A proposito di un silenzio

(scritto oggi Di Patrizio Marozzi, numero 1)

domenica 11 gennaio 2015

20:27

 

Se un giorno c'è ed è per essere comprensivo - ciò può apparire reale. Quasi che le cose che accadono non sono più cose. Sembra uno strano sentimento quel semplice sentire di voler essere felici. Eppure è la cosa più bella e naturale. un terrore o una grande paura. La paura che non riesce a capire e sembra perdere il tempo e il significato - ma poi è la gioia come appariva la tristezza e l'impossibile disperazione.

Un silenzio è anche una sparizione, un intero mondo che scompare, proprio come la vita che sembra non esservi più. Allora la felicità ci dice che il pensiero può capire, che può essere vivo e far vivere il tempo stesso del silenzio prima della sparizione. Possiamo parlare di un grande amore che investe la persona? Di un domani o soltanto della gioia di sperare. Sperare è un silenzio anche questo, ma anche una felice serenità.

Manca tutto ed è così presente e forte, così forte che non può che essere un'immensa catarsi la felicità più vera. Il mondo non parla di quella stanza che non à più pareti dove è chi non c'è, perché il mondo è in quel mondo in quella sparizione così forte. La vita cerca il respiro più semplice, il pensiero libero come un sorriso e una carezza - forse anche la più bella tenerezza, quella che riesce ad ascoltare il silenzio.

C'è un grande buio non è un silenzio è l'impossibile.  La vita dice soltanto, ascoltiamola tutta.

 

A proposito della felicità e del silenzio di questo giorno dove ci sono e non ci sono le persone è importate capire la vita più vera e semplice e per questo grandemente felice.

 

 

 

 

Il giorno senza tranquillità

mercoledì 28 gennaio 2015

10.40

 

Le persone che sono costrette nella violenza non sanno perché.  Non sanno che cosa sono. Sembra non riescano a pensare ad altro che alla mutezza delle bombe e alla parentesi di una morte violenta. Le persone non si possono semplicemente identificare e appartenere.

 Sanno che esiste la coscienza e la possibilità di comunicare se stessi nei momenti che per questo hanno un significato. Le persone libere non riescono a capire la violenza per comunicare. Le persone semplici neanche, basta loro un poco di sé stessi per dire al mondo urlando o ridendo -  siamo qui. La mutezza della violenza porta le persone ad udire rumori troppo forti, assordanti vedere cose possibili c'è incoscienza di qualsiasi colore nel pensiero. La disperazione che patisce oltre ogni immagine la mancanza di gioia di sorriso, la libertà di esprimersi e l'innocenza di comunicare il proprio pensiero o desiderio.

In questa pesantezza dell'anima le persone più partecipi cercano di comunicare un senso o il significato per poter capire e trovare qualcosa di quel che sono le cose buone che hanno vissuto e non dimenticare che esistono per queste. Tutto ciò per non essere soltanto il rumore della violenza assordante e sentire in questo l'unico modo per identificarsi in quel che accade. Quasi per prendersi coscienza di chi sembra non capire più l'amicizia e l'amore. Come ricostruire qualcosa che sembra non poter più tornare per riallacciare i fili di un significato che appare si vede nella violenza che nega tutto. C'è una maturità in questo e una grande fatica quella che appare nei visi di persone della Libia che in preda al dolore cercano con la nostalgia di riconquistare un senso e una serenità. Ciò non può essere così piccolo e meschino di pensare di aver perso una posizione o un'interpretazione dell'immagine di sé stessi nella vita.

I morti non cercano niente di ciò che immaginano i vivi. I vivi devono essere vicini al prossimo proprio perché così possono sapere che hanno qualcuno che li ascolta e che può anche capire qualcosa di quel che ricordano, e dicono di un tempo e del loro pensiero. La bontà può ricostruire tutto quel ch'è vivo la violenza soltanto se stessa.

Sembra così che il mondo non sappia dividere la cattiveria dallo sbaglio e lo sbaglio dalla violenza - non riconosca se stesso e in umanità la persona trasformare tutto ciò in libertà - e perché no anche in amore e soluzione.

 

 

Il greche

venerdì 30 gennaio 2015

16.40

 

Un mondo avanti. Un mondo indietro. Un mondo presente. Oggi la Grecia è dove è sempre stata ma con un senso nuovo fatto forse di fatica quello della fiducia che si ha dentro e che si vuol parte del senso. Il mondo non può aspettare oltre le possibilità di quel che c'è.  Soltanto in questo significato si può immaginare la trasformazione e il significato non della decisione ma del respiro della persona. Questo strano gioco delle parti non ha più partecipanti se non appunto il respiro il sorriso e la possibilità di far vivere. Le priorità non possono partire da ciò che non c'è né da ciò si vuol essere ci sia stato. Le persone esistono e la possibilità che esistano e siano anche diverse è dentro non una graduatoria ma nella vita stessa delle singole persone. Per questo con riferimento alle scelte la possibilità è presente nella reciprocità. Il pianeta terra è quello che vediamo meglio e pensare a un punto della terra senza gli altri è più che altro una fatto climatico o una questione in tal senso di adattabilità.  Il significato della scambio per questo è più che altro un significato di condivisione e non di effetto di controllo sulla possibilità.  Tutti i governi si danno o cercano di darsi le stesse possibilità come se il mondo fosse un luogo senza tempo e per questo predisposto alla diversità.  In verità la diversità che vi è per lo più legata a fatti naturali che sembrano mettere il genere nella predisposizione di essere funzionale all'intero dello sviluppo della natura. Quindi ogni discorso retorico appare ironico sul presente come la separazione della possibilità dal tempo. Quindi l'essere di un piano economico esiste in virtù che dell'essere umano più che dello spazio relativo. La scelta individuale non soggiace a quella della possibilità di una o più governi ma per ovvie ragioni a quelle della natura. L'organizzazione quindi è un fatto virtuale negli incontri tra il giorno e la sera che avvengono tra le persone per mezzo dell'economia con cui si dispone del movimento più o meno utile della cose qualche volta ne giunge anche qualcuna gratuita dallo spazio. Quel che succede alle persone in funzione appunto della possibili soluzione deve darci qualcosa che non era in quel che non si è risolto. Ora se si vuole cambiare o si propone il cambiamento o non si può sperare che si accetti quel che non c'è.

La Grecia e i greci devono riconquistare quella fiducia che è mancata per qualcosa che è soltanto organizzativo. Mentre al contrario quello che è in comune nella libertà e nella condivisione anche soltanto un disegno su un pezzo di carta o di metallo non può disgiungersi dalla libertà di sapersi amici. I venali giochi spesso fuori dai conti delle persone sono speranze collettive che sempre finiscono per togliere all'individuo quello che può dare anche alle cose in comune. Certo mangiarsi le unghie può essere una soluzione ma dare al prossimo ciò che organizzato appare vuol dire anche non togliere all'individuo ciò che è suo e rispettare la diversità e le scelte che la panza o la paura fanno fare. La Grecia può offrirci qualcosa per cambiare prima che un irriverente sperequazione tra chi compara l'organizzatore in assenza di inflazione tolga all'individuo il necessari e anche il più con l'inflazione che non riesce o non chiedendo non può comparare con chi gli chiede. Non comprendendo se si sia obbligati a chiedere o non comparare. La Grecia non chiede niente di più o meno con questo governo che il senso dell'Unione europea o del pianeta terra.

Il sabato è fatto per l'uomo non l'uomo per il sabato. E io dico non vi accorgete di quante possibilità ha l'essere umano per potersi vestire come gli uccelli.

 

 

La composizione

giovedì 19 febbraio 2015

20:48

 

E già, sono qua! E già!

Siamo al tempo primo quello IA ciò che appare tra la crisi della sinfonia e della democrazia e il punto morto sta dove sta l'ideologia IA. Un secolo intero che se ne va due secoli che non tornano più.

I procedimenti sembrano legati da ciò che non appare come possibile ma soltanto inevitabile, altro che polifonia basterebbe una buona cacofonia fonia IA. Spunta all'improvviso IA IA ò - e chi è il somarello che sobbalza ciò che non sa di quel che vuol essere il contratto e la mediazione - è il tempo che non à contesto. E già in Grecia c'è il primo contesto, un contesto che dice chiaramente che l'interposizione tra la persona e la mediazione non sopporta la situazione. Io sono quindi so che non so, ma il contesto è appunto sono libero di essere. Il contratto appare quindi una mediazione che però  non può mediare la mediazione. Ciò dimostra che tra la sinfonia e la democrazia non può esserci una soluzione ideologica perché non può esserci contrapposizione tra il senso e il significato e la posizione.

Il coraggio di essere persone è appunto di dare libertà e amore (anche in un gabinetto e con qualsiasi carta igienica) cOSì IL procedimento appare contestuale ale senza ambiguità con illegale ale, appunto perché il tempo dice dov'è il tempo e non la priorità o la possibilità. À questo io dico che il pensiero può dire semplicemente ciò che accade e con questo sapere a chi accade, e, per questo far sì che la sinfonia o la democrazia o l'ideologia non possano dire di essere un essere  umano.

 

 

Il tempo inscemito

giovedì 14 maggio 2015

17:56

 

È un flusso costante, con una caratteristica principale l'essere dove si crede di essere. Eppure c'è nella vita di molte persone, ma in sostanza di tutte, ovunque cerchi di vivere la persona che cerca di interpretarsi. Ogni giorno c'è un mondo dove si cerca l'aggrapparsi a un presente. Già un presente come se le situazioni avessero una peculiarità in quel che si pensa. Già, ma chi c'è intorno a noi o in un me - più esattamente - spesso un aprioristico modo di vedere come per dire il flusso è mio. Ciò in effetti sembra essere un modo per placare un incertezza in un ipotesi che pronuncia, così: ciò che ai fatto ora lo faccio io. Per questa frase sembra potersi dire quel che io faccio non puoi averlo. Questa condizione che appare come generazionale non lo è, e spesso fa riferimento a un presente e al modificarsi di una condizione personale. La condizione peculiare è come sia in effetti avvenimento del presente

Gli anni e l'illusione di essere migliori di chi non ce la fa pur facendo un presente differente. La crisi è un termine per questo dal significato generativo. Il significato profondo di un tempo che cambia, la differenza tra il sapere di essere e quella timorante di esserci. Il tempo non è un espressione della diversità ma la duttilità dello sguardo che si fa pensiero.

Eppure non può esserci sensazione migliore della pace che contenga il tempo di questi concetti non come semplice silenzio e osservazione, ma come respiro personale.

 

 

Un mondo in platonico

giovedì 23 luglio 2015

10:05

 

Già già già - Platone conosceva Socrate pertanto non può dirsi platonico né Socrate né Platone. Il mondo sembra parlarci di qualcosa di platonico ogni giorno - perché sembra si possa conoscere. Soltanto così possiamo conoscere Socrate ci dice Platone, conoscendo così lo stesso Platone. Ecco nel mondo "del nostro compimento" quel che sappiamo fare è ciò che abbiamo saputo dire a noi stessi, spesso è la stessa capacità che abbiamo nel capire le cose che si presentano. Conoscere è appunto saper di esservi senza per questo dire platonicamente quel che si è.  Quindi è il momento stesso che possiamo essere dove siamo sia platonicamente che socraticamente ovviamente personalmente. Ora il tempo insieme non a un tempo chiuso come potrebbe essere dire quel che Sarà a chi a quel che è se non chi dice quel che sarà non comprende quel che è - e chi è con cui sta. Difatti una soluzione che avviene è una soluzione, una spiegazione una spiegazione. Due persone sono insieme Docraticamente e Platonicamente - oh volevo dire Socraticamente.

Ti amo adesso o mai più per sempre o una vita.

 

 

Mulo e muletta

venerdì 30 ottobre 2015

10:16

 

In certi giorni Mimmo il pastore senza posto si approssima alla città  passando per la campagna. Nel suo camminare lento tenendo il suo mulo - che insieme lo seguiva - prima lungo le strade della campagna ma anche in città incontrava quelle donne che come statue antiche portano in testa i catini di rame pieni d'acqua. Poi ci sono quelle o quelli che anno bevuto quest'acqua. Molti non parlano con questo pastore che a il suo mulo. Cosa avrebbero da dirsi un pastore senza posto queste che non anno bisogno né  di un pastore né  di un mulo?

Mimmo giunge in città e trova la piazza con il console e la folla che acclama e urla. Un nome prevale su un altro. Si sacrificherà quello che nessuno acclama. Come se il mondo, pensa il pastore, parlando con il suo mulo potesse dire a chi a rubato tu sei il ladro a così  cambiare la storia in suo favore. Ci vuole una resurrezione disse uno scrittore passando di lì ascoltando il pastore che parlava con il mulo. Dostoevskij lì non si accorse di quel che accadde dopo la folla che incontrò  con il pastore e il mulo. Di chi sarà  figlio colui che si sacrifica per salvare anche il ladro disse il pastore al suo mulo. Continuò  a camminare insieme al suo mulo e vide così  una donna che incontrandolo gli sorrise e si fermò  a parlare con lui. Non tutto è  decadenza. E si innamorarono.

 

 

Dove siamo perche dirtelo

sabato 21 novembre 2015

09:39

 

Se ci fosse un luogo dentro se stessi per dire sono contento sono felice si potrebbe semplicemente dire sono contento mi fa piacere. Del resto ò conosciuto poche persone che sappiano vivere questo sentimento di partecipazione. Del resto è una partecipazione dell'esperienza individuale peculiare della persona che non si blocca nelle strutturazioni. Il mondo strano fatto della forma e della sua sensazione spesso percorre una competizione alterata dalla mancanza di appagamento ché fa sì che generare insoddisfazione nel prossimo felice attiri la partecipazione. Meno capacità. L'insoddisfazione è prerogativa dell'umore o l'umore non ci rende liberi di dire mi piace, è bello come fosse tuo e mi sento comunque contenta? Le persone, essere felici ma dov'è  anche quel momento di fatica che non ci dà sofferenza ma ci fa essere felici. E allora quando soffriamo sappiamo amare.

