sbum all’altra guancia dell’altra guancia. E io dentro te piasse nà cacarella tutta la mattina e la stitichezza de pomeriggio per un mese due mesi tre mesi. Ce revado e quello me dice di riprovarci. E allora io vado là e glielo dico: E allora brutto stronzone che vuoi dire e lui bum pamun Tutte due le guance due sganassoni e io dentro te possano piare tre cacarelle al giorno quaranta stitichezze alla settimana. Rivado da lui e me dice: se fai del male a chi ti fa del male a chi serve il bene che fai: e io gli rispondo a me a me soltanto.


 

Segnalibro

Il lettore un genere in evoluzione

Non so quanti conoscono il nuovo mercato del libro delle segnature, così denominato.

E tutto è nato per caso, quando mi misi a studiare il perché certi libri venivano sottolineati. [C’è un libro interessante che si trova tramite google libri: Narrative of The united exploring expedition. London 1885 By Charles Wilkes. Le sottolineature in questo libro paiano lasciare intendere una ricerca sugli aspetti della razza, forse per il segnatore sottolineatore, per una sua tesi sul libro o per una sua idea di concetto]. È proprio questo il fatto che incuriosì un libraio di Singapore a cui parlai di ciò, la possibilità di un tracciato conoscitivo per valutare l’espressione delle sottolineature. Ora dopo di ciò e con il solo inizio in un reparto della libreria del libraio di Singapore, questo nuovo mercato si sta diffondendo in tutto il mondo ed inizia ad essere molto praticato anche perché un libro comprato integro dopo che il lettore lo ha sottolineato raddoppia il suo valore commerciale. Per non parlare perdi più dei vari concorsi a premi, per chi interpreta meglio la sottolineatura.


 

Lello

Famoce na chiacchiarata

 

Me dice famoce nà chiacchierata, ma ve la vedete voi. Sto con una che ciàn sacco de laure appese al muro co li quadretti, tutte che secondo essa dicono che lei sa comunicà che dicono come se comunica. Che ve lo dico de core secondo me nun capisce niente, ma proprio niente. Tanto che na vota jo detto: ma pecche stai comme! E lei me fa: pecche tu sei gnorante de comunicazione e me poi insegna a sperimenta, me poi da servì. Allora ve pare una che capisce qualcosa. Ogni volta che ce vedemo comincia: e fatte lu cellulare, e fatte lu cellulare. None none, e ancora none je dico e dopo n’ora che stamo ensieme che ce semo da incontrati proprio pe parlà, ancora me sta roppe che nun pone parla con me perché non ciajo lu cellulare. Che je dico ma stengo qua voi da parlà. E allora se incacchia come se dice e me dice annanoce a fa’ na chicchiarata. Dico io, ma co chi? Lei me responne co la macchina. E già perché voi nà sapete questa, secondo da essa co lo fatto che mezzo al traffico se comunica co li segnali della strada, co le macchine che se fermano, co le frecce e li fanali e pure co lo clacson, be’ dice che se comunica e je gusta da chiacchierà così. Che decemolo va be’ pe un po’ poi a un certo punto uno nu je responde o se sbaia a dì na cosa e dai che te parte nu vaffaculo e li mortacci e io lì che devo da sta’ a sentì, senza neanche poté dì na parola. Che lo sai che me dice il meccanico: che devo da fa il tagliando almeno na vorta l’anno, sì ma me lo dice ogni due anni ogni vorta che devo da fa la revisione che le ultime tre lò fatte ogni millecinquecento chilometri, dico e ce devo da fa pure il tagliando: na vota! mo no! E lei che te fa invece ha da parlà po’ dice che costa la benzina e come se non je basta s’è fatta anco essa la macchina co le gomme unisex quelle oramai pe tutti che so larghe er doppio de quelle d’un forgone e più larghe de quelle d’un camion, quelle che quanno passa nà macchina a sessanta l’ora te pare de sentì un reattore d’aeroplano su la strada. Ai voja a chiacchiera de consumi dico io.


Sapiente solo di cognome anche Saggio

Matusalemme impercettibile

Forse non ci sono mille modi di essere o forse anche di più, sicuramente di scoprire anche di più e nei modi di farlo. Di generazioni e generazioni sembra ci sia un ripetersi continuo d’interessi e modi di fare che riproducono costantemente “l’evento” nella persona a cui in fondo sembra generalmente nuovo. Che palle già solo generalmente. Già perché io in fondo ho sempre cercato di essere altro da ciò e in fondo fare cose con l’interesse di scoprirle – cosa potessi fare al di là, in fondo, di questo riflesso decodificato dal rapporto del tempo con il luogo e in sostanza la curiosità per cosa, finché non cambia la cosa, di generazione in generazione sempre la “stessa”. Ed io con il mio interesse rompevo con l’ovvio del consenso per scoprire il modo e l’essere attraverso tutta la libertà della realtà di sapere ch’è più libera e spontanea intensa quanto vera. Così gli interessi non sono generazionali, non sono obbligatoriamente consensuali e hanno il vero scopo di essere in questo, fare, per sapere la sintesi più vera per realizzarli: fuori da ogni luogo per essere nel luogo stesso, aperti alla conoscenza e liberi dal pregiudizio.

Non ho mai fatto passivamente per convenzionalità. Ho sempre scoperto le possibilità per essere e capire la libertà.


 

Terto

I difensori della libertà

Certi giorni uno se ne sta seduto per i fatti suoi, per esempio su una panchina, si gode l’aria e il sole sembra in solitudine e tranquillità. E invece un sacco di gente cerca di farsi i fatti suoi. Tanto che dopo un po’ arriva uno che incomincia a interloquire con lui, bene, e parla dei suoi gusti e incomincia a dire che oggi la giornata è una schifezza. La persona sulla panchina dice in proposito quel che pensa del giorno, viene per questo tacciato dall’altro di volergli imporre il proprio parere. Chissà in definitiva perché è vero e per questo lo sente contrario non per altro. Tanto che quello giunto dopo incomincia a dire cosa dovrebbe fare a proposito della vita all’altro tutto in una prospettiva unilaterale e prevaricante nella valutazione, tutt’altro che con sentimento vero.

La libertà non ha rivali ma incontra tanti rompi scatole.

L’apparenza di questi fatti potrebbe ingannare e lasciare supporre che sia una questione di condivisione. In realtà c’è da una parte la possibilità alla condivisione, dall’altra c’è chi vuole farti condividere per forza. Di fatti quello sulla panchina resta seduto e l’altro se ne va. Per questo al tizio seduto per questa volta è andata bene. L’insistente certe volte non molla. Cerca il pungolo e rompe.


 

Briviot

Cara lei

Non so se ben intendete quel fatto di quando vi danno del Caro, così per gentilezza che tanto uno dice chissà che succede. Va bene grazie sempre. Però uno che per circostanza è così gentile e affabile, tanto che una donna che non hai mai visto ti scrive ed inizia la lettera con Caro, uno dice ammazza che succederà: Niente ti sei beccato quel caro e niente più. Indubbiamente è una gran gentilezza apprezzabile. Tanto come è ovvio esso vien per lo più applicato in quel sentimento un po’ astratto e culturale che si trova in sintonia tra due persone anche sconosciute e che magari si sono scambiate una lettera per qualche motivo entrando in sintonia nel sentire un valore comune, per quanto probabilmente vissuto anche con intensità diverse. Comunque tanto sta che ti tocco così che mi prendo il Caro. Allora anche io ho deciso di usarlo anche con gli uomini.


 

Filantrone

Fateve un altro progetto

Non so se mi spiego come si deve. Io vorrei sapere chi sono quei zozzoni che schiavizzano le donne e gli fanno fa le mignotte è una cosa assurda e senza senso, che ci si impappano e ce fanno una sacco d’arricchimento tutto un sistema pro e contro. ‘sti zozzoni. Ma voglio pure dire mi si dice per mezzo delle organizzazioni che le vogliono aiutare ad uscire dalla schiavitù, va be’ me può sta’ bene questo. Ma che me se vojono fa diventare come tutte le altre: che dicemolo nu te la danno gratis manco per virtù, ma solo per uno stratagemma che non si capisce come inizia finisce per sociale ammissione, be’ allora ve lo dico de core, fateve un altro progetto prima de venire a chiedere aiuto amme. Che manco so se posso.




 

Scapiglia

I tempi migliori del 1978 79

tempi migliori, cacchio quelli delle crisi esistenziali. Quanto ti prende la crisi esistenziale quella può durare una settimana o qualche giorno. E che fai quando incontri gli amici che dici oh! oggi sto in crisi esistenziale. Alcune volte capita che siamo più di uno a stare così. E così si sta lì a pensare a te al mondo che non capisce la libertà, che non capisce le riflessioni sull’arte. Che manco la conosce. La critica introversa ed estroversa del tempo musicale. Pensi ai problemi della guerra atomica e che le cose che pensi non si fanno anche se sono importanti. E chi le sa. …E allora le lotte sociali che sono una stronzata dove ti tocca stare in mezzo. L’altra volta stavo così in crisi esistenziale che con Mauro e Patrizio siamo stati a parlare di una che mi piaceva così tanto per due ore e più, sono stato a parlare con loro della tizia, che se mi diceva di no stavolta m’ammazzavo sicuro, alla fine mi convincono a scriverle: tutte le cose; leggo la lettera a Mauro e Patrizio, dove le dico quanto mi sono innamorato che non posso vivere senza di lei. Alla fine di tutte le analisi sulle possibili ipotesi che potevano scaturire la scelta di dirglielo, Mauro e Patrizio mi convincono a dargliela. Tutto bene mi dice di sì. Due giorni dopo mi vedo con Mauro e Patrizio. E dico loro che sto in crisi esistenziale perché dopo che mi ha detto di sì mi sono accorto che non l’amo più e non so come dirglielo.


 

Fido Pippo

Che cose succedono di questi tempi

 

È tutto diventato un modo di fare fatto di un motivo per un altro, tanto che se qualcuno ti saluta mica lo so se lo fa tanto per salutare. Va bene tutti cercano una scusa per fare con quella scusa un’altra cosa. Tanto che se una persona si trova a parlare con qualcuno in tal sistema o in rapporto con tal sistema si trova a che fare con un organigramma astratto. E già il rapporto della persona con la persona non c’è più. A maggior ragione di questo consociativismo degli argomenti, questa sorta di omologazione che ti dà rapporto con voci collettive con la persona con cui stai parlando in un certo momento. E allora fin quanto stai a sentire quello che dicono tutto bene, ma se provi ad aprire un po’ il discorso, l’argomento ed anche a parlare di te, o trovi una persona sola dentro l’argomento consociato collettivamente, che finge di ascoltare, o peggio dopo un po’ non ha più proprio attenzione e se non ha riattivato gli stimoli egocentrici si rilassa a tal punto che non capisce più niente e neanche si rende conto del suo comportamento nei miei confronti. E già perché costui o costei è un individuo stimolato solo sensorialmente” e per breve tempo associativo anche nel pensiero. Se il ragionamento è appena più partecipativo non riesce più ad avere un livello d’interesse. E allora quando ho capito che era tutto un parlarsi addosso, ho iniziato ad ascoltare di meno ed ad argomentare di più, con l’effetto che ho risparmiato in telefono dato che le persone così ti cercano fin quando gli fa comodo. Appena c’è da dare anche solo in attenzione personale, via. E come non essere con Pasolini quando diceva che dalla bellezza e spontaneità iniziale si va verso un livello di corruzione culturale, istruzione, e solo ad un alto grado di libertà la cultura riacquista profondità e genuinità. Bene dopo tanto incontro una donna con cui sembra esserci dell’amicizia, e così si sta che mi confido con lei e le dico che vorrei insieme a lei anche dell’affettività sessuale. Lei mi guarda un po’ poi mi dice perché anche tu non t’iscrivi al mia club così potremmo avere tante scelte sessuali, è onesto che telo dico. Rispondo che si certo, ma che c’entra il club con noi due e perché passare per questa scusa per essere quel che già possiamo essere? Lei mi fa io lo preferisco. Il giorno dopo vado a vedere il sito internet del club e c’è scritto: 25 milioni d’iscritti. Dico io ma vaffanculo e lei mi risponde grazie vedo che mi capisci. Che cose succedono di questi tempi.


 

Pongo

Sono un ragazzo giungla

Io sono un ragazzo giungla, perché mi sono perso nella giungla, perché mi sono perso nella giungla da piccolo e vi sono rimasto fin ora. E oggi è stato il primo giorno di scuola. Mi hanno fatto la domanda su che cosa ne pensassi di questa nuova condizione insieme ai miei simili. Io ho risposto può darsi, ma bisogna chiarire che l’espressione della libertà fa la persona libera che può essere insieme con altre persone libere, e condividersi insieme. Mentre un’associazione non esiste se non collettivamente e l’espressione di un solo individuo che esprime i valori dell’associazione esiste e lui con essi perché ci sono altre persone associate. Mi hanno detto come sapessi certe cose. E ho risposto che me le aveva dette Bitotto un ex barbone di città ora perso nella giungla. A quel punto tutti si sono arrabbiati con me e mi hanno detto che non ero un vero ragazzo giungla.


 

Cappero

Forse non mi ha detto barattolo

Mi ha detto che l’economia è la virtualizzazione del barattolo e che ora non c’è scambio di barattoli.

In borsa si scambiano le azione anche quelle maleducate, ora con il compiuter anche le faccine. I capitoli di borsa sono tutte pernacchie e gestacci.

Le banche servono per mettere da parte la carta. I ricchi sono quelli che mettono in banca anche la carta igienica, altro che informazioni.

Lo scambio delle informazioni? Meglio la libertà di dare. Il mondo della stitichezza è quello dove si ripetono le informazioni a pappagallo, per dire che si sa di più. Che noia l’economia. Forse non mi ha detto barattolo!?


 

Privì

Gli spendaccioni stampati

Si continua a dire che per fare l’economia ci vogliono gli spendaccioni, ma gli spendaccioni vengono privati dei soldi e per privazione li si obbliga a fare i soldi, ciò mi sembra una bella fetenzia. Basta regalare i soldi agli spendaccioni che così aumenta la produzione e lo scambio. Questa è la soluzione che dobbiamo trovare come regalare i soldi agli spendaccioni, ma farne anche delle persone che sanno apprezzare il valore di quello che comprano. Forse a questo possono servire pure le scuole? E chi non è uno spendaccione è assurdo che non si goda la vita creativamente. L’economia non si muove se non è privazione, che stupidaggine, che nefandezza che cattiveria.


 

Albetro

L’ombra del turista

Io mi sposto molto dicono, conosco e frequento e quello che faccio quando conosco è anche parlare con le persone dai gusti più vari; ma fondamentalmente le persone si sentono tutti alberi, voglio dire non le loro gambe, ma con il pensiero. E tra di loro si dividono per specie mentale o gusto solo per dire di essere diversi tra loro. Dico solo proprio per dirlo, perché io li conosco, devo dire che fondamentalmente sono tutti tronchi d’albero senza foglie, non si spostano ma solo si assomigliano e per questo fanno i turisti.


 

Eliosio

Fronti

I corpi non ne possono più di essere un fronte. Ci si scontra con essi e per essi. Si scopa con essi. Si uccide con essi – l’uomo di fronte. Si dice socialità devi cambiare e ci si scontra tra corpi. La guerra è dei corpi. I corpi sono felici se sentono un’anima libera. Liberare l’anima, che le anime s’incontrino tra loro, che non ci sia impatto ma fusione liberazione, unione. I corpi sono liberi se sanno liberare l’anima non solo la propria libertà.


 

Nesto

Il mio amico

Dico ma può essere vero! Un mio amico mi ha detto che esiste una nuova sindrome telepatica che coglie le persone all’improvviso trasformandole in recettori di conversazioni telefoniche in microonde, alcuni intercettano intere pagine d’internet, stranamente le immagini sembrano non s’intercettino. Questo mio amico mi ha spiegato che come una persona s’invaghisce e pensa a un’altra persona dopo averla vista, se questa usa il cellulare quando vi parla, è intercettato con il pensiero e ascoltate le conversazioni dell’altro, questo mio amico ha deciso di preferire, diciamo, parlare telepaticamente con il suo telefonino a una donna più che parlagli direttamente. Prima certo ha dovuto trovare una donna che s’invaghisse di lui, dopo vi dirò come, e poi conversando al cellulare con un altro diceva le cose a lei che le intercettava telepaticamente. Come vi dicevo questo mio amico per fare invaghire la tipa di tanto c’è bisogno, ha fatto diciamo, del sesso con un'altra, ha ripreso il tutto con il telefonino e poi l’ha messo in internet, di ciò si è accorto lui e tutti quelli un po’ come lui. E giù tutti a dire com’era bravo e far vedere quanti ne erano. Molti non si sono accorti per niente di tutto ciò. A questo punto quelli che s’interessano e hanno bisogno di quantità numerali, diciamo per consenso e partecipazione di convenienza, si sono interessati della sua apparizione in internet. Anche com’è ovvio, ma non me ne vogliano quei cartoni animati della televisione, che oramai parlano solo di numeri consociati. E spesso per questo di argomenti assurdi. A questo punto il mio amico saputo di ciò ha chiesto alla tizia che voleva s’invaghisse di lui di guardare il programma tv, e lei dopo averlo visto si è invaghita di lui. Ora la questione del mio amico è che c’è tanta gente che lo intercetta quando cerca di parlare telepaticamente con lei, invaghita come lei? e molta gente non sa neanche che è lui a parlare al telefonino e il perché degli argomenti. Dico, però non vorrei che il mio amico mi abbia raccontato tutto ciò solo per darsi importanza.