 

 

Il nostro amore per il giorno

martedì 1 dicembre 2015

09:31

 

Tutti giorni tutte presenti funzioni pressappoco evolutive sono quotidianamente imprigionate dalla funzione del bisogno, caratterizzato dalla nostra capacità di essere altrui nel tempo di noi stessi, per gioia e felicità - il mondo e la persona soggiacciono in una prigione apparente: la manifestazione biologica, il tempo e il corpo. Ora per tutto si riduce all'espressione di come si pensa il bisogno e lo scambio. Il tempo perso, la biologia e l'economia. Ciò è apparente e appagante, ma può divenire claustrofobico - se il peso soggiace all'esponezialità di apparire per essere. L'amore e l'altruità, sembrano risolutivi per lo stesso tempo vissuto, soggiogato dal bisogno più o meno egoistico del tempo e del pensiero, come richiesta o come realtà. La realtà non implica la soluzione, ma la possibilità di capire e di conoscere, l'altro e se stessi, se stessi e l'altro. La persona ci ricorda, il mondo e la carezza, ma sfocia anche nella paura e nell'odio. Se la carezza può liberarci dovremmo capire come e soprattutto essere vicini all'amore al presente e a tutto il tempo. Ci troviamo dinanzi ma siamo sempre apparenti e fuggevoli del presente. Questo immanente che viviamo non è soltanto l'unico con cui spesso si elude la conoscenza dell'altra persona e la libertà con cui ci si dovrebbe coniugare insieme nella possibile di parlare con amore. Bisogna amare e in questo amare Dio come vivo oltre la morte apparente, amare l'anima che ci rende vivi.

 

 

In assenza di Pietro

lunedì 21 dicembre 2015

09:28

 

Senza Pietro chi a fede. Chissà se Gesù domanda a Pietro se crede in chi è. Ecco chi risponde se non c'è Pietro. Qualcuno può dire Paolo. In assenza di Pietro dinanzi a Gesù si è chiamati a dire chi è Gesù. Questa è una strana chiesa che si compie in questa forza interiore dell'anima della persona che manifesta il suo corpo: in ogni luogo, in ogni momento, in ogni perche. Non assistiamo a un congresso consensuale, ma al nostro intimo dinanzi a Gesù e alla vita nostra dinnanzi a sé e al prossimo. Se in questo modo di fede vi è il significato della chiesa di cristo in Pietro, vi è il significato della chiesa di Gesu di fronte a me stesso, o noi stessi. La religiosità o la preghiera che manifesta un moto di credere è tutta raccolta nel tempo umano - dell'uomo e del suo creato e imperscrutabile vicino o lontano nella fede in Dio. Se siamo in grado di amare Gesu prossimo esso ci chiede risorto nell'anima santa di amarlo. Come si ama Dio si ama Gesu così si è subito con lui così si ama e si è in fede e in vita. In verità io ti dico oggi con me sarai nel paradiso. (Lc 23,43)

 

 

La morte della fine

sabato 2 gennaio 2016

10:18

 

È un silenzio o una grande assenza. O una presenza astrusa e pesante. Umanesimo. L'umanesimo è un'espressione dell'umanità un modo di pensare che ci fa amare il prossimo e la sua felicità - insieme - per questo si forma nell'amore del comunicare e il piacere. In un sorriso leggere come intenso e vero, o nella libertà che ci libera dall'assoluto dramma. L'umanesimo in quanto espressione vera e profonda è nel dialogo che Dante a scritto nel suo convivio - tra la lingua il pensiero l'altrui linguaggio e il mondo. Eppure l'umanità di Dante Alighieri è presente quando Dante è presente ed anche il suo umanesimo, appunto nel suo libro, ma è l'umanesimo che affronta l'amore di Dante Alighieri e la sua umanità. La morte di Dante ci pone la fine materiale della sua umanità ma non del suo umanesimo. Ma Dante pone se stesso di là della sua morte come sua fede in una vita divina e umana. Il mondo si apre il pensiero si avvicina perche le persone si conoscono tra loro e possono anche parlare liberamente.

La crisi ideologica è la crisi stessa della paura umana. Spesso l'ideologia è l'orpello di un pensiero di analisi - che pone in se la fine e il principio del suo termine. Ma l'umanità della persona e la sua paura persistono. Ecco così che l'orpello ideologico sviluppa quello che viene chiamato terrore. L'orpello ideologico è politico, personale e religioso. Esso forma quello che può essere definito come controllo e potere della paura per mezzo della paura come comunicazione e coercizione del volere. Ora l'ideologia e il suo orpello trovano sovente una regola che può trasformarsi in sopruso per la vita umana. Come se un analisi ontologica e intellettuale, un libero pensiero o una scorreggia privata non potessero concludersi, in sé.

La violenza non può ridursi nella morte e in un oggetto un libro tirato in testa a qualcuno, magari fosse così.

 

 

Il tempo incostante

domenica 24 gennaio 2016

09:29

 

È di alcuni giorni fa la notizia che Draghi il presidente della banca centrale europea applicherà un controllo più parsimonioso sul prestino degli aiuti. Dovuti a quelli che sono i momenti di fluttuatati e incostanti propensioni alla partecipazione europea. In effetti il principio non erogabile è anche quello che si debba svincolare la possibilità. Diciamo che in tale consenso di prospettiva è importante ci sia un potere che non obblighi il volere, come appare impensabile l'isteria dei momenti. Questo è un buon proposito che è mancato nell'ultimo periodo che si è riversato sempre sulla gestione. Sul piano quotidiano è evidente che le giornate trascorrono anche nell'umano fare e non lo si può nascondere che a prescindere del relativo potenziale economico o di esistenza ci si trova sovente circondati da mondi fatti di persone in cerca di soverchiare il prossimo per mezzo dei loro debiti e relative affermazioni esistenziali, per non parlare poi del senso e della relazione dell'essere umano e della percezione del prossimo, non in carenza di quest'ultimo ma della percezione.

Difatti il gioco contestuale di questo momento è implicito nella dimensione che si rompe, dove la dominazione dell'informazione può essere categorica fin ad essere altra dal praticarla. Ciò manifesta quelli che sono i moti della natura che trova soluzioni in un ambito più ampio e non relativo. La soluzione non è più nel tempo della cattiveria che ci pone la retorica di come poter essere buoni - come dopo un guerra prima di iniziarne un'altra - pensando ad una frase udita qualche tempo fa che disse chi la pronunciò, questi sono tempi ultimi. Ora di fronte a un mondo che si racchiude per esempio in una folla che acclama il perdono, magari di Barabba i pochi che volevano fosse perdonato Gesù non si udirono, ora, in definitiva se esistono le costituenti degli attributi poniamo la persona un attimo in questa osservazione, come avessimo in definitiva possibilità di essere tra ladri, uno ateo che dice di non avere nulla da perdere, uno religioso che trova il modo per dire ciò ch'è bene e uno che parla direttamente con Dio, come il ladro sulla croce con Gesù cristo.

 

 

Gli uomini integri

sabato 13 febbraio 2016

09:38

 

In questo momento sto ascoltando alla radio un programma che a citato il Burkina Faso, con un espressione che dice: Gli uomini integri. Se provo a riflettere al contesto al luogo mi viene in mente che possa significare - gli uomini trasparenti liberi, come la natura. E per questo pensiero dico tra la natura e Dio il principio stesso dell'integrità; se Dio ama tanto da perdonare ogni uomo deve essere possibilità di perdono per chi aspetta Dio stesso. Ora ciò comporta che anche chi è cretino rimanga cretino se non mette se stesso nella disposizione di Dio.

Per questa considerazione posso dire che dove stiamo e dove siamo. Il significato di quel che comprendiamo osservando è appunto la nostra capacità concreta di essere nel significato di Dio nel prossimo. Gli uomini integri nella natura e nella vita, l'AMORE la carità nel pensiero nell'anima nell'azione. Le persone contemporaneo stanno attraversando il labirinto di specchi vedendo nelle immagini riflesse l'osservazione, il prossimo la vicinanza. Gli spazi si avvicinano e si allontanano, come in una piazza o attraverso una radiodiffusione. Quindi è importante che ogni persona di là del labirinto di specchi, giunto oltre consideri una certa incomunicabilità nello spazio tra chi è fuori dal labirinto di specchi e chi è dentro. Aggiungo io che sia bene considerare che una certa forma dei contenuti nel conportamento è  meglio abbia un concetto psicologico del profondo sia nell'osservazione che nella riflessione. Pensare che sbrodolare l'incoscio senza renderlo più tale overo non pensiero ma effetto sulla comunicabilita' tra specchi non sia altro che troppo umore senza amore.

Se Dio è morto in croce ed è risorto nel perdono dell'essere umano, ogni uomo può perdonare, la difficoltà è accettare i cretini è per questo che che dobbiamo chiedere i miracoli dell'amore.

 

 

Il parlato

martedì 23 febbraio 2016

09:21

 

Il Papa va in Messico e trova un attimo di tempo per ricordare un concetto che sembra essere menzionato sempre nei momenti considerati di abbondanza, forse perche più semplice da assimilare. Parlo del concetto che può essere fuorviante parlare di carità come gratuità. Infatti la bontà, la carità l'amore, sono prioristicamente innati, nella condizione spirituale come umana, prima anche di quella naturale. Il dono contempla ciò prima anche delle mediazioni che può darsi per fine lo strumento economico.

In seconda istanza del parlato di oggi, si può ben argomentare oggi sulla dichiarzione del presidente della banca centrale europea, che a menzionato un concetto come quello dell'equilibrio possibile su un livello di inflazione del 2% - ovviamente l'unico concetto finché ci sia l'inflazione è per mezzo del risparmio diffuso tra le persone. Su un principio di beni prodotti consumati o meglio utilizzati e di spesa come costi. Attualmente tale concetto di tempo economico e spazio possibile è inficiato nel suo costrutto dal rapporto garanzia debito con cui si espleta l'operatività del sistema bancario coinvolto - tale surplus innesca il meccanismo di deflazione e sperarequazione sia del risparmio che della possibilità d'innesco dell'inflazione e ritorno diffuso di là di egemonie di circuito della produzione. È fin troppo giusta e ovvia la dichiazione del presidente della BCE Mario Draghi che a fronte di un sostegno monetario, ancora manchi un aggiustamento dei conti a credito sul piano equo perche si sviluppi l'inflazione.

I migranti in cerca di soldi, ma anche di libertà dalla guerra. Ecco a questo punto sembrano determinarsi alcuni principi di fondo che accolgono le problematiche di crisi con le relative soluzioni. La pace come essenza naturale, e non come diritto, e, la possibilità di capire come fonte che si mostra e non che s'inventa, poi molto probabilmente si possono anche cambiare i costrutti economici, cercando di salvare le persone e la pace e la fede in Dio e non solamente la paura di capire e di amare.

 

 

Il poema del distratto il poema dell'attento

giovedì 3 marzo 2016

09:30

 

A tutt'oggi c'è  una linea assurda, così è bene definirla, che lambisce un modo e un atteggiamento. Parlo di quel che viene definito come costrutto di un conoscere e una relazione. Le culture attuali che possono essere considerate senza privitivismo, come linee che lambiscono l'assoluto del concetto come della funzione del significato come assoluto, non risolvono spesso la praticabilità della libertà di pensiero, ripiegandosi spesso nella coercizione e in un ipotesi di violenza, se non nella violenza e null'altro ciò in compagnia di una specie di idiozia di stampo considerato superiore e perche non considerarlo razzista. Ora farò un esempio abbastanza ironico e non tanto grottesco, anche se può apparire tale. Immaginiamo l'identificazione in due oggetti per esempio due bottiglie - con all'interno lo stesso principio attivo e in uguale quantità. Una bottiglia a un uso e funzione e l'altra lo stesso uso ma con una funzione diversa. Ora l'attribuzione del concetto e anche confezione è usata da chi, per evidenziare una preferenza e con essa una superiorità non dell'uso ma dell'attributo di superiore o non in chi l'usa. Il concetto di pregiudizio sull'effetto come significato stesso di se stessi. È evidente che non è significativa la capacità di sé ma l'attributo che lo rende relativo ad un oggetto. Il corpo come sottoprodotto del pensiero e affermazione della parola e del concetto per l'attributo dell'oggetto. La persona è corpo e anima. Il significato relativo di oggetto, rimane oggetto nella sua utilità e in sostanza non può esserce conflitto null'altro che nel pregiudizio. Un altro concetto basilare ma molto assurdo sul fenomeno dell'informazione e intrinsicamente della conoscenza e dell'esperienza, come un tutt'uno senza relazioni intime e reali sta nel concetto e pensiero di sapere ciò che pensa l'altro prescindendo appunto da una decodifica che fa dell'altro la percezione di un proprio attributo relativo ad un proprio concetto dell'informazione o d'uso. Come semplice esempio esplicativo e molto basilare di tale similitudine si può considerare l'insegnamento nella scuola dove in funzione di una azione collettiva non si tene libera quella personale e individuale come atto nella vita ed esistenza, dove diviene più importate la decodifica a scapito dell'apertura libera del pensiero e del vivere. Posso concludere questa scritto con la riflessione che in una giornata in cui incontriamo delle persone e siamo in certo qual modo interiore recettivi e aperti possono avvenire in più di una occasione dei fleart che ci pongono in disponibilità d'incontrare l'altro più sinceramente - di quando si e chiusi in una evoluzione dell'informazione ferma alla soltanto decodifica del metodo dell'informazione.

P.S. il goliardico, cioè Se te la danno pigliatela e chedila - se non sanno chedertelo ti tocca tenertelo?

 

 

Qualcuno chiama nessuno risponde

lunedì 7 marzo 2016

16:00

 

Dal Papa Francesco ho ascoltato che sono morte delle suore missionarie di madre Teresa di Calcutta. L'accaduto è accaduto a causa di una sparatoria. Il Papa a un po' indicato la sua perplessità, o dispiacere sull'indifferenza che a visto sui mezzi d'informazione riguardo questa notizia. Certo, c'è un caos. Le persone stanno sempre più in un luogo senza una vera personalità. Troviamo super dei o divine inscritti a club, associati a tessere che si sentono diversi e più o meno superiori. Abbiamo raggruppamenti politici o culturali, congrege  che dicono che appartenervi .... e via via così. E allora qual è l'indifferenza?

C'è un avvenimento, delle suore dedite alla carità umana non sono pervenute alla parola e la compassione con persone che anno usato la violenza per dire qualcosa o pensare di pervenire a qualcosa in un tempo arbitrario ma  legato al loro pensiero - strumentalizzando la carità delle suore. L'indifferenza di cui parla Papa Fracesco non la comprendo, per Dio nulla è indifferente, per l'amore della persona neanche, per chi a fede e amore non rimane indifferente, proprio personalmente e intimamente maggiormente. La fede e i fedeli anno bisogno di protagonismo di dire cio ch'è  vero e giusto sulle notizie quotidiane? È vero c'è questa abitudine a essere più giusto e importate soprattutto anche di chi non si associa astrattamente ma rimane intimo in se stesso e con il prossimo. Allora Tanti saluti al Papa e alle religioni per la giusta attenzione ci sono le suore di madre Teresa di Calcutta. Se anno bisogno di attenzione, anche perche le parrocchie, fantastiche sono piene di protagonisti che spesso si possono trasformare in antagonisti. Allora ce la prendiamo con cine citta, con gli studi cinematografici, o con la parrocchia di Cristo Re.

P.S

Pensate che il piacere che si può fare con un sorriso, non lo si può fare con un milione di legioni né con la più piccola violenza.

 

 

In attesa di un presente

lunedì 21 marzo 2016

17:06

 

In tempo sembra perso, come fosse chiuso. È il solito stilema: "Io posso sapere quel che tu sei." È la solita crisi della fede istituzionale come appunto, o breve spilletta, così può essere definita. Quella strana componente contemporanea che fa dire per la ricerca di un consenso più ampio, qual è la priorità dell'immagine su Dio. Voglio dire del ruolo con il giusto attributo che si dà a chi esprime l'opinione maggioritaria, con cui si può creare consenso o rivalsa. Nella chiesa cristiana tale posizione e significato a comportato che il primato del dono dell'eucaristia, sia divenuto la divisione stessa del pensiero che a trovato una forma divisa e anche separata del rito religioso che incentra il suo significato nella cumunione eucaristica. Il sentire Dio ovviamente può unire ancor più tutto il mondo religioso che intimamente a attraversato l'umanità dell"essere. Quindi ridefinendoci alle religioni cristiane la partecipazione in quanto libertà è peculiare di vivere l'eucaristia con Gesù. E allora cosa è quell'atteggiamento che fa si che si debba stabilire l'autenticità della fede in significato di ruolo più che di amore e apertura a chi a fede in Dio, Gesù come amore e fede. Quindi il consenso di un attributo come significato che stabilisce un consenso e superiorità anche dei sentimenti comuni verso chi crede in Dio ma non è chiaro per il ruolo se crede in esso. Voglio dire per esemplificare questo pensiero - all'interrogare il rapporto di autenticità nel riconoscere per esempio il senso del ruolo e della fede di Padre Pio. Dico questo esempio per ridurlo all'essenziale non alle trasformazioni del clero della chiesa cattolica, alcune volte appaiono migliori di altri momenti - ma per rendere essenziale il concetto quante volte la persona che vive la fede e la profondità dell'onesta dovrebbe sottostare all'accettazione del consenso e dell'umore che spesso è soggetto alla paura e al denaro per giustificare attributi e sentimenti tutt'altro che di amore libertà e comunione eucaristica con Dio - se non nell'abbandono dell'attributo consensuale e all'apertura indifferenziata verso ogni persona nel cammino della vita.

 

 

In attesa di un po' di autismo?

sabato 2 aprile 2016

11:30

 

Abbiamo molte giornate nella vita e momenti si possono dire ovunque per riflettere. Certo i momenti di interiorità e anche di buona intimità anche condivisa dovrebbero essere ovunque, ma questi molte volte o si aspettano o non si sanno cercare, e forse succede di non essere disposti nella condivisione, per visioni temporali o chiusure intellettuali.

Oggi, le Nazioni Unite vogliono evidenziare un giorno come momento di consapevolezza e riflessione di ciò che comunemente viene definito con autismo o condizione autistica, tra la abilità di percepire e comunicare lo spazio e le parole con le emozioni e i pensieri. Cioè tutto come sempre in modo diverso capirsi per capire. Il modo conseguente la ripetizione di tale sintomo psicologico mostra una sua forma e contenuto - esposto come tutte le cose sintomatologiche e non all'armonia o alla fatica o sofferenza. In questi giorni io penso sempre anche ad una barzelletta, con questo concetto. Un uomo e una donna si vedono per molto tempo, ma non parlano e non si conoscono incontrandosi in questo modo. I due si desiderano, allora facciamo che la donna, così, potrebbe essere pure l'uomo, decida in modo bizzarro lasciando la fantasia di chi legge il modo, di obbligare l'uomo a fare l'amore con lei, tanto che quando lei pensa di avere fatto all'amore, lui gli chiede facciamolo ancora. Lei impreparata di tale eventualità, chiede in che senso. Lui risponde, lo avessi chiesto non saresti stata obbligata ad obbligarmi, ti avrei detto di sì va bene, come ora ti chiedo di farlo ancora. Lei subito dice, e perche non lo ai fatto prima? Perche non ò mai avuto il modo di poterlo fare. Bene, io ti avrei detto di sì, risponde, poi aggiunge ci fosse stato il momento e luogo. Oggi.

 

 

Oltre il millennio del secolo

mercoledì 6 aprile 2016

09:00

 

Credo che sia tempo di chiudere alcuni fatti e significati. Cos'è la psicologia? Null'altro che osservazione, sia verso il mondo animale un animale, o umano, e dico anche l'intero universo e natura, sia vegetale che appartenenti alla leggi della fisica. E allora con le dovute distinzioni, ribadiamo che la psicoanalisi si fonda sull'inconscio umano. Tra la relazione tra il pensiero e l'inconscio, ciò si apre a quel che è definita psicologia del profondo, inconscio collettivo relazione nello spazio e nel tempo e queste situazioni avvengono nella psiche dell'individuo e nella sua intima relazione con se stesso. Affaticamento più o meno funzionale dell'organo del cervello o del corpo. Questi piccoli assunti sono conosciuti per modo della propria coscienza e determinati del mondo nello stesso vivere come esperienza o nella sua percezione nel tempo e nello spazio. Ora per atteggiamento psicologico dell'osservazione come un placido etnologo o antropologo, la determinazione del comportamento, sviluppa un senso da fuori di testa nel senso che la conoscenza di quel che avviene nel movimento e la comunicazione è appunto rappresentato e visibile, ma non esiste più come psicologia e non la si può così definire come è stato fatto fin ora per uso dello sviluppo delle cause per l'uso del movimento e della comunicazione. Ciò può essere informazione senza esperienza.

Cosa può accadere: dominio del mondo e potere per causa sull'effetto della reazione alla violenza (mobbing) - alterazione del movimento e o della comunicazione per il controllo e l'induzione, fine dell'inchiostro della penna, metafora.

Ripristino dell'amore, osservazione conoscenza generosità, ciò è fondamentale anche per un modo psicanalitico, indipendentemente dalla connotazione economica.

Buana Giornata ed evviva le belle chiappe di culo di una donna perspicace.

 

 

Il significato perso tra i gesti

domenica 17 aprile 2016

10:58

 

Su tutti i tempi come oggi. Così sembra dirci come una lacca incandescente quel che avviene o che vuole accadere. La prospettiva o meglio il significato sembra lampeggiare come un cretino, quasi ovunque, con il solito ridetto: "Chi odia di più è più cattivo e così vince." Come se le cose che cosi accadono avessero un epilogo, invece sembrano rappresentare soltanto un funzionamento. Distruggerò il tempio e lo rifarò in tre giorni, perche Gesù disse ciò, semplicemente perche l'essere umano costruisce male ciò che chiama amore. Lontane dall'odio le giornate così possono essere migliori se non si vuole odiare, una giornata senza guerra è già migliore di ogni giornata di guerra, chi obietta ciò è un disperato del tempo un sovrano della paura che lo tiene per se. Ma la giornata senza guerra non è tutto per tenere lontano l'odio. Basta un atto di volontà per cambiare il sentimento che ci fa sentire il rancore l'invidia o la sconfitta della bellezza. Eppure l'odio cerca la sua paura il suo compromesso nella giustizia, come a dire guardate che se l'odio non esiste non c'è bisogno neanche del perdono. Allora la legge appare riduttiva bisognosa giustificatrice dell'odio stesso come fenomeno con cui vincere se stesso. E allora se la giustizia come sovente ma raramente avviene è sconfitta da un gesto d'amore come può essa stessa risolversi in bisogno, necessità, è, uno scandalo palese e grande un ordinamento che in definitiva la annulla. Prepotente nella bellezza si apre la vita, è, la vita che si apre e continua ad aprirsi a limitare ed allontanarsi da un confine ristretto e costrittivo, il gesto nel significato di amare annulla il gesto stesso della paura come sostanza del significato perso nel bisogno e nella necessità. Il tempo e il momento di aprire la vita è lo stesso che la afferra per sempre e sostanzialmente allontana da sé il momento, come il limite stesso di dire, ciò che c'è apre il mio momento all'amore e alla possibilità altra del tempo storico come evento del bisogno e della necessità negata, vicini così soltanto alla pace, si vede diversamente anche il superamento del pensiero che applica la possibilità dell'odio come circoscritto di un momento narrato ma non vissuto in sé nella aperta vita nuova nella vita infinità.

Di oggi il dì di un tempo transeunte che può aprirsi in ogni momento alla vita lasciando la fine dei tempi della fisica del tempo tutto la fine della materia di cui in parte siamo fatti.   

 

 

Il principio di un difetto come un effetto

venerdì 22 aprile 2016

09:39

 

I crismi di un pensiero come crepe di un qualcosa che si fa difettoso. Ma il tempo non è un difetto e l'intelligenza con la sua persona sono altro che mera materia. Con questa breve enucleazione si cerca di presentare la caducità e l'essenza della caducità. Un sistema principale così pertanto circoscritto nel suo funzionamento. Il termine corruttivo di una certa forma di comunicazione. I tempi di questo breve scritto io li colloco in parte sulle analisi forme di corruzione economica, un decadimento del significato come di convenienza. Prendiamo l'esempio di un tubo di grondaia di rame - molte persone tra l'esempio lo hanno visto scomparire dalla propria casa perché di rame, oppure hanno visto mostrarsi dei danni agli intonaci senza avere notato piccole strane rotture. Forse questo è parte di un bisogno o necessità - sicuramente in effetti. Quant'anche c'è l'eventualità che non troviate nessuno disposto a venire per la riparazione. Insomma una strana conseguenza tra un chiedere e un rispondere. Il punto del circuito economico che vuole ma non c'è. Allora spostandoci nel mondo delle cure per la salute cosa può accedere con un costrutto di comunicazione come questo? Il tempo è semplice il bisogno della cura, la necessità economica della cura, il vuoto dell'intelligenza indispensabile alla cura. A vantaggio di cosa, forse forse della volgarizzazione del bisogno. Tipo proposte di servizi ridicoli, non voluti dal paziente, tipo parcheggio o ombrelloni vari etc. O peggio ricoveri impressionanti sulla coscienza dei pazienti resa come fusa dai parenti. E allora quando ciò accade è evidente anche l'infigardaggine dell'errore. Voglio dire non perché una persona non può perché non capisce o non può perché non è possibile o non voluto. Ciò sarebbe naturale ed un evento accettato, per amore e vita. Ma il bisogno dell'io del sistema economico fa di necessità imbroglio, vuole soldi e non bada a spese e allora la coscienza dell'ascolto dov'è e in definitiva è importante o ci troviamo dinnanzi all'avere ragione senza che il paziente possa considerare la propria anima e intelligenza.

Il bisogno di assumersi la libertà di parlare per comunicare, sia il proprio dolore o gioia.

 

 

Ciò che rimane tra un foglio e l'altro

martedì 26 aprile 2016

09:33

 

È un tempo breve mostrosamente circoscritto, quale? Quello che intercorre tra il desiderio il sentimento e l'amore. Seppur si può considerare il desiderio naturale, il sentimento soggiace a strane regole del decidere. Ovvero dove colloco io il mio pensiero dove trovo piacere o dove odio? Già in questo sentire ciò che può intendersi buono o cattivo, si è in un colloquio interiore, per esempio può essere buono dire la verità e cattivo mentire. Quindi dirsi le cose vuole potere dire di saperle o come dire cercare di comprenderle. E così si può decidere di colloquiare con il prossimo, non in senso generico ma personale. Ora il nostro sentimento ci fa decidere anche su ciò che di naturale apprendiamo dal desiderio - voglio dire i due aspetti non sono prederminati ma appunto conoscitivi nel dialogo. Se la natura ambisce il sentimento percepisce, l'AMORE comprende e accetta fino a potere abbandonare il tempo naturale. Ora l'affetto può rendersi intermediario degli eventi che accadono nella persona per mezzo del desiderio e del sentimento con l'altrui persona. Conoscere è un po' dire la verità vivere è apprenderla con l'esperienza - noi che dialoghiamo con noi stessi e con il mondo, il prossimo, così siamo nella possibilità di conoscerci e desiderare. Tutto ciò decade quando l'amore apre tutti i significati e il tempo è tranquillo e le cose accadono.

 

 

La crisi politica

giovedì 5 maggio 2016

09:34

 

L'anelante sistema delle parole che sfocia in un dialogo o un evento.