 

Tripa

Moscerini

Io dico che la natura è incredibile. Sono due mattine che trovo un moscerino annegato nel latte. Dico io, quando vado al mare spesso l’incontro, e perché il posto è naturale alcune volte, passeggiano sulla sabbia, e quando me ne devo andare e tornare a casa, mi alzo e mentre sto per infilarmi ai piedi quello che porto, molti moscerini vi camminano sopra. Bene voi mi dite dagli una soffiata o una smossa e se ne vanno. Io invece li guardo un po’ e dico andatevene che devo avviarmi e loro se ne vanno. Ho pensato che forse ponevo loro sopra l’ombra, comprendo con il mio corpo il sole, e che questo gli facesse intendere in qualche modo la mia intenzione, ma anche in altro modo lo stesso risultato. Dico certe volte pensiamo che gli animali sappiano leggere lo stato d’animo delle persone percependo con i loro sensi cose che con le nostre percezioni non capiremmo, immaginiamo, ma vuoi vedere che i moscerini ci percepiscono telepaticamente e il qualche modo essi traducono i nostri neuroni? Poi c’è quell’aspetto del mondo umano che gli animali non comprendono e così spesso quando essi s’imbattono in quel che facciamo e con i nostri più comuni usi, ne rimangono vittime e anche i moscerini annegano nel latte. La natura d’amare.


 

Dicio Bene

La comprensione di certe cose

Premessa: la conoscenza è una virtù senza vanità, ovvero l’esperienza  dei concetti spesso è più profonda dei concetti stessi. E ci sono più esperienze nell’essere che solo la bontà può rendere vere, di là di ogni settarismo.

L’ombra Junghiana sta alla nevrosi freudiana per associazione d’idee, ma al contrario di quest’ultima la realtà dell’ombra ha dinamica nel rapporto con l’amplificazione del vissuto sociale e personale la “persona” nella realtà dell’essenza junghiana. La dinamica dell’ombra spesso è sovrastata dall’immagine dell’anima e animus e le interpretazioni di queste sono nell’esperienza e capacità individuale in un procedimento che amplifica il percorso, il vissuto in un viaggio al di là delle “regole”, ma ché deve armonizzare le immagini imprescindibili al significato dell’inconscio, oltre l’identità individuale e riportarle nella realtà dell’individuazione, nell’armonia tra l’io e il tutto: il Sé.


 

Cirano

“oggi ho scritto domani chissà”

L’incontro la bellezza di una lettera. Dico non so se vi è mai capitata una storia tipo quella di Ciranò, del tipo appunto che Ciranò diceva e l’altro baciava e poi chi baciava non trovava, ma credeva, che roba e perdi più Dumas, scriveva. Comunque sia dico che le donne vogliono essere tutte Dumas o Flaubert o il contrario. Diciamo che ci sono donne e perché no anche uomini, che appena scoprono la possibilità delle parole di dire le verità più profonde, immaginano di essere scrittori, e con tali parola scrivono al proprio amato, che raccoglie con fiducia e speranza tali parole, (diciamo a meno che non ne comprenda il senso), comunque il divenire trova l’incontro in tutt’altro modo. Quella lealtà e fiducia, coerenza con ciò che si è scritto, appare venire meno. Diciamo per prudenza che il dimostrare e confermare quello che si è detto può essere difficile, vuoi per timidezza e anche perché le parole erano così belle mentre si scrivevano, che può essere anche bello ripeterle a voce, ma non sapere in definitiva come realizzarle, viverle con l’altro. E allora lasciamo questi amanti a trovare se stessi, e l’interiorità di ognuno dei due.

Ma poi è bene dirlo ci son di quelle donne prese da grande “ecolalia”, scrivere e quasi lusingarsi di ciò che scrivono, così prese dalle parole che leggono, che dimenticano se sia vero o no quello che scrivono e vedono nell’affabulazione dell’innamorato che le leggerà, la piena lusinga alla propria vanità e leggerezza. Questi scrittori in erba leggono, quasi lusingandosi di quel che viene loro scritto, ma quando s’incontreranno nulla di quel che si è scritto, accade. Lasciamo questa ironia e pensiamo all’animo profondo di chi scrive lettere. Che perlomeno non si litighi.


 

Scemundo

Altro che ego

Questa mattina, appena svegliato, ho avuto, riflettendo una specie di rivelazione. Dico ma a me che m’importa se la televisione è brutta, il cinema è qualunquista, la letteratura spesso adatta a un pubblico pieno di pregiudizi. Dico io, per me che problema c’è e perché dovrei sentirmi preoccupato per ciò. Qualche espressione ancora valida o autore, ancora c’è, anche se bisogna avere “acume leopardiano” per comprenderlo. Bene io c’ho acume. E per giunta perché dovrei preoccuparmi della guerra che si fanno tutti per primeggiare gli uni sugli altri, solo per provare sensazioni di superiorità: Meschini. E in preda a oggetti senza senso.

 

Gentile Signor Scemundo, ho appena postato il suo messaggio, ma mi permetto di dire che sarebbe meglio lei non usasse allusioni per dire che legge i miei libri.

Cordialmente

Patrizio Marozzi


 

Arianna

Un altro luogo

Io sono Arianna, faccio la modella di posa, sono greca. Voglio dirvi che per lo più gli artisti delle accademie, s’interrogano sul senso della loro raffigurazione, così sono un soggetto dislocato. Quando poso per un’artista, non so esattamente in che misura cerca ispirazione da me. In definitiva potrei collocarmi nella prospettiva di un oggetto astratto. Costruttivamente questo lavoro mi colloca “al di là” della ricerca artistica. Spesso, quasi, narrandomi il significato di un divenire senza soggetto. Questo è un atteggiamento presente, in definitiva, nel narcisismo di questi artisti, che competono definitivamente tra loro. Io sono silente nella competizione, sono in un altro luogo, possibile in un altro incontro. Devo ricordarmi di spegnere la luce, quando tra un po’ andrò via. Spesso lo dimentico.

Saluti, Arianna.




 

Cercato Me

Il ricercatore

Dico ma non si riesce a incontrare, e non vi dico chi, tutt’altro che per consapevolezza. Comunque continuo a ricevere la richiesta: “C’è qualcuno che cerca lavoro, conosce qualcuno che cerca lavoro”, ciò per telefono. L’ultima volta pochi istanti fa, al ché all’interlocutrice ho chiesto: “Ma come ha fatto ha trovare il mio numero, così per caso?” Mi risponde che sì e sull’elenco telefonico, al ché le chiedo: “Ma scusi dato che sovente delle ditte mi telefonano per chiedermi quel che lei mi ha chiesto poco fa, le chiedo c’è il mio nome inserito in qualche vostra lista di ricerca? O mette semplicemente il dito e trova il mio nome?”. L’interlocutrice mi risponde che no che lei fa tutto l’elenco del comune! A tal risposta dico che non c’è nessun disponibile, poi penso giacché sull’elenco sono già alla lettera M, e che nel comune hanno pressappoco 55.000 abitanti; dico quanto gli costa trovare un lavoratore a queste ditte. E dico allora tra me e me, dopo aver chiuso la comunicazione telefonica: ma quanto lo avrebbero pagato questo lavoro che l’interlocutrice non mi ha menzionato? Ma perché allora lavora la gente? Caos ? ma!


 

Grappolo

Solo un gruppo

Non vogliamo intromissioni nel nostro fare, anche se non sappiamo cosa fare, ma comunque stiamo insieme e non permettiamo a nessuno di dirci che le cose che facciamo sono solo una scusa per darci un atteggiamento di superiorità. Le persone che vogliono far parte del nostro gruppo devono essere come noi, se stanno con noi, la devono pensare come noi, e non facciamo che incominciano a pensare da soli e che poi bisogna stare pure a discutere quello che è pensato. Dico se non è conveniente all’immagine del gruppo perché discutere dei fatti propri, le cose devono essere collettive, perché le cose anche se sono vere ma non servono al gruppo, sono cose di cui non ce può fregare di meno. Più ne siamo e più contiamo e ora che non ci sta più le classi sociali, anche noi del gruppo nostro c’abbiamo così i progetti giusti, e possiamo stabilire pure quali privilegi avere con la tessera, che è per tutti quelli che vogliono fare parte del gruppo. E mi raccomando non incominciamo a fare i Kierkegaardiani.


 

Trompatore

Non ne salvo una

Ho deciso, me ne vado in Inghilterra. Qui non c’è più neanche una donna che abbia il piacere amabile di fare sesso. E allora vado in Inghilterra, perché? perché c’è una legge che dà a tutte le donne la possibilità di essere fecondate artificialmente, senza come si dice l’ausilio dell’uomo. Non pensate che sia una legge per togliere la discriminazione per le ragazze madri, perché saranno madri senza uomo – benpensanti – ma perché gli uomini Inglesi dalla Taccher primo ministro in poi sono veramente in declino – minghioni pieni di birra e tasc force. E allora vado in Inghilterra perché le donne mi aspettano. Poi si possono disputare anche incontri con nuove razze, perché disputano anche gli incontri genetici tra uomini e animali, be’ a me interessa più quelli tra donne e bestie. A proposito devo leggere i libri di Gavino Ledda, non perché si trombavano le pecore, gli asini, le galline, ma perché credo siano dei bei libri, interessanti. E poi adesso che ci penso ci sono donne che quando ci parlo sembrano abbiano proprio argomenti belanti, proprio come le pecore, ma poi come diventano presuntuose imparano a belare pure come le capre, e a quel punto dopo che hanno imparato a belare in due modi stanno sempre in competizione. Bene allora me ne vado a trombare in Inghilterra, alla fin fine anche mi capitasse una pecora, sempre donna è o sarebbe. È incredibile l’Inghilterra, certe cose succedono. O donne non vi saranno mica offese. Be’ come se dice a Roma, chi s’offende è fetente e fa doppia fatica pé tornà calmo.

Il trompatore


 

Dormiglione

Sogno e son desto

Io ho un sogno, è con del tempo che sono riuscito a riempire il mio cesto della spazzatura, è un piccolo cesto metallico, e ora lo tengo qui con me e lo guardo, sinceramente non voglio disfarmene. È importate e vale dei soldi, penso anche alla polvere del pavimento, pensate a ogni vostra mattonella e moltiplicatele, pensate quanta ricchezza è lì su di esse. E allora io vorrei fare di questo mio cesto della spazzatura una donazione lodevole, qualcosa che cambi veramente le cose; mi direte che questa è un’esperienza tutta mia, non credo questa esperienza è condivisibile. Io ho un grande sogno da molto tempo, farei i colli a Milano e quando vedo la montagnola di San Siro, credo al mio sogno, non è solo una visione, vorrei donare questa mia spazzatura per questo scopo e unirlo a quello degli altri tutti insieme riusciremo in questa impresa, e realizzeremo nuovi percorsi per passeggiare, daremo la libertà al verde, non copriremo ma ci espanderemo.


 

 

Meva de saluta

Pregiudizi e sospetti

Dico io, lodevole queste dottrine sociali della chiesa che guardano a temi della contemporaneità, cercando di dare indicazioni verso il bene; ma io credo che si debba risolvere un problema ben più serio che mi riguarda. Dico in premessa che per me il saluto è un atto di gentilezza e comunicazione di ciò, per me è sempre stato questo e rimarrà tale. E senza sospetti e atteggiamenti pregiudizievoli, quanto sub culturale; e allora vorrei sapere come intende risolvere il mio problema, la chiesa cattolica, ma anche le altre chiese. Per esempio quanto attraverso la strada nei pressi, non dico dinanzi ad una chiesa, ma anche a un centinaio di metri da dove è edificata, pur rimanendo visibile; bene mi trovo sulle strisce pedonali e vedo la donna al volante concentrata sull’acceleratore dell’automobile e contemporaneamente farsi il segno della croce, alcune volte il bacio finale me lo indirizza pure, ma più spesso guardano in direzione della chiesa. Bene ce ne fosse una che si ferma per farmi attraversare. E in fondo questa stessa tipologia è di quelle donne che non solo non ti salutano, ma neanche vogliono essere salutate da te, anche quando le ovvie circostanze lo richiedono. Diciamo che così non sono moltissime, ma non vorrei che questo nuovo atteggiamento prendesse piede con il sospetto e il pregiudizio, sulla semplice franchezza della gentilezza del saluto.


 

Chiacchierone

Quattro chiacchiere in più, senza rompere.

C’è troppa insensibilità, solo dominati aggreganti, basate su bassi istinti di rivalsa; che distolgono l’incontro tra una persona e l’altra. Dico questo perché io non sono così e quindi esiste anche altro, e dico anche chi vuole parlare con me, d’amore? Non esiste solo l’invisibilità psicologica dell’invidia. Bisogna amare, amare, e comunicare da soli e parlare con una persona e ascoltare. Ci si deve un po’ soffermare a individuare i propri pensieri e gli stati d’animo, e per me scegliere quelli di vera bontà. Chi vuole parlare d’amore con me? Con libertà.


 

Viaggiatore

L’incontro in realtà è assente, ma non al di là delle parti

Credo sia incredibile che ci possa essere la prostituzione, non perché chi la fa non abbia un bel corpo e per questo, una forma di desiderio, ma che si faccia solo funzionalità del tempo della relazione, con del denaro, è dir poco incredibile. Ché la persona che va a far sesso non sia nella libertà di farlo è una cosa inconcepibile. E la guerra non è ancor più assurda, tanto che con essa si vogliono ristabilire i criteri di potere tutti, compresi quelli economici.

E non è incredibile che le organizzazioni umane abbiano siffatto, che reputano impensabile, sia la fine della prostituzione (se non per violenza) che della guerra, lasciando alla prostituzione il bene placido della relazione personale sia pure nell’ambito della sessualità economica. È incredibile questo gioco delle parti, in cui spesso si cambiano i ruoli, pensavo, mentre viaggiavo su un treno, completamente vuoto con un semplice sorriso.


 

Atteso

Le contraddizioni ci sono, accettiamole con garbo e amiamo?

Ieri sono rimasto ad aspettare oggi la stessa cosa. Dico un semplice appuntamento che costa essere coerente con quel che si dice, perché allora val la pena dire un’altra cosa. E invece no, si dice ci s’impegna e poi si resta ad aspettare. Che dico, avessi fatto chissà quali grandi cose, ma è soltanto che sono puntuale, e dico basta ciò, che chi deve giungere ti combatte la puntualità, forse pensa, come faccio, a essere più puntuale della puntualità? E si atteggia per lo più per importanza con il ritardo. Ti fa aspettare non per qualche motivo che al limite ti fa chiedere scusa, ma solo per tale questione. Dico ho forse imposto quest’appuntamento, no! E allora perché, dico io, si fa così. Poi non so se siete capitati mai in quei posti, ambienti di città, dove questa mentalità diventa un atto conclamato, e capita che a uno spettacolo, si arrivi puntualmente in ritardo, dico un’intera socialità, che mi sposta il programma della serata, dico io, così semplicemente, a me e pochi altri, che semplicemente cosa abbiamo fatto; si è letto dico, quello che è scritto nelle indicazioni di programma per lo spettacolo: l’orario d’inizio.

“Ancora non arriva, bene me ne vado anche stavolta. Buonanotte.”


 

Una donna felice

D’amore e senza stress

Non so quanti di voi condivideranno questa mia stessa esperienza, che vi vado a raccontare, ma senza entrare troppo nei dettagli, capirete perché, leggendo quello che vo a scrivervi. Io sono una bella donna di età adulta e sono sposata con un uomo, che io reputo meraviglioso. La nostra vita insieme è fatta di tanti momenti sereni e piacevoli e anche la particolarità che ci succede, che è l’argomento di questa lettera pubblica, non ci affligge per nulla. Nonostante che le persone che ci conoscono, per alleviarci la situazione da amici, tanto per dirla, argomentano proferendo che se non c’è soluzione, persino il diritto canonico concorderebbe per una nostra separazione. Caso cui noi non abbiamo pensato e non comprendiamo perché dovremmo considerare idonea per noi tale questione. La situazione, che ora, brevemente vi scriverò riguarda un aspetto della nostra vita affettiva sessuale; io e il mio uomo non riusciamo ad avere figli in modo naturale, per mezzo di un rapporto sessuale consono per tale fine. Ora come ho già anticipato in questa lettera, non espliciterò gli episodi a tal riguardo, ma vado a raccontarvi, soltanto, quale sia la situazione. Io e il mio uomo ci amiamo, e questo nostro amore quando investe il nostro desiderio sessuale si manifesta in modo del tutto particolare, di grande intensità e nel preciso istante in cui io e mio marito ci desideriamo, abbiamo entrambi una così forte eccitazione sessuale e un rapido raggiungimento dell’orgasmo, è così repentina la cosa che se siamo vestiti il tutto avviene senza che si riesca neanche a iniziare lo spogliarsi. E se in questo momento di forte reciprocità sentimentale sessuale, siamo nudi, il tutto avviene ancor prima che ci siamo avvicinati. E sinceramente anche se il nostro rapporto è così avvenuto, dopo ci sentiamo appagati e tranquilli e ci possiamo anche abbracciare.

Ciao!


 

Cartone

Quando le scrivo, non mi risponde. Voglio dire mi ama o non mi ama

Voglio dire, va bene che l’esperienza letteraria è in sé già un’esperienza di concreta realtà, ma di certo ciò che rende questa un’opera d’arte è la capacità di trasformare l’esperienza in esperienza letteraria, e ciò può essere fatto solo dall’autore che genera la realtà letteraria, nell’ambito di un suo codice espressivo artistico.

Ora ho voluto frammentare questo concetto, perché, non riesco a comprendere che ci entra la parola scritta con la realtà virtuale. Dovunque è scritta la parola è scritta, ed è scritta per segni, sin da i Sumeri e più, fin oggi, e allora questo concetto di virtualità per essa dove si va a collocare. Possiamo dire che la parola scritta in parte può essere una traduzione dell’atto del pensare “tutto”, ma giacché traduzione, non credo possa definirsi virtualità. E in espressione artistica in certo qual modo è realtà propria. E allora cosa è la virtualità dei segni scritti, forse che il documentarsi dello scrittore. Dico che so, se uno scrittore per documentarsi di un argomento per un libro, si fa le donne di mezzo mondo, o del mondo intero, che so, ciò è virtuale, appunto perché lo scopo è la documentazione; certo la documentazione spesso è virtuale, ma l’artista spesso, e in certo qual modo, non finge quando si documenta, come per la sua realtà d’autore letterario. Credo, chissà, forse. E allora dovremmo parlare del teatro, ma questa è un’altra premessa poetica.