In quel dibattito mi ritrovai con due interlocutori, erano di sinistra dell'aria comunista. Fui interpellato sulla questione cosa sarebbe successo se ci fossimo incontrati in mutande o ancor più con il dibattito che evolve senza mutande. O bella dissi e perché sono cose che non conosco che si fanno quando ci si vuole bene. Gli interlocutori insistetero e dissero che potevano succedere delle cose nuove e chissà se inaspettate e piacevoli. Io ribadivo che mi sembra una cosa scema. Ma di fatti mi incuriosiono su certi aspetti che non conoscevo. Vi era anche la questione che essi non mi avevano mai visto senza mutande, né io loro. Va bene dissi quando ci incontriamo per trattare l'argomento. Decidemmo l'ora e quando difatti in quel momento non potevo. Quando andai per la seduta - invece degli interlocutori trovai un parente dei due che voleva picchiarmi perché disse che ero stato io a chiedere a suo cugino di mettersi in mutande ed essere chiaro. Ci fu veramente un interlocuzione molto accesa che fu sedata con delle secchiate d'acqua. Un po' esterrefatto e infastidito da tutto ciò cercai d'incontrare l'altro propositore dell'argomento che conoscevo meglio, per chidere che cosa significasse quel comportamento. Mi disse che non ne sapeva niente era un iniziativa parallela che non aveva capito. Allora dissi ai acceso il dibattito adesso ci mettiamo in mutande io e te e vediamo che succede. Così successe che all'età di cinque anni ci si poteva chiedere delle cose di cui non si sapeva nulla tra coetanei dello stesso parlamento. Il dilemma che si presentava qual era il confronto politico il pisellino comunista di cinque anni non consederava che si rizzasse con un altro pisellino e che si poteva essere gentili guardandosi. Seppi poi che c'era un grande fermento che veniva chiamato spogliarello. Quello tra bambini, facciamo lo spogliarello vediamo cosa succede. Il dilemma della crisi politica evidenziava sempre una situazione tra quel che si vedeva e si diceva. Insomma chi chiedeva sapeva ma quelli che volevano chiedere dicevano che era un altro a chiedere. Era questa la dialettica comunista che a cinque anni già esprimeva il suo meglio. Una volta chiesi a una bambina che sapevo non appartenere a nessuna corrente politica se facevamo lo spogliarello e ci guardavamo. Mi disse che ci saremmo incontrati, poi non venne e lo disse a tutti. Tanto che una volta un compagno mi venne a dire che lei gli aveva chesto di farlo e lo aveva fatto per prima con lui. Io gli dissi che non si faceva e non dibattemo più. Insomma questo dilemma di essere dove non si è quando si è non ci fa guardare quando guardiamo e non si sa mai di a chi tocca la parola. Quindi io non so cosa si possa dire fuori dall'aula tra compagni le compagne. Del resto ricordo bene una volta che andavo tranquillo mangiando un bel panino al prosciutto, quando venni chiamato da un gruppo di bambine con sezione maggioritaria e mi dissero se l'avessi mai vista. Ero talmente piccolo e minoritario che non sapevo neanche di cosa parlassero - mi chiesero se la volevo vedere. Io risposi bo, non so. E allora invece di quella che parlava grande,   mi fecero vedere quella di una piccola. Quando la vidi dissi molto bella e continuai a mangiare il panino al prosciutto. Ma un po' di tempo dopo ripresi tutte quelle grandi insieme e gli chiesi di farmi vedere quella loro - e io gli avrei fatto vedere il mio. Mi dissero che volevano vedere il mio ma loro non mi facevano vedere la loro. Io gli dissi che non gli avrei fatto vedere neanche il mio. Quando le incontravo chiedevo perché non me la facevano vedere. Una mi disse perché ero fammina e risposi perché allora voi vi guardate tra voi femmine. Non mi seppe rispondere e andò a votare con le amiche.

 

 

Il mistero dell'antimonio

giovedì 12 maggio 2016

17:39

 

Nei segreti e nei pertugi di un mondo disuguale chi per libertà e chi per dipendenza – il mistero e l'ossessione dell'antimonio appare rilevante come una nuova scoperta – che cosa accadrà in una esplosione su base di fusione nucleare, se esplodesse una bomba atomica come se accendessimo il sole tutto cambierebbe. Cioè il significato tra quello che si è e desidera di essere scompare con la potente emissione di una luce scoppiettante. Il tempo à introiettato un epoca, ovvero questo linguaggio tra il significato la trasformazione e la cosiddetta evoluzione. Con questa visione si concludeva in parte il libro di Italo Svevo: La coscienza di Zeno ed è proprio Zeno Cosini a pronunciarla. Ciò l'apoteosi come di un invidia come di una grande paura, e ciò diviene in questa prospettiva un paradigma e una stupida cura e del resto del significato ci sono sostanze che vengono usate per nuocere agli individui come questa aberrante visione che è stata interpretata come filosofia dai molti che ne vedono fenomeni e caposaldo collettivo. Or dunque il mondo ripiomba in questo metodo di scrittura, eloquio, ogni qual volta non sa. E allora per aberrante soluzione sembra sia la cura per ogni problema, guerra dice l'invidioso, ti possono campare lontano e campa contro a tutti che tutti ti campano contro. Allora più si parla, più si dice, soldi vana gloria e ragione. Così nasce la cura sociale e perversa, nemica della libertà e della sincerità -  oggi esisto e tu chissà e tutto quel che c'è è vero, così sembra chiaro il concetto e lo è, ma non dice un bel niente, soltanto, guerra guerra, guerra. L'odio vince sull'amore, perche, perche campa di più! Così sembra e vuole l'uomo che vive, appunto finche come disse Zeno Cosini non sarà inventato un ordigno che sarà il migliore ospedale del mondo. Più altruismo di questo, la cura e la soluzione, e la cera lacca e la gomma lacca per vitamina, che il calore del sole scioglie e il corpo che si raffredda e il corpo che si raffredda solidifica sulla terra, una missiva che non à nessun  destinatario. Quando l'essere umano decide di essere migliore trova sicuramente un nuovo indirizzo, presso un mondo pieno di amore con Dio. Sennò si accontenta di un rito superstizioso con cui curare una pozione di rancore e invidia nel mistero dell'antimonio.

 

 

Il mistero e l'intelligenza

giovedì 26 maggio 2016

09:46

 

Se l'intelligenza fosse come appare e com'è nei tempi contemporanei, essa non potrebbe avere dimora nell'individuo, ma vieppiu nella storia e nella guerra che fa apparire rinnovata e trasformata. Questo è un momento di profonda crisi sul piano della coscienza e per questo soggetta a decadenza e qualunquismo storico, ciò riferito non al concetto di contemporaneo come tempo o tempi, ma appunto come contemporaneo, quindi la stessa cosa e allora l'individuo con una intelligenza comprende il presente e il Suo presente e ciò così non è disgiunto da tutto ciò ch'è vero o appare falso. E cosi si manifesta la vita e l'imbecillita appunto il presente e il contemporaneo. Un imbecille potrebbe chederti che giono è dando per implicito che tu sappia che lui lo sa anche se non è vero e quindi se non sai che giorno è lui sa che non lo sai senza che lui te lo dica, ma continua a farti la stessa domanda senza chiederti se a te interessa saperlo, quando al fine manifesta il motivo di quella domanda, la persona che vive nel presente consapevole si rende conto dell'imbecille contemporaneo. A questo punto ogni illazione ipotesi e o calunnia sembra possibile o lecita per spiegare l'effetto contemporaneo che deve determinare la dialettica dell'intelligenza. Questa è ciò che ovunque si sta manifestando per crisi economica sulla personalità dell'individuo contemporaneo. La cura non tiene conto del problema e si autoassolve per mezzo della diagnosi e vieppiu rischia di arrogarsi la ragione per bisogno di volontà negando sovente la forza di volontà di chi è presente e per questo intelligente.

 

 

Siamo innamorati

martedì 7 giugno 2016

10:31

 

Si parla molto di amore, più esattamente si dovrebbe dire si sottende. Perche ogni volta che si legge qualche notizia che riporta fatti violenti nei rapporti sentimentali divengono espliciti i rapporti d'amore. Ciò invece comporta una incapacità ad amare. Se in amore è importate dare nell'amare è importate sapere e nel sapere ciò che si ama, chi si ama fa si che la violenza non sia parte del proprio amare l'altra persona. La violenza fisica di cui sono soggette le cronache di eventi legati al rapporto di amore - finisce per prescindere il significato di amore, per qualcosa che ha una pregiudiziale e un pregiudizio. Spesso si manifesta in questi eventi l'incapacità di sapere amare, una certosina ricerca del canone sociale, come del consenso e dell'opinione, che rimbalza dall'intimo al pubblicitario disamore. L'amore infrange ogni regola o limite dell'opportunità - mentre nei casi di violenza il consenso infrange l'onestà e la verità personale. La violenza può esplodere perche non si sa dare ma si cerca primato sull'amore. Nulla vieta che ci si ami quando si vuole amare, di là del tempo età o relativo spazio al fabbisogno, sia fisico che di possibilità, appunto senza possesso ma con il principio stesso di saper darsi indipendenti dalla richiesta. Nella povertà c'è la ricchezza di Dio, nell'indipendenza la bellezza dell'umanità. Così il piacere non soggiace e non è sottinteso, ma aperto e conosce perche vissuto dall'individuo, la persona stessa. Il resto è un'accozzaglia sociale molto manifestata ma poco manifesta, presente.

 

 

In formati

martedì 14 giugno 2016

09:24

 

 questa più di molte altre epoche può essere vista come l'epoca in cui si cerca di controllare l'informazione. Per mezzo di ciò s'ipotizza che chi è in grado di far questo ha dei vantaggi sullo spazio e sulla rapidità degli altri di capire le cose e quindi utilizzarle a favore di se stessi, in una competizione per la supremazia del significato prima della rottura dello spazio dell'esperienza.  Ora, questo fa intendere per esempio che lo studio sia espressione di acquisizione mnemonica per un informazione che possa essere rapidamente usata come primaria utilità sulla specifica della pratica, in sostanza questo vuol dire che uno studente non viene informato del fatto che lui ha una attitudine ad memorizzare codificare la memorizzazione e ripeterlo come se questo bastasse a interiorizzare un possibile meccanismo di utilizzo da parte di chi pratica queste informazioni. In sostanza la persona così costruita informata si determina al di là della capacità deduttiva di intelligenza o pratica che riesce a sviluppare attraverso l'acquisizione della informazione.

 Uscendo un attimo da tale pratica ma uniformando questo pensiero a ciò che è questa pratica in sostanza viene detto che il dominio dell'informazione è la supremazia sul tempo dell'acquisizione e pertanto anche dell'ipotesi temporale di ignoranza di là della possibilità e spesso di là dell'utilizzo, ancor più della reale pratica della vita.  tale costrutto sembra inverosimile sia in questa spiegazione che nella deduzione del concetto applicato ai giorni e alle persone. In sostanza basta evidenziare un principio che cerca di determinarsi da più di 2000 anni in un modo, ma ancor prima in un altro quello della supposta ignoranza di Gesù di fronte agli scribi e i farisei per paradosso Gesù è stato crocifisso con l'iscrizione per la sua colpa che era quella di ritenersi il re dei Giudei dei Giudei, così era supposto sia dai Giudei che dai romani che l'hanno dovuto giudicare per mezzo di Ponzio Pilato. Come dire vi siete scelti un re questore non avete accettato e quindi è il vostro re che va in croce. A prescindere dalla posizione della conoscenza e quella storica di cosa rappresentata questo sin dalla posizione di Samuele come re Davide e poi la dinastia dei re e tutto quello che ha significato tra l'essere il conoscere e l'intendere le cose di riferimento anche alla pratica di Dio, l'evidenza e la piccola supposizione che noi dobbiamo interiorizzare è quella della lotta tra l'informazione come conoscenza e la conoscenza come vita di là di questo strato ipotetico che non ha bisogno di essere evidenziato né sviscerato ma risolto semplicemente nella vita e nell'intelligenza delle persone, appunto evitando i secoli e secoli di pregiudizio l'ignoranza di ripetizione della supposizione conoscenza come supremazia e quindi vera ignoranza, che dovrebbe evidenziare anche il campo cambio storico del tempo, a quello della conoscenza e quella del significato, quello del sapere riassunto un po' nel principio socratico. Possiamo evidentemente ritornare al concetto che Gesù è stato crocifisso perché ritenuto ignorante dalla pratica che riteneva svolgere da la nomenclatura accademica del tempo e dalla stratificazione della società attraverso il meccanismo dell'acquisizione del potere su base perequativa dello scambio come prerogativa del principio di io posso in principio di ciò che io devo in principio di ciò che tu devi. Questa supposizione e ciò che in delega comica noi stiamo vivendo come assunto di una decadenza della conoscenza e del principio di evidenza soluzione, perché tutto deve ritornare sul principio di che cosa è quello che ascoltiamo in riferimento a quello che facciamo, è una vecchia storia della vera retorica che si è cercato di risolvere ma che ancora sembra imprigionare quelle che sono le possibilità libere di relazione per mezzo dell'amore della conoscenza e dell'amore in se tra una persona e un'altra, che cerca, di conoscersi e cerca di conoscere questo principio è questa evidenza di questo tempo. Non nega quello che accade in realtà evidenzia che in quel che accade c'è sempre quella Tara che evidenzia e che pone l'informazione come soggetto che può applicarsi per mezzo e attributo della violenza che giustifica la supremazia come obbligo alla scelta più che mondo che comunica. Laicamente si può anche intendere la possibilità della comunicazione senza la corruzione della coercizione o la concussione senza la libertà dell'aborigeno.

 

 

 

sabato 25 giugno 2016

10:34

 

 

L'ipotesi on tempo mortis

sabato 25 giugno 2016

10:35

 

La caduta del mondo si riassume semplicemente nell'abolizione di ogni stato - la fine della religione la fine dell'ipotesi la fine della corruzione e con essa della forza. Ciò in sintesi in questo piccolo covo di assassini terreni dove non si distingue più il livello della libertà da quello del controllo, quindi non c'è' più  livello tra l"intelligenza la conoscenza e l'ultima analisi la forza. Si è affetti da manipolatori che non sanno né osservare  né capire sono in oltranza mentre sono in ossequio al Dio potente del potere e del denaro non importa se ricchi o poveri - spesso posseduti oltre la linea della morte. In sostanza in un mondo di coglioni, scusatemi il termine il controllo del soldo non ha più parvenza ma soltanto prepotenza - senza esperienza né deficienza. E allora si è incapaci di controllare persino il concetto se poi fosse il significato autentico delle cose in mano a pervertiti ottusi che si differenziano nel dire io amo - io invidio e ò ragione - o io penso e ò ragione io ò forza e ò ragione.

Il coglione della ragione va da quello che ama e dice io devo amare chi mi odia. Ciò non è una categoria è una vita mentre gli altri pensano di essere una preposizione alla categoria e dominio della funzione che impone il concetto. Bene mi riesce difficile pensare che la vita non sia tutta una vita, ma soltanto un margine di ottusità negativa. E allora salvando l'essere umano in tutto non si riesce a marginalizzare il concetto e aprire la vita, ma salvarlo ugualmente. Nel pidocchio economico dell'esistenza umana non si riesce a dire esiste l'impresa individuale la società a responsabilità limitata e la società per azioni nel costrutto vero della giornata. Buon giorno a chi ama e anche a chi non ama.

 

 

Nel tempo dello sguardo

mercoledì 6 luglio 2016

17:13

 

 

Sono seduto e contemplo la donna che ho dinanzi. Mi chiede perche la guardi a quel modo. Le dico che mi piace guardarla, è bella. Ecco una cosa che mi capita fare con una donna anche se sono seduto in un ristorante e attendiamo che ci portino il pranzo. Questa è la situazione fotografata in queste poche righe. Come lo sguardo che ci guarda attraverso una fotografia, in realtà il sorriso in una fotografia è un sorriso impersonale, non né siamo osservati anche se l'osserviamo. Qual è il senso di una bella foto, appunto il nostro stupirci e raccogliere il nostro stupore nei nostri pensieri. I pensieri. I pensieri sono belli perche non sono condivisibili se tramite la nostra anima Sì e già più della conoscenza e della spiegazione. Così le parole ci possono far conoscere ciò che possiamo chiedere e dialogare personalmente. Ora il turbinio di qualcosa che informa in sé non rappresenta nulla è soltanto uno stilema o un semplice desiderio impersonale. Il punto di vista è amabile se amorevole di una indipendenza e in ciò un sorriso di serenità e libertà. Sono contento di qualcosa che non conosco personalmente ma che la persona intetessata personalmente mi ha comunicato, personalmente di sé. Cioè la possibilità che ciò sia condivisibile dalla persona direttamente interessata da ciò che ha voluto condividere. Ciò che non è in ciò è  qualcosa che appartiene all"indipendenza di chi ha voluto pensare e interpretare nel piano astratto di un significante che abbisogna di un po' di emozione astratta, per fantasticheria consapevole di ciò che è personale nello spazio, mondo impersonale. Ciò che una persona potrebbe essere con voi vuole potere dire che possiate esserlo con essa. Ecco che la possibilità della condivisione può esservi un sentimento amorevole anche se non presente direttamente, accompagnato da un sorriso sia impersonale che personale. Ogni persona è soggetta a se stessa e svolge per somma espressione, la paura e la felicità e ciò è fuori dall'ipotesi perche è possibile sempre e ovunque, come il giorno e la notte. Per ciò che riguarda l'interesse, attenzione è evidente ciò che può fare uno stato d'animo. E quindi sorridere all'amicizia sempre in modo personale. Se Kate mi vuole offrire una pizza, io credo non ci sia nulla di strano.

 

 

Guarda ciò che penso

mercoledì 13 luglio 2016

09:43

 

Già sembra ovvio immaginare questo concetto ch'è nel titolo. Ogni giorno molte persone nel mondo manifestano se stesse per mezzo dello sguardo altrui, quasi che ciò bastasse a conoscere il proprio pensiero e l'altrui significato. Questo modo generico di manifestarsi per mezzo della visibilità del corpo porge lo sguardo sull'interpretazione che s'immagina per rassicurarsi di avere manifestato il proprio volere liberamente nello spazio circostante. Questa immagine superficiale non dà ben consapevolezza di ciò che si vive, di ciò che in effetti si vuol concepire attraverso il proprio corpo ed il corpo dell'altro. Può capitare che lo stesso tempo amplifichi lo spazio, che la connotazione di relazione tra la persona e il significato per la risoluzione degli eventi, non siano in rapporto se non appunto per comunicazione priva di relazione, ma eccessiva di manifestazione dello sguardo che guarda e cerca d'imporre. L'economia che è una situazione di relativa visibilità può generare contenuti di visibilità tutt'altro che veri o relativi. Certo questo concetto vieppiù appare nell'atteggiamento di ammirazione o di conflittualità - ma quel che è importante, ora, in questo momento è il significato di attribuzione e relativo tempo. Se il tempo personale è diverso perche è ciò che viviano interiormente, il tempo manifesto dello sguardo è spesso nel quadro di riferimento del nostro corpo come senso o utilità  - come senso in ciò che per compiutezza sappiamo di essere, come utilità spesso in quel che si è costretti ad interpretare senza contatto o vicinanza. È ovvio che in ciò il senso di assoluto attributo economico relativo al dare e all'avere, deve porsi un termine e conclusione, in uno spazio relativo, come è sempre avvenuto per mezzo dello scambio delle informazioni per mezzo del denaro. Ora concepire un mondo dove sia impossibile concepire ciò appare improbabile come possibile economico della persona che vive interiormente per soltanto comunicare per mezzo dello sguardo senza la parola personale dovendo accettare come fine della vita soltanto la scelta economica impropria. È incredibile che un popolo di culattoni liberi di piacere come quello greco debbano finire per darlo soltanto in schiavitù nello sguardo, mentre interiormente liberamente. O fosse in ciò il sapere sorridere sinceramente in un mondo di pose l'insegnamento possibile di una persona greca di là di tutto il resto?

 

 

Il mondo in un contesto

giovedì 21 luglio 2016

10:48

 

Ci sono mondi invisibili all'interno di un contesto in una persona, che per sommi capi la persona identifica come propri ma faccende riferimento all'immagine invisibile di un contesto concettuale intuito collettivamente. Fosse esso rassicurante o in dialogico - tra il contesto del mondo naturale e quello che appunto per invisibile si rappresenta in dialogico come culturale vi è la creatività e la libertà, umane. Sovente si formano nel, in dialogico dei surplus di visibilità appunto, invisibile, tanto che il tempo e lo spazio della creatività e libertà non si forma nel significato interpersonale tra i singoli individui, ma per sovrastruttura nell'in dialogico si forma l'interpretazione per l'affermazione della relazione tra il fantasma e la persona. La curiosità e la bellezza si liberano quando vedono questo fantasma e la persona, l'individui sanno decontestualizzarsi rendendosi relativo al presente e alla relazione che si sviluppa ed elabora. Molte donne se fossero capaci di ciò sarebbero molto piacevoli, se vi riescono gli uomini possono tornare a fare anche i gorilla.

 

 

Din don dan

lunedì 1 agosto 2016

10:03

 

Viviamo sovente in un mondo così informato che essere distratto è la vera facoltà dell'intelligenza. Oggi conosciamo che una informazione è molto vicina alla nozione, ma la nozione è sovente latente nell'esperienza. Ciò vuol dire che il presente è esplicazione e applicazione - che l'informazione è deduttiva e che può essere utile in funzione pratica e che l'informazione teorica può svolgere un tempo rapido di utilizzo se in tal modo viene integrate dalla funzione pratica della capacità di esperienza, nella vita oltre l'informazione. Ciò evidenzia sovente la crisi di una dimensione concettuale. Il corpo è anima e coscienza - gli oggetti sono qualcosa che può essere dato, sia in contenuto e attributo di oggetto libero, sia come scambio. Ecco che l'oggetto può essere dato e scambiato. Il corpo vissuto e donato. La morale sovente si rappresenta da ciò che l'essere umano fa della natura del proprio se stesso. Si dice che il sesso è moralmente lecito se fatto senza scambio,  appunto come conoscenza e vita. Si dice che è  moralmente deprecabile se lo si usa come scambio. Questi concetti comportano due variabili essenziali, quelli dell'informazione come immagine, cioè il proiettare su di se i relativi contenuti di qualcuno come qualcosa dati da un eloquio arbitrario, come scambio di umore o senso di là della presenza della persona per attribuire un contenuto al suo corpo - o avvalersi della persona per crearsi un immagine che vive contenuti che non sono vissuti con quella persona. Questa modo arbitrario di riferisi al contenuto del corpo fa si che lo si utilizzi.

 

 

Nello spazio

venerdì 5 agosto 2016

09:32

 

Se la civiltà intesa anche come l'esistenza delle civiltà può essere intesa a definita con il fare e il pensare umano - che così può estendersi alla conoscenza del pensato per mezzo della riproduzione con i segni o della parola. Soggiunge così il pensiero che l'organizzazione per il mantenimento di una civiltà sia eloquente del suo funzionamento. Così e in tal modo possono determinarsi le diversificazione degli ambienti culturali, e degli atteggiamenti interpretativi all'interno degli ambienti culturali, come associazioni di identità o intesa. La diversificazione che sovviene tra i vari mantenimenti delle civiltà ha categorizzato la differenza tra ciò che sono gli attributi di una cultura orale da quella alfabetizzata. Ora nel passo dei tempi il perche le civiltà possano scomparire è vieppiù rimasta la stessa motivazione - per il cambiamento degli eco sistemi o per cause di natura conflittuale tra gli ambienti e negli ambienti culturali.

Ora è bene capire come sopraggiungano crisi delle civiltà dagli stessi fattori che vengono determinati per il suo mantenimento. Le crisi conflittuali spesso sono all'apice dei fattori di mantenimento che divengono conflittuali e riduttivi del significato e del sentimento che perciò in esse si determinano. Per paradosso percettivo una civiltà che ha soltanto canoni riproduttivi non riesce ad adeguarsi a quelli del fare e del pensare, ponendosi come fattore critico, senza una vera crisi liberatoria che ristabilisca le relazioni e la praticità temporale dei rapporti umani, disfunzionati in un processo identificativo, io, immagine, informazione. Questa caratteristica comunemente diffusa in questa epoca fa sì che la percezione delle civiltà appartenga alla civiltà stessa che può avere uno sguardo complessivo sull'eco sistema e il significato che si determina nella relazione.

 

 

La dominante dell'abbondanza

giovedì 11 agosto 2016

09:52

 

In fisica ciò che si determina come utile per un processo di relazione tra la possibilità e l'utilizzo naturale che l'abbondanza fa della possibilità, nello spazio e nel tempo della gravità. l'abbondanza nell'universo è composta dall'idrogeno, la dominante dall'elettricità del campo relazionale nella gravità dello spazio e nel tempo della componente umana percepita dalla gravità. https://it.wikipedia.org/wiki/Michael_Faraday    -  https://it.wikipedia.org/wiki/Costante_di_Planck

 

 

 

 

Lo Stato

sabato 13 agosto 2016

09:04

 

Dicasi Stato concetto di transito temporale che à per scopo e fine il bene comune per la libertà individuale. La mansione principale è amministrativa e per la base del suo funzionamento necessità di poche regole, costituite in principi cui ogni persona può aderirvi per spontaneo volere della sua quotidiana vita. Le regole di uno stato o i suoi attributi debbono essere minimi ed essenziali per la migliore amministrazione e stabilità temporale nell'ambito della sua percezione. Le funzioni di dello stato possono essere modificate da capacità individuali che pongono in essere soluzioni pratiche, quotidiane, in campo di funzioni del concetto di transito temporale di Stato. Lo stato che pone nella libertà della persona il senso del suo bene comune à in essere nella mansione che nessun ente o gruppo o persona ne sia padrone, né in astratto concetto di transito, né in perpetuo consenso maggioritario. Lo stato per tale senso pone in essere la libertà nella persona di lungi mirare e percepire la propria condizione individuale. l'abuso del concetto di transito in uno Stato che fa del surplus di regole legislative il senso e il valore del principio individuale della persona pone così in essere la sua crisi nel fattore storico, dando al concetto temporale una interpolazione della funzione come prioritaria sulla capacità - in tal modo può generarsi una crisi del concetto astratto come attributo del consenso o della funzione fino a disfunzionare come conseguenza in un arbitrio tipo l'uccisione di Socrate, come surplus amministrativo storico burocratico come Stato concettuale padrone della vita individuale o nell'abbandono del concetto di transito nella crisi funzionale nella guerra per la distruzione del concetto temporale e affermazione. La vita civile pone in essere un margine della percezione del concetto di transito temporale qualora sia presente nel momento quotidiano o nell'attimo dell'individuo, che si pone pertanto in ciò con il suo poter volere e condizione di buon senso del suo esistere per poter vivere aiutare risolversi e risolvere. La caduta in specie cui è soggetta per natura anche nell'essere umano lo pone anche nella condizione di dovere affrontare i suoi stilemi primordiali, quali, la paura, l'invidia, la prepotenza. Ora in un umane concetto la parola pone anche il significato nella scoperta, coi per vivere si può essere rivelati come l'amore.

Nel mondo contemporaneo non so dirvi quanti stati riescano ad adempiersi in ciò che è qui scritto.  