 

Carta Bollata

Ciò che conta è amare

Mi hanno soprannominato carta bollata, dico io! Solo perché dico sempre che sono i valori importanti.


 

Impraticato

Dice

C’è un gran vuoto nella presenza storicizzata degli avvenimenti delle persone, che spesso finisce in un elenco con attributo, più o meno convenzionale, a cui si tende di dar valore in riferimento all’immagine sociale. Tale stato di esserci, non può sussistere spesso, senza un sistema consociativo e autoreferenziale, che cerca con ciò di anteporsi alla realtà di una comunicazione persistente nella libera conoscenza e convergenza di qualunque persona, perché essere umano non vincolato dal proprio ruolo sociale, ciò per mezzo della realtà creativa che si propaga liberamente verso ovunque e chiunque. Perché la persona cosciente può valorizzare questa possibilità d’incontro con proprie capacità.


 

Certo Certo

Che giorno dici?

Io credo che ci siano donne che non saranno mai tue amiche, ma circuenti, perché non sono sensualmente intime, sincere nei desideri dell’amicizia con te; quando si è persone senza nessun vincolo amoroso. Sarebbe bello pensare che ciò sia così perché dovrebbero essere sensualmente fedeli alla sincerità di quest’amicizia.


 

Piollef Frittolle

Ci sono varie forme d’incapacità, tra esse quella del controllo dei ruoli nella comunicazione.

Mi è capitato, diciamo alcune volte, di essere in qualche modo soggetto delle attenzioni di piattole, che nella specie possiamo conformare ovviamente a degli animali, ma in questo caso sono riferimento al comportamento umano, e non soltanto a qualche categoria più o meno immaginaria. Per l’appunto riprendo il discorso dalla parola “piattole”, perché nel manifestare un loro volere essere nella mia attenzione, proponendosi in modo del tutto, posso definire, inconcludente. Voglio dire che il loro rendersi osservabile, interloquire, non con me, ma da me è soltanto e definitivamente come un attributo per giungere, non alla realtà, in definitiva del presente concreto, ma al controllo dell’eventualità di un’ipotesi da verificare. Il loro modo, in tal senso di porsi, è fatto in maniera tale che non è effetto di una comunicazione diretta, sia nell’enunciato sia nel motivo, ma di un fare che mi rende presente un loro modo d’essere, che io dovrei assecondare per giungere attraverso il mio intervento al loro scopo. Possono apparirvi come tattiche di donne, può darsi, ma sono tentativi per lo più surrettizi di conoscenza, che rimangono sospesi come comunicazione aleatoria. Ora spero vivamente che questa mia possa servire a rendere libera la coscienza così fatta.


 

Ferri Botti

Amorevole

Sinceramente non so se sia cortese raccontare certe intimità che avvengono tra un uomo e una donna, ma sono più di vent’anni che mi è successa questa cosa in una di quelle storie d’amore superlative. So che per questo sarò criticato, ma non si può dico, non si può essere meschini e rimanere nelle chiacchiere di paese. Lei era bella, alta bionda con gli occhi grigio azzurro. Sinceramente quando la vidi, seppi subito che sarebbe stata mia, e così fu, come se fosse svizzera ed io più preciso fui, di tutti gli svizzeri. La nostra estate meravigliosa fu, e grandi momenti d’amore e passione, ci furono. E un giorno ci trovammo in quel della costa toscana, e di lì dei pressi alla spiaggia, c’incamminammo in una passeggiata e nell’alta pineta che era dietro alla spiaggia, trovammo due bagni, uniti l’uno all’altro; uno era per uomini e l’altro per le Signore. Sarà stato per l’aria e il mare, e insieme noi entrammo nei bagni ognuno nel suo, ovviamente! Dopo qualche istante sento la sua meravigliosa voce che mi chiama, solo una sottile parete ci divise, mi chiede se anch’io sto facendo il bisogno grande, per intenderci, dico che sì. Allora lei mi chiede di aspettare, quando, lei mi dirà di farlo, perché vuole essere insieme con me, nel medesimo istante. Quando c’incontrammo fuori dai bagni, volle da me la conferma che era avvenuta la coincidenza. Io sapevo che non era stato proprio così, e sull’onore di uomo dovetti mentire, non potevo deludere la sua gioia. E guardandole le dissi: “Femmena focosa, ama non pensare?” Storia unica e irripetibile fu. E sul mio onore, la verità di questa storia.


 

Triz Estate,  detto senza rimpianti

Il latin lover in crisi

L’economia non è un’opinione, è pagare i conti per l’estate, per poi sentirsi dire, non si campa solo di sentimento. Che vuol dire che ci si pagano le spese delle vacanze?

Donna scusami un momento di smarrimento? Ma è crisi di sentimento.


 

Menelao

Quante occasioni

Voglio dire in questo crogiolo di voglie e donne estive o invernali, insomma delle stagioni. Dico quante occasioni ti si offrono e basta chiederle, in tutte le forme aspettato, da sempre. Quest’assurdo patema del desiderio o del piacere che ci attrae l’una verso l’altro e ogni volta si dovrebbe affrontare e lasciare al caso la fecondazione. E cos’è questo mondo basato sul fare, se non un fare vizioso della funzionalità. Siamo allegri nel piacere? I greci s’inchiappettano per piacere? Pare di sì. L’amore non dovrebbe spingerci verso l’istinto primordiale, o sì? Comunque dovrebbe essere un dialogo d’affetto, e non finire in un’intermediazione culturale basata sulla funzionalità sociale dell’atto. Dobbiamo porci in definitiva il quesito, se siamo tutti stronzi.


 

Cacchione

Dice a me

Siate liberi perché con l’essere liberi, si parla non per controllare e si dichiara la verità. Condividersi, con le persone libere e sincere. L’amore è meraviglioso, siate meravigliosi. Apriti al mondo.


 

Patrizio Marozzi

Non ricordo chi lo sa

Del tempo fa lessi una storia di un tizio che in una foresta s’imbatte in una fabbricazione a mo di prigione tutta costruita con dei libri, che mi sembrò si potessero definire tutti alla medesima classe. Bene la cosa particolare che raccontava il libro. È che questo tizio guardando attraverso le inferriate dentro la prigione, vi scovò delle persone intende a leggere i titoli che facevano per mattoni alla prigione stessa, e tanto fu la sorpresa di questo paradosso, che in un impeto decise di rompere quei muri e liberare le persone che vi erano dentro. A quel punto i lettori liberi nella foresta, non seppero più leggere e il tizio si accorse che solo lui era in grado di leggere e che le prigioni non avevano più pareti.

 

C’è qualcuno che sa chi l’ha scritto, e che titolo ha?

 

Grazie

 

Patrizio Marozzi


 

Aldone Povendo

Quando?

Quando ero ricco, avevo un sacco di amici poveri, quanto sono diventato povero avevo un sacco di amici ricchi, senza un soldo! Dico che hanno fatto quei puzzoni cialtroni infingardi, profittatori. Per ridurre le spese dell’Italia hanno tolto il vitalizio per quei tre quattro, grandi artisti indigenti. Mi dite voi ora come cacchio faccio ad arrivare all’età della pensione, con tutti questi ignorantoni, che si pappano un sacco di soldi, che non s’abbassano lo stipendio manco pe’ niente e non cacciano una lira. E se pijano una pensione che per un mese vale un anno. ‘sti profittatori ignoranti loro e tutti quelli che gli danno retta. È vero che ma vete tolto il vitalizio. Brutti Zozzoni!


 

Ferri Botti

Formalismo

Dio a un cristiano ha detto di amare e essere libero. Il resto sono tutte fetenzie.


 

Tetto

Certi sguardi

Ormai, alcune volte capita di vedere nudità per lo più senza qualunque, posso dire. Credo che questo mostrarsi sia un sesso senza azione solo reazione. Perché mostrarsi ad altri sostanzialmente per questo, son poi belle nudità?


 

Giorgio

Ti cerca

Voglio dire che uno dei modi più promiscui che si sono in giro è quello della supponenza. Si giudica, non si parla, ci si atteggia verso il prossimo socializzando addirittura il supporre il valore della vita altrui. Supponenza verso la libertà e, forse anche Dio? Io dico che dalla supponenza nasce il pregiudizio, l’atteggiamento di superiorità, la maldicenza, l’ottusità nel dialogo con il prossimo, l’esaltazione della superiorità. E credo anche la mediocrità che in questo caso è peggiore pure della superbia.


 

Sesto

Assurda incoerenza

La bellezza non ha bisogno di coercizione, ma dico lo stesso: che frustrazione deve avere la gente per desiderare, far sì, che si desideri la libertà.


 

Giaccio Contralto

La rottura

La questione in atto è che bisogna svincolarsi da tutti quelli che vogliono soggiogare e usare, la realtà e l’espressione del singolo. In assenza di veri interlocutori, diciamolo il settarismo ha soggiogato qualsiasi cardine espressivo.


 

Cecco detto rimpiantone

Il gettone

Dico è tutto un controllo del pensiero e dell’immaginazione, soltanto per mezzo di una continua reiterazione del significato. Io a ciò mi ribello e ripenso a quando i gettoni telefonici, in Italia, sostituivano la mancanza dei soldi spicci. E quando il loro valore passo da cinquanta a cento lire, può immaginare che soddisfazione a pagare con i gettoni. Che ogni tanto qualcuno si scocciava pure, ma che fa. Bei tempi.


 

Nico Il Perse

I morti

Mi chiedo spesso cosa rimanga all’atto di coraggio. Mi sono trovato a un bivio e ho sbagliato, cosa può un significato che sembra un destino? Uno sparo nel buio un morto. L’irreparabile, e le sue conseguenze. E allora è un lungo tempo, un destino segnato e, forse un’occasione persa per sempre. Già! Perché cosa resta alla vita, e cosa può esserci. La vita è la capacità di migliorare il mondo, di riempire le scelte di libertà, di amare per ciò che è dare del bene, fare il bene alla verità, conoscerla al di là del proprio tempo, ma in questo spazio essere per questo. Altro non c’è se non rendere bello il mondo e lasciare il destino, al destino del mondo. Quando si è nel buio, si è lontani da tutto questo e le conseguenze sembrano essere l’unico alibi e giudizio, da avere e vincere.


 

Giusto Calmo

La rivelazione

Capita spesso? Non so, a me è successo e sinceramente se non lo avessi veduto accadere, così per caso, in mezzo alla strada, forse ora, non sarei qui a raccontarlo.

Diciamo che quando si esce con una donna si cerca di capire e di vedere molto di lei. E lei spesso vuole mostrarne molte e particolari esseri di se stessa. Mettiamo il caso, una delle tante con alta scolarizzazione, che cerca di fare ragionamenti competenti, bisogna lasciarle dire, fino al giorno della rivelazione. Bene proprio quel giorno io ero in macchina con una di queste e niente lasciava presagire quello che sarebbe accaduto di lì a poco. Inchioda l’automobile e presa dall’agitazione non sa, dove andare. Voi penserete che cosa sia successo? Per certi versi l’incredibile: ha attraversato la strada incurante di tutto ciò un gatto nero, e per questo sono stato costretto a una deviazione e un percorso alternativo. E questo io ho rivisto accadere l’altro giorno in mezzo alla strada. Una donna: lei che nel vedere attraversagli dinanzi, il mio gatto nero, ha inchiodato la macchina, ha bloccato il traffico, non sapendo più quale strada prendere, ha inforcato la retromarcia, poi ha urlato al lui che era con lei, che presumibilmente le avrà chiesto che cosa stesse facendo. E non potendo fare altro che proseguire dato il traffico che c’era dietro la sua automobile: toccato ferro accendere il tergicristallo e ripartire nella più assoluta costrizione.


 

Ferri Botti

La prima mano

Mi trovai per qualche anno nell’impossibilità. Poi oggi, io, gran pittore presi il pennello in mano, non di quelli della mia grande arte della tela, ma un gran pennello per dipingere i muri. Mi apprestai così all’opera e con gran maestria, sia con la mano destra sia sinistra. Non una goccia in più di vernice necessaria mi necessitò. E strabiliante non una goccia è caduta dal mio pennello. Arte di pittore non mente e questa mia gran specialità fa ben dire che per la seconda mano si può aspettare la primavera.


 

Billi Bond

Ho ascoltato ho guardato ho visto

Dico oggi me ne stavo tranquillo e che cosa mi è capitato di sapere, che le assicurazioni mutualistiche statunitensi sono state salvate dal fallimento dal tesoro e dalla riserva federale. Dico questo vuol dire che l’assistenza sanitaria negli Stati Uniti D’America è tornata pubblica, anche se non per tutti. Fin che dura mi par di capire. Comunque oggi, è fallita AmeriBank. Il prossimo presidente, spero che sia chi dico io, potrà ricominciare daccapo senza gli ostacoli del vecchio. Poi cacchio mi è venuto un sogno fallisse pure la banca mondiale e il fondo monetario, il mondo non avrebbe più debiti. A che servono questi quattrini.

Ciao!




 

Trementino

La caccola

Stavo passando davanti al televisore, proprio mentre stavo scaccolandomi il naso e, sento la notizia che mi dice che in Italia i pubblici ministeri non saranno sottoposti all’esecutivo. Proprio in quel momento tiro via una caccola dal naso e la guardo sul mio dito. Che posso dirti faccio, saranno sottoposti alla legge dello stato? Sembra ovvio.  Saranno un organo della giurisprudenza che elaborerà un’ideologia dell’accusa. Chissà sarà nominato il pubblico ministero di volta in volta tra un avvocato d’ufficio del tribunale. O il pubblico ministero sarà direttamente un militare. E non sarà caccola che possa anche accadere che faccia parte di quell’organigramma del consenso, che fa fare feste festini e festicciole, isteriche e psicopatiche fuori dai penitenziari dopo ogni esecuzione della pena di morte. Caccola è solo una battuta in televisione.


 

Fil

Il ciglio

Dico il corpo umano è indubbiamente importante e interessante, ma voglio intendere quanto spesso con il fatto della psicologia ne facciamo ciò che vogliamo, ogni cosa che ci faccia sentire meglio e appagati, spesso importanti di là di tutto. E il corpo che fa? Il corpo vive, e cerca di stare in armonia con la bellezza della natura, molto probabilmente non capisce molto di quello che noi intendiamo, perché gli facciamo sentire fame e freddo, perché lo stanchiamo, il corpo cerca sempre di aiutarci come può a farci “essere” quello che vogliamo e, diciamo francamente non sappiamo bene perché si debbano fare molte cose, che psicologicamente sono importanti. Il corpo cerca sempre di essere naturale e noi cerchiamo sempre di renderlo come vogliamo, nel senso che spesso non si rinuncia a nessun istinto appagante, di quello che con un minimo di pensiero e conoscenza basta a farci evitare fraintendimenti con esso: il corpo. Il corpo ha una parte di voce con noi stessi, e anche con gli altri, eppure lo usiamo psicologicamente per dominare la comunicazione, più che essere lieti della conoscenza, il corpo soffre e noi soffriamo, misericordia. Che dire allora, diamo all’anima lo spazio che ci fa amare noi stessi. Si dà così tanta importanza all’appagamento che non si rinuncia a una scopata per esempio, per poi ricorrere all’aborto chimico, con la pillola del giorno dopo, ma il sesso del giorno prima era così prevaricante, da avere la necessità di una trombata a tutti i costi, è così importante il possesso rispetto all’amore reciproco? Come mi è venuto di parlarvi di ciò? Semplicemente perché ho un pelo nel sopracciglio, che stranamente ha preso ad allungarsi più degli altri e, spesso da fastidio alla vista perché con il fregamento sporca la lente degli occhiali. Ho detto ma che ne sa questo pelo degli occhiali; che poi quando mi tocco il sopracciglio per questo, giacché la gente è impicciona, e chiacchiera a vanvera, c’è anche chi fa questione sul perché mi tocco il sopracciglio senza nessuna intenzione.