 

 

In tempo al giorno

giovedì 25 agosto 2016

09:36

 

Il giorno è un luogo infinito, come fosse tutto il mondo nel suo istante e nel medesimo atto. La vita è  una miriade di bellezza che entra nell'anima e si sprigiona nella libertà come gli occhi più sinceri dell'essere che ama. Ora in qui che è scritto di un tempo e un discorso vorrei non si pensasse a ciò che refrattariamente vive l'essere umano, ma proprio non si pensasse e rivolgesse a l'essere umano o anche Dio in un atteggiamento e ancor più se refrattario. Allora pensiamo anche al nostro pianeta e al mondo in cui è messo, anche a quel piccolo spazio che è il tempo e la gravità dell'universo. I segni più tangibili di questo antico mondo sono i granelli di sabbia, molti un tempo geologiche montagne, e se per questo ci soffermiamo su ciò che resta di antichi vulcani di milioni di anni fa sappiamo anche quanto è passato in un granello di sabbia e avere la relazione che ha con la gravità dell'universo. Sulla linea degli antichi vulcani di questo tipo sono qui nell'appennino centrale dell'Italia e quando guardo la grande roccia che forma la montagna della Majella vedi la roccia più vicina al granello di sabbia della montagna sacra degli aborigeni in Australia. Questi geologici della terra hanno il tempo e la comunicazione con i punti più profondi della formazione del pianeta, con ancora relazioni con la gravità dell'universo e la visibilità della loro superficie che comunica con la profondità geologica del tempo della terra. Lo scorso mercoledì nella notte l'antico tempo della gravità dei vulcani sibillini son tornati a comunicare con l'universo e tra la spinta del centro della terra e l'universo intero e hanno scelto la gravità dei paesi del mondo di quel posto quasi togliendo alla crosta terrestre il primato sensibile dello spazio - prima di questo evento ci sono stati molti piccoli terremoti superficiali sull'Italia, come fosse qualcosa nello spazio a spingere sul tempo della crosta terrestre più che la crosta terrestre su se stessa. Nell'epoca della sibilla cumana che dimorava sul monte vettore quando accadeva ciò veneva detto che era la sibilla che oracolava. Io nella mattina di quella notte ho notato nella zona della sentina del fiume Tronto molti picchio verdi - non più il giorno dopo - come fosse ciò una leggera spinta dei neutrini forse sulla ionizzazione dell'aria ad aver fatto volar via da quei monti un po dei suoi picchi.

Siamo qui ad accogliere e accumulare i giorni su questa creatrice madre terra che non può per sempre trattenere la libertà della nostra anima.

 

 

Roma inizio del mondo

giovedì 1 settembre 2016

09:01

 

Roma che non è sol Roma e che la lingua italiana a ormai sorpassato - guarda sé da ovunque stava. E il pensiero dello sguardo guarda in alto guarda in alto. E l'imperatore ti saluta romanamente in ogni luogo che se non fosse pe li cisi no ci sarebbe una accisa. Il tributo non riguarda più lo stato ma l'impero. E allora tutti si guardano e tutti si vogliono e più in là vanno. E c'è voluto Dio a dire oh! Guarda a me che ce sto io che mo s'approssima il paradiso se non t'inganni e me lo dico. Certo che così a pensare al feudatario che vuole essere il potere sembra una cosa ridicola. E insomma tutti anno voluto dì - guardate a me che sono come Roma, ovunque in terra e in ogni mente. E così tutti sono voluti diventare i controllori dello sguardo e di quelli che si guardano tra loro e perche si guardano. Oh! Che ormai non avviene neanche più il saluto, tanto sono diventati scemi gli sguardi e i controllanti me - che se state a sperare che mo torna Dio per quanto siete scemi, be' siete pure cretini - che se la civiltà più grande scomparirà come a da scomparire tutto soltanto l'anima rimarrà e Dio solerte ai pensieri liberi compare in essere.

 

 

Un pensiero che si srotola

domenica 4 settembre 2016

20:21

 

l'effetto sembra dire insieme si sta per ideologia - perche è così che le cose sono prossime alle persone e le persone alle cose prossime in perche delle persone prossime alle cose. Ma il pensiero srotola un altro pensiero il cretinismo che si genera per tale stare insieme può più o meno ridursi alla paura dell'effetto e del suo cauterizzarsi per appagamento. E allora poniamoci con un altro aspetto srotolando, siamo con il tempo e la possibilità naturale e così diciamo che l'aspetto cretino dello stare insieme può renderci più prossimi all'esperienza e possibilmente anche solitari nell'esperienza naturale e meno cretini - togliendo per esempio il principio economico che regola l'ideologia nei vari aspetti dello stare insieme. Ora quindi togliamoci dalla solitudine e nell'amore della vita per la vita apriamoci a ciò che abbiamo dentro la nostra vita interiore non siamo semplicemente persi nella storia tra quel che abbiamo vissuto inconsciamente e che trova il giorno della nostra persona attuale - ma la vita interiore trova anche quel che è come fede e amiamo il dono che è possibile fare della nostra interiorità. l'amore verso Dio ci toglie dallo spazio incompiuto e la nostra vita interiore si dona anche verso il prossimo umano. Ora il tempo ideologico nella nostra vita interiore non può esservi né per principio economico, né come possibilità fanatica dell'effetto, e, srotolando ancora è possibilità di esistere stando insieme alla fede in Dio. Esiste la possibilità di amare nella vita interiore o siano assordati dall'effetto ideologico dello stare insieme? Siamo nella possibilità di saper donare o ricevere la vita interiore o si è separati da essa o concepiamo soltanto l'effetto gratificante? Separiamo il giorno e il possibile dalla possibilità di esserlo e esservi interiormente?  

 

 

Il tempo e la servitù

martedì 13 settembre 2016

09:20

 

Il tutto si può riassumere con il tempo e la possibilità di Dio. Invece comincio con uno degli stilemi più pregiudicali la schiavitù. Ora se nell'antica Roma si è avuta la regola sociale più evoluta che stabiliva quale fosse l'importanza di uno schiavo in conseguenza del diritto e possibilità stabilita dal Patrizio - in età contemporanea sembra che l'influenza del sentirsi schiavi sia in virtù dell'uso capione e perche no anche campione con cui si pensa di essere possessori di qualsiasi cosa si detenga in virtù dell'uso - anche se la qual cosa è proprietà di un altro. L'uso paradossale di tale vincolo giuridico e grazie alla speculazione remunerativa dei costrutti interpretativi cause civili e anche penali interminabili e spesso del tutto incostituenti sul principio. Ora prescindendo dall'abolizione di tale assunto giuridico, con il quali si cercano dei relativi tra la posizione del corpo umano e gli oggetti locati. Torniamo al tema della libertà di se stessi con se stessi sullo stilema basso della volontà - E quindi su un piano contemporaneo la linea di relazione tra la persona o individuo e o costrutti preformanti. Tra trasparenza non tanto nella possibilità ma nella relazione tra fattori di obbligo e di scelta, o meglio della possibilità di essere libero autonomamente dagli assoggettanti preformanti. Se in un costrutto di naturalezza e normalità ciò implica un modo di essere individuo, quando subentra la stratificazione di un "gruppo" o di una modalità la qual cosa può essere e divenire coercitiva e forviante.

Due effetti:

La trasparenza tra un mondo economico su basi di speculazione del debito non può alterare la vita a tal punto che vi siano circogrammi che cercano di stabilire le regole anche per chi vige di altri tempi oltre quelli del debito.

Due sul piano personale e dell'individuo è necessaria l'autoliberazione del consenso di una persona verso un'altra della scelta sessuale, a fini economici, ossia l'impossibile schiavitù sia dello schiavista che dello schiavo. Credo che nessuno abbia diritto a sottostare a regole più o meno coercitive ma ricattatorie sulla propria remunerazione economica dell'attività per sesso.

 

 

Il piacere sessuale

mercoledì 21 settembre 2016

10:03

 

Comincio con il dire come per natura che il piacere sessuale fa si che per scopo sessuale gli esseri della natura si accoppino - e per tale uopo si riproducano. Ora dedotto ciò appare, anche, discorsivo dire che sovente si fa del controllo del piacere un uso eloquente ma non del tutto perspicace. La scoperta di poter comunicare il piacere e dire dove può esprimersi sessualmente, da al discorso un attributo alla sincerità della riflessione, ma non per questo alla possibilità che volendo è nel discorso della natura reciproca della confidenza del significato, e, della persona. Per sommi soggetti si identifica nel tema la locuzione o la comparazione e quindi possibile antitesi, tra l'evoluzione del piacere naturale e il controllo dell'arbitrio del rapporto come comparato e differente. Il tema dice, allora, il modo più o meno relativo al genere che attribuisce la differenza nel significato di accoppiamento e relazione. Nella comparazione è vieppiù esposto un arbitrio conseguente la scelta più che il modo - che rimane nel piacere sessuale. Difatti la possibilità di essere nel piacere esclude il controllo che ne vien fatto dal controllo del piacere medesimo, e ancor più l'arbitrio del modo come relativo o comparato alla diversità. Credo pertanto che in definitiva viene intesa la simpatia o l'antipatia con la capacità di relazione personale con se stessi, il prossimo e il mondo. L'impulso sessuale implica un senso biologico, ma di là di ciò anche la capacità di conoscere il pensiero e le relazioni in essere, avere e stare.

 

 

Passato prossimo

sabato 24 settembre 2016

09:35

 

Un bel giorno Paolo ligio e festoso per le sue vittorie e anche persecuzioni appariva a se stesso lieto della sua storia nel suo presente. Dovuto ciò alla persecuzione di Dio che ignaro perseguitava con la sua azione nei suoi Dei. E così fu infranto dal tempo tutto in un istante - il suo passato prossimo il suo convincimento del suo trapassato remoto scomparve e sentì la voce di Dio che gli chiese cosa volesse e perche lo perseguitasse. San Paolo come ora è vissuto con il tempo della parola umana non è più un passato prossimo - per chi a nell'atto della fede il significato di Dio il presente è vita e non divenire. Il presente dei viventi quindi è vissuto nell'amore.

Questo piccolo ricordo in questa constatazione per significare un altro pensiero, ovvero fin quanto è possibile contrarre tutto il tempo nel passato prossimo? La manifestazione dell'umano pensiero sembra proprio trovarsi quando prende tutto il tempo storico comprimendolo in un presente nel suo esserci come passato prossimo vicino al compimento della sua fine materiale nella sua azione. Ovvero non che ciò non sia manifesto in natura, o in risoluzione quotidiana, ma il fare e il controllo di ciò comprime l'azione nel controllo del fare o del pensare e nel conflitto della determinazione lo spazio e il tempo concettuale convergono e si comprimono in un assoluto temporale che pone la distruzione come fenomeno e fenomenologia del controllo per l'autodistruzione per violenza indotta dalla soluzione o dalla sopravvivenza concettuale del fare e dell'agire reciproco. Diluendo tale stato in una quotidianità nel meraviglioso assunto boccacciano tradizionale vivi il giorno e ogni giorno scopri la vita il fare prossimo e il capace amare. O anche primidei de Roma che ti vien su con la parola Carpe deo, tira fuori la radice e datti il giorno più felice. O con Dante fa che tutto il giorno sia il medesimo istante per l'istante di tutto il tempo che oltre guarda il passato ma non trova passaggio che l'accolga come soltanto l'amore può.

Quindi io ora dico che per quel che accade codesti giorni son giorni tra ommini cretini che sanno far di gonne peggio delle donne.

 

 

Rosetta

sabato 1 ottobre 2016

10:27

 

Ieri ho ascoltato questo nome: Rosetta. Chi è Rosetta - Rosetta per locuzione non è. Allora cosa è? Rosetta è un navigatore satellitare, così voglio definirlo, un satellite alla scoperta delle cose che vi sono nello spazio, governato dall'essere umano, dalla terra, finché ciò è possibile come per altri satelliti di questo genere tecnologico. Ieri, il Rosetta, si posò sopra una cometa, portando con se il proprio bagaglio di materiali e sostanze. Oggi sta navigando sopra la cometa nella sua orbita e alla sua velocità. Non so se ancora riesca a comunicare con gli strumenti elettrici della base, quelli che ne anno guidato la rotta, usati dalle persone. La cometa fatta di ghiaccio? e polvere sembra portare con se anche materiale di origine vulcanica? Oltre l'ipotesi dei batteri compresi quelli di Rosetta? Il vulcano esplose quando qualche terrestre stava portando a passeggio il cane? E Rosetta tornerà a comunicare, mandando informazioni elettroniche, quando raggiungerà il limite della sua nuova orbita con la cometa, nella distanza dalla terra, o la cometa si scioglierà e Rosetta tornerà a vagare da sola? Vedremo qualche satellite tornare nella nostra galassia dopo esserne uscito?

Un bacio a tutte le donne che anno per nome questo suono umano: Rosetta.

 

 

Relazioni decadenti

lunedì 3 ottobre 2016

15:20

 

Dalla parafrasi storica del fatto di Adamo ed Eva che immaginarono come rivale Dio e pertanto vollero con lui un rapporto di potere, la relazione basata per l'appunto sul potere è per sua natura decadente. In ciò accade che le persone stabiliscano un pericolo e per esso un nemico, spesso, come nel caso sopraccitato, anche, per millantato credito da parte del serpente e come ovvio degli adulatori Adamo ed Eva. In questo costituito in fatti e nozioni, vi è l'abisso e la deriva dell'esperienza, l'abisso per la sua imperscrutabilità e la deriva per la possibile possibilità che abbiamo in essa, e, che ci dà appunto non l'arbitrio temporale, ma vieppiù e in più la libertà spirituale.

Quindi la decadenza delle relazioni e dei rapporti nella nemicità, e nell'arbitrio decadente del tempo, è, anche sin dentro il frammento del costrutto sociale.

Si assiste sovente alla plateale frammentazione del tempo nell'ipotesi di una consociazione di potere che definisce il nemico, e, come nelle tematiche il frammento sociale nell'arbitrio temporale ch'è vieppiù l'indefinito tempo ideologico. Spesso persone così uguali da fare la stessa identica cosa, senza conoscersi, ma sentendosi diversi, ovvero donne e uomini: la guerra.

Spesso avviene che per controllo o autocontrollo le persone possano o non possano fare delle cose, conoscere e frequentare luoghi e altre persone, perche intimorite nel fare ciò o perche soverchiati dallo stilema ideologico, o in atteggiamento di esibizione e potere.

Sostanzialmente se dovessimo esattamente definire cosa teme il mondo del potere sia esso nazione stato o religione o associazione, costrutto o forza - è l'intervento di Dio che spossessa l'arbitrio temporale in un vissuto spirituale.

Spesso dentro lo stilema di stato o nazione e religione, o associazione, appare la ricerca del primato e del migliore, non mi riferisco semplicemente alla sequela sportiva, ma del fatto che si cerca di dare un timbro, un atteggiamento, a che cosa significa essere più. Per fare un esempio sciocco o banale se una persona in riferimento ad un referente crede di essere più appropriato di un altro, crede di essere per cotanto percettivo di più. Per dire, non vi è mai capitato un cosiddetto straniero che magari perche a rinnovato la patente crede di essere più nazionale di voi. O di quello che in una disputa sportiva calcistica vi si piazza davanti con la maglietta nazionale e vi dice quando guarda la partita di calcio vede la sua nazionale e, se voi obbiettata che c'è anche l'altra squadra, può essere inteso come meno.

Diciamo che il mondo è pieno di relazioni decadenti improntate sul potere e l'attributo del nemico, alcune volte antecedendo persino il pregiudizio, tanto da far percepire i prossimi come pericolo e la relazione è finalizzata all'arbitrio temporale come utilizzo e convenienza. Or dunque se Dio non teme e sa amare, vuol poter dire che non è in cerca di relazioni decadenti

 

 

Che cosa vuol dire appartenere al mondo

lunedì 10 ottobre 2016

09:42

 

Sovente si avverte il proprio umore e stato d'animo, quasi ci fosse tutto o pressappoco il mondo e per questo ci sentiamo di appartenere alla parte del mondo in cui siamo - ovvero quel che stiamo pensando, dove in che posto e spesso con chi siamo. Di fatti ci sentiamo più o meno bene secondo quel che intendiamo per cotanto. Quindi siamo nell'universo e stiamo in un posto e per questo sovente comunichiamo con gli altri per rappresentazioni e stato d'animo, umore più o meno riflessivo il nostro sentire e individuare un senso che possa, anche, darci un significato per capire, o quanto meno per osservare, parlare e vedere.

Possiamo sentirci in diritto, ma dato che siamo, ciò può soltanto dirci, da un certo punto di vista. Con ciò avviene la sintesi tra il possibile e l'accedere e la comprensione. Questo strano richiamo che sussiste in questo tra il possibile e l'impossibile, determina spesso un punto di fuga nella paura. La possibilità, il cammino, l'accedere, il ritorno nel significato comunicato. Ma cosa è possibile avvertire quando si consta di percepire un diritto - si avverte un punto di rottura e di frantumazione, come vi fosse un valore e una scelta - è una stato relativo nella condizione e nell'accettazione della paura, come dell'apertura oltre la stessa natura. E allora gli eventi e la natura che svolgono principi e attributi, come facoltà e possibilità, e, al contempo come libertà e condizione. Ora su di ciò la sintesi e il dubbio del pensiero umano guardano il diritto e la propria condizione cercando la relativa condizione per mezzo del pensiero umano. La sparizione dell'astrazione è nella vita e nella determinazione d'animo di ogni persona individuo essere. E così che si pone una stato della condizione nel tempo di là del luogo e la cruenta natura della stasi e della condizione riflessiva. Il diritto come termine nell'attributo è una percezione così, temporale, che trova un senso per mezzo dell'essere umano che vive e conosce. c'è una soluzione soverchiante nell'attributo quello della costruzione e del significato nella stasi, il controllo del possibile. Ciò evidentemente è un illusione perche ciò ch'è possibile rimane possibile ma la condizione dell'impossibile cerca di trovare un termine come fonte assoluta del diritto naturale, altresì impossibile proprio per la stessa condizione naturale che si autodetermina per contesto e soluzione, in armonia e sempre in costruzione, per il pensiero umano ciò non significa sempre in condizione.

Quindi codesto giorno possiamo intendere l'odio e la supposizione come confacente la condizione del diritto organizzativo della persona, o del genere di condizione relativa che prescinde la libertà? Io, penso di no, ciò per intendere sta all'umore alla simpatia, all'errore possibile alla caduta naturale - la condizione di costruzione genera la possibilità di amare, di accettare la condizione e la natura e dà al pensiero la possibilità della fede, non soltanto come dialogico sperare, nell'esperimento o la soluzione del caso, ma come termine assoluto di credere nell'amore umano riversato in Dio, conoscitore e sviluppo della condizione umana naturale. Il possibile temporale della condizione del conflitto come naturale paura, soggiace all'individuazione personale della condizione e del proprio sentire, ben oltre il relativo del tempo, risolto e risolvibile, sino ad una libertà personale non certo individuabile nella condizione. Pertanto la fuga nel diritto non può porsi nel concetto della violenza o dell'odio, dando per inteso che la paura reagisce con la paura e la sua accettazione, generando un controllo e un attributo privo di distruzione, ma ponendosi invece in una lapalissiana attesa del possibile come conseguenza e non liberà scelta di amare anche per mezzo del significato e pensiero rinato nell'osservare e provare e trovare.

 

 

Come si intitolo

martedì 18 ottobre 2016

17:00

 

Lefkada il 16 ottobre una grande la grande scossa una forte scossa di terremoto ha fatto morire 2 persone in questa località una è morta travolta da una frana e l'altra  colpita da un palo della luce questa è un'isola greca molto bella dove esattamente un anno fa il 15 novembre una scossa di terremoto mi ha distrutto parte della sua storia archeologica questi terremoti come possiamo immaginare appartengono molto probabilmente a un movimento e fa riferimento allo Stato della massa della Terra e riferimento al suo movimento e al suo asse ma se la spinta nasce gravitazionale da le profondità della terra e quindi della sua storia ma molto probabilmente il suo tempo quello che appare e come se il nocciolo stia evolvendo e si stia posizionando o ancor più la massa si stia modificando cioè la massa della Terra e riferimento anche alla dimensione che appartiene ai gas possiamo quindi immaginare che la terra in questo momento stia scorreggiando sembra una battuta in effetti lo è non trovando più quei suoi foruncoli antichi e al posto di ciò prova a spinta e sovente appoggio sulla gravità e forse l'universo intero in questo momento in cui io parlo di ciò stanno avvenendo situazioni molto simili anche su altre parti della superficie terrestre ancor più vien da pensare che possa esserci non solo un'influenza specifica sulla massa della Terra e il posizionamento della gravità sulla sua rotazione ma anche qualcosa che può interconnettersi forse sulla massa e lei circostante come a dire i gas sono specie nell'universo anno una comunicazione intergalattica non so ma comunque sostanziale sull'effetto della materia e dell'espansione come conseguenza della unificazione per principio e della gravità della velocità della luce in quanto vicini e sostanzialmente comunicanti nello spazio della gravità ovvero la massa è l'idrogeno cercano una posizione una comunicazione sugli effetti e lo spazio non determinato dai gas ma spingono su tutto ciò che appare evidente e relazionabile allo spazio che spinge alla velocità pensando a Nettuno possiamo immaginare che una mega scorreggia come quella che può avvenire sulla superficie di Nettuno dove venti e gas vanno a migliaia di chilometri tenuti in sospeso e in relazione a. Dalla gravità e dalla sua consistenza il punto è nella gravitazione spaziale della velocità della luce ciò può anche essere qualcosa o meglio qualcuno meglio qualcosa che spinge alla velocità anche ciò che avviene in ambito atmosferico terrestre semplicemente una forte rideterminazione dell'attività nello spazio della gravità del pianeta che cerca una ricollocazione in funzione della sua massa può determinare spinte ed effetti metereologici sulla dimensione ciclica della gravità dei gas sto scrivendo con un braccio bloccato perché infortunato molti saluti per quel che è venuto fuori da questo scritto che poi forse riguarderò meglio ma è scritto qui oggi così come appare un saluto a Dario Fo arrivederci.

Sarebbe utile più che andare in Marte continuare nella ricerca di satelliti sempre più veloci che riescono a viaggiare nello spazio ea darci informazioni compreso l'ultimo che addirittura viaggerà  con una cometa.

 

 

Mosca bianca

lunedì 24 ottobre 2016

10:07

 

Si ascoltano molte sonorità nel mondo come fossero pensieri e parole - percependo un caos inenarrabile ch'è difficile organizzare come musica o suono. Allora chiarificare un po' il tempo di un pensiero, può servire per delucidare il senso a quegli ascoltatori che interpretando non si avvertono ascoltatori. Il mondo, diciamo, è un modus perfetto vissuto con l'amore, ma in questo tempo sembra si esista anche in altre organizzazioni del tempo approssimativo e, un po' spiegabile per relazioni.

Ora immagino che io debba governare un mondo, sui criteri conoscitivi del suo stare, accettando i reciproci concettuali che fanno della conoscenza di ciò il possibile stato dei tempi approssimativi di ogni persona.

I principii

Si à il dovere di essere libero e rimanere onesto.

I divieti

È vietato uccidere per senso volontario il prossimo.

In concausa può esservi responsabilità indiretta nella morte altrui, per incidente o relativa concausa ambientale, ovvero legata ai fenomeni della convivenza in luoghi e cose.

2.       Non rubare, inteso come non appropriazione di ciò che non è di propria proprietà privata, senza il consenso del medesimo proprietario. Non abusare coercitivamente della volontà del prossimo.

3.       I codici relativi, fanno dell'atto conoscitivo, non attributo ma neanche attribuzione e non detengono relativi funzionali di un caso o un altro. Essi fanno sviluppo e conoscenza per ogni individuo interessato nell'libero arbitrio.

1.       Limitazione della libertà in conseguenza dell'atto volontario di uccidere.

2.       Soluzione nella concausa sociale per la partecipazione allo sviluppo della pratica del tempo approssimativo della soluzione tra le persone relazionate di concausa e, art.2.

 

Il fondo delle problematiche umane è stabilito da queste logiche che si sviluppano nella determinazione della paura umana. La guerra è la sospensione dell'arbitrio dove la curiosità di capire per distruzione cerca di vincere il senso infantile della curiosità.

 

 

Circuiti elementari

sabato 29 ottobre 2016

09:23

 

La fatica delle giornate e la bellezza di scoprire,  per quanto possibile. Questo è lo stupore che cerca la gioia con soltanto un po' di speranza. Questo mitico essenziale che è scevro da stigmatismi assoluti trova nello spazio la semplicità di un sorriso. Un sorriso interiore che vede tutto ciò che guarda la vita, e così come comunicato. Ci sono essenzialità che danno spazio a soluzioni che appaiono complesse, ma è nelle essenzialità che si realizzano i tempi significativi della realtà. La complessità per quanto elaborata non va fuori dalla sua origine e semplicità - il giorno trova un'innovazione che si può avvicinare alla sua origine e al suo tutto nella scoperta. I luoghi dei monti sibillini sono luoghi in cui delle persone anno trovato nel tempo della storia un significato personale verso la semplicità della loro fede in Dio, proprio come aborigini in cerca dell'essenza della giornata e del sorriso interiore, quali Francesco e Chiara, o Benedetto e Rita. Certo Benedetto a elaborato una soluzione, ovvero se la mela non mi cade in testa per mangiarla devo far crescere un melo, un albero. Mentre Francesco e Chiara anno sorriso al fatto che si poteva essere felici anche senza mela, e, Rita che la fede supera i principi e i tempi.

Questi tempi contemporanei - sembrano in questo presente aver smarrito i sistemi semplici dello sguardo interiore che comunica, quasi non vedendo pratiche soverchianti per il semplice sviluppo del senso delle cose elementari con cui i sistemi si evolvono, certo sono comunque momenti questi, e allora che il pensiero ci dia anche una pratica così prossima all'essenziale da aprirsi alla scoperta del tutto, come presente più che riduzione, così che ci si accorga che la natura e la vita ci pone soluzioni innovative per un sorriso libero e vero. Per i patemi della vita c'è soltanto bisogno di amare.

 

 

Costumi e costumanza

venerdì 4 novembre 2016

09:11

 

Solitamente quando vado a Castelluccio di Norcia faccio delle passeggiate, nella piana e per i colli montuosi. Ma la passeggiata che faccio frequentemente è quella che va dalla fonte dove giungono a bevere gli animali sino agli scalini della chiesa di castelluccio. Or dunque giunto con l'auto nei pressi della strada che porta alla fonte sorgente, prendo la mia bottiglia e a piedi la raggiungo, la riempio e rimango lì a guardare un po' tutto l'intorno. E come succede la natura chiama liberandosi - così guardando le montagne faccio la mia pipi dove immagino non andranno a pascolare le pecore. Raggiunta l'auto e lasciatavi la bottiglia, intraprendo il cammino fin lassù e ritorno. Anche in questo anno giunsi fin su la piana, ma tornato all'auto dalla fonte faceva freddo e il sole non si decideva a sciogliere le nuvole ed aprire la giornata. Allora ò girato un video guardando la cima del Vettore immaginando il lago di pilato che vi è con dentro dei piccoli crostacei rossi unici in europa. E ò visto delle formiche con le ali sin sopra il tetto dell'automobile portatemi fin qui dove sono portate dal vento. Allora, anche se il sole avrebbe preso il sopravvento, in quel giorno, come avvenne, per il tempo che io volevo decisi di giungere sin sul paese di Castelluccio con l'automobile. Parcheggiata sulla piazzetta, con grande fortuna giacché giorno di mercatino, raggiungo i gradini della chiesa su per la ripida e rapida salita, a gran passo. Giunto fin lì mi ci siedo sopra, su quei miravigliosi gradini, riprendo il respiro perche lo sforzo della salita è stato, abbastanza, subbitaneo. Sono seduto, come mi piace fare sui gradini della chiesa, che ò alle spalle e sotto di me nello sguardo la pianura con le montagne intorno. Qui c'è una piccola piazzeta, il portone di una abitazione, dei tavoli e la fontanella dell'acqua appena oltre l'arco di ingresso. All'interno dell'arco sul muro che fa da perimetro, vedo seduto sui gradini le lapidi storiche del paese. E incomincio ad osservare anche le persone che vi transitano, qualcuna di esse si ferma a bere alla fontanella, un'altra osserva il panorama, poi, vi una giovane donna carina, ma un po' rimbambita dice alle altre due che sono con lei di fare un selfi - facciamo un selfi, facciamo un selfi - le osservo un po' pensando che se volessero potrei fare loro una fotografia insieme - ma non comprendo se sia un selfi abbinato ad una o per una e per due. E così mentre guardo ancora l'orizzonte, si siedono lì ai tavoli due ben pensanti, che fanno per attirare la mia attenzione e cominciano a parlare del tempo storico della chiesa, e, così per me giunto il momento decido di tornare a casa, così salgo i gradini e guardo dentro la piccola chiesa, molto antica, e vedo lo sguardo di Cristo che guarda da un dipinto posto dietro l'altare. E i due burloni e ben temponi non possono che sorridere perche come molti idioti di questa epoca stavano facendo un gossip storico per starmi ad osservare e vedere se andassi a guardare la chiesa. (Porta romana bella, porta romana)

Così con lo sguardo di cristo mi ricordo castelluccio di norcia.