 

Polp Tone

Il razzismo è culturale

Tutti si esprimono dal controllo del concetto. La banale aggressività di un gruppo, che può controllare il concetto anche non pensando ma agendo. L’insignificante conflitto che si trasforma in tragica aggressività. L’autodistruzione della famiglia da parte di un suo componente, che spesso poi si suicida, forse per un conflitto impossibilitato a risolvere o di un concetto del mondo. Il controllo del concetto come affermazione della propria identità. l’indispensabile consenso. La mancata scelta individuale, la frustrazione o l’esaltazione. La cultura del controllo del concetto pone l’individuo quasi in un atteggiamento magnetico, come se debba attirare su di sé l’altro e l’altruità, lo sguardo e l’attenzione per appagarsi e superare nell’emancipazione. Un fenomeno che spesso sconcerta quando è percepito, compreso, autoindotto o indotto. C’è anche il controllo del concetto come affermazione del controllo sociale: attirare, avere possedere, l’attenzione dell’altro, più che dare attenzione. Sembra che l’essere umano sia ineluttabilmente vittima psicologica di ciò. Esiste però per scelta la libertà di conoscere, esiste la libertà di amare, che ci dà più libertà del bisogno di essere amati, perché spesso per frustrazione trasformiamo in odio. La libertà di amare più che essere amati può trasformare tutto in un posto dove si ama liberamente, dove si è e dove il bisogno di essere amati e il bisogno di amare è nel compimento della libertà, e si ama, e nel piacere di dare e forse basta. Il razzismo è solo culturale, un’identità che soffre del controllo e del suo dominio. Basta l’amore; amare la libertà di conoscere, di essere per amore e tutto cambia. “senza riflettori”


 

Fleppotto

Diciamo le cose come stanno

Avete mai pensato al fatto che il nome America, lo dicono e lo scrivono in italiano. E questa è una cosa che volevo dire e l’ho detta, America parola dappertutto Italiana. Poi c’è un altro episodio che mi viene in mente in questo momento e lo devo dire, ma vorrei che mi diceste come faccio. Dicono che leggono la bibbia continuativamente, e, mentre scrivo, la stanno già leggendo ed è possibile seguire la lettura, come la chiamano. Ditemi com’è possibile per me stare sveglio sei giorni e sei notti, non ce la faccio. Allora che faccio registro di notte e guardo la registrazione di giorno, facendo in modo di registrare la lettura anche di giorno, ma poi dopo aver visto la registrazione della notte di giorno, di notte non riesco lo stesso a vedere la registrazione fatta di giorno mentre io guardavo la registrazione fatta di notte. Che se poi penso a ciò mi viene in mente che per fare ciò non ci vogliono sei giorni ma dodici. E già perché la visione della registrazione contemporanea della trasmissione in diretta che io dovessi vedere, appunto invertendo il giorno con la notte, porterebbe la rotazione della terra a invertire la registrazione con la diretta, che sarebbe seguita sempre dalla registrazione e sommando i tempi della diretta e della registrazione, sarebbero per forza di dodici giorni, perché non si possono ipotizzare giorni di quarantotto ore. La visione della registrazione seguirebbe la diretta, ma la diretta andrebbe in onda prima della visione della registrazione, e la registrazione e la visione sarebbero contemporanee e visibili insieme, ma dato che io vedrei la registrazione dopo che è andata in onda la diretta, la prima sarebbe seguita dalla seconda. Anche in questa ipotesi dovrei restare sveglio dodici giorni. E dico come fanno quelli che leggono una alla volta per i loro sei giorni a seguire la lettura e leggere in questo modo il resto della bibbia. Non è possibile leggere la bibbia in questo modo per nessuno dico io. Eppure sembra che accada, è un’illusione dovuta al fatto che per fortuna qualcuno la legge, un po’ alla volta e per non più di un’ora, un’ora e mezza al giorno, o quando lo ha fatto lo ha fatto in questo modo. Quelli che non hanno fatto ciò non potranno leggere la bibbia continuativamente, come sembra si voglia credere. Mi sono dilungato, ci vuole un bel coraggio a dirmi ciò, dopo cotanta illusione di lettura. Buona notte, da qualsiasi punto il giorno vi trova.


 

Bracalone Bracalone

Il segreto di Pulcinella: le bolle di sapone.

No dico io il fatto di agganciare, tanto per far ridere, il finanziamento, con il cambio tra il “titolo” e il denaro per poi con il denaro allargare l’azionariato, e le possibilità di scambio in esso, con l’ipotesi di questo di allagarlo all’altro fallito e nazionalizzato, il mercato di questa speculazione, dico, rischia che uova e pancetta tra un po’ gli inglesi non mangeranno neanche il keciap, tanto costerà mangiarlo, che l’arricchimento del debito per mezzo, dell’illusione della speculazione arricchita toglierà pure le panchine per sedersi e sperare che passi una gallina e faccia l’uovo. I processi inversi per la realizzazione della stampa del denaro, e oltre, vanno affrontati radicalmente sulla possibilità di logiche di vita diverse da quelle attuali. Comunque gli italiani hanno i soliti problemi, e l’euro ancora terrà. Ci sono ancora tanti soldi in giro? E girano come matti? Nel mondo, ma le illusioni finanziarie, queste illusioni che sono state riempite, ancora non hanno una realtà, ma attingono dal mondo del reale o solo la sua rappresentazione. Due più due non fa cinque fa quattro, anche se qualcuno si prende l’uno e senza nessun merito? A poco servirà? Pulcinella s’è scucciate de i soldi, sempre li stesse cose, evviva la libertà de cantà e de campà! Allegria e felicità e tranquillità! Pietà per l’igles men, pietà. Ma zitti zitti: abbasso pure li furbetti italiani. Pulcinella le borse devono pagà le tasse. Tie!


 

Guido

Dico me

Io conosco un tizio che è così stupido, che per essere così stupido glielo hanno dovuto insegnare tanto è stupido per comprenderlo e saperlo essere da se.


 

Il Formichiere

Detto un po’

Voglio dire aveste mai visto un moscone entrare in una stanza e star lì a gironzolare, come non sapesse cosa fare per uscire. E già costui non capisce a che serve quel che vede è sopraffatto quasi da cose che per lui non hanno spiegazione. E allora non è un po’ come una persona che si trova tra tante cose che ascolta cui non è sempre facile dare una spiegazione e un significato certo?

 


 

Pellerino

ballerino

Aoh seghè, dico vi ricordare quello di questo forum, quando scriveva a tutti e ha scritto pure a una ditta per comprare la batteria a idrogeno, nel libro e meil. Che tutti dicevano che era pronta, che poi si è messo a parlare con una certa Juanita della nuvera, che allora forse non cercava la batteria? E Juanita stava con la ditta che era italiana, ma ora è americana e non si sa se c’è ancora Juanita. Bene non ve la faccio lunga, sono andato sul sito della nuvera, e in questo giorni nel blog, ho letto, come c’ho capito la nuvera, ha prestato un’automobile al comune di Mantova che va in giro dal 2007 con motore a batteria a idrogeno. Dico la nuvera ditta americana italiana presta una macchina al comune di Mantova. E indovinate poi che macchina: una panda. Perché la devono prestare al comune di Mantova, a me la devono prestare, a me. Seghè.


 

Eriabot

Una tendenza sciocca

Voglio esprimere qui un mio pensiero. Riguarda quello che più spesso la gente cerca di evidenziare, voglio dire l’arrivismo per l’ambizione del momento. E dico ciò equivale a esaltarsi con la vanità. Di questo fatto sempre più soventemente mi accorgo e non solo per tale fatto, ma anche dal costatare come la gente, molta, non sappia più distinguere tra una cosa vera e una falsa, tra una cosa bella e una forse brutta. Come si dà importanza a cose schiocche e superficiali e in questo modo di fare non si riconosca il valore e il significato di cose, ma anche vere espressioni umane che esprimono verità. Ecco, io ora qui vorrei che voi vi chiedeste, perché ciò accade? Non dovete a me questa risposta ma credo che sia bene che voi ne riflettiate con voi stessi. Vi saluto e ringrazio.


 

Eriabot

Se si vuol così

Oggi ho proprio il desiderio di parlare di viltà. La viltà che ti aggrada lo stomaco ed esalta chi la procaccia. Questo è un argomento che mi sta un po’ troppo dentro. Spesso guardo questa gente, così contenta tutta per bene, ma in realtà l’unica cosa in cui crede e professa, è un piccolo giochino medioevale, che dà all’invidia e alla bella classifica il motivo per il male e per il bene e fa della verità qualcosa da giustificare in ogni momento della sua piacevole giornata di tal gente; felice delle cose per benino, che fanno dire sempre le cose che più gli conviene. Eppure di là e per questa gentina bonina c’è qualcuno che deve subire nel silenzio e nella compiacenza, costei e codesti hanno sempre una giustificazione per far finta di niente e, lasciare che qualcuno da solo affronti ciò che non va dentro le loro belle famigliole, nelle belle organizzazioni del sociali, nei bei cespiti religiosi. E perché la viltà allora, perché ciò dà alibi alla negazione. E son tanto ben fatte le cose che fanno l’esaltante che verifica accerta, in una disdicevole proclamazione di buone intenzione le peggiori persecuzioni per chi volente o nolente smaschera la viltà e l’imbroglio che si vuol rappresentare. E oggi ho pensato anche alle stesse cose che Dio potrebbe avere a dire. La sua grande e buonanime solerzia, ci ha dato libertà togliendo alla persona persino il gravame della riconoscenza del bene che si fa, e questa è anche una cosa bella per il male che si può subire. Il Dio è sempre lui l’atto e l’azione. E allora qual viltà a ragione mi dice questa gente. Negare in principio anche ciò che par essere di Dio, gravando di tale peso del bene la persona, che con viltà si nega possa essere nel vero. E gli altri dicono quelli che son tanto bravi e buoni che però per viltà giocano solo la partita dell’interesse partecipativo, perché anche per loro non è grata la solerzia e ciò che può esser vero, può essere anche imbarazzante, o molto di più solo fastidioso: che viltà e pigrizia. Credo che sia bene che si pensi attentamente a ciò.


 

Eriabot

Pappa e cicca

E ora sono un po’ arrabbiato, perché il mondo del potere è sempre più caotico e ciò non è di garbo per la buona creanza e la gentilezza. Che modi sono quelli che per la lotta di essere i più forti non fanno che rubare e molestare per far soldi con chi cerca di non far questo e vuole vivere senza tanto potere. E che sono queste possibilità che vanno in arbitrio, son costrette anche un poco di fare per sopravvivere, insomma che cosa significa il mondo della delinquenza organizzata. Perché non fanno i buoni e non cercano il rispetto della libertà, che tanto potere serve solo per la schiavitù, che l’emanciparsi così è solo schiavitù, che le persone costrette sono un mondo affatto bello. Allora non sto tanto a prolungare questo discorso che sembra fin troppo scontroso e nella sostanza di questo agire un bislacco. E vorrei passare a parlare delle belle donnine che s’incontrano durante la giornata. Che con le loro belle macchinine, sono sempre pronte a non considerare l’uomo come pedone. Perché dico, sarebbe bello che un po’ di gentilezza e coscienza uscisse dal vostro bel mostrarvi. Le s’incontra nel passeggio o indaffarate ché son tutte lì ferme e scontrose, e anche un po’ stupide. E allora vorrei ricordarvi quando ci siamo incontrati io e voi e siamo stati bene insieme, gentili e attenti ai pensieri l’uno dell’altra. E di certo anche voi attente ai suoi pensieri. Ora invece con il vostro fare che chiede sempre qualcosa nel modo più scontroso possibile o alla moda, che può esser tanto urtante, seppur nel buon animo sempre un sorriso desideri di profferire. E allora diciamolo che dietro di questo, manifestare pretesa, credo ci sia soltanto la vostra passerina, topina, o topona che sia, ci sia questo un po’ ingrato pensiero del desiderio che in modo strampalato manifestate. E che mi lascia sorpreso e deluso, per la tanta confusione che non conosce più garbo e intelligenza che mi manifestate. Il desiderio è nei vostri pensieri, ma nei luoghi e nei modi meno veri o quando pubblicizzati ed errati. Che di certo son bello, i vostri didietro e i vostri seni, che riempirei di baci e carezze la vostra topina topa: sempre ogni volta, e ogniqualvolta. E allora dico anche che ci vuole pensiero e che il pensiero a maggior ragione deve essere libero e cosciente e non proteso al controllo della volontà e con il desiderio nel pensiero, o dentro la scatola cranica, nel cervello nel controllo della volontà dell’altro manifesta spesso soltanto dentro le vostre ipotesi.


 

Il professatore

In aggiunta al prossimo

 

Esiste il singolare e il plurale

Il maschile e il femminile

Tutti i numerali se ne possono andà a fanculo se mi va

E così il congiuntivo e il condizionale mi fanno grato se mi va

E così mi esprimo oggi ieri e domani, ma dico adesso

E trovo l’imperfetto quando mi va sennò trovo il presente e dico dove sta

Perché tutto se po’ fare per spiegare quello che si capisce se si trasforma

Perché io sono e lo dico e metto i punti e le virgole dove mi va.

Se capisci il significato delle parole, questo tanto sta come quando le vedi

E pure quando e come le vedi o lo vedo.


 

Bristeccone

Liberatevi

Vorrei dirvi dato l’andazzo, uomini e donne giovani di tutte le età uniamoci. Poi ho pensato che è meglio dire, esseri umani e mondo intero di persone libere, liberatevi, liberiamoci.


 

Loren Bend

Ascolto di musica

Voglio semplicemente dire, quasi ascoltandola di nuovo mentre scrivo: la musica che mi fa respirare a pieni polmoni. E sì voi penserete che stia scherzando, ma è proprio così, ciò cui parla, è la musica, meglio il concerto per violino op.77 e, le danze ungheresi di Brahms; queste ultime poi sono fantastiche, mentre si ascolta ciò senti che i polmoni, il respiro ti si apre completamente. Del resto, pensando a ciò voglio dirvi ancora una cosa, che l’ascolto delle quattro stagioni di Vivaldi, aiuta a “defaticare” lo stato celebro muscolare e, anche concettuale. Comunque voglio dire che basta un ascolto di tali brani musicali.


 

Cabitto

Per la salvezza del culo

Siamo, sinceri il concetto d’identificazione tribale, attraversa ed è dentro ogni cultura antropocentrica dell’essere umano giacché investe i connotati d’identità in cui un determinato gruppo cerca la sua affermazione e riconoscibilità. Con il fare e sul fare degli individui che il gruppo identifica e vuole che nella loro identità facciano parte dl gruppo. L’espressione d’indipendenza e libertà anche di un solo individuo, che può avvenire con altri fattori di espressione e o di conoscenza, spesso crea nel gruppo tribalizzato; è causa prima d’intolleranza ostilità, o invidia, in una sorta di accettazione e auto accettazione del gruppo. Questa è la primigenia del concetto da cui poi cresce, non una liberazione individuale e poiché liberazione comunicazione e partecipazione cosciente e amorevole con l’altro, ma molto più spesso, una sorte di identificazione per la supremazia e la determinazione del senso del bene che sconfigge o il qualche misura si pensa, dà appagamento egocentrico ai componenti il gruppo tribalizzato. Con diversa sfumatura e coscienza questo avviene molto spesso ovunque nel mondo, spesso con manifestazione invisibile di ciò e altre volte tutt’altro che invisibili. Ora per lo specifico dell’argomento che ho deciso di trattare, parlo di ciò che sta avvenendo in alcune parti dell’Africa, dove spesso una spontaneità naturale si trasforma in naturistica e, dove le incongruenze e le congruenze socializzate si manifestano in certi concetti tribali. Parlo per l’esempio dei bambini soldato, dove spesso l’assoggettamento è fatto su principi di sottomissione alla violenza per determinazione di una tribalità rifratta. Caso di quei bambini costretti ad uccidere anche componenti o propri familiari il proprio gruppo tribale, per essere così assoggettati al nuovo gruppo e alla sua guerra. Eseguono e sono terrorizzati. Comunque questa manifestazione è sì diffusa, ma si spera ed è comunque marginale. Le apparizioni della madonna in Africa che invitano alla preghiera e conversione, hanno pur un significato in questo contesto, che si cerca di risolvere con il recupero di questi adolescenti. E allora il mio appello per la salvezza del culo ha un suo preciso fondamento. C’è un gruppo di ribelli in Africa “capocciata” da un fanatico religioso, che ha confuso la compartecipazione sciamanica per la rinascita del male fisico in quello spirituale, con una magia bianca che dovrebbe trasmutare le cose in azioni e determinazioni di forza naturale, che ha integrato con l’assolutismo dei dieci comandamenti della Bibbia, ma come realtà d’affermare per mezzo della giustizia della forza e della guerra, delle armi aimè; sembra in attesa che la sola divinazione della magia bianca agisca. Nella noia di una vita siffatta con l’esaltazione del potere come manifestazione di superiorità, costui in una cultura più espansa, molto probabilmente, potrebbe trovare un ristoro magari nell’amore e nel sentimento dei suoi pensieri. Potrebbe trovare una speranza di rinascita e conversione spirituale, e armonia fisica. Invece persiste e che cosa fa? Instaura l’undicesimo comandamento, sentite il quale: “Non dovrai mai guidare una bicicletta.” Pena il taglio delle natiche con il machete. Ecco perché il mio appello è urgente perché si spieghi a costui quello che sembra non aver capito e non ci siano più soldati bambini, né questi strani entusiasmi. Iniziamo con il salvare il culo?


 

Riccardo

Il tempo perso

Io ho sempre avuto l’impressione di perdere un sacco di tempo; ciò ogniqualvolta mi soffermo con qualcuno a parlare degli argomenti, più chiacchierati magari, ma quel che è peggiore è che su tali argomenti si costruiscono discorsi per sviscerare i reciproci sentimenti e, ancor di più per ciò, non si usano le parole giuste e, credo anche vere per fare intendere bene i sentimenti e in questo le vere parole che si debbono dire per comunicare. Certe volte, non si riesce a comprendere né cosa vogliamo né cosa gli altri vogliono da noi.




 

Eriabot

Mi succede come all’adone

Oggi voglio parlarvi di quelle cose buonine e anche care. Son cose che sembrano gentili, eppure certe volte si ricordano e certe volte si scopre. E queste certe volte sembrano di garbo e altre no, non sembra proprio una cosa per garbo. E di chi è la colpa di questo, forse mia che dico quel che penso e spesso anche vedo. E allora incomincio con quello che avevo in mente quando ho iniziato a scrivere. Dico quanto è bello che certe volte senza che neanche sia possibile o non si aspetta, capita di incontrare una persona che forse ti è stata cara, ma diciamo anche con codesta onesta che la qualcosa può essere bella se tale garbata persona in qualche modo sincero e piacevole può ancora essere tale. Il mondo però certe volte fa dimenticare molto e non siamo più disposti in un atteggiamento che non ci garba; ma voglio dire io non sono più disposto in un atteggiamento così. E allora è forse possibile recuperare le occasioni perdute, che non sappiamo neanche se poi possono essere state tali, del resto è accaduto altro e quel che non ci fosse forse proprio non c’era. E allora non dobbiamo recuperare ma sapere se c’è un nuovo momento se è possibile che il cuore trovi ancora quella verità che genera la vita alle situazioni, ai pensieri e ai discorsi. Ricordo benissimo che in un bel momento della vita mia ci fosse l’uopo che bastasse chiedere a una donna se volevamo amarci che la risposta era sì. Dico belle brutte vergini facilone, per quanto mostrassero, il contrario bastava che io chiedessi che mi dicevano di sì. So che questo discorso a qualcuna non garba, quasi volesse dire che non ero io codesta persona. Invece incredibile ero proprio io. Poi m’incaponii con l’amore e smisi di chiedere. E rinunciai a questa grande scoperta che prima che fu tale non sospettavo possibile. Voi vorreste pensare che fossi un adone, bene può darsi che fosse per questo, ma siete poi sicuri che lo fossi? E ora ci sono nuovi incontri chissà se mai possibili, ma sinceramente che cosa può accadere di speciale. Poi da un po’ di tempo mi sono accorto che osservando le donne, molte possono dirsi giovani, tempo preciso per un mio sguardo tutt’altro che sfacciato, si accende in loro un modus per la comunicazione, in un gesto del loro mostrarsi a dir poco incredibile, quello di afferrare, quasi appigliarsi al telefono cellulare, non necessariamente per telefonare. Non so se è di garbo, diciamo che una donna faccia ciò nello sguardo di un uomo che la guarda – scusate il piccolo gioco di sguardi che finisce per non avere seguito.