Quel quadro credo sia quello che i vigili del fuoco, prendendolo, dal tetto crollato anno recuperato prima della scossa di terremoto ancora più forte della precedente che vi è stata il trenta di Ottobre. Ciao!

 

 

 

In cerca delle cose

martedì 8 novembre 2016

09:59

 

Chi si sveglia la mattina, si sveglia. Certo molti lo fanno in un altra ora. Or dunque qualcosa succede. Ma di fatto alcune persone fanno esperienza, molte immaginano di averla scelta, può darsi - ma di fatto è farla che conta. Allora diciamoci, conosciamo o vogliamo conoscere. L'una e l'altra cosa potrebbe succedere. Comunque ciò che siamo è comune, temperatura, tatto, pensiero e espressione, ma giornate. Appunto giornate, cioè tempo. In questo tempo il nostro corpo, la nostra anima e la nostra capacità di esperienza. Cioè se le informazioni, bastassero, anche le pietre saprebbero, ma ciò che dà gusto e vita è la capacità d'esperienza della persona. Allora, che ci faccio qui e cosa succede, il più delle volte la risposta ce la dà il nostro corpo, che può darci pace e sorriso, ma anche fatica che non debba essere soltanto paura o troppa paura con aggressione. Per questo c'è bisogno di un sorriso e un pensiero. Mi trovo solitario a fare esperienza, ciò può voler dire che non sempre ne parlo per condividerla, presentemente con qualcuno, direi. Allora non è necessario un ascolto perche la comunicazione è presente nella mia anima, nel mio tempo vissuto con il corpo e nella giornata, e, così sono aperto all'incontro possibile alla parola altrui come viva esperienza. E cioè se mi capita un esperienza improvvisa o inaspettata la si vive, sia che sia lieta o apparire meno lieta. Si costituisce la giornata e il tempo, ma anche un cambiamento nella modo perspicace di sentire le cose che accadono e il tempo con cui comunichiamo, o vogliamo sentire; se stessi. Cioè se stessi dove sto, sarei come sono e allora è la possibilità di essere libero e di sentire anche il prossimo come me stesso, con lui insieme con una parola d'esperienza che vive e conosce, solitariamente o con l'altro, l'infinita possibilità della giornata.

 

 

Il poverello di assisi

lunedì 14 novembre 2016

11:31

 

Chi non conosce il poverello di Assisi, costui si chiama Francesco e à per coscienza la sua fede in Dio e guarda Gesù come suo esempio. Quando pensiamo alla sua povertà legata a ciò che si possiede dobbiamo dimenticare, la ricchezza di Francesco, ovvero la possibilità di dare amando e facendo dei suoi bisogni materiali un modo per contemplare la vita nella sua personale visione spirituale. Or dunque Francesco è un povero che se lo incontrassimo dovremmo accogliere, anche se non chiede molto per le sue necessità materiali, anzi si avverte pieno di ciò che di bello è nel creato. Or dunque  farsi povero è vedere Francesco in noi ma la bontà che si può dare verso Dio ci fa essere partecipi della ricchezza dell'amore. Allora noi volgiamo lo sguardo a noi stessi e al tempo, dicendo cosa avviene e cosa non avviene e le cose, così, risultano essere più vicine a noi stessi. Cosa ci necessità per essere liberi, non dipendere dai bisogni e avere la possibilità di donare - come a dire mi son qualificato o classificato. Poi c'è il tempo e ciò implica che vi sia un pensiero che non dice né dove né quando, e, in tutto questo tempo siamo come dovremmo essere, pensando a quel che si può e perche e allora si è ricchi se si dona a chi può ricevere e a chi vive con ciò, questa sembra essere una peculiarità assoluta ch'è in Dio che ci fa essere simili a lui e in lui anche se non si à molto di materiale da donare al prossimo.

Ora ascoltiamo un attimo lo sviluppo contemporaneo, ci sono cose che risiedono nella storia e che sembrano competere con quel che si vuol considerare giusto e opportuno perche sfruttabile con un bene relativo ma comune, ma in ciò si crea spesso una forte dicotomia tra la possibilità e lo sfruttamento, nell'affrancarsi nella soluzione di un problema e il non poterlo fare. Così se per giustapposizione c'è chi partecipa a ciò in modo libero, d'altro canto qualcuno delega al solo principio economico la possibilità di fare qualcosa. Pensiamo a Dante Alighieri costretto in esilio a scrivere la divina commedia perche dei meschini Bianco e Neri guerreggiavano e gli acuti lettori dell'epoca non più di qualche centinaio disputavano il titolo in latino - come a dire se uno bravo regala ciò che fa qualcun altro dice non mi posso fare pagare. Cioè come a dire Dante non ci deve essere perche sennò non sono il più bravo nel farmi pagare. E allora diciamolo non è Dante contro il denaro, ma gli altri contro Dante e appare chiaro anche il significato dei promessi sposi di Alessandro Manzoni, dove non vi è descritta una vicenda, ma la condizione della libertà di scrivere in Italiano a prescindere dalle virgole che i bravi di don Rodrigo vogliono obbligarti a mettere, mentre Francesco di Assisi ci à donato il cantico delle creature.

 

 

Certi in discorso

lunedì 21 novembre 2016

15:38

 

È ancor più certo che si pronuncia questo termine, ma aggrada.

Spiegare in sunto e significato cosa sia la democrazia. Or dunque diciamo che la democrazia nel suo nascere è fallita, ma se non fosse avvenuto il suo fallimento in qualche modo nell'episodio specifico si sarebbe costituita. L'episodio è la morte di Socrate e che nel morire a cercato il modo inconso di salvare il concetto personalmente di là dell'attributo datogli per sommo arbitrio e giudizio collettivo.

Fatto il punto ed enucleato il momento storico,  torno al costrutto e alla sintesi.

La democrazia si fonda sulla libertà della persona, e che accetta di non uccidere e non rubare. Essa implica dei doveri, il rispetto dei beni pubblici di quelli sacri e di quelli privati. Il diritto si applica ed è implicito nel rapporto tra eslegge e la regola legale che non contempla né l'omicidio né il furto. Il rapporto sociale è la comunicazione dell'individuo tra i diversi doveri. I rapporti personali detti creativi anno al loro interno quelli di carattere economico e in ciò anche parte di quelli lavorativi. Le funzioni del lavoro legate alle mansioni burocratiche per il funzionamento dei doveri pubblici anno un patto di accettazione che implica oltre che il rispetto dei doveri un giuramento di fedeltà ai principii che costituiscono la libertà della persona. Nella fattispecie tale identità di lavoro è per ovvie ragioni laica perche non può svolgere interessi di funzionamento burocratico particolari oltre quelli dello stato delle cose pubbliche non soggette a sottostrutture consociative. Il principio di libertà inteso come possibilità data da Dio o come evento conoscitivo è in entrambi e casi legato alla persone e individuo e non è contraddittorio.

 

 

Qualcuno da odiare

venerdì 2 dicembre 2016

10:59

 

È prossimo un compleanno. Il compleanno di Dio, così è per colui che a in animo la nascita di un bambino di cui il nome è Gesù. Con questo pensiero i re Magi si misero in cammino alla ricerca di colui che cercavano, trovandolo nella mangiatoia di una stalla insieme a un bue e l'asinello. E pensate insieme con lui vi sono anche il padre Giuseppe e la mamma Maria e i pastorelli del posto. Gesù cade sulla terra e l'impero di Roma sancisce l'anagrafe per sapere chi siano i cittadini di Roma. E certo tra Dio e i romani vi era un rapporto translitterale, come tra l'imperatore e ciò che gli dei immaginavano da uomini quando li invocavano o temevano in virtù del tempo. E così i magi accolsero sulla terra in una stalla al freddo e al gelo, Gesù - che cresciuto parlo di amore e mai di governo al mondo e agli esseri umani tutti, di spirito e di poca pratica delle cose del mondo a chi lo conosceva. In virtù di ciò si prese a pretesto il suo significato per odiare se stessi e la sua condizione di amatore, tanto come figlio di Dio che come figlio dell'uomo - come che chi lo conoscesse temesse di essere amato e sapesse che ogni cosa o essere è libero perche Dio l'ama anche un po' contemplando.

 

 

Il tempo del possibile e dell'impossibile

martedì 13 dicembre 2016

16:00

 

Non  ci sono mondi per capire ma nel tempo il significato dell'atto. Ultimo giorno del possibile: lo stare in guerra. Un uomo che prende la sua azione e decide di smettere, senza nessun ragionamento, atteggiamento, umore o sentimento. Smette appunto pensando di smettere, lasciando la rabbia a se stessa, essendo in un animo diverso del suo pensiero in ragione di un significato che non svolge la sua azione nella guerra, appunto decidendo prima di pensare di smettere la guerra - lasciando che la sua non violenza dia un motivo a se stessa per essere sé. Il giorno dopo cerca la pace in sé e trova che non a voglia di essere violento né di comandare ma di essere libero vivendo la vita non facendo la guerra. Ciò che distingue l'intelligenza è l'onesta più della capacità.

 

 

Silenzio

martedì 20 dicembre 2016

16:56

 

Se fosse il disturbo di corni  che si generano e crescono, di relazioni un po' vacue e bizzarre a dare disturbo, bene si saprebbe come dire o pensare. Ma se qualsiasi cosa è soggetta a un disturbo sembra che non si riesca più a comprendere chi si sente disturbato e perche, quasi non sia più possibile fare o svolgere qualcosa tranquillamente, senza essere disturbati. Ecco che strane strategie di un mondo ritardato cerca di dire e imporre cosa sia giusto fare disturbando, proprio mentre altri stanno svolgendo altro. Il gioco della matassa o del filo di arianna, ma insomma chi è che vuole il maglione o sente freddo. Un acuto senza ascoltatori. Il disturbo è come l'ipotesi di un volume che amplifica per mezzo di una manopola di un amplificatore, un soggetto un principio un vuoto che appunto non è un silenzio, un disturbo. Siamo giunti in mondi paralleli che non vedono ma odono disturbi di logiche che spesso non confanno le differenze. La dicotomia tra la libertà e lo status sembra quasi assoluta, basterebbe dire andatevene e lasciate in pace la vita. Ma il dominio è finto come la paura e la corruzione della morte. Idolatria delle strategie come fosse l'unica soluzione per problemi relativi all'assoluto della crisi - in definitiva non si può non essere che relativo e assoluto insieme nella definizione dello status è così inevitabile il disturbo la strategia e lo status, pulsioni e assoluzioni, crisi e morte. Quel che accade è basilare di principi elementari con cui si inficia la qualità di ascolto individuale con la corruzione della violenza strutturale quotidiana con cui si cerca il controllo su un giudizio per un opinione nel giudizio informale e la stratificazione economica dello status per la strategia palese e occulta per il suo controllo. Il silenzio evade da ciò come l'autenticità della parola perche è autentica, al contrario della violenza che è palese e informale e classifica il disturbo. E in tal modo la strategia stessa è elusa da disturbo che fa funzione e contrario - la schiavitù della morte, la schiavitù del potere la schiavitù della libertà. Non sono spesso assolvibili da questo stato di decadenza né i modi della vita quotidiana e neanche le opinioni che classificano nel opinione il consenso della parola o del tempo economico della speculazione dell'intelligenza. Tale consenso è l'ultimo momento del disturbo e della logica che si esprime in virtù della soluzione occulta o stratergica. L'illusione.

 

 

La fine dell'anno

martedì 27 dicembre 2016

16:45

 

Credo di concludere questo periodo non parlando, si può pensare ovviamente scrivendo. Il pensiero è che parlare di ciò che si vede o della tipologia di situazioni o persone, è apparente ma non possibile. Ciò non per fatto di chi sia presente ma più esattamente di quel che interiormente è eloquente e che evidenzia un costrutto o un pensiero, ma in modo più significativo, di ciò, il pensiero come percepito diverso da ciò che si vuole essere o si è! Difatti lo stilema e il significato è semplice ed eloquente ma non per ciò relativo ad una parte o una possibilità, perche la condivisione è  palese in quanto scritta. Siamo così molto prossimi a quel che si vuol dire ed evidenziare in stato diverso di come esprimere la personalità - così si è ancor più vicini sul piano di ciò che si scrive, ma proprio per questo il tempo di cui parlo è differente e molto palese da rendere vano il dover essere letto e condiviso,  come dire l'interlocutore non è presente in quel che interiormente, penso, o si pensi. Ora, il palese significato di una spiegazione in essere è interpretato interiormente da non dover essere percepito come condiviso in astratto o parte in qualcosa di scritto.