E vi invio un grato Buon Natale  


 

Pob Il Guazzo

Il guazzo

Vorrei mi si lasciasse in pace, c’è gente che vive solo in confronto, in rapporto, identificandosi in classifica. E che cerca sempre d’intromettermi in ciò. Spesso poi è impossibile parlare con costoro tanto i discorsi sono organizzati in questo senso. È un gran problema quello del linguaggio che avviene per competizione classificatoria, degli oggetti e delle situazioni. Quasi fosse l’unico modo possibile quello di sentirsi appagati.

Ho detto a una donna, che era unica e meravigliosa. Lei arrabbiata è andata a dire alle sue amiche che l’avevo offesa; tanto lei aveva inteso costruire la sua vita, stando in una classifica sociale all’altra. Che io l’avergli detto che era unica era come non riconoscere la sua classificazione.

L’eterno ritorno accademico.

Un giorno una persona fa una cosa, di un certo pregio, ma tutti gli accademisti, dicono che non può essere. Poi un giorno tutti gli accademizzati fanno quella cosa.

Un giorno una persona fa una cosa, di un certo pregio, ma tutti gli accademisti, dicono che non può essere. Poi un giorno tutti gli accademizzati fanno quella cosa.

Poi un giorno un tizio fece la popò grossa nel cesso, ciò accademicamente e, tutti gli accademicizzati dissero quanto fosse bravo. Il giorno dopo fece la popò grossa in testa agli accademicizzati; per questo dato la bravura dimostrata il giorno prima. Dissero che poteva essere.

 

Poi io devo dire, anche, che spesso le persone immaginano cose e giudicano altri, per non guardare se stesse, e scontrandosi sempre. Quasi come in Enrico IV di Pirandello. E per l’ingratitudine la più triste è quella che ripaga la bontà, quella che non si vanta, non riconoscendola in chi la fa, giustificandosi con i diritti. Mettendoli in mezza anche senza che nessuno abbia detto a.

La fede in Dio credo proprio che non sia una classifica. Del resto l’amore non ha bisogno di potere come Cristo ci ha dimostrato; ma è questo che la maggior parte non crede. Non credono.




 

Piritio

Pensiero cifotico, portasse fortuna.

Non c’è verso quando sento che una bella donna si è persa nella vita, o è morta per qualche casualità, o peggio si è suicidata. Penso, peggio mi viene in mente che se avesse capito, sicuramente non avrebbe perso tempo, sprecato, e mi avrebbe incontrato. Ci sarebbero state cose migliori da fare e si sarebbe salvata. Sembro forse cinico per il fatto che penso alle belle donne e non altro. Certo mi rammarico anche nel sapere di altre situazioni ma non penso che ci avrei potuto fare nulla. Sarà l’aria della filantropia mediatica a crearmi questa situazione, l’illusione delle cause e degli effetti, che mi spinge a considerare più le possibili soluzioni relazionali, semplificando i concetti e loro stesse, come possibili al di là di questi pregiudizi.


 

Sasomo

Non scrivetemi che non posso rispondervi. Mi è troppo complicato.

Credo che la cosa bella di una giornata sia lo stare, sereni e guardare il mondo che si arrattabuia dietro l’illusione. Dico per fortuna che il ragionamento spesso ha una logica che serve per dare un po’ di praticità al senso. Per sua stessa realizzazione se si vuole qualcosa di altro dalla logica un senso che la trasformi e non semplicisticamente una logica per trasformare il senso. La logica è limitata per se stessa ma ha un motivo se si vuol dire e fare per lo più qualcosa. Per giunta credo che la logica non sia tale alla presenza dell’attributo per menzogna e, per logica conseguenza della logica come affermazione di potere sulla logica stessa. Che in se non può che stare come attribuita al ragionamento della ragione e alla pratica non solo utile ma, in ciò fattispecie di verità non per conseguenza o, associativa per essa ma, per libertà che armonizza il benessere materiale e la conseguenza del libero arbitrio nell’ambito del bene per la vita, le sue necessità e la libertà di poter essere. Il mondato mondo spesso gioca con la logica in modo del tutto privo senso della logica. Ovvero se la funzione è gioco forza determinata il termine attributivo e per questo realizzabile, dà, alla funzione stessa la spiegazione di attributo nel rapporto tra la spiegazione e la possibilità. E in questo, possibilità di modificare la logica per la realizzazione in qualità, di un nuovo attributo della possibilità materiale, in rapporto della soluzione alla conseguenza che può privare di senso la logica. Si potrebbe dire apriti sesamo e le porte si aprirono, mi pare non ricordo. E allora l’apporto logico è nella spiegazione teorica del significato e l’attributo può non limitarsi alla logica. E allora l’alterazione di un senso astratto per esempio in ambito economico che dà un linguaggio della realtà abbastanza riduttivo, sia formalmente che esplicitamente, il senso e la possibilità della persona. E, per tale atto e conseguenza la sua determinazione si formalizza in rapporto della conseguenza nella fisica conseguenza dell’oggetto denaro, superato il quale c’è l’attributo di praticità. Pertanto se la pratica è nella realtà, la formalizzazione dell’attributo del denaro è nella conseguenza logica delle possibilità determinate in tale abito economico. Per logica o si sanno superare tali circostanze ridistribuendo la pratica sul denaro, modificando il suo rapporto di forza con la realtà realizzabile. O questo determinerà l’illogicità della sua funzione per causa della sua astrazione dando alla realtà una sua visione che non ha più rapporto di realizzazione della funzione ma attrito psicologico tra l’illusione della possibilità reale per mezzo del denaro e le conseguenze di quest’ultimo sulla realtà da esso simbolizzata. La logica torna a determinare l’impossibilità della funzione mediata dal denaro se non come sostituzione e menzogna della realtà logica. L’attributo diventa l’unica possibilità della conseguenza e la conseguenza praticata la realtà dell’attributo che non cerca soluzioni nella logica, ma affermazioni sulla stessa logica. L’attributo è l’oggetto e in quanto tale la funzione è la conseguenza pratica sulla persona. La logica dell’astrazione non può essere elusa in quanto deduzione, ma la realtà viene falsificata dalla funzione che cerca l’affermazione dell’attributo. Quando ciò avviene non solo il fare dell’uomo cerca nel proprio compiacimento e controllo della funzione la realizzazione dell’astrazione per mezzo del camuffamento della logica anche limitata. Ciò per avere un vantaggio sul tempo della determinazione delle conseguenze logiche del processo logico la pratica di tale logica. Portando la realizzazione non verso il superamento della finzione, ma dando alla spiegazione un nuovo attributo che non sta nella logica e che in conseguenza inibisce la libertà dando alla rappresentazione astratta del denaro il valore di realtà di là della realtà della possibile realizzazione. A questo punto l’enunciato si determina come attributo principale della realtà. Dire cose completamente illogiche per la logica può sembrare più appagante della spiegazione della verità. Perché l’enunciato nel proclama nella propaganda può apparire reale anche se la logica e il reale vanno su tutto un altro senso e significato. Ciò sostantiva l’attributo rendendolo illusoriamente più rapido della realtà della logica. Che paradossalmente può trovare nelle trasformazioni non più considerare dal processo illusorio del tempo, soluzioni logiche più rapide e pratiche nell’evoluzione della spiegazione, anch’essa non più considerata dall’attributo illusorio formato. Il rapporto tra la realtà e la conseguenza agisce fingendo una soluzione e negando la possibilità della soluzione nel tempo reale del significato che la logica dà alla persona e la persona dà al proprio essere. Finché la logica non realizza l’apparizione dell’illusione dando a questa il suo significato e attributo sempre presente nella sua logica della realizzazione del proprio limite oggettivo della funzione astratta del tempo reale della logica sviluppata.   


 

Ceciotta

Lo voglio proprio dire

Volete sapere che la penso. Io dico che una donna che usa il proprio corpo per avere potere è una donna senza senso. Una donna ama essere amata. Poi la penso che la violenza, dico, quella sgarbata e semplice, non è placata dal ruolo dei sessi, di qualsiasi genere essi siano.


 

Arturo

Che fine accadrà per dire adesso

Mi ricorderò sempre che una volta non c’era verso per paura timidezza, sciocco pensare ci si trovava con l’immancabile margherita in mano, sfogliando i petali a uno a uno, nell’immancabile dilemma di dire a se stesse, magari anche in compagnia di un altro, o un amica. Mi ama, non mi ama. Se all’ultimo petalo mi dice che mi ama, allora ci parlo e glielo chiedo. La cosa è, era alquanto illogica. Eppure l’illusione e il desiderio giocavano un forte dilemma che soltanto l’affrontare la realtà poteva svelarlo, spesso rimaneva soltanto con la margherita in mano. Tanto era il desiderio che qualsiasi altro discorso non poteva prescindere dall’amore, tanto che ogni altro discorso era incomprensibile e inaffrontabile. Sembra che adesso non ci sia più un dilemma, ma un dubbio, che viepiù si esprime in questo modo. Mi guarda, mi ha guardato, l’ho guardato, ma non mi ha guardato. Se mi guarda non lo guardo. Mi guarderà, gli piaccio, non mi piace ma lo guardo, per vedere se mi guarda. Se mi guarda vuol dire che gli piaccio, ma chi se ne importa, può darsi. Mi piace ma non lo guardo, quando lo guardo vedo se poi mi guarda di nuovo. Se mi guarda mi desidera. L’ho guardato, ma non è vero che lo desidero. Ha visto che l’ho guardato e non ha capito che lo desidero. Mi guarda credo proprio che non può fare a meno di me. Se mi parla non gli rispondo. Se gli rispondo sembra che è troppo importante. Vediamo chi guarda per prima. Oggi ho deciso che non lo guarderò. Non m’importa più se mi guarda. Oggi mi ha guardato, continua …..


 

Sualla

Chi mi guarda

Non voglio proprio rispondere ad Arturo, ma voglio dire quando sono con qualcuno, guardo sempre chi mi guarda per vedere se è giusto o sbagliato quello che sto facendo. Se poi è un altro ragazzo a guardarmi meglio ancora.


 

Beppotto

Anche io faccio così

Non capisco perché Arturo e Sualla debbano citare solo donne. I tempi sono cambiati dai prati e le margherite e anch’io faccio così. Io viaggio parlo le lingue, vado a scuola di musica e palestra e mi sembra giusto che sia così.


 

Trelli

Detto così

Io credo che non si possa continuare a cercare il contrario di ogni cosa. Soprattutto quando le cose contrarie sembrano non esserci. Non dico che io debba tornare allo slogan, facciamo all’amore non facciamo alla guerra. Non perché qualcuno mi risponderebbe meglio la guerra, ma perché assurdamente pur di fare il contrario non farebbe all’amore, anche se poi per tale ostilità non gli resta che fare e, fa la guerra. E allora amate le donne, rispettatele, mandatele a quel paese se serve. Ma se vi si offrono e vi dicono di amarle, amatele con amore e sensibilità. Baciatele e accarezzatele. Sorridete e gioite e lasciate la disperazione non fate violenza, non fate maltrattamenti. Non si può aggredire nessuno, non stuprare i fiori, non date sogni inutili alle persone, che devono faticare con la fatica di tornare a essere quello che sono, perché la violenza è stata paura. Agli stupratori che non esistono, dico di non esistere. Amate ciò che non avete saputo amare. Dico non capisco perché si debba fare violenza e, eseguire violenza sessuale. Che crudele fresconata è tanto da lasciare senza senso chi la subisce. Non si può cadere nella disperazione e dalla competizione a chi piscia più lontano e sorridere disperati mentre una donna piange perché la violentate, o costringete. L’istinto ha uno sguardo più ampio ciò che  manca non è il sesso, ma il sentimento responsabile di capire che ciò che è brutto tocca tutti e, non è aumentando la bruttezza che si supera il desiderio e, neanche le trappole dell’orgoglio. Mettete dei fiori nei vostri cannoni. Quando i gatti vanno in calore, aspettano sempre che la gatta gli dica di sì e se loro non tocca pazienza. Per di più la gatta aspetta sempre di essere feconda per dire di sì. Bisogna amare l’amore per conoscerlo.


 

Silanzioso

Se i gusti sono già stati

Bene dovrei dirvi perché non vado più al cinema, quasi più a teatro, non trovo libri da leggere, se non raramente. Non do più molta importanza all’arte figurativa. Esposta così questa, è una prospettiva generica delle cose succitate e, allora dico che è aperto il mio interesse, partecipazione nei rari casi personali di verità e autenticità. Ho dimenticato i concerti musicali anche questi languono molto. Dico o diciamo che di tutto quello citato qui, ora, ne ho fatto una partecipe esperienza, qualitativa e quantitativa oltre ogni immaginazione, tanto da riempire la mia sete di coscienza. E genericamente se molte arti qui citate non le reputo più di significato, in quest’affermazione temporale, se non in momenti unici. È perché esse sono insufficienti perché appartengono, perché appartengono al mondo, un po’ finto della circuitazione, per lo più finta quanto il caso e il gusto a cui aderisce. Il gusto del godimento di questo tipo trova convenzione nell’appartenenza di tale logica, con quel di ripetitivo e per questo interpretato dal gusto come interpretabile, perché opinione comune e pertanto scambiabile per affermare la propria identità. Questa logica dell’ovvio e del qualunque fa si che solo una percezione di convenienza rende l’opinione conosciuta e per maggiorazione vera o - vere. Tal effetto falso che è tipico della propaganda o dell’ideologia, mi trova perfettamente indifferente alle sue manifestazioni – per l’appunto perché prive di autenticità – e tale manierismo è un effetto del tempo perduto perché non libero, anche se per molti appagante per la circuitazione di appartenenza, che s’immagina sia loro riferimento. Il circuitale circuito, è la sola immaginazione con cui identificarsi nella ripetizione.

La bellezza nasce dalla bontà e libertà autentica, l’opinione della propria vita. Quante cose si possono dimenticare eppure si ricordano le esperienze. Un concetto eterogeneo e la comprensione si sostituiscono al giudizio nell’ascolto.

Ci sono espressioni artistiche che mostrano le stesse situazioni, le stesse descrizioni, le stesse verbalizzazioni. Atti esterni dell’essere umano che si ripetono ovunque e descritti allo steso modo, sostanzialmente, più con metodo che talento e verità. Possiamo dire oramai quasi ovunque, oggetti esteriori per immagini esteriori, con poca poetica.


 

Artico

Che bel pensiero

Dopo tanto l’altro giorno mi son gustato il corpo di una bella donna. Una meravigliosa amica. Le possibilità di corpi femminili diversi con il mio avanzare con gli anni sono aumentate. E questa, Elsa, qui è proprio bella e di bella età. Dopo che l’ho amata accarezzata con tutta la dolcezza possibile, mi ha chiesto se saremmo rimasti per sempre insieme. Che devo dirvi voi cosa avreste risposto. Per mio conto ho sempre perseguito la verità, con ogni possibilità d’amore e, quando avevo meno anni il fatto che fossero belle mi bastava per volere passare tutta la vita con loro, e se avessi incontrato, una una soltanto con un cuore grande e libero, quel mio desiderio si sarebbe realizzato. Forse erano donne solo con il cervello coccodè e ciò che contava per loro era far fare chicchirichì a me. Ma tanto era il mio amore che volevo amarle per sempre. Ma ora, proprio no per quanto belle non mi sento oltre il mio affetto sincero di volerle bene così come sono ognuna come è, ce ne fossero poi così, ma senza quel cuore libero e grande che mi amerebbe, proprio non mi va di essere come quando più giovane, desideravo amarle per tutta la vita con loro che avevano come unico scopo di fare coccodè per il mondo stando con me per soddisfare il mondo. Tutto sommato senza me stesso.


 

Varimundo

Ti vanto

Una delle forme più assurde del mondo umano è il vanto. Il vanto non è essere ma avere bisogno di qualcuno su cui prevalere per essere. Certo diciamo che tutti abbiamo bisogno dell’altro in un certo qual modo, e sovente succede che dobbiamo riuscire in qualcosa con le nostre forze, e se chiediamo spesso, succede che dobbiamo avere ancora più capacità per riuscire, perché spesso si dà il caso che solo Dio risponda e, al di là di tutti gli esseri umani. Ma non si deve essere pessimisti o disfattisti, certe volte anche tra le persone si riesce ad aiutarsi al di là di tutto. E allora questo vanto che cosa è, forse solo una molestia. E già perché con esso non si cerca di dire qualcosa, più che altro si vuol fare un atto per mostrare; e che succede, per mia esperienza personale le persone del vanto sono comunemente dipendenti per il vanto spesso e, quello a cui ambiscono è più che altro una sorte di ammirazione ma che deve imperscrutabilmente essere invidia. Dico io, certe volte mi stanco a dire bravo anche a chi si vanta, ma bastasse, no, come una molestia continua, dai, partecipazione, ma presto si scopre che neanche questo vuole, perché se ti ergi a partecipare sente che in qualche modo lo valuti, e chi sei tu per fare tanto. In realtà dopo che quelli che si vantano se la cantano tra loro e per lo più si vantano, così, anche verso l’altro, delle cose da cui dipendono nel giudizio per vantarsi, finisce inevitabilmente che abbiano bisogno che chi è, li invidi. E ciò diventa una vera e propria molestia del vanto, si esibiscono e si vantano per riscuotere la loro invidia e, se non gli riesce, sprofondano nella cattiveria. Vogliono che la libertà debba per forze competere nel vanto, loro. Gli sciocchi, giovani e vecchi, in fondo hanno bisogno di vantarsi del potere in se stesso e, tale comportamento può degenerare al punto da cercare di togliere la libertà a chi l’ha. In sostanza credo proprio che non sia obbligatorio vantarsi, soprattutto quando non si è liberi o si dipende dal vanto del mondo. Vorrei ricordare un fatto quello di Ponzio Pilato che ricorda a Gesù che lui aveva il potere di salvarlo; avendo come risposta la frase: che se il poter non gli fosse dato da qualcuno sopra di lui, quale potere avrebbe. Il vanto di Ponzio Pilato è di chi deve mostrare. Il vanto di chi condannò Gesù è il vanto stesso dell’essere umano. In conclusione, chiedete a voi stessi, pensate che scrivendo ciò mi sia vantato; dalla risposta che vi darete, potrete capire di che vanto siete.


 

Gisone

Detto tra noi

Molti appaiono migliori di quel che sono, pur essendo, falsi e mediocri: soltanto perché chi li guarda è migliore. Spesso per questo, poiché migliore, i migliorati da ciò lo vogliono vedere peggiore.


 

Cartone detto il magnone

Il pensiero veloce dell’associazioni

Io dico che in questo mondo così scellerato ché tutti o molti cercano di controllare le opinioni vere, inventandosi le peggiori associazioni di significato, per non dare importanza a ciò che è vero e così fanno per fare apparire di più la loro opinione, che se capita che “un vero” scoreggia un peto dall’odore asfissiante, tutti invece di turarsi il naso, stringono le chiappe del sedere, tanto sono abituati a nascondere la verità. Che se qualcuno come loro che dopo un po’ che stanno con le chiappe strette li sente parlare tanto che gli escono dei significati impropri invece di turarsi le orecchie si tappano gli occhi e così di seguito …..


 

Eriabot

Per sempre insieme

Credo che oggi sia bello per me parlare di necessità. Io sento, ho bisogno, la necessità che quando si parli non si parli più di soldi; questo modo di parlare mi sta togliendo ogni gusto per farlo. Per mia buona ammissione dico certo che il commercio è si gaio che è un modo per campare e praticare l’informazione ma appunto è pratico e pratica. E di certo quando al fare si possono dire altre cose, o immaginare. Io per mia bontà, pratico la parola e mi piace colloquiare ma sento la necessità che il dire e dove stare non sia più una scusa per parlare di soldi. Si usa l’arte per parlare di soldi e successo con questi, si usa il sesso per parlare di soldi, si usa parlare delle cose più svariate per stare in una classifica fatta in riferimento all’importanza e quando si parla dei soldi lo si fa per parlare di potere, si usa la spiritualità per parlare di questo, di soldi e le donne reggono alla volgarità del parlare dei soldi per non più di qualche istante i figli sono soldi. Tutto ciò non fa accadere nulla anche quando sembra che per associazione di quest’argomento succeda qualcosa. Le cose che si vedono e si ascoltato sono sempre più stupide appunto perché fatte per potere e soldi. Io ho la necessità di sentire gente che pensa la vita, che non si colloca ma che agisce liberamente e non in conseguenza, che dice direttamente ciò che sente e vuole che abbia nel proprio dialogo una risposta altrettanto vera. Voglio che accadano le cose non per scambio ma per relazione e libertà, ho la necessità di stare in pace. Ché per buonino che sembro potrei anche arrabbiarmi e, se mi arrabbio straccio tutte le persone fatte di soldi, sia quelli che non l’hanno che quelli che l’hanno. Con questi discorsi che fate tutti, l’avete una faccia da stupidi e ignoranti che vo a vedervi al primo sguardo.


 

Brilottico

Tutto fu così

Quello che voglio dire lo sto per dire, cioè dico, che vi devo dire c’è stato un tempo che cercavo le espressioni artistiche e non è che si sapessero per pubblicità o informazioni di massa; che spesso facevo una critica critica alla critica stessa, fino a quando non davo più neanche retta alla critica, che poi in definitiva il critico chi poteva essere; era magari uno che conoscevi e ci scambiavi dei pareri poi questo li scriveva e diventava ciò la critica. Insomma quello che voglio dire, è che ora come allora le cose vere e belle e che contano le conosci se le sai conoscere, ma con l’andar del tempo c’è un nuovo problema che mi si è presentato. Dico come sempre mi è successo e ho sempre fatto mi capita di scoprire dei veri talenti creativi, e quando succede, certe volte, è bello condividere queste informazioni e conoscenze o, analisi sulle cose vere e interessanti e, come le avessi lasciate libere all’ascolto di tutti, tiro fuori delle riflessioni eccezionali e originali, ma che succede poi? O che non trovi con chi condividerle, ma la cosa spesso frequente è che magari dopo del tempo qualcuno o qualcuna che non aveva condiviso le mie analisi o riflessioni sì qualche opera o artista, sente magari che questo è stato insignito di non so quale riconoscimento importate, che ne parlano di qua e di là; sempre nei luoghi più ovvi dico io e, questo non solo mi parla di questo, ma fa pure finta di non ricordarsi, di quando magari un decennio prima ero stato io a dirgli di quel tale. E persone di questo tipo sono sempre più, e spesso finiscono col dare importanza a cose completamente inette, insomma citano solo per questo modo di sentire e, spesso non sanno proprio più capire. Io sinceramente mi chiedo se siano diventati tutti cretini, perché tale mi pare questo modo di valutare e confrontarsi, tale sovente mi appare il loro modo di ragionare in proposito.




 

Falloppone

La meritocrazia non esiste

La meritocrazia è una delle più grandi fandonie sociali, essa non esiste in quanto quando la si reclama è sostanzialmente evidente, anzi è così presente da stabilire ogni favoritismo sociale economico. Nell’ultimo secolo è stata una delle cose più catastrofiche. Essa è stata via via vissuta e rivisitata. Per esempio quella presente adesso, e lo stesso richiamo alla sua unica necessità come sistema di valore da trasformare e reclamare, sembra quella che scatenò e degenerò per la sua evoluzione o restaurazione nella prima guerra mondiale. E la rivisitazione per la seconda guerra mondiale? La meritocrazia delle dittature che miglioria ci ha proposto, fin alla recente e persistente del funzionalismo economico psicologizzato. C’è ora nel mondo tutto, sostanzialmente, questa logichetta da prima guerra mondiale rivisitata dal liberismo e mondialmente diffusa dal militarismo alla strutturazione del privato come naturale economico e del sociale come evolutivo, della conseguenza come logica della stessa illogicità della funzione per determinare una giustificazione all’appropriazione economica e sua rivisitazione materiale meritocratica e con un condimento di spirito nazionale e di giustizia. In realtà la meritocrazia è la logica dei privilegi economici, della loro giustificazione rappresentativa è l’evidenziarsi sociale che li giustifica come giusti e opportuni, della sovvenzione o del privilegio giustificato socialmente dagli aspetti del privato pubblico, è la strutturazione del tempo divino e materializzato economico dall’uomo nel mondo. È la classe e la sua lotta di classe è la giustificazione dell’arricchimento per ruolo e convenzione sociale. È la determinazione del bene e del male economico e il suo vicendevole invertirsi, ingiustizia e ricerca di giustizia. La meritocrazia è sempre un fenomeno collettivo, anche se sembra personale. La meritocrazia non ha niente a che fare né con l’amore, né con la libertà, la meritocrazia è reclamata solo per evidenziare un vantaggio economico a discapito della ricerca di quest’ultima; un egoismo giustificato invece di un gesto donato. Essa è, spesso, prevaricante e neutra come sociale, astratta come collettivo umano, e vuole essere accettata come naturale è, la competizione e il conflitto non l’amore. La meritocrazia è, spesso, la violenza senza comprensione, la meritocrazia è la strutturazione della schiavitù, come non possono esserlo la libertà e l’amore. La meritocrazia parla sempre di se stessa e con se stessa è la socializzazione del settarismo e dell’approvazione economica e delle sue componenti umane che la rappresentano, per diritto convenienza o sopruso e, la comunicazione è così circuitale che spesso è difficile farne distinzione. Voglio concludere ricordando forse il gesto più sconsiderato che si è fatto in nome della meritocrazia, fino al parossismo, la passione di Gesù Cristo, non c’è stata meritocrazia che ne abbia accettato la libertà e l’amore. O comunione nella libertà. Impariamo a conoscere la conoscenza ed essere liberi nella comunione e comunicazione, perché la libertà e l’amore ci avvincano all’essere. La libertà ci dà la possibilità della solitudine e l’amore, la meritocrazia, la dipendenza.


 

Lipton

Fatevi un tè, meglio una camomilla e non rompete.

Io dico che non è giusto che una persona che dice e sa le cose che esprime la verità e, che, può, essere anche utile debba dirla se non è in campo nel ruolo sociale della classe di riferimento con cui si è saputo alzare lo stipendio. E già perché ditemi voi che cosa è che distingue il modo consono in cui credere se non appunto il fatto che chi à partecipato alla vita sociale per l’accrescimento dello stipendio e, del proprio stipendio! Che senso à una persona che non à uno stipendio così alto, che faccia riferimento all’intelligenza e ancor di più alla sapienza; quasi poi che quei ladroni che si appropriano di quel sapere s’ingabbano l’aumento del proprio stipendio, per poi fare in modo che codesta persona non sia riconosciuta in nessuna classe. Che poi si fa intendere che si può essere anche stupidi e dei perfetti minchioni per appartenere alla classe dello stipendio più alto. Tanto che possano andare in pubblico a dire delle cose che tanti bei babbei stupidi quando loro e, che fanno parte di questo strano gioco danno per buone, in fin dei conti tutti quelli che ànno accresciuti i loro stipendi, guadagnando solo in egoismo e stupidità, che cosa, ànno saputo fare per il mondo nient’altro che questo. Il denaro va, dove è giusto che vada dico io e, la verità non può essere detta da altri se non da quelli dello stipendio. Come può una persona conoscere da solo, capire le cose, e pure comunicarle, fare arricchire i profittatori e non, ciò non è ammissibile ed è giusto che chi vive della lotta di classe dello stipendio e in maggior ragione le classi dell’arricchimento mondiale con tutto con tutti gli altri usurpatori dello stipendio impediscano a uno siffatto di dire la verità e di negare anche l’evidenza della verità che appare, perché socialmente è la classe dello stipendio che deve vincere. Questa classe dell’accrescimento dello stipendio per la verità ha fatto molta strada compresa quella che giustifica la verità per l’arricchimento. Tutti quelli che parlavano dell’accrescimento dello stipendio e di tutto quello che ne deriva sul piano sociale ànno anche fatto finta di litigare, proprio per giustificare il loro modo di essere. E chi sono i primi che ci sono andati di mezzo, oltre naturalmente le persone libere? Quella dimensione dello stipendio che faceva della profondità umana del proprio vivere, fattore di conoscenza e di crescita libera per tutti, tanto quando di conoscenza delle cose, coloro che in fondo badavano che non si fossero spreghi tra il loro fare l’utilizzi del loro stipendio, che non ci fosse sperequazione tra il fare e le possibilità del dare, tra l’arricchimento e la concentrazione di esso in un libero scambio. Detto così sembra un mondo idilliaco e perfetto, ovviamente non può esserlo. E in sostanza in che modo si è cercato di fare fuori questo modo di realtà, per succhiamento e assorbimento nella grande lotta per accrescersi lo stipendio e le grandi battaglie dei litigoni. Hanno cominciato a dire senza proroga che lo stipendio che non doveva crescere era proprio questo e, in effetti qui non si è parlato di scala mobile o strapuntini d’autobus, ma letteralmente e semplicemente del fatto che la dimensione fisica dello stipendio si abbassava nel tempo. D’altro canto le concentrazioni e i litigoni non solo assorbivano ciò, ma iniziava un processo di trasformazione per un succhia soldi aumento dei profitti e delle contrazione per l’accrescimento degli stipendi e giustificazione della lotta di classe e con questo del conflitto e determinazione delle classi più alte, altissime dello stipendio come propensori e artefici di verità. Potete immaginarvi quanti arricchimenti ci sono stati e quanta cosiddetta verità si è prodotta per giustificare e manifatturare tutti gli adepti di questa concezione. E non contenti di questo grande succhiamento si è iniziato a stratificare il sistema tanto che tutto apparisse come un circuito che nutriva se stesso, tanto da giustificare gli sprechi e le spese. Ora il grande succhione dell’accrescimento dello stipendio inventava anche il modo per mentire su tutto e creare tramite ciò il consenso su cui evidenziare la necessità delle scelte politiche e con questo l’inevitabilità del bene per attuare queste scelte, tra lobbismo e, concentrazioni di gruppo, più o meno cooperativistico, si andava a man bassa ad abbassare ancora gli stipendio di quel settore iniziale che diventavano megalitiche concentrazioni che per lo più resistevano con propensioni alimentari. Intanto nella grande battaglia tra litigoni e concentrazioni venivano elaborati nuovi sistemi per i succhioni, oltre all’arraffamento e alla ruberia, si iniziava a mentire spudoratamente e si succhiava al sistema per l’accrescimento delle classi dell’arricchimento a cui si concorreva. I sistemi lavorativi della lotta di classe, quando i fattori di sostegno degli stipendi che si abbassavano entravano nel circolo pubblico e il circo pubblico entrava nel settore del pagamento ( ora a parte l’Italia che invento le partecipazioni statali, un'altra storia di socialità e solidarietà, ma anche di grande ruberia, ma è un ‘altra storia) dato che i settori pubblici dovevano incrementare il settore dell’arricchimento e della crescita dello stipendio ed essere levati dai loro debiti, ben fatti costruire, iniziava la concentrazione e l’assorbimento dei servizi dello stato da parte di concentrazioni. In effetti, stiamo per arrivare agli sgoccioli e del recentissimo passato angloamericano arrivati alla totale disparità dell’aumento dello stipendio è iniziata una lotta tra i maggiori stipendi su se stessi per il super succhione dell’arricchimento. Si è iniziato a mentire su tutto, sulle emozioni come sui soldi, ossessionati dal controllo e dalla lotta di classe per la verità dello stipendio più alto e la giustificazione della verità come espressione dell’arricchimento e la gestione della classe altissima, ànno iniziato a mentire anche a se stessi mentre si guardavano allo specchio, si dicevano ci sono un sacco di soldi ed io ciò un sacco di soldi e con il circuito dello stipendio più alto del mondo ci faccio quello che mi pare, ma quando questo stava avvenendo c’erano altri succhioni che stavano succhiando per accumulare carta moneta controllo sul mondo e chi poteva dire la verità, magari senza avere uno stipendio o moltissimo ridotto e i succhioni così dovevano controllare non solo il pensiero, ma anche la coscienza che capiva le cose, le gerarchie si sub stratificavano e il servilismo di classe determinava esso stesso la coscienza credevano di essere poveri come quelli che avevo perso il super stipendi … continua ….. ? ora vorrei sapere perché qualcuno che capisce le cose che le ha capite senza dipendere per forza, non solo debba far finta di non saperle, far finta che non ci sia il mondo per esserle e dimostrarle e, anche regalarle se vuole, ben che non gliene venga da chi di dovere neanche un grazie; mi sembra che così si pretenda troppo, siete dei banditi.


 

Filibertola

Di me

Si dicono molte cose sulla vita le persone, gli amici e gli amori, ma dico sinceramente che spesso quello che si trova di vero è rimasto in un pensiero e spesso l’unico modo per condividere questa verità è nella lettura di questo, che poi è stato scritto, perché molte volte le persone non praticano i pensieri, spesso proprio, quelli più veri. In questi giorni per esempio sto leggendo scuola di cristianesimo di Kierkegaard. Per ora ò letto solo il primo discorso e, mi chiedo anche pensandolo, che è nella frase venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi ed io vi darò ristoro; queste parole di Cristo qui trovano un pensiero e una riflessione vera. Dico io quanti sono così consoni a questo invito che solo Dio può fare senza porsi veramente come dice Kierkegaard, non differenza tra le persone e il loro essere, ma senza stabilire diversità da cosa come e perché possibilità di ristoro. E dico allora io, anche, quando si è disposti alla sincerità e, per esempio chi affida all’amore lo stesso atto del vivere e amare e, che sovente, invece, lo realizza e lo verifica nella speculazione, nell’incontro stratificato dalla convenienza, dall’opportunità della relazione e anche dell’accoppiamento. Del resto se per il mondo animale è già tutto stabilito l’istinto come il sesso. Perché non far sì che la cultura realizzi ciò pragmaticamente tra lo stare insieme degli individui e delle loro unioni d’amore e di convenienza socio culturale si elabora e si cerca di realizzare; già affidarsi all’amore è non discriminare e non classificare è non avere afflato con tale concetto e, Cristo dice di accogliere tutti indistintamente e non stabilisce nessuna utilità di grado per andare a lui, affaticati e oppressi, perché lui incammina verso ognuno non per utilità.


 

Limblimico

Sono importati le ragioni del ragionamento?

Io credo che lo voglia dire, credo che sia anche importante che lo dico a qualcuno. Ecco quello che voglio dire, io se uno non me lo dice se una cosa è importante o no, io, da me sinceramente non lo capisco. Voi mi direte ma con l’interesse la curiosità, anche un po’ meno pigrizia certe cose poi le cominci a capire. È vero, ciò è proprio vero, ma quando scoprii che c’era gente che cercava di far credere importanti le cose a, un certo punto di questo mio ascolto mi sono reso conto che quello che era importante non è detto che potesse e dovesse essere per forza vero, insomma certe volte e sempre più spesso è solo la questione di provare un’emozione d’importanza. Allora mi resi conto che più che stare a capire era meglio farselo dire che tanto poi si trovava qualcuno con cui ripeterlo. Sinceramente forse ho smesso diciamo di chiedermi se una cosa fosse proprio giusta o sbagliata, certe volte vera o falsa, quello che conta mi son detto è il gusto d’emozione e chiacchiera. Sinceramente a un dato punto di questo mio fare diciamo che se mi trovavo un po’ spaesato a vivere l’intimità con le persone, perché mi chiedevo se poi era una cosa importante, dico se mi dava quell’emozione e, allora anche nell’intimità quello che contava ho capito non era tanto che si provassero cose personali, magari da capire e scoprire, ragionarci insomma, ma è importante anche qui sentirsi importante e, per sentirsi così bisogna farsi dire quali sono le cose importanti che si devono dire e fare, in questo modo ci si sente più emozionati. Insomma anche nel privato bisogna valutare le cose come ci dicono importanti, in fondo un po’ per tutti, forse così sappiamo che cosa siamo e cosa è giusto che vogliamo. Perché è importante che quello che ci emoziona è anche la cosa importante per cui ci si sente importanti. Devo dire anche che mi si può dire che è importate qualsiasi cosa viene reputata tale io, non è che poi riesco molto a capire la differenza. In sostanza ho l’impressione che più una cosa è importante, e più ci si possono fare dei soldi e con questi soldi si possono far le cosa che sono reputate importati privatamente e, che gli altri possono reputare importati quando le mostro. Certe volte c’è qualche persona che quando vede un po’ questa esibizione, non gli importa niente, e allora che emozione prova mi chiedo se non trova importante quello che appare come la cosa importante che privatamente bisogna mostrare per emozionarsi nell’orgoglio di sentirsi importanti. Bene queste persone non mi ci fanno capire niente e, non capisco se questo sia sentirsi importanti o no e che genere d’emozione mi suscita. Mi devo sempre emozionare ma se quello che mi emoziona è importate che importanza può avere se anche è disastroso mi sono chiesto, ma allora l’unica cosa è sentirsi importate. Ora mi è venuto il dubbio che non capisco quando finisce questo doversi sentire importati e chi me lo deve dire.


 

Lettoego

Mi succede una certa cosa

Dico che non sono una di quelle persone che se ne importano o fanno finta di niente, per speculare sul proprio interesse e vedere fin quando si può andare avanti, finché dura e lasciamolo durare. Premetto che ho due lauree, ma sinceramente riflettendo su tale questione ciò è dovuto al fatto che sono in materie complementari. Già appunto in materie o discipline? Ora quello che voglio dirvi che da un po’ di tempo mi succede una certa cosa, da prima più che altro ciò avveniva per lo più nei sogni, ma a un certo punto si è palesata nella veglia come un’abreazione e forse una catarsi di cui sono credo timoroso. Ora mi sono detto e sentito in questo mondo che si sta trasformando come se non avessi più un appoggio, una rassicurazione questo mio essere che evidentemente vivo come status che mi fa dire e pensare in un costrutto che in fondo io ho avuto solo per adattamento, sinceramente io ho assecondato tutto quello che la cultura mi dava e che la stratificazione sociale determinava gioca forza, dico inserito nei rapporti di convenienza e logica di essa il più andava a uniformarsi e appunto, ora capisco per gioco forza reso atto come se fosse vero, appunto perché possibile solo per costrizione realizzata – gioco forza. Ora in questi momenti di diverso sentire ho detto e concretamente percependolo se le conoscenze si aprissero veramente tanto che quel gioco simile per suggestione a quello spesso della propaganda non fosse più gioco forza necessario, io saprei essere ciò che sono dove in virtù della capacità si è liberi di scegliere l’espressione e l’approfondimento della conoscenza; immagino, proprio per mio timore, non si creerebbe così un mondo maggiormente diverso e dove le diversità sarebbero ancora più reali perché messe in ambito della libertà del talento e della scelta o no di volerlo esprimere e trovare. Credo che sia ciò che fa di tale atto della consapevolezza lo scrupolo di vera incertezza che mi procura tutto ciò e queste nuove possibilità. Forse ciò è dovuto all’atto stesso che io faccio di ciò che ho costruito con il gioco forza, che faccio e percepisco come status, differenza sì ma che mi rassicura e mi protegge, anche per convenienza del gioco forza, insomma forse tale timore di ciò fa di me psicologicamente un negazione ed ecco che non ho capito quello stato stesso di abreazione e, se ho cercato o cerco di circuirla non è forse tale, ma è indubbio che il messaggio della realtà è chiaro. E allora forse i miei rapporti di libertà non sono dentro il senso della coscienza in fondo la condivisione senza uno status gerarchizzato e quindi per condivisione aperta dell’essere per dare è fuori dal gioco forza classificatorio; appunto perché ha una concretezza nella libertà come nella realtà. La cosa che appare non è più una rappresentazione surrettizia, ma è una scelta, un atto concreto, non un dominio che cerca di sovrastare. Sinceramente spesso avverto per esempio per quel che riguarda il sapere e la condivisione della propria coscienza con il prossimo che il mio status di gioco forza e per lo più il costrutto sociale in cui ora mi trovo a viverlo. Questo crea un’illusione nei rapporti tanto da farmi credere che quello che è più in voga come argomento culturale, che so, anche ricerca artistica, sia la cosa più giusta di cui appropriarsi, ma sinceramente riflettendo su questo mi sono reso conto che io sono fuori dal vero, sono forse in quelle del plagiato consenso, dentro una cultura dell’immagine e di sciocchezze televisive. Il mio senso del pensiero è assuefatto dalla ripetizione e, il mio riflettere è pigro per queste cose, il mio livello critico non ha più elasticità, il mondo attorno a me si sta trasformando modificando, ed io sostanzialmente passo il tempo a esibirmi. Il mondo del gioco forza cerca la costrizione e nega, spesso cercando aiuto nella coscienza il timore per l’egoismo, credo proprio impedendo l’autenticità e, forse proprio l’amore che non può esserci in chi rifiuta un modo per essere più libero, cercando di procrastinare e ostacolando il coraggio altrui. Ci vuole più gaiezza e bontà, almeno per me.

 


 

Pripritta

Il mondo appeso

I rapporti con la realtà sono sempre personali, per lo più i rapporti impersonali sono quelli con la società e le sue regole astratte. Quando si sostituisce il mondo collettivo alla realtà, i rapporti personali comunicano tutti per mezzi impersonali e, il mondo dell’interiorità personale è tutt’altro che libero e reale. La sua compensazione è il successo e il dominio del mondo, sia come particella sia demiurgo; l’io egocentrico è la libera associazione della comunicazione tra le persone. Un nuovo re dell’ideale si proclama come valore spirituale che dà supremazia stessa all’interesse della gerarchia come effetto della comunicazione e i suoi valori. I rapporti personali sono tutt’altro che reali, impersonali e la realtà personale è completamente assoggettata dal potere sociale. Ora alla domanda personale se vuoi trombare, difficilmente si troverà persona che personalmente risponda, ma la sua risposta sarà collettiva per genere. Perciò se si fa parte dell’orgia si orgia, sennò non comprendono l’interrogativa.

Spesso si parla di buon senso, ma si dimentica che il buon senso è che rende la persona sapiente e intelligente.

Ci sono cose che quando le dici fai nel dirle la netta distinzione tra quello che vuol dire una cosa buona da quella cattiva, voglio dire la cosa ovvia sembra la cosa buona. In realtà molti di quelli che ascoltano nella loro furberia ambiscono alla cosa che reputi cattiva e per questo non capisco perché non si credono ci siano persone aimè, che prediligono, il male al bene, comprendo che la cosa sembra inconcepibile per intelligenza, ma non tutti prediligono l’amore e la libertà, e spesso quando questa è veramente tale.

 


 

Sederone

Molto molto scurrile

Io voglio parlarvi del grave problema della virtualità della politica, del potere e dell’affarismo che poi sono un’unica cosa. Io sono un grande, e importante omosessuale ma da un po’ di tempo ò grande difficoltà ad avere rapporti sessuali, voglio dire a concretare quest’atto. Allora, per questo, ò voluto sapere da dove provenisse questo cambio di comportamento erotico sessuale che mi condiziona non poco, e per questo ò iniziato a parlare con molte persone. Ora facendo un riassunto dei contenuti, proprio per non dilungarmi in questo luogo, ho costatato per mezzo di queste interviste, da come mi hanno detto le persone con cui ò parlato, che per tale causa ci sono diverse tipologie di omosessualità, ma che sostanzialmente esse si esprimano del tutto nella virtualità, al punto che impediscono in tal modo che si realizzi la realtà. Per iniziare vorrei cominciare dai più incerti; ci sono molte persone che si sentono qualcosa infilato nel deretano, ma che non sanno ben capire di chi sia e perché e, un po’ per stupido orgoglio virile sessuale, o proprio per l’incertezza di non sapere esattamente cosa e perché, tacciono e per lo più fanno finta di niente. Poi c’è un’altra dimensione di persone, e che dice chiaramente di sentirselo dentro, ma se si chiede loro, chi è, io dico, che tanto generosamente sta dando piacere, rispondono quello o quell’altro; poi vengo a sapere che neanche conoscono personalmente quelli di cui parlano e neanche li hanno “bene” incontrati. Sostanzialmente essi credono di star facendo cose sessuali, o di averle realizzate, in modo tutt’altro che reale. Potete immaginare che possibilità ò io di provare piacere da costoro, che completamente inventano l’atto sessuale, dicono di una cosa e ne fanno un’altra, insomma che fanno sesso erotico e sessuale del tutto virtuale. E ora vi parlo della summa di tutto ciò e della più probabile spiegazione per tutto ciò, del perché di tale virtualità. La maggior parte di tutto ciò nasce dal mondo dell’affarismo e della politica dove in una sorta di megagalattica incular ella, che tutti  dicono di fare e per dare importanza all’incularella loro ostentano ricchezza socio economica. Bene tutto ciò è del tutto virtuale, per lo più sono soltanto scambi di favori e affarismo, il sesso, neanche loro sanno che sia e tutta l’incularella è del tutto virtuale, per di più sono virtuali pure loro e pensano solo al potere e ai soldi. Se dovessi aspettare da loro un membro che mi faccia sentire, libero il sedere, starei fresco.


 

Belle labbra

L’aiuto è una cosa concreta non scurrile rappresentanza

Io sono una prostituta, e ho deciso insieme con alcune mie colleghe e stiamo trovando qualche collega disposto, a dare il nostro contributo per rasserenare l’animo di chi ne ha bisogno. Offriremo, ancora non abbiamo organizzato dove e come, ma ben presto ciò diverrà un atto pratico e potremmo offrire a chi ne ha necessità, rapporti orali gratis. Questi non sono da confondersi con chiacchiere in parte del consenso dove la lingua è usata a sproposito, noi useremo la bocca e la lingua per dare piena e rilassate opportunità a chi ne avesse bisogno. Credo bisogna fare qualcosa di veramente generoso e disinteressato se si vuol migliorare la situazione di certe incongruenze della vita e, credo che questo nostro contributo veramente disinteressato e fuori da ogni consociazione di chiacchiere sia opportuno e lodevole. Grazie.


 

Marducato

Ecco perché non ho risposto a Tatiana

Mi à scritto Tatiana e rispetto ad alcune altre è pure abbastanza vicina a me, insomma per modo di dire. Mi à scritto dall’Ucraina e sinceramente dovrei farvi vedere la foto e, stareste tutti a bocca aperta tanto è bella. Lo stesso non ò risposto a Tatiana perché non me ne va più di fare all’amore per delle ore di seguito, mi basta un quarto d’ora e poi tanto baci abbracci e fantasia, insomma rilassato, dico. E Tatiana invece la vedeste e certo che crede, che, magari, io prenda l’aereo vado da lei, l’accompagno da me, stiamo insieme qui stiamo insieme là, insomma bisogna faticare un sacco per fare all’amore per delle ore. Dico Tatiana troppo fatica non mi va di risponderti; che chissà per un quarto d’ora, dico vieni ci conosciamo se ci aggradiamo, facciamo presto e tanta fantasia e poi ciao Tatiana, quanta fatica vuoi per un quarto d’ora? Dico sono serio o no?


 

Ferribotti

Ti annuncio

Immancabilmente l’estate è prossima e come io sono masculo e masculo latino non sia detto: donna che ti abbranchi a me, che io non aspetti il tuo piacere prima del mio. Da sempre io amante così, sono, dopo nel gesto dell’amore, liberi siamo di godere tutte le volte che vogliamo, senza più né prima né dopo. Una cosa, ti chiedo, lascia stara la fantasia delle notti d’amore, che dopo una certa ora stanchi, si è, meglio le ore fresche e riposate o del piacevole giorno con me, naturalmente.


 

Tropiza

Che vi devo dire

Per me la prima volta è andata come una cosa eccezionale, che è stata la più naturale del mondo. È stato con una vogliosa vogliosa di me; e poi anche la seconda volta che l’ho fatto con lei è stata bella come la prima. Era che lei godeva dopo poco e bene, che non c’è stato manco il tempo di dire se son stato bravo o chiedermi se riuscivo a darle piacere. È stata proprio una cosa naturale, so bravo so bravo.


 

Fanfon

Il vento elettrico

Io penso, che si sia, passati dalla conoscenza di causa, alla causa per effetto. Esse non si possono né dividere né contrapporre. Nella metodologia stranamente esse vengono divise e stranamente ognuno pensa che quello che fa sia quello che devono fare gli altri. La persuasione è il concetto su cui ciò si fonda. In realtà dietro un’apparente metodologia non si sa quello che si deve fare e per effetto quello che si fa. Se per ipotesi in ragione di una quantità è indispensabile controllare il comportamento e il gusto, si può accora dire di sapere quello che si fa, o più esattamente si fa quello per cui si cerca di persuadere attraverso quello che si fa. In sostanza se si dice di essere liberi si è liberi perché si può persuadere o perché la coscienza non è obbligata da ciò? E quindi si fa della coscienza la conoscenza della causa di perché si è liberi al punto di rendere libero finanche Dio dall’effetto che genera la causa e, pertanto la conoscenza è causa stessa di se stessa in rapporto alla conoscenza di Dio stessa (conosciuta da Dio stesso). In altra sintesi l’effetto non ha causa se non per conoscenza e la conoscenza conosce la causa soltanto per liberazione di Dio dalla conoscenza stessa. Si conosce ciò che si comprende soltanto se si conosce la libertà stessa dalla conoscenza, dalla persuasione. L’atto concreto del capire è l’amore. Non vi è più determinazione nella conoscenza di causa, ma compiuto significato che ci libera dalla pena della Morte, dalla persuasione del suo effetto.


 

Fon Fin

La strategia del tagno

Sono spesso impegnato e sovente m’interesso a certi impegni, ma a che serve farsi i fatti degli altri o farsi i fatti degli altri per farsi i fatti propri. Chi ti ama è con te e gli altri stanno sempre con i fatti impicciandosi, per farsi i fatti propri. In sostanza conosciamo o c’impicciamo soltanto’ e se conosciamo la conoscenza, è silenzio, fin tanto che non parliamo per amore o fin tanto che amiamo comunicando personalmente. Per questo conosciamo in silenzio per amore, e, per altrettanto amore dovremmo parlare e, conoscere per amore. Se si vuol conoscere soltanto per farsi i fatti propri, è, come se assurdamente ci s’impiccia di se stessi.


 

Bisteccone

La vera rivoluzione sessuale

Vi faccio subito una premessa; se vi sentite un po’ delicati, potete anche non leggere quello che sto per scrivere perché l’argomento è indubbiamente rivoluzionario, ma anche sessuale per l’appunto. Nella storia dell’umanità per lo più si è avuto sempre come esseri biologici uno stimolo alla procreazione per il proseguimento della specie e per questa necessità siamo stati e siamo esposti al piacere fisico sessuale e, siamo stati sempre così bisognosi di questo piacere che per procurarselo si finisce per procreare. Poi la società si è in certo qual modo, evoluta e costretta, tanto che spesso à preferito non fare figli ma lo stesso à continuato a cercare il piacere sessuale. In effetti, tale piacere è più che altro soggetto alle parti sensibili del corpo umano e, tale piacere può essere anche vissuto per affetto o sentimento, giacché la mente e queste parti sensibili, possono, essere diciamo, accarezzate o stimolate per avere così una disponibilità per il bene dell’altro attraverso anche la sensibilità sessuale. Ecco à questo punto la storia ha trovato i suoi cambiamenti, perché è nata una gran confusione tra il dare e ricevere, tra il prendere e dare in ragione, ciò, dei processi economici. La famosa fase anale del complesso di Freud, se in età evolutiva il bambino tende a identificare nel trattenere la cacca, un’ipotesi di controllo che man man evolve nel piacere di fare la cacca come attributo per il quale si vuol essere magari riconosciuti, quali appunto persone che danno, questo quando il bambino comincia a capire che c’è un luogo dove fare la cacca e non dove capita, capita. Ora questo processo in età matura si può sviluppare in forma somatica fino alla regressione che può stimolare un atteggiamento nei confronti della cacca sadomasochismo. In effetti, per l’appunto nell’età adulta può accadere che si prova piacere nel trattenere la cacca, perché si prova poi un gran piacere nel farla, sia per la stimolazione che si procura che per la liberazione del corpo, diciamolo. Ora questo breve inciso per dire che il ruolo economico è anche sessuale, per il piacere del genere umano. Infatti, c’è ancora una grande battaglia sessuale nel mondo proprio per ragioni sessuali. Diciamolo le lesbiche non amano il pene, gli omosessuali non amano la vagina i transessuali amano con l’organo sessuale opposto e il colmo è quando s’incontra un transessuale donna che è lesbica – esiste – gli etero sessuali si mettono insieme per diversità sessuale i bisessuali per uguaglianza e diversità sessuale; e tutti insieme concorrono per avere un potere economico e per questo sessuale da affermare. Ma tutti insieme o lo sanno o non lo sanno ma l’unica questione che li unisce è il vero potere per l’identità, appunto il poter del culo, scusate l’esplicita espressione. Che non è vero potere ma liberazione, perché tutti diciamo tutti indistintamente anno l’ano che è una zona erogena. Ora cosa è una zona erogena, è una parte del corpo oltre e anche dico io sessuale per la quale una stimolazione con il tatto o per sensibilizzazione amplifica e si collega al piacere sessuale che si prova con il proprio organo sessuale e che il cervello ingloba e accoglie. Ogni ano è una zona erogena al punto che può far provare un orgasmo se ben stimolato. E qui decade un altro concetto economico trasferito alla sessualità del dare e prendere in realtà tale distinzione non sola è superflua, ma anche surrettizia, il piacere non è nel possedere appunto ma nell’essere. Se tutti possono essere tutti, possono dare e ricevere. E per l’appunto è qui la grande rivoluzione sessuale del sedere, l’ano di ognuno può dar piacere indipendentemente dal ruolo sessuale che può essere altro rispetto al piacere del proprio ano, che si può procurare sia autonomamente o non con riferimento ai propri sentimenti, non è più il piacere sessuale a unire i sessi, ma la disponibilità a provar piacere solo sentimentale senza un eccesso di prevaricazione o determinazione sessuale per la distinzione, appunto sessuale. Non è indispensabile nemmeno la penetrazione del pene, che può disturbare per lunghezza e annebbiare la zona erogena dell’ano, che è l’unico punto per cui si chiede per avere piacere massaggio e breve penetrazione. Ora quando tutti per questo avranno scoperto, di essere uguali e che non c’è più una necessità nel prendere a dare tutti cercheranno di essere e di donare. Ovviamente questa mia non implica discorsi di altro genere se non quelli di sensibilità erogena. Mi scuso se sono stato in alcuni momenti di questa esplicazione, un po’ troppo esplicito, ma penso che questa fosse un’informazione che andava data, anche se va letta con molta ironia. Grazie.


 

Oggemito

 

Il guazzabuglio e la voglia di differenza – fame e lira

Sinceramente alcune volte, sono costretto guardarmi intorno, quasi per un orientamento panoramico sul mondo e le persone, meglio sulle persone del mondo, di questo giro di mondo contemporaneo. Ora lascio a voi il pensiero se sia io a farlo o soltanto queste parole a raccontare. Del resto per questo io mi sento proprio su una posizione che vede molte cose veramente in un’altra prospettiva, ma questo che dovrebbe essere il discorso non è – diciamo che ne appare un altro. E allora partiamo dal presupposto del superamento della fame, quella così detta nera e che per un po’ ti lascia il segno popolano di ribbevito. Non è un attributo molto positivo, perché sembra nascondere un atteggiamento arrogante e spesso superbo, una voglia di superiorità e autorità per raggiunta “vetta” economica. Certo tale visione del mondo è quella che si coniuga sulla supponenza del ruolo, sia ceto sia sociale e soprattutto economico e, spesso inducendo a comportamenti che non ànno né originalità, né autorevoli e men che non si dica eccentricità, qualora non fossero che cose sconclusionate. Ora è evidente che spesso s’incontrano atteggiamenti di reviviscenza, come se per apparizione d’immagine si dovesse riverire l’autoritarismo o l’atteggiamento o la posizione di forza economica raggiunta. E qui è bene stabilire un riferimento perché un conto è un costrutto di persona che nell’espressione della libertà e del suo essere dà autorità o bontà, aiuto e fa del suo modo un criterio da osservare per ciò e nella dimostrazione della propria espressione libera, riferimento non di appagamento ma di libertà verso gli altri e se stesso con l’espressione di essere libero. E un conto è derivare tutto ciò per autorità, superba e superiore e, spesso per posizione economica e pretendere per questo o un’immaginativa e schizoide reverenza o anche l’attributo di contrasto per determinare un atteggiamento anche di prepotenza su cui stabilire una gerarchia sulla persona autorevole e libera per la propria libera espressione. Diciamo che non c’è classe al mondo che perseguito il suo scopo economico non cerchi di ripristinare, privilegi e tornaconti e magari differenze di posizione sul costrutto e senso dell’umanità. E allora la distinzione se c’è la fa la persona, che libera la coscienza e à se stessa e così può essere di aiuto agli altri, per capacità e intendimento con l’animo libero della persona generosa e disinteressata e per la sua libertà acquista senso e apertura. Io invece, in questi anni ò visto tanti imbrogli, raggiri interessati, esibizione e ostentazione, protervia di potere e possesso, inganno e vanto, e certo forse è per questo che se anche cercassi aiuto, costoro sarebbero troppo impegnati alla supremazia del particolare soprattutto, sul costrutto umano, in fondo, cui ànno stabilito un riferimento, ma distorcendo la liberta, la bontà o l’autorevolezza, in protervia superbia, arroganza e possesso del diritto di superiorità acquisita. In realtà così, sono ben diversi da ciò che ànno ricevuto e che non danno, appunto per il sopruso e il tornaconto. La libertà - che conoscono spesso è quella dell’esibizione della vanità e del potere in cui sono e vogliono essere. Credono nella prepotenza del potere per appariscenza. E allora l’aria, l’acqua e il cielo devono appartenergli. In realtà ànno sempre creduto a questo, anche se sono stati aiutati dalle persone umane e libere.

Un giorno di molti anni fa mentre era al mare sulla spiaggia conobbe un anziano bagnante che era appassionato di viaggi, nel senso che gli piaceva viaggiare più che raggiungere il posto, il tragitto, coincise che di lì a qualche giorno, l’anziano bagnante, sarebbe andato in viaggio in toscana, anche lui quell’anno finì in toscana, ma ancora non lo sapeva. Conoscendosi, l’anziano, gli parlò di un suo bisnonno senza che prima di ciò sapessero niente l’uno dell’altro e che lui sapesse molto di ciò, gli raccontò che quando era bambino la sua famiglia lavorava per lui e, lo descrisse come una persona buona e ammirevole e con gioia. Questa è un'altra storia e, perché raccontarla, se solo queste parole leggono, perché quest’ottantenne se la ricordava con semplicità. Come con semplicità avevano proseguito molte persone, e come con semplicità bisognava vivere il futuro e ogni presente, come con semplicità è importante ricordare di essere oggi come domani, di là di guerre e atteggiamenti sociali. Insomma in un altro mondo, senza soldi e tanta bellezza. Perché chi vuole, toglie e chi toglie vuole.

 


 

Sing Boti

L’epolentica

Penso che quest’epoca, o questi giorni continuano nel modo più imbecille possibile, dove un mare di cafoni cercano d’insegnarti l’educazione. L’educazione che è un assembramento d’ipotetiche prevaricazioni politiche e ideologiche. Pochi sanno ancora cosa sono la semplicità e la bontà per essere educati. Compresi questi imbecilli dalla nomea affermata che stanno dentro i giochi del tiraggio del consenso che dicono cose che si sanno, pensando di soffrire d’influenza su quello che accade perché tutti le sanno; ma il fosforescente è indubbiamente demagogia politica. È più espressivo un pensiero apolitico concreto e senza fosforescenza per cambiare le cose, che il biglietto economico dell’economia politica. Molto probabilmente, molte persone non sapranno mai chi à mosso i cardini della coscienza e quale sono le sue reali dinamiche che ànno influito e determinano relazione e influenza, perché credono che debbano cintarsi come molteplici pastori che sono diventate pecore. Le cose che si fanno cambiare in meglio cambiano per coscienza e non per riscossione, cambiano perché qualcuno pensa e riflette e agisce nella sua libertà in relazione con la coscienza di qualcuno che per comunicazione forse neanche conosce. L’imbroglio ideologico è un imbroglio sostanzialmente dittatoriale è, nella dabbenaggine di quanti si trovano nella coazione a ripetere nella dinamica globale senza individuo. Tra parentesi la libertà travalica la politica e quindi la coscienza libera è in relazione autonomamente con chi autonomamente agisce. Tra le nomenclature consociative dei media ci sono solo tanti pappagalli. E vorrei sapere in parentesi di politica democratica come può essa esistere per limite stesso, suo, politico, senza attività economica individuale – il commercio è diventato pura ideologia e propaganda, si fa profitto sulle dittature e sui paesi sottosviluppati, la comunicazione dentro i settori commerciale è plagiaria e forviante, è dialettica forviante consociativa e lobbistica – è ancora la caduta del comunismo e del lobbismo recente americano o anglofona è l’idolatria del mercato senza individuo. Quello che si sa lo si fa e quello che non si vuole sapere si fa finta di non saperlo, per questo servono demagoghi dell’ovvio e del plagio della coscienza. È ovvio che le persone libere possano conoscere e dare alla propria coscienza libertà, anche leggendo qui queste mie parole senza che vi venga a rendere conto di ciò. Chi vuole essere libero deve affrontare la coscienza.


 

Patrizio Marozzi

Il vuoto è troppo anche chiamarlo mediocrità

La piccineria e il consenso attorno al pettegolezzo - è pari alla vanagloria di chi decide in base all'opinione del consenso del pettegolezzo - già da alcuni anni si è strutturata questa verità ben manipolata dai morti e chi in questa morte si esibisce - chiara morte dell'anima. Siamo tornati alla psicologia dell'ammaestramento e della superstizione - del resto quel modo di difesa e di analisi quasi gerarchica ed emulativa della sua soluzione catartica - per intenderci del comportamento e sua spiegazione logico emotiva - è antica forse anche più della caccia alle streghe senza che in fondo ci siano streghe - ma solo il clamore identificativo dell'ignoranza ai più alti livelli della rappresentazione socializzata che per questo tende a stratificarsi - la stratificazione spessissimo è più grave della mancanza - è con esso chi si rinnovano i condizionamenti da un'epoca all'altra, chi si riattivano e si riattualizzano certi processi gerarchici degli individui - quasi come in clisce gerarchico e di ruolo identificativo. Le donne gli uomini, non sanno più di piacere né di sentimento, senza sincerità non si comunica, si trovano schemi e ruoli e modalità di ammaestramento, che spesso non reggono il cambiamento della comunicazione, non per modalità ma perché sono privi di sinceri significati, il significato, spesso è il vero modo, non il condizionamento o l'oggetto. C'è viltà e si dà credito al consenso all'opinione per moralizzare tutto e con la psicologia della superficialità dare significato alla verità - tutto è possibile basta mentire, appunto manca il piacere e il sentimento e la sincerità della comunicazione senza condizionamento e nella realtà stessa della parola - c'è un'esibizione che è troppo chiamare anche mediocrità e sembra esser per questo pronunciata con la parola successo, appunto qualcosa che è già passato e che neanche esiste, rispetto alla freschezza alla schiettezza della sincerità. 


 

Descrivi Il Vivo

Quello che capita è il rimbambimento

L’altro giorno un lui e una lei si sono intrattenuti, con qualcuno o qualcosa, questo è uno dei pensieri con cui non si riesce più a comunicare e vivere la libertà. Sto scrivendo questo con un portatile e ci sono due donne che si stanno intrattenendo guardandomi, appunto e cosa immaginano per intrattenersi. Certo spesso s’incontra qualcuna che si annoia e vorrebbe essere intrattenuta; è un po’ come dire parla fai ma non mi scocciare, non mi far né pensare né riflettere – sgallinate emozioni – in realtà queste persone uomini e donne che siano sono incapaci di proposi s’intrattengono esibendosi e per lo più cercando di primeggiare con lo “sguardo” – appunto sono dei primati mancanti di una comunicazione verbale per esprimere compiutezza e profondità emotiva e intellettuale. Certo voi mi dite che vi sto intrattenendo avrei dovuto scrivere la parola “primate”, ma in fondo il primate primato non è l’emblema della rappresentazione dell’intrattenimento – gialli conflitto ed esibizione della vittoria – condito da tanta finzione nelle emozioni e nei sentimenti, dico gli intrattenitori più sanno fingere sulla propria realtà esibita più sono utili all’esibizione della proiezione emotiva sentimentale di chi si vuol fare intrattenere. Quando sovente s’incontrano codeste personalità, quello che appare inverosimile è il tentativo di fare apparire l’atteggiamento con cui si finge e che piace all’intrattenimento come vere; una valanga d’immaginazione conclamata che deve creare interrogativi e finte curiosità con cui intrattenersi – tutto diventa superficialità e attualità e l’attualità tutto quello che di vero c’è da capire e conoscere, si manipola la vita per farla apparire più vera, perché. Ciò nel mondo culturale à innescato una dimensione sub culturale, dove la competizione i sentimenti utilizzati più per apparire che per essere amati e pensati, con l’effetto emotivo dell’ansia e della sorpresa che deve essere immaginata, sperata o avvinta, danno una priorità all’intrattenimento che annulla ogni realtà interiore comunicabile per esperienza, si vuole essere intrattenuti e resi protagonisti da questo e non dare niente, far parte dell’esibizione dell’intrattenimento, sia esso futile o reso dall’intrattenimento futilmente superficiale. Pur di rimanere in qualche modo visibili praticamente tutti costoro ànno messo ogni senso del conoscere nella prostituzione dell’attualità della superficialità e del suo effetto d’intrattenimento: gli editori i produttori e i cosiddetti artisti, soltanto pochi autori indipendenti e per questo non convenzionati o surrettiziamente inglobati alla dipendenza, qualora ànno capacità e talento sembrano stare nel tempo ampio del contenuto e del valore. Del resto la cappella Sistina dipinta da Michelangelo con quel suo autoritratto ci parla del suo stesso ricercare l’indipendenza della sua stessa commissione – Michelangelo à sempre voluto disporre dei mezzi per essere libero quei mezzi che dipendono dall’oggetto e con esso finiscono per intrattenere, lì dove la coscienza trova invece la libertà e l’abbraccio e non l’intrattenimento senza verità, dove nella letteratura dell’”autore” supera l’effetto per liberarsi nella creatività, stiamo parlando della curiosità per l’essere umano e Dio, stiamo parlano del pensiero e dell’anima che comunica con l’altro gli altri come esseri e non speculatori dell’intrattenimento.


 

Vernocchio

più del dubbio

Raccontare la mia esperienza; è, strana e perché – sono forse in odore di santità, più esattamente di essenza postuma; n0! Non credo e allora perché racconto questa storia che a molti sembrerà dissacrante. Certo dico subito che il matrimonio è una cosa che può essere molto bella, ma credo che l’uso che né ò fatto io è stato del tutto strano, forse non insolito, forse un po’ goliardico, ma indubbiamente con esso ò avuto una grande libertà sessuale, cosa che senza non avrei potuto sperare. Certo nel dire questo qualcuno potrebbe pensare che mi sia sposato per avere maggiori possibilità di praticare il sesso, perché, avrei avuto, sempre una donna per questo. Non proprio; se prima di sposarmi certe donne mi osservavano in un determinato modo, quasi fossero responsabili loro del controllo del desiderio e, quasi l’urtarsi determinava la loro posizione d’indipendenza di un uso improprio del sesso. Bene che volete che vi dica dopo il mio matrimonio quello che per loro sembrava illecito solo pensare di fare con me, d’improvviso non lo è stato più – ogni possibile occasione incontro e, soprattutto opportunità di sesso, era cercata voluto e fatto. Ne parlo al passato perché il presente non si svela mai e il passato non si sa se è ancora presente. Qualcuno potrà pensare che è scandaloso, altri grandioso, io vi dico forse un po’ assurdamente né l’una o l’altra cosa – è semplicemente il caos del dubbio che si proclama per essere certo. Dico non sarebbe stato più ovvio fare vite più semplici e piacevoli e per questo - amabile sessualmente, invece di giocare con delle strategie a dir poco pazzesche e, per questo posso dire che questo mio matrimonio à riempito me di molta felicità? Non so credo che la mia vita mi appaia appunto con folate di vento nel caos della non chiarezza e di assurde dichiarazioni di sincerità, non con mia moglie ma con le innumerevoli amanti che mi si offrono e mi cercano. E, un giorno credo che tutto questo terminerà, o forse non cesserà mai, proprio come non fosse mai iniziato, perché questo caos vive appunto di apparenza estrema.


 

Dittico

La bottiglia

Vorrei soltanto dire che esistono persone che a un certo punto della loro vita, ma forse già esaltata nell’adolescenza, diventano come delle vecchie bottiglie di vino, che per questa loro attesa se rendono pregiate. Ecco molte persone sembrano se sentano in qualche modo superiori e per questo abbiano un atteggiamento di superiorità – sempre sciocco e inutile – nel sentirsi più che persone, bottiglie.


 

Ciart O

Gallo di Dio

Era il 1986 e in scoppio uno dei fenomeni di moda e contro moda – più ingrassanti dell’epoca del disimpegno degli anni ottanta – i paninari – e i loro uguali non firmati i coatti. Non firmati perché il paninaro, aveva, per lo più determinate cose per abbigliamento, mangiava sozzerie di panini all’americana e ingrassava, ovvio. Quel fenomeno oltre che come avvenimento di moda generò anche tutto un parlare gergale, tra questi giovani che andavano tra i quattordici e, i diciassette anni – insomma nell’1986 ero un po’ di anni avanti a quella età, ma lo stesso una giovane paninara mi scrisse una lettera chiamandomi  - gallo di Dio – il massimo nel gergo paninaro. Anche questa è stata un’esperienza, con una sua espressione. Ora vi dico dove pensate che siano finiti tutti questi paninari, bene molti li trovare su “faccia di Libro”.

Un gallo di Dio – un nome del genere sembra tutto un programma.


 

Minimal Bel

La tranquillità della semplicità

Molte culture e in particolare tutte quelle sociali che si basano sull'immagine, esprimono il maggior successo in tal senso proprio nella decadenza e, nei valori e contenuti, siffatti. In realtà un'autenticità e verità in bellezza di un atto culturale è nella sua possibilità e capacità di esserci al di là dell'utilità del successo, come naturale quando profonda coscienza dell'essere umano che ne partecipa